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Articoli 19/12/2007

Traffico e danni alla salute


foto Blaco

I danni alla salute provocati dall’inquinamento atmosferico degli scarichi veicolari e dagli incidenti stradali in costante aumento sono oramai noti a tutti, ma più recenti ricerche hanno rilevato come l’eccessivo uso dell’automobile sia responsabile di una serie di danni alla salute che in passato venivano sottovalutati. L’uso indiscriminato dell’automobile anche per i piccoli spostamenti, ad esempio, ha senz’altro contribuito negli ultimi decenni all’aumento del numero di soggetti obesi, favorendo uno stile di vita sedentario che spesso si concretizza nel passaggio dalla poltrona dell’ufficio al sedile della propria auto, e nella completa assenza, tra le abitudini quotidiane, di percorsi a piedi o in bicicletta, che da soli ridurrebbero del 50% il rischio di obesità. Si stima, poi, che chi vive in una grande città dorma in media trenta minuti a notte in meno, a causa dei rumori prodotti dal traffico, e soffra più frequentemente di insonnia. L’automobile, affermatasi nel secolo scorso come mezzo per i rapidi spostamenti e considerata un simbolo di velocità e di libertà, si è, in realtà, trasformata in una prigione, che tiene bloccati nel traffico i conducenti, a volte per ore. Le difficoltà di parcheggio, l’occupazione da parte dei mezzi a quattro ruote di aree destinate al passaggio pedonale rendono le aree urbane spesso non più vivibili e non più “a misura d’uomo”. Sicuramente la guida nelle città influisce negativamente sull’umore, stimolando gli istinti più aggressivi, e rappresenta una concausa importante di sofferenza psichica, a volte aggravando o scatenando la sintomatologia in soggetti già ansiosi, depressi o affetti da attacchi di panico. Una recente ricerca inglese sull’impatto del traffico sui guidatori, sostenuta da una compagnia di assicurazioni, e condotta somministrando un apposito questionario ad un significativo numero di automobilisti, ha individuato una vera e propria patologia attribuibile alla guida nel traffico, e responsabile di danni fisici e psicologici. Questa patologia è stata denominata “sindrome da stress da traffico” (TSS), e si manifesta con uno stato d’ansia caratterizzato da aumento del battito cardiaco, mal di testa, sudorazione alle mani, nausea e crampi allo stomaco, e, nei casi più gravi, confusione e veri e propri attacchi di panico. Sul piano comportamentale può sfociare in forte aggressività e provocare disturbi della sfera sessuale e del sonno. Stare in mezzo al traffico significa anche dover gestire i rapporti con gli altri automobilisti, mettendo alla prova la propria capacità di adattamento. Questo stato di tensione può sfociare in rabbia ed aggressività che si traduce a volte nello schiacciare più del dovuto il pedale dell’acceleratore, mettendo a rischio la propria e l’altrui incolumità. I sintomi della TSS costituirebbero l’esito della risposta dell’organismo agli agenti stressanti: all’iniziale fase di allarme, ed a quella successiva di resistenza, in cui l’organismo mette in atto una complessa reazione biologica che coinvolge il sistema neurovegetativo, endocrino e immunitario, subentra la terza ed ultima fase, di esaurimento delle risorse, che comporta la comparsa dei disturbi fisici e psichici. Dalla ricerca è emerso, combinando i dati degli incidenti con il manifestarsi di alcuni sintomi, quali la perdita di concentrazione e la guida pericolosa, che la sindrome da stress da traffico è stata responsabile di più di due milioni di incidenti nel 2004. Attualmente nel Regno Unito un automobilista su tre soffre di TSS, ma la situazione è peggiore in Italia, dove secondo uno studio analogo a quello britannico condotto dall’ISTAT, ne è colpito un italiano su due. La percentuale più elevata si riscontra nel Lazio, poi in Campania, Veneto e Lombardia. In base a questa ricerca, il 20% degli automobilisti italiani accusa un aumento del battito cardiaco, il 19% ha mal di testa e al 12% sudano le mani. Molti avvertono aggressività o depressione. L’Italia detiene la più alta concentrazione di auto al mondo, e gli italiani sono i cittadini europei che trascorrono il maggior tempo in automobile. L’utilizzo è in media di circa due ore al giorno, di cui almeno 25-30 minuti sono impegnati a cercare un parcheggio. Il tempo di spostamento effettivo è dunque limitato a un’ora e mezza al giorno, con una velocità media, in città, tra i 9 e i 16-18 km/ora. Ne deriva che le difficoltà di collegamento e di parcheggio, l’inquinamento prodotto dall’elevata circolazione sono spesso sentiti come un problema insormontabile, tanto che un recente sondaggio ha messo in evidenza che quattro persone su cinque approvano la chiusura delle città alle auto. Lo stress da traffico viene vissuto in modo indiretto anche dal pedone, che è costretto a districarsi in una bolgia di auto, facendo lo slalom tra macchine in sosta o in fila disordinata negli ingorghi, senza alcun rispetto della distanza di sicurezza, e quasi sempre così attaccate le une alle altre da non consentire neppure il passaggio. La soluzione al problema è di educarsi a fare a meno il più possibile dell’automobile, utilizzando la macchina solo per i lunghi spostamenti, così da guadagnarne in salute mentale e fisica. Per ottenere questo risultato, all’impegno dei singoli cittadini si deve, però, sommare quello delle istituzioni e degli organismi competenti nel disincentivare l’uso dell’auto in città, promuovendo adeguate misure, quali, ad esempio, l’estensione delle aree pedonalizzate e/o a traffico limitato, parcheggi a pagamento, percorsi ciclabili, implementando dall’altra parte il servizio di trasporto pubblico e i piani urbani della mobilità. Intanto, i suggerimenti per coloro che soffrono di TSS sono molteplici: prevedere del tempo in più per gli spostamenti, mettere in atto attività di distrazione cognitiva (pensare a cose gradevoli) o ascoltare musica, respirare lentamente e profondamente, utilizzare il meccanismo di riciclo dell’aria per evitare che i gas tossici dell’ingorgo entrino nell’abitacolo. Questi semplici accorgimenti aiuteranno sicuramente gli automobilisti a ridurre la sensazione di malessere indotta dagli ingorghi e dal traffico, anche se nella maggior parte dei casi non si potrà parlare di vera e propria malattia, ma di una situazione di grave disagio.

*Medico Capo della Polizia di Stato Questura di Ragusa

da Centauro n.116


© asaps.it

di Antonia Liaci*

Mercoledì, 19 Dicembre 2007
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