WINENEWS IN CALO IL CONSUMO DI VINO A TAVOLA, FLESSIONE FINO AL 30%. ADDIO AL
DISTILLATO O AL SUPERALCOLICO. SONDAGGIO WINENEWS TRA I PRINCIPALI RISTORANTI
ITALIANI IN SEGUITO ALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA LEGGE SUL CODICE DELLA
STRADA (*) Roma - 20 Dicembre 2007 - Sarà lo
spettro di multe salatissime o nei casi più gravi l’arresto, ma sta di fatto
che le nuove norme stradali più repressive per chi guida in stato di ebbrezza
(basta superare la soglia di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue) qualche
effetto, soprattutto a tavola, lo stanno ottenendo. Secondo un sondaggio,
effettuato da www.winenews.it, uno dei siti di riferimento del vino italiano,
sui principali ristoranti del Paese, il consumo di vino negli ultimi tempi ha
segnato una flessione dal 5% al 30%, più nelle piccole località che nelle
grandi città. Per non parlare poi dei distillati e dei superalcolici: “abbiamo
assistito in questo caso, ed è una tendenza in atto da diverso tempo, ad un
vero e proprio crollo”, spiegano Antonio Santini de “Dal Pescatore” a Canneto
sull’Oglio (Mantova) e Ciccio Sultano de “Il Duomo” di Ragusa. “Se ne è perso
proprio il piacere di chiederli a fine pasto”, aggiunge Moreno Cedroni de “La
Madonnina del Pescatore” di Senigallia. Da Nord a Sud, è poi un coro:
tutti ormai per regolarsi ricorrono al consumo al bicchiere: l’unico modo per
non incorrere nella scure della legge. “Molti nostri clienti - dice Roberto
Petza del S’Apposentu di Cagliari - sono stati già fermati per controlli
all’uscita del locale”. “Oggi chi si deve mettere alla guida sta più attento”,
affermano da Perbellini di Isola Rizza (Verona); Luciano Zazzeri de “La Pineta”
di Bibbona sottolinea come da diverso tempo il consumo di vino sia
drasticamente calato: “prima in quattro ti ordinavano 2 bottiglie, oggi a
malapena una”. E dal “Laite” di Sappada (Belluno) fanno sapere che ormai è una
pratica consolidata che se si è a tavola in due uno non beve, così come se si è
in gruppo uno beve meno o non beve per nulla per poter guidare. Ma sono molti
quelli che giudicano la soglia di tolleranza estremamente esigua. “Non condivido la normativa e
soprattutto non è risolutiva - sostiene Natasha Sant’Andrea della “Tenda Rossa”
di San Casciano Val di Pesa (Firenze) - il problema non è solo quanto si beve
ma anche cosa si beve, invece di “censurare” tutti i tipi di alcolici
occorrerebbe rivolgersi verso determinati tipi di prodotto: bere due cocktail -
afferma - è diverso da gustarsi un bicchiere di vino ed ha effetti diversi”. Qualcuno però si è già
organizzato: “abbiamo avvertito gli effetti delle nuove normative solo in
parte, nell’ordine del 5%, questo anche perchè - sottolinea Luca Vissani del
famoso ristorante di Baschi (Terni) - abbiamo allestito alcune camere, così i
clienti che lo vogliono possono gustarsi la cena e poi soggiornare da noi e
ripartire il giorno successivo in assoluta calma e tranquillità. Non
dimentichiamo però - precisa - che chi viene da noi lo fa principalmente per la
cucina: il vino è certo fondamentale ma da noi si viene prima per mangiare e
poi per bere”. Anche al “Don Alfonso” a
Sant’Agata dei due Golfi di Alfonso Iaccarino si stanno organizzando con
ulteriori suite per ospitare la numerosa clientela straniera che, però, può
contare anche su una rete diffusa di taxi presenti grazie all’alta vocazione
turistica della Costiera Amalfitana. Da Antonello Colonna a Labico hanno,
invece, pensato già da due anni ad attivare una comoda navetta da Roma, anche
se lo chef confessa: “sono provvedimenti importanti ma penalizzano molto i
locali dei piccoli centri, mi costringeranno a trasferire la Porta Rossa nel
centro di Roma”. Alfredo Franz (*) Nota: il calo dei consumi di
alcolici equivale alla riduzione della velocità media, per quanto riguarda gli
incidenti stradali, oppure al minor consumo di sodio, in merito ai problemi
causati dall’ipertensione. Esiste una relazione matematica tra il consumo
complessivo di alcolici ed il numero di problemi alcol correlati. Alla
riduzione del consumo di vino, (principale causa di PAC), è sicuramente
corrisposta una riduzione di problemi, sofferenze ed anche decessi attribuibili
ad esso. Rimane un unico dubbio: sulla vera entità del calo dei consumi non
possiamo fidarci delle dichiarazioni dei commercianti. IL CORRIERE DELLA SERA DIVIETI Coprifuoco alcolico a Capodanno La rivolta dei gestori dei locali Stop a vino e liquori dopo le due. «Ma almeno per quella notte dateci
una deroga» MILANO, 21 dicembre 2007 -
Brindisi corti: lo stop alle 2 di notte sconvolge i piani dei nottambuli, ma
anche di chi a Natale e Capodanno vorrebbe festeggiare, con gli amici, in
discoteca. Sarà l’anno dei catering nelle dimore private? Chi è rimasto di
sasso due volte è Gherardo Guidi, patron di locali cult in Versilia: la
Capannina e la Bussola di Viareggio sulla quale i malinformati hanno messo in
giro voci di una improbabile chiusura a causa dei responsabili che avrebbero
versato nei bicchieri dei clienti, bevande proibite dopo il «coprifuoco
alcolico». «Noi chiediamo almeno una deroga per queste festività», è l’accorato
appello di Guidi, da 40 anni nel mondo dei giovani che frequentano locali da
ballo. «Siamo in difficoltà, nei miei ritrovi il biglietto prevede una
consumazione, quindi come si fa negarla al cliente, dopo le due?». Tutti come
Cenerentola? «Se serve a salvare una vita sono d’accordo, ma questa è una
discriminazione. Brinderemo a coca cola». E i guai saranno tutti per i più
sfacciati che si porteranno le bottiglie, a loro rischio e pericolo. La coda
lunga di un veglione o in discoteca sono segnate: rassegnatevi a sorseggiare
succhi di frutta. Comunque la regola vale per tutti i giorni dell’anno: fare
«cin cin» dopo il fatidico orario, diventa pericoloso. La sicurezza sulle
strade va garantita e il consumo di alcolici limitato, ma sono molti i pareri
dissenzienti su questo approccio legislativo di stampo «proibizionista». Le
soluzioni ci sarebbero. In provincia di Rimini, per esempio, si sono
organizzati pullman che accompagnano i ragazzi a casa dopo la discoteca.
Giancarlo Bornigia, proprietario del Piper e del Gilda, due delle più famose
discoteche di Roma, è un testimone «storico»: «Questa legge favorisce gli
abusivi — afferma —. Il divieto di vendere alcolici interessa soltanto gli
esercenti con licenza, mentre alle feste private si continuerà a bere come
prima. Per non parlare degli ambulanti che possono vendere alcolici a tutte le
ore». Ottavio Cagiano, direttore di Federvini, è drastico: «È una legge poco
ponderata, nata sull’onda di emozioni dovute a tragici fatti di cronaca. A
Capodanno ci sarà chi sgarra». Per questo molti proprietari di ristoranti, discoteche, pub sono
corsi ai ripari munendosi di etilometro sistemato all’ingresso. Un palliativo.
Dietro l’angolo è in arrivo il cenone, per chi guida in stato di ebbrezza sono
previste multe salate. Basta superare la soglia di 0,5 grammi di alcol per
litro di sangue e si rischia un’ammenda da 500 a 2.000 euro. La Fipe, la
federazione dei pubblici esercizi, e il Silb, l’associazione dei locali da
ballo, ha chiesto al governo di sospendere il provvedimento che vieta la
vendita di alcolici dopo le 2 nella notte di Capodanno. «E non c’è da stupirsi
se molti clienti trascorreranno le vacanze in Spagna con tutti i divieti che
abbiamo », dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe. Con una lettera
indirizzata ai ministri competenti, Fipe e Silb si impegnano ad attuare, a loro
spese, il progetto «guidatore designato»: ingresso gratuito e due consumazioni
analcoliche a chi dovrà guidare. Basterà? «Cambiare o sospendere un
provvedimento per una notte è sbagliato. Il provvedimento c’è e va rispettato»,
gela le speranze il ministro della Giustizia Clemente Mastella che di recente
ha contestato i parametri sul quantitativo minimo di alcol consentito. «Se si
ritiene che il provvedimento vada modificato, allarghiamo il dibattito alle
varie componenti interessate, compresi i gestori di locali. Ma sospenderlo per
una notte non ha senso». Mauro Remondino IGN In Italia il 40 per cento degli incidenti stradali è causato
dall’alcol Etilometro, giro di vite durante
le feste A quanto apprende Ign, sono previsti 100 mila controlli
entro il 31 dicembre, per un totale di 800 mila test nel 2007. E l’anno
prossimo saranno due milioni. Nessuna deroga per la notte di Capodanno al
divieto di vendita di alcolici dalle 2 di notte Roma 21 dic. (Ign) - Giro di
vite, durante le feste natalizie, nei controlli sulla guida in stato di
ebbrezza. A quanto apprende Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos, se nel
corso del 2007 la Polizia stradale ha già effettuato 700 mila test con
l’etilometro, entro il prossimo 31 dicembre il numero complessivo delle
verifiche salirà a 800 mila. E nel 2008 saranno due milioni. Nessuna deroga poi, neanche per
la notte di Capodanno, al divieto di vendita di alcolici dalle 2 di notte alle
6 del mattino. A nulla sono valse le proteste dei gestori dei locali che
chiedevano una sospensiva della legge, entrata in vigore il 2 ottobre scorso,
almeno per la notte di san Silvestro. Il test con l’etilometro, che
consiste nel soffiare due volte, a distanza di cinque minuti, in un tubicino
collegato a un apparecchio, permette di misurare la concentrazione di alcol nel
sangue. Per porsi alla guida di veicoli senza incorrere in sanzioni penali,
essa deve essere inferiore a 0,5 grammi per litro. Per rendere l’idea, basti dire
che 12 grammi di alcol (che comportano una concentrazione di 0,2 grammi di
alcol nel sangue in una persona di circa 60 chili di peso a stomaco pieno)
corrispondono in linea di massima a: 1 bicchiere classico da vino (125 ml); 1
lattina di birra (330 cc); 1 bicchierino di superalcolico (40 ml); 1 bicchiere
di aperitivo (80 ml). Ma va precisato che peso, sesso ed età influenzano il
metabolismo dell’alcol e possono quindi anche essere determinanti nel
raggiungimento o meno del limite previsto dalla legge. In ogni caso, per
superare lo 0,5 g/l basta poco. Ma la rigidità della normativa è giustificata
dal fatto che a oggi – si legge nel sito internet della Polizia di Stato - il
40 per cento degli incidenti stradali in Italia è causato dall’alcol. E con il nuovo decreto legge del
3 agosto 2007, le sanzioni sono ancora più severe: oltre alla sottrazione di 10
punti sulla patente (20 per i giovani che hanno preso la patente dopo il primo
ottobre 2003 e da meno di 3 anni), le multe partono da 500 euro ma, a seconda
del tasso alcolemico, possono arrivare fino a 6.000 euro. Nei casi più gravi
(oltre 1,5 g/l), è anche previsto l’arresto fino a sei mesi e la sospensione
della patente da uno a due anni. Quando poi una persona in stato di ebbrezza
provoca un incidente stradale, le sanzioni vengono raddoppiate. Ed è comunque
meglio non rifiutarsi di sottoporsi al test: altrimenti, ci si prepari a
mettere mano al portafogli per pagare una multa salata (da 2.500 a 10.000 euro)
e a rinunciare all’auto per qualche mese (180 giorni). IL SECOLO XIX 21 dicembre 2007 Ubriaco e senza patente
l’investitore di Albissola La vittima, Roberto Salvaterra,
32 anni, giocava nel Santa Cecilia e lavorava nell’oreficeria Delfino Era senza patente, al volante
della sua Rover certamente in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze
stupefacenti, Alberto Chessa, il ventisettenne, ora in coma all’ospedale Santa
Corona di Pietra Ligure, che ha provocato il tragico incidente avvenuto giovedì
sera sull’Aurelia. Nello schianto ha perso la vita
il capitano della squadra di calcio della Santa Cecilia, Roberto Salvaterra, 32
anni, sposato e padre di un bimbo di appena due anni. Il permesso di guida era stato
ritirato a Chessa per una precedente infrazione sempre riferita alla guida
sotto gli effetti di sostanze alcoliche.Questa mattina la polizia stradale di
Savona ha eseguito un sopralluogo ed altri rilievi sul luogo dove è avvenuto
l’urto che ha falciato la Vespa di Salvaterra. Dalle tracce lasciate
sull’asfalto e dalle testimonianze è risultato che la Rover condotta da Chessa
procedeva a velocità piuttosto sostenuta. La tragedia è avvenuta sulla via
Aurelia, ad Albissola Marina, quasi all’altezza del parcheggio sul mare
all’imboccatura della cittadina. In un violentissimo scontro frontale ha perso
la vita un uomo che, a bordo della sua Vespa, stava rientrando a casa dopo
l’allenamento di calcio. La vittima è Roberto Salvaterra, 32 anni, e giocava
nel Santa Cecilia di Albisola. Nel terribile impatto è rimasto ferito in modo
grave anche l’automobilista con cui la moto ha avuto lo scontro frontale, Carlo
Alberto Chessa, 27 anni, di Albisola Superiore. Il ferito è stato trasportato
intubato dalla Croce verde di Albisola Superiore all’ospedale Santa Corona di
Pietra Ligure, dove è stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di
Rianimazione. L’incidente è avvenuto poco dopo le 22. Sembrava una tranquilla
serata prenatalizia. La temperatura rigida aveva scoraggiato molti ad uscire di
casa. REDATTORE SOCIALE Reggio Emilia, arriva la
’’discoteca analcolica’’ Divertirsi, ma senza rischi per
se’ o per gli altri. E’ questo l’obiettivo di due iniziative per i giovani
lanciate dal Comune di Reggio Emilia, in occasione de... LA REPUBBLICA UBRIACO RUBA AMBULANZA,
"NESSUNO MI PRESTAVA SOCCORSO" "Nessuno mi prestava soccorso.
Ecco perche’ l’ho fatto": questa la singolare motivazione adotta da un
anziano uomo che l’altra sera ha rubato una ambulanza dal Pronto Soccorso di
Arona (Lago Maggiore) mettendosi poi a percorrere le strade della zona a tutta
velocita’. Piccolo particolare, il suo tasso alcolico, decisamente oltre i
limiti, non gli consentivano una guida ’sobria’. Erano le 22.30 quando ha
iniziato la sua avventura conclusasi con un paio di manette attorno ai polsi.
Il protagonista e’ un 70enne conosciuto in zona perche’ spesso chiede
l’intervento del 118. Cosi’ ha fatto l’altra sera ma al pronto intervento hanno
ritenuto non fosse il caso di accogliere la sua richiesta. A questo punto
l’uomo ha decisamente perso le staffe, raggiunto il Pronto soccorso di Arona e
si e’ impossessato dell’ambulanza che ha poi guidato zigzagando
pericolosamente. Un passante ha deciso di chiamare il 112 e subito si sono
mossi i carabinieri di Gallarate (Varese) che poco piu’ tardi hanno bloccato il
veicolo. Allibiti per la singolare giustificazione, lo hanno denunciato per
guida senza patente e in stato di alterazione alcolica. I guai peggiori, pero’,
sono arrivati dopo una perquisizione domiciliare che ha consentito di trovare
due grammi di hascish. Cosi’ e’ stato segnalato al prefetto di Varese per
consumo di droga, quindi arrestato e portato nel carcere di Busto Arsizio per
il furto dell’ambulanza. LA REPUBBLICA Ascoli Piceno ROM UBRIACO CHE UCCISE 4 GIOVANI TORNA IN CARCERE Marco Ahmetovic, il rom
condannato a sei anni mezzo per esser stato ritenuto colpevole delle morte di
quattro minorenni il 23 aprile scorso, ad Appignano del Tronto, torna in
carcere. I carabinieri hanno eseguito un ordine d’arresto firmato dal giudice
Falco, su richiesta del Sostituto procuratore della repubblica di Ascoli Ettore
Picardi, spiccato non per la vicenda del tragico incidente stradale ma per la
tentata rapina alle poste di Malignano del Tronto, avvenuta nel novembre del
2006. Ahmetovic era agli arresti domiciliari dal 17 settembre scorso, in un
residence di San Benedetto del Tronto. Ultimamente aveva fatto parlare molto di
se’ anche per aver accettato di fare da testimonial ad un improbabile campagna
pubblicitaria di prodotti "Linearom", lanciato dal manager toscano
Alessio Sundas. AGI PICCHIA MOGLIE E FIGLIO DI 8 ANNI, ARRESTATO DA CARABINIERI Firenze, 20 dic. - Picchiava la
moglie e il figlio di otto anni, ed era arrivato perfino a ferire la donna con
un coltello e a spegnerle sul corpo una sigaretta accesa. Arrestato dai carabinieri un
pluripregiudicato 36 enne nato a Tirana ma residente da qualche anno a
Montespertoli in provincia di Firenze con l’accusa di maltrattamenti in
famiglia. Secondo quanto ricostruito dai militari, nel corso del 2007 l’uomo in
piu’ di un’occasione si era reso responsabile di violenze e minacce, anche di
morte, nei confronti dei familiari. In diverse circostanze l’albanese quando
rientrava a casa dal lavoro, dopo essersi ubriacato in qualche bar, si
scagliava sui propri familiari, colpendoli con calci e pugni; lanciandogli qualsiasi
oggetto che gli passava tra le mani ed adducendo come pretesto qualsiasi scusa:
il bambino che faceva troppo rumore mentre giocava o la televisione troppo
alta, etc. Negli ultimi tempi i soprusi e gli insulti erano divenuti più
frequenti e quotidiani, con una violenza fisica e morale sempre più energica.
La donna ha, infine, sporto denuncia ai carabinieri che hanno potuto cosi’
attivare le indagini. L’uomo, a disposizione dell’Autorita’ giudiziaria, e’
stato trasferito nel carcere di Sollicciano. ADNKRONOS Natale: sport e poco alcool, i consigli per non affaticare il fegato Roma, 21 dic. (Adnkronos Salute)
- Un tris di primi piatti, carne a volontà, cotechino, zampone o cappone. Il
tutto accompagnato da abbondante vino e, per finire, panettone o pandoro
farciti e il brindisi con lo spumante. Ed ecco che inizia il periodo più a
rischio per il nostro fegato. Durante i festeggiamenti natalizi fino a
Capodanno siamo portati a eccedere nel consumo di alimenti e di bevande
alcoliche. E come ogni anno gli esperti avvertono: attenzione a non esagerare,
perchè il fegato, che nel tempo accumula troppi grassi, può ammalarsi e,
attraverso un’infiammazione cronica, arrivare fino a gravi problemi come
fibrosi o cirrosi. Sono 58mila i casi di questa
malattia registrati in Italia ogni anno e il carcinoma epatico, che spesso ne
deriva, è causa di morte nel 3% della popolazione. Che fare allora? Per salvare
il fegato la prevenzione è l’arma vincente. "La cosa più importante -
afferma in una nota Carmela Loguercio, professore associato di
Gastroenterologia alla Seconda università di Napoli - è privilegiare
un’alimentazione tradizionale, basata su cibi poveri di grassi e sul consumo
limitato di alcolici, dolci e zuccheri semplici, fruttosio in testa. Bene,
invece, l’olio di oliva e le fibre, con pesce e verdure". Controllare la
dieta non è però sufficiente e anche nel periodo delle feste bisogna ricordare
di svolgere un’adeguata attività fisica. "Vanno cambiate le abitudini
troppo sedentarie - dice l’esperta - e concedersi regolarmente una passeggiata.
Un recente studio ha dimostrato che 20-30 minuti di moto, tre volte a
settimana, assicurano, associati a una dieta bilanciata, la normalizzazione
della funzione epatica in pazienti con ’fegato grasso’o ’steatosi epatica’.
Questa condizione colpisce il 30% degli adulti italiani, il 20% di bambini e
adolescenti, l’80% dei diabetici. Si tratta di un disturbo da cui dipende la
più o meno lenta progressione verso la cirrosi e il tumore epatico".
"Per contrastare questi meccanismi, diciamo così, degenerativi e che si
orientano verso la cronicità - aggiunge Loguercio - buoni risultati clinici, in
particolare per la steatosi epatica, sono stati ottenuti con un integratore a
base di silibina, un estratto del cardo mariano, fosfolipidi e vitamina E, in
grado di agire sui meccanismi implicati nella formazione del fegato grasso e
dei danni che da esso conseguono". La parola d’ordine, dunque, è
sempre la stessa. Nessun digiuno forzato, ma una scelta alimentare che
prediliga pochi grassi, poco alcool, frutta e verdura. E non tralasciare la
passeggiata giornaliera, magari rinunciando all’auto per lo shopping. ANSA IL CIOCCOLATO FA BENE? IL MITO SI ’SCIOGLIE’ ROMA - Ecco l’ennesimo mito
’sciolto’ purtroppo proprio a ridosso delle feste quando tutti ci sentiamo più
giustificati di fronte ai dolci: è un’esagerazione, quando non una palese
bugia, dire che il cioccolato fondente fa bene al cuore perché ricco di
antiossidanti, in realtà non ne contiene poi tanti mentre è ricco di grassi e zuccheri.
L’amara verità, per molti difficile da digerire, arriva da un’editoriale della
rivista The Lancet che avverte: i benefici di questa calorica e grassa
leccornia per il cuore, forse alimentati anche dalle aziende produttrici,
potrebbero essere in realtà ininfluenti. (*) Infatti, anche dimenticando per un attimo che la cioccolata é
comunque un attentato alla linea, il problema è un altro: il cioccolato nero
farebbe bene perché ricco di flavonoidi, molecole con azione antiossidante che
favoriscono la circolazione del sangue, ma secondo Lancet la tavoletta ne
contiene alla fine veramente pochi. In realtà, avverte l’editoriale, le case produttrici tolgono i
flavonoidi dal cacao durante la produzione perché questi composti danno un
sapore amaro alla cioccolata. Inoltre sono veramente poche le aziende che
nell’etichetta aggiungono informazioni chiare e complete anche sul contenuto in
flavonoidi. Numerosi studi hanno teso a
dimostrare le virtù del fondente: uno giunto nel novero solo lo scorso mese,
sulla rivista Circulation, mostrava che il fondente ricco di flavonoidi
migliora la funzione delle arterie coronarie. Ma attenti all’imbroglio: molte
delle barrette in vendita potrebbero non contenere affatto i flavonoidi, amari
e quindi tolti perché ridurrebbero l’effetto tanto amato al palato del
prodotto. "E anche se contenesse i preziosi flavonoidi - conclude The
Lancet - il vero diavolo nel cioccolato sono grassi e calorie", che
andrebbero compensati riducendo l’apporto di altri cibi. Quindi a Natale tutti
perdonati, ma poi meglio ricordare il messaggio. (*) Nota: queste considerazioni
valgono anche per gli alcolici. Con due differenze sostanziali. I danni causati
dagli alcolici sono enormemente maggiori. Nel nostro Paese i produttori di
alcolici sono molti di più. |
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