di
Vincenzo Borgomeo
Sono 6200 gli utenti delle due ruote morti nel 2006 in
incidenti stradali. Un numero enorme, che equivale al 16% del totale,
considerando che moto e scooter valgono solo il 2% del totale dei chilometri
percorsi in Europa. L’allarme arriva dall’European Transport Safety Council
(ETSC) che da Bruxelles denuncia una situazione che va di anno in anno
peggiorando e che allontana sempre di più l’obiettivo di dimezzare le vittime da
incidenti stradali entro il 2010.
Ovviamente l’ETSC non manca di stilare la classifica dei "buoni e
cattivi": Norvegia, Svizzera, Danimarca e Finlandia sono i posti meno
pericolosi dove girare su due ruote. Seguiti poi da Germania, Portogallo,
Austria, Svezia, Grecia e quindi da Spagna, Irlanda, Olanda, Francia, Gran
Bretagna, Belgio, Estonia e Poland. E’ l’Italia? Non compare nelle classifiche,
per la - solita e incredibile - carenza di statistiche.
"E’ una mancanza di dati
assoluta, quella italiana - spiega Marco Popolizio, Project Officer
dell’European Transport Safety Council - per certi versi pazzesca: mancano del
tutto le statistiche perfino sui km percorsi dai vari utenti della
strada".
"Una mancanza gravissima - prosegue Popolizio - che rende impossibile
inserire l’Italia in questi studi perché il principale indicatore si basa sul
numero di km percorsi".
La colpa, come al solito, va tutta all’Istat e al ministero dei trasporti,
perché nessuno ha questi dati fondamentali. Ma se è impossibile inserire con
metodi scientifici l’Italia nello studio dell’ETSC, è invece possibile farlo
per induzione: e qui si scopre che l’Italia è il Paese europeo più pericoloso
dove viaggiare su due ruote. Noi infatti abbiamo un parco di due ruote pari al
20% di mezzi e una mobilità corrispondente appena al 3,5% del totale, ma
contiamo il 26% delle vittime fra moto e ciclomotori, con punte del 50/60% nei
fine settimana.
E, soprattutto, di questo passo entro il 2010 il 40% del totale delle vittime
sarà dovuto agli utenti delle due ruote.
da Repubblica.it
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