LA NAZIONE Lettere BICCHIERE SI, BICCHIERE NO: UN REBUS E I GIUSTI PAGANO PER GLI
INSOSPETTABILI CARO DIRETTORE, quando si va al
ristorante è diventato inevitabile affrontare la questione del bicchiere
consentito o meno e del timore di essere fermati a soffiare nel palloncino con
la prospettiva di finire nei guai. Sono ovviamente discorsi tra gente sobria
non tra ubriaconi che si affannano ciascuno a esorcizzare il rischio o a
dipingere cupi scenari con valutazioni in libertà: un bicchiere sì, due boh,
forse, ma io non mi fiderei. Così il palloncino che aleggia sui commensali ha
finito per terrorizzare soprattutto chi è sobrio, chiamato a fare i conti con
paure per chi non è avvezzo a eccedere nel bere o addirittura a ubriacarsi. Si
è finito per fare di ogni erba un fascio, come se in Italia fosse diffuso il
costume nordico del fine settimana. E ancora una volta il messaggio che arriva
è che alla fine a pagare sono sempre i più corretti, chiamati loro malgrado a
camminare sul filo del poco più e poco meno del consentito. Che poi non
vorrebbe dire nulla. Ma se ti capita…Non è giusto, però, non siamo tutti
uguali. A volte, si beve un bicchiere
solo per stare in compagnia…. Giuseppina Baggiani, Grosseto RISPONDE IL DIRETTORE FRANCESCO
CARRASSI CHE DOPO un incidente stradale i controlli comprendano anche lo stato
fisico del guidatore mi pare necessario e opportuno. Sono meno d’accordo,
anch’io, sul fatto che per evitare l’inevitabile si allarghi a dismisura la
casistica invece di circoscriverla, con il risultato di complicare ancora di
più una vita già complicata. Non è socialmente corretto che per i pur numerosi
irresponsabili, debbano pagarla tutti. Che è poi l’esatto contrario di un
principio fondamentale che è quello di dare a ciascuno il suo. Dai risultati mi
pare che si è riusciti più a diffondere un inutile panico in chi è corretto che
un’utile prevenzione in chi è scorretto. (*) (*) Nota: certo che chi come noi crede che sia importante informare e
sensibilizzare i guidatori sul rischio alcolici c’è di che scoraggiarsi. Come
possiamo pensare di fare una corretta informazione se neppure il direttore di
un importante giornale conosce i termini del problema? Come è possibile
liquidare come “inutile panico” la consapevolezza di essere controllati con l’etilometro? È
scritto su tutti i giornali che quasi la metà degli incidenti stradali è
causato dagli alcolici, che gli incidenti stradali sono la prima causa di
mortalità nei giovani adulti. Qualcuno dovrebbe informare l’informatore che la maggior
parte degli incidenti causati dall’alcol riguardano bevitori occasionali o
moderati. Potete scrivere il vostro parere a segreteria.redazione.firenze@monrif.net, redazione@lanazione.it IL SECOLO XIX «Li ho visti cadere come due birilli» PARLA LA RAGAZZA SCAMPATA AL MASSACRO Il killer le ha detto: ora ti risparmio, hai visto cosa ho fatto per
te? DOPO AVER massacrato i suoi
amici, il killer l’ha fissata un secondo nella stanza dove rimbombava solo il
rumore della televisione: «Hai visto cosa ho combinato per te? Ora ti
risparmio, ma te l’avevo detto di non farmi incazzare». Poi non riuscivano a
trovare le chiavi per aprire la porta e hanno dovuto frugare nelle tasche d’un
cadavere sventrato, finché lei non ha finalmente chiesto aiuto. Carola
Pisciarino, vent’anni, ieri pomeriggio è rientrata a Genova. E ha ricostruito
nel dettaglio il massacro di Racconigi (Cuneo), dove nella notte di Capodanno il suo fidanzato Alessandro Alessio, 18 anni,
anche lui genovese, ha ucciso a coltellate il ventinovenne Michele Boeti, un
amico che si divideva fra la Liguria e il Piemonte, e un albanese di 16 anni,
Ardit Indershai detto "Romeo", che saltuariamente viveva in un centro
d’accoglienza del capoluogo ligure. Carola accetta di parlare in un bar, a
ridosso del condominio di corso Europa - nel quartiere San Martino - dove abita
da qualche settimana insieme alla madre dell’assassino. «Adesso - dice - vorrei
parlargli, chiedergli perché. E non parteciperò ai funerali perché sono sicura
che i parenti di Michele pensino sia io la causa di tutto. Alessandro non
accettava che qualcuno mi proteggesse dalla sua gelosia e questo è il
risultato». Carola, cominciamo dalle liti che hanno preceduto l’omicidio. «Dopo la cena siamo saliti nel
piano superiore della casa a guardare la tv. Io volevo uscire, gli altri mi
hanno detto che si poteva fare e a quel punto Michele ha chiesto se poteva
andare a cambiarsi, voleva che lo consigliassi sui vestiti da mettersi. Perciò
siamo di nuovo scesi sotto, lui ha preso della roba, si è vestito in bagno, è
uscito semplicemente per avere un giudizio. Ma Alessandro davanti a
quell’episodio ha perso la testa, era tutto il giorno che mi faceva scenate di
gelosia per ogni sciocchezza». In che senso ha perso la testa? «Si è sporto dalle scale e ha pronunciato
frasi irripetibili, insulti di ogni tipo. Quando
fa così è incontenibile, due mesi fa mi ha rotto il naso con una testata
durante una lite banalissima». Che cosa ha preceduto le aggressioni? «Una serie di battibecchi
ridicoli. Noi stavamo su, lui ha cominciato a fare avanti e indietro inveendo
contro gli altri ragazzi che lo avevano minacciato, dicendogli che lo avrebbero
picchiato se mi avesse insultato di nuovo, se non si fosse un po’ calmato. A un
certo punto è sceso ancora, ripeteva che stava male (Alessio soffre di diabete
da diversi anni, ndr) ma secondo me faceva finta. Quando le acque si sono un
po’ quetate si è messo a letto, in una stanza a fianco a quella in cui sono
rimasta con i miei amici, e pensavo dormisse davvero. Michele e Ardit, ad alta
voce, hanno iniziato a parlarne male, quasi gridavano e lui di sicuro ha
sentito tutto. Nel frattempo avevamo rinunciato a uscire». Avevate assunto droghe? «Alessandro aveva comprato dieci
euro di fumo, e avevamo pure litigato su quello perché io non volevo. Alcol invece ne è stato consumato
tantissimo, dai ragazzi soprattutto che si erano scolati più di una bottiglia a
testa ed erano completamente ubriachi». Quando ha fatto irruzione nella vostra camera? «È stata una sequenza
incredibile. A un certo punto Romeo è andato in bagno, e quando è uscito
sbattendo la porta Alessandro dev’essersi alzato. È uscito dall’altra stanza, è
passato barcollando davanti a noi senza dire una parola e si è avviato verso il
piano di sotto, dove c’è un’altra camera. Pensavo stesse andando lì, anche se
il suo atteggiamento era strano, sembrava in trance». È tornato subito indietro? «No, è rimasto giù almeno dieci
minuti, un quarto d’ora, non oso immaginare cosa gli sia passato per la testa.
A un certo punto ho sentito un rumore metallico, fortissimo, come se avesse
fatto cadere una pila di qualcosa, forse un contenitore nel quale c’erano delle
posate. Evidentemente stava cercando i coltelli». Poi? «Ero seduta sul letto, la
televisione era molto alta, non l’ho sentito arrivare. Quando è entrato ha colpito prima Romeo, poi Michele che era sceso in
soccorso. Sono caduti uno dopo l’altro, come birilli, e pensavo avrebbe
infierito su di me, ha minacciato di farlo. Invece mi ha solo detto che ero la
causa di tutto, implorandomi un giorno di perdonarlo». Avete chiesto subito aiuto? «No, abbiamo perso moltissimo
tempo perché la serratura era chiusa da dentro, ma le chiavi non erano nella
toppa. Io continuavo a telefonare al 118, non riuscivo a spiegare dove ci
trovassimo e il mio fidanzato faceva su e giù come un matto. Non voleva che
salissi, ma sentivo Romeo che rantolava mentre Michele non parlava più.
Recuperate le chiavi sono finalmente uscita, in canottiera, gridavo, ho chiesto
l’indirizzo giusto a una vicina e ho telefonato al 118. I soccorritori hanno
portato fuori solo Romeo, lì ho capito che Michele era morto». Carola, ma perché stavate insieme per vivere così? «All’inizio andavamo d’accordo,
ma lui ormai non aveva più amici, era spesso aggressivo. Però, davvero, non
potevo immaginare un epilogo del genere». MATTEO INDICE MILANO2.0 Capodanno a Milano:
divertimento sì, criminalità anche Il Capodanno meneghino ha contato
un via vai di circa cinquecentomila persone ad affollare gli eventi organizzati
dal Comune per l’occasione. L’inversione di tendenza, che ha spostato il centro
della festa da piazza Duomo ad altri luoghi della città - il clou della serata
sono stati i fuochi d’artificio in piazza del Cannone, ha dato i suoi buoni
frutti. Tanto divertimento, un’offerta varia per tutti i gusti e le età. Non tutto è filato liscio come
l’olio però. Purtroppo i teppisti sono sempre in cerca di motivi futili per
creare scompiglio e fare danni. Ci sono riusciti, proprio dove si è evitato di
fare grandi festeggiamenti per preservare i monumenti storici, in quella piazza
Duomo semideserta e abbandonata anche dalle forze dell’ordine. Giovanissimi, ubriachi e con
tanta voglia di fare casino un gruppetto di baby gang si è aggirato per le vie
del centro ad infastidire chiunque si trovasse sul loro cammino. Famiglie messe
in fuga, ragazze molestate, più verbalmente che fisicamente ma comunque in
difficoltà, coetanei derubati per la strada. Il tutto con un contorno di urla,
bottiglie spaccate contro gli edifici e muri scambiati per orinatoi pubblici.
Il bollettino "di guerra" ha contato svariati scippi,
accoltellamenti, un locale dato alle fiamme e la brutta storia della macelleria
islamica fatta esplodere, probabilmente per vendetta. Una serie di episodi
sconvenienti, insomma, nella notte del divertimento fino all’alba. E a proposito di divertimento. Il Capodanno nei locali milanesi è
stato all’insegna della festa non stop e soprattutto dell’alcol servito a
qualsiasi ora. Noncuranti del divieto e della legge che non ha concesso regole
nemmeno nella notte delle notti, così i gestori delle discoteche più in voga in
città hanno dato ai loro barman il via libera per servire qualsivoglia
intruglio superalcolico a chi per entrare ha pagato dei soldi e vuole
sballarsi. Di controlli? Nemmeno l’ombra. Probabilmente era nell’aria
che nessuno avrebbe messo becco nella questione alcol a Capodanno, altrimenti
non si sarebbe rischiato così tanto e ovunque per giunta. Per fortuna su alcuni
giovani ha prevalso il buon senso e non si sono messi alla guida. Presi
d’assalto bus by night, radiobus e taxi. ANSA REGIONE E FARMACIE UNITE CONTRO
L’ABUSO DI ALCOL (NOTIZIARIO ECONOMIA E LAVORO
VALLE D’AOSTA) AOSTA, 2 GEN - Contro la diffusione
dell’alcoldipendenza in Valle d’Aosta, il sistema sanitario regionale gioca la
carta della prevenzione e dell’informazione sui corretti stili di vita,
chiamando a raccolta la rete delle farmacie presenti sul territorio. E’ infatti operativa in queste
settimane la campagna ’Non bevetevi il cervello’ promossa dall’Assessorato
regionale alla Salute, dall’Usl della Valle d’Aosta e dall’associazione
Farmacia Amica che prevede la distribuzione di opuscoli informativi nelle 44
farmacie valdostane. Piccoli libretti che illustrano, tra l’altro, i rischi
legati all’alcolismo, con indicazioni su quanto alcol c’é nelle bevande, sulle
formule per calcolare la quantità di alcol assunto e anche sulle patologie
correlate all’alcolismo. L’iniziativa prevede anche che i
farmacisti distribuiscano, nella giornata di venerdì, test alcometrici
all’esterno dei principali luoghi di incontro di giovani. "Il nostro
impegno professionale - spiega il presidente di Federfarma della Valle d’Aosta,
Cesare Quey - non si limita alla distribuzione di opuscoli, ma si manifesta
nella vicinanza alle persone, ai nostri utenti, nella capacità di spiegare loro
aspetti importanti per la loro salute". La Regione ha dunque attivato un
diffuso coinvolgimento di prevenzione su una problematica in continua crescita
in Valle d’Aosta, testimoniata dal 26 per cento (70 su 266) di nuovi utenti
alcoldipendenti al Servizio tossicodipendenze (Sert) dell’Usl regionale. "Non dobbiamo nascondere né sottovalutare il problema - commenta
l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Fosson - l’alcolismo in Valle
d’Aosta c’é e va arginato con determinazione, soprattutto attraverso gli
strumenti della prevenzione e della sensibilizzazione sui corretti stili di
vita". Una progressiva crescita che
rende l’abuso di alcol, secondo Lindo Ferrari, direttore del Sert della Valle
d’Aosta, "la prima forma di dipendenza nella regione: se la
tossicodipendenza é ormai un fenomeno stabile, l’alcol dipendenza aumenta e
impegna la maggior parte delle risorse del nostro servizio". Nella gran parte dei casi (79 per
cento), la dipendenza riguarda il vino, ma non è trascurabile la
percentuale di chi abusa di birra (12 per cento) e di super alcolici (8 per
cento). SANREMO NEWS Sanremo: pattuglione della
Stradale, 8 patenti ritirate Nella notte appena trascorsa, per
garantire la sicurezza sulle strade, la Sezione di Imperia della Polizia
Stradale ha organizzato il consueto servizio di prevenzione. Il servizio si è
svolto a Sanremo ed ha riguardato, in particolar modo la guida in stato di
ebbrezza, che costituisce uno dei comportamenti più a rischio ed è spesso causa
degli incidenti stradali. Sono state impiegate quattro
pattuglie, che hanno denunciato 8 persone per guida in stato di ebbrezza,
ritirato altrettante patenti e 3 carte di circolazione, nonché decurtato 105
punti. Le persone denunciate sono tutti uomini di età compresa tra 18 e 49
anni. Nel 2007 le persone denunciate per abuso di alcol e droga sono state
520, in forte aumento rispetto al 2006, quando erano state 410. L’attività
della scorsa notte testimonia come anche nell’anno appena iniziato la sezione
imperiese intenda perseverare nell’opera di prevenzione e repressione delle
condotte di guida pericolose. Carlo Alessi IL GAZZETTINO ENTRAMBI FERITI Rissa a Capodanno, denunciati il cliente e il buttafuori del locale Due dei protagonisti della rissa
della mattina di Capodanno al Big Bouble di via della Navigazione interna sono
stati denunciati dagli agenti del Commissariato. Uno è l’avventore, un
veneziano trentatreenne finito all’ospedale con un paio di denti rotti. L’altro
è il buttafuori, un trentasettenne che ha sua volta ha riportato la frattura
del setto nasale. Restano da identificare gli altri autori della rissa, alcuni
clienti che sarebbero intervenuti in soccorso dell’uno e dell’altro. L’episodio
era accaduto l’altra mattina. Il
veneziano era stato allontanato perché ubriaco e poi era ritornato nel
locale. A questo punto era venuta fuori una discussione poi degenerata in una
scazzottata. Il locale adesso rischia la sospensione della licenza. SABAUDIANEWS No agli eccessi di spirito nelle feste di Natale 02/01/2008 - - Un bicchierino ce
lo concediamo, magari proprio per concludere il pranzo di Natale, Capodanno e
l’Epifania, assaggiando il liquore che ci hanno appena regalato. Rum, vodka,
grappa, whisky, liquore, brandy ecc. per l’Unione europea sono "bevande
spiritose" (burocratese, addio?) le cui caratteristiche e il grado
alcolico sono disciplinate in un apposito regolamento (1576/1989). Anche in periodo di feste è bene
non dimenticare che l’alcol è un piacere da concedersi a pancia piena (mai a
digiuno) e seguendo la vecchia regola della moderazione per non compromettere
la salute. (*) Cosa s’intende per consumo
moderato? Secondo le linee guida elaborate dall’Inran, L’Istituto nazionale di
ricerca per gli alimenti e la nutrizione: l’uomo non dovrebbe superare le 2/3
unità alcoliche al giorno, la donna non più di 1/2 unità, mentre per le persone
anziane una unità è il massimo concesso. Per unità alcolica si intende una
quantità di alcol etilico pari a circa 12 grammi, che corrisponde a un
bicchiere da 125 ml di vino (gradazione media) oppure a una lattina di birra da
33 cl oppure a un bicchierino da 40 ml di superalcolico. Quindi, una donna è
già al limite concedendosi un bicchiere di vino durante il pasto e una grappa
dopo pranzo. Da non trascurare, oltre ai noti effetti negativi per la salute,
anche le calorie dell’alcol etilico: si parla di 7 kcal per ogni grammo. Questo
significa che un bicchierino da 40 ml di brandy con 40 gradi alcolici si
traduce in 94 kcal circa. Un motivo di più per limitarsi. (altroconsumo) (*) Nota: per la salute, in materia di alcol la regola è quella proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Less is better” (meno si beve e meglio è). LETTERA DELLA ASSOCIAZIONE
EUROPEA FAMIGLIARI VITTIME DELLA STRADA
AL VICE SINDACO DI RIMINI (*) Il vicesindaco è uomo delle
istituzioni e come tale deve rispettare le istituzioni (Governo, parlamento). Da un insieme di ministri, da noi
eletti e di parlamentari nostri rappresentanti si tenta di porre rimedio a
gravissimi comportamenti lesivi della salute e distruttivi di vite. Si decreta, si legifera e le
istituzioni addette al controllo ed all’ottemperanza delle regole che ci diamo,
devono adempiere a tale compito. Dall’atteggiamento del
vicesindaco si evince la necessità che i controlli devono essere eseguiti
automaticamente con telecamere ed altri mezzi telematici, che non ascoltano gli
auguri di quelli che pretendono d’essere più del governo e del parlamento. In Italia le leggi non vengono
mai, dico mai, fatte rispettare e noi ne siamo vittime e risultato. I controlli sono costosi ed
inesistenti ed ognuno sceglie se sottostare alle regole o se essere
antisociale. Già in trasmissioni televisive
hanno fatto emergere comportamenti illegali o furbeschi per schivare il divieto
di vendita d’alcolici dopo le ore Due di notte. Dei mali dell’alcool ingerito se
ne sono parlati a non finire e degli incidenti stradali causati da ubriachi
pure. Eppure il denaro vuol vincere
sulla salute e sulla vita dei responsabili della propria condizione e di chi
non c’entra per nulla. Dopo questa breve argomentazione,
desidero far notare al Vicesindaco di Rimini che noi facciamo parte di uno
stato di diritto e che la legge, buona o cattiva, secondo il punto di vista, è
da far rispettare.( lex dura lex, sed lex) Quindi il Vicesindaco deve
augurare che le forze dell’ordine facciano rispettare sia la legge del divieto
di vendita e consumo d’alcolici dopo le due di notte, sia il codice della
strada. Faccio presente al Vicesindaco
che, a seguito del suo invito al non controllo, forse alcuni tutori si sentono
motivati a non far rispettare né quello né l’altro. Quell’affermazione è tanto
succube al denaro, tanto grave ed offensiva a chi lotta, contro la cultura
dell’alcol, per la salute e sicurezza stradale, che fa rivoltare le budella e
vien da chiedersi, visceralmente, che: accidenti è mai possibile che i
novemila morti sulle strade toccano sempre a chi difende la vita? Prof. Gianfranco Dellamore. (*): Nota: ci si riferisce
all’articolo de “La Nazione” del 30
dicembre 2007 “NIENTE ALCOL DALLE DUE, LOCALI IN RIVOLTA: “E’ IL TRACOLLO”,
laddove si dice: IL VICE SINDACO di Rimini è
addirittura più esplicito:” Mi auguro proprio che i vigili urbani e le forze
dell’ordine non girino per i locali a fare i controlli. Anzi, per quanto
riguarda la polizia municipale, la disporremo tutta lungo le strade per
controllare il traffico e salvaguardare davvero la salute della gente. Altro
che analcolici alle due”.
Carissimi, ho appena letto
lo"sfogo" di Guido Della Giacoma e,nell’aggiungere la mia firma in qualità di presidente AICAT, credo che lo
"sfogo" diventi terreno concreto di operatività perchè le proposte contenute nel testo diventino
punti di forza di un’azione sinergica di cittadinanza attiva fra tutti gli
attori già attivi e quanti altri intendano unirsi per far crescere la cultura della sicurezza stradale. Già dal prossimo direttivo AICAT proporrò che il tema della sicurezza
stradale diventi un tema di mobilitazione permanente. A presto. Nello Baselice. VIRGILIO NOTIZIE ROMA, 15 PERSONE DENUNCIATE PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA Durante controlli eseguiti da carabinieri in città Roma, 3 gen. (Apcom) - Quindici
persone denunciate per guida in stato di ebbrezza. E’ il bilancio di tre giorni
di controlli alla circolazione stradale eseguiti a Roma dai carabinieri. I conducenti dei veicoli che sono
risultati positivi al test dell’etilometro sono 11 italiani e 4 stranieri. Le
violazioni, in particolare, sono state accertate viale Aventino, via
Laurentina, via Ostiense, viale Marconi. Nella circostanza sono state ritirate
15 patenti ed elevate 39 contravvenzioni per infrazioni al c.d.s per sanzioni
pecuniarie pari 2.920 euro. IL GAZZETTINO POLSTRADA (m.a.) Superlavoro per la
Polstrada di Mestre a cavallo fra il 30 e il 31 dicembre. Le tre pattuglie in
servizio, una lungo l’A4 e le altre fra tangenziale, San Donà e Jesolo, hanno infatti ritirato la patente a 40
automobilisti: 28 fermati l’antivigilia di San Silvestro, gli altri nella
giornata che prelude alla notte più lunga dell’anno. Il tasso alcolico più alto è
stato registrato alla prova dell’etilometro da un trentacinquenne di Marcon
che, bloccato all’uscita della tangenziale, guidava la sua Clio praticamente
ubriaco fradicio: nel suo sangue infatti una percentuale di ben sei volte
superiore (pari a un preoccupante 3,19) alla soglia di legge. IL GAZZETTINO (Belluno) CORTINA I carabinieri hanno
ritirato le patenti dopo aver verificato lo stato di ebbrezza con l’etilometro.
Controlli su tutte le strade della zona fino al Comelico Otto ubriachi alla guida nella notte di Capodanno Sono tutti turisti fermati dopo il veglione di San Silvestro:
riscontrati valori altissimi di alcol nel sangue da 1,5 a 2,4 Cortina (si.p.) Otto patenti ritirate
nella notte di Capodanno per guida in stato di ebbrezza. La campagna anti alcol
al volante portata avanti dai carabinieri della compagnia di Cortina continua a
mietere vittime. O forse, è meglio dire, a risparmiarle, prevenendo quelle che
potrebbero diventare causa di gravi incidenti. A questa mandata però a cadere
nella rete dei militari sono stati solo turisti, evidentemente impreparati
rispetto ai locali alle misure preventive attuate dai carabinieri del posto. Otto dunque gli automobilisti che
sono stati trovati alla guida del proprio veicolo con una quantità eccessiva di
alcol nel sangue. L’operazione, che ha riguardato
tutta la fascia del territorio cadorino, che si estende da Cortina fino al
Comelico, è stata effettuata dopo i festeggiamenti della mezzanotte, dopo aver
brindato a più riprese nel corso del lungo cenone, si sono messe in strada
senza badare troppo alle proprie condizioni. Sei le persone trovate positive
all’alcol a Cortina e due in Comelico. Alti i parametri riscontrati dagli
etilometri dei carabinieri, tutti sopra il valore di 1,5 grammi per litro.
Doppiato dunque il minimo stabilito per legge, pari a 0,5. Ad alcuni dei fermati
sono stati misurati però addirittura 2,40 grammi/litro, e cioè quasi il
quintuplo del consentito. Tutto sommato, considerata
l’altissima densità di popolazione nella zona in occasione delle vacanze di
Natale non è andata nemmeno troppo male. È ormai da oltre un anno che i
carabinieri effettuano ripetuti controlli mirati in una zona che da sempre
soffre della piaga dell’alcolismo. E per quanto riguarda la popolazione locale
non sono pochi i miglioramenti registrati in questo delicato ambito. IL GAZZETTINO (Treviso) Rimaste sole in casa due
ragazzine, rispettivamente di Possagno e Mussolente sono finite all’ospedale
dopo un’abbondante libagione Bevono per gioco e finiscono quasi in coma etilico Hanno assunto liquori di vario genere fino a sentirsi male. I genitori,
rientrati a casa, hanno dato subito l’allarme Possagno Due amiche tredicenni ricoverate
all’ospedale di Castelfranco per una "sbornia" colossale. Il fatto è
accaduto ieri pomeriggio intorno alle 17 in una abitazione di Possagno e sul
posto sono intervenuti i sanitari del Suem di Crespano del Grappa ed i
carabinieri di Crespano che stanno cercando di capire cosa sia realmente
successo in quell’abitazione. A scoprire le due ragazzine, una del posto e la
sua amica di Mussolente (VI), sono stati i genitori della prima, rincasando
dopo che si erano assentati per qualche ora ed hanno dato immediatamente
l’allarme. Una scena drammatica quella che si è presentata subito, appena
aperta la porta agli occhi dei genitori. Questi, entrando in casa, hanno trovato la figlia e la sua amica riverse e
ansimanti, che stavano vomitando ed in condizioni disperate all’interno della
stanza. Secondo una prima e sommaria ricostruzione dell’accaduto, pare che
le due amiche avessero voluto passare una giornata insieme approfittando delle
festività natalizie. Magari nell’onda delle feste della notte di San Silvestro,
approfittando del fatto che i genitori si erano dovuti assentare per qualche
ora, hanno cominciato a sbirciare nel mobile bar del salotto. Prima hanno
cominciato con un bicchierino e poi con un altro, passando dalla grappa ad
altri alcolici fino a quando prima l’una e dopo l’altra hanno cominciato a
stare male. Una situazione che le due ragazzine non hanno saputo logicamente
controllare. Insomma una situazione che è sfuggita di mano e dalla bravata si è
passato al quasi "coma etilico" per le due giovanissime amiche. Per
fortuna ad un certo punto sono rincasati i genitori che senza perdere tempo
hanno immediatamente chiamato aiuto. Con l’ambulanza le due ragazzine sono
state portate al pronto soccorso dell’ospedale di Castelfranco e dopo un
controllo e le prime cure del caso, sono state spedite in pediatria a
...smaltire la sbornia. Qui hanno passato anche la notte con la speranza che,
come recita il proverbio, la notte abbia portato consiglio. Gabriele Zanchin QUOTIDIANO.NET CI VUOLE UN FISICO BESTIALE A 70 anni ubriaco ruba l’ambulanza: "Nessuno mi prestava soccorso" Questa la singolare motivazione adotta da un anziano uomo che l’altra
sera ha rubato una ambulanza dal Pronto Soccorso di Arona (Lago Maggiore) e
scappando a tutta velocità. Piccolo particolare, il suo tasso alcolico era
decisamente oltre i limiti. Come se non bastasse non aveva la patente e gli
hanno trovato due grammi di hascish in casa Varese, 20 dicembre 2007 - "Nessuno mi prestava soccorso. Ecco
perchè l’ho fatto": questa la singolare motivazione adotta da un anziano
uomo che l’altra sera ha rubato una ambulanza dal Pronto Soccorso di Arona
(Lago Maggiore) mettendosi poi a percorrere le strade della zona a tutta
velocità. Piccolo particolare, il suo
tasso alcolico, decisamente oltre i limiti, non gli consentivano una guida
’sobria’. Erano le 22.30 quando ha iniziato
la sua avventura conclusasi con un paio di manette attorno ai polsi. Il
protagonista è un 70enne conosciuto in zona perchè spesso chiede l’intervento
del 118. Così ha fatto l’altra sera ma al pronto intervento hanno ritenuto non
fosse il caso di accogliere la sua richiesta. A questo punto l’uomo ha
decisamente perso le staffe, raggiunto il Pronto soccorso di Arona e si è
impossessato dell’ambulanza che ha poi guidato zigzagando pericolosamente. Un
passante ha deciso di chiamare il 112 e subito si sono mossi i carabinieri di
Gallarate (Varese) che poco più tardi hanno bloccato il veicolo. Allibiti per la singolare
giustificazione, lo hanno denunciato per guida senza patente e in stato di
alterazione alcolica. I guai peggiori, però, sono arrivati dopo una
perquisizione domiciliare che ha consentito di trovare due grammi di hascish. Così è stato segnalato al
prefetto di Varese per consumo di droga, quindi arrestato e portato nel carcere
di Busto Arsizio per il furto dell’ambulanza. BRESCIA OGGI Due
senza tetto ubriachi Zuffa con manette davanti all’ospedale Un’accesa rissa tra due
senzatetto ex tossicodipendenti di origine napoletana, scoppiata per motivi
ancora da chiarire e finita con l’accompagnamento alla stazione dei
carabinieri. La rocambolesca fuga di un terzo coinvolto nell’episodio, un
tossicodipendente, che è scappato nei campi. È accaduto ieri sera attorno alle
19 davanti alla Poliambulanza, in mezzo al classico via vai dell’orario di
visita. Una squadra di Bresciasoccorso
stava prestando aiuto ad un tossicodipendente. I due senza tetto, in stato di evidente ubriachezza, si
sono avvicinati. Improvvisamente è scoppiata una rissa sedata, a fatica e in
modo energico, dagli infermieri dell’ambulanza. Mentre il tossicodipendente si è
dato alla fuga i due senzatetto, uomo e donna di circa 40 anni, sono rimasti
sul posto. Il primo era a terra, dolorante. Sono giunti i carabinieri, con
due pattuglie, per capire cosa stesse accadendo. Ne è nata un’ulteriore
discussione: i senzatetto hanno iniziato ad insultare le forze dell’ordine. Dopo
qualche minuto, all’ennesimo segno di alterco, i due sono stati ammanettati
davanti a una piccola folla di curiosi e portati alla più vicina stazione dei
carabinieri. D.BO. LA GAZZETTA DI PARMA Aggredisce un vigile: fidentino in cella GIOVANE
UBRIACO BLOCCATO DAI CARABINIERI Aggredisce un vigile: fidentino in cella FIDENZA - Notte di San Silvestro
movimentata. Un ventunenne borghigiano, B. L., dopo avere alzato troppo il
gomito, poco prima della mezzanotte, è arrivato... continua... IL GAZZETTINO (Venezia) Rissa di S. Stefano davanti alla
stazione L’autopsia conferma: ucraino ucciso a pugni Era deceduto il giorno dopo in ospedale (m.a.) La morte di Victor Odoba, ucraino di 39 anni, è
sopravvenuta per un vasto trauma cranico quasi sicuramente riportato durante la
zuffa in cui è rimasto coinvolto la sera di Santo Stefano davanti alla stazione
ferroviaria. Queste le prime indiscrezioni
trapelate dopo l’esame autoptico condotto dall’anatomo patologo Antonello
Cirnelli su incarico del sostituto procuratore Stefano Buccini. A causare il
decesso del trentanovenne, quindi, sarebbero stati i pugni ricevuti nella rissa
fra connazionali provocata con ogni probabilità dai fumi dell’alcol. Prende
quindi corpo l’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale con cui il
magistrato aveva aperto un fascicolo subito dopo il decesso di Odoba avvenuto
in ospedale il giorno seguente il ricovero. Su tale fronte continuano le
indagini affidate agli uomini della squadra mobile che avrebbero già individuato
alcuni dei protagonisti della scazzottata: a setaccio il mondo dei barboni che
gira attorno alla stessa stazione e anche quello degli emarginati e degli
stranieri che frequentano la mensa della Caritas. In questo quadro si
alleggerirebbe quindi la posizione del medico del pronto soccorso finito sul
registro degli indagati: un atto dovuto, come ha spiegato la stessa procura, a
garanzia dello stesso specialista e deciso a titolo prudenziale e cautelativo
per evitare in futuro contestazioni di qualsiasi genere. Come si ricorderà a richiedere
l’intervento del Suem verso le 21.30 del 26 dicembre fu il personale della
Polfer, richiamato all’esterno dal baccano provocato dalla scazzottata.
Sull’asfalto era rimasto piuttosto malconcio e visibilmente ubriaco, il solo
Odoba. Trasportato in ambulanza all’Umberto I, l’ucraino fu sottoposto agli
esami di prassi e quindi ricoverato: non era la prima volta che veniva accolto
nella struttura ospedaliera, dato il fisico debilitato dall’abuso di alcol e
dalle precarie condizioni di vita. Da quanto emerso, inoltre, anche sei mesi fa
fu vittima di una sorta di pestaggio che lo costrinse ancora alle cure mediche. A dissipare qualsiasi dubbio,
l’esito degli esami tossicologici unitamente a quelli istologici disposti dal
medico legale: occorrerà attendere sessanta giorni. ANSA Capo polizia Gb, ecstasy e’ sicura ’E’ meno pericolosa del tabacco o dell’alcol’ LONDRA, 02 GEN - ’L’ecstasy e’
una sostanza sicura, molto piu’dell’aspirina’.Parola del capo della polizia del
Galles, a favore della legalizzazione della droga. ’Il regime proibizionista
non funziona e non fa altro che consegnare miliardi di sterline nelle mani
delle organizzazioni criminali, l’ecstasy e’ meno pericolosa del tabacco o
dell’alcol, che invece sono disponibili ovunque’. Un’affermazione che ha
provocato molte critiche nonche’ numerose richieste di dimissioni MULTIPLAYER.IT Non guidare in stato di ebbrezza: lo dicono i videogame! Suggestiva la nuova iniziativa del governo Scozzese che ha deciso di
sensibilizzare i giovani a non mettersi alla guida in stato di ebbrezza
attraverso pubblicità sui videogiochi. Stando a quanto riferisce la BBC,
la nuova campagna pubblicitaria promossa dal ministro dei trasporti scozzesi vedrà
la luce su Need For Speed Carbon, Project Gotham Racing 4 e Pro Evolution
Soccer 2008 online. Nel periodo Natalizio ben 150
ragazzi sotto i 25 anni sono stati sorpresi alla guida ubriachi inducendo le
autorità a sperimentare nuovi metodi per sensibilizzare i giovani. Secondo una
ricerca di mercato inoltre ben il 70% dei ragazzi compresi fra i 15 e i 25 anni
nel Regno Unito posseggono una console di videogiochi, questo dato ha spinto il
governo scozzese ad emanare questo provvedimento. A cura di Mauro Perinelli IL GIORNALE Hatton, bevuta record 20 vodka e 57 birre di Redazione giovedì 03 gennaio 2008 - Londra.
Cinquantasette pinte di birra (più di 32 litri), una bottiglia di champagne, 17
vodka e Red Bull, quattro bicchieri di vodka liscia e tre di whisky, il tutto
in quattro giorni: è l’incredibile quantità di alcol scolato tra venerdì e la
notte di Capodanno da Ricky Hatton, il pugile britannico messo ko l’8 dicembre
da Floyd Mayweather nell’incontro più seguito dell’anno per il mondiale welter.
(*) Hatton, in vacanza con la sua
ragazza a Tenerife, ha chiuso il 2007 in alcuni dei bar e pub più conosciuti.
Venerdì sera ha dato inizio alla scolata in un pub: 6 pinte di birra chiara,
seguite da altre 3. Poi in discoteca: 6 pinte di Guinness, 5 vodka e Red Bull.
Sabato sei pinte di birra chiara, poi altre 7 di Guinness, più tre bicchieri di
whisky, tre vodka e Red Bull. Domenica e lunedì si è dedicato a birra e
champagne. «Nonostante la sbronza, si comportava da gentleman», ha raccontato
un testimone. (*) Nota: Floyd Mayweather, il pugile che lo ha battuto, probabilmente non ha bevuto niente. IL RESTO DEL CARLINO Per l’alcol il proibizionismo non
serve a niente |
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