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Rassegna stampa Alcol e guida del 28 dicembre 2007

A cura di Roberto Argenta e Alessandro Sbarbada

ALCOLISMO

Capodanno in discoteca si ballerà fino all’alba

Chiusure senza limiti, ma è polemica per l´alcol. Le richieste degli esercenti accolte dal Comune "Non ci basta vogliamo vendere cocktail oltre le 2 per una notte"

di Franco Vanni

Le discoteche e i bar la notte di Capodanno non chiuderanno prima delle 6. I siti Internet delle discoteche milanesi sponsorizzano feste che andranno avanti fino alle 6, come se l´autorizzazione già ci fosse. In alcuni casi, come per la serata "Elettropunk" alla discoteca De Sade in via Valtellina, la chiusura è fissata addirittura alle 8, oltre ogni limite possibile. E al Tocqueville di corso Como è previsto un after-hour, una festa dopo la festa che inizia alle 5 e prosegue poi per tutta la mattina. «Decideremo domani, ma posso già assicurare che non porremo limiti di orari» anticipa l´assessore Tiziana Maiolo.

Altra questione aperta è quella della vendita di alcol: questo sarà il primo Capodanno dall´entrata in vigore della legge che vieta ai locali da ballo, ma anche a hotel e ristoranti che offrono spettacoli dal vivo, di servire cocktail e birra dopo le 2 del mattino. I gestori hanno scritto una lettera al Governo per chiedere che la legge 160/07 sulla sicurezza stradale sia sospesa almeno per l´ultima notte dell´anno, meglio se fino a Carnevale. Un documento di sette pagine, titolo "Il Capodanno del caos", firmato Federazione italiana pubblici esercizi - Confcommercio, la sigla che a Milano rappresenta 150 locali, fra cui molti dei più noti club cittadini, dall´Old Fashion all´Hollywood, dal The Club al Cafè Atlantique.

Il Silb, associazione dei locali da ballo, denuncia un crollo delle prenotazioni per feste e veglioni a Milano del 50% rispetto all´anno scorso. E prevede per Capodanno una fuga in massa dei milanesi verso Spagna e Svizzera. Per Rodolfo Citterio, di Silb Milano, la colpa è della legge sugli alcolici: «Non ha senso che i bar possano servire alcol dopo le 2 e noi no. Chi andrà a ballare si ubriacherà lo stesso, ma lo farà in strada o comprando dai venditori abusivi». I gestori, intanto, s´impegnano a promuovere per la notte di San Silvestro il modello del "guidatore designato": garantiranno ingresso gratuito e drink analcolici omaggio a chi, da sobrio, porterà a casa gli amici in auto. Funziona così: il guidatore all´ingresso in discoteca consegna chiavi della macchina e patente, all´uscita si sottopone all´alcoltest e a quel punto patente e chiavi gli vengono restituiti.


IL MESSAGGERO

Alcol e feste

I locali notturni: «Capodanno senza divieti». Ma è polemica

di FRANCESCA FILIPPI

ROMA - Sospendere da Capodanno fino a Carnevale il divieto di somministrazione e vendita di alcolici dalle 2 alle sei del mattino, entrato in vigore con la legge sulla sicurezza stradale. E’ questa in sintesi la richiesta che la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) e l’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo (Silb) lancia al governo, nel timore che i giovani possano andare a bere per le strade e che diminuisca l’afflusso di persone nei locali. «Sarà un Capodanno del caos - è l’allarme di Edi Sommariva, direttore generale Fipe-Confcommercio -. I gestori dei locali sono preoccupati perché molto probabilmente il divieto verrà aggirato dai clienti che usciranno dal locale dopo le due per comprare alcolici dai venditori ambulanti, per poi rientrare con la bevanda nascosta. Ciò potrebbe comportare ugualmente la chiusura del locale dai 7 ai 30 giorni. Chiediamo la sospensione della legge dal 31 dicembre fino a Carnevale, perché con il regime di proibizionismo le morti per incidenti stradali non sono diminuite. Anzi.». Insomma, per la Fipe è vietato vietare. «Da qui a Carnevale - aggiunge Antonio Flamini, vice presidente Silb-Fipe - proponiamo una riflessione su una normativa ingiusta, poiché in questo modo si favorisce la vendita illegale». In cambio, Fipe e Silb si impegnano ad attuare a loro spese il progetto del «guidatore designato», cui verrà offerto un ingresso gratuito e due consumazioni analcoliche se all’uscita del locale il suo tasso alcolemico rientrerà nei limiti della legge.


IL TIRRENO

di Elisabetta Arrighi 

San Silvestro, la battaglia dell’ultimo bicchiere 

Solito stop alle 2, proroga o liberatoria? Le discoteche protestano: «Siamo discriminati» 

L’obbiettivo minimo dei gestori è allungare alle 3 l’alt agli alcolici. Ma per ora il governo non risponde e qualcuno pensa di disobbedire... 

Nessuno chiede, allo scoccare della mezzanotte di San Silvestro, di rinunciare al brindisi con spumante o champagne (la scelta delle bollicine è personale, questione di gusti e budget). Ma di farlo in modo intelligente. Il conto alla rovescia è cominciato e con esso hanno preso a lievitare le polemiche. Perché i titolari delle discoteche chiedono che per la notte di Capodanno venga abolito lo stop delle 2, ovvero il limite entro il quale poter servire alcolici all’interno dei locali dove si balla. Un limite introdotto nell’ambito del pacchetto sicurezza anti-alcol (varato a ottobre), contro le stragi del sabato sera. Per ora non ci sono state risposte dal governo, in particolare dal ministro dei Trasporti Bianchi. E se non è possibile far saltare per una notte il divieto, i gestori - come spiega Gherardo Guidi, patron della Capannina di Forte dei Marmi - chiedono di poter andare «almeno verso la proroga di un’ora».

 Insomma, l’obiettivo minimo è far slittare dalle 2 alle 3 lo stop agli alcolici.

 Brindisi sì, ma con giudizio. Siena si è mossa con una campagna basata su 35mila volantini e uno slogan: «Divertimento alle stelle, ma tieni alla tua pelle». I volantini invitano a bere con moderazione e scegliere un guidatore designato che riaccompagni in macchina a casa gli amici dopo le libagioni: per questo, uomo o donna che sia, deve impegnarsi a restare sobrio (sobria). Ne va della sicurezza di tutti. I piani di intervento, poi, prevedono un’ intensificazione dei controlli della Stradale (con l’etilometro), dei carabinieri e dei vigili.

 L’iniziativa risponde anche all’invito del prefetto di Siena Giuseppina Di Rosa e coinvolge Comune, Magistrato delle Contrade del Palio, Usl, università e Regione Toscana. «Ci rivolgiamo alle famiglie - ha detto Maria Luisa Fabbri, assessore comunale ai servizi sociali - perchè ci aiutino a promuovere presso i ragazzi una sana cultura del bere e non il bere smodato e fine a se stesso».

 No a chi si ubriaca e si mette al volante. Lo sostengono i gestori delle discoteche che fanno alcune proposte in tal senso, chiedendo comunque che per Capodanno possa esserci più libertà. «Ci auguriamo che sabato (domani, ndr) - ha detto il patron della Capannina - arrivi da Roma una risposta positiva quantomeno alla deroga di un’ora».

 «Sarebbe un grave errore non sospendere in questi giorni il divieto delle 2 per la somministrazione di alcolici nelle discoteche. Decidere di lasciare il provvedimento inalterato anche durante le festività (nel mirino è l’art. 6 della legge sulla sicurezza stradale) è pura demagogia alla ricerca di consenso popolare senza pensare alla popolazione»: una presa di posizione dura quella della Fipe (federazione pubblici esercizi) e del Silb (sindacato di categoria) aderenti a Confcommercio. «Gli incidenti di Natale - dicono - confermano che l’alcol uccide a qualsiasi ora».

 «Noi siamo sempre stati favorevoli a provvedimenti per contrastare l’abuso di alcol - aggiungono Fipe e Silb - ma non a forme di proibizionismo: sono palliativi che aggirano il problema senza risolverlo. Se non vogliamo che anche Capodanno venga ricordato con un bollettino di guerra - concludono - dobbiamo evitare di incentivare i cittadini a bere senza controllo prima di guidare, proprio ciò che invece avverrà se alle 2 della notte di San Silvestro la gente sarà costretta ad uscire dai locali per continuare a brindare per la strada, nelle feste private e nelle strutture improvvisate dove la legge non ha applicazione». Fipe e Silb aggiungono di aver proposto il “guidatore designato”: «Hanno aderito oltre mille locali. Ma se non ci sarà la sospensiva, non faremo nulla».

 Di “sondaggio informale per capire se al ministero c’è voglia o meno di andare verso una sospensiva” parlano ad Assointrattenimento, altra associazione di categoria di cui è presidente il senese Antonio Degortes. «La legge è stata fatta, ma gli incidenti provocati da persone ubriache al volante non sembra che stiano diminuendo», sottolinea Degortes. «I nostri associati sono liberi di sottostare ad una legge iniqua», aggiunge Degortes. «Ma se il mio locale fosse aperto d’inverno - conclude - credo che darei da bere tutta la notte».

 Una cosa è certa: chi andrà al ristorante per il cenone, dopo mezzanotte potrà trattenersi al tavolo e bere a volontà, perché il divieto delle ore 2 è valido - lo abbiamo accennato - solo per discoteche e dancing.

 «Ceneremo nella casa di campagna di un amico che dista 35 km da Livorno - racconta Marco, 19 anni - Abbiamo già scelto vini e spumante. Poi andremo in giro per feste: verso le una e mezza saremo di nuovo a Livorno, poi in Versilia. E le bevute non le esauriremo certo con la cena e il cin-cin di mezzanotte».

 Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marina, 21 anni, livornese, già pizzicata dall’etilometro. «Cena con le amiche vicino a Pietrasanta - dice - e discoteca dalle una in poi. Adoro la birra: spero solo di essere graziata dall’etilometro. Sai quante volte, di notte, mi metto al volante che sono brilla...»


LA STAMPA

Enrica Cerrato Fiammetta Mussio

I commenti di ristoratori e titolari di discoteche sul divieto di vendita dopo le due di notte

Capodanno con coprifuoco alcolico

“Ordinanza drastica” e c’è chi propone di distinguere tra vino e liquori

Fa discutere anche gestori di bar, ristoranti e locali pubblici astigiani il “coprifuoco alcolico” esteso anche alla notte di San Silvestro. La legge, entrata in vigore a ottobre, vieta la somministrazione di vino, liquori e altre bevande alcoliche dopo le due di notte: un provvedimento del Governo che segue la linea della “tolleranza zero” per chi guida in stato di ebbrezza. E anche nell’Astigiano non manca chi protesta contro un provvedimento considerato non solo inutile, ma dannoso per l’immagine di una provincia, la cui economia ruota in buona parte intorno alla viticoltura, invocando un distinguo tra vini e superalcolici.

Tra i contestatori, c’è il presidente dei ristoratori astigiani Piero Fassi, titolare del ristorante “Gener Neuv”: “E’ un’ordinanza troppo drastica – accusa – che porta un danno a tutti i ristoranti: non parlo solo di consumo, ma soprattutto d’immagine del territorio. Non possiamo permetterci che il vino sia messo sotto accusa alo stesso piano di cocktail e superalcolici. È questione anche di orgoglio e cultura da contadino che lavora queste terre e queste vigne”. Prosegue Fassi: “Sappiamo che esiste un problema e che va risolto: dubitiamo che la soluzione giusta sia vietare di vendere alcolici dopo le due di notte. Tra l’altro, si badi bene, la proibizione è di vendere, non di consumare. Quindi se uno ha l’intenzione di bere, può fare rifornimento di bottiglie”.

D’accordo Gianni Scardino, titolare del circolo “Tutti giù per terra”: Ci hanno provato già gli inglesi a vendere bevande alcoliche fino ad una certa ora. Il Proibizionismo non ha dato buoni frutti: ancora oggi chi vuole si compra prima da bere. Come dire? Fatta la legge, gabbatu lu santo” il prefetto di Asti Antonio De Bonis ha più volte convocato in questi mesi i gestori di locali notturni per concertare insieme alle forze dell’ordine iniziative e ascoltare proposte. Secondo Scardino, un’ottima soluzione “potrebbe essere una revisione degli orari nelle discoteche, sale da ballo e in genere locali notturni: molti di noi sarebbero disposti ad aprire prima e chiudere intorno alle due. Ma deve essere una decisione applicata da tutti”.

Del problema si è anche discusso in Regione in questi giorni: l’assessore Giovanni Caracciolo, ricordando la campagne rivolte ai giovani per la guida sicura, anticipa che “occorrerebbe porre mano a tutta la normativa, a livello nazionale”. Di impatto un’altra sua osservazione, che potrebbe indurre a riflettere: “Ancora oggi ho ricevuto una delegazione di Magliano Alpi che chiede di anticipare l’orario di chiusura delle discoteche: in quel paese, con le stragi del sabato sera, si è persa un’intera generazione. Più di venti morti in giovane età”.

A favore

Tolleranza zero. O si beve o si guida

Roberto Argenta psicologo del Sert di Asti

“In un caso complesso come questo non si tratta di dare un parere secco di pro o contro”: così lo psicologo Roberto Argenta del Sert; che prosegue: “L’essere contrari agli abusi di alcol non significa cercare di interferire nella sfera privata delle persone. Significa invece che nel momento in cui ci si mette alla guida dopo aver bevuto, il problema diventa di tutti e quindi sociale. Basta ricordare alcuni dati: il 40 per cento degli incidenti stradali è causato da guidatori in stato di ebbrezza e il 30 per cento dei morti sono passeggeri trasportati o viaggiatori di altre auto coinvolte. Deve valere assolutamente la regola “o si beve o si guida” ed è solo una repressione severa ad aver ragione di chi, proprio perché è sotto l’effetto di una sostanza che mina l’autocontrollo, di lucidità ne ha ben poca. Le avvisaglie di quanto potrà accadere sulle strade nella notte di San Silvestro, purtroppo si sono già avute a Natale. Ci sono leggi precise contro il fumo passivo nei locali, perché non ce ne sono per tutelare le potenziali vittime dell’alcol passivo?”

Contro

I divieti da soli non bastano. Ci vuole la cultura

Vicenzo Gerbi docente di enologia

Secondo Vincenzo Gerbi “è un provvedimento di breve respiro: serve e poco e non risolve il problema dell’abuso di alcolici. È una battaglia persa dall’inizio vietare di vendere alcolici dopo una certa ora: chi vuol bere, può comprarsi la bottiglia prima delle due e stapparla dopo”. Prosegue Gerbi: “Non possiamo ignorare l’esistenza di un problema, ma la soluzione non può essere la restrizione totale: bisogna cominciare a parlare ai nostri giovani di educazione alimentare e comportamentale, insegnare loro a bere moderatamente e del territorio. I divieti, da soli, non funzionano quasi mai: ci vuole la cultura. La severità va bene se accompagnata da una campagna di informazione sul consumo di alcolici. La mia proposta è di pensare ad un “patto etico” da siglare con i gestori dei locali che dovrebbero evitare di somministrare bevande stravaganti, molto zuccherine, che producono rapidamente lo sballo. Comunque, ragazzi, non alzate mai il gomito: anche a capodanno, far festa è ancora più bello se non si perde la lucidità e non si mette a rischio la propria vita e quella altrui.


ALCOLISMO

ALCOOL: SIENA, FINE ANNO ALL’INSEGNA DEL NO AD ALCOLICI

Il 2007 a Siena si chiude all’insegna di una campagna antialcool a tappeto fatta dal comune. Dal prossimo fine settimana come ha annunciato questa mattina Maria Teresa Fabbri, assessore alle politiche sociali, saranno distribuiti nei luoghi di divertimento più frequentati sia dai giovani sia degli adulti trentacinquemila volantini per invitare ad un uso corretto dell’alcol. Un problema quello dell’alcol che anche a Siena è molto sentito anche nelle stesse contrade. Tanto che nelle prossime settimane partirà un progetto del comune, in collaborazione con l’università, la Usl, il magistrato delle contrade, la Questura, le associazioni di volontariato per un lavoro di informazione e sensibilizzazione sul problema rivolto sopratutto ai giovanissimi studenti delle terze medie. Un progetto che su invito della regione che ne ha finanziato una parte, riguarderà anche le province di Arezzo e di Grosseto. "Occorre - ha sottolineato l’assessore Fabbri che le famiglie facciano un lavoro di controllo dei propri figli, e abbiano con noi una forte collaborazione per fare prevenzione". Non è infrequente infatti che ragazzi giovanissimi nelle notti sopratutto del fine settimana vengano trovati in condizioni critiche a causa dell’uso smodato di alcolici. "Il problema alcol non riguarda solo i giovani ma anche gli adulti - ha rilevato Fabrizio Stelo della prefettura di Siena che ha anche ricordato come chi consuma troppo alcol vada incontro a sanzioni pesantissime "oltre a quelle di carattere penale".

Cli/Sep


ALCOLISMO

CAPODANNO: GRECO (CCM), PROROGA VENDITA ALCOL? UNA SCIOCCHEZZA

"E’ una sciocchezza grande come una casa". Non usa mezzi termini Donato Greco, direttore del dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute e del Centro nazionale di Controllo delle Malattie, nel commentare la nuova richiesta degli esercenti di Fipe-Silb di allungare la vendita di alcolici nei locali oltre il tetto delle due di notte, almeno a Capodanno. "La Fipe non è nuova a queste uscite - spiega Patta - ma si dovrebbe rendere conto che il limite di vendita alle due è stabilito da una legge, e solo con una legge si può modificare, non è che uno in 24 ore modifica la norma. E poi dire che vendendo alcolici nei locali dopo le due porterebbe a meno caos e quindi meno incidenti è una sciocchezza colossale, grande come una casa". D’altra parte, fa notare Greco, "dalle nove alle due si può bere a piacimento, mi sembra possa bastare".


OMNIAUTO

In calo gli incidenti causati dall’alcool

Anche a Natale meno vittime rispetto al 2006

I dati relativi all’incidentalità causata dalla guida in stato d’ebbrezza nel corso del 2007 sono "negativi", cioè preceduti da un segno "meno", indice di un calo numerico. Secondo un’analisi dell’Asaps, infatti, confrontando i dati degli incidenti stradali del fine settimana nei primi 9 mesi del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006, si può constatare un calo degli incidenti pari al 3%. Le vittime della strada sono state pertanto circa il 15% in meno ed i feriti sono diminuiti del 7%.

Rilevante il dato del miglioramento delle vittime fra i giovani sotto i 30 anni, passate da +0,3% nei primi 9 mesi a -21,9% negli ultimi 3 mesi. Le vittime nelle notti del fine settimana sono passate da -6,4% a -28,4%, una diminuzione ben quattro volte superiore a quella dei primi 9 mesi. Alla radice del miglioramento ci potrebbero essere sia iniziative mirate come "Brindo con prudenza" che l’inasprimento delle sanzioni in tema di sicurezza stradale ad opera della Legge Bianchi.

Confortante anche il dato relativo ai 3 giorni natalizi, dal 24 al 26 dicembre, in cui l’Italia ha contato 25 vittime rispetto alle 40 del 2006 e del 2005 (-37,5%).


IL SECOLO XIX

«Ok a regole più severe, ma per tutti»

Il silb Il presidente provinciale Fasciolo sostiene da anni la necessità di cambiare le abitudini del popolo della notte

«CAMBIARE le abitudini del popolo della notte arrivando ad una apertura e di conseguenza ad una chiusura anticipata delle discoteche è una proposta che come Silb stiamo portando avanti a livello nazionale da ormai diversi mesi. Recentemente abbiamo fatto anche una serie di proposte che verranno discusse a Roma nelle prossime settimane. Importante è che le regole valgano per tutti e che vengano fatte rispettare da tutti».

Fabrizio Fasciolo, presidente provinciale del Sindacato locali da ballo, sembra essere in sintonia con quanto auspicato dal sostituto procuratore Alberto Landolfi. «Sono stato tra i primi anche all’interno del Silb - aggiunge Fasciolo - a sollevare il problema degli orari di apertura delle discoteche, che negli ultimi anni si sono allungati sempre di più verso il mattino. Sono convinto che sia giunto il momento di cambiare rotta in maniera radicale, cercando poco alla volta di cambiare le abitudini dei giovani che sono i principali frequentatori dei nostri locali».

Massima attenzione da parte del sindacato dei locali da ballo anche al problema della somministrazione di bevande alcoliche. «Le regole devono essere ancora più severe - sottolinea Fasciolo - ma devono valere per tutti. Nel senso che il divieto di somministrare bevande alcoliche dopo le due di notte non deve valere solo per i locali con intrattenimento ma anche per i bar, i circoli privati e gli autogrill autostradali. E a chi viene sorpreso al volante con un tasso alcolico superiore di cinque, sei volte al limite consentito o sotto l’effetto di stupefacenti la patente deve esser ritirata anche per dieci anni».

G. Canc.


IL GAZZETTINO

GLI ESERCENTI 

«Con le restrizioni crollo degli incassi: meno 50 per cento»

Capodanno 2008 pronto allo start con due marce diverse per gli esercenti udinesi. In ripresa per i ristoranti che organizzano i cenoni, in frenata per i bar e gli altri locali cittadini, che dopo le 2 non potranno più offrire brindisi, se non analcolici.

Come spiega Gianluca Perna, alla guida del gruppo mescite di Confcommercio, «l’andamento delle prenotazioni per San Silvestro sta andando abbastanza bene, ma non come gli altri anni. Il calo è difficile da quantificare, ma sarà almeno del 10 per cento. Innanzitutto, pesa il divieto di vendere alcolici dopo le 2, che è stato una bella batosta per gli esercizi pubblici, secondariamente sono diminuiti i soldi nelle tasche dei cittadini, che fanno sempre meno acquisti e, anche per Natale, spesso hanno deciso di restare a casa propria».

Ma, secondo Perna, il motivo è anche un altro. «A Udine i locali sono aumentati in modo esponenziale: nel 2005 erano circa 450, adesso sono quasi 560, cui si aggiunge una cinquantina di licenze "parcheggiate" in attesa di collocazione. Questa crescita è avvenuta per colpa dello sdoppiamento delle licenze imposto un anno fa dalla legge Bertossi, che a parer mio era fatta malissimo: chi aveva due licenze ha dovuto cederne una o ha aperto un altro locale e così si sono moltiplicati bar e ristoranti». Perna critica anche la scelta di introdurre le targhe alterne a ridosso della vigilia di Natale: «Avrebbero dovuto posticipare l’applicazione al 25-26-27 dicembre, quando girano meno auto. Così, invece, molti colleghi hanno visto calare gli incassi dei loro locali di quasi il 50% per colpa del blocco del traffico imposto dal Comune. Ho trovato irrispettosa, poi, la risposta dell’assessore».

Su questo concorda anche il capogruppo dei ristoratori Cesare Mansi: «Le targhe alterne sotto Natale sono state una vergogna. Qualche calo ha riguardato anche i ristoranti, ma è difficile da quantificare: certo è che questo provvedimento ha pesato su tutto il sistema economico cittadino. Mi devono poi spiegare perché in piazzale Osoppo, dove il traffico è maggiore, le auto erano libere di circolare, mentre in centro no: questo sistema va cambiato. Inoltre, sapendo che il 25 ci sarebbe stato vento, avrebbero potuto scegliere di non applicare le targhe alterne».

Ma i cenoni, a quanto pare, non ne hanno risentito: «Le prenotazioni - dice Mansi - stanno andando bene, meglio dell’anno scorso. Il trend delle prenotazioni è in aumento del 15% rispetto al 2007: un incremento a livello nazionale, che in Friuli è ancora più forte. Molti colleghi hanno esaurito i posti per il cenone già a fine novembre, la maggior parte almeno da tre settimane non ha più un tavolo libero: io stesso avrei già riempito il locale tre volte».

Camilla De Mori


VARESENEWS

Roma - La denuncia dall’Asaps: "Chi uccide non va in galera". Calano gli incidenti, ma sono ancora troppi i decessi: 25 dalla vigilia a Santo Stefano

Ubriachi alla guida, "Subito una nuova legge"

«In Italia chi guida ubriaco, a velocità folle, sorpassa in curva, magari senza patente e distrugge una famiglia, purché si fermi e si metta a disposizione della polizia non è mai passibile di arresto». Inizia così il comunicato di Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori amici della polizia stradale. Una nota dove si parla dell’articolo 589 del codice penale: nel caso in cui una persona fermata, anche se ubriaca, si mette a disposizione della polizia giudiziaria, non è mai passibile di arresto immediato come previsto dall’articolo del "Comportamento in caso di incidente" sulla pirateria stradale. Una lacuna legislativa che, a sentire l’Asaps, va colmata: «L’attuale assetto normativo fa sì che l’ipotesi di omicidio volontario non regga, serve una modifica legislativa che fissi in modo preciso e specifico le ipotesi di dolo eventuale».

«Siamo veramente stupiti nel constatare che ci si “stupisca” del fatto che chi distrugge una famiglia perché ubriaco alla guida, non vada poi a finire in galera»: è questo il commento dell’associazione, soprattutto davanti all’indignazione di tutti coloro che gridano allo scandalo per tutti i morti sulle strade e per l’inefficacia della giustizia. Ma un dato positivo, comunque, c’è: si iniziano infatti a vedere i primi risultati dopo l’introduzione della legge 160, la norma che vieta anche la somministrazione di alcolici dopo le due di notte.

Secondo una analisi dell’Asaps, confrontando i dati degli incidenti stradali del fine settimana nei primi 9 mesi del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006 e confrontandoli con le 11 settimane del trimestre ottobre-dicembre 2007, il primo dopo l’entrata in vigore della legge 160 con dati fino al 16 dicembre, si può constatare che gli incidenti sono passati da un -6% a -9%, i morti sono passati da -4,6% nei primi 9 mesi a -21,7% nelle settimane di ottobre-dicembre, i feriti da -4,4% a -11,5%. Rilevante il dato del miglioramento delle vittime fra i giovani sotto i 30 anni, passate da + 0,3% nei primi 9 mesi a -21,9% negli ultimi 3 mesi. Le vittime nelle notti del fine settimana sono passate poi da -6,4% a -28,4%, una diminuzione ben quattro volte superiore a quella dei primi 9 mesi. Anche i 3 giorni natalizi (24/26) hanno dato risultati migliori dell’anno scorso quando ci furono 40 morti: quest’anno le vittime sono state 25, sempre però troppe.


L’ECO DI BERGAMO

Dall’inizio dell’anno 119 morti sulle nostre strade

IL BILANCIO Dal 2000 più di una vittima ogni tre giorni. Il 51% dei deceduti aveva meno di 40 anni

Il 20 aprile scorso sulla A4 vicino al casello di Seriate morirono quattro ragazzini pakistani: Qasim di 8 anni, Qazia di 10, Asim di 13 e Mohsan di 16. Un mese dopo, per le conseguenze dell’incidente, era morto anche il loro papà, Javed Khalid, di 48 anni: fu lui la millesima vittima sulle strade della Bergamasca (e lungo la A4) dal 1° gennaio 2000. Da quel tragico 20 aprile sono passati 249 giorni e le vittime sono salite a 1.076: in media, più di una ogni tre giorni.

Dall’inizio del 2007 sono morte in Bergamasca (e sull’intero tratto Milano-Bergamo-Brescia della A4) 119 persone. Un dato che avvicina paurosamente i 125 morti del 2006 quando ci fu un drammatico aumento delle vittime della strada. Una ripresa preoccupante se si considera che dal 2000, quando c’erano state 168 vittime, si erano registrate costanti diminuzioni: 161 nel 2001, 157 nel 2002, 116 nel 2003 (anno della patente a punti), infine 115 sia nel 2004 che nel 2005. Lo scorso anno il balzo a 125. Ma il dato è ancor più allarmante se si pensa che il 34% ha tra 18 e 30 anni e il 17% fra 31 e 40.

Quando si parla di incidenti stradali il termine più usato è «stragi», in realtà più che a stragi siamo di fronte a uno stillicidio. La stessa cadenza di uno ogni tre giorni può dare l’idea della tragedia anche se è ben vero che più della metà delle vittime si concentra tra il venerdì notte e la domenica sera.

Apparentemente si tratta di un dramma difficilmente controllabile. La stessa dinamica avvalorerebbe la tesi che vede nella esclusiva responsabilità del singolo la causa di un incidente stradale. Le statistiche di otto anni di tragedie sulle strade dicono che più del 25% delle vittime ha perso la vita uscendo di strada schiantandosi contro alberi, pali, tralicci, cancelli, recinzioni e muri. Incidenti difficilmente imputabili solo a guasto meccanico, malore e colpo di sonno. Ma la perdita di controllo del mezzo è pure tra le cause dello scontro frontale (provocato anche da sorpassi azzardati) che ha visto morire circa un terzo le persone vittime. La mancata precedenza è la causa di circa un quinto dei decessi, e i tamponamenti, di un sesto.

In ogni caso, però, se si escludono colpo di sonno, guasto o malore, gioca un ruolo determinante il comportamento del conducente dove difficilmente sono estranee negligenza, imperizia, o imprudenza. Comportamenti assunti deliberatamente perché non rispettare i limiti, guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sono atti che il conducente fa consapevolmente e non perché costretto. In buona sostanza si sarebbe di fronte a quello che la dottrina del diritto chiama «dolo eventuale» ovvero quando un soggetto «pone in essere una condotta per altri fini, sapendo che vi sono concrete (o serie) possibilità (o probabilità) che dalla sua condotta discendano eventi ulteriori e tuttavia accetta il rischio di cagionarli».

Ma se il singolo si comporta da irresponsabile come può essere fermato? Dando la certezza di non poterla fare franca, ovvero intensificando i controlli. In Francia i controlli sulle strade sono circa 5 milioni l’anno, in Italia 800 mila. Risultato: la politica di sicurezza del governo di Parigi ha fatto scendere le vittime dalle 17.000 del 1971 a meno di 5.000. E questo introducendo norme sempre più restrittive, ma soprattutto applicandole e dando la certezza di non poter sfuggire.

Mino Carrara


IL MESSAGGERO

Incidenti, uso eccessivo di alcol per 7 milioni di italiani: ma gli etilometri ancora mancano

di CARLO MERCURI

ROMA - Si ha un bel fare leggi sulla sicurezza stradale se poi queste non si accordano con campagne di educazione e formazione (non solo stradale) e ricerca di stili di vita più sobri. Scopriamo, ad esempio (ce lo dice l’Istituto superiore di Sanità) che in Italia sono circa 7 milioni gli italiani che consumano quantità di alcol considerate a rischio. I dati parlano anche di circa 800.000 adolescenti al di sotto dei sedici anni che consumano alcolici. Scopriamo ancora che l’Italia detiene il record europeo dell’iniziazione all’uso di alcol: tra gli 11 e i 12 anni, rispetto alla media europea, che è di 14 anni. Non i freddissimi Paesi scandinavi dunque, dove il ricorso all’alcol è quantomeno favorito dal clima. No, è l’Italia che fa da apripista al consumo di alcol con le sue giovani generazioni.

In un Paese del genere, dove muoiono sulle strade per guida in stato d’ebbrezza circa 200 giovani ogni anno (e dove, come abbiamo visto, non si è riusciti finora a far adottare alcun modello virtuoso agli adolescenti), ci si aspetterebbe che perlomeno sul versante del contrasto agli incidenti stradali si facessero consistenti passi in avanti. Invece niente, passi da formica. Prendiamo, per esempio, la questione degli etilometri. Invocati a lungo come la panacea per tutti i mali, gli etilometri ancora non ci sono. O meglio, non ci sono ancora tutti quelli che il Governo aveva promesso.

Ricordiamo le tappe di questa singolare via crucis. Il decreto Bianchi sulla sicurezza stradale, il cosiddetto “provvedimento urgente” (sic!), vide la luce il 3 agosto, alla vigilia del grande esodo estivo. «Abbiamo voluto dare un segnale forte nel momento più difficile dell’anno, quello dell’esodo di agosto», disse allora il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Una delle misure ritenute più urgenti dal ministro fu appunto quella degli etilometri: si disse che ce n’erano pochi (solo 200.000 i controlli anti-alcol in Italia, a fronte dei 5 milioni in Francia e Gran Bretagna). Quindi Bianchi si affrettò a firmare l’acquisto di 800 di questi miracolosi apparecchi salva-vite. Era la fine di luglio, il bando di gara fu emesso solo a settembre, solo a ottobre ci fu l’assegnazione dell’appalto e infine è stato necessario aspettare il tempo giusto per costruire tutti gli apparecchi. Risultato: gli ottocento etilometri che avrebbero dovuto affiancare il “provvedimento urgente” vigilando sul maxi-esodo agostano, ancora non ci sono. Forse, se andrà tutto bene, saranno pronti a febbraio.

Eppure, nell’ottobre scorso, il Viminale ha diffuso con fierezza i dati relativi ai controlli autostradali effettuati con gli etilometri già in dotazione: ben 35.620 sono stati (nei primi 9 mesi del 2007) i conducenti risultati positivi ai test. Nello stesso periodo, nel 2006, furono 27.088 quelli trovati a guidare in stato d’ebbrezza. C’è stato, dunque, un innegabile risultato positivo dovuto al giro di vite sulle norme della sicurezza stradale. Ma quanto lontani ancora appaiono gli standard di sicurezza di Francia e Inghilterra, dove in pochi anni, grazie a controlli rigorosi e severi, le vittime sulle strade sono diminuite rispettivamente del 40 e del 48 per cento. D’altronde, noi parliamo di giro di vite e di norme più restrittive, ma a nessuno verrebbe mai in mente di fare da noi come fanno in Gran Bretagna, che mandano direttamente in carcere chi viene sorpreso a guidare mentre telefona al cellulare. Da noi non va in galera neanche chi guida ubriaco e uccide tre persone, come il bergamasco di ieri. E che fa dire all’Associazione italiana Familiari e vittime della strada: «Le misure previste sono più un monito che una censura definitiva... Infatti affermare che chi guida ubriaco finisce in cella significa solo paventare una pena che non sarà mai espiata (se fino a due anni di pena non c’è detenzione, figuriamoci solo per qualche mese)».


IL SECOLO XIX

«Ubriachi in auto subito giro di vite»

Linea dura dopo gli ultimi episodi Allarme del pm Landolfi: l’alcol fa più vittime della droga

LOTTA alla guida in stato di ebbrezza. A tutti i livelli.

La magistratura - in particolare il sostituto procuratore, Alberto Landolfi, molto attento a esaminare il fenomeno, come pure i gravi rischi che sta comportando più in generale l’alcolemia - sostiene la necessità di approvare il nuovo "pacchetto giustizia" in esame al Parlamento. «Sono norme calibrate, aggiornate, rispondenti alle necessità e al contrasto dei fenomeni» dice.

Intanto si annunciano meticolosi e intensi a Savona, soprattutto in occasione delle festività di fine anno e inizio anno nuovo, i controlli della polizia stradale e della questura sugli automobilisti all’uscita dei locali. Ma non mancheranno di monitorare nemmeno i carabinieri e gli agenti della polizia municipale.

I fatti recenti (gli arresti e le denunce dei giovani piemontesi a Cosseria) e il grave incidente del parcheggio della Margonara, sono considerate punte d’iceberg del problema legato all’ assunzione di stupefacenti e di alcol tra i conducenti d’auto.

«Chi si pone alla guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche o di stupefacenti si trasforma in persona pericolosa per l’intera società - esprime il pm Landolfi - Ritengo che sia consapevole dei danni che può provocare a terzi nel momento in cui beve e si droga, sapendo di doversi poi mettere alla guida di un’auto o di un altro mezzo».

In Italia, un recente studio statistico su 400 casi di decesso per incidente automobilistico ha rilevato che il 54% dei casi presentava conducenti con alcolemia superiore allo 0,05%.

«Il consumo di sostanze alcoliche è un fenomeno spesso sottovalutato, ma ritengo molto più diffuso e per certi versi più pericoloso del consumo di stupefacenti - aggiunge Landolfi - Nel caso degli incidenti stradali emerge l’assunzione di sostanze solo se il responsabile riporta ferite o se viene sottoposto ai controlli da parte delle forze dell’ordine eventualmente chiamate sul posto per i rilievi. Tutti gli altri casi, purtroppo sfuggono, ma ragionevolmente ritengo che siano moltissimi».

Nessuno sotto accusa, tutta la società sotto accusa. Anche una diversa disciplina all’interno dei locali notturni circa la somministrazione di alcolici, è ritenuta da più parti un modo per porre un freno al fenomeno.

«Un giro di vite non significa sostanzialmente reprimere, inasprire le leggi e basta, ma semmai aggiornare i sistemi di dissuasione - entra in dettaglio il giudice Landolfi - Faccio esempi, ovviamente, senza alcuna particolare pretesa, ma riferendomi a norme già esistenti in altri Paesi occidentali: apertura e chiusura anticipata dei locali da ballo, divieto, non di somministrazione, ma di consumo di sostanze alcoliche in pubblico, dopo le 22. Divieto assoluto di consumo in pubblico per i minorenni. Ripeto, sono miei "desiderata", estratti da altre esperienze positive in nazioni diverse».

Natalino Famà


IL SECOLO XIX

Strage di patenti sotto l’albero

Edoardo Meoli

28 dicembre 2007 - Controlli a raffica e qualche patente ritirata per guida in stato ebbrezza. Il pranzo di Natale per alcuni automobilisti dal “gomito troppo alto” si è concluso con una sorpresa per nulla gradita sotto l’albero. Polstrada e carabinieri hanno controllato il tasso alcolico di decine di persone, col risultato di ritirare una decina di patenti (cui si aggiunge la sottrazione di 10 punti e una multa tra i 258 e i 1032 euro).

Questa volta a farne le spese sono stati soprattutto gli avventori dei ristoranti di Recco, Camogli e della vallata. Del resto le forze dell’ordine sono andate a colpo sicuro, visto che il comprensorio è uno dei più gettonati dai buongustai e non a caso Recco è capitale gastronomica della Liguria. Ma, come è facile immaginare (e come trapela da alcune indiscrezioni) nei prossimi giorni i controlli continueranno e riguarderanno altre zone. Per capodanno, ad esempio, si punterà sul Tigullio e sul capoluogo, dove si trovano la maggior parte dei locali che organizzano cenoni. Per quanto riguarda il golfo Paradiso, i controlli non sono una sorpresa per i titolari dei vari locali. E nessuno fa polemiche. Semmai c’è chi pensa a contromisure preventive.

Il Consorzio gastronomico di Recco, che è la maggiore associazione di settore, ha discusso nel corso di uno degli ultimi direttivi l’ipotesi di dotare i ristoranti di un etilometro, sulla falsa riga di quanto fanno, ad esempio, i ristoranti della Costa Azzurra e le discoteche dell’Emilia Romagna. «L’idea è stata lanciata e stiamo discutendo – conferma Daniela Bernini, promoter del Consorzio – non tutti la pensano allo stesso modo, ma credo che offrire un servizio di questo tipo ai nostri clienti sarebbe utile e darebbe una pubblicità positiva». Di certo le abitudini di chi si siede a tavola sono diverse rispetto ad alcuni anni fa e forse anche i controlli e le normative hanno avuto la loro influenza. Così sostiene Gianni Carbone, titolare della Manuelina, la cui esperienza in materia è indiscutibile: «Faccio questo mestiere da sessant’anni – dice – e posso assicurare che al ristorante si beve molto meno. Negli ultimi due anni abbiamo assistito alla fine dell’ammazza-caffè e persino il limoncello non lo chiede più nessuno. Il consumo di vino è dimezzato e ho l’impressione che in generale ci sia grande attenzione da parte dei commensali e anche qualche paura dei controlli. Meglio così, perché al ristorante ci si va per stare bene e non per ubriacarsi».


SAVONANEWS

Savona: controlli contro l’abuso di alcol sulle strade

Giro di vite, durante le feste natalizie, nei controlli sulla guida in stato di ebbrezza. Nessuna deroga poi, neanche per la notte di Capodanno, al divieto di vendita di alcolici dalle 2 di notte alle 6 del mattino. A nulla sono valse le proteste dei gestori dei locali che chiedevano una sospensiva della legge, entrata in vigore il 2 ottobre scorso, almeno per la notte di san Silvestro.

Il test con l’etilometro, che consiste nel soffiare due volte, a distanza di cinque minuti, in un tubicino collegato a un apparecchio, permette di misurare la concentrazione di alcol nel sangue. Per porsi alla guida di veicoli senza incorrere in sanzioni penali, essa deve essere inferiore a 0,5 grammi per litro.

E con il nuovo decreto legge del 3 agosto 2007, le sanzioni sono ancora più severe: oltre alla sottrazione di 10 punti sulla patente (20 per i giovani che hanno preso la patente dopo il primo ottobre 2003 e da meno di 3 anni), le multe partono da 500 euro ma, a seconda del tasso alcolemico, possono arrivare fino a 6.000 euro. Nei casi più gravi (oltre 1,5 g/l), è anche previsto l’arresto fino a sei mesi e la sospensione della patente da uno a due anni. Quando poi una persona in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale, le sanzioni vengono raddoppiate. 


IL GAZZETTINO

Carabinieri al lavoro nella notte di Natale. Posti di blocco all’ex Casinò 

Controlli alla "messa alcolica"

(L.M.) Carabinieri al lavoro anche la notte di Natale al Lido. Gli uomini dell’Arma sono stati impegnati nell’isola con una pattuglia notturna che ha passato al setaccio sia i locali frequentati dai giovani, che i punti strategici per la viabilità. Sono stati effettuati alcuni posti di blocco in lungomare Marconi all’altezza del piazzale dell’ex Casinò: controllate decine di automobilisti ed elevati anche alcuni verbali per infrazioni al codice della strada.

Particolare attenzione è stata dedicata ai controlli durante la "messa alcolica" che si è svolta al Club 22 (ex Acropolis) lunedì 24 dicembre dalle 23 alle 4 del mattino. Iniziativa, in contemporanea con le celebrazioni liturgiche del Natale, che dall’inizio di dicembre non aveva mancato di sollevare polemiche. Anche nel volantino di invito, infatti, era stata messa in atto una sorta di parodia del rito cristiano annunciando che avrebbero presenziato al rito della messa alcolica don Agi e don Simone, in realtà personale della stessa discoteca. I controlli dei carabinieri hanno avuto un effetto positivo.


IL GAZZETTINO

La Cgil: ubriachi al lavoro, rischio incidenti

Belluno

NOSTRA REDAZIONE

Ubriachi al lavoro già di prima mattina. Una triste realtà in provincia di Belluno nei cui confronti la Cgil, nell’ambito del "progetto sicurezza", sta contrapponendo un piano di prevenzione. «L’alcolismo nei luoghi di lavoro - affermano i vertici provinciali Renato Bressan, Denise Casanova e Mauro Dal Prà - è una piaga della nostra provincia, causa di un abbassamento sensibile dell’attenzione e fonte di numerosi infortuni che nel Bellunese crescono più che altrove in Veneto».

L’Inail di Belluno ha chiuso il 2006 con un incremento degli infortuni del 2,8%. I dati del 2007, parziali, danno un panorama poco incoraggiante: «Nel corso dell’anno abbiamo gestito una decina di casi lavoratori con problemi di alcolismo. Su segnalazione dei delegati Cgil abbiamo bloccato i loro licenziamenti avviando, al contempo, le riabilitazioni presso consultori o psicoterapeuti. Un percorso non semplice per questi alcolisti, in maggioranza over 50, che difficilmente ammettono il problema. Non di rado sono loro stessi che, piuttosto di umiliarsi, preferiscono dimettersi. Per non parlare del sommerso che fa lievitare il fenomeno. I dieci casi in esame sono purtroppo solo la punta dell’iceberg». Già da tempo dalle mense sono stati eliminati gli alcolici. «Ma il problema è che i lavoratori arrivano al lavoro già brilli». Per questo partirà una campagna nei luoghi di lavoro (con depliant informativi distribuiti con le buste paga). Ma la sicurezza è un tema che sta a cuore al mondo sindacale ad ampio raggio. «È nel settore artigianale che si concentra il maggior numero di infortuni, per farvi fronte assieme a Cisl, Uil e alle associazioni di categoria stiamo predisponendo interventi di prevenzione e formazione».

Raffaella Gabrieli


LA NAZIONE

INCIDENTI E POLEMICHE-NIENTE DOMICILIARI AL ROM ASSASSINO AHMETOVIC RESTA IN CARCERE MA L’UBRIACO DEL SUV E’ LIBERO

ASCOLI PICENO-

RESTA IN CARCERE Marco Ahmetovic, il rom di 22 anni condannato a sei anni e sei mesi per la strage Appianano del Tronto , in cui morirono quattro ragazzi falciati dal giovane ubriaco al volante di un furgone. Lo ha deciso il giudice di Ascoli Piceno, Annalisa Gianfelice,. Ahmetovic era tornato in carcere a Marino del Tronto dopo tre mesi passati ai domiciliari nel residence di Porto d’Ascoli, dove si trovava per una tentata rapina. Una decisione presa il 20 dicembre scorso dal giudice Boeri su richiesta del sostituto procuratore Ettore Picardi. Alla base dell’aggravamento della misura della custodia cautelare una telefonata fra Ahmetovic e un pregiudicato ascolano, con il quale il rom non avrebbe dovuto parlare, tanto più che durante la conversazione è stata citata un’arma giocattolo.

MA IL TEMA DEGLI ubriachi al volante e della non certezza della pena scalda gli animi, soprattutto dopo la tragedia nel Bergamasco dove un Suv, guidato da un uomo in stato di ebbrezza, ha travolto e ucciso tre persone, tra cui una bambina di 10 anni. Un uomo che ora è a piede libero. “Siamo veramente stupiti nel costatare che ci si “stupisca” del fatto che chi distrugge una famiglia perché ubriaco alla guida, non vada poi a finire in galera. Il nostro è un Paese nel quale sulla strada si può uccidere come si vuole e non si paga mai”. E’ il duro commento di Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori polstrada (Asaps), che cita un esempio.

“SE UN UBRIACO alla guida con valore alcolemico anche altissimo fa un sorpasso in curva, a velocità folle, magari anche senza patente, ammazza tre o quattro persone, purchè si fermi e si metta a disposizione della polizia non è mai passibile di arresto immediato, in quanto l’ipotesi di arresto facoltativo in questi casi non scatta. Poiché è noto che per la violenza stradale da guida in stato di ebbrezza l’attuale assetto normativo fa si che l’ipotesi di omicidio volontario non regga, serve una modifica legislativa che fissi in modo preciso e specifico le ipotesi di dolo eventuale”.

Al momento l’azione più forte secondo l’Asaps, è quella dei controlli con l’etilometro. “Con l’inasprimento delle sanzioni del codice della strada e il divieto di somministrare alcolici dopo le due di notte si iniziano a vedere i primi risultati. Ma non è ancora abbastanza”.


AGI

MORTI PER SCONTRO AUTISTA UBRIACO: LUTTO CITTADINO MONTELLO (BG)

Bergamo, 27 dic. - Lutto cittadino e sospensione di ogni manifestazione legata alle Feste: questa la decisione presa dal Comune di Montello, in provincia di Bergamo, per ricordare le tre vittime dell’incidente stradale provocato da un autista risultato ubriaco, che nel pomeriggio del giorno di Natale ha distrutto quasi un’intera famiglia del paese, provocando tre morti (padre, madre e una figlia) e una ferita (la seconda figlia, operata a entrambe le gambe ma ancora grave). Sono rientrate oggi pomeriggio a casa le salme di Antonio Chizzoli, 47 anni, Maria Teresa Bertoli, 44, e Linda, 10 anni. L’arrivo dei feretri

Sabato, 29 Dicembre 2007
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