ALCOLISMO Capodanno in discoteca si ballerà
fino all’alba Chiusure senza limiti, ma è
polemica per l´alcol. Le richieste degli esercenti accolte dal Comune "Non
ci basta vogliamo vendere cocktail oltre le 2 per una notte" di Franco Vanni Le discoteche e i bar la notte di
Capodanno non chiuderanno prima delle 6. I siti Internet delle discoteche
milanesi sponsorizzano feste che andranno avanti fino alle 6, come se
l´autorizzazione già ci fosse. In alcuni casi, come per la serata
"Elettropunk" alla discoteca De Sade in via Valtellina, la chiusura è
fissata addirittura alle 8, oltre ogni limite possibile. E al Tocqueville di
corso Como è previsto un after-hour, una festa dopo la festa che inizia alle 5
e prosegue poi per tutta la mattina. «Decideremo domani, ma posso già
assicurare che non porremo limiti di orari» anticipa l´assessore Tiziana
Maiolo. Altra questione aperta è quella
della vendita di alcol: questo sarà il primo Capodanno dall´entrata in vigore
della legge che vieta ai locali da ballo, ma anche a hotel e ristoranti che
offrono spettacoli dal vivo, di servire cocktail e birra dopo le 2 del mattino.
I gestori hanno scritto una lettera al Governo per chiedere che la legge 160/07
sulla sicurezza stradale sia sospesa almeno per l´ultima notte dell´anno,
meglio se fino a Carnevale. Un documento di sette pagine, titolo "Il
Capodanno del caos", firmato Federazione italiana pubblici esercizi -
Confcommercio, la sigla che a Milano rappresenta 150 locali, fra cui molti dei
più noti club cittadini, dall´Old Fashion all´Hollywood, dal The Club al Cafè
Atlantique. Il Silb, associazione dei locali
da ballo, denuncia un crollo delle prenotazioni per feste e veglioni a Milano
del 50% rispetto all´anno scorso. E prevede per Capodanno una fuga in massa dei
milanesi verso Spagna e Svizzera. Per Rodolfo Citterio, di Silb Milano, la
colpa è della legge sugli alcolici: «Non ha senso che i bar possano servire
alcol dopo le 2 e noi no. Chi andrà a ballare si ubriacherà lo stesso, ma lo
farà in strada o comprando dai venditori abusivi». I gestori, intanto,
s´impegnano a promuovere per la notte di San Silvestro il modello del
"guidatore designato": garantiranno ingresso gratuito e drink
analcolici omaggio a chi, da sobrio, porterà a casa gli amici in auto. Funziona
così: il guidatore all´ingresso in discoteca consegna chiavi della macchina e
patente, all´uscita si sottopone all´alcoltest e a quel punto patente e chiavi
gli vengono restituiti. IL MESSAGGERO Alcol e feste I locali notturni: «Capodanno
senza divieti». Ma è polemica di FRANCESCA FILIPPI ROMA - Sospendere da Capodanno
fino a Carnevale il divieto di somministrazione e vendita di alcolici dalle 2
alle sei del mattino, entrato in vigore con la legge sulla sicurezza stradale.
E’ questa in sintesi la richiesta che la Federazione italiana pubblici esercizi
(Fipe) e l’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e
spettacolo (Silb) lancia al governo, nel timore che i giovani possano andare a
bere per le strade e che diminuisca l’afflusso di persone nei locali. «Sarà un
Capodanno del caos - è l’allarme di Edi Sommariva, direttore generale
Fipe-Confcommercio -. I gestori dei locali sono preoccupati perché molto
probabilmente il divieto verrà aggirato dai clienti che usciranno dal locale
dopo le due per comprare alcolici dai venditori ambulanti, per poi rientrare
con la bevanda nascosta. Ciò potrebbe comportare ugualmente la chiusura del
locale dai 7 ai 30 giorni. Chiediamo la sospensione della legge dal 31 dicembre
fino a Carnevale, perché con il regime di proibizionismo le morti per incidenti
stradali non sono diminuite. Anzi.». Insomma, per la Fipe è vietato vietare.
«Da qui a Carnevale - aggiunge Antonio Flamini, vice presidente Silb-Fipe -
proponiamo una riflessione su una normativa ingiusta, poiché in questo modo si
favorisce la vendita illegale». In cambio, Fipe e Silb si impegnano ad attuare
a loro spese il progetto del «guidatore designato», cui verrà offerto un
ingresso gratuito e due consumazioni analcoliche se all’uscita del locale il
suo tasso alcolemico rientrerà nei limiti della legge. IL TIRRENO di Elisabetta Arrighi San Silvestro, la battaglia
dell’ultimo bicchiere Solito stop alle 2, proroga o liberatoria? Le discoteche protestano:
«Siamo discriminati» L’obbiettivo minimo dei
gestori è allungare alle 3 l’alt agli alcolici. Ma per ora il governo non
risponde e qualcuno pensa di disobbedire... Nessuno chiede, allo scoccare
della mezzanotte di San Silvestro, di rinunciare al brindisi con spumante o
champagne (la scelta delle bollicine è personale, questione di gusti e budget).
Ma di farlo in modo intelligente. Il conto alla rovescia è cominciato e con
esso hanno preso a lievitare le polemiche. Perché i titolari delle discoteche
chiedono che per la notte di Capodanno venga abolito lo stop delle 2, ovvero il
limite entro il quale poter servire alcolici all’interno dei locali dove si
balla. Un limite introdotto nell’ambito del pacchetto sicurezza anti-alcol
(varato a ottobre), contro le stragi del sabato sera. Per ora non ci sono state
risposte dal governo, in particolare dal ministro dei Trasporti Bianchi. E se
non è possibile far saltare per una notte il divieto, i gestori - come spiega
Gherardo Guidi, patron della Capannina di Forte dei Marmi - chiedono di poter
andare «almeno verso la proroga di un’ora». Insomma, l’obiettivo minimo è far slittare dalle 2 alle 3 lo stop
agli alcolici. Brindisi sì, ma con giudizio. Siena si è mossa con una campagna
basata su 35mila volantini e uno slogan: «Divertimento alle stelle, ma tieni
alla tua pelle». I volantini invitano a bere con moderazione e scegliere un
guidatore designato che riaccompagni in macchina a casa gli amici dopo le
libagioni: per questo, uomo o donna che sia, deve impegnarsi a restare sobrio
(sobria). Ne va della sicurezza di tutti. I piani di intervento, poi, prevedono
un’ intensificazione dei controlli della Stradale (con l’etilometro), dei
carabinieri e dei vigili. L’iniziativa risponde anche all’invito del prefetto di Siena
Giuseppina Di Rosa e coinvolge Comune, Magistrato delle Contrade del Palio,
Usl, università e Regione Toscana. «Ci rivolgiamo alle famiglie - ha detto
Maria Luisa Fabbri, assessore comunale ai servizi sociali - perchè ci aiutino a
promuovere presso i ragazzi una sana cultura del bere e non il bere smodato e
fine a se stesso». No a chi si ubriaca e si mette al volante. Lo sostengono i gestori
delle discoteche che fanno alcune proposte in tal senso, chiedendo comunque che
per Capodanno possa esserci più libertà. «Ci auguriamo che sabato (domani, ndr)
- ha detto il patron della Capannina - arrivi da Roma una risposta positiva
quantomeno alla deroga di un’ora». «Sarebbe un grave errore non sospendere in questi giorni il
divieto delle 2 per la somministrazione di alcolici nelle discoteche. Decidere
di lasciare il provvedimento inalterato anche durante le festività (nel mirino
è l’art. 6 della legge sulla sicurezza stradale) è pura demagogia alla ricerca
di consenso popolare senza pensare alla popolazione»: una presa di posizione dura
quella della Fipe (federazione pubblici esercizi) e del Silb (sindacato di
categoria) aderenti a Confcommercio. «Gli incidenti di Natale - dicono -
confermano che l’alcol uccide a qualsiasi ora». «Noi siamo sempre stati favorevoli a provvedimenti per contrastare
l’abuso di alcol - aggiungono Fipe e Silb - ma non a forme di proibizionismo:
sono palliativi che aggirano il problema senza risolverlo. Se non vogliamo che
anche Capodanno venga ricordato con un bollettino di guerra - concludono -
dobbiamo evitare di incentivare i cittadini a bere senza controllo prima di
guidare, proprio ciò che invece avverrà se alle 2 della notte di San Silvestro
la gente sarà costretta ad uscire dai locali per continuare a brindare per la
strada, nelle feste private e nelle strutture improvvisate dove la legge non ha
applicazione». Fipe e Silb aggiungono di aver proposto il “guidatore
designato”: «Hanno aderito oltre mille locali. Ma se non ci sarà la sospensiva,
non faremo nulla». Di “sondaggio informale per capire se al ministero c’è voglia o
meno di andare verso una sospensiva” parlano ad Assointrattenimento, altra
associazione di categoria di cui è presidente il senese Antonio Degortes. «La
legge è stata fatta, ma gli incidenti provocati da persone ubriache al volante non
sembra che stiano diminuendo», sottolinea Degortes. «I nostri associati sono
liberi di sottostare ad una legge iniqua», aggiunge Degortes. «Ma se il mio
locale fosse aperto d’inverno - conclude - credo che darei da bere tutta la
notte». Una cosa è certa: chi andrà al ristorante per il cenone, dopo
mezzanotte potrà trattenersi al tavolo e bere a volontà, perché il divieto
delle ore 2 è valido - lo abbiamo accennato - solo per discoteche e dancing. «Ceneremo nella casa di campagna di un amico che dista 35 km da
Livorno - racconta Marco, 19 anni - Abbiamo già scelto vini e spumante. Poi
andremo in giro per feste: verso le una e mezza saremo di nuovo a Livorno, poi
in Versilia. E le bevute non le esauriremo certo con la cena e il cin-cin di
mezzanotte». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marina, 21 anni, livornese,
già pizzicata dall’etilometro. «Cena con le amiche vicino a Pietrasanta - dice
- e discoteca dalle una in poi. Adoro la birra: spero solo di essere graziata
dall’etilometro. Sai quante volte, di notte, mi metto al volante che sono
brilla...» LA STAMPA Enrica Cerrato Fiammetta Mussio I commenti di ristoratori e
titolari di discoteche sul divieto di vendita dopo le due di notte Capodanno con coprifuoco alcolico “Ordinanza drastica” e c’è chi propone di distinguere tra vino e
liquori Fa discutere anche gestori di
bar, ristoranti e locali pubblici astigiani il “coprifuoco alcolico” esteso
anche alla notte di San Silvestro. La legge, entrata in vigore a ottobre, vieta
la somministrazione di vino, liquori e altre bevande alcoliche dopo le due di
notte: un provvedimento del Governo che segue la linea della “tolleranza zero”
per chi guida in stato di ebbrezza. E anche nell’Astigiano non manca chi
protesta contro un provvedimento considerato non solo inutile, ma dannoso per
l’immagine di una provincia, la cui economia ruota in buona parte intorno alla
viticoltura, invocando un distinguo tra
vini e superalcolici. Tra i contestatori, c’è il
presidente dei ristoratori astigiani Piero Fassi, titolare del ristorante
“Gener Neuv”: “E’ un’ordinanza troppo drastica – accusa – che porta un danno a
tutti i ristoranti: non parlo solo di consumo, ma soprattutto d’immagine del
territorio. Non possiamo permetterci che il vino sia messo sotto accusa alo
stesso piano di cocktail e superalcolici. È questione anche di orgoglio e
cultura da contadino che lavora queste terre e queste vigne”. Prosegue Fassi:
“Sappiamo che esiste un problema e che va risolto: dubitiamo che la soluzione
giusta sia vietare di vendere alcolici dopo le due di notte. Tra l’altro, si
badi bene, la proibizione è di vendere, non di consumare. Quindi se uno ha
l’intenzione di bere, può fare rifornimento di bottiglie”. D’accordo Gianni Scardino,
titolare del circolo “Tutti giù per terra”: Ci hanno provato già gli inglesi a
vendere bevande alcoliche fino ad una certa ora. Il Proibizionismo non ha dato
buoni frutti: ancora oggi chi vuole si compra prima da bere. Come dire? Fatta
la legge, gabbatu lu santo” il prefetto di Asti Antonio De Bonis ha più volte
convocato in questi mesi i gestori di locali notturni per concertare insieme
alle forze dell’ordine iniziative e ascoltare proposte. Secondo Scardino,
un’ottima soluzione “potrebbe essere una revisione degli orari nelle discoteche,
sale da ballo e in genere locali notturni: molti di noi sarebbero disposti ad
aprire prima e chiudere intorno alle due. Ma deve essere una decisione applicata da tutti”. Del problema si è anche discusso
in Regione in questi giorni: l’assessore Giovanni Caracciolo, ricordando la
campagne rivolte ai giovani per la guida sicura, anticipa che “occorrerebbe
porre mano a tutta la normativa, a livello nazionale”. Di impatto un’altra sua
osservazione, che potrebbe indurre a riflettere: “Ancora oggi ho ricevuto una
delegazione di Magliano Alpi che chiede di anticipare l’orario di chiusura
delle discoteche: in quel paese, con le stragi del sabato sera, si è persa
un’intera generazione. Più di venti morti in giovane età”. A favore Tolleranza zero. O si beve o si guida Roberto Argenta psicologo del
Sert di Asti “In un caso complesso come questo
non si tratta di dare un parere secco di pro o contro”: così lo psicologo
Roberto Argenta del Sert; che prosegue: “L’essere contrari agli abusi di alcol
non significa cercare di interferire nella sfera privata delle persone.
Significa invece che nel momento in cui ci si mette alla guida dopo aver
bevuto, il problema diventa di tutti e quindi sociale. Basta ricordare alcuni
dati: il 40 per cento degli incidenti stradali è causato da guidatori in stato
di ebbrezza e il 30 per cento dei morti sono passeggeri trasportati o
viaggiatori di altre auto coinvolte. Deve valere assolutamente la regola “o si beve o si guida” ed è solo
una repressione severa ad aver ragione di chi, proprio perché è sotto l’effetto
di una sostanza che mina l’autocontrollo, di lucidità ne ha ben poca. Le
avvisaglie di quanto potrà accadere sulle strade nella notte di San Silvestro,
purtroppo si sono già avute a Natale. Ci sono leggi precise contro il fumo
passivo nei locali, perché non ce ne sono per tutelare le potenziali vittime
dell’alcol passivo?” Contro I divieti da soli non bastano. Ci vuole la cultura Vicenzo Gerbi docente di enologia Secondo Vincenzo Gerbi “è un
provvedimento di breve respiro: serve e poco e non risolve il problema
dell’abuso di alcolici. È una battaglia persa dall’inizio vietare di vendere
alcolici dopo una certa ora: chi vuol bere, può comprarsi la bottiglia prima
delle due e stapparla dopo”. Prosegue Gerbi: “Non possiamo ignorare l’esistenza
di un problema, ma la soluzione non può essere la restrizione totale: bisogna
cominciare a parlare ai nostri giovani di educazione alimentare e
comportamentale, insegnare loro a bere moderatamente e del territorio. I
divieti, da soli, non funzionano quasi mai: ci vuole la cultura. La severità va
bene se accompagnata da una campagna di informazione sul consumo di alcolici.
La mia proposta è di pensare ad un “patto etico” da siglare con i gestori dei
locali che dovrebbero evitare di somministrare bevande stravaganti, molto
zuccherine, che producono rapidamente lo sballo. Comunque, ragazzi, non alzate
mai il gomito: anche a capodanno, far festa è ancora più bello se non si perde
la lucidità e non si mette a rischio la propria vita e quella altrui. ALCOLISMO ALCOOL: SIENA, FINE ANNO ALL’INSEGNA DEL NO AD ALCOLICI Il 2007 a Siena si chiude
all’insegna di una campagna antialcool a tappeto fatta dal comune. Dal prossimo
fine settimana come ha annunciato questa mattina Maria Teresa Fabbri, assessore
alle politiche sociali, saranno distribuiti nei luoghi di divertimento più
frequentati sia dai giovani sia degli adulti trentacinquemila volantini per
invitare ad un uso corretto dell’alcol. Un problema quello dell’alcol che anche
a Siena è molto sentito anche nelle stesse contrade. Tanto che nelle prossime
settimane partirà un progetto del comune, in collaborazione con l’università,
la Usl, il magistrato delle contrade, la Questura, le associazioni di
volontariato per un lavoro di informazione e sensibilizzazione sul problema
rivolto sopratutto ai giovanissimi studenti delle terze medie. Un progetto che
su invito della regione che ne ha finanziato una parte, riguarderà anche le
province di Arezzo e di Grosseto. "Occorre - ha sottolineato l’assessore
Fabbri che le famiglie facciano un lavoro di controllo dei propri figli, e
abbiano con noi una forte collaborazione per fare prevenzione". Non è
infrequente infatti che ragazzi giovanissimi nelle notti sopratutto del fine
settimana vengano trovati in condizioni critiche a causa dell’uso smodato di
alcolici. "Il problema alcol non riguarda solo i giovani ma anche gli
adulti - ha rilevato Fabrizio Stelo della prefettura di Siena che ha anche
ricordato come chi consuma troppo alcol vada incontro a sanzioni pesantissime
"oltre a quelle di carattere penale". Cli/Sep ALCOLISMO CAPODANNO: GRECO (CCM), PROROGA VENDITA ALCOL? UNA SCIOCCHEZZA "E’ una sciocchezza grande come una casa". Non usa mezzi
termini Donato Greco, direttore del dipartimento Prevenzione del Ministero
della Salute e del Centro nazionale di Controllo delle Malattie, nel commentare
la nuova richiesta degli esercenti di Fipe-Silb di allungare la vendita di
alcolici nei locali oltre il tetto delle due di notte, almeno a Capodanno.
"La Fipe non è nuova a queste uscite - spiega Patta - ma si dovrebbe
rendere conto che il limite di vendita alle due è stabilito da una legge, e
solo con una legge si può modificare, non è che uno in 24 ore modifica la
norma. E poi dire che vendendo alcolici nei locali dopo le due porterebbe a
meno caos e quindi meno incidenti è una sciocchezza colossale, grande come una
casa". D’altra parte, fa notare Greco, "dalle nove alle due si può
bere a piacimento, mi sembra possa bastare". OMNIAUTO In calo gli incidenti causati dall’alcool Anche a Natale meno vittime
rispetto al 2006 I dati relativi all’incidentalità
causata dalla guida in stato d’ebbrezza nel corso del 2007 sono
"negativi", cioè preceduti da un segno "meno", indice di un
calo numerico. Secondo un’analisi dell’Asaps, infatti, confrontando i dati
degli incidenti stradali del fine settimana nei primi 9 mesi del 2007 rispetto
allo stesso periodo del 2006, si può constatare un calo degli incidenti pari al
3%. Le vittime della strada sono state pertanto circa il 15% in meno ed i
feriti sono diminuiti del 7%. Rilevante il dato del
miglioramento delle vittime fra i giovani sotto i 30 anni, passate da +0,3% nei
primi 9 mesi a -21,9% negli ultimi 3 mesi. Le vittime nelle notti del fine
settimana sono passate da -6,4% a -28,4%, una diminuzione ben quattro volte
superiore a quella dei primi 9 mesi. Alla radice del miglioramento ci
potrebbero essere sia iniziative mirate come "Brindo con prudenza" che
l’inasprimento delle sanzioni in tema di sicurezza stradale ad opera della
Legge Bianchi. Confortante anche il dato
relativo ai 3 giorni natalizi, dal 24 al 26 dicembre, in cui l’Italia ha
contato 25 vittime rispetto alle 40 del 2006 e del 2005 (-37,5%). IL SECOLO XIX «Ok a regole più severe, ma per tutti» Il silb Il presidente provinciale Fasciolo sostiene da anni la
necessità di cambiare le abitudini del popolo della notte «CAMBIARE le abitudini del popolo
della notte arrivando ad una apertura e di conseguenza ad una chiusura
anticipata delle discoteche è una proposta che come Silb stiamo portando avanti
a livello nazionale da ormai diversi mesi. Recentemente abbiamo fatto anche una
serie di proposte che verranno discusse a Roma nelle prossime settimane.
Importante è che le regole valgano per tutti e che vengano fatte rispettare da
tutti». Fabrizio Fasciolo, presidente
provinciale del Sindacato locali da ballo, sembra essere in sintonia con quanto
auspicato dal sostituto procuratore Alberto Landolfi. «Sono stato tra i primi
anche all’interno del Silb - aggiunge Fasciolo - a sollevare il problema degli
orari di apertura delle discoteche, che negli ultimi anni si sono allungati
sempre di più verso il mattino. Sono convinto che sia giunto il momento di cambiare
rotta in maniera radicale, cercando poco alla volta di cambiare le abitudini
dei giovani che sono i principali frequentatori dei nostri locali». Massima attenzione da parte del
sindacato dei locali da ballo anche al problema della somministrazione di
bevande alcoliche. «Le regole devono essere ancora più severe - sottolinea
Fasciolo - ma devono valere per tutti. Nel senso che il divieto di
somministrare bevande alcoliche dopo le due di notte non deve valere solo per i
locali con intrattenimento ma anche per i bar, i circoli privati e gli
autogrill autostradali. E a chi viene sorpreso al volante con un tasso alcolico
superiore di cinque, sei volte al limite consentito o sotto l’effetto di
stupefacenti la patente deve esser ritirata anche per dieci anni». G. Canc. IL GAZZETTINO GLI ESERCENTI «Con le restrizioni crollo degli
incassi: meno 50 per cento» Capodanno 2008 pronto allo start
con due marce diverse per gli esercenti udinesi. In ripresa per i ristoranti
che organizzano i cenoni, in frenata per i bar e gli altri locali cittadini,
che dopo le 2 non potranno più offrire brindisi, se non analcolici. Come spiega Gianluca Perna, alla
guida del gruppo mescite di Confcommercio, «l’andamento delle prenotazioni per
San Silvestro sta andando abbastanza bene, ma non come gli altri anni. Il calo
è difficile da quantificare, ma sarà almeno del 10 per cento. Innanzitutto,
pesa il divieto di vendere alcolici dopo le 2, che è stato una bella batosta
per gli esercizi pubblici, secondariamente sono diminuiti i soldi nelle tasche
dei cittadini, che fanno sempre meno acquisti e, anche per Natale, spesso hanno
deciso di restare a casa propria». Ma, secondo Perna, il motivo è
anche un altro. «A Udine i locali sono aumentati in modo esponenziale: nel 2005
erano circa 450, adesso sono quasi 560, cui si aggiunge una cinquantina di
licenze "parcheggiate" in attesa di collocazione. Questa crescita è
avvenuta per colpa dello sdoppiamento delle licenze imposto un anno fa dalla
legge Bertossi, che a parer mio era fatta malissimo: chi aveva due licenze ha
dovuto cederne una o ha aperto un altro locale e così si sono moltiplicati bar
e ristoranti». Perna critica anche la scelta di introdurre le targhe alterne a
ridosso della vigilia di Natale: «Avrebbero dovuto posticipare l’applicazione
al 25-26-27 dicembre, quando girano meno auto. Così, invece, molti colleghi
hanno visto calare gli incassi dei loro locali di quasi il 50% per colpa del
blocco del traffico imposto dal Comune. Ho trovato irrispettosa, poi, la
risposta dell’assessore». Su questo concorda anche il
capogruppo dei ristoratori Cesare Mansi: «Le targhe alterne sotto Natale sono
state una vergogna. Qualche calo ha riguardato anche i ristoranti, ma è
difficile da quantificare: certo è che questo provvedimento ha pesato su tutto
il sistema economico cittadino. Mi devono poi spiegare perché in piazzale
Osoppo, dove il traffico è maggiore, le auto erano libere di circolare, mentre
in centro no: questo sistema va cambiato. Inoltre, sapendo che il 25 ci sarebbe
stato vento, avrebbero potuto scegliere di non applicare le targhe alterne». Ma i cenoni, a quanto pare, non
ne hanno risentito: «Le prenotazioni - dice Mansi - stanno andando bene, meglio
dell’anno scorso. Il trend delle prenotazioni è in aumento del 15% rispetto al
2007: un incremento a livello nazionale, che in Friuli è ancora più forte.
Molti colleghi hanno esaurito i posti per il cenone già a fine novembre, la
maggior parte almeno da tre settimane non ha più un tavolo libero: io stesso
avrei già riempito il locale tre volte». Camilla De Mori VARESENEWS Roma - La denuncia dall’Asaps:
"Chi uccide non va in galera". Calano gli incidenti, ma sono ancora
troppi i decessi: 25 dalla vigilia a Santo Stefano Ubriachi alla guida, "Subito una nuova legge" «In Italia chi guida ubriaco, a
velocità folle, sorpassa in curva, magari senza patente e distrugge una
famiglia, purché si fermi e si metta a disposizione della polizia non è mai
passibile di arresto». Inizia così il comunicato di Giordano Biserni, presidente
dell’Asaps, l’associazione sostenitori amici della polizia stradale. Una nota
dove si parla dell’articolo 589 del codice penale: nel caso in cui una persona
fermata, anche se ubriaca, si mette a disposizione della polizia giudiziaria,
non è mai passibile di arresto immediato come previsto dall’articolo del
"Comportamento in caso di incidente" sulla pirateria stradale. Una
lacuna legislativa che, a sentire l’Asaps, va colmata: «L’attuale assetto
normativo fa sì che l’ipotesi di omicidio volontario non regga, serve una
modifica legislativa che fissi in modo
preciso e specifico le ipotesi di dolo eventuale». «Siamo veramente stupiti nel
constatare che ci si “stupisca” del fatto che chi distrugge una famiglia perché
ubriaco alla guida, non vada poi a finire in galera»: è questo il commento
dell’associazione, soprattutto davanti all’indignazione di tutti coloro che
gridano allo scandalo per tutti i morti sulle strade e per l’inefficacia della
giustizia. Ma un dato positivo, comunque, c’è: si iniziano infatti a vedere i
primi risultati dopo l’introduzione della legge 160, la norma che vieta anche
la somministrazione di alcolici dopo le due di notte. Secondo una analisi dell’Asaps,
confrontando i dati degli incidenti stradali del fine settimana nei primi 9 mesi
del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006 e confrontandoli con le 11
settimane del trimestre ottobre-dicembre 2007, il primo dopo l’entrata in
vigore della legge 160 con dati fino al 16 dicembre, si può constatare che gli
incidenti sono passati da un -6% a -9%, i morti sono passati da -4,6% nei primi
9 mesi a -21,7% nelle settimane di ottobre-dicembre, i feriti da -4,4% a
-11,5%. Rilevante il dato del miglioramento delle vittime fra i giovani sotto i
30 anni, passate da + 0,3% nei primi 9 mesi a -21,9% negli ultimi 3 mesi. Le
vittime nelle notti del fine settimana sono passate poi da -6,4% a -28,4%, una diminuzione ben quattro volte superiore a quella dei
primi 9 mesi. Anche i 3 giorni natalizi (24/26) hanno dato risultati migliori
dell’anno scorso quando ci furono 40 morti: quest’anno le vittime sono state
25, sempre però troppe. L’ECO DI BERGAMO Dall’inizio dell’anno 119 morti sulle nostre strade IL BILANCIO Dal 2000 più di una vittima ogni tre giorni. Il 51% dei
deceduti aveva meno di 40 anni Il 20 aprile scorso sulla A4
vicino al casello di Seriate morirono quattro ragazzini pakistani: Qasim di 8
anni, Qazia di 10, Asim di 13 e Mohsan di 16. Un mese dopo, per le conseguenze
dell’incidente, era morto anche il loro papà, Javed Khalid, di 48 anni: fu lui
la millesima vittima sulle strade della Bergamasca (e lungo la A4) dal 1°
gennaio 2000. Da quel tragico 20 aprile sono passati 249 giorni e le vittime
sono salite a 1.076: in media, più di una ogni tre giorni. Dall’inizio del 2007 sono morte
in Bergamasca (e sull’intero tratto Milano-Bergamo-Brescia della A4) 119
persone. Un dato che avvicina paurosamente i 125 morti del 2006 quando ci fu un
drammatico aumento delle vittime della strada. Una ripresa preoccupante se si
considera che dal 2000, quando c’erano state 168 vittime, si erano registrate
costanti diminuzioni: 161 nel 2001, 157 nel 2002, 116 nel 2003 (anno della
patente a punti), infine 115 sia nel 2004 che nel 2005. Lo scorso anno il balzo
a 125. Ma il dato è ancor più allarmante se si pensa che il 34% ha tra 18 e 30
anni e il 17% fra 31 e 40. Quando si parla di incidenti
stradali il termine più usato è «stragi», in realtà più che a stragi siamo di
fronte a uno stillicidio. La stessa cadenza di uno ogni tre giorni può dare
l’idea della tragedia anche se è ben vero che più della metà delle vittime si
concentra tra il venerdì notte e la domenica sera. Apparentemente si tratta di un
dramma difficilmente controllabile. La stessa dinamica avvalorerebbe la tesi
che vede nella esclusiva responsabilità del singolo la causa di un incidente
stradale. Le statistiche di otto anni di tragedie sulle strade dicono che più
del 25% delle vittime ha perso la vita uscendo di strada schiantandosi contro
alberi, pali, tralicci, cancelli, recinzioni e muri. Incidenti difficilmente
imputabili solo a guasto meccanico, malore e colpo di sonno. Ma la perdita di
controllo del mezzo è pure tra le cause dello scontro frontale (provocato anche
da sorpassi azzardati) che ha visto morire circa un terzo le persone vittime. La
mancata precedenza è la causa di circa un quinto dei decessi, e i tamponamenti,
di un sesto. In ogni caso, però, se si
escludono colpo di sonno, guasto o malore, gioca un ruolo determinante il
comportamento del conducente dove difficilmente sono estranee negligenza,
imperizia, o imprudenza. Comportamenti assunti deliberatamente perché non
rispettare i limiti, guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze
stupefacenti sono atti che il conducente fa consapevolmente e non perché
costretto. In buona sostanza si sarebbe di fronte a quello che la dottrina del
diritto chiama «dolo eventuale» ovvero quando un soggetto «pone in essere una
condotta per altri fini, sapendo che vi sono concrete (o serie) possibilità (o
probabilità) che dalla sua condotta discendano eventi ulteriori e tuttavia
accetta il rischio di cagionarli». Ma se il singolo si comporta da
irresponsabile come può essere fermato? Dando la certezza di non poterla fare
franca, ovvero intensificando i controlli. In Francia i controlli sulle strade
sono circa 5 milioni l’anno, in Italia 800 mila. Risultato: la politica di
sicurezza del governo di Parigi ha fatto scendere le vittime dalle 17.000 del
1971 a meno di 5.000. E questo introducendo norme sempre più restrittive, ma
soprattutto applicandole e dando la certezza di non poter sfuggire. Mino Carrara IL MESSAGGERO Incidenti, uso eccessivo di alcol
per 7 milioni di italiani: ma gli etilometri ancora mancano di CARLO MERCURI ROMA - Si ha un bel fare leggi
sulla sicurezza stradale se poi queste non si accordano con campagne di
educazione e formazione (non solo stradale) e ricerca di stili di vita più
sobri. Scopriamo, ad esempio (ce lo dice l’Istituto superiore di Sanità) che in
Italia sono circa 7 milioni gli italiani che consumano quantità di alcol
considerate a rischio. I dati parlano anche di circa 800.000 adolescenti al di
sotto dei sedici anni che consumano alcolici. Scopriamo ancora che l’Italia
detiene il record europeo dell’iniziazione all’uso di alcol: tra gli 11 e i 12
anni, rispetto alla media europea, che è di 14 anni. Non i freddissimi Paesi
scandinavi dunque, dove il ricorso all’alcol è quantomeno favorito dal clima.
No, è l’Italia che fa da apripista al consumo di alcol con le sue giovani
generazioni. In un Paese del genere, dove
muoiono sulle strade per guida in stato d’ebbrezza circa 200 giovani ogni anno
(e dove, come abbiamo visto, non si è riusciti finora a far adottare alcun
modello virtuoso agli adolescenti), ci si aspetterebbe che perlomeno sul
versante del contrasto agli incidenti stradali si facessero consistenti passi
in avanti. Invece niente, passi da formica. Prendiamo, per esempio, la
questione degli etilometri. Invocati a lungo come la panacea per tutti i mali,
gli etilometri ancora non ci sono. O meglio, non ci sono ancora tutti quelli
che il Governo aveva promesso. Ricordiamo le tappe di questa
singolare via crucis. Il decreto Bianchi sulla sicurezza stradale, il
cosiddetto “provvedimento urgente” (sic!), vide la luce il 3 agosto, alla
vigilia del grande esodo estivo. «Abbiamo voluto dare un segnale forte nel
momento più difficile dell’anno, quello dell’esodo di agosto», disse allora il
ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Una delle misure ritenute più
urgenti dal ministro fu appunto quella degli etilometri: si disse che ce
n’erano pochi (solo 200.000 i controlli anti-alcol in Italia, a fronte dei 5
milioni in Francia e Gran Bretagna). Quindi Bianchi si affrettò a firmare
l’acquisto di 800 di questi miracolosi apparecchi salva-vite. Era la fine di
luglio, il bando di gara fu emesso solo a settembre, solo a ottobre ci fu
l’assegnazione dell’appalto e infine è stato necessario aspettare il tempo
giusto per costruire tutti gli apparecchi. Risultato: gli ottocento etilometri
che avrebbero dovuto affiancare il “provvedimento urgente” vigilando sul
maxi-esodo agostano, ancora non ci sono. Forse, se andrà tutto bene, saranno
pronti a febbraio. Eppure, nell’ottobre scorso, il
Viminale ha diffuso con fierezza i dati relativi ai controlli autostradali
effettuati con gli etilometri già in dotazione: ben 35.620 sono stati (nei
primi 9 mesi del 2007) i conducenti risultati positivi ai test. Nello stesso
periodo, nel 2006, furono 27.088 quelli trovati a guidare in stato d’ebbrezza.
C’è stato, dunque, un innegabile risultato positivo dovuto al giro di vite
sulle norme della sicurezza stradale. Ma quanto lontani ancora appaiono gli
standard di sicurezza di Francia e Inghilterra, dove in pochi anni, grazie a
controlli rigorosi e severi, le vittime sulle strade sono diminuite rispettivamente
del 40 e del 48 per cento. D’altronde, noi parliamo di giro di vite e di norme
più restrittive, ma a nessuno verrebbe mai in mente di fare da noi come fanno
in Gran Bretagna, che mandano direttamente in carcere chi viene sorpreso a
guidare mentre telefona al cellulare. Da noi non va in galera neanche chi guida
ubriaco e uccide tre persone, come il bergamasco di ieri. E che fa dire
all’Associazione italiana Familiari e vittime della strada: «Le misure previste
sono più un monito che una censura definitiva... Infatti affermare che chi
guida ubriaco finisce in cella significa solo paventare una pena che non sarà
mai espiata (se fino a due anni di pena non c’è detenzione, figuriamoci solo
per qualche mese)». IL SECOLO XIX «Ubriachi in auto subito giro di vite» Linea dura dopo gli ultimi episodi Allarme del pm Landolfi: l’alcol fa
più vittime della droga LOTTA alla guida in stato di
ebbrezza. A tutti i livelli. La magistratura - in particolare
il sostituto procuratore, Alberto Landolfi, molto attento a esaminare il
fenomeno, come pure i gravi rischi che sta comportando più in generale
l’alcolemia - sostiene la necessità di approvare il nuovo "pacchetto
giustizia" in esame al Parlamento. «Sono norme calibrate, aggiornate, rispondenti
alle necessità e al contrasto dei fenomeni» dice. Intanto si annunciano meticolosi
e intensi a Savona, soprattutto in occasione delle festività di fine anno e
inizio anno nuovo, i controlli della polizia stradale e della questura sugli
automobilisti all’uscita dei locali. Ma non mancheranno di monitorare nemmeno i
carabinieri e gli agenti della polizia municipale. I fatti recenti (gli arresti e le
denunce dei giovani piemontesi a Cosseria) e il grave incidente del parcheggio
della Margonara, sono considerate punte d’iceberg del problema legato all’
assunzione di stupefacenti e di alcol tra i conducenti d’auto. «Chi si pone alla guida sotto
l’effetto di sostanze alcoliche o di stupefacenti si trasforma in persona
pericolosa per l’intera società - esprime il pm Landolfi - Ritengo che sia
consapevole dei danni che può provocare a terzi nel momento in cui beve e si
droga, sapendo di doversi poi mettere alla guida di un’auto o di un altro
mezzo». In Italia, un recente studio
statistico su 400 casi di decesso per incidente automobilistico ha rilevato che
il 54% dei casi presentava conducenti con alcolemia superiore allo 0,05%. «Il consumo di sostanze alcoliche
è un fenomeno spesso sottovalutato, ma ritengo molto più diffuso e per certi
versi più pericoloso del consumo di stupefacenti - aggiunge Landolfi - Nel caso
degli incidenti stradali emerge l’assunzione di sostanze solo se il
responsabile riporta ferite o se viene sottoposto ai controlli da parte delle
forze dell’ordine eventualmente chiamate sul posto per i rilievi. Tutti gli
altri casi, purtroppo sfuggono, ma ragionevolmente ritengo che siano
moltissimi». Nessuno sotto accusa, tutta la
società sotto accusa. Anche una diversa disciplina all’interno dei locali
notturni circa la somministrazione di alcolici, è ritenuta da più parti un modo
per porre un freno al fenomeno. «Un giro di vite non significa
sostanzialmente reprimere, inasprire le leggi e basta, ma semmai aggiornare i
sistemi di dissuasione - entra in dettaglio il giudice Landolfi - Faccio esempi,
ovviamente, senza alcuna particolare pretesa, ma riferendomi a norme già
esistenti in altri Paesi occidentali: apertura e chiusura anticipata dei locali
da ballo, divieto, non di somministrazione, ma di consumo di sostanze alcoliche
in pubblico, dopo le 22. Divieto assoluto di consumo in pubblico per i
minorenni. Ripeto, sono miei "desiderata", estratti da altre
esperienze positive in nazioni diverse». Natalino Famà IL SECOLO XIX Strage di patenti sotto l’albero Edoardo Meoli 28 dicembre 2007 - Controlli a
raffica e qualche patente ritirata per guida in stato ebbrezza. Il pranzo di
Natale per alcuni automobilisti dal “gomito troppo alto” si è concluso con una
sorpresa per nulla gradita sotto l’albero. Polstrada e carabinieri hanno
controllato il tasso alcolico di decine di persone, col risultato di ritirare
una decina di patenti (cui si aggiunge la sottrazione di 10 punti e una multa
tra i 258 e i 1032 euro). Questa volta a farne le spese
sono stati soprattutto gli avventori dei ristoranti di Recco, Camogli e della
vallata. Del resto le forze dell’ordine sono andate a colpo sicuro, visto che
il comprensorio è uno dei più gettonati dai buongustai e non a caso Recco è
capitale gastronomica della Liguria. Ma, come è facile immaginare (e come
trapela da alcune indiscrezioni) nei prossimi giorni i controlli continueranno
e riguarderanno altre zone. Per capodanno, ad esempio, si punterà sul Tigullio
e sul capoluogo, dove si trovano la maggior parte dei locali che organizzano
cenoni. Per quanto riguarda il golfo Paradiso, i controlli non sono una
sorpresa per i titolari dei vari locali. E nessuno fa polemiche. Semmai c’è chi
pensa a contromisure preventive. Il Consorzio gastronomico di
Recco, che è la maggiore associazione di settore, ha discusso nel corso di uno
degli ultimi direttivi l’ipotesi di dotare i ristoranti di un etilometro, sulla
falsa riga di quanto fanno, ad esempio, i ristoranti della Costa Azzurra e le
discoteche dell’Emilia Romagna. «L’idea è stata lanciata e stiamo discutendo –
conferma Daniela Bernini, promoter del Consorzio – non tutti la pensano allo
stesso modo, ma credo che offrire un servizio di questo tipo ai nostri clienti
sarebbe utile e darebbe una pubblicità positiva». Di certo le abitudini di chi
si siede a tavola sono diverse rispetto ad alcuni anni fa e forse anche i
controlli e le normative hanno avuto la loro influenza. Così sostiene Gianni
Carbone, titolare della Manuelina, la cui esperienza in materia è
indiscutibile: «Faccio questo mestiere da sessant’anni – dice – e posso assicurare
che al ristorante si beve molto meno. Negli ultimi due anni abbiamo assistito
alla fine dell’ammazza-caffè e persino il limoncello non lo chiede più nessuno.
Il consumo di vino è dimezzato e ho l’impressione che in generale ci sia grande
attenzione da parte dei commensali e anche qualche paura dei controlli. Meglio
così, perché al ristorante ci si va per stare bene e non per ubriacarsi». SAVONANEWS Savona: controlli contro l’abuso di alcol sulle strade Giro di vite, durante le feste
natalizie, nei controlli sulla guida in stato di ebbrezza. Nessuna deroga poi,
neanche per la notte di Capodanno, al divieto di vendita di alcolici dalle 2 di
notte alle 6 del mattino. A nulla sono valse le proteste dei gestori dei locali
che chiedevano una sospensiva della legge, entrata in vigore il 2 ottobre
scorso, almeno per la notte di san Silvestro. Il test con l’etilometro, che
consiste nel soffiare due volte, a distanza di cinque minuti, in un tubicino
collegato a un apparecchio, permette di misurare la concentrazione di alcol nel
sangue. Per porsi alla guida di veicoli senza incorrere in sanzioni penali,
essa deve essere inferiore a 0,5 grammi per litro. E con il nuovo decreto legge del
3 agosto 2007, le sanzioni sono ancora più severe: oltre alla sottrazione di 10
punti sulla patente (20 per i giovani che hanno preso la patente dopo il primo
ottobre 2003 e da meno di 3 anni), le multe partono da 500 euro ma, a seconda
del tasso alcolemico, possono arrivare fino a 6.000 euro. Nei casi più gravi
(oltre 1,5 g/l), è anche previsto l’arresto fino a sei mesi e la sospensione
della patente da uno a due anni. Quando poi una persona in stato di ebbrezza
provoca un incidente stradale, le sanzioni vengono raddoppiate. IL GAZZETTINO Carabinieri al lavoro nella notte
di Natale. Posti di blocco all’ex Casinò
Controlli alla "messa alcolica" (L.M.) Carabinieri al lavoro
anche la notte di Natale al Lido. Gli uomini dell’Arma sono stati impegnati
nell’isola con una pattuglia notturna che ha passato al setaccio sia i locali
frequentati dai giovani, che i punti strategici per la viabilità. Sono stati
effettuati alcuni posti di blocco in lungomare Marconi all’altezza del piazzale
dell’ex Casinò: controllate decine di automobilisti ed elevati anche alcuni verbali
per infrazioni al codice della strada. Particolare attenzione è stata
dedicata ai controlli durante la "messa alcolica" che si è svolta al
Club 22 (ex Acropolis) lunedì 24 dicembre dalle 23 alle 4 del mattino.
Iniziativa, in contemporanea con le celebrazioni liturgiche del Natale, che
dall’inizio di dicembre non aveva mancato di sollevare polemiche. Anche nel
volantino di invito, infatti, era stata messa in atto una sorta di parodia del
rito cristiano annunciando che avrebbero presenziato al rito della messa
alcolica don Agi e don Simone, in realtà personale della stessa discoteca. I
controlli dei carabinieri hanno avuto un effetto positivo. IL GAZZETTINO La Cgil: ubriachi al lavoro, rischio incidenti Belluno NOSTRA REDAZIONE Ubriachi al lavoro già di prima
mattina. Una triste realtà in provincia di Belluno nei cui confronti la Cgil,
nell’ambito del "progetto sicurezza", sta contrapponendo un piano di
prevenzione. «L’alcolismo nei luoghi di lavoro - affermano i vertici
provinciali Renato Bressan, Denise Casanova e Mauro Dal Prà - è una piaga della
nostra provincia, causa di un abbassamento sensibile dell’attenzione e fonte di
numerosi infortuni che nel Bellunese crescono più che altrove in Veneto». L’Inail di Belluno ha chiuso il
2006 con un incremento degli infortuni del 2,8%. I dati del 2007, parziali,
danno un panorama poco incoraggiante: «Nel corso dell’anno abbiamo gestito una
decina di casi lavoratori con problemi di alcolismo. Su segnalazione dei
delegati Cgil abbiamo bloccato i loro licenziamenti avviando, al contempo, le
riabilitazioni presso consultori o psicoterapeuti. Un percorso non semplice per
questi alcolisti, in maggioranza over 50, che difficilmente ammettono il
problema. Non di rado sono loro stessi che, piuttosto di umiliarsi, preferiscono
dimettersi. Per non parlare del sommerso che fa lievitare il fenomeno. I dieci
casi in esame sono purtroppo solo la punta dell’iceberg». Già da tempo dalle
mense sono stati eliminati gli alcolici. «Ma il problema è che i lavoratori
arrivano al lavoro già brilli». Per questo partirà una campagna nei luoghi di
lavoro (con depliant informativi distribuiti con le buste paga). Ma la
sicurezza è un tema che sta a cuore al mondo sindacale ad ampio raggio. «È nel
settore artigianale che si concentra il maggior numero di infortuni, per farvi
fronte assieme a Cisl, Uil e alle associazioni di categoria stiamo
predisponendo interventi di prevenzione e formazione». Raffaella Gabrieli LA NAZIONE INCIDENTI E POLEMICHE-NIENTE
DOMICILIARI AL ROM ASSASSINO AHMETOVIC RESTA IN CARCERE MA L’UBRIACO DEL SUV E’
LIBERO ASCOLI PICENO- RESTA IN CARCERE Marco Ahmetovic,
il rom di 22 anni condannato a sei anni e sei mesi per la strage Appianano del Tronto , in cui morirono quattro
ragazzi falciati dal giovane ubriaco al volante di un furgone. Lo ha deciso il
giudice di Ascoli Piceno, Annalisa Gianfelice,. Ahmetovic era tornato in
carcere a Marino del Tronto dopo tre mesi passati ai domiciliari nel residence di Porto d’Ascoli, dove si
trovava per una tentata rapina. Una decisione presa il 20 dicembre scorso dal
giudice Boeri su richiesta del sostituto procuratore Ettore Picardi. Alla base
dell’aggravamento della misura della custodia cautelare una telefonata fra
Ahmetovic e un pregiudicato ascolano, con il quale il rom non avrebbe dovuto
parlare, tanto più che durante la conversazione è stata citata un’arma
giocattolo. MA IL TEMA DEGLI ubriachi al
volante e della non certezza della pena scalda gli animi, soprattutto dopo la
tragedia nel Bergamasco dove un Suv, guidato da un uomo in stato di ebbrezza,
ha travolto e ucciso tre persone, tra cui una bambina di 10 anni. Un uomo che
ora è a piede libero. “Siamo veramente stupiti nel costatare che ci si
“stupisca” del fatto che chi distrugge una famiglia perché ubriaco alla guida,
non vada poi a finire in galera. Il nostro è un Paese nel quale sulla strada si
può uccidere come si vuole e non si paga mai”. E’ il duro commento di Giordano
Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori polstrada (Asaps), che cita
un esempio. “SE UN UBRIACO alla guida con
valore alcolemico anche altissimo fa un sorpasso in curva, a velocità folle,
magari anche senza patente, ammazza tre o quattro persone, purchè si fermi e si
metta a disposizione della polizia non è mai passibile di arresto immediato, in
quanto l’ipotesi di arresto facoltativo in questi casi non scatta. Poiché è
noto che per la violenza stradale da guida in stato di ebbrezza l’attuale
assetto normativo fa si che l’ipotesi di omicidio volontario non regga, serve
una modifica legislativa che fissi in modo preciso e specifico le ipotesi di
dolo eventuale”. Al momento l’azione più forte
secondo l’Asaps, è quella dei controlli con l’etilometro. “Con l’inasprimento
delle sanzioni del codice della strada e il divieto di somministrare alcolici
dopo le due di notte si iniziano a vedere i primi risultati. Ma non è ancora
abbastanza”. AGI MORTI PER SCONTRO AUTISTA UBRIACO: LUTTO CITTADINO MONTELLO (BG) Bergamo, 27 dic. - Lutto cittadino e sospensione di ogni manifestazione legata alle Feste: questa la decisione presa dal Comune di Montello, in provincia di Bergamo, per ricordare le tre vittime dell’incidente stradale provocato da un autista risultato ubriaco, che nel pomeriggio del giorno di Natale ha distrutto quasi un’intera famiglia del paese, provocando tre morti (padre, madre e una figlia) e una ferita (la seconda figlia, operata a entrambe le gambe ma ancora grave). Sono rientrate oggi pomeriggio a casa le salme di Antonio Chizzoli, 47 anni, Maria Teresa Bertoli, 44, e Linda, 10 anni. L’arrivo dei feretri Sabato, 29 Dicembre 2007
email
stampa
Area Riservata
Sezioni
SERVIZI PER I SOCI
|