Rassegna stampa In ricordo di Oscar Bellini |
|
Il dolore dei
colleghi. Affranto il comandante Mamone S. I.
Una tristezza
infinita, non sanno capacitarsi che Oscar non ci sia più. I colleghi della
polizia stradale di Riva del Garda sono sconvolti. L´amico campione se n´è
andato. Un nodo alla gola, un vuoto nel cuore. Le lacrime scivolano sulle
gote, il comandante della polizia stradale Salvatore Mamone trattiene a
stento la commozione. «Un ragazzo solare - dice - una persona cordiale,
gioviale, un collega capace, preciso, sempre presente. Sentiremo la sua
mancanza in maniera incredibile. C´è da non crederci». Dal 1993 Bellini è
in forza alla Stradale di Riva. «Qua siamo tutti come in famiglia. Ed è
come se avessi perso un figlio. Per me Oscar era un figlio, per gli altri
un fratello. Come in ogni famiglia ci si scontra, si discute, ci si
arrabbia, poi un caffè e amici come prima. Era una persona saggia che
sapeva ascoltare, chiedeva consigli, si confidava. Da “L’Adige” del 15 agosto 2004
L´agente della Polstrada stava tornando a casa a Mori alle tre di notte.
Nessuna frenata prima
dell´impatto fatale O ha avuto un malore oppure c´è stato qualche imprevisto»
Uno schianto
tremendo contro la roccia che costeggia la strada tra Torbole e Nago e la
vita di Oscar Bellini è volata via in una tiepida notte d´estate. Per
tutti era il «poliziotto volante» e la sua fama se l´era conquistata sulle
piste in sella alle potenti moto da gara con cui aveva conquistato
vittorie e titoli importanti. Bellini, 41 anni, era di Mori ed era in
forza alla Polstrada di Riva. L´altra notte stava tornando a casa, erano
da poco passate le tre quando ha perso il controllo della sua Kawasaki
Z1000 che come un proiettile s´è schiantata contro le rocce. Per Oscar
(foto) l´impatto è stato fatale. Aveva corso fino al 2002, poi decise di
dedicarsi alla famiglia. Ma ora a Elena e ai piccoli Amedeo e Leonardo non
resta che piangere un marito e un papà ucciso dalla grande passione per le
moto.
Il poliziotto volante
aveva smesso di correre Di DAVIDE PIVETTI
Il «poliziotto volante»
aveva smesso di correre e forse non sarebbe più tornato su una pista per
giocarsi la vittoria come aveva fatto tante volte negli ultimi anni. Ma
tutto si poteva chiedere ad Oscar Bellini tranne che di rinunciare alla sua
grande passione per la moto, quella di grossa cilindrata, quella che ti
regala emozioni forti, che purtroppo non ti può proteggere quando le cose
non vanno come dovrebbero.
Un carattere gioviale,
che sapeva trasmettere positività
Era un uomo allegro nel tempo libero quanto serio e preparato quando indossava la sua divisa della Polstrada. Oscar Bellini aveva sempre la battuta pronta e ti trasmetteva la positività di un carattere aperto, gioviale. Chi lo ha visto in azione in corsa e chi, come alcuni colleghi giornalisti che ne hanno seguito le gesta sportive, ne sottolinea subito la grande correttezza durante la gare ufficiali e la capacità di trasmettere entusiasmo ai giovani piloti che a lui si sono avvicinati per imparare. Entusiasmo e serietà, perché come Oscar aveva detto in un´intervista rilasciata al nostro giornale due anni fa, ci sono troppi giovani che sulla strada si comportano come se fossero in pista. Lui, invece, non guidava così, neppure dall´alto della sua esperienza. Per questo l´incidente dell´altra sera ha lasciato attoniti tutti quelli che lo conoscevano. |