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Rassegna stampa Alcol e guida del 7 gennaio

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LIBERTA’

Linea anti-alcol dell’azienda volta alla prevenzione degli infortuni. D’accordo i lavoratori

La Cementirossi vieta vino e birra in mensa

Alcol al bando, la Cementirossi vieta il vino e la birra nelle sue mense aziendali e nei distributori automatici. Passa anche da questa strada l’azione di contrasto all’insicurezza sul lavoro e di prevenzione degli infortuni in corso intrapresa dal cementificio di via Caorsana. Nei suoi stabilimenti - da quello di Pederobba (Treviso) a Fumane (Verona), dalla sede centrale di Piacenza al centro di macinazione di Ozzano Monferrato (Alessandria) - la Cementirossi ha deciso una linea anti-alcol che risulta apprezzata dai lavoratori (i consigli di fabbrica l’hanno tempestivamente recepita) in ragione delle lodevoli finalità che si propone.

L’azienda, del resto, non è da oggi che investe nella prevenzione degli incidenti sul luogo di lavoro. Lo scorso anno nello stabilimento di Pederobba a tutti i dipendenti è stato regalato un televisore per aver fatto registrare il minor numero di infortuni in fabbrica.

In cambio della rinuncia alle bevande alcoliche si annuncia l’arrivo di una campagna di informazione e sensibilizzazione sui rischi legati proprio al consumo dell’alcol.

Una deroga al nuovo regime "analcolico" è stata consentita soltanto per gli auguri di fine anno, un brindisi peraltro in assoluta moderazione, mentre appena qualche giorno prima - a dimostrazione che in Cementirossi non si scherza - in occasione dei festeggiamenti per un dipendente prossimo alla pensione nella sede di Pederobba il tradizionale prosecco era stato sostituito con bottiglie di aranciata.

Un progetto all’avanguardia, dunque, che coniuga la tutela della salute e della sicurezza nel lavoro e concertato dalla proprietà aziendale con i delegati delle organizzazioni sindacali presenti all’interno degli stabilimenti. I consigli di fabbrica hanno condiviso anche la campagna di sensibilizzazione sposando la scelta dei tempi e dei metodi nell’applicazione di un modello innovativo nell’ambito della sicurezza sul posto di lavoro. In Cementirossi sono costanti i corsi di formazione e informazione alle maestranze, con rigida applicazione delle normative della 626 e 494 dopo aver ottenuto la certificazione ambientale 14001.
Una tutela che passa attraverso tasselli forse poco appariscenti, come la messa al bando dalle mense di vino e alcol, ma in grado di fornire un valore aggiunto quando vengono applicati, è l’opinione dei vertici dell’azienda guidata dall’amministratore delegato Maurizio Vecchi.
gu.ro.
(*) Nota: il D.P.R. n. 303/1956 all’art. 42 cita: "E’ vietata la somministrazione di vino, birra e altre bevande alcoliche nell’interno dell’azienda. E’ tuttavia consentita la somministrazione di modiche quantità di vino e di birra nei locali di refettorio durante l’orario dei pasti".
Però l’art.15, comma 1 della legge n. 125/2001 (Legge quadro in materia di alcol) prevede: "Nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute di terzi è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche".
In conseguenza di ciò il datore di lavoro deve vietare l’assunzione e la somministrazione di bevande alcoliche.

LETTERA A “IL TRENTINO”

Egregio Direttore
con preghiera di pubblicazione le invio il seguente commento all’articolo sopra riportato.
L’arrivo della legge 160 in materia di sicurezza stradale, che comprendeva il divieto di somministrare alcolici dopo le due, era stato fortemente criticato da alti esponenti della Provincia Autonoma di Bolzano , come riportato nel giornale Alto Adige del 21 settembre 2007 pag.14, e più precisamente il presidente Durnwalder, contrariato affermava: "avrei votato contro anch’io perchè chi fa le leggi dovrebbe usare un minimo di buon senso". Anche l’assessore alla mobilità ed al turismo Thomas Widmann criticava con forza le disposizioni antialcol: " La nuova normativa è sbagliata e la sanzione sproporzionata. Siamo alla catastrofe". Durissimo pure il Presidente degli albergatori Walther Meister: "Credo che a Roma non sappiano più quello che fanno.... Qui sono tutti arrabbiati e gli albergatori sono furiosi. A parte il calo del lavoro che hanno subito coll’intensificarsi dei controlli così facendo lo Stato finisce con il criminalizzare un intero settore.....". Alla luce dei dati ripresi nell’articolo DIVIETI ANTI ALCOL SALVATE 10 VITE, apparso sul vostro giornale in data 4 gennaio u.s., dai quali si evidenzia un decremento dei decessi, vorrei chiedere ai signori sopra citati cosa ne pensano ora delle nuove norme del Codice della Strada. Ha più valore vendere un litro di vino in più o risparmiare una vita umana?

Guido Dellagiacoma Centro Studi APCAT


LETTERA ALLA REDAZIONE RAI DE “LA PROVA DEL CUOCO”

Spett. redazione
mi piace la vostra trasmissione che spesso seguo.
Mi piace meno, ad essere sincero, la parte riguardante la scelta dei vini perchè non sono d’accordo che venga sponsorizzata una droga (OMS) pubblicamente e in fasce orarie ad alto rischio. Discutibile quindi l’aver continuato a farlo in presenza di bambini qualche giorno fa.
Proprio considerando che in Italia si comincia a bere all’età che era rappresentata nello studio. E’ davvero un peccato guastare una così semplice e bella trasmissione con quei momenti di osanna ad una sostanza che quotidianamente fa vittime e danni incalcolabili. proviamo a vedere di lasciar fuori almeno i minori!
E proviamo a vedere s i vostri piatti cambiano sapore senza i vini e i loro profumi di viole e altre fesserie. Quello che mi preoccupa e deve preoccupare tutti è forse solo il ...retrogusto. Quello fatto di danni, incidenti, violenze, dolore e costi.

grazie e comunque buon anno!

Baldo Franco (servitore -insegnante nei club per famiglie con problemi di alcol) Mori Trento


LETTERA A “LA NAZIONE”

L’auspicio sincero è che i direttori dei quotidiani che decidono di intervenire in materia di alcol e salute pubblica, se non a conoscenza della materia, rinuncino alle opinioni personali, inutili spesso dannose e fuorvianti e si attengano a documenti scientifici accreditati.
Allego framework su alcol, ultimo documento OMS su politiche attinenti il consumo di alcol in Europa
cordiali saluti

Pellegrini Luigino Coordinatore Servizio Alcologia Azienda Provinciale Servizi Sanitari Distretto Sanitario Vallagarina


SUPEREVANOTIZIE

Se aspetti un bambino l’alcol può aspettare

Aspetti già un bambino o stai progettando di averlo?
 “Sapevi che bere in gravidanza può creare problemi al tuo bambino?”
Aspetti già un bambino o stai progettando di averlo? Sicuramente ti starai preparando psicologicamente e anche fisicamente: dieta sana, niente fumo, attenzione ai farmaci. Curi di più anche l’igiene: lavi bene le verdure, eviti carne, pesce e uova crude, scegli con attenzione gli insaccati, stai attenta alla convivenza con gli animali. Fai tutto questo per affrontare al meglio la gravidanza e soprattutto per fare in modo che il tuo futuro bambino nasca e cresca sano. E con le bevande alcoliche come ti comporti? Ti sei mai posta il problema se un aperitivo o un digestivo possa nuocere al nascituro? E qualcuno ti ha mai spiegato perché l’alcol e la gravidanza non vanno d’accordo? Se vuoi saperne di più sul rapporto tra alcol e gravidanza, continua a leggere.
“Ricordati che l’alcol che bevi in gravidanza arriva anche al tuo bambino!”
L’alcol è capace di oltrepassare la barriera placentare e di arrivare al nascituro, che non è in grado di difendersi. Se bevi alcol durante il periodo di gravidanza, quindi, il tuo bambino potrebbe subire danni.
Questi danni, che possono essere di diverso tipo e intensità, li puoi evitare del tutto se farai attenzione a non bere.
Non ci sono prove sicure che una donna che beve in modo moderato o saltuario durante la gravidanza provochi danni al proprio bambino.
Ma non è al momento nemmeno possibile stabilire qual è la dose minima di alcol che permette di non correre rischi. Ecco perché nell’incertezza è meglio non bere affatto.
Inoltre, poiché l’azione dannosa dell’alcol sul tuo bambino comincia già nelle prime settimane, è meglio che tu prenda questa precauzione subito, appena ti accorgi di essere incinta.
L’ideale sarebbe che tu smettessi di bere alcol già quando cominci a progettare una gravidanza e persino se pratichi sesso non protetto ed hai, quindi, la possibilità di rimanere incinta senza saperlo.
Se sei una forte bevitrice o tendi ad essere dipendente dall’alcol, ricordati che il rischio di danneggiare il tuo bambino è tanto maggiore quanto più alta è la quantità di alcol che berrai in gravidanza.
“Cosa può succedere ad un bambino esposto ai danni da alcol prima di nascere?”
I danni legati al consumo di alcol in gravidanza possono essere evidenti nel bambino già alla nascita, attraverso visibili malformazioni del viso, ritardi nello sviluppo psicofisico o, ancora, il manifestarsi nel corso dell’infanzia di problemi d’attenzione, di memoria, d’apprendimento, di relazione e d’integrazione sociale.
A seconda della gravità di questi danni si parla di FAS, sindrome fetale alcolica, FAE, difetti alla nascita alcol correlati, FASD, disordini collegati all’uso di alcol in gravidanza. Non esiste alcuna cura per questi problemi e il bambino è costretto a conviverci per tutta la sua vita.
“Quanti sono i bambini che subiscono danni nel mondo per colpa dell’alcol bevuto in gravidanza?”
Per fortuna le patologie legate al consumo di alcol in gravidanza, soprattutto la più grave, la FAS, non sembrano così diffuse. I risultati delle ricerche svolte in molti Paesi del mondo non sono univoci, ma si può concludere che in Europa, in media, meno di un bambino su mille nati vivi ne viene colpito. La frequenza aumenta decisamente nei bambini nati da donne socialmente emarginate, fra le quali l’abuso di alcol è molto diffuso. Tuttavia bisogna anche riconoscere che il problema non è molto sentito e studiato, e i dati spesso sono poco confrontabili tra di loro.
Vale comunque la pena sapere che uno studio condotto recentemente in Italia, sulla popolazione del Lazio, ha evidenziato una presenza piuttosto elevata di queste patologie, sollevando il dubbio che esse siano state finora sottostimate. In ogni caso non bisogna abbassare la guardia su questo problema ed è necessario che in tutto il mondo se ne parli di più e meglio.
Casi di FAS su 1.000 bambini nati vivi
Canada: 0,3 - 2
USA: 0,3 - 2,2
Svezia: 1,7
Francia: 1,3 - 4,8
Italia: 3,7 - 7,4
(il dato si riferisce ad uno studio regionale sulla FASD realizzato nel Lazio)
Sudafrica: 6,5 - 7,4
“Confrontarti con il tuo ginecologo può essere utile per capire meglio”
Il tuo ginecologo è senza dubbio il consigliere più autorevole quando si tratta della tua salute di donna. È a lui che ti rivolgi quando ti accingi ad affrontare il delicato periodo della gravidanza. Proprio il tuo ginecologo, quindi, potrà darti i giusti chiarimenti e suggerimenti su come comportarti anche rispetto al bere alcol.
Se stai programmando di avere un figlio, o semplicemente se non fai nulla per evitare di restare incinta e sei abituata a consumare bevande alcoliche, fatti spiegare dal tuo ginecologo perché sarebbe meglio che tu smettessi, evitando così di far correre inutili rischi al tuo futuro bambino.
Se sei già incinta e stai bevendo alcol, smetti al più presto di bere e, se pensi di non essere in grado di farlo da sola, il tuo ginecologo potrà metterti in contatto con appositi centri o associazioni di sostegno.
Il ginecologo può anche stimolare la tua famiglia ad incoraggiarti e sostenerti nell’impegno a non consumare alcol durante la gravidanza, evitando, ad esempio, di coinvolgerti in situazioni sociali che implicano il bere.
“Come non far correre al tuo bambino rischi legati al consumo di alcol in gravidanza”
- Bere alcol in gravidanza può danneggiare il bambino che nascerà
- L’alcol può arrecare danni al feto già nelle primissime settimane di gravidanza
- I danni che puoi fare al tuo bambino bevendo alcol non sono curabili
- Non consumando alcol puoi evitare completamente questi danni
- Nessuna dose di alcol è considerata sicura durante la gravidanza
- Se hai già consumato alcol durante la gravidanza smetti subito di bere
- Se stai pianificando una gravidanza astieniti dal bere alcol
“Perché la campagna di informazione SIGO e AssoBirra può esserti utile”
Con la campagna “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere”, che ha ricevuto l’apprezzamento e il sostegno del Ministero della Salute in quanto aderisce agli obiettivi governativi di riduzione dei danni alcol correlati, l’Associazione degli Industriali Italiani della Birra (AssoBirra), con l’aiuto della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), s’impegna a farti conoscere meglio i rischi legati al consumo d’alcol in gravidanza.
Cinquemila ginecologi aderenti alla SIGO hanno ricevuto informazioni e strumenti per poter dialogare con te su quest’importante tema, che ancora non è abbastanza conosciuto in Italia. Nei loro ambulatori, negli Ospedali e nelle Università dove andrai ad incontrarli, troverai di nuovo il messaggio che questa campagna rivolge specificamente a te: “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere”. È un messaggio importante. Ascoltalo e ascolta il tuo ginecologo.
La campagna “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere” fa parte del programma di prevenzione e sensibilizzazione “Guida tu la vita. Bevi responsabile”, che coinvolge anche temi quali “L’alcol e la guida” e “L’alcol e i giovani”.
AssoBirra, consapevole dei rischi connessi all’abuso o all’uso inadeguato di alcol, è da anni impegnata nel contribuire all’affermazione in Italia di un modello di consumo moderato e consapevole delle bevande alcoliche. (*)
(*) Nota apparentemente c’è qualcosa che non va. L’AssoBirra fa una campagna di informazione in cui invita a non bere alcolici. In realtà è una campagna pubblicitaria a tutti gli effetti. Per prodotti il cui uso comporta dei rischi, guadagnare la fiducia dei consumatori è una strategia pubblicitaria. Se che chi li vende offre l’impressione di essere consapevole dei rischi e si presenta come soggetto responsabile, rafforza il senso di sicurezza dei consumatori, evitando che siano loro stessi a porsi delle domande.
Quello che non va è che le campagne di informazione sanitaria andrebbero fatte da chi ha interessi e competenza in campo sanitario, non di marketing.

LA REPUBBLICA 5.1.08

IRAQ, UCCISA DAI COMMILITONI UBRIACHI CHOC PER SOLDATESSA USA DI
2O ANNI.

"L’hanno investita e l’hanno lasciata sull’asfalto i suoi colleghi ubriachi la povera Hannah, soldatessa americana nella guerra d’Irak. Il tragico episodio sarebbe avvenuto nel settembre del 2006 quando una donna soldato statunitense di 20 anni, Hanna McKinney, è rimasta uccisa in un incidente a Taji, a nord di Bagdad. Dopo una notte di follia nel deserto con i commilitoni. Hannah, che invece avrebbe dovuto essere di guardia, è caduta dalla camionetta ed è stata investita dai compagni che l’hanno lasciata in strada. La notizia è stata pubblicata ieri dal Washington Post, entrato in possesso del dossier della Corte Marziale che sta esaminando il caso. Per il giornale le morti di soldati USA non in combattimento sarebbe 700."

COMMENTO DI LUC THIBAULT

Questo brevissimo articolo di Repubblica ci porta ad alcune riflessioni. Per cominciare guerre e stupefacenti sono sempre andate "mano nella mano". In genere l’uso di droghe fra i soldati è sempre stato diffusissimo... altrimenti difficilmente delle persone normali compirebbero i crimini che sono soliti compiere quotidianamente gli eserciti americani e israeliani.
I greci si stordivano con il vino, mentre alcuni reparti d’elite scandinavi usavano l’amanita muscaria... i boscimani prendevano la sceletium tortuosum ecc. ecc..
I soldati della prima guerra mondiale uscivano dalle trincee per farsi uccidere dai nemici solo perché distrutti dalla grappa e dalle amfetamine... I soldati francesi prendevano copiose sbornie di vino rosso, prima di morire in battaglia, così come i cecchini tedeschi a stalingrado e i kamikazee giapponesi erano tutti sotto effetto di derivati della metamfetamina... gli americani in vietnam usavano oppiacei, stimolanti, cannabis... i piloti di aerei sono soliti farsi di amfetamine prima di bombardare le popolazioni inermi... e molti episodi di crudeltà commessi dagli americani in Iraq sembrano provocati dall’uso di alcol e psicofarmaci... PAURA!
Tempo fa si leggeva su un giornale inglese che dei soldati consumavano droga deliberatamente per evitare di partire per l’Afghanistan. Diciassette soldati delle compagnie di Argyll e Sutherland Highlanders sono stati allontanati dall’esercito per essere risultati positivi a droghe di Classe A. Quelli di Argylls sarebbero partiti per l’Afghanistan nel marzo 2008.
L’esercito ha dichiarato che qualche membro dell’esercito ha desiderato essere "scoperto positivo" perche’ cio’ significava venire immediatamente allontanato. Un soldato ha dichiarato alla stampa: "Lo abbiamo fatto perche’ non vogliamo morire in Afghanistan. Qualcuno potrebbe pensare che siamo codardi, ma significa che non ha mai visto la morte in faccia. Non siamo pronti per andare in guerra, e non c’e’ altro modo per evitarlo. Chiediamo solo all’opinione pubblica di non essere troppo severa con noi". E un altro ha aggiunto: "Posso assicurare che questi soldati volevano essere scoperti. E’ il modo piu’ veloce per uscire dall’esercito, grazie alla politica di tolleranza zero applicata. Sono giovani, inesperti e impauriti di dover andare in Afghanistan. Qualcuno potrebbe definirli codardi, ma e’ qualcosa che spaventa i piu’ giovani". La madre di un soldato risultato positivo ha dichiarato: "Mio figlio e un altro ragazzo hanno preso droghe per il terrore di andare in guerra senza alcuna esperienza". PAURA! Si Paura, perché viviamo per VIVERE!!!
Come dimostra la guerra in Irak, anche la guerra del Vietnam, con le atrocità commesse e subite, si rivelò ben presto un problema di enormi dimensioni sociali: numerosi soldati una volta ritornati in patria cominciarono a presentare gravi disturbi psicopatologici che comprendevano tutti quei sintomi che oggi ritroviamo nel PTSD (Posttraumatic Stress Disorder). In questi pazienti il problema era ancora più complicato non solo perché questa guerra era profondamente avversata dagli americani, e quindi i militari avevano una scarsa motivazione, ma anche perché al ritorno in patria i soldati si trovarono a vivere un clima di isolamento e di ostilità da parte dei compatrioti. Questo in parte spiega alcuni sintomi particolari di questa che viene definita sindrome del post Vietnam (come l’uso di sostanze stupefacenti o comportamenti fortemente aggressivi definiti come sindrome di Rambo) ma spiega anche la difficoltà per i reduci di essere visitati o ricoverati nei centri della Veteran’s Administration perché sentivano di non essere compresi e soprattutto di essere etichettati come malati mentali. Il sano realismo americano portò alla formazione dei Vet Centers, che erano centri di consultazione gestiti da psichiatri, psicologi ed assistenti sociali che erano distribuiti sul territorio ed aperti in luoghi più neutrali come centri commerciali o università. A questo punto aumentò la richiesta di aiuto e risultò che circa il 28% dei soldati ritornati dal Vietnam presentavano psicopatologie più o meno gravi.
Per ritornare alla situazione attuale in Iraq, sono state valutate in una ricerca, -la Depressione grave post traumatica, -Sindrome Ansiosa Generalizzata la Sindrome da Stress Post Traumatico PTSD (Post Traumatic Stress Desorder) che comprende disturbi depressivi, ansietà, ossessioni, tendenza al suicidio, aumento della aggressività, abuso di alcool e di farmaci...
I reduci dall’Iraq hanno presentato Disordini e Problemi Mentali inerenti nel 17-19,9 % dei casi esaminati. Quando si ha a che fare con una guerra, che non è solo guerra ma anche guerriglia, il nemico non ha volto, non viene identificato come nemico,prima di rivelarsi tale, non ha una divisa,è un volto qualunque tra la folla. Tale situazione,che non permette di individuare chi è il tuo nemico,determina una situazione di forte stress emotivo che può dare luogo al PTSD ...quando muore qualcuno accanto a noi, ci chiediamo sempre se non potevamo essere noi quell’uomo....il sopravissuto porta in se il ricordo della morte.. Chi addestrato ad uccidere per non essere ucciso, e lo pratica per otto lunghi mesi, come riuscirà ad inserirsi in una vita normale? Come potrà accettarne le regole? Come riuscirà a guardare, senza sospetto, chi si avvicinerà a lui?

La guerra non costruisce solo i cimiteri, ma può costruire anche dei mostri potenziali.
Luc Thibault


L’ARENA

VOLANTE UBRIACHI.
I decessi sono schizzati a 155. Alto il numero di chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe

Dodici mesi da allarme rosso
Nell’anno appena chiuso sono stati 155 gli incidenti mortali. Di questi 96 sono stati di automobilisti, 37 di motociclisti, 9 di persone in bicicletta e 13 di pedoni.
È stato l’anno dei controlli della velocità e degli alcoltest con centinaia di patenti ritirate. Persone che non hanno esitato a mettersi al volante ubriachi o drogati, come se il fatto non fosse affare loro.
La prefettura ha istituito una task force tra Asl e forze dell’ordine per continuare i controlli ogni fine settimana, ma i dati sono in continua crescita. Non è bastato inasprire le pene. I giovani continuano a guidare ubriachi e i genitori sembrano non accorgersi di niente. In agosto a perdere la vita furono due studenti universitari investiti da una donna ubriaca che poi risultò anche sotto gli effetti di stupefacenti. Claudio Bignotto aveva 22 anni, viaggiava con l’amico straniero Osama Alsalhi, in Italia per imparare la nostra lingua. A Villanova di San Bonifacio la loro auto venne investita da quella di Francesca Morando. La donna aveva prima tamponato un’auto e poi era piombata sulla Fiat dei ragazzi.
Un altro incidente plurimo avvenne in agosto a Zimella, morirono tre persone tra cui due fratelli: Khalid e Mohamed Boulam, e Hicham El Ghandour. Gli amici viaggiavano su una Golf che si schiantò sulla spalletta di cemento di uno scivolo di un cantiere. L’auto finì accartocciata su sè stessa.
Il 20 dicembre invece a Villafranca in uno scontro frontale morirono due amici: Vittorio Danese e Gianfranco Leso di Villafranca. Viaggiavano in direzioni opposte da Villafranca a Mantova.
A novembre in autostrada morirono madre e figlio Angela Passeri e il figlio Federico, residenti nel Bresciano stavano arrivando a Verona da parenti e per cause inspiegabili, la Micra della donna finì contro un autoarticolato parcheggiato.
A Pacengo in ottobre era morto don Abella Romero, un sacerdote di Bogotà che aveva provato la moto di un amico. La vittima era partita senza casco, sbandò e si uccise. A.V.


IL MATTINO

Al volante ubriachi, raffica di denunce
BARBARA CIARCIA, 07/01/2008 - Carabinieri in azione sulle strade per garantire la sicurezza e prevenire i reati. Arresti e denunce nel week end appena trascorso. Ieri mattina presso l’Eurospin di Rotondi un giovane romeno che aveva sottratto diversa merce alimentare, del valore di circa cento euro, eludendo ogni sistema di sicurezza all’interno del supermercato, è stato bloccato all’uscita delle casse sprovvisto appunto di scontrino, e arrestato per furto da una pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Avellino in servizio antirapina. A Solofra, invece, un pregiudicato ha tentato di accoltellare, dopo un vivace diverbio, l’attuale compagno della sua ex convivente. L’uomo si è recato a casa del rivale in amore con un grosso coltello. È stato poi denunciato per minacce aggravate e per detenzione di arma impropria. Ad allertare i carabinieri della locale stazione sono stati i vicini che, richiamati dalle grida dei due, hanno evitato che la discussione animata degenerasse in tragedia. È un amaro bilancio quello scaturito dai controlli serrati nei pubblici esercizi e tra i venditori ambulanti, e quello emerso dai posti di blocco allestiti dagli uomini della Compagnia di Montella, diretti dal capitano Saccone, lungo l’Ofantina e la Fondovalle Sele in questo fine settimana. Ammonta a 15mila euro il totale complessivo delle multe elevate dai militari, per gravi carenze igienico-sanitarie, in alcune attività commerciali altirpine. A cinquemila euro, invece, quelle eseguite nei confronti dei venditori ambulanti non in regola con le licenze. Eppoi sono state ritirate sette patenti, e sono state elevate multe per infrazioni varie al codice della strada pari a circa settemila euro. Tre giovani sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza, quattro per guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope, sette ragazzi sono stati segnalati in Prefettura perchè trovati in possesso di modiche quantità di droga. A tre pregiudicati salernitani e a quattro napoletani è stato infine notificato il foglio di via obbligatorio.


AGI

ERA IN STATO DI EBBREZZA
TENTA DI UCCIDERE TRE GIOVANI, 25ENNE ARRESTATO A FAVARA
In stato di evidente ebbrezza ha accoltellato, nei pressi di un pub situato nella centralissima via Kennedy a Favara (Agrigento) tre giovani per futili motivi. Con l’accusa di tentato omicidio e’ stato arrestato Santo Castronovo, 25 anni, manovale di Favara. L’uomo, secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, dopo un’accesa discussione ha atteso i suoi rivali fuori dal locale pubblico e, armato di un coltello, li ha aggrediti. Le vittime sono tre giovani di 19, 20 e 22 anni. Due di essi sono stati ricoverati in ospedale ad Agrigento e sottoposti a un intervento chirurgico per le ferite riportate all’addome, al petto e alla schiena. Si trovano ricoverati in prognosi riservata, ma secondo i medici non sono in pericolo di vita. Il terzo e’ stato invece ferito lievemente a un braccio. Santo Castronovo subito dopo l’aggressione si e’ dato alla fuga, ma i militari dell’Arma lo hanno trovato nei pressi della sua abitazione. Non e’ stato ancora ritrovato il coltello utilizzato. L’uomo si trova ora in stato di fermo presso il carcere Petrusa e nelle prossime ore sara’ interrogato dall’autorita’ giudiziaria. (AGI) - Agrigento, 7 gen. -


LA NAZIONE

POLIZIA
Scoppia una lite, ha in tasca un coltello

Denunciato un 40enne in stato di ebbrezza

Coinvolto in una lite accesa con altri due uomini, un 40enne, in stato d’ebbrezza, ha gettato verso di loro un cestino di plastica. Perquisito dalla polizia, aveva in tasca un coltello a serramanico lungo 16 centimetri. L’uomo, con vari precedenti penali, è stato denunciato per possesso ingiustificato di armi e oggetti atti a offendere e sanzionato per ubriachezza
Firenze, 7 gennaio 2008 - Un circolo in viale Giannotti, alle due di notte: questo il teatro della lite furibonda che ha coinvolto tre uomini ieri sera. Un alterco più che vivace, che ha convinto un cittadino a chiamare la polizia.
Gli agenti, intervenuti sul posto, hanno appreso che poco prima tre uomini stavano litigando animatamente tra loro. La disputa non si era limitata solo alle parole. Quando due dei ’duellanti’ hanno iniziato ad allontanarsi, in direzione di piazza Gavinana, apparentemente mettendo fine alla lite, il terzo ha scagliato verso di loro un cestino di plastica: chi ci ha rimesso è stato il proprietario di un’auto in sosta lì vicino. Il cestino infatti ha colpito proprio la vettura, che si è ammaccata e ne ha ricavato vari graffi sul lato anteriore.
Il lanciatore, fermato dalla polizia è stato sottoposto ad accertamenti: l’uomo, un fiorentino di 40 anni in evidente stato di ebbrezza con a carico diversi precedenti penali, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico lungo 16 centimetri, che teneva in una tasca interna del giubbotto. E’ stato quindi denunciato per possesso ingiustificato di armi e oggetti atti a offendere, e sanzionato per ubriachezza.


QUOTIDIANOLIGURE

Sanremo - Turista investito da ubriaco
07/01/2008 - Era alla guida in stato di ebbrezza il conducente del veicolo che ha travolto nella notte tra sabato e domenica un turista tedesco di 48 anni a Sanremo. La vittima ha riportato numerose fratture e ferite anche profonde. L’auto pirata si è allontanata in tutta fretta ma è stata successivamente fermata dalle forze dell’ordine. Il conducente è risultato positivo all’alcool test e denunciato.


CORRIERE ADRIATICO

Giovani alla guida ubriachi, armati e senza patente

ANCONA - Posti di controllo intensificati nel weekend da parte delle Volanti e oltre alle violazioni al codice della strada sono state rilevate condotte tali da far scattare in alcuni di casi la segnalazione alla magistratura. Un’ucraina di 25 anni è stata denunciata l’altra notte dalla polizia di Ancona per guida in stato di ebbrezza. Dal test è emerso un tasso alcolemico di quasi cinque molte superiore al limite di legge. La giovane era stata sorpresa alla guida di una Ford Ka in Piazza Rosselli. Nel corso dei controlli un equipaggio delle Volanti ha denunciato anche un anconetano di trent’anni per il possesso di un coltello di genere proibito (con una lama lunga 15 centimetri). Il giovane era stato fermato mentre viaggiava in sella a un ciclomotore. L’arma è stata sequestrata. Otto le contravvenzioni per l’alta velocità, la mancata revisione dei veicoli e per la guida senza cinture di sicurezza. E ieri pomeriggio il giro di vite dei controlli ha portato a una terza denuncia, quella di un romeno di vent’anni, domiciliato ad Ancona, sorpreso a guidare una Bmw di grossa cilindrata senza patente, documento che non aveva mai conseguito. Il ragazzo è stato intercettato dalle Volanti, in un posto di controllo in via Marconi, e denunciato per guida senza patente. L’auto gli è stata sequestrata. Fino a ieri notte è andata avanti la campagna di sicurezza stradale “Brindo con prudenza”, organizzata nel periodo delle festività di Natale e Capodanno da Polizia di Stato e Fondazione Ania, in accordo col ministero dell’Interno, con l’obiettivo di diffondere tra i giovani comportamenti di guida prudenti. L’iniziativa ha coinvolto anche due discoteche della provincia di Ancona, il Noir di Jesi e il Mamamia di Senigallia.


NUOVOMOLISE

Auto fuori strada, ragazza sbalzata per oltre 20 metri

Due feriti, l’incidente forse dovuto all’alcol
07/01/2008 - Poteva avere conseguenze ben più gravi l’incidente stradale verificatosi sabato notte intorno alle 4 sul rettilineo tra Campochiaro e San Polo. Protagonista dell’incidente una Volkswagen Polo, guidata da una 19enne, che viaggiava in compagnia del suo fidanzato. Entrambi ricoverati in ospedale, ma non in pericolo di vita.
La Polizia stradale, giunta sul posto insieme agli operatori del 118, ha effettuato i rilievi per cercare di capire la dinamica dell’incidente, anche se sembra che la 19enne alla guida fosse sotto l’effetto di alcol. I due giovani, di Spinete, sembra fossero appena usciti dalla discoteca Le Cupolette, dove avevano festeggiato la vigilia della Befana, e stessero tornando a casa. A un certo punto, però, l’auto è sbandata e si è continuata a capovolgere per circa cento metri. Un volo terribile, tanto che la ragazza è stata scaraventata a venti metri dall’auto. Immediato il soccorso e il trasporto in ospedale, dove la ragazza è stata ricoverata in gravi condizioni ma non in pericolo di vita: se l’è cavata con una prognosi di 70 giorni. Meno gravi le condizioni del fidanzato, ricoverato con una prognosi di 10 giorni.

IL GAZZETTINO

MARTELLAGO 
In piazza Vittoria auto contro condominio e sospetta fuga di gas
Martellago
(ndr) Spettacolare incidente con danni alle strutture, oltre che ai mezzi, la notte; sospetta fuga di gas, nel pomeriggio. Epifania coi botti al condominio La Morosina in piazza Vittoria 89, a due passi dal municipio. Sono le due di ieri notte quando i condomini vengono tirati giù dal letto da un boato. Un 26enne di Mogliano, M.P., uscendo da via Ca’ Nove a velocità non certo "limitata", perde il controllo della sua Peugeot 206 e va dritto: urta la Renault Clio di un residente parcheggiata davanti alla palazzina e finisce la sua folle corsa contro gli uffici della Agenzia Prima Casa, travolgendone la saracinesca e infrangendone la vetrata. L’urto è tale che anche la Clio viene fatta "volare" contro il vicino studio - ironia della sorte - di infortunistica stradale Baraldi, di cui danneggia a sua volta la saracinesca. Praticamente distrutte le vetture, ma per fortuna il conducente della Peugeot e il giovane che viaggiava con lui escono illesi. M.P., però, viene pizzicato dai carabinieri di Noale, intervenuti sul posto, con un tasso alcolico superiore al consentito e per lui scatta anche il ritiro della patente.
(…)


IL GAZZETTINO

A RIVIGNANO 
Aggredisce i carabinieri: arrestato
Notte brava conclusa con l’arresto per Gennaro Mendicino, 36 anni, di Rivignano. L’uomo è stato arrestato sabato sera, poco prima delle 23, dopo aver aggredito due carabinieri in un ristorante della località friulana, "Al Morarat".
I militari sono intervenuti su richiesta del gestore del locale. Mendicino, che appariva in evidente stato di ubriachezza, stava danneggiando suppellettili del ristorante e infastidendo gli altri clienti seduti ai tavoli.
Alla vista degli agenti Mendicino, pluripregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio, ha peggiorato ulteriormente la sua situazione: l’uomo ha cercato di aggredire i militari ma è stato bloccato e recluso nel carcere di Udine con le ipotesi di reato di danneggiamento, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.


IL TIRRENO

Sciroppo troppo alcolico, patente ritirata
Una giovane agli agenti: «Curo la tosse» Rischia 6 mesi di arresto e una maxi-multa Valore quattro volte il limite La polstrada: «Certi farmaci danno positività all’etilometro» 
MONTECATINI. Fuorilegge inconsapevole. Si curava la tosse con uno sciroppo e si è ritrovata la patente ritirata e una denuncia per guida in stato di ebbrezza. Sulla carta, se non riuscirà a dimostrare di aver assunto un farmaco anziché superalcolici, una trentenne di Monsummano rischia a livello penale fino a 6 mesi di arresto, una multa da 1500 a 6mila euro e come sanzione accessoria disposta dal prefetto anche la sospensione della patente da uno a due anni.

Il controllo. L’inizio dei guai per la giovane coincidono con un controllo serale della polizia stradale. La conducente dell’auto si ferma al posto di blocco e si sottopone al test dell’etilometro. È tranquilla perché sa di non aver bevuto. La calma svanisce quando dalla strisciata dell’apparecchio esce un responso che sostiene l’opposto: il tasso alcolemico nel sangue segna un valore di 2 g/l, superando di quattro volte lo 0,5 g/l, il massimo consentito dalla legge. La prova viene ripetuta, ma l’esito non cambia. (*)

La spiegazione. L’automobilista non sa darsi una spiegazione plausibile per giustificare uno stato di ubriachezza certificato dall’etilometro, ma che non corrisponde, a suo dire, all’assunzione di alcolici. Il livello registrato dallo strumento indica una quantità di alcol nel sangue capace di alterare in modo serio le condizioni di chi si mette al volante. Lì per lì la trentenne non si capacita di quanto sentenziato dall’etilometro. Nella ricerca della causa, anche parlando con gli agenti della polstrada disponibili ad ascoltare le sue ragioni, alla giovane viene in mente che da qualche giorno sta prendendo uno sciroppo per una fastidiosa tosse secca. Riferisce la marca ai poliziotti e, da verifiche successive, viene fuori che tra le sostanze del farmaco in effetti compare l’alcol etilico. È una spiegazione possibile. Ag

Martedì, 08 Gennaio 2008
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