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Rassegna stampa 19/07/2004

Rassegna stampa del 18 Luglio 2004


Rassegna stampa del 18 Luglio 2004

Da "News2000" del 18 luglio 2004
Maxi-tamponamento sull’A1: si indaga per omicidio plurimo colposo
Indagini concentrate sul terreno dove è scoppiato l’incendio, di proprietà di una casa di cura situata nelle adiacenze.
Nel mirino anche i responsabili della struttura


ROMA. Proseguono le indagini già avviate ieri in relazione al maxi-tamponamento che ha causato 7 morti e oltre 40 feriti. Dopo gli accertamenti immediatamente svolti dalla Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con il commissariato di Tivoli circa le cause che hanno provocato l’incendio nel primo pomeriggio di ieri sotto il cavalcavia della "bretella" Fiano-San Cesareo sull’A1, la Procura di Tivoli ha dato incarico agli stessi organi investigativi, nonché alla Polizia scientifica, di proseguire le indagini, che ora sarebbero concentrate sul vasto appezzamento di terreno lasciato incolto da molti mesi e già di proprietà di una casa di cura per malati di mente ubicata nelle adiacenze, la Colle Cesarano Gli accertamenti si sarebbero anche estesi tra i responsabili della casa di cura privata, i quali avrebbero escluso che nel pomeriggio di ieri i malati fossero per alcun motivo usciti dalla clinica.
Ma un dato sembra certo: dai rilievi effettuati dalla Polstrada, dalla squadra Mobile e dalla Scientifica, l’incendio non sarebbe di origine dolosa. La Procura di Tivoli dovrà a breve ipotizzare il tipo di reato, che potrebbe essere quello di omicidio plurimo colposo.
Un altro particolare interessante, è che l’allarme del focolaio d’incendio è stato dato proprio da personale infermieristico della stessa casa di cura, che ha richiesto l’intervento dei vigili del Fuoco intorno alle ore 15.30. La Polizia Scientifica, come da richiesta dello stesso pm di Tivoli Luca Ramacci, sul tavolo del quale è già giunto un primo rapporto messo a punto dal comandante della Polstrada di Roma, Stefano Bastreghi, ha prelevato terreno combusto al fine di sviluppare le opportune indagini tecniche. L’ingresso all’appezzamento di terreno incolto - da quanto è emerso - sebbene recintato sarebbe stato facilitato da un cancelletto lasciato sempre aperto.
Intanto, proseguono gli accertamenti della Polizia per dare un volto e un nome alle vittime del maxi-tamponamento. L’uomo spirato in mattinata all’ospedale Sant’Eugenio con ustione su oltre l’80 per cento del corpo era un tecnico informatico di 37 anni, Maurizio Pizzitola, originario di Palermo e da tempo residente a Monterotondo. L’uomo, alla guida della sua Citroen C5, era in viaggio per raggiungere i famigliari in vacanza a Vasto. Pizzitola lascia la moglie Cristina e tre figli di 13 anni, 8 anni e 11 mesi. Identificati anche altre cinque vittime. Nel maxi-tamponamento è stata quasi sterminata un’intera famiglia che viaggiava a bordo di un’Alfa 147 e composta da Nicola Lisanti, 52 anni, capo dei vigili urbani del comune di Ferrandina, in provincia di Matera. Con lui viaggiava il primogenito, Francesco, 23 anni, geometra in un’impresa edile del paese; il secondo figlio, Rocco, 21 anni, iscritto alla Facoltà di legge dell’Università di Siena; il nonno dei due ragazzi, Rocco D’Onofrio, 73 anni, operaio in pensione. I quattro tornavano a Ferrandina da Siena, dove era stato prelevato Rocco dopo che aveva finito gli esami universitari. Ad aspettarli la moglie di Nicola Lisanti, Antonietta D’Onofrio, e la terza figlia della coppia, Assunta, di 14 anni. Infine, la sesta vittima identificata è una casalinga originaria di Torrice, in provincia di Frosinone. Si tratta di Maria Teresa Grecci, 59 anni, morta carbonizzata all’interno della sua Fiat Bravo. La Polizia sta cercando adesso di identificare la settima vittima del maxi-tamponamento, il cui cadavere è stato estratto carbonizzato dai resti di un furgoncino.
"L’incendio, alla base del gravissimo incidente stradale avvenuto ieri sulla A1 tra Fiano e SanCesareo, è di una tipologia purtroppo ben nota, non solo per la causa scatenante, una sigaretta lanciata da un auto in corsa o un fuoco di sterpaglie, ma anche per i drammatici effetti che hadeterminato". Lo afferma l’ingegnere Giacomo Saragosa, del Servizio Antincendi Boschivi del Corpo Forestale dello Stato, il quale spiega come "la vegetazione a bordo-strada, anche sulle vie di grande traffico, è caratterizzata dalla presenza di erba, arbusti e materiali minuti". Secondo i dati diffusi dal Corpo Forestale, nel 2003 su 1.370 incendi colposi, il 41% sono stati determinati da attività connesse a pratiche agricole non corrette, e 404, il 29% del totale, da mozziconi di sigarette e fiammiferi. Con il caldo estivo, infatti, fa notare Saragosa, "le piante si seccano, l’erba ingiallisce ed ecco che si determinano le condizioni ottimali per un incendio". Pulizia frequente dei bordi strada, sistemi di rilevazione degli incendi automatici, vigilanza fisica sui posti che in passato sono già stati percorsi dalle fiamme, sono alcune delle strategie di prevenzione che - secondo Saragosa- vanno messe in campo. "Dunque - conclude Saragosa - bisogna prestare una grande attenzione, in questo periodo una innocua sigaretta gettata per terra accesa può causare gravi danni, e una telefonata al 1515 salvare il patrimonio boschivo e vite umane".

Da "Il Sicilia" del 18 luglio 2004
Polizia Stradale
"In aumento pattuglie e controlli nel fine settimana"

AGATINO ZIZZO.
Considerati i numerosi e gravi incidenti che si sono verificati in questi ultimi giorni in ambito extraurbano la polizia stradale, per questo fine settimana, proietterà il maggior numero di pattuglie, composto anche da donne, in un capillare servizio di controllo della velocità. Saranno impiegati gli autovelox ed i Telelaser, ma soprattutto le autoradio con le apparecchiature di ripresa "Provida", che ovviamente perseguiranno anche altre infrazioni: sorpassi azzardati, impegno indiscriminato delle corse di emergenza e mancato uso del casco. Sempre a proposito di velocità la Stradale ricorda ai motorizzati di fare molta attenzione ai cartelli che segnalano limiti ancor più bassi in prossimità di svincoli, incroci, centri abitati e lavori in corso. Attenzione soprattutto ai trasferimenti in massa verso le spiagge e il mare.
Da "Il Secolo XIX" del 18 luglio 2004
In coda sulla A10 Soccorsi con bottiglie d’acqua i forzati del week end
Angelo Ragazzoni.

Sono iniziate male le vacanze, ieri mattina, per centinaia di automobilisti rimasti prigionieri per quasi quattro ore dell’A10, tra Varazze e Arenzano, per un incidente accaduto all’altezza di Cogoleto. A gestire l’emergenza sono stati gli agenti della polizia stradale di Savona e del centro operativo della stradale di Genova. Decine di agenti sono stati mobilitati per portare sollievo agli automobilisti che rischiavano di restare intrappolati per ore sotto il sole di mezzogiorno. Famiglie con bambini in auto, turisti in viaggio sui pullman sono stati riforniti di bottiglie d’acqua minerale dai poliziotti, mentre percorrevano a passo d’uomo il tratto di autostrada all’altezza del casello dei Piani d’Invrea. È qui che si è creato un maxi ingorgo, un lungo serpentone di automobili, moto, camion e autobus che si è snodato per almeno una decina di chilometri. Letteralmente preso d’assalto l’autogrill di Varazze. Quelli che erano in coda hanno approfittato della sosta per rifornirsi di acqua minerale e panini, in attesa che la situazione si sbloccasse.
Il viaggio da incubo dei vacanzieri, che dal ponente dovevano raggiungere il terminal traghetti del porto di Genova o proseguire verso il Centro e Sud Italia, è iniziato poco dopo le 10,30. A quell’ora un camion che trasportava legname, probabilmente a causa della velocità, s’è adagiato su un fianco. Il carico, in pochi minuti, s’è riversato sulla sede stradale, ricoprendo le tre corsie. Per fortuna, né il conducente del Tir, soccorso dai militi della Croce Rossa di Varazze, né altri automobilisti che lo seguivano a breve distanza, sono rimasti feriti, ma dopo l’incidente si sono verificati forti disagi alla viabilità, con la Riviera praticamente tagliata in due. Il traffico tra Varazze e Arenzano per quasi quattro ore ha proceduto a singhiozzo, anche per consentire ai mezzi di soccorso di poter intervenire. Ben presto anche la viabilità sulla via Aurelia è andata in tilt.
La Società Autostrade ha fatto scattare il piano di emergenza segnalando tempestivamente l’incidente attraverso i messaggi sui pannelli variabili, le notizie di Isoradio, il canale della Rai sulla viabilità e inviando sul posto diverse squadre di ausiliari del traffico. Qualche automobilista, "fiutato" il pericolo di rimanere intrappolato nella coda sotto il sole di mezzogiorno, ha preferito uscire al casello dei Piani d’Invrea e percorrere l’Aurelia sino ad Arenzano. Così, anche sulla litoranea, ben presto la circolazione è andata in tilt. La situazione è tornata alla normalità dopo le 14 quando i tecnici della Società Autostrade, impiegando una ruspa, avevano sistemato sulle due corsie d’emergenza il carico perduto dal Tir e quindi riaperto una delle tre corsie.

Da "Il Messaggero" del 18 luglio 2004
IN VIALE CRISPI
Guida visibilmente ubriaco e picchia i poliziotti che lo fermano: arrestato

M.I.

Gli agenti della polizia stradale hanno arrestato l’altra notte Alfredo Scimia, 53 anni dell’Aquila, operaio edile, con l’accusa di guida in stato di ebbrezza e lesioni.
I poliziotti in servizio per contrastare il triste fenomeno degli incidenti mortali dopo l’uscita dai locali notturni avevano fermato in via Francesco Crispi l’uomo che era alla guida della sua Alfa 75 perché la sua guida era visibilmente scorretta.
Dopo averlo fermato, gli agenti della Polstrada lo hanno immediatamente sottoposto all’alcool-test, dal quale è stato evidenziato un tasso alcolico di gran lunga superiore ai limiti di legge. Mentre i due agenti stavano verbalizzando l’accaduto contestando a Scimia i reati previsti dal Codice della strada, l’uomo li ha improvvisamente aggrediti prendendoli a pugni. Per lui sono subito scattate le manette.

Da "La Repubblica" del 18 luglio 2004
Un primo rapporto della polizia stradale ipotizza il reato di omicidio colposo per chi bruciava sterpaglie sulla scarpata
Polemiche dopo l’inferno sulla A1
"Scarsa visibilità non segnalata"
Le associazioni consumatori insorgono: autostrade incapaci in situazioni di emergenza. Ma è anche colpa della velocità


ROMA. Potrebbe essere accusato di omicidio plurimo colposo chi bruciava le sterpaglie vicino alla bretella della A1 Fiano-San Cesareo. C’è un primo rapporto della polizia sulle cause dell’incidente stradale che ieri, vicino a Roma, ha causato sette morti e 40 feriti e ora toccherà al magistrato ipotizzare il tipo di reato. Non è escluso che si possa parlare di omicidio plurimo colposo. "Stiamo ancora verificando di chi fosse la proprietà del terreno da dove sono scoppiate le fiamme", dicono dalla polizia.
Gli investigatori tuttavia non hanno dubbi: l’incendio scatenato dalle sterpaglie sotto il cavalcavia della bretella autostradale è stata la causa fondamentale e scatenante del tamponamento a catena. Il terreno dove è scoppiato l’incendio sarebbe di proprietà della clinica psichiatrica Colle Cesarano, ma nessuna persona della struttura è stata vista nel terreno. Gli agenti della mobile non hanno trovato elementi che possano far pensare al dolo.
Nonostante il fumo che ha fatto diminuire la visibilità, tuttavia, la polizia tiene a sottolineare che non bisogna fornire a chi guida falsi alibi: a scatenare l’inferno sulla A1 non è stato solo il fumo, ma anche l’eccessiva velocità e il mancato rispetto delle distanze di sicurezza.
E proprio rispetto ai limiti di velocità e all’efficienza con cui sulle autostrade si segnalano situazioni improvvise di pericolo si scatenano le prime polemiche. La presidente dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, ha annunciato che si costituirà parte civile nei processi accanto ai familiari delle vittime. Una nota dell’associazione fa riferimento agli incidenti degli ultimi giorni (simile a quello di ieri vicino a Roma era stato quello di Mestre, con cinque vittime, di martedì scorso) e sottolinea che tali avvenimenti mostrano come il controllo sulle strade sia insufficiente quando aumenta il traffico e poco efficace riguardo alla sicurezza dell’utente.
Anche l’Associazione sostenitori della polizia stradale interviene sull’argomento e fa notare come il drammatico incidente di ieri sia avvenuto su un’autostrada a tre corsie, in rettilineo e in pieno sole e sia stato causato da un evento improvviso e imprevedibile, ma non raro. Per questo, secondo l’Asaps, è bene riflettere prima di elevare il limite di velocità a 150 chilometri orari in alcuni tratti delle autostrade a tre corsie.

Il segretario dell’associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc), Primo Mastrantoni, si chiede invece perché non è stato chiuso subito il tratto di autostrada invaso dal fumo. Secondo Mastrantoni, quando accadono tragedie come quella di ieri inizia il balletto delle responsabilita, ma "una cosa si poteva fare visto che sul posto c’erano i vigili del fuoco. Chiudere il tratto interessato o perlomeno adottare misure precauzionali che evitassero l’arrivo in velocità di auto e camion".

Sulla stessa linea anche la nota della società cui apparteneva il tir che trasportava 40 tori ed è stato coinvolto nell’incidente. La "Caponi Carlo autotrasporti", ditta di Passaggio di Bettona, in provincia di Perugia, sottolinea che il disastro è stato causato da un incendio "che da circa quattro ore interessava un terreno adiacente il cavalcavia, senza che nessuno lo segnalasse per i provvedimenti del caso, chiusure o deviazioni o altro".

DI tutt’altro avviso la Società Autostrade. "Un furgone - dice Igino Lai responsabile rete traffico della Società - è arrivato 3 minuti dopo la chiamata della Polstrada che segnalava un incendio vicino la sede stradale della A1, dove ieri è avvenuto il grave incidente costato la vita a 6 persone. Il mezzo ha segnalato la scarsa visibilità a causa del fumo sulla corsia nord; lo stesso hanno fatto mezzi della Protezione civile e dei vigili del fuoco sulla corsia sud, dove è avvenuto lo scontro. Scontro che è dovuto principalmente alla "manovra irresponsabile" dell’ autista del camion che trasportava bovini". Questa la ricostruzione di Igino Lai, responsabile operativo rete traffico di Autostrade per l’ Italia..
Lunedì, 19 Luglio 2004
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