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Rassegna stampa del 8 Agosto 2004 |
Da
"Brescia Oggi" del 8 agosto 2004 STRADE INSANGUINATE. Il "Libro bianco" di Girolamo Boldi denuncia l’arretratezza dell’approccio all’emergenza incidenti "Una strage, e nessuno si chiede perchè" Il super-esperto del Tribunale: "Le inadempienze uccidono quanto la velocità" di Nello Scarpa La
realtà della morte, l’utopia della prevenzione. Passa in questa
strettoia la soluzione per porre un freno alla strage "infinita"
che insanguina le strade bresciane. Ma è davvero possibile diminuire
gli incidenti? Chi si pone l’interrogativo da 30 anni è
Girolamo Boldi, consulente tecnico del Tribunale di Brescia e studioso
del fenomeno. Dalla sua scrivania sono passate centinaia e centinaia di
foto di veicoli e guard-rail deformati, di rapporti della Polstrada. Fascicoli
nei quali si raccontano storie di dolori, di famiglie distrutte, di vite
frenate da un’invalidità. Un osservatorio arricchito dalle
conoscenze scientifiche come docente di meccanica e tecnologia che stanno
alla base della studio dei sinistri e dalla lunga esperienza maturata
sul campo in veste di istruttore di scuola guida. Un percorso di ricerca
che ha dato le prime risposte all’interrogativo chiave: come si può
limitare le disgrazie della strada?
"In un Paese come il nostro, che non si è mai dato alcuno strumento per analizzare le cause degli incidenti stradali e che quindi non è assolutamente in grado contrastare il fenomeno in termini strutturali, si può solo raccomandare la massima prudenza da parte di tutti - osserva Boldi -. Nell’ambito della mobilità stradale, basta l’imprudenza di uno solo per vanificare la prudenza degli altri". In particolare, come può essere ridotto il rischio di incidente? "Innanzitutto occorre prendere coscienza che gli eccessi di velocità hanno quasi sempre un triplice effetto sul meccanismo complessivo degli incidenti. Il primo è quello di innescare i processi attraverso i quali talune situazioni stradali evolvono verso lo stato di ingovernabilità. Il secondo è quello di ridurre le possibilità di interrompere tale evoluzione prima che degeneri nell’incidente. Il terzo consiste nello scaricare nell’urto una quantità di energia multipla rispetto all’originario eccesso di velocità con devastanti effetti in termini di lesioni alle persone e di danni ai veicoli: raddoppiando la velocità l’energia aumenta di quattro volte, triplicandola aumenta di nove volte. Dunque, l’eccesso di velocità sembra essere il protagonista assoluto in gran parte degli incidenti. In concreto può spiegare come agisce il "fattore velocità" nel meccanismo complessivo di tali incidenti? "L’eccesso di velocità fa sì che un veicolo avvistato ad una lontananza tale da ingenerare l’aspettativa di poter portare a buon fine un atto della circolazione - e ciò può dare il via ad attraversamenti stradali, svolte a sinistra, sorpassi, cambi di corsia, immissioni nel flusso della circolazione o ad altre manovre soggette agli obblighi di precedenza - venga poi a trovarsi vicino in termini di tempo - e ciò può impedire di concludere la manovra. Di fatto, con il suo eccesso di velocità, il veicolo favorito dalla precedenza "ruba" il tempo a chi abbia in corso un attraversamento stradale, una svolta a sinistra, un sorpasso o qualsiasi altra manovra gravata dagli obblighi di precedenza. Ad esempio, con velocità doppia lo stesso spazio viene percorso in metà tempo. Tale riduzione del tempo disponibile va a scapito di chi sta portando a termine una manovra la quale può così interrompersi nell’incidente prima di concludersi. In questa "trappola" dell’inganno della percezione cadono più facilmente i soggetti afflitti da deficit visivi o esperienziali poiché tali carenze minano alla base la capacità di valutare con coerenza distanze e velocità. Tali condizioni di debolezza possono essere ulteriormente aggravate da condizioni ambientali critiche come scarsa visibilità, pioggia, foschia o nebbia. Dopo aver innescato il meccanismo dell’incidente attraverso "l’inganno della percezione", per cui un veicolo effettivamente lontano in termini di spazio viene poi a trovarsi inaspettatamente vicino in termini di tempo, lo stesso eccesso di velocità riduce le possibilità di evitare la collisione poiché allunga lo spazio di arresto e al tempo stesso riduce la manovrabilità del veicolo che sta arrivando all’urto. Infine lo stesso eccesso di velocità si traduce in un eccesso d’energia d’urto con quanto ne consegue in termini d’aggravamento dei danni ai veicoli e di lesioni alle persone a bordo. Ad esempio, nei centri abitati, un eccesso di velocità di soli 15 km orari, ossia il viaggiare alla velocità di 65 anziché di 50 chilometri orari, può far sì che un veicolo arrivi all’urto con un’energia pari a quella che lo stesso mezzo accumulerebbe cadendo al suolo da circa 9,5 metri, anziché arrestarsi prima del punto di collisione. In termini più espliciti: una situazione di pericolo risolvibile alla velocità di 50 km/h con l’arresto del mezzo prima di urtare l’ostacolo, procedendo a 65 km/h si conclude invece con una collisione contro lo stesso ostacolo con un’energia d’urto pari a quella che il veicolo accumulerebbe cadendo dal terzo piano. Tutto ciò per effetto di un un eccesso di velocità di soli 15 km". Allora anche un modesto eccesso di velocità può trasformare un veicolo in una micidiale arma d’offesa ? "Certamente. Ma, a quanto pare, questa realtà pare non essere stata ancora compresa nemmeno dagli organi preposti ad elaborare la normativa sulla circolazione stradale. Ne è la prova la decisione di aumentare il limite di velocità su taluni tratti della nostra rete autostradale da 130 a 150 km/h. In tal modo le situazioni di pericolo che alla velocità di 130 km/h potrebbero ora risolversi con l’arresto del mezzo prima di collidere, a parità di tutte le condizioni, si risolverebbero con collisioni alla velocità di oltre 80 Km/h cui corrisponde un’energia d’urto pari a quella che un veicolo accumula precipitando dall’altezza di 26 metri, pari alla caduta dal nono piano di un edificio. Si tratta di energie d’urto che danno generalmente luogo ad esiti mortali anche plurimi. Tutto ciò può accadere a seguito dell’innalzamento del limite. Che gli eccessi di velocità siano generalmente i protagonisti assoluti degli incidenti è un dato di fatto di cui si è da tempo avuta consapevolezza nei Paesi in cui tali eccessi vengono severamente puniti anche con l’arresto e con la revoca definitiva della patente di guida per i recidivi, altro che recupero dei punti della patente attraverso i corsi". Ma allora come si spiega il provvedimento sull’aumento dei limiti di velocità? "Si spiega con il fatto che da parte del nostro Sistema - Paese il deficit conoscitivo sui processi che generano gli incidenti è pressoché totale. La prova di ciò sta nel fatto che nel nostro codice stradale vi sono addirittura alcune norme con un contenuto di pericolo di per sé sufficiente ad innescare talune tipologie di incidenti. Ciò significa che pur rispettando rigorosamente tali norme può scattare il meccanismo dell’incidente a causa della pericolosità delle norme medesime, il silenzio che avvolge la questione fa ritenere che nessuno si sia ancora accorto di ciò". Come si può uscire da questa situazione e quali consigli si possono dare a chi si appresta a partire o tornare dalle vacanze? "Essendo il nostro Paese tuttora privo dei più elementari strumenti per investigare le cause degli incidenti ed essendo disarticolato al punto di non essere nemmeno in grado di mettere in reciproca relazione incidenti che avvengono nelle stesse condizioni ambientali e con le stesse modalità a causa degli stessi fattori di rischio, sempre presenti e incombenti e perciò sempre pronti ad innescare il meccanismo dell’incidente ogniqualvolta vengano a determinarsi alcune situazioni favorevoli alle loro aggregazioni, si dovrebbe innanzitutto avere il pudore non parlare a sproposito di sicurezza stradale. Ciò per rispetto di chi è rimasto vittima di queste inadeguatezze. E proprio per rispetto di queste vittime, impropriamente definite vittime della strada anziché vittime di un sistema che ancora oggi da prova di non conoscere nemmeno i nefasti effetti degli eccessi di velocità, sarebbe auspicabile che qualche autorevole rappresentante delle istituzioni uscisse dal silenzio e si facesse carico del duplice disastro, stradale e giudiziario, chiamando al capezzale del malato chi, per documentate conoscenze sugli aspetti eziologici, cinematici e dinamici degli incidenti stradali, è in grado di diagnosticare la malattia e di prescrivere le giuste terapie. Spiace dirlo, ma è bene che si sappia, che non è attraverso i proclami sulla sicurezza stradale né attraverso le tavole rotonde tra soggetti animati solo da buone intenzioni ma privi delle necessarie conoscenze sui complessi aspetti tecnici della materia che si possono ottenere i risultati sperati. Nell’attesa che qualcuno esca allo scoperto e si faccia carico di affrontare con serietà e con competenza questa autentica emergenza nazionale si può solo raccomandare ai soggetti forti della mobilità stradale, ossia a chi, favorito dalla precedenza, dall’esperienza, dall’acutezza visiva e dall’attitudine alla guida potrebbe viaggiare con sicurezza anche a velocità relativamente elevate, di adeguare la propria velocità verso il basso, ossia verso valori coerenti con le capacità dei soggetti deboli. Infatti, gran parte degli incidenti ha proprio origine in queste disparità tra chi è in grado di governare il veicolo a velocità tali da mettere in crisi i processi delle percezioni e delle reazioni di chi non abbia le stesse capacità ma che, tuttavia, ha ugualmente il diritto di fruire della strada con tutta sicurezza. Nel merito si tenga presente che il nostro codice stradale consente la guida di autovetture anche a chi abbia un’acutezza visiva di soli 4/10 per occhio, raggiungibile con qualsiasi correzione diottrica. Per guidare ciclomotori non è nemmeno previsto tale requisito ne sono previste esperienze di guida. Poi ci sono i ciclisti e i pedoni, le persone anziane e i bambini. Si tratta di soggetti che hanno diritto alla mobilità stradale ma che non sono attrezzati per fare sostenere il confronto con chi abbia della mobilità stradale una concezione "corsaiola". Di per sé l’osservanza di questo principio darebbe luogo ad una drastica riduzione degli incidenti. Vi sarebbero poi specifici consigli sul come evitare i rischi connessi ai vari atti della circolazione quali gli attraversamenti stradali, le svolte, i cambi di corsia, le immissioni nel flusso della circolazione, i sorpassi. Ad ognuna di queste manovre sono infatti legati specifici fattori di rischio". Da "Il Gazzettino" del 8 agosto 2004 POLSTRADA Ritirate in sei ore quattordici patenti in città Anche
nella notte tra venerdì e sabato, in corrispondenza con l’esodo,
la polizia stradale e la questura ha messo in campo quattro pattuglie
per cercare di prevenire gli incidenti da "dopo discoteca".
Il posto di blocco di via San Marco, con l’ausilio del medico della Polstrada
Manlio Cardile, ha provveduto ad effettuare controlli sul tasso alcolico
e sull’eventuale utilizzo di droghe da parte degli automobilisti fermati,
in tutto 63. Le patenti ritirate dagli agenti sono state quattordici,
quattro per guida in stato di ebbrezza e dieci per superamento dei limiti
di velocità di almeno quaranta chilometri all’ora oltre al consentito.
L’età media dei fermati è stata di circa 25 anni, con un
tasso alcolico di solito oltre il doppio di quanto concesso dalla legge.
Un cittadino marocchino, in particolare, è stato trovato alla guida
di un veicolo contemporaneamente sbronzo e drogato. I punti sottratti
alle patenti per varie infrazioni al Codice della strada sono stati 144.
Da "Il Gazzettino " del 8 agosto 2004 LA PARTICOLARITÀ Ubriachi al volante, sia i muratori che gli imprenditori F.F.. L’indagine
della Polstrada, che esamina la fenomenologia della guida in stato d’ebbrezza,
lo fa anche dal punto di vista della professione dei trasgressori. Dai
dati raccolti nel corso del 2003, emerge come la condotta adottata dagli
automobilisti sorpresi al volante completamente ubriachi non risparmia
nessuna categoria sociale. Su 621 persone alle quali è stato applicato
l’art. 186 del Codice della strada è emersa la prevalenza del guidatore
ubriaco che di mestiere fa l’operaio (189 infrazioni accertate).
79 automobilisti hanno dichiarato di fare un lavoro di tipo subordinato. Tersi nella classifica gli artigiani con 42 denuncie. non mancano però anche i liberi professionisti che occupano quasi il 6\% dei denunciati. Anche gli autisti rientrano in questa particolare indagine. Loro si assestano a quasi il 5\%, seguiti dai commercianti (26 violazioni), Se ne fermano in media due al mese. Quattro su cento, invece fanno gli imprenditori seguiti dai rappresentanti e dagli agenti di commercio. Diversamente da quello che si può immaginare, i disoccupati non arrivano al 5\% del totale dei fermati, mentre nella classifica buoni piazzamenti sono raggiunti anche dai muratori (33 casi) e dai pensionati (16). Da "Il Gazzettino" del 8 agosto 2004 È allarme, in un anno pescati 689 ubriachi al volante F.F. Vicenza
Ubriachi al volante: Vicenza è la seconda provincia nel Veneto, dopo Treviso, a commettere incidenti e infrazioni al codice della strada per guida in stato d’ebbrezza.Nel 2003, i verbali elevati per violazione dell’articolo 186 del Codice della Strada sono stati contestati a 689 vicentini completamente sbronzi che giravano tranquillamente per le strade. I dati allarmanti arrivano da un rapporto della Polstrada, raccolti nei dodici mesi del 2003. Un lavoro che, ben presto, si è dimostrato essere una valida fonte per la ricostruzione dell’identikit dell’automobilista ubriaco. Rispetto all’anno precedente, le denunce all’Autorità Giudiziaria per guida in stato d’ebbrezza nel 2003 sono aumentate quasi del 20\%. Secondo l’indagine, gli ubriachi al volante sono rappresentati per l’87\% da uomini e per il restante da donne. Esaminando il fenomeno da un punto di vista cronologico, si nota come l’abitudine a bere sia distribuita in modo uniforme durante l’arco dell’anno anche se i mesi peggiori dal punto di vista delle denunce si concentrano tra ottobre (77 casi), novembre (78) e marzo (69). Scomponendo il dato con riferimento al sesso del conducente, occorre dire che - sebbene poco significativo dal punto di vista statistico- per le donne il mese maggiormente critico è proprio quello di marzo seguito da settembre. Dal punto di vista del luogo, gli incidenti per abuso d’alcol si verificano soprattutto sulla viabilità ordinaria con 531 casi (82\%) mentre in autostrada, dove la Polstrada opera in esclusiva, l’ebbrezza è stata accertata in 110 occasioni (18\%). Nell’indagine è emersa anche la tipologia dei veicoli utilizzati da conducenti ubriachi e che rimangono coinvolti negli incidenti. In questo caso la situazione è abbastanza ben delineata: 593 incidenti si sono verificati utilizzando autovetture (92.51\%), 26 i casi rilevati che hanno coinvolto ciclomotori (4.06\%) e 18 incidenti (2,81\%) riguardavano i camion. In particolare, dall’indagine si nota come anche nell’arco dei giorni della settimana ci siano dei momenti "no" per mettersi su strada. La maggior parte dei sinistri si verificano nei periodi legati "al divertimento". In particolare, quasi il 31\% delle violazioni è stato accertato di domenica (198 casi), il 29\% durante il sabato (187) ed anche il venerdì con il 10\% di incidenti (64). Insomma, il 70\% degli incidenti provocati a causa del "bere troppo" accade proprio nel fine settimana. Da "Il Mattino" del 8 agosto 2004 Piano della polizia e del sindacato locali da ballo: notte di controlli con 50 pattuglie e niente alcol nei night dopo le tre PAOLA PEREZ Basta
con gli incidenti del dopo-discoteca. L’ultimo episodio drammatico
- due ragazzi travolti e uccisi sulla Tangenziale, mentre sostituivano
la gomma bucata della loro auto, dalla vettura di un militare americano
che rientrava da un locale notturno - ha fatto riaccendere il segnale
d’allarme: dalla mezzanotte di ieri cinquanta pattuglie dell’Ufficio
prevenzione generale della Questura (diretto da Antonio De Jesu) e della
polizia stradale presidiano i percorsi ad alto rischio che collegano la
città con l’area flegrea, mèta tradizionale per i protagonisti
della movida estiva.
Prevenzione e repressione, ma non solo. Autovelox, etilometri e blocchetti delle contravvenzioni viaggiano di pari passo con un campagna di educazione civica che promette premi ai conducenti più rispettosi del codice della strada: chi, fermato per un controllo, risulta perfettamente lucido e ha dato prova di guidare con prudenza verrà inserito in una lista di "buoni" e riceverà in regalo un biglietto omaggio per la discoteca e una t-shirt. Fondamentale, per la riuscita dell’operazione, il contributo offerto dal sindacato locali da ballo (Silb). Dagli addetti ai lavori il primo impegno per rendere le strade più sicure: dopo le tre di notte, infatti, non verranno serviti alcolici ma soltanto caffè, cappuccino e cornetto. Non solo. I clienti che si avviano verso l’uscita saranno accompagnati da messaggi informativi sul rischio di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di droga o aver bevuto qualche bicchiere di troppo. L’iniziativa "Guida sicura" (in collaborazione con l’associazione Noi Consumatori, testimonial Maria Cava) è stata messa a punto dal questore Franco Malvano alla luce degli ultimi dati sull’impennata di incidenti che, qualche ora prima dell’alba e soprattutto nel fine settimana, funesta le principali direttrici del divertimentimento: la Tangenziale, che continua a detenere il primato italiano della pericolosità, e la statale 7 quater, strada a scorrimento veloce che trasporta il popolo della notte verso le mète più ambite dell’estate. In un mese e mezzo otto morti. Un bilancio da brivido. Tre marines americani si schiantano contro un muro allo svincolo di Fuorigrotta, un’auto si ribalta nei pressi di Monterusciello e due giovani senza cintura vengono sbalzati fuori, una 25enne rovina con la moto sul guard-rail a Varcaturo, la vettura di un soldato Usa travolge due ragazzi di 19 e 21 anni che stanno cambiando una gomma bucata sulla corsia d’emergenzo a pochi metri dall’uscita dei Camaldoli. Non meno allarmanti i dati su scala nazionale. Nel 2002 (quando ancora non era entrato in vigore il sistema della patente a punti) sulle strade italiane hanno trovato la morte 6736 persone: e la metà delle vittime aveva meno di 35 anni. "Anche una sola vita risparmiata e un solo incidente evitato decreteranno il successo dell’operazione ”Guida sicura”", si legge in un comunicato della Questura. All’uscita dei locali più frequentati e nelle aree di sosta dove i ragazzi si fermano più spesso mentre ritornano a casa dalla discoteca verranno allestiti stand informativi e gruppi di controllo con i lampeggianti bene in vista: l’obiettivo non è quello di portare a casa un sacco pieno di contravvenzioni, ma di fermare la strage. Prima di rimettersi in viaggio, i giovani potranno sottoporsi volontariamente a un "test della stanchezza" che consentirà loro, in caso di esito soddisfacente, di entrare nell’elenco dei premiati. Da "Corriere Adriatico" del 8 agosto 2004 Un giovane tunisino che aveva provocato incidenti e danni al volante di un’auto Ferisce gli agenti a calci e pugni Arrestato dalla Polizia municipale: “Tanto sono un clandestino” Dopo
avere danneggiato autovetture in sosta in viale Zara e causato un tamponamento
in via Virgilio, in via Lamarca, intersezione via San Decenzio, u automobilista
è finito contro un muretto e si è fermato infine contro
un cartello pubblicitario. Quindi si è scagliato contro due agenti
della Polizia municipale, ferendoli, prima di finire arrestato. il protagonista
di questo movimentato episodio è un tunisino di 24 anni, già
destinatario di un provvedimento di espulsione. E’ stato naturalmente
arrestato.
Subito dopo l’incidente, alcuni testimoni davano agli agenti intervenuti una sommaria descrizione di un giovane che si era allontanato in fretta dall’auto. Ma durante i rilievi, il giovane tornava sul luogo dell’incidente ed iniziava a frugare nell’auto, come per cercare qualcosa. Alla richiesta di documenti, rispondeva ripetendo “tanto sono clandestino” affermando che l’auto era del suo datore di lavoro e non era lui alla guida. Non appena gli agenti hanno cercato di accompagnarlo al comando per gli accertamenti, il giovane, come una furia, ha iniziato a sferrare pugni e calci, provocando a due agenti lesioni guaribili in 6 e 20 giorni e danneggiando gravemente l’arredo del furgone attrezzato per il servizio di infortunistica stradale. Al comando, dopo aver informato della vicenda il pubblico ministero, il giovane è stato rinchiuso nella cella di sicurezza, dove si scatenava ancora daneggiando a testate la porta d’accesso. Intereniva il 118, e per calmare l’arrestato gli venivano somministrate due fiale di farmaco specifico. Veniva quindi identificato, con la collaborazione della Questura di Pesaro, per Adel Omrane, 24 anni, di nazionalità tunisina, con residenza in provincia di Ragusa, già destinatario, con altra identità, di provvedimento di espulsione emesso dalla Questura di Trapani. Il giudice ha poi convalidato l’arresto, rinviato l’udienza a settembre e disposto la liberazione del detenuto. Da "La Città di Salerno" del 8 agosto 2004 Patente a punti, pochi seguono le lezioni Esami facili ancora per poco Le autoscuole chiedono severità a.r.c. "Ottima
legge quella della patente a punti. Peccato che poi solo pochi si attivano
per recuperare i punti persi in seguito alle infrazioni al codice della
strada. Il ministro Lunardi annuncia l’invio di ispettori nelle autoscuole
per dare un giro di vite alle patenti facili, ma è quello che chiediamo
da tempo, soprattutto qui a Salerno". Davide Del Mese, segretario
provinciale dell’Unasca, l’associazione che raggruppa 3.300 autoscuole
delle 6.700 italiane, commenta così la minaccia del ministro delle
Infrastrutture che annuncia maggiori controlli sulle lezioni di guida.
"Siamo perfettamente d’accordo sull’esigenza di maggiore severità
per evitare facili rilasci di patente - continua Del Mese - ma il ministro
non deve dimenticare che da tempo siamo già pronti per far affrontare
ai ragazzi esami di guida più difficili. Quest’anno a Salerno il
tasso dei promossi all’esame per il patentino è dell’80 %. E’ la
stessa media alta degli esami per la patente B. La sicurezza coinvolge
però tutti e non bisogna mai abbassare la guardia, perciò
sono necessari esami più severi per tutti i tipi di patente. Il
ministro gli ispettori ce li ha sempre avuti, credo che questo sia un
richiamo ai suoi stessi dipendenti...". Insomma i titolari delle
autoscuole sembrano concordare sul fatto che sia troppo facile prendere
la patente e troppo comodo recuperare i punti perduti ma sottolineano
come siano proprio loro a chiedere maggiore severità e maggiore
rispetto delle norme. "Bisogna essere seri a tutti i livelli - continua
Del Mese -da quando si è scoperto che le lettere per il taglio
dei punti arrivano agli utenti con grande ritardo, molti automobilisti
prendono tempo per il recupero dei punti persi e pochi seguono i corsi
per recuperare. A questo si aggiunge il fatto che l’Ufficio Provinciale
(ex Motorizzazione) è in perenne ritardo sugli aggiornamenti. Anche
su questo deve intervenire il ministro Lunardi - sottolinea Del Mese -inoltre
l’esame per le patenti deve necessariamente diventare informatico così
diventerà più difficile e nessuno potrà barare. E’
in gioco la sicurezza stradale e l’incolumità di tutti. Le regole
esistono, moltissime sono anche buone regole, ma devono essere applicate.
L’Italia in questo senso è fortemente in ritardo rispetto a quanto
previsto a livello europeo. Per esempio l’educazione stradale è
decollata con grande ritardo nel nostro Paese, si doveva iniziare almeno
dieci anni fa. Questi ritardi si pagano in termini di sicurezza ma oggi
finalmente possiamo dire che siamo sulla buona strada".
Da "La Città di Salerno" del 8 agosto 2004 Iracheno ruba un’automobile Inseguito e arrestato dalla polstrada Sergio Macellaro Gli
agenti della polizia stradale di Eboli hanno bloccano e arrestano, dopo
un inseguimento che si è protratto per alcuni chilometri lungo
l’autostrada un extracomunitario di nazionalità irachena, E. S.
K., di 25 anni. Il giovane si era reso responsabile del furto di una Wolkswagen
Golf Gt nel centro di Scalea. La sua fuga cominciata all’alba, subito
dopo il furto, per quanto lunga, non gli ha consentito di farla franca.
Una segnalazione del Coa di Sala Consilina a tutte le pattuglie in servizio
lungo al rete autostradale A3 ha creato una vera e propria morsa dalla
quale il ladro non poteva scappare. Gli agenti di Eboli, coordinati dall’ispettore
Raffaele Vaccarella, hanno setacciato il tratto di loro competenza fino
ad individuare, qualche ora dopo il furto, l’auto sospetta. All’alt imposto
dagli agenti, l’iracheno ha accennato un timido tentativo di fuga premendo
il pedale dell’acceleratore, nella speranza di riuscire a seminare i poliziotti.
Il suo tentativo, però, è durato solo qualche chilometro,
finché la polstrada non è riuscita a bloccare l’extracomunitario
e ad arrestarlo. E. S. K., che era senza documenti, è stato trasferito
dagli agenti nei locali della questura di Salerno, per espletare l’iter
burocratico relativo al provvedimento di espulsione, anche se prima è
stato necessario verificare le generalità fornite dallo stesso
giovane, che potrebbero essere false. Nel frattempo l’automobile che l’immigrato
aveva rubato, che quasi certamente destinata al mercato nero nell’hinterland
napoletano, è stata nella stessa serata di ieri consegnata al legittimo
proprietario, un turista, in vacanza a Scalea. L’operazione ha richiesto
particolare perizia da parte dei poliziotti impegnati, dato il traffico
che si registrava in autostrada, anche lungo la carreggiata Nord tra gli
svincoli di Campagna ed Eboli dove l’iracheno è stato bloccato.
Già in altre occasioni gli agenti della polizia stradale di Eboli
si sono distinti nei loro interventi per la capacità di riuscire
a bloccare le auto in fuga senza coinvolgere gli altri mezzi in transito.
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