LIBERTA’
Linea anti-alcol dell’azienda
volta alla prevenzione degli infortuni. D’accordo i lavoratori
La Cementirossi vieta vino e birra
in mensaAlcol al bando, la Cementirossi
vieta il vino e la birra nelle sue mense aziendali e nei distributori
automatici. Passa anche da questa strada l’azione di contrasto all’insicurezza
sul lavoro e di prevenzione degli infortuni in corso intrapresa dal
cementificio di via Caorsana. Nei suoi stabilimenti - da quello di Pederobba
(Treviso) a Fumane (Verona), dalla sede centrale di Piacenza al centro di
macinazione di Ozzano Monferrato (Alessandria) - la Cementirossi ha deciso una
linea anti-alcol che risulta apprezzata dai lavoratori (i consigli di fabbrica
l’hanno tempestivamente recepita) in ragione delle lodevoli finalità che si
propone.L’azienda, del resto, non è da oggi che investe nella
prevenzione degli incidenti sul luogo di lavoro. Lo scorso anno nello
stabilimento di Pederobba a tutti i dipendenti è stato regalato un televisore
per aver fatto registrare il minor numero di infortuni in fabbrica.In cambio della rinuncia alle
bevande alcoliche si annuncia l’arrivo di una campagna di informazione e
sensibilizzazione sui rischi legati proprio al consumo dell’alcol.Una deroga al nuovo regime
"analcolico" è stata consentita soltanto per gli auguri di fine anno,
un brindisi peraltro in assoluta moderazione, mentre appena qualche giorno
prima - a dimostrazione che in Cementirossi non si scherza - in occasione dei
festeggiamenti per un dipendente prossimo alla pensione nella sede di Pederobba
il tradizionale prosecco era stato sostituito con bottiglie di aranciata.Un progetto all’avanguardia, dunque, che coniuga la tutela
della salute e della sicurezza nel lavoro e concertato dalla proprietà
aziendale con i delegati delle organizzazioni sindacali presenti all’interno
degli stabilimenti. I consigli di fabbrica hanno condiviso anche la campagna di
sensibilizzazione sposando la scelta dei tempi e dei metodi nell’applicazione
di un modello innovativo nell’ambito della sicurezza sul posto di lavoro. In
Cementirossi sono costanti i corsi di formazione e informazione alle
maestranze, con rigida applicazione delle normative della 626 e 494 dopo aver
ottenuto la certificazione ambientale 14001. Una tutela che passa attraverso
tasselli forse poco appariscenti, come la messa al bando dalle mense di vino e
alcol, ma in grado di fornire un valore aggiunto quando vengono applicati, è
l’opinione dei vertici dell’azienda guidata dall’amministratore delegato
Maurizio Vecchi. gu.ro. (*) Nota: il D.P.R. n. 303/1956 all’art. 42 cita: "E’ vietata la somministrazione di vino,
birra e altre bevande alcoliche nell’interno dell’azienda. E’ tuttavia
consentita la somministrazione di modiche quantità di vino e di birra nei
locali di refettorio durante l’orario dei pasti". Però l’art.15, comma 1 della legge n. 125/2001 (Legge
quadro in materia di alcol) prevede: "Nelle
attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro
ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute di terzi è fatto divieto di
assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche". In conseguenza di
ciò il datore di lavoro deve vietare l’assunzione e la somministrazione di
bevande alcoliche.
LETTERA A “IL TRENTINO”
Egregio Direttore con preghiera di pubblicazione le invio il seguente
commento all’articolo sopra riportato. L’arrivo della legge 160 in materia di sicurezza stradale,
che comprendeva il divieto di somministrare alcolici dopo le due, era stato
fortemente criticato da alti esponenti della Provincia Autonoma di Bolzano ,
come riportato nel giornale Alto Adige del 21 settembre 2007 pag.14, e più
precisamente il presidente Durnwalder, contrariato affermava: "avrei votato contro anch’io perchè chi fa le
leggi dovrebbe usare un minimo di buon senso".
Anche l’assessore alla mobilità ed al turismo Thomas Widmann criticava con
forza le disposizioni antialcol: "
La nuova normativa è sbagliata e la sanzione sproporzionata. Siamo alla catastrofe".
Durissimo pure il Presidente degli albergatori Walther Meister: "Credo che a Roma non sappiano più quello che
fanno.... Qui sono tutti arrabbiati e gli albergatori sono furiosi. A parte il
calo del lavoro che hanno subito coll’intensificarsi dei controlli così facendo
lo Stato finisce con il criminalizzare un intero settore.....".
Alla luce dei dati ripresi nell’articolo DIVIETI ANTI ALCOL SALVATE 10 VITE,
apparso sul vostro giornale in data 4 gennaio u.s., dai quali si evidenzia un
decremento dei decessi, vorrei chiedere ai signori sopra citati cosa ne pensano
ora delle nuove norme del Codice della Strada. Ha più valore vendere un litro di vino in più o
risparmiare una vita umana? Guido Dellagiacoma
Centro Studi APCAT
LETTERA ALLA REDAZIONE RAI DE “LA PROVA DEL CUOCO”
Spett. redazione mi piace la vostra trasmissione che spesso seguo. Mi piace meno, ad essere sincero, la parte riguardante la
scelta dei vini perchè non sono d’accordo che venga sponsorizzata una droga
(OMS) pubblicamente e in fasce orarie ad alto rischio. Discutibile quindi
l’aver continuato a farlo in presenza di bambini qualche giorno fa. Proprio considerando che in Italia si comincia a bere
all’età che era rappresentata nello studio. E’ davvero un peccato guastare una
così semplice e bella trasmissione con quei momenti di osanna ad una sostanza
che quotidianamente fa vittime e danni incalcolabili. proviamo a vedere di
lasciar fuori almeno i minori! E proviamo a vedere s i vostri
piatti cambiano sapore senza i vini e i loro profumi di viole e altre fesserie.
Quello che mi preoccupa e deve preoccupare tutti è forse solo il ...retrogusto.
Quello fatto di danni, incidenti, violenze, dolore e costi. grazie e comunque buon anno! Baldo Franco
(servitore -insegnante nei club per famiglie con problemi di alcol) Mori Trento
LETTERA A “LA NAZIONE”
L’auspicio sincero è che i direttori dei quotidiani che
decidono di intervenire in materia di alcol e salute pubblica, se non a
conoscenza della materia, rinuncino alle opinioni personali, inutili spesso
dannose e fuorvianti e si attengano a documenti scientifici accreditati. Allego framework su alcol, ultimo documento OMS su
politiche attinenti il consumo di alcol in Europa cordiali saluti Pellegrini Luigino Coordinatore
Servizio Alcologia Azienda Provinciale Servizi Sanitari Distretto Sanitario
Vallagarina
SUPEREVANOTIZIE
Se aspetti un bambino l’alcol può
aspettare
Aspetti già un bambino o stai progettando di
averlo?
“Sapevi che
bere in gravidanza può creare problemi al tuo bambino?” Aspetti già un bambino o stai progettando di averlo?
Sicuramente ti starai preparando psicologicamente e anche fisicamente: dieta
sana, niente fumo, attenzione ai farmaci. Curi di più anche l’igiene: lavi bene
le verdure, eviti carne, pesce e uova crude, scegli con attenzione gli
insaccati, stai attenta alla convivenza con gli animali. Fai tutto questo per
affrontare al meglio la gravidanza e soprattutto per fare in modo che il tuo
futuro bambino nasca e cresca sano. E con le bevande alcoliche come ti
comporti? Ti sei mai posta il problema se un aperitivo o un digestivo possa
nuocere al nascituro? E qualcuno ti ha mai spiegato perché l’alcol e la
gravidanza non vanno d’accordo? Se vuoi saperne di più sul rapporto tra alcol e
gravidanza, continua a leggere.
“Ricordati che l’alcol che bevi in gravidanza
arriva anche al tuo bambino!” L’alcol è capace di oltrepassare la barriera placentare e
di arrivare al nascituro, che non è in grado di difendersi. Se bevi alcol
durante il periodo di gravidanza, quindi, il tuo bambino potrebbe subire danni.Questi danni, che possono essere di diverso tipo e
intensità, li puoi evitare del tutto se farai attenzione a non bere.Non ci sono prove sicure che una donna che beve in modo
moderato o saltuario durante la gravidanza provochi danni al proprio bambino.Ma non è al momento nemmeno possibile stabilire qual è la
dose minima di alcol che permette di non correre rischi. Ecco perché
nell’incertezza è meglio non bere affatto.Inoltre, poiché l’azione dannosa dell’alcol sul tuo
bambino comincia già nelle prime settimane, è meglio che tu prenda questa
precauzione subito, appena ti accorgi di essere incinta.L’ideale sarebbe che tu smettessi di bere alcol già quando
cominci a progettare una gravidanza e persino se pratichi sesso non protetto ed
hai, quindi, la possibilità di rimanere incinta senza saperlo.Se sei una forte bevitrice o tendi ad essere dipendente
dall’alcol, ricordati che il rischio di danneggiare il tuo bambino è tanto
maggiore quanto più alta è la quantità di alcol che berrai in gravidanza.
“Cosa può succedere ad un bambino esposto ai danni
da alcol prima di nascere?” I danni legati al consumo di alcol in gravidanza possono
essere evidenti nel bambino già alla nascita, attraverso visibili malformazioni
del viso, ritardi nello sviluppo psicofisico o, ancora, il manifestarsi nel
corso dell’infanzia di problemi d’attenzione, di memoria, d’apprendimento, di
relazione e d’integrazione sociale. A seconda della gravità di questi danni si parla di FAS,
sindrome fetale alcolica, FAE, difetti alla nascita alcol correlati, FASD,
disordini collegati all’uso di alcol in gravidanza. Non esiste alcuna cura per
questi problemi e il bambino è costretto a conviverci per tutta la sua vita.“Quanti sono i bambini che
subiscono danni nel mondo per colpa dell’alcol bevuto in gravidanza?” Per fortuna le patologie legate al consumo di alcol in
gravidanza, soprattutto la più grave, la FAS, non sembrano così diffuse. I
risultati delle ricerche svolte in molti Paesi del mondo non sono univoci, ma
si può concludere che in Europa, in media, meno di un bambino su mille nati
vivi ne viene colpito. La frequenza aumenta decisamente nei bambini nati da
donne socialmente emarginate, fra le quali l’abuso di alcol è molto diffuso.
Tuttavia bisogna anche riconoscere che il problema non è molto sentito e
studiato, e i dati spesso sono poco confrontabili tra di loro. Vale comunque la pena sapere che uno studio condotto
recentemente in Italia, sulla popolazione del Lazio, ha evidenziato una
presenza piuttosto elevata di queste patologie, sollevando il dubbio che esse
siano state finora sottostimate. In ogni caso non bisogna abbassare la guardia
su questo problema ed è necessario che in tutto il mondo se ne parli di più e
meglio.Casi di FAS su 1.000 bambini nati vivi Canada: 0,3 - 2 USA: 0,3 - 2,2 Svezia: 1,7 Francia: 1,3 - 4,8 Italia: 3,7 - 7,4(il dato si riferisce ad uno studio regionale sulla FASD
realizzato nel Lazio) Sudafrica: 6,5 - 7,4
“Confrontarti con il tuo ginecologo può essere
utile per capire meglio” Il tuo ginecologo è senza dubbio il consigliere più
autorevole quando si tratta della tua salute di donna. È a lui che ti rivolgi
quando ti accingi ad affrontare il delicato periodo della gravidanza. Proprio
il tuo ginecologo, quindi, potrà darti i giusti chiarimenti e suggerimenti su
come comportarti anche rispetto al bere alcol. Se stai programmando di avere un figlio, o semplicemente
se non fai nulla per evitare di restare incinta e sei abituata a consumare
bevande alcoliche, fatti spiegare dal tuo ginecologo perché sarebbe meglio che
tu smettessi, evitando così di far correre inutili rischi al tuo futuro
bambino. Se sei già incinta e stai bevendo alcol, smetti al più
presto di bere e, se pensi di non essere in grado di farlo da sola, il tuo
ginecologo potrà metterti in contatto con appositi centri o associazioni di
sostegno. Il ginecologo può anche stimolare la tua famiglia ad
incoraggiarti e sostenerti nell’impegno a non consumare alcol durante la
gravidanza, evitando, ad esempio, di coinvolgerti in situazioni sociali che
implicano il bere.
“Come non far correre al tuo bambino rischi legati
al consumo di alcol in gravidanza” - Bere alcol in gravidanza può danneggiare il bambino che
nascerà - L’alcol può arrecare danni al feto già nelle primissime
settimane di gravidanza - I danni che puoi fare al tuo bambino bevendo alcol non
sono curabili - Non consumando alcol puoi evitare completamente questi danni
- Nessuna dose di alcol è considerata sicura durante la
gravidanza - Se hai già consumato alcol durante la gravidanza smetti
subito di bere - Se stai pianificando una gravidanza astieniti dal bere
alcol
“Perché la campagna di informazione SIGO e AssoBirra
può esserti utile” Con la campagna “Se aspetti un bambino, l’alcol può
attendere”, che ha ricevuto l’apprezzamento e il sostegno del Ministero della
Salute in quanto aderisce agli obiettivi governativi di riduzione dei danni
alcol correlati, l’Associazione degli Industriali Italiani della Birra
(AssoBirra), con l’aiuto della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia
(SIGO), s’impegna a farti conoscere meglio i rischi legati al consumo d’alcol
in gravidanza. Cinquemila ginecologi aderenti alla SIGO hanno ricevuto
informazioni e strumenti per poter dialogare con te su quest’importante tema,
che ancora non è abbastanza conosciuto in Italia. Nei loro ambulatori, negli
Ospedali e nelle Università dove andrai ad incontrarli, troverai di nuovo il
messaggio che questa campagna rivolge specificamente a te: “Se aspetti un
bambino, l’alcol può attendere”. È un messaggio importante. Ascoltalo e ascolta
il tuo ginecologo. La campagna “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere”
fa parte del programma di prevenzione e sensibilizzazione “Guida tu la vita.
Bevi responsabile”, che coinvolge anche temi quali “L’alcol e la guida” e
“L’alcol e i giovani”. AssoBirra, consapevole dei rischi connessi all’abuso o
all’uso inadeguato di alcol, è da anni impegnata nel contribuire
all’affermazione in Italia di un modello di consumo moderato e consapevole
delle bevande alcoliche. (*)(*) Nota apparentemente c’è qualcosa che non va.
L’AssoBirra fa una campagna di informazione in cui invita a non bere alcolici.
In realtà è una campagna pubblicitaria a tutti gli effetti. Per prodotti il cui
uso comporta dei rischi, guadagnare la fiducia dei consumatori è una strategia
pubblicitaria. Se che chi li vende offre l’impressione di essere consapevole
dei rischi e si presenta come soggetto responsabile, rafforza il senso di
sicurezza dei consumatori, evitando che siano loro stessi a porsi delle
domande.Quello che non va è che le campagne di informazione
sanitaria andrebbero fatte da chi ha interessi e competenza in campo sanitario,
non di marketing.
LA REPUBBLICA 5.1.08
IRAQ,
UCCISA DAI COMMILITONI UBRIACHI CHOC PER SOLDATESSA USA DI 2O ANNI. "L’hanno investita e
l’hanno lasciata sull’asfalto i suoi colleghi ubriachi la povera Hannah,
soldatessa americana nella guerra d’Irak. Il tragico episodio sarebbe avvenuto
nel settembre del 2006 quando una donna soldato statunitense di 20 anni, Hanna
McKinney, è rimasta uccisa in un incidente a Taji, a nord di Bagdad. Dopo una
notte di follia nel deserto con i commilitoni. Hannah, che invece avrebbe
dovuto essere di guardia, è caduta dalla camionetta ed è stata investita dai compagni
che l’hanno lasciata in strada. La notizia è stata pubblicata ieri dal
Washington Post, entrato in possesso del dossier della Corte Marziale che sta
esaminando il caso. Per il giornale le morti di soldati USA non in
combattimento sarebbe 700."
COMMENTO DI LUC THIBAULT
Questo brevissimo articolo di
Repubblica ci porta ad alcune riflessioni. Per cominciare guerre e stupefacenti
sono sempre andate "mano nella mano". In genere l’uso di droghe fra i
soldati è sempre stato diffusissimo... altrimenti difficilmente delle persone
normali compirebbero i crimini che sono soliti compiere quotidianamente gli
eserciti americani e israeliani. I greci si stordivano con il vino,
mentre alcuni reparti d’elite scandinavi usavano l’amanita muscaria... i
boscimani prendevano la sceletium tortuosum ecc. ecc.. I soldati della prima guerra
mondiale uscivano dalle trincee per farsi uccidere dai nemici solo perché
distrutti dalla grappa e dalle amfetamine... I soldati francesi prendevano
copiose sbornie di vino rosso, prima di morire in battaglia, così come i
cecchini tedeschi a stalingrado e i kamikazee giapponesi erano tutti sotto
effetto di derivati della metamfetamina... gli americani in vietnam usavano oppiacei,
stimolanti, cannabis... i piloti di aerei sono soliti farsi di amfetamine prima
di bombardare le popolazioni inermi... e molti episodi di crudeltà commessi
dagli americani in Iraq sembrano provocati dall’uso di alcol e psicofarmaci...
PAURA! Tempo fa si leggeva su un giornale
inglese che dei soldati consumavano droga deliberatamente per evitare di
partire per l’Afghanistan. Diciassette soldati delle compagnie di Argyll e
Sutherland Highlanders sono stati allontanati dall’esercito per essere
risultati positivi a droghe di Classe A. Quelli di Argylls sarebbero partiti
per l’Afghanistan nel marzo 2008. L’esercito ha dichiarato che
qualche membro dell’esercito ha desiderato essere "scoperto positivo"
perche’ cio’ significava venire immediatamente allontanato. Un soldato ha
dichiarato alla stampa: "Lo abbiamo fatto perche’ non vogliamo morire
in Afghanistan. Qualcuno potrebbe pensare che siamo codardi, ma significa che
non ha mai visto la morte in faccia. Non siamo pronti per andare in guerra, e
non c’e’ altro modo per evitarlo. Chiediamo solo all’opinione pubblica di non
essere troppo severa con noi". E un altro ha aggiunto: "Posso
assicurare che questi soldati volevano essere scoperti. E’ il modo piu’ veloce
per uscire dall’esercito, grazie alla politica di tolleranza zero applicata.
Sono giovani, inesperti e impauriti di dover andare in Afghanistan. Qualcuno
potrebbe definirli codardi, ma e’ qualcosa che spaventa i piu’ giovani".
La madre di un soldato risultato positivo ha dichiarato: "Mio figlio e
un altro ragazzo hanno preso droghe per il terrore di andare in guerra senza
alcuna esperienza". PAURA! Si Paura, perché viviamo per VIVERE!!! Come dimostra la guerra in Irak,
anche la guerra del Vietnam, con le atrocità commesse e subite, si rivelò ben
presto un problema di enormi dimensioni sociali: numerosi soldati una volta
ritornati in patria cominciarono a presentare gravi disturbi psicopatologici
che comprendevano tutti quei sintomi che oggi ritroviamo nel PTSD (Posttraumatic
Stress Disorder). In questi pazienti il problema era ancora più
complicato non solo perché questa guerra era profondamente avversata dagli
americani, e quindi i militari avevano una scarsa motivazione, ma anche perché
al ritorno in patria i soldati si trovarono a vivere un clima di isolamento e
di ostilità da parte dei compatrioti. Questo in parte spiega alcuni sintomi
particolari di questa che viene definita sindrome del post Vietnam (come l’uso
di sostanze stupefacenti o comportamenti fortemente aggressivi definiti come sindrome
di Rambo) ma spiega anche la difficoltà per i reduci di essere visitati
o ricoverati nei centri della Veteran’s Administration perché sentivano di non
essere compresi e soprattutto di essere etichettati come malati mentali. Il
sano realismo americano portò alla formazione dei Vet Centers, che erano centri
di consultazione gestiti da psichiatri, psicologi ed assistenti sociali che erano
distribuiti sul territorio ed aperti in luoghi più neutrali come centri
commerciali o università. A questo punto aumentò la richiesta di aiuto e
risultò che circa il 28% dei soldati ritornati dal Vietnam presentavano psicopatologie più o
meno gravi. Per ritornare alla situazione
attuale in Iraq, sono state valutate in una ricerca, -la Depressione grave post
traumatica, -Sindrome Ansiosa Generalizzata la Sindrome da Stress Post
Traumatico PTSD (Post Traumatic Stress Desorder) che comprende disturbi depressivi,
ansietà, ossessioni, tendenza al suicidio, aumento della aggressività, abuso di
alcool e di farmaci... I reduci dall’Iraq hanno
presentato Disordini e Problemi Mentali inerenti nel 17-19,9 % dei casi
esaminati. Quando si ha a che fare con una guerra, che non è solo guerra ma
anche guerriglia, il nemico non ha volto, non viene identificato come
nemico,prima di rivelarsi tale, non ha una divisa,è un volto qualunque tra la
folla. Tale situazione,che non permette di individuare chi è il tuo nemico,determina
una situazione di forte stress emotivo che può dare luogo al PTSD ...quando
muore qualcuno accanto a noi, ci chiediamo sempre se non potevamo essere noi
quell’uomo....il sopravissuto porta in se il ricordo della morte.. Chi
addestrato ad uccidere per non essere ucciso, e lo pratica per otto lunghi
mesi, come riuscirà ad inserirsi in una vita normale? Come potrà accettarne le
regole? Come riuscirà a guardare, senza sospetto, chi si avvicinerà a lui? La guerra non costruisce solo i
cimiteri, ma può costruire anche dei mostri potenziali. Luc Thibault
L’ARENA
VOLANTE UBRIACHI. I decessi sono schizzati a 155. Alto il numero di chi
guida sotto l’effetto di alcol o droghe Dodici mesi da
allarme rosso Nell’anno appena chiuso sono stati 155 gli incidenti
mortali. Di questi 96 sono stati di automobilisti, 37 di motociclisti, 9 di
persone in bicicletta e 13 di pedoni. È stato l’anno dei controlli della velocità e degli
alcoltest con centinaia di patenti ritirate. Persone che non hanno esitato a
mettersi al volante ubriachi o drogati, come se il fatto non fosse affare loro.
La prefettura ha istituito una task force tra Asl e forze
dell’ordine per continuare i controlli ogni fine settimana, ma i dati sono in
continua crescita. Non è bastato inasprire le pene. I giovani continuano a
guidare ubriachi e i genitori sembrano non accorgersi di niente. In agosto a
perdere la vita furono due studenti universitari investiti da una donna ubriaca
che poi risultò anche sotto gli effetti di stupefacenti. Claudio Bignotto aveva
22 anni, viaggiava con l’amico straniero Osama Alsalhi, in Italia per imparare
la nostra lingua. A Villanova di San Bonifacio la loro auto venne investita da
quella di Francesca Morando. La donna aveva prima tamponato un’auto e poi era
piombata sulla Fiat dei ragazzi. Un altro incidente plurimo avvenne in agosto a Zimella,
morirono tre persone tra cui due fratelli: Khalid e Mohamed Boulam, e Hicham El
Ghandour. Gli amici viaggiavano su una Golf che si schiantò sulla spalletta di
cemento di uno scivolo di un cantiere. L’auto finì accartocciata su sè stessa. Il 20 dicembre invece a Villafranca in uno scontro
frontale morirono due amici: Vittorio Danese e Gianfranco Leso di Villafranca.
Viaggiavano in direzioni opposte da Villafranca a Mantova. A novembre in autostrada morirono madre e figlio Angela
Passeri e il figlio Federico, residenti nel Bresciano stavano arrivando a
Verona da parenti e per cause inspiegabili, la Micra della donna finì contro un
autoarticolato parcheggiato. A Pacengo in ottobre era morto don Abella Romero, un
sacerdote di Bogotà che aveva provato la moto di un amico. La vittima era
partita senza casco, sbandò e si uccise. A.V.
IL MATTINO
Al volante ubriachi, raffica di denunce BARBARA CIARCIA, 07/01/2008 - Carabinieri in azione sulle
strade per garantire la sicurezza e prevenire i reati. Arresti e denunce nel
week end appena trascorso. Ieri mattina presso l’Eurospin di Rotondi un giovane
romeno che aveva sottratto diversa merce alimentare, del valore di circa cento
euro, eludendo ogni sistema di sicurezza all’interno del supermercato, è stato
bloccato all’uscita delle casse sprovvisto appunto di scontrino, e arrestato
per furto da una pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Avellino
in servizio antirapina. A Solofra, invece, un pregiudicato ha tentato di
accoltellare, dopo un vivace diverbio, l’attuale compagno della sua ex
convivente. L’uomo si è recato a casa del rivale in amore con un grosso
coltello. È stato poi denunciato per minacce aggravate e per detenzione di arma
impropria. Ad allertare i carabinieri della locale stazione sono stati i vicini
che, richiamati dalle grida dei due, hanno evitato che la discussione animata
degenerasse in tragedia. È un amaro bilancio quello scaturito dai controlli
serrati nei pubblici esercizi e tra i venditori ambulanti, e quello emerso dai
posti di blocco allestiti dagli uomini della Compagnia di Montella, diretti dal
capitano Saccone, lungo l’Ofantina e la Fondovalle Sele in questo fine
settimana. Ammonta a 15mila euro il totale complessivo delle multe elevate dai
militari, per gravi carenze igienico-sanitarie, in alcune attività commerciali
altirpine. A cinquemila euro, invece, quelle eseguite nei confronti dei
venditori ambulanti non in regola con le licenze. Eppoi sono state ritirate
sette patenti, e sono state elevate multe per infrazioni varie al codice della
strada pari a circa settemila euro. Tre giovani sono stati denunciati per guida
in stato di ebbrezza, quattro per guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope,
sette ragazzi sono stati segnalati in Prefettura perchè trovati in possesso di
modiche quantità di droga. A tre pregiudicati salernitani e a quattro
napoletani è stato infine notificato il foglio di via obbligatorio.
AGI
ERA IN STATO DI EBBREZZA TENTA DI UCCIDERE TRE GIOVANI, 25ENNE ARRESTATO A FAVARA In stato di evidente ebbrezza ha accoltellato, nei pressi
di un pub situato nella centralissima via Kennedy a Favara (Agrigento) tre
giovani per futili motivi. Con l’accusa di tentato omicidio e’ stato arrestato
Santo Castronovo, 25 anni, manovale di Favara. L’uomo, secondo una prima
ricostruzione effettuata dai carabinieri, dopo un’accesa discussione ha atteso
i suoi rivali fuori dal locale pubblico e, armato di un coltello, li ha
aggrediti. Le vittime sono tre giovani di 19, 20 e 22 anni. Due di essi sono
stati ricoverati in ospedale ad Agrigento e sottoposti a un intervento
chirurgico per le ferite riportate all’addome, al petto e alla schiena. Si
trovano ricoverati in prognosi riservata, ma secondo i medici non sono in
pericolo di vita. Il terzo e’ stato invece ferito lievemente a un braccio.
Santo Castronovo subito dopo l’aggressione si e’ dato alla fuga, ma i militari
dell’Arma lo hanno trovato nei pressi della sua abitazione. Non e’ stato ancora
ritrovato il coltello utilizzato. L’uomo si trova ora in stato di fermo presso
il carcere Petrusa e nelle prossime ore sara’ interrogato dall’autorita’
giudiziaria. (AGI) - Agrigento, 7 gen. -
LA NAZIONE
POLIZIA Scoppia una lite, ha in tasca un coltello Denunciato un 40enne in stato di
ebbrezza Coinvolto in una lite accesa con
altri due uomini, un 40enne, in stato d’ebbrezza, ha gettato verso di loro un
cestino di plastica. Perquisito dalla polizia, aveva in tasca un coltello a
serramanico lungo 16 centimetri. L’uomo, con vari precedenti penali, è stato
denunciato per possesso ingiustificato di armi e oggetti atti a offendere e
sanzionato per ubriachezza Firenze, 7 gennaio 2008 - Un circolo in viale Giannotti, alle due di notte: questo il teatro della
lite furibonda che ha coinvolto tre uomini ieri sera. Un alterco più che
vivace, che ha convinto un cittadino a chiamare la polizia. Gli agenti, intervenuti sul posto, hanno appreso che poco
prima tre uomini stavano litigando animatamente tra loro. La disputa non si era
limitata solo alle parole. Quando due
dei ’duellanti’ hanno iniziato ad allontanarsi, in direzione di piazza
Gavinana, apparentemente mettendo fine alla lite, il terzo ha scagliato verso
di loro un cestino di plastica: chi ci ha rimesso è stato il proprietario di
un’auto in sosta lì vicino. Il cestino infatti ha colpito proprio la vettura,
che si è ammaccata e ne ha ricavato vari
graffi sul lato anteriore. Il lanciatore, fermato dalla polizia è stato sottoposto ad
accertamenti: l’uomo, un fiorentino di 40 anni in evidente stato di ebbrezza
con a carico diversi precedenti penali, è stato trovato in possesso di un
coltello a serramanico lungo 16 centimetri, che teneva in una tasca interna del
giubbotto. E’ stato quindi denunciato per possesso ingiustificato di armi e
oggetti atti a offendere, e sanzionato per ubriachezza.
QUOTIDIANOLIGURE
Sanremo - Turista investito da ubriaco 07/01/2008 - Era alla guida in stato di ebbrezza il conducente
del veicolo che ha travolto nella notte tra sabato e domenica un turista
tedesco di 48 anni a Sanremo. La vittima ha riportato numerose fratture e
ferite anche profonde. L’auto pirata si è allontanata in tutta fretta ma è
stata successivamente fermata dalle forze dell’ordine. Il conducente è
risultato positivo all’alcool test e denunciato.
CORRIERE ADRIATICO
Giovani alla guida ubriachi,
armati e senza patente ANCONA - Posti di controllo intensificati nel weekend da
parte delle Volanti e oltre alle violazioni al codice della strada sono state
rilevate condotte tali da far scattare in alcuni di casi la segnalazione alla
magistratura. Un’ucraina di 25 anni è stata denunciata l’altra notte dalla
polizia di Ancona per guida in stato di ebbrezza. Dal test è emerso un tasso
alcolemico di quasi cinque molte superiore al limite di legge. La giovane era
stata sorpresa alla guida di una Ford Ka in Piazza Rosselli. Nel corso dei
controlli un equipaggio delle Volanti ha denunciato anche un anconetano di trent’anni
per il possesso di un coltello di genere proibito (con una lama lunga 15
centimetri). Il giovane era stato fermato mentre viaggiava in sella a un
ciclomotore. L’arma è stata sequestrata. Otto le contravvenzioni per l’alta
velocità, la mancata revisione dei veicoli e per la guida senza cinture di
sicurezza. E ieri pomeriggio il giro di vite dei controlli ha portato a una
terza denuncia, quella di un romeno di vent’anni, domiciliato ad Ancona,
sorpreso a guidare una Bmw di grossa cilindrata senza patente, documento che
non aveva mai conseguito. Il ragazzo è stato intercettato dalle Volanti, in un
posto di controllo in via Marconi, e denunciato per guida senza patente. L’auto
gli è stata sequestrata. Fino a ieri notte è andata avanti la campagna di sicurezza
stradale “Brindo con prudenza”, organizzata nel periodo delle festività di
Natale e Capodanno da Polizia di Stato e Fondazione Ania, in accordo col
ministero dell’Interno, con l’obiettivo di diffondere tra i giovani
comportamenti di guida prudenti. L’iniziativa ha coinvolto anche due discoteche
della provincia di Ancona, il Noir di Jesi e il Mamamia di Senigallia.
NUOVOMOLISE
Auto fuori strada, ragazza
sbalzata per oltre 20 metri
Due feriti, l’incidente forse dovuto all’alcol07/01/2008 - Poteva avere conseguenze ben più gravi
l’incidente stradale verificatosi sabato notte intorno alle 4 sul rettilineo
tra Campochiaro e San Polo. Protagonista dell’incidente una Volkswagen Polo,
guidata da una 19enne, che viaggiava in compagnia del suo fidanzato. Entrambi
ricoverati in ospedale, ma non in pericolo di vita. La Polizia stradale, giunta sul posto insieme agli
operatori del 118, ha effettuato i rilievi per cercare di capire la dinamica
dell’incidente, anche se sembra che la 19enne alla guida fosse sotto l’effetto
di alcol. I due giovani, di Spinete, sembra fossero appena usciti dalla
discoteca Le Cupolette, dove avevano festeggiato la vigilia della Befana, e
stessero tornando a casa. A un certo punto, però, l’auto è sbandata e si è
continuata a capovolgere per circa cento metri. Un volo terribile, tanto che la
ragazza è stata scaraventata a venti metri dall’auto. Immediato il soccorso e
il trasporto in ospedale, dove la ragazza è stata ricoverata in gravi
condizioni ma non in pericolo di vita: se l’è cavata con una prognosi di 70
giorni. Meno gravi le condizioni del fidanzato, ricoverato con una prognosi di
10 giorni.
IL GAZZETTINO
MARTELLAGO In piazza Vittoria auto contro condominio e sospetta fuga
di gas Martellago (ndr) Spettacolare incidente con danni alle strutture,
oltre che ai mezzi, la notte; sospetta fuga di gas, nel pomeriggio. Epifania
coi botti al condominio La Morosina in piazza Vittoria 89, a due passi dal
municipio. Sono le due di ieri notte quando i condomini vengono tirati giù dal
letto da un boato. Un 26enne di Mogliano, M.P., uscendo da via Ca’ Nove a
velocità non certo "limitata", perde il controllo della sua Peugeot
206 e va dritto: urta la Renault Clio di un residente parcheggiata davanti alla
palazzina e finisce la sua folle corsa contro gli uffici della Agenzia Prima
Casa, travolgendone la saracinesca e infrangendone la vetrata. L’urto è tale
che anche la Clio viene fatta "volare" contro il vicino studio -
ironia della sorte - di infortunistica stradale Baraldi, di cui danneggia a sua
volta la saracinesca. Praticamente distrutte le vetture, ma per fortuna il
conducente della Peugeot e il giovane che viaggiava con lui escono illesi.
M.P., però, viene pizzicato dai carabinieri di Noale, intervenuti sul posto,
con un tasso alcolico superiore al consentito e per lui scatta anche il ritiro
della patente. (…)
IL GAZZETTINO
A RIVIGNANO Aggredisce i carabinieri: arrestato Notte brava conclusa con l’arresto per Gennaro Mendicino,
36 anni, di Rivignano. L’uomo è stato arrestato sabato sera, poco prima delle
23, dopo aver aggredito due carabinieri in un ristorante della località
friulana, "Al Morarat". I militari sono intervenuti su richiesta del gestore del
locale. Mendicino, che appariva in evidente stato di ubriachezza, stava
danneggiando suppellettili del ristorante e infastidendo gli altri clienti
seduti ai tavoli. Alla vista degli agenti Mendicino, pluripregiudicato per
reati contro la persona e il patrimonio, ha peggiorato ulteriormente la sua
situazione: l’uomo ha cercato di aggredire i militari ma è stato bloccato e
recluso nel carcere di Udine con le ipotesi di reato di danneggiamento,
violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
IL TIRRENO
Sciroppo troppo alcolico, patente ritirata Una giovane agli
agenti: «Curo la tosse» Rischia 6 mesi di arresto e una maxi-multa Valore
quattro volte il limite La polstrada: «Certi farmaci danno positività
all’etilometro» MONTECATINI. Fuorilegge inconsapevole. Si curava la tosse
con uno sciroppo e si è ritrovata la patente ritirata e una denuncia per guida
in stato di ebbrezza. Sulla carta, se non riuscirà a dimostrare di aver assunto
un farmaco anziché superalcolici, una trentenne di Monsummano rischia a livello
penale fino a 6 mesi di arresto, una multa da 1500 a 6mila euro e come sanzione
accessoria disposta dal prefetto anche la sospensione della patente da uno a
due anni.
Il controllo. L’inizio dei guai per la giovane
coincidono con un controllo serale della polizia stradale. La conducente
dell’auto si ferma al posto di blocco e si sottopone al test dell’etilometro. È
tranquilla perché sa di non aver bevuto. La calma svanisce quando dalla
strisciata dell’apparecchio esce un responso che sostiene l’opposto: il tasso
alcolemico nel sangue segna un valore di 2 g/l, superando di quattro volte lo
0,5 g/l, il massimo consentito dalla legge. La prova viene ripetuta, ma l’esito
non cambia. (*)
La spiegazione. L’automobilista non sa darsi una
spiegazione plausibile per giustificare uno stato di ubriachezza certificato
dall’etilometro, ma che non corrisponde, a suo dire, all’assunzione di
alcolici. Il livello registrato dallo strumento indica una quantità di alcol
nel sangue capace di alterare in modo serio le condizioni di chi si mette al
volante. Lì per lì la trentenne non si capacita di quanto sentenziato
dall’etilometro. Nella ricerca della causa, anche parlando con gli agenti della
polstrada disponibili ad ascoltare le sue ragioni, alla giovane viene in mente
che da qualche giorno sta prendendo uno sciroppo per una fastidiosa tosse
secca. Riferisce la marca ai poliziotti e, da verifiche successive, viene fuori
che tra le sostanze del farmaco in effetti compare l’alcol etilico. È una
spiegazione possibile. Ag
Martedì, 08 Gennaio 2008
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