Nota: in questi giorni si conclude il mandato di Ennio Palmesino come Presidente dell’AICAT, Associazione Italiana dei Club degli alcolisti in trattamento. Mi piace comunicare il mio ringraziamento per la sua infaticabile e qualificata attività di questi anni dalle pagine di questa rassegna stampa, perché questa rassegna è il prodotto finale del lavoro di un gruppo di persone, che qualche anno fa, stimolati dall’indimenticabile Andrea Mattei, ha deciso di utilizzare il computer per fare girare più informazioni sull’alcol e i problemi alcol correlati. Con l’occasione desidero ricordare Aurelio Di Carlo, che da poco ci ha lasciato, e salutare Marco Variara, oggi curatore del sito AICAT (www.aicat.net ). Ennio era parte attiva di questo gruppo, ha creduto subito in questo progetto - che è poi decollato con il fondamentale ingresso di Roberto Argenta - e ha sempre collaborato nelle mille iniziative nate negli anni sullo stimolo di questa rassegna, rassegna che ogni sera viene inviata in tutta Italia a circa 400 indirizzi di posta elettronica, ed è ripresa da numerosi siti Internet. Grazie ancora al caro Ennio e buon lavoro per i suoi nuovi incarichi. Benvenuto al neo Presidente, Nello Baselice, che ha già avuto modo di comunicare la sua intenzione di adoperarsi per rinforzare il sostegno alla rassegna stampa da parte dell’AICAT. Alessandro Sbarbada
LA NAZIONE PROVINCIA DI GROSSETO “Vogliamo pene più severe per chi guida ubriaco” Petizione proposta dai ragazzi del Commerciale Di Aristide Vasellini
ORMAI, purtroppo, non c’è più bisogno di ulteriori conferme: il peggior killer delle strade non è la velocità in quanto tale, ma la capacità di guidare di chi sta al volante, e se il guidatore non è in buone condizioni fisiche il pericolo diventa enorme. Chi guida sotto l’effetto di alcol o di droghe si trasforma per sua volontà, o quanto meno incoscienza, in un potenziale omicida, un omicida che però è impunibile, o quasi: il massimo che rischia è un’accusa di omicidio colposo e la sospensione (non la revoca) della patente. TUTTO ciò è risaputo e i casi del genere sono talmente tanti che si rischia di non indignarsi a sufficienza per queste morti che restano impunite. Prendendo spunto dalla morte di Michele Ballerini, morto a 12 anni travolto da un’auto a Marsiliana mentre andava in bicicletta da un amichetto, i ragazzi della Quinta A del commerciale di Albinia, hanno pensato di organizzare una petizione sotto la guida dell’insegnante di diritto. “PROF, ma se dovesse venire accertato che chi ha ucciso Michele guidava in stato di ebbrezza, (ndr: gli accertamenti sono ancora in corso) quale pena gli verrà comminata?”. Questa domanda posta all’insegnante di Diritto ha dato il via ad una serie di discussioni e confronti che però hanno lasciato l’amaro in bocca ai ragazzi e agli insegnanti per l’impotenza e il senso di ingiustizia che si avverte quando succede un incidente per colpa di un ubriaco, “una persona – dicono – che volontariamente si pone in uno stato di incoscienza tale da non poter evitare la morte di un’altra persona” E ALLORA ecco un’azione concreta, una petizione che faccia riflettere su questo inquietante problema “coloro che dovrebbero interpretare le esigenze della società civile e trovare soluzioni idonee a rendere concreto il diritto alla vita”. Una petizione nata dalla disperazione e dalla rabbia, ma anche dalla speranza che le cose possano cambiare, “se chi di dovere avrà il coraggio e l’umiltà di ascoltare. Non deludiamo – conclude Gianna Pacini, l’insegnante di diritto che con i ragazzi della quinta A ha proposto la petizione – le speranze di coloro che saranno gli adulti di domani”. CHI VUOLE aderire alla petizione può visitare il sito www.istecnico-verrazzano.it , scaricare il modulo della petizione e inviarlo firmato a “ITC Albinia, via Della Pace, Albinia ( GR )”
SPETT. SINDACO DI PIETRASANTA… Ecco la mia lettera di risposta al comunicato stampa del Sindaco di Pietrasanta, pubblicato ieri in rassegna http://fedeperlavita.blogspot.com/2007/12/no-al-camel-ponce-di-pietrasanta.html .
In questi anni abbiamo messo in discussione numerose iniziative alcoliche in tutta Italia, dall’Ombralonga in Veneto, al Motoraduno della Vernaccia in Sardegna, alla manifestazione enopodistica in Sicilia..., e pochi Sindaci dei comuni coinvolti hanno avuto la correttezza del Sindaco di Pietrasanta nel rispondere, cortesemente e pubblicamente, alle critiche, spiegando i motivi delle scelte operate. Premesso questo, io penso che una festa notturna organizzata nel nome di un superalcolico non sia accettabile, eticamente. Penso che una associazione che si occupa di salute e sicurezza debba sempre essere serenamente a disposizione per l’incontro e il dialogo, ma non si possa in nessun modo "integrare" con l’organizzazione di un evento di questo tipo, riconoscendolo e legittimandolo di fatto con la propria presenza. Penso che la cultura della salute e della sicurezza si promuova veicolando messaggi chiari, non ricercando compromessi con chi quanto più alcol vende tanto più guadagna. Non condivido le speciali ordinanze per prorogare l’orario utile per somministrare superalcolici, condivido la scelta di mandare le forze dell’ordine, anche in borghese, per controllare il rispetto della legalità , sia per quanto riguarda la somministrazione di bevande alcoliche ai minori, sia per quanto riguarda il rispetto degli orari previsti per vendere alcol, sia per quanto riguarda il controllo dell’alcolemia a chi, reduce dalla festa, si mette al volante. Alessandro Sbarbada
TRENTINO TESERO Con l’Acat il primo S. Silvestro analcolico TESERO. L’hanno battezzata «Bao, bao 7...8», per ricordare il passaggio dal 2007 al 2008 con un scherzo infantile. E’ la proposta per un ultimo dell’anno senza alcol e quindi senza rischi da eccesso, è venuta dai Club degli Alcolisti in Trattamento, in particolare dal S. Leonardo di Tesero. Il club, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, ha invitato giovani, meno giovani e famiglie presso la sala bavarese dalle 20.30 in poi del giorno di S. Silvestro. Un modo per stare assieme in simpatica e allegria, con una festa divertente ma senza conseguenze pericolose. Una proposta aperta a tutti coloro che vogliono brindare al nuovo anno senza alcolici. Ad allietare la serata ci sarà anche il cantautore moenese Chum. Per tutti bibite a volontà ed una pastasciutta prima di mezzanotte. L’ingresso è ad offerta libera. E’ opportuna la prenotazione rivolgendosi a Luigi Vinante al n. 333 2784361. L’ACAT della valle di Fiemme ed il Club organizzatore auspicano una massiccia partecipazione. Si tratta infatti di una importante «prima volta» che vorrebbe fare scuola. (f.m.)
IL GAZZETTINO Limiti anti-alcol, discoteche in rivolta “A Capodanno brindisi anche dopo le 2”
A poche ore dalla notte di San Silvestro riscoppia la guerra dell’alcol che mette a rischio il cin cin di Capodanno: la Federazione dei pubblici esercizi (Fipe) e il Sindacato delle imprese dello spettacolo (Silb) chiedono al governo di sospendere il divieto di vendita di alcolici nei locali pubblici dopo le due di notte. E in cambio della deroga, le due associazioni di categoria aderenti alla Confcommercio offrono di «fornire adeguate condizioni di sicurezza sulla strade con l’iniziativa del ’guidatore designato’». A tale campagna di prevenzione hanno già dato la propria adesione oltre mille locali da Bolzano a Palermo, spiegano i vertici Fipe, che lanciano però un ultimatum al governo: «Non faremo nulla di tutto ciò, fermeremo ogni contributo se non verrà concessa la sospensiva per Capodanno». (*) «È un ricatto di basso livello» commentano Gianluca Melillo (Forum dei Giovani e associazione ’BastaUnAttimo’) e Andrea Dan, presidente dell’associazione Manuela e referente del coordinamento dei comitati per la sicurezza stradale. «Le restrizioni andrebbero estese proprio in questi periodi di maggior rischio - rincara il trevigiano Dan - I ristoratori e i gestori di locali pubblici che chiedono deroghe non hanno senso civico, ignorano il valore della vita e pensano solo ai propri incassi. Si sono mai chiesti perchè all’estero le norme sono più severe, perchè in Paesi come la Russia e tanti Stati dell’Est chi guida ubriaco si fa qualche anno di galera? E perchè anche negli Usa è previsto il carcere. Perchè solo in Italia l’alcolismo dev’essere considerato una esimente, quasi una giustificazione degli omicidi che si commettono?». Sul fenomeno degli ubriachi al volante sia la Fipe che il Silb ribattono che «lasciare il provvedimento inalterato anche durante le festività di fine anno è pura demagogia alla ricerca di consenso popolare senza pensare ai cittadini". Le associazioni dei gestori ce l’hanno con l’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale varata nell’agosto scorso con cui si vieta la vendita e la somministrazione di alcolici dopo le due di notte nei locali pubblici con intrattenimento. «Gli incidenti stradali mortali nel periodo di Natale - rincarano la dose Erminio Alajmo (Fipe Veneto) e Renato Giacchetto (Silb nazionale) - sono la conferma che l’alcol uccide in qualsiasi ora anche di giorno. Se non vogliamo che anche il Capodanno, come è tristemente successo per il Natale, venga ricordato come un bollettino di guerra dobbiamo evitare di incentivare a bere senza controllo prima di guidare, proprio ciò che invece avverrà se alle due di notte del primo gennaio la gente sarà costretta ad uscire dai locali per continuare a brindare per la strada, nelle feste private e nelle fiere e altre strutture, spazi improvvisati dove la legge non ha applicazione. E’ come incentivare il sommerso, l’evasione, mentre noi che rispettiamo la legge dobbiamo sempre rimetterci» (**). «Come se non bastasse la crisi provocata ai locali pubblici dall’allarme meningite» chiosa Giacchetto che è imprenditore a Jesolo, ma anche socio di un notissimo locale nella Marca. «Non si può liberalizzare solo perchè è impossibile controllare tutti - ribatte Pierina Guerra, responsabile veneta dell’Associazione familiari vittime della strada - perchè altrimenti chi uccide per propria colpa, mettendosi alla guida ubriaco o drogato, potrà sempre farla franca». «Lanciamo anzi un appello ai prefetti di tutto il Nordest - chiedono sia Dan che Guerra (entrambi familiari di vittime) - perchè s’impegnino in una campagna antialcol facendo arrivare in Veneto, una delle regioni più a rischio per la sua "cultura del bere", una gran parte degli 800 etilometri che il ministero dell’Interno ha acquistato e sono inutilizzati. Come noi la pensano anche tanti agenti delle forze dell’ordine, le loro associazioni Asaps e il sindacato Coisp per fare solo due esempi». Sul tema è intervenuto ieri anche il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia: «Chiedo ai ragazzi di festeggiare San Silvestro con maturità, propria delle radici culturali e storiche del Veneto, con un intelligente consumo dei nostri ottimi spumanti e con la doverosa prudenza nella guida. Mi rivolgo soprattutto ai giovani il cui legittimo diritto al divertimento non deve trasformarsi in dolore e lutto. Non voglio fare il proibizionista, ma ho il chiodo fisso di fermare la carneficina sulle nostre strade. Basti pensare che nella sola provincia di Treviso il 32\% degli incidenti mortali del 2007 ha colpito giovani sotto i 30 anni. Molto meglio un eccesso di rigore e prudenza che dover piangere i risvolti negativi della superficialità». «Ai dati di Zaia - conclude Andrea Dan (Ass. Manuela) - va aggiunto il fatto che il 40\% delle vittime è provocato dall’alcol. Avviando una campagna come quella contro il fumo, nel solo Veneto si salverebbero almeno duecento vite delle 600 spezzate sull’asfalto ogni anno». Gigi Bignotti
(*) Nota: non entro nel merito dello squallido ricatto, che dimostra una volta di più come a questa gente interessi guadagnare denaro e non certo promuovere salute e sicurezza. Quello che desidero sottolineare è che i discotecari propongono di sospendere un’iniziativa dimostratasi utile per offrire in cambio un’iniziativa dimostratasi inutile: sarebbe davvero sciocco cedere a un ricatto del genere.
(**) Nota: abbiamo pubblicato ieri in rassegna i dati ASAPS che dimostrano come questa norma, pur imperfetta, si stia dimostrando efficace nel ridurre morti e feriti sulle strade italiane.
COMUNICATO AIFVS dall’AIFVS un appello ed un augurio CAPODANNO PER LA VITA brinda responsabilmente! E se non sei sobrio non guidare!
L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada lancia un appello affinché per Capodanno non si ripeta la drammatica strage avvenuta questo Natale, invitando ciascuno a fare la propria parte per salvare vite umane. Pertanto, l’AIFVS chiede a tutti i mezzi di comunicazione radiotelevisiva e stampa di lanciare il messaggio“Capodanno per la vita: brinda responsabilmente, e se non sei sobrio non guidare!”. Il lancio del messaggio contribuirà allo scopo, non solo nostro, di fermare la strage stradale. Inoltre, l’AIFVS si appella al Ministro dell’Interno ed a tutte le forze dell’ordine affinché garantiscano l’assoluto rispetto del divieto di somministrazione di bevande alcoliche nei locali pubblici, ma soprattutto perché usino il pugno di ferro con tolleranza zero a chi abusivamente venderà alcolici al di fuori dei locali e delle discoteche, speculando sui giovani e contribuendo a causare altri insopportabili omicidi stradali. Infine l’AIFVS augura che la stessa fermezza e un impegno responsabile ci siano in tutti i settori di lavoro e per tutti i giorni dell’anno, per contribuire ad affermare stili di vita più sobri. Giuseppa Cassaniti Mastrojeni presidente
L’ECO DEL CHISONE Un volume della nuova associazione Arcobaleno "Gli alcolici, amicizie pericolose…" Per spiegare i problemi dell’alcolismo
Tre amici - Giancarlo Boetto, Roberta Peyrot Rostan e Alberto Taccia -, membri della Nuova associazione Arcobaleno della Val Pellice, decidono di parlare a tutti i ragazzi sotto i vent’anni. Per spiegare, attraverso il metodo colloquiale a tre voci - con domande, risposte, considerazioni, informazioni e testimonianze dirette -, le sconvolgenti ripercussioni della dipendenza alcologica. È il contenuto de "Gli alcolici, amicizie pericolose…", volume pubblicato dal centro servizi "Idea solidale" e arricchito dalle vignette di Max Cambellotti. L’associazione Arcobaleno lotta da sempre contro il disagio e l’indifferenza, operando sinergicamente con l’Associazione dei club alcolisti in trattamento (Acat) e con il Servizio tossicodipendenze dell’Asl 10 del Pinerolese (Sert). Perché proprio i giovani? «Perché sono soggetti a rischio a causa delle prime bevute in allegra compagnia», rispondono gli autori. Prima dell’edizione cartacea, i dialoghi hanno trovato viva espressione attraverso una serie di conversazioni trasmesse da Radio Beckwith. La loro trascrizione e successiva stampa permette ora la distribuzione nelle scuole, partendo da quelle medie superiori. Pagine che fanno riflettere, che smuovono aspetti della quotidianità spesso accettati con leggerezza. Carla, una delle protagoniste dei dialoghi, afferma ad un certo punto: «Sarebbe interessante capire meglio perché una persona diventa dipendente da una sostanza al punto da non potersene più liberare». La risposta arriva dall’amico Bruno: «Per quanto riguarda l’alcol si può essere indotti da una serie di modi di dire che ne esaltano le virtù e ne incentivano il consumo, come: il vino fa buon sangue, il vino ti da una botta di energia quando sei stanco, il vino fa dimenticare i dispiaceri e ti rende allegro». Senza dubbio toccante, tra le varie testimonianze, la lettera che Roby P. dell’Acat Val Pellice scrive all’alcol: «Caro alcol, mi sembra strano scriverti perché tu sei una cosa, non un essere vivente con il quale poter comunicare, ma nella mia vita fin da piccolo sei sempre stato una presenza costante. Non si può certo dire che tu fossi una presenza discreta, anzi, quando ti presentavi alla porta di casa mia improvvisamente ti impossessavi di mio padre, diventandone l’amante e da quel momento fino a quando te ne andavi per brevi periodi eri tu a comandare in casa mia (…)». La lettera termina con un lieto fine: «Ora per fortuna sei sempre meno presente in casa mia, mio padre con il nostro aiuto è riuscito a chiuderti la porta in faccia (…). A non rivederci!». Stefania Ferrero
CORRIERE.IT – “ITALIANS” Chi è causa del suo mal paghi per se stesso Caro Beppe, cari Italians, guardando i tg in questi giorni mi sono venute in mente alcune riflessioni, in particolare su tre argomenti che ne occupano gran parte: l’immondizia a Napoli (spero che laggiù sia arrivato lo stupendo articolo di G.A. Stella di qualche giorno fa, non c’è bisogno di commentare oltre), i petardi per la fine dell’anno e gli incidenti dovuti all’ubriachezza. Cos’hanno in comune questi tre fatti apparentemente scollegati? Eccovi qualche aiutino: a Napoli per la spazzatura interviene l’esercito, si creano commissioni, si mandano aiuti. Domanda: chi paga? Gli incidenti sulle strade: fanno vittime, è vero, ma fanno anche feriti, alcuni dei quali permanenti, i quali prenderanno una pensione. Alcuni di loro hanno "subìto" l’incidente, ma molti l’hanno causato. Per questi ultimi, magari ubriachi (che poi scrivono a "Italians" perché non sono ubriachi se hanno bevuto solo un bicchierino: ci riempio le ambulanze che guido, di gente che ha bevuto solo "un bicchierino"), chi paga? In Sardegna, a Natale, un bambino di 12 anni si é fatto saltare tutte le dita di una mano. Se va bene (glielo auguro) camperà fino a 100, percependo una pensione di invalidità tutti i mesi per 88 anni. I fuochi ovviamente erano illegali, e chi doveva vegliare dormiva, o sonnecchiava per il troppo mangiare. Se fosse uno, passi, se fossero tutti bambini, ok, ma sapete meglio di me quante centinaia di invalidi anche più che maggiorenni provochino i fuochi. E chi paga? Bene, la risposta a questa domanda è sempre la stessa: noi, che non c’entriamo niente. Non solo: paghiamo gente che ha causato più o meno volontariamente i suoi guai, e ora un po’ paghiamo anche noi per loro. E’ giusto che questa gente prenda gli stessi soldi che prendono i nostri soldati, o i lavoratori che per portare a casa la pagnotta sono rimasti feriti, o per coloro che sono stati meno fortunati o che hanno avuto davvero un incidente? Sarei felicissimo di pagare le tasse (è vero, Mr P-S), se i miei soldi andassero a chi se li è meritati. Non sarebbe ora che il proverbio "Chi è causa del suo mal pianga se stesso" si completi in "Chi è causa del suo mal paghi per se stesso"? Andrea Mick Barni , john_wayne@tiscali.it
IL GAZZETTINO (Padova) L’EQUIPE DI TOSSICOLOGIA ANALIZZERÀ I LIQUIDI DEI COINVOLTI NEGLI INCIDENTI Studio su alcol e droga alla guida
Provvederà alla raccolta di liquidi biologici, sangue e saliva, da 3.600 conducenti di veicoli a motore, circolanti, feriti o deceduti a seguito di incidenti stradali accaduti nel Veneto. L’Unità operativa complessa di Tossicologia forense e Antidoping dell’Azienda Ospedaliera - Università di Padova diretta dal professor Santo Davide Ferrara, in collaborazione con il Compartimento di Polizia Stradale del Veneto con il comandante Pietro Luigi Saga, punta l’attenzione su chi è al volante: parte a gennaio il progetto Druid (Driving under the influence of drugs, alcohol and medicines), lo studio della disabilità alla guida indotta da alcol e sostanze psicotrope, finanziato dalla Comunità Europea. Le analisi di laboratorio, effettuate con le più moderne tecniche cromatografiche e spettrometriche di massa, consentiranno di determinare la qualità e la quantità di sostanze psicoattive presenti nei campioni raccolti. I risultati ottenuti permetteranno di rilevare, a livello europeo, nazionale e regionale, la prevalenza del rischio di incidenti stradali indotti dalla disabilità alla guida causata da alcol e droghe. Druid entrerà nella sua fase operativa attraverso un intenso programma di controlli stradali che avranno la finalità di testare le capacità tossicologico-epidemiologiche su un numero campione di conducenti di vetture. Il progetto si propone di fornire un importante supporto scientifico alla politica comunitaria dell’Unione Europea in tema di trasporti e sicurezza del traffico, mediante l’identificazione di linee guida e misure comuni che possano di fatto contrastare la guida in condizioni di disabilità indotte da alcol, oppiacei, cocaina, cannabinoidi, amfetamine, psicofarmaci. Al progetto partecipano 19 stati europei attraverso una task force di 37 istituzioni accademiche, di ricerca, mediche e governative. Unica istituzione prescelta a rappresentare l’Italia è l’Uoc di Tossicologia forense di Padova. I controlli stradali saranno condotti in altri 12 Paesi (Belgio, Danimarca, Finlandia, Lituania, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Ungheria, Spagna e Svezia) testando complessivamente 45 mila conducenti. F.Capp.
ASAPS.IT Francia, oltre il Monte Bianco se bevi troppo un Naso Rosso ti riporta a casa Accordo anche con la società Autostrada Bianca, che gestisce il Tunnel
(ASAPS) CHAMONIX (FRANCIA), 29 dicembre 2007 – C’è un’associazione, che opera soprattutto nei paesi francofoni – perlopiù nella stessa Francia, in Svizzera ed in Canada – che ogni anno si impegna per contrastare i rischi della guida in stato di ebbrezza. Si chiama “Nez Rouge”, che tradotto significa “Naso Rosso”, il simbolo goliardico della ciucca. Ebbene, “Naso Rosso” ha convinto anche quest’anno la società che gestisce in concessione autostrada e Tunnel del Monte Bianco sul lato francese (ATMB) a distribuire nel periodo natalizio ben 15.000 alcoltest, tutti corredati di un folder informativo. L’operazione coinvolgerà i caselli di Nangy, Viry e Cluses, dove i conducenti devono sostare per avvicinarsi al confine, ma anche i pannelli a messaggio variabile forniranno il loro contributo, ricordando che un incidente mortale su quattro ha come causa diretta l’uso di alcol e che dopo il veglione di capodanno, chi lo vorrà, potrà farsi accompagnare a casa dai volontari di Nez Rouge, con molti mezzi messi a disposizione dall’ATMB, in gran parte delle località dell’Alta Savoia ed in Svizzera. “L’alcol, che è responsabile del 25% dei morti sulla strada, è un fenomeno molto difficile da contrastare – spiega Jean-Paul Chaumont, direttore generale della società concessionaria – ma una corretta informazione può dirsi determinate. Un tasso alcolemico di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue, moltiplica per due il rischio di essere ucciso (o di uccidere, ndr) sulla strada e sono sufficienti generalmente due bicchieri di vino per raggiungere questo livello, che coincide con la soglia legale. I veglioni – aggiunge Chaumont – rendono il conducente particolarmente soggetto ad assumere alcol e proprio per questo abbiamo scelto il periodo natalizio per ricordare al conducente i rischi che si prende, proponendo soluzioni pratiche e non un semplice ripasso informativo”. Nel 2006, l’operazione si è conclusa con l’accompagnamento a casa di oltre 400 persone, che all’uscita da discoteche o cenoni non erano in grado di tornare a casa. L’associazione Naso Rosso è stata spesso al centro di molte polemiche tra chi taccia i volontari di concedere una sorta di lasciapassare per la bevuta, abbassando la coscienza di chi altrimenti non assumerebbe alcol, e di chi invece ritiene legittimo cercare di limitare i danni almeno sul fronte stradale. Si può dunque parlare di contrasto alla sbronza passiva, perché portando a casa chi è ubriaco si abbatte una congrua percentuale di rischio, e di contrasto agli effetti istantanei dell’alcol, in quanto il bevitore viene riaccompagnato a casa e non potrà farsi male… resta però, e qui si sono concentrate spesso le critiche, il problema di salute che l’uso di alcol genera. (ASAPS)
CORRIERE.IT – “ITALIANS” Al volante sembriamo dei kamikaze
Caro Beppe, è triste notizia dell’incidente stradale che a Natale ha provocato una strage a Bergamo. A provocarla un guidatore alticcio. Capisco che l’ubriaco al volante tiri la volata alla notizia, ma con questa semplificazione perdiamo di vista il reale problema e ci garantiamo la certezza di non risolverlo: in Italia guidiamo come pazzi. Tutti (o quasi). Poi ogni tanto qualcuno ci aggiunge l’alzata di gomito o lo spinello, ma questo non è il punto principale. Vado spesso in Olanda per lavoro e noto messe in pratica, da tutti, queste semplici regole: delle autostrade si usano tutte le corsie, non solo le due a sinistra; per girare si usa la freccia, sempre e per tempo; non si guida a 20 cm dal paraurti di chi ci precede; se qualcuno segnala di volersi inserire nella nostra corsia, si cerca di fargli spazio per facilitargli la manovra (e ridurre al minimo i rischi di una collisione che ci vedrebbe coinvolti). Lungi da me praticare lo sport nazionale de "All’estero fanno tutto meglio", ma... ahimè, in questo caso è tremendamente così. Cari connazionali, al volante rischiamo troppo, sembriamo dei kamikaze, dimostriamo ancora una volta assoluta mancanza di rispetto, intelligenza e civiltà. Come risolvere? Nel mio piccolo - quando guido - cercando di dare l’esempio senza polemica. In grande... beh, se verrò eletto ministro dei Trasporti ve lo dirò. Pepe Lessi , pepe.lessi@nauticalessi.it
ADNKRONOS Gli incidenti sono stati 1.461 con 28 morti e 1.157 feriti Velocità, alcol e cinture i vizi più multati a Natale La fotografia dell’Aci sulle cattive abitudini degli italiani nella settimana dal 21 al 26 dicembre: ritirate 831 patenti e tagliati 35.927 punti
Roma, 29 dic. (Adnkronos/Ign) - Eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza e mancato uso delle cinture di sicurezza: sono questi i ’vizi’ più multati dalla Polizia Stradale durante le vacanze di Natale. A fotografare le cattive abitudini degli italiani alla guida è l’Aci che ha rielaborato i dati della Polizia Stradale in questa settimana di festa, dal 21 al 26 dicembre scorso. A guidare la classifica delle violazioni, appunto, l’eccesso di velocità: da venerdì 21 a mercoledì 26 dicembre sono stati 17.374 gli automobilisti multati per questo su strade e autostrade. Segue il mancato uso delle cinture di sicurezza per cui sono stati sanzionati 928 automobilisti mentre in 535 si sono messi in macchina dopo aver alzato il gomito, con un tasso alcolico nel sangue più alto del consentito. A resistere anche la cattiva abitudine di parlare al cellulare senza auricolare mentre si guida: 384 automobilisti sono stati multati così come in 30 sono stati fermati e trovati sotto l’effetto di droghe. Un’operazione che ha portato nel complesso al ritiro di 831 patenti e al taglio di 35.927 punti. Dall’analisi dell’andamento delle sanzioni, inoltre, l’Aci sottolinea come le infrazioni per velocità si concentrino nei giorni di grande esodo mentre nei week-end quelle legate all’alcol e alle sostanze stupefacenti. I comportamenti scorretti, la distrazione e la mancata osservanza del Codice della Strada hanno causato in questi giorni, sempre secondo i dati della Polizia Stradale, 1.461 incidenti con 28 morti e 1.157 feriti.
L’ARENA di Verona VITE DA CLOCHARD. Silvestro e Caterina vengono dalla Polonia, Lenir dalla Repubblica Ceca, non hanno né tetto né lavoro Storia di una donna due uomini e tre cani I vigili hanno demolito la baracca dove vivevano e ora dormono all’addiaccio nei giardini di Santa Croce Anna Zegarelli
Abitavano in una baracca a pochi metri dalla rotonda che porta alla Valpantena. Da quando la polizia municipale è intervenuta sgomberando l’area e buttando giù l’unico riparo che avevano vivono ai giardini di Borgo Santa Croce, tra la vie Ponchielli, Verdi e Villa Cozza. Sono due uomini e una donna. Silvestro ha poco più di 50 anni, arriva da Varsavia, fino al 2000 faceva il muratore. Caterina di anni ne ha 62, anche lei è polacca, di Cracovia, lavorava come colf e badante. Lenir è più giovane, è della Repubblica Ceca, ha 38 anni ed era muratore. Poi nel 2002 un ictus seguito da tre infarti. Da allora dorme dove capita, prevalentemente sulle panchine. «Sono le più comode», assicura con un sorriso che gli storce la bocca. Gli occhi però sono ancora di un bel colore vivo. Non si è ancora rassegnato alla sua miseria. Dormono sul prato, per materasso hanno un cartone a testa. La coperta è grande e pesante. A scaldarli in questi giorni di freddo i cani di Silvestro: un pastore tedesco di nome Ciccio e un husky, Aia. Fino a qualche giorno fa potevano contare anche su un bastardino, Diana, che ora è convalescente e riposa in una carrozzina che il veterinario, raccontano, ha offerto dopo averlo sottoposto a un intervento chirurgico alle zampe posteriori. Per Diana tutti e tre si fanno in quattro. Hanno chiesto l’elemosina e acquistato pannolini e antibiotici. Le coperte che potevano usare per se ora sono tutte per lei. A ogni suo lamento Caterina spinge avanti e indietro la carrozzina: la culla come fosse una bambina. Il ritmo da tenere Caterina lo conosce bene perché è madre. Sua figlia vive in Australia. «Non voglio che sappia che mi sono ridotta così. Sono i genitori che devono aiutare i figli, non viceversa», spiega per poi cambiar subito discorso. Troppo dolore? «È trascorso un altro Natale così», si limita a dire. Silvestro ha le mani rovinate dall’artrite, la pelle rovinata dall’alcol. Beve molto. «Potrei ancora lavorare», assicura guardandosi le mani, «posso ancora fare tutto non come Lenir che fatica a rimanere in piedi». Lenir passa le giornate bevendo birra così dorme il più possibile. La panchina che ha scelto è vicino a un cestino ricolmo di rifiuti. «Qui non passano mai a pulire», fa notare, «sarà che considerano spazzatura anche noi». E ride della battuta. È arrivato a trovarli un amico, Giorgio, anche lui polacco. Lui sì che è fortunato, da 15 anni è sempre riuscito a lavorare. Si preoccupa molto per Silvestro. Un tempo vivevano insieme, poi quando l’amico perse il lavoro, lo stesso impresario da cui lavoravano gli impose di trovarsi un altro compagno, uno che lavorava e poteva dividere a metà le spese. Ma Silvestro non se ne fa un cruccio. «Non andrò mai al dormitorio. Come potrei lasciare i miei cani fuori da soli in balia di chissà quale malintenzionato?», dice tutto d’un fiato, «Per me sono come figli. Non ho altro al mondo se non loro. Loro sì che mi amano davvero: mi ascoltano, mi difendono, si prendono cura di me». I suoi compagni di sventura lo guardano e annuiscono. Condividono la sua scelta e anche loro non lascerebbero mai solo Silvestro. Questi sono i giardini della miseria, quella vera. Lo sono sempre stati nonostante tre anni fa sia stato realizzato un parcheggio per camper. A pochi passi, in via Puccini, il discount il 14 aprile scorso ha subito un furto. Allora furono molti gli abitanti che lamentarono il degrado della zona. Ora tra i residenti c’è chi si lamenta ancora di non potere aprire le finestre e chi invece ai tre clochard porta caffè e thé caldo. Caterina, Silvestro e Lenir lo hanno ringraziato commossi e lo hanno sottolineato più volte raccontandoci con parole scarne e in un italiano misto a polacco la loro triste storia.
TRENTINO Beve un litro e mezzo d’alcol puro e muore La vittima è un cinquantenne rumeno. Inutile la corsa al pronto soccorso di Borgo È stato soccorso da Francesco Gretter ma non c’è stato nulla da fare. La procura apre un’inchiesta: oggi l’autopsia
BORGO. Stroncato da una dose massiccia di alcol. Potrebbe essere questa la causa del decesso di Calin Servan Joan Paraschivescu, cittadino rumeno di 50 anni, arrivato cadavere ieri mattina al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Valsugana. Secondo i primi accertamenti, il cinquantenne, noto etilista, avrebbe ingerito la sera precedente un litro e mezzo di alcol denaturato, una quantità che non avrebbe lasciato scampo ad un fisico già molto provato. La procura ha disposto l’autopsia. Paraschivescu era in Italia già dal 2003. Lavorava soprattutto nel settore alberghiero e in questi anni aveva trovato occupazione in varie località turistiche del Trentino. A breve lo attendevano in un albergo di San Martino di Castrozza. Un uomo laborioso, dunque, ma incline ad esagerare con l’alcol, soprattutto nei periodi in cui non riusciva a trovare un’occupazione. Proprio di recente, tra l’altro, il rumeno era stato colpito da un gravissimo lutto familiare, la perdita di una figlia nel paese di origine. Nell’ultimo periodo viveva a Valcanover, dove condivideva un locale con un cittadino bulgaro e un lituano, in un edificio messo a disposizione da un artigiano del posto, Francesco Gretter, 48 anni. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del nucleo operativo di Borgo, il cinquantenne giovedì sera avrebbe bevuto addirittura un litro e mezzo di alcol denaturato. Durante la notte - intorno alle 4.30 - si è sentito male. I primi a prestargli soccorso sono stati i suoi coinquilini, che hanno avvisato Gretter. L’artigiano ha subito caricato sull’auto il rumeno, ma evidentemente le condizioni dell’uomo erano già gravissime: quando è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo era ormai cadavere. In un primo momento si era diffusa la notizia che il cinquantenne fosse stato trovato rantolante ai bordi della strada che da Levico porta alla frazione di Selva. In realtà i militari hanno poi chiarito che le cose si erano svolte in modo ben diverso. Al momento non sono chiare le cause della morte, anche se l’ipotesi più probabile è quella di una grave intossicazione da alcol. Ai conoscenti della vittima risulta inoltre che Paraschivescu avesse problemi cardiaci. I militari hanno sentito come persone informate sui fatti i coinquilini della vittima. La procura ha aperto un fascicolo sulla vicenda e la pm di turno, Alessandra Liverani, ha disposto l’autopsia, che verrà effettuata nelle prossime ore.
IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia) SANGUE SULLE STRADE Aumentano le vittime degli incidenti I vigili: "Rafforzeremo i controlli" E’ un bilancio pesante quello tracciato dal comandante della polizia municipale Antonio Russo a proposito dell’infortunistica stradale nell’anno che si sta per chiudere. Il numero delle vittime degli incidenti ha superato, già ad ottobre, quello degli anni scorsi
Reggio Emilia, 21 dicembre 2007 - E’ un bilancio pesante, quello del Comune, registrato al 31 ottobre sul fronte degli incidenti stradali. A tale data il numero delle vittime delle stragi del sabato sera ha già raggiunto quello complessivo registrato alla fine degli anni scorsi. In aumento anche gli incidenti mortali. Le cifre, sono state presentate dal comandante della polizia municipale Antonio Russo che parla di "una situazione purtroppo seria" e promette un rafforzamento dei controlli sulle strade. Rispetto al 2006, quando gli incedenti rilevati dalla municipale sono stati in tutto 1267, quelli registrati ad ottobre sono di 1234. Gli incidenti con conseguenze mortali passano da 8 a 11 e le persone decedute da 8 a 17. Nero anche il bilancio dei controlli sui guidatori in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Contro i 250 dell’anno precedente sono 307 i casi riscontrati fino a ottobre del 2007. Al 18 dicembre, invece, su 3.193 controlli effettuati con l’etilometro 275 hanno dato riscontro positivo. Il comandante Russo, rispondendo anche alla querelle con i carabinieri per i controlli insufficienti effettuati dai vigili sulle strade, annuncia un aumento dei pattugliamenti straordinari notturni. "Oltre ai normali controlli che vengono effettuati nelle ore serali - spiega Russo - una o due volte al mese saranno intensificati i controlli straordinari sulle strade fino alle 7 del mattino". Per quanto riguarda il mese in corso, uno di essi è stato effettuato lo scorso venerdì, mentre un secondo pattugliamento straordinario è previsto per questa sera. L’invito conclusivo del comandante Russo è a tutti di "rispettare le norme del codice stradale".
IL GAZZETTINO (Venezia) Vittima un ucraino di 39 anni coinvolto in una rissa davanti alla stazione ferroviaria la sera di S. Stefano. S’indaga per omicidio preterintenzionale Muore dopo la scazzottata fra ubriachi
Mestre Una rissa tra ubriachi davanti alla stazione dei treni la sera di Santo Stefano. Dopo le offese arrivano i pugni, sull’asfalto rimane un cittadino ucraino, Victor Odoba, 39 anni. Sembra svenuto ma poi si rialza: pare che cadendo a terra abbia picchiato il capo. Interviene la Polfer che chiama il 118: l’uomo viene trasportato in ospedale e ricoverato. Non sembra in gravi condizioni: morirà il giorno seguente. Sull’episodio il pm di turno, Stefano Buccini, ha aperto un fascicolo: l’ipotesi di reato è omicidio preterintenzionale. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile si stanno concentrando sul mondo dei barboni e dei poveri che frequentano la mensa della Caritas. Ieri sono stati ascoltati alcuni stranieri che avrebbero assistito alla scazzottata.
WINENEWS.IT FINANZIARIA 2008: STANZIATI 50 MILIONI DI EURO DEL GOVERNO PRODI ALLA REGIONE SICILIA PER I DANNI AI VIGNETI CAUSATI DALLA PERONOSPERA Stanziati dalla “Finanziaria 2008” del “Governo Prodi” 50 milioni di euro per i danni provocati ai vigneti siciliani nella vendemmia 2007 (in estate il governatore Salvatore Cuffaro aveva richiesto lo stato di calamità) dalla peronospera, malattia fungina della vite, che di solito non colpisce così pesantemente l’isola (la plasmophora viticola, questo il nome scientifico del fungo, predilige, infatti, un clima tendenzialmente umido) e, proprio per questo motivo, non diagnosticata in tempo dai tecnici agronomi siciliani, forse poco esperti nell’individuazione della sua forma “larvata”. L’infezione primaria è la peggiore e una volta sviluppata è difficile da combattere. A scatenare l’attacco della peronospera, fungo che resta allo stato latente anche d’inverno, sono le temperature primaverili, l’umidità e lo sviluppo dei tralci della vite (la cosiddetta "legge dei tre 10": 10 C di temperatura, 10 mm di pioggia e 10 cm di lunghezza del tralcio). Le foglie sono colpite a partire dai 5-6 centimetri quadri di superficie. Inizialmente compaiono, sulla pagina superiore, delle chiazze traslucide simili a “macchie d’olio”. In seguito, se l’umidità relativa è elevata, in corrispondenza delle chiazze d’olio, sulla pagina inferiore della foglia compare uno strato muffoso grigio-biancastro (forma “palese”). Se invece l’umidità relativa è bassa, la muffa non si forma (forma “larvata”). Sintomo finale è la necrosi dei tessuti fogliari, con successivo disseccamento. I grappolini infettati assumono la tipica forma a “s”, con rachide lessato e infine disseccano. Un altro sintomo che si può osservare sull’infiorescenza è la comparsa della muffa. Gli acini vengono colpiti quando non sono più grossi di un pisello, imbruniscono, disseccano, cadono.
IL GAZZETTINO (Udine) Ha preso di mira una famiglia bosniaca che abita in via Latisana. Dalla finestra una testimone ha visto tutto e ha confermato il racconto delle vittime Tenta d’investire due donne con l’auto, arrestato Ubriaco il giorno del compleanno, danneggia la vettura dei parenti della sua ex convivente. Poi tenta di travolgerli (*)
Era il suo compleanno. Una giornata di brindisi, poi verso sera è scattata la molla della vendetta. Giacomo Taroni, 52 anni, originario di Comeglians e residente a Udine in via Cormor Basso 110, ha tentato di investire la figlia e la nipote della sua ex convivente di origine bosniaca. Lo ha fatto ripetutamente, dopo aver urtato a più riprese la loro automobile parcheggiata in via Latisana, a Udine. Taroni è stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio plurimo. Un’accusa per la quale è già stato processato. Erano fatti risalenti alla notte tra il 6 e 7 agosto del ’90. Una notte di follia, anche in quell’occasione segnata dall’abuso di alcolici. Dopo un diverbio con due ex compagni di cella, impugnando una pistola calibro 9 ferì al ventre uno degli amici. Poi andò a Buja, dall’altro conoscente, ruppe una delle vetrate dell’abitazione e dall’esterno cominciò a sparare a raggiera verso l’interno: 12 proiettili sparati all’impazzata, ferì soltanto il cane. Lunedì, 31 Dicembre 2007 email
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