IL MESSAGGERO (Umbria) Strade sicure e città blindate. Chiuso a Perugia il locale delle
coltellate, foglio di via per i balordi della notte Alcol fuorilegge, 3 discoteche
a rischio chiusura Birre e liquori venduti dopo le due di notte, blitz dei vigili urbani di LUCA BENEDETTI PERUGIA - Il coprifuoco anti alcol inizia a colpire. A Perugia gli agenti della
polizia municipale hanno passato al setaccio le discoteche e hanno scovato
alcune violazioni legate alla nuova legge che vieta di somministrare bevande
alcoliche dopo le due di notte, legge nata per combattere le stragi del sabato
sera. I primi passi del decreto anti alcol diventato legge lo scorso ottobre,
sono stati mossi la notte di Capodanno. I vigili urbani perugini hanno, nei
giorni successivi, segnalato tre casi di locali notturni che hanno riempito il
bicchiere al di là dell’orario consentito e che ora rischiano la chiusura.
«La legge prevede - spiega il vice comandante della polizia municipale perugina
Nicoletta Caponi - che possa scattare la chiusura dell’attività che non
rispetta la norma. Un blocco che può andare dai sette ai trenta giorni. Il
provvedimento di chiusura, come prevede la legge che ha modificato il codice
della strada, spetta al sindaco o al prefetto». Dal bicchiere fuorilegge alle
carte bollate il passo e breve ed è facile immaginare le barricate dei singoli
gestori e delle varie associazioni di categoria che hanno subito bollato la
legge come “antiproibizionista”. Nei giorni a ridosso del Capodanno si è mosso
il Silb, il sindacato dei gestori dei locali notturni legato a Confcommercio,
che ha sparato a palle incatenate contro la nuova norma. Tanto che, sempre
secondo il Silb, la legge anti superalcolici ha avuto un peso determinante sul
calo delle prenotazioni (trenta per cento in meno) per la serata dell’ultimo
dell’anno. A proposito di strade sicure con l’arrivo della Befana anche
l’Umbria sarà interessata dal controesodo delle feste: tante auto sulle strade
per il ritorno a casa dei vacanzieri e
pattuglie della polizia stradale mobilitate con particolare attenzione agli
alcoltest. La Polstrada controllerà anche nella settimana entrante le
maggiori arterie della regione con autovelox e telelaser: si inizia domani con
la E45 e si chiude domenica prossima con la Perugia-Bettolle passando per
Centrale Umbra e “675” Umbro-Laziale. La stretta sulla sicurezza
stradale va di pari passo con quella contro la microcriminalità. A Perugia è
stato chiuso dal questore il locale dove qualche sera fa il titolare è stato
accoltellato da un magrebino. LIBERTA’ Iniziativa anti-alcol alla Cementirossi contro gli infortuni In mensa niente vino né birra piacenza - Alcol al bando
alla Cementirossi: vietati sia il vino sia la birra nelle mense aziendali. E’
una iniziativa contro gli infortuni sul lavoro che trova d’accordo i lavoratori.
Ci sarà anche una campagna di informazione sui rischi legati all’assunzione di
alcol. Unica eccezione: il brindisi di fine anno. IL GAZZETTINO (Rovigo) ALCOL E LAVORO Incontri e discussioni per informare chi è impegnato in attività
produttive Proseguono gli incontri sui
problemi alcolcorrelati, attività che rientra nell’ambito del progetto
"Alcol e lavoro", promosso da diversi anni dall’Ulss 19 di Adria. A
fare da scenario due aziende, una di Taglio di Po ed una di Porto Viro. I problemi collegati all’uso di alcol si
manifestano infatti nella persona, nelle famiglie e nel contesto sociale, per
cui si rende necessario articolare gli interventi sia in forma continuativa che
in più ambiti di vita: dalla scuola al lavoro, dalle famiglie alla comunità
locale nelle sue diverse forme di organizzazione. In ambito lavorativo, come
previsto dalla legge sulla sicurezza, la collaborazione consolidata tra il
dipartimento per le dipendenze diretto da Andrea Finessi e lo Spisal, diretto
da Giulio Carli, ha permesso di affrontare questi problemi direttamente con i
lavoratori. Gli incontri, rivolti a gruppi di 20-25 lavoratori, consistono nel
fornire informazioni, tramite anche la visione di un video e una discussione,
sui rischi collegati all’uso di alcol in ambiente lavorativo. Gli incidenti sul lavoro stanno diventando,
nell’ultimo periodo, una vera e propria emergenza: anche l’uso di alcol
rappresenta una delle cause in quanto si stima che dal 10 al 20\% degli
incidenti siano collegati all’assunzione di alcolici. La persona con problemi
di alcol, inoltre, fa registrare un numero di assenze dal posto di lavoro 3-4
volte superiori a quelle degli altri lavoratori. I problemi alcolcorrelati riguardano tutte le categorie di
lavoratori: maschi, femmine, giovani, anziani, capiufficio, responsabili,
ecc. Lavorare e consumare bevande alcoliche sono due attività incompatibili,
non solo perché la dipendenza da alcol, come da altre droghe, può rendere
inabili al lavoro, ma anche perché il bere "moderato" influenza il
rendimento fisico e psicologico, può avere effetti dannosi sulla salute, può
rendere pericoloso qualunque lavoro per disturbi alla capacità visiva, per
rallentamento dei tempi di reazione e perdita di concentrazione. Le
iniziative su alcol e lavoro rientrano anche nell’ambito delle strategie
indicate nella "Carta europea sull’alcol" dell’Oms che indica di
"promuovere ambienti pubblici, privati e di lavoro, protetti da incidenti,
violenze ed altre conseguenze negative dovute al consumo di bevande
alcoliche". L’ARENA di Verona BRENTINO BELLUNO Natività dei pellegrini dedicata al buon vino S’allarga sempre più e celebra i buoni vini della Valdadige, il
più grande e ingegnoso presepe della vallata. Largo sei metri per otto, è
opera di Girolamo Ferruccio Magagnotti, 76 anni, che, da almeno venti, lo allestisce
sul terrazzo di casa a Brentino Belluno, ai piedi della scalone che sale al
Santuario Madonna della Corona di Ferrara di Monte Baldo. La sua opera catalizza la curiosità dei bimbi (*) e l’attenzione di centinaia di persone e
pellegrini. La fantasia di Magagnotti ha sempre colpito, soprattutto perché,
attraverso la sua composizione sacra, ha spesso lanciato messaggi pungenti,
legati a fatti di cronaca. Una
cronaca che quest’anno è stata all’insegna di delitti e dell’austerità
economica e su cui ha dunque steso «un velo pietoso», preferendo porre quattro belle damigiane illuminate per ricordare che,
tra tanti guai, le buone tradizioni e i vecchi mestieri tengono sempre. (**)
Dal suo presepe non ha comunque tolto le Torri Gemelle costruite dopo che furono
abbattute l’11 Settembre 2001, né le 18 piccolissime bare che la sua arte di
falegname gli suggerì all’indomani della strage di Nassiryia, il 12 novembre
2003. Ma il suo enorme presepe ricorda anche chicche della storia paesana, come
l’osteria dove un tempo si puntava alla «mora», gioco proibito. «Ci siamo conosciuti nel 1955 e,
da allora, mio marito ha sempre fatto il presepe», racconta la moglie Bruna
Marchi, 73 anni, che lo ha aiutato a raccogliere il muschio. «Prima, quando
abitavamo a Domegliara e lavorava come marmista, lo costruiva in casa»,
ricorda. «Nel 1981 ha iniziato a fare il falegname e, da quando nel 1988 ci
siamo trasferiti a Brentino, lo fa in terrazza... perché ha visto che nemmeno
il vento lo porta via». Per Magagnotti intagliare il
legno è sempre stata anche una passione. In tanti anni ha intagliato oltre
cento statuine, con la Madonna, San Guseppe e Gesù Bambino posti in una capanna
appoggiata sul muschio a due passi da una stradina di granito bianco. I Re Magi
sono in arrivo e tantissimi animaletti sbucano intorno. B.B. (*) Nota: che messaggio riceve il
bambino che, dopo aver visto in televisione, nella sua trasmissione preferita -
infarcita di canzoncine dello Zecchino d’oro - l’enologa che gli ha spiegato
quale vino abbinare a dolci e cioccolata, esce di casa per andare a vedere il
più grande presepe della vallata, e si accorge che è dedicato al buon vino? (**) Nota: buona parte della
cronaca nera di quest’anno, come degli anni scorsi, è legata proprio a quel
vino che qui si intende celebrare. Per le vittime di quegli eventi,
quelle quattro damigiane illuminate appaiono come una tragica beffa. IL GAZZETTINO (Treviso) Lions e Agesc insieme contro lo "sballo" alcolico dei giovani
Oderzo (A.F.) Coinvolge tutti gli
studenti delle scuole superiori opitergine il progetto salute, sulla promozione
di stili di vita sani, intitolato "... perchè sballo e non
sballo...". Esso è stato promosso dall’Agesc, associazioni genitori scuole
cattoliche con il patrocinio del Lions Club opitergino. L’iniziativa prende in esame una realtà preoccupante: gli
adolescenti bevono alcolici nello spirito della socialità. Insomma, bere
diventa un segno di appartenenza al gruppo e poco importa se questo nuoce
alla salute e mette in pericolo la vita degli altri se l’ubriaco si mette al
volante (*). Il progetto si
propone tra l’altro di sviluppare la partecipazione attiva dei giovani nelle
azioni di prevenzione dei problemi legati al consumo di alcool e alla sicurezza
stradale. Quindi il sensibilizzare i giovani sui rischi connessi agli sballi da
alcool. Il promuovere la partecipazione attiva degli studenti nell’ambito
scolastico e l’organizzare iniziative di promozione della salute con la
partecipazione attiva dei giovani. Da
una parte, oggi, il mondo degli adulti propone i valori della cultura del bere
tradizionale e "divieti" specifici legati alla loro condizione di
adolescenti; dall’altra i giovani sono esposti a nuove modalità di consumo che
comportano un cambiamento delle abitudini. Questi cambiamenti si manifestano,
ad esempio, nell’aumento di consumo di birra e di superalcolici e nelle
modificazioni delle modalità e dei luoghi di consumo delle bevande alcoliche. (*) Nota: …esattamente come gli
adulti, che bevono alcolici nello spirito
della socialità… e poco importa se
questo nuoce alla salute e mette in pericolo gli altri se l’ubriaco si mette al
volante. Ma siccome il bere sbagliato è
sempre quello di qualcun altro, gli adulti che organizzano, invece che
sensibilizzare se stessi e discutere il proprio comportamento, si preoccupano
di cercare di sensibilizzare qualcun altro, in questo caso i giovani. IL GAZZETTINO (Treviso) Montebelluna entra a far parte dell’associazione per la valorizzazione
enologica della zona Diventeremo "Città del vino" L’assessore Cornuda: «Sinergie con i comuni vicini per ottenere
risultati importanti» Montebelluna Montebelluna entra a far parte dell’associazione "Citta del
vino". E’ questo uno dei primi importanti passi fatti dall’assessore
ai gemellaggi, alla protezione civile e al turismo, Edo Cornuda per rilanciare il turismo in tutto
l’hinterland che accomuna i comuni limitrofi del Montello e dei colli della
Pedemontana. "Abitiamo in una splendida zona che deve essere assolutamente
valorizzata per quello che vale e che è in grado di poter offrire - spiega
Cornuda-. A giorni verrà aperto l’ufficio IAT (Istituto accoglienza turistica)
che verrà gestito dalla Pro Loco, con la collaborazione indispensabile della
Provincia e con la partecipazione dei comuni che gravitano sul Montello,
(Crocetta, Volpago, Nervesa e Giavera in primis). Soltanto con un’unione di
sinergie possiamo ottenere risultati molto importanti". Perchè l’ingresso
nell’associazione "Città del vino"? "Il motivo è alquanto
semplice -aggiunge l’assessore Cornuda. "Nella nostra zona e nei nostri comuni produrre vino è una tradizione
che viene tramandata di generazione in generazione. Fare del buon vino per
tutti noi è un vero e proprio culto. Nei giorni scorsi ho presentato
all’associazione che ha la sua sede a Siena e della quale fanno parte Firenze,
Roma e già 18 comuni della Provicia di Treviso il nostro curriculum che è di
tutto rispetto. Mi aspetto pertanto una risposta positiva per poi avviare
iniziative che saranno rivolte alla
valorizzazione della nuova strada del vino bianco che da Nervesa porta ad
Asolo. Le nostre terre devono essere rilanciate. Verranno potenziati percorsi
turistici sul Montello, dato ampio respiro ai prodotti come l’olio, il miele,
le patate, i funghi e ai piatti tipici che qui vengono sempre più curati e
migliorati. Non dobbiamo poi dimenticarci delle bellezze storiche, delle ville
che in abbondanza troviamo nei nostri comuni e che spesso non sono prese in
grande considerazione. A Montebelluna abbiamo un Museo civico che tutti ci invidiano,
così come Crocetta. La nostra biblioteca è tra le più importanti del Veneto, a
Cima Mandria sta per nascere un importante museo a cielo aperto con tombe
romane di grande valenza storica. Dobbiamo soltanto avere un po’ di pazienza e
aspettare che tutti i nostri progetti si concretizzino e poi tutto il nostro
hinterland diventerà una vera e propria oasi felice con attrazioni naturali che
tutti ci invidieranno". Luciano Beltramini IL GAZZETTINO (Rovigo) DRAMMA FAMILIARE Ubriaco picchia moglie e figli Nigeriano finisce in manette È tornato a casa ubriaco ed ha iniziato a picchiare moglie e figli. Poi
ha aggredito anche i poliziotti e cercato di menare i familiari anche in
presenza degli agenti. Così è stato arrestato per resistenza e violenza a
pubblico ufficiale e maltrattamenti in famiglia. Ora è rinchiuso nel carcere di
verdi. Le manette sono scattate ai polsi
di Joseph Nwaokolobia, 36 anni, nigeriano, operaio regolarmente residente con moglie e figli di 7, 2 anni e 3 mesi,
in un’abitazione in via don Aser Porta 11 a Sant’Apollinare. Sono le 23.30 di venerdì e al 113
telefona un ragazzino segnalando che il
papà sta picchiando la mamma. Poi la donna prende la cornetta e conferma
tutto. Dalla Questura inviano una Volante che quando giunge di fronte alla
casetta nella frazione rodigina sente le urla provenire dall’abitazione. I
poliziotti suonano il campanello e aprono i due coniugi. Ci sono anche i due
figli più grandicelli, visibilmente spaventati. Nonostante la presenza degli agenti l’uomo, in evidente stato di
ebrezza, minaccia e tenta di aggredire la moglie mentre spiega quanto avvenuto.
Rifila anche un calcio al figlio di 7
anni. Così la Volante, non senza faticare, ammanetta l’uomo che urla e
cerca di ferirsi colpendo con la testa il muro. IL GAZZETTINO (Rovigo) Benito Fusetto, 42enne di Porto Viro, non si è fermato a un posto di
blocco e quando è stato raggiunto era in stato di ebrezza Scappa e offende i carabinieri: arrestato (c.f.) "Terroni, andate a casa vostra a fare quello che state facendo a me,
così vi sparano in bocca". In questo modo si è rivolto ai carabinieri
Benito Fusetto, 42enne di Porto Viro, fermato l’altra sera ad Adria. Una frase
che gli è costata l’arresto. In verità prima che venisse
fermato ce n’è voluto. L’uomo, alla guida di una Volskwagen Passat, verso le
22.30, stava transitando davanti al centro commerciale il Porto, quando una
pattuglia, che stava effettuando un posto di blocco, gli ha intimato l’alt. Invece di fermarsi, il conducente ha
accelerato e ha cercato di fuggire. Subito inseguito dall’autoradio
dei militari, che presto è arrivata a tallonarlo, non si è dato per vinto e ha
tentato, comunque, di smarcarsi per tre volte con manovre a zig zag. Finalmente
in via Chieppara i carabinieri sono riusciti a fermarlo. Quando si sono
avvicinati, però, l’uomo non solo si è rifiutato di fornire i documenti
d’identità, ma si è anche messo ad apostrofare i militari in malo modo, dando
loro dei "terroni" e minacciandoli. Visto il comportamento "poco
urbano" la pattuglia lo ha arrestato. Il 42enne, celibe e disoccupato, era in evidente stato di ebrezza. L’esame
dell’etilometro, cui è stato subito sottoposto, ha rivelato, infatti, un tasso
alcolemico pari a 1,58 grammi per litro, più di tre volte superiore alla
soglia consentita di 0,50 grammi per litro. I carabinieri hanno posto, quindi,
sotto sequestro la sua auto e gli hanno immediatamente ritirato la patente di
guida. L’arrestato è stato portato nel carcere di Rovigo a disposizione del
sostituto procuratore di turno, Ciro Alberto Savino, per la convalida
dell’arresto e il giudizio per direttissima. Intanto Fusetto, svaniti i fumi dell’alcol, e resosi conto
dell’accaduto, si è profuso in scuse nei confronti dei carabinieri, i quali, di
buon grado, le hanno accettate. IL TIRRENO Ubriaco tira una cintola e ferisce l’infermiera LIVORNO. Mentre decine di persone colpite dall’influenza affollano
astanterie e sale d’aspetto, il pronto soccorso diventa un territorio sempre
più a rischio per chi ci lavora, medici ed infermieri. L’altra sera l’ennesimo episodio di violenza, con un’infermiera
che è stata centrata ad un piede dalla pesante fibbia in metallo di una cintura
lanciata da un albanese ubriaco. L’operatrice ha riportato una ferita, per
fortuna lieve, e ha subito denunciato alla polizia il suo aggressore. Anche lei
ha deciso che la pazienza dimostrata in questi lunghi anni di servizio al
pronto soccorso era esaurita e, come successo anche per altri colleghi, ha
deciso di farsi tutelare dall’autorità giudiziaria. A raccontare l’episodio avvenuto alle 19,50 di venerdì è la stessa
infermiera, Sonia Salvatori, che da 9 anni lavora alla “trincea” del pronto
soccorso e che ieri mattina, nonostante il referto medico, era ugualmente al
suo posto, spingendo barelle e assistendo pazienti. «Cosa volete - spiega -
siamo già troppo pochi e non me la sentivo di lasciare soli i miei colleghi». Così l’operatrice sanitaria racconta la sua disavventura: nel
primo pomeriggio si è presentato al
pronto soccorso, completamente ubriaco, L.B., 24 anni, che abita in via
Garibaldi. «Lo abbiamo assistito per
tutto il pomeriggio - spiega costernata Sonia Salvatori – e non ci saremmo certo aspettati un gesto
così violento e gratuito». Poco prima delle 20, infatti, al pronto soccorso
è arrivata la moglie dell’albanese. Quest’ultimo ha iniziato a litigare con la
donna, poi mentre era nella medicheria, ha fatto per strapparsi un catetere.
Sono intervenuti un medico ed un infermiere, e quando nella stanza è entrata la
Salvatori, che doveva riferire una cosa al medico, l’albanese ha preso la sua
cintura con una pesante borchia di metallo, e la ha scagliata contro la
malcapitata infermiera, ferendola al piede destro. La signora Salvatori non ci
ha pensato un attimo: dopo essersi fatta medicare, è andata al posto fisso di
polizia e ha denunciato l’albanese. «Adesso
basta - ha dichiarato - prima ci offendevano tutti i giorni, ora ci picchiano:
non si può andare avanti così». Una linea che ormai ha preso sempre più piede tra chi lavora al
pronto soccorso. Ma nelle scorse settimane si contano altri tre casi di
operatori Asl che hanno denunciato pazienti che li avevano ingiuriati, oppure,
peggio ancora li hanno aggrediti. LA PROVINCIA DI COMO Il video dei vandali consegnato all’assessore Diego Peverelli: «Il gesto del residente di via Diaz che ha girato il filmato sia di
esempio agli abitanti stanchi di subire» I titolari dei bar bocciano la proposta di chiusura anticipata: abbiamo
fatto degli investimenti e abbiamo l’autorizzazione Il filmato girato sabato scorso da
un residente di via Diaz (in cui si vede un ragazzo che sradica le piante
all’angolo con via Lambertenghi poco dopo mezzanotte, ndr) è stato consegnato
all’assessore comunale al Verde e al decoro, Diego Peverelli, che aveva
espressamente chiesto di poterlo visionare. «La collaborazione dei cittadini -
ha commentato Peverelli - è fondamentale e il gesto del signore che ha girato
il video deve essere di esempio per residenti stanchi dei vandalismi. Passerò
questo filmato anche alle forse dell’ordine». Intanto cresce il coro di
lamentele degli abitanti di via Diaz che hanno denunciato una situazione
“insostenibile” a causa dei rumori molesti e delle scorribande notturne dei
giovani. I primi ad entrare nel mirino delle proteste sono gli avventori dei
bar del centro storico, accusati di girovagare per le strade della città murata
sfogando la loro esuberanza sugli arredi
urbani e sui sacchi della spazzatura dopo aver bevuto, magari, un goccio
d’alcol di troppo. Dopo i raid notturni che si verificano per lo più nel
fine settimana (soprattutto il sabato notte) la città si risveglia
sistematicamente nella sporcizia. Rifiuti sparsi qua e là, piante e cestini
danneggiati, bottiglie e bicchieri di
cocktail mezzi pieni abbandonati sulle panchine e davanti alle vetrine dei
negozi. I residenti esasperati chiedono più controlli da parte delle forze
dell’ordine e plaudono a un
provvedimento che preveda la chiusura anticipata dei bar del centro. Una
proposta presentata all’inizio di dicembre dall’assessore al commercio Paolo Gatto,
davanti alla quale, però, i baristi storcono il naso. LA PROPOSTA Lo scorso 5 dicembre la giunta cittadina ha dato il via
libera a una proposta presentata dall’assessore al Commercio Paolo Gatto, che
verrà sottoposta all’analisi da parte delle categorie. Obiettivo
dell’iniziativa (che dovrà essere recepita in un’apposita ordinanza sindacale
prima di entrare in vigore) è stato quello di trovare «un giusto equilibrio tra
città turistica e tutela dei residenti». Per i locali che «non siano inseriti o
connessi strutturalmente ad edifici nei quali vi siano anche locali destinati
ad uso abitativo» sarebbe prevista l’apertura non prima delle ore 6 e chiusura
non oltre la 1 del giorno seguente in inverno, da ottobre a maggio. In estate,
invece, la tabella prevede l’apertura non prima delle ore 5 e chiusura non
oltre le ore 2 del giorno seguente nei mesi da giugno a settembre. I BARISTI Fabio Ghezzi è il titolare di uno dei bar di via Diaz, il
“5 Sensi”. Il suo è ormai diventato tra i più giovani un bar alla moda. Nel
weekend, soprattutto al sabato, il tratto della via davanti al suo locale si
riempie di ragazzi. Ma la folla di
adolescenti che si riunisce in quel punto è diventata l’incubo di molti
residenti che non sopportano il vocio e gli schiamazzi fino alle ore
piccole. «Le loro lamentele - commenta Ghezzi - sono legittime. Purtroppo noi
baristi non possiamo controllare i ragazzi uno a uno. Se qualcuno di loro è
maleducato la colpa non è nostra. Nel limite delle nostre possibilità cerchiamo
di richiamarli a un buon comportamento, ma una volta che escono dal locale cosa
possiamo fare? Ho avuto premura di insonorizzare il mio bar e ho fatto fare una
dichiarazione d’impatto acustico, ma più di tanto non posso fare. Forse i
genitori di questi ragazzi potrebbero fare di più». Quanto alla proposta della
chiusura anticipata Ghezzi commenta: «Per aprire il locale abbiamo fatto degli
investimenti e abbiamo avuto delle autorizzazioni. Se vengono cambiate le
regole rischiamo di rimetterci. Propongo, allora, che prima di approvare e
applicare la nuova legge sugli orari di chiusura si dia qualche anno di tempo
ai bar attuali di rientrare per lo meno degli investimenti che sono stati fatti
quando questa legge non esisteva. Anche se mi resta un dubbio: con i nuovi
orari la situazione in estate sarebbe la stessa di adesso, se non peggio,
perché la gente dorme con le finestre aperte». Dario Alemanno PONENTENOTIZIE.IT Marocchino ubriaco investito per strada ALBENGA Il marocchino ubriaco era sdraiato in strada, investito da un
automobilista ha riportato una frattura al bacino Misterioso investimento in viale
Che Guevara. Alle 21,40 di giovedì, una Fiat Punto diretta a Ceriale ha
travolto il marocchino Mohamed C., 46 anni, bracciante agricolo residente ad Albenga
ed incensurato. Al momento dell’impatto, il nordafricano era sdraiato per terra
nella corsia vicina alla massicciata ferroviaria, per cause in fase di
accertamento da parte della polizia municipale. Alcuni testimoni avrebbero
riferito di avere sentito urla in lingua straniera nella zona dell’incidente.
Gli investigatori guardano però con scetticismo all’ipotesi di un’aggressione,
al termine della quale l’extracomunitario sarebbe rimasto privo di sensi
sull’asfalto. I primi accertamenti clinici, compiuti dai medici del pronto
soccorso albenganese, avrebbero infatti escluso lesioni provocate da una rissa.
Secondo gli inquirenti, l’uomo era
visibilmente ubriaco e si sarebbe trascinato in strada, in preda ai fumi
dell’alcol, prima di svenire sotto la pioggia. Il guidatore del veicolo investitore si è subito fermato nei
pressi del campeggio Mauro per soccorrere il coltivatore e alle forze
dell’ordine avrebbe detto: "L’ho
scambiato per un cartone. Mi sono accorto all’ultimo momento che era una
persona, ho provato a frenare ma l’asfalto era bagnato e l’ho centrato in pieno".
Nella disgrazia di essere investito da una macchina, Mohamed C. è stato
fortunato. L’ambulanza della Croce Bianca è partita dalla sede di piazza
Petrarca temendo il peggio, ma il ferito è rimasto cosciente durante le
operazioni di soccorso ed è stato trasportato all’ospedale cittadino. Gli esami
radiografici hanno messo in evidenza "solo" una frattura al bacino,
giudicata guaribile in un mese dai sanitari ingauni. I medici terranno il marocchino
in osservazione nelle prossime ore, ma il rischio di lesioni interne sembra
scongiurato. Quando le sue condizioni fisiche miglioreranno, il bracciante
agricolo dovrà anche spiegare ai vigili urbani il motivo per cui l’altra sera
era steso in una pozzanghera ed ad una temperatura esterna di cinque gradi. L’interrogatorio potrebbe
svolgersi già oggi e gli inquirenti confidano di poter chiarire definitivamente
la dinamica dell’incidente. BRESCIA OGGI LA RICERCA. Secondo i dati Gfk Panel Services l’Italia è in
controtendenza rispetto al resto d’Europa dove dominano le grandi strutture Commercio, i piccoli resistono I negozi al dettaglio occupano ancora il 60% della superficie totale di
vendita nel Paese Un quinto della superficie di vendita commerciale in Italia è
riconducibile alla grande distribuzione. Sono infatti 958.191 gli esercizi di
vendita attivi nel nostro Paese, suddivisi in due grandi comparti: la
distribuzione moderna e la distribuzione tradizionale. Un panorama in cui
sembra rivivere la sfida biblica tra David e Golia. LA GDO. La grande distribuzione
(Gdo) comprende l’insieme delle catene per la vendita al dettaglio e
all’ingrosso di beni di largo consumo, organizzate in società succursali o
cooperative di consumo, con un’unica proprietà di punti vendita e gestione
centralizzata delle funzioni d’acquisto, di marketing, organizzative,
amministrative e finanziarie. Il totale di esercizi della Gdo
verso la fine dello scorso anno ammontava a 12.160 unità e può essere suddiviso
4 in categorie. La prima è riferita a 1.195 grandi magazzini, operanti nel
campo non alimentare (superficie di vendita superiore ai 400 metri quadrati e
almeno cinque reparti). La seconda categoria è riconducibile ai supermercati
(9.388), operanti nel campo alimentare, organizzati prevalentemente a libero
servizio e con pagamento all’uscita su una superficie superiore ai 400 mq. La
terza categoria è relativa a 641 ipermercati. Si tratta di esercizi al
dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq, alimentari e non
alimentari. Infine, la quarta categoria è riferita alle grandi superfici: 936
esercizi al dettaglio operanti nel settore non alimentare che trattano in modo
esclusivo o prevalente una specifica gamma merceologica con più di 1.500 mq. I PICCOLI RESISTONO. La
distribuzione tradizionale comprende tutte le imprese al dettaglio che
esercitano in negozi di piccole dimensioni. Ben il 60% della superficie di
vendita commerciale in Italia è composta da negozi sotto i 250 mq. Si tratta di
un dato in controtendenza rispetto al resto dell’Europa dove, invece, risultano
predominanti le grandi strutture. I CLIENTI. Tra le tipologie di
negozi sono i supermercati e gli ipermercati, i preferiti dagli italiani: nel
2007 le vendite sono aumentate del 2,8%. Per far la spesa le famiglie spendono
di più: 27 euro è il valore di uno scontrino medio, era di 26 lo scorso anno,
ma diminuisce il numero delle volte in cui si va a far acquisti nei centri di largo
consumo: 165 visite l’anno contro le 175 del 2006. Gli italiani acquistano più
verdura già pronta, diminuiscono vino,
alcolici, e olio con l’eccezione di quello extravergine d’oliva. Tengono
latte e derivati, crescono yogurt e dessert. Stabile il consumo di carne,
salumi e uova, in lieve flessione quello del pesce. KATAWEB Britney Spears lascia l’ospedale, non è più pericolo Britney Spears ha lasciato l’ospedale in cui era stata ricoverata per
le conseguenze di un mix di alcool e droghe. La decaduta reginetta del pop era
stata ricoverata al Cedars Sinai di Los Angeles giovedì sera, ma ora i medici
non credono che rappresenti più un pericolo per se stessa. Secondo il sito di
gossip TMZ.com quello dell’emittente ‘E! ‘, la Spears ha lasciato l’ospedale attraverso
un passaggio sotterraneo per evitare i paparazzi. Secondo il ‘Sun’ la cantante
ha assunto una droga che in genere viene somministrata ai cavalli da corsa per
aumentarne le potenzialita’: il clenbuterolo. “Fonti vicine” alla Spears hanno
spiegato che la cantante ha preso il farmaco convinta che l’aiutasse a
dimagrire e che gli effetti devastanti del mix con altre droghe, come ecstasy e
anfetamine, ingerite bevendo grandi
quantitativi di vodka, avrebbero prodotto gli effetti devastanti che
l’hanno portata al ricovero coatto. L’intervento dei medici era stato
deciso dalla polizia, che verso le 20 di giovedì, nella villa di Studio City
aveva affrontato la popstar che, apparentemente sotto l’effetto di
stupefacenti, si era rifiutata di riconsegnare i due figli — Sean Preston di
due anni e Jayden James di un anno — alla guardia del corpo dell’ex marito
Kevin Federline, che ne ha l’affidamento. Il trasferimento in ospedale, con due
ambulanze e nove auto della polizia, era stato seguito in diretta da decine di
troupe televisive, cui la Spears, al suo arrivo nel nosocomio, aveva rivolto un
gestaccio col dito medio. I due bambini sono stati
riconsegnati al padre che ne ha l’affidamento esclusivo dopo che la Spears non
ha rispettato alcune ingiunzioni del tribunale. È solo l’ultimo capitolo della
saga dell’affidamento dei due bambini avuti dalla cantante con l’ex ballerino.
La Spears aveva disertato per motivi di salute l’ultima udienza del
procedimento, quella del 12 dicembre, ma era stata in seguito fotografata
mentre andava a spasso per Los Angeles con un amico. IL GAZZETTINO (Venezia) Ha seriamente danneggiato un locale, ... Ha seriamente danneggiato un
locale, obbligando i gestori a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
E così, al termine di tutte le verifiche del caso, un veneziano di 40 anni,
N.D., è stato denunciato al pubblico ministero per minacce e danneggiamento
aggravato. Successivamente è stato anche
multato per ubriachezza. Il fatto è accaduto venerdì sera,
attorno alle 22, nell’"Irish pub" di Cannaregio, al civico 3847,
nelle vicinanze di Strada Nova. Proprio a quell’ora l’uomo entra
nel locale pretendendo di consumare alcuni cibi acquistati all’esterno. Davanti
al secco no del personale in servizio il veneziano ha immediatamente reagito.
Prima ha usato parole pesanti nei confronti dei camerieri poi ha scaraventato
una sedia contro gli arredi, danneggiando così una spina della birra. A questo
punto si è portato direttamente dietro al bancone dove ha continuato ad
offendere i dipendenti che cercavano di calmarlo. Sul posto sono così arrivati
gli agenti della Volante. Dalle verifiche è risultato che il veneziano era già
conosciuto alle forze dell’ordine lagunari per alcuni reati contro la persona. IL GAZZETTINO (Vicenza) Davanti alla discoteca cerca di darsi fuoco Finisce nei guai per droga Torri Ubriaco, tenta di dare fuoco alla propria maglietta con un accendino
dopo essere stato respinto dal personale di sicurezza della discoteca Palladium
di Torri. Ma all’arrivo dei carabinieri si scopre dell’altro: addosso aveva 7
grammi di hashish. Ed è stato denunciato dai carabinieri M. B., 28 anni,
marocchino, pregiudicato, residente nel trevigiano a Castelfranco Veneto. IL GIORNALE Carabinieri, controlli a tappeto su chi guida in stato d’ebbrezza Il piano di controllo
straordinario del territorio in occasione delle trascorse festività, messo in
atto dai carabinieri di Civitavecchia principalmente con l’obiettivo della
prevenzione del fenomeno della guida indisciplinata ha permesso di conseguire
risultati soddisfacenti sul piano della sicurezza stradale. I servizi sono
stati svolti mediante serrati controlli e con utilizzo dell’etilometro,
soprattutto nei pressi delle uscite dei principali locali notturni e sulle vie
di comunicazione della giurisdizione dell’intera fascia costiera della
giurisdizione della compagnia dei carabinieri di Civitavecchia, da Passoscuro a
Civitavecchia. I controlli effettuati dai carabinieri, oltre 500, si sono
sviluppati sia lungo la dorsale tirrenica dell’intera via Aurelia, per circa
settanta chilometri, che in pieno centro urbano dei comuni di Civitavecchia,
Santa Marinella, Ladispoli, Cerveteri e Fiumicino, soprattutto nei pressi dei
luoghi di ritrovo notturno dei giovani. Le
operazioni hanno portato alla denuncia di cinque persone sorprese alla guida
dell’auto in evidente stato di ebbrezza, con immediato ritiro delle rispettive
patenti di guida. Tre persone sono state invece denunciate poiché sorpresi
alla guida senza la patente. Cinque ragazzi sono stati trovati in possesso di
modiche quantità di sostanze stupefacenti e pertanto segnalati all’ufficio
territoriale del governo di Roma. Nel corso del serrato controllo, inoltre,
sono state elevate numerose contravvenzioni al codice della strada per lo più
relative ad eccesso di velocità e alla guida indisciplinata (mancato utilizzo
della cintura, sorpasso in zona non consentita, uso del telefono cellulare
durante la guida e soprattutto sosta vietata). I soggetti colpiti rientrano
quasi tutti in una fascia d’età compresa tra i 18 e i 40 anni. Complessivamente
sono state sottoposte a sequestro sette autovetture e cinque ciclomotori. TG10.IT Polizia Stradale di Gela: consuntivo di fine anno Scritto da Giuseppe D’Onchia Consuntivo di fine anno per la
Polizia Stradale del distaccamento di Gela. Nel 2007, gli agenti hanno
riscontrato 6366 infrazioni al codice della strada tra cui 113 per il mancato
utilizzo del casco, 22 per guida senza patente, 388 per l’alta velocità e 216
per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza. Quattordici le persone denunciate per guida in stato di ebbrezza.
Ritirate 37 patenti e 13 carte di circolazione. Detratti 4523 punti. Rilevati
68 incidenti, quattro dei quali con esito mortale. Per quanto riguarda
l’attività di Polizia Giudiziaria, 96 soggetti sono stati denunciati alla
magistratura ed uno è stato arrestato. Dieci i mezzi sequestrati. Ispezionati
anche tre locali pubblici. LA SICILIA giovane denunciato nella notte dai cc Ubriaco al volante Alle tre di notte i carabinieri lo hanno sorpreso ubriaco al volante
della sua auto. E così per l’ennesimo "avvinazzato", A. G. un
ventunenne, è scattato il trattamento destinato a chi non rinuncia ad alzare il
gomito il fine settimana e mettersi poi in macchina. Quindi denuncia a piede libero
per guida in stato d’ebbrezza, ritiro della patente correlata alla decurtazione
di 10 punti e multa salata, il cui importo sarà stabilito dal giudice di pace.
I guai, per il giovane, sono arrivati venerdì notte quando, in viale Conte
Testasecca, una pattuglia dei carabinieri dell’aliquota Radiomobile ha fermato
la sua auto, una Nissan "T30". Sceso dalla vettura, l’alito vinoso che usciva dalla sua bocca non è
sfuggito ai militari dell’Arma che lo hanno sottoposto alla prova
dell’etilometro. L’alcol test ha confermato che il ventunenne aveva in circolo
il doppio (0,96) del tasso alcolemico tollerato che è 0,50 grammi al litro.
Per la cronaca, anche per stasera
le pattuglie dei carabinieri, grazie al largo utilizzo dell’etilometro,
concentreranno la loro attenzione a chi si mette alla guida sotto l’effetto di
alcolici o stupefacenti. Va. Ma. IL TRENTINO «La Sloi mi ha rovinato la vita» Il calvario di «Bepi» Giovannini che ora chiede giustizia Dopo un solo anno di lavoro nella fabbrica i primi sintomi:
dall’impotenza fino al diabete SILVIA CONOTTER TRENTO. «Finché avrò voce continuerò a battermi perché a mio padre
vengano riconosciuti i danni, fisici e psicologici, causati dall’anno e mezzo
in cui ha lavorato alla fabbrica della morte: la Sloi». E’ una donna combattiva, Cinzia Giovannini, 40 anni, residente a
Segonzano. Nel 1968 il padre Giuseppe lasciò il posto di lavoro alla Michelin
per andare alla fabbrica di Campotrentino. «Fu attirato dal miraggio di uno
stipendio più consistente - racconta la donna - come accadde a molti, che
andarono lì all’oscuro dei pericoli che correvano. Lavorava ai forni e presto
si rese conto che stare a contatto con il piombo tetraetile gli causava dei
problemi». Giuseppe, conosciuto da tutti come “Bepi Sloi”, rimase a lavorare
lì un anno e mezzo. Fino a quando dovette essere ricoverato nel reparto di
medicina del lavoro a Padova. «La prima
conseguenza fu l’impotenza - racconta la figlia - dopodiché cominciò il delirio
e la pazzia. Ricordo ancora quando avevo otto anni e lui, dopo aver bevuto un
bicchiere di vino, perdeva il controllo. Capitava a tutti quelli che lavoravano
alla Sloi. Non erano alcolisti, come si voleva far credere. Era l’effetto del
piombo, anche perché mio padre aveva un carattere meraviglioso». Cinzia deve avere ereditato la combattività del padre, che in quel
periodo divenne il leader delle lotte sindacali. Oggi, a 75 anni, ripensando
alla Sloi commenta: «Maledetto il giorno in cui ho deciso di andare a lavorare
lì». Se le condizioni fisiche sono gravi, quest’uomo però è perfettamente
lucido. «Il suo stato d’animo ovviamente non è dei migliori - racconta Cinzia -
anche perché il suo sonno è tormentato da incubi ricorrenti. E poi c’è il
ricordo dei tanti colleghi che ha visto morire sotto i suoi occhi». Giuseppe è uno dei pochi
sopravvissuti. Ma è affetto da asma bronchiale e silicosi. Passa la
giornata tra il letto e il divano, tranne quando mangia, ed ha costantemente bisogno
di ossigeno e della ventilazione meccanica. Conseguenza di sei arresti cardio
circolatori e di un ventricolo che ha una funzionalità del 20%. Inoltre ha
bisogno di insulina quattro volte al giorno, visto che è diventato anche
diabetico. Nonostante questo l’Inail ha riconosciuto all’ex operaio
un’invalidità del 40%, incrementata solamente del 5% dopo l’evidente
peggioramento delle sue condizioni negli ultimi mesi. «Non è mai venuto a casa un medico legale dell’Inail, a constatare
lo stato di salute di mio padre - denuncia Cinzia - così abbiamo deciso di
affidarci all’avvocato Claudio Severini per avere giustizia». La perizia di
parte, stesa dal consulente Castellari, riconosce all’uomo un’invalidità al
100% e non si capisce come riesca a sopravvivere nonostante le molteplici
patologie di cui soffre. Ora si è deciso di presentare opposizione al riconoscimento dell’Inail di quel 45% di invalidità e, se sarà necessario, fare ricorso al giudice del lavoro. «Potrebbero volerci anche sei mesi - commenta Cinzia - ma mio padre è cosciente di avere il tempo contato. Sarebbe crudele vedere riconosciuti i suoi diritti quando ormai è troppo tardi. Comunque io non mi arrendo. Intanto ho rinunciato al mio lavoro part time per stargli accanto. Non avrei mai deciso di metterlo in una casa di riposo. Lui per fortuna ha mantenuto uno spirito ironico, che lo aiuta ad andare avanti. Per fortuna non si lascia abbattere». Bambini che si ubriacano fra l’indifferenza dei passanti VASTO - In preda ai fumi dell’alcol, due polacchi prima molestano gli avventori di un bar e poi si s... Rissa al Black & White: «Colpa di un ubriaco» carambola all’incrocio: ubriachi i due conducenti trovato l’alcol che uccide le rumene - salvo palazzolo Ubriaco aggredisce la moglie Se il buon vino aiuta i piccoli fernandes tra risse e alcol Piacenza Iniziativa anti-alcol alla Cementirossi contro gli infortuni Linea anti-alcol dell’azienda volta alla prevenzione degli
infortuni. D’accordo i lavoratori Alcologia e teatro giovedì presentazione del libro di Lazzari Madre ubriaca, fuga Vino, sbloccati 50 milioni IL GIORNO (Lecco) IL RESTO DEL CARLINO (Modena) NOTTE AGITATA UN FERITO IN VIA PAOLUCCI. AUTISTA CON TASSO ALCOLICO BEN OLTRE IL LIMITE 0 Ubriachi al volante, due scontri Guida alticcio, provoca un incidente e fugge: era evaso dai domiciliari Anche le ragazze si mettono al volante ubriache |
|
|
© asaps.it |