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Rassegna stampa 17/07/2004

Rassegna stampa del 16 Luglio 2004

Rassegna stampa del 16 Luglio 2004

 



Da “Il Secolo XIX” del 16 luglio 2004

I noir dell’A6 Gialli e misteri, la via "della mala"


 

La "Torino-Savona" non è solo l’autostrada dei piemontesi che la percorrono per raggiungere il mare della Riviera. Su quel nastro d’asfalto di 126 chilometri, e in particolare sugli ultimi dieci, sono accaduti anche fatti di cronaca di una certa rilevanza. Dieci anni fa gli agenti della Polstrada di Carcare avevano arrestato l’"assassino dagli occhi di ghiaccio", un infermiere torinese dal grilletto facile: rapinava e uccideva i farmacisti del capoluogo piemontese. Fatale l’ultimo assalto a Ceva. Una pattuglia lo aveva fermato in coda all’altezza di Montezemolo. Era armato di quella pistola che per anni aveva seminato terrore sotto la Mole. Più di recente, nel 2001, un dipendente infedele della Banca d’Italia di Savona, dopo aver rubato 150 milioni di vecchie lire dalla cassaforte, aveva pensato di nascondere il bottino in un’area di sosta dell’A6 sotto due palmi di terra vicino ad un palo della luce. L’anno successivo una pattuglia della Stradale fermò un tizio che aveva deciso di percorrere l’autostrada a piedi verso Savona. Dopo una multa, piuttosto salata, minacciò di suicidarsi sotto un treno perché non aveva i soldi per pagarla. Venne salvato in extremis dal comandante della Polstrada di Savona Luca Marchese. Diverse le operazioni antidroga concluse sull’A6 dagli uomini del sostituto commissario Michele Monopoli, comandante della Polstrada di Carcare. Quella più recente risale all’estate scorsa quando a Priero avevano arrestato un ventiseienne marocchino con un ingente quantitativo di eroina. Negli ultimi due anni è stata una escalation di rapine. Quella più spettacolare era stata compiuta il 19 aprile del 2002 quando un commando armato di lanciarazzi e kalashnikov aveva assaltato un furgone portavalori in viaggio sull’A6 verso la Valbormida: bottino 250 mila euro. I banditi sono stati arrestati dalla squadra mobile e dai carabinieri. Il 2 aprile dell’anno scorso infine, dopo un inseguimento mozzafiato sul filo dei 250 chilometri orari, gli agenti della Stradale arrestarono due autentici professionisti delle rapine: Luciano Marengo, 46 anni e Paolo Battistini, 52 anni, piemontesi. I due avevano assaltato l’ufficio postale di Magliano d’Alpi per poi fuggire con un bottino di 8 mila 500 euro.

 


Da “Il Secolo XIX” del 16 luglio 2004

Revisioni facili arrestato capogruppo Ds

Consigliere a Chiavari

Carlo Rocco


 

Massa. Era l’ufficio della motorizzazione più gettonato d’Italia per la revisione dei veicoli. Un’inchiesta disposta dalla procura di Massa, a conclusione di un anno di indagini delle polizie stradali massese e spezzina, ha svelato l’arcano: a Massa per ottenere la revisione di un camion, di un tir o di un’auto non occorreva perdere un giorno di lavoro e stazionare per ore sul piazzale della motorizzazione civile. Era sufficiente consegnare il libretto di circolazione a un’officina meccanica della Spezia, di cui è titolare un ex camionista, Angelo Paita, pagare un buon compenso e il veicolo, anche se non proprio in ordine, poteva circolare tranquillamente per altri quattro o due anni.
A regolarizzare tutto pensava Paita, che aveva la chiave giusta per gli uffici della motorizzazione. La sua chiave d’accesso, secondo l’accusa, erano il dirigente dell’ufficio provinciale della motorizzazione di Massa, Marco Belli, 46 anni, residente a Chiavari in corso Dante 136, capogruppo dei Democratici di sinistra in consiglio comunale, e due impiegati dello stesso ufficio, Paolo Vallone, 50 anni, spezzino, abitante in via Mozzachiodi 31, e Giovanni Quartararo, 50 anni, di Montignoso (Massa).

Belli e Vallone sono finiti agli arresti domiciliari su ordine del giudice per le indagini preliminari Giovanni Sgambati con l’accusa di concorso in corruzione per atti contrari ai loro doveri d’ufficio, falsificazione materiale di documenti informatici pubblici. Sono stati rimessi in libertà dopo quarantotto ore con l’obbligo di non dimorare né a Massa, né a Lucca.

Nei confronti di Paita la procura sta procedendo separatamente. Con lui è indagata anche una donna, A. S., spezzina, di cui non è stata svelata l’identità, ma che sarebbe una collaboratrice del meccanico.
Secondo la ricostruzione della polizia stradale, coordinata dalle dirigenti Bianca Venezia della Spezia e Marina Listante di Massa, Paita svolgeva il ruolo di collettore dei libretti di circolazione, proponendo ai suoi colleghi camionisti, conosciuti in anni di attività e gravitanti sul porto della Spezia e di Marina di Carrara, e agli automobilisti suoi clienti, la revisione facile, rapida e senza intoppi dei loro automezzi. Il passaparola tra gli autotrasportatori aveva fatto il resto. Ovviamente la revisione "agevolata" aveva un costo superiore a quello delle officine autorizzate. Ma una giornata di lavoro di un autotrasportatore e il rischio di vedersi bloccare il mezzo per un’inezia valeva bene la candela. Secondo l’accusa Paita provvedeva a "ungere" l’ingranaggio della motorizzazione. A Vallone sarebbero andati 40 euro per ogni libretto. Ogni quindici giorni Paita consegnava poi a Vallone per Belli 170 euro e alcuni buoni di benzina da dieci euro ciascuno.

 


Da “Il Secolo XIX” del 16 luglio 2004

Discoteca gratis a chi non beve

L’operazione coinvolgerà 20 dancing sulle riviere italiane.

Obiettivo: ridurre la mortalità tra i giovani
La polizia stradale con l’etilometro all’uscita dei locali

Vanni Zagnoli


 

Rimini. 0hi non beve al volante, potrà avere biglietti gratis per le discoteche. La campagna parte oggi in venti locali fra i più trendy d’Italia, la speranza è di cambiare abitudini e stili di vita dei giovani italiani, ma non sarà facile.

Non solo multe, dunque, dalle pattuglie della polizia stradale. Per questo servizio ne saranno impegnate 30 in più rispetto alla normale dotazione dei fine settimana. Per sei weekend (i tre che restano in luglio e i primi tre di settembre) i poliziotti si piazzeranno in alcuni stand fuori dai più frequentati locali da ballo delle spiagge. Lì i giovani potranno appartarsi e sottoporsi al test del tasso alcolico, prima di mettersi alla guida. Chi avrà l’alcool entro i limiti, riceverà il biglietto omaggio per la disco, da utilizzare la settimana dopo."Rientro sicuro" si chiama la campagna della polizia, dell’Ania (le assicurazioni per la sicurezza stradale) e del Silb, l’associazione degl’imprenditori dei locali da ballo. "Guido con Prudenza. Zero alcol tutta la vita" è lo slogan. Aderiscono discoteche della riviera romagnola (il Cocoricò di Riccione), della Toscana (il Twiga di Forte dei Marmi) e del Lazio (il Fortino di Sperlonga).

I controlli saranno concentrati in particolare fra le 3 e le 4 del mattino. Chi farà il test potrà risparmiare i soldi del biglietto d’entrata: da 20 a 40 euro, con punte di 50 quando c’è un deejay di grido. In Romagna aderiscono il Peter Pan, il Byblos e l’Echos di Misano Adriatico, a Riccione il Prince e il Villa Delle Rose, a Rimini Gotha e L’Altro Mondo. «Serve il rispetto scrupoloso delle regole sulla circolazione stradale - dice Renato Giacchetto, presidente del Silb - La prevenzione è uno strumento educativo fondamentale». Favorevole ma con riserva Sergio Pioggia, 59 anni, vicepresidente nazionale del Silb e leader dei discotecari romagnoli. «Siamo stati chiamati in causa sempre e solo noi - obietta -, ma l’alcool non è soltanto un nostro problema. I ragazzi cominciano a bere dalle 21, in discoteca gli alcolici sono cari, non ne vendiamo tanti. Anche i pub dovrebbero essere coinvolti. Da una ricerca di alcuni anni fa, il 75% dei ragazzi esce dalla discoteca nelle stesse condizioni in cui entra».

Contenta ma non appagata l’Asaps, associazione amici della Stradale. «L’importante è che non sia soltanto occasionale - dice il presidente Giordano Biserni -, che il discorso non si limiti ai ragazzi del sabato sera. Il problema della guida sotto gli effetti dell’alcol riguarda tutti. Contro chi ripete il reato di ubriachezza serve la mano pesante, con la revoca della patente per diversi anni».

Gli incidenti restano la prima causa di morte per i giovani sino ai 24 anni, un terzo delle vittime della strada ha meno di 30 anni. I dati del primo anno di applicazione della patente a punti sono confortanti: 857 morti in meno dell’anno scorso. «E’ una campagna senza moralismi - dice Pasquale Piscitelli, della Direzione centrale della polizia -, il divertimento dev’essere consapevole».

 


Da “Panorama” del 16 luglio 2004

Male avvisato, poco salvato

Cartelli invisibili, deteriorati o contraddittori. Ma anche abusivi o con troppe indicazioni. Una volta su tre sono cause di incidenti, spesso gravissimi. Perciò bisognerebbe intervenire subito con nuove leggi e un pacco di miliardi.

Guido Castellano


 

Casal Lombroso: un pensionato imbocca contromano il Grande raccordo anulare di Roma. Muore in uno scontro frontale, è il 18 maggio. Settebagni, 4 luglio, un incidente simile: una donna anziana percorre in senso inverso lo stesso raccordo anulare. Anche lei non sopravvive all’inevitabile schianto.

 

Nello scorso weekend a perdere la vita sulle strade italiane sono state 43 persone. Sembra quasi che l’effetto benefico portato dalla patente a punti stia svanendo settimana dopo settimana. E il numero delle vittime lo conferma. Di chi è la colpa?
La distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza sono sicuramente cause importanti, ma rappresentano solo il 40 per cento dei motivi di incidente. Il 30 per cento dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30 per cento da come è disegnata, realizzata e segnalata la rete. Queste le conclusioni di uno studio effettuato da un pool di tecnici di 30 università italiane per conto della Società italiana di infrastrutture viarie (Siiv). Come dire che non è sempre colpa dell’automobilista se succede un incidente, anzi, il più delle volte a causarlo è una disfunzione strutturale, o un’indicazione sbagliata.

«In Italia oltre il 30 per cento dei cartelli stradali sono fuori legge o da sostituire perché deteriorati» dice Roberto Ruozi, presidente del Touring club italiano. Secondo una ricerca sulla segnaletica commissionata dal Touring all’ufficio studi della Fondazione 3M, solo l’8 per cento delle indicazioni stradali è stato sostituito o portato a norma negli ultimi anni. «Il degrado dei materiali, il posizionamento errato e simboli non previsti sono sicuramente causa di incidente perché creano confusione nel guidatore» prosegue Ruozi. Per non parlare di quei cartelli che sono nascosti da cespugli o forniscono messaggi contraddittori o sono illeggibili perché coperti da altre indicazioni.


«Tra frecce, pannelli e segnalazioni di vario genere in Italia ci sono oltre 12 milioni di cartelli» calcola Giordano Biserni, ex ispettore della polizia e oggi direttore del sito www.asaps.it, il portale della sicurezza stradale. «Questo sovraffollamento causa in chi guida una sorta di indifferenza e i segnali, invece che essere d’aiuto, vengono ignorati».

Per Biserni la gente procede a senso, perché conosce le strade che abitualmente percorre. «È per questo che avvengono gli incidenti quando in città viene cambiata la viabilità o in vacanza ci si trova in situazioni diverse da quelle conosciute».


A dettare le norme su come dovrebbero essere collocati i cartelli stradali c’è il regolamento di attuazione del Codice della strada. «Ma quasi sempre viene disatteso» dice Ruozi «basti pensare che i segnali turistici gialli sono fuori legge da almeno tre anni. Dovrebbero essere marroni con scritte bianche e il giallo dovrebbe essere utilizzato per indicare i cantieri in autostrada. E invece quanti ce ne sono? Migliaia».

Per il presidente del Touring club italiano mancano un censimento dei cartelli stradali e una razionalizzazione degli stessi. Molto spesso succede che vengano aggiunte nuove indicazioni e non rimosse quelle vecchie, per non parlare di tutte quelle aziende, alberghi e ristoranti che mettono in strada segnalazioni abusive. Su ogni sostegno dovrebbero esserci al massimo sei indicazioni, invece sono sempre molte di più.

Questo genera in chi le deve leggere uno stato ansioso e una conseguente distrazione o un repentino rallentamento del veicolo che può essere causa di tamponamento. «Per ovviare a questi problemi» dice Ruozi «in collaborazione con il centro studi della Fondazione 3M abbiamo creato il progetto Arianna: un appello rivolto alle amministrazioni locali, con lo scopo di dare un assetto più chiaro ed efficace ai segnali».

Una cattiva segnaletica, oltre a essere causa di incidente, ha un negativo impatto ambientale, rappresenta un serio problema per il turista e un’opportunità mancata di promozione del territorio. Quindi per Ruozi bisogna «installare meno cartelli nei centri storici, diminuire l’impatto visivo di quelli esistenti mettendone di più piccoli, eliminare l’effetto labirinto». Spesso è impossibile uscire da una città o trovare un monumento seguendo le indicazioni senza avere a bordo un navigatore satellitare.

Un problema, quello della viabilità e cartellonistica, che per essere risolto costerà non poco alle casse dello Stato. Secondo la Società italiana di infrastrutture viarie per riportare a regime «l’arretrato di manutenzione» ci vorrà una cifra compresa tra 2,5 e 3,5 miliardi di euro. Ma non basta.
«C’è bisogno di una legge sulla sicurezza stradale» propone Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e deputato della Margherita. «Per questo abbiamo appena avanzato una proposta in Parlamento che prevede una collaborazione sul lavoro di quanti si occupano di sicurezza stradale al fine di coordinare meglio le iniziative per abbattere il rischio di incidentalità». Dovrà nascere secondo Realacci un nuovo organismo che avrà il compito, come già avviene all’estero, di individuare le arterie più critiche, i punti più a rischio e indirizzare quindi anche gli interventi per il miglioramento delle infrastrutture e diminuire il numero di incidenti.

«L’intervento sulla segnaletica diventa inderogabile» dice Giuseppe Guccione, presidente della Fondazione Luigi Guccione, Associazione vittime della strada. «In Germania la sistemazione dei segnali stradali lo scorso anno ha portato a una diminuzione degli incidenti del 14 per cento circa. In Italia lo stato della segnaletica è disastroso. Non c’è un criterio omogeneo nelle diverse regioni e territori e i tempi di sostituzione dei segnali stradali superano di gran lunga quelli di usura degli stessi cartelli». Purtroppo questo aspetto è sottovalutato e i tagli alla finanza locale penalizzano il rinnovo della segnaletica.

 


Da “Il Messaggero” del 16 luglio 2004

La Polizia stradale ferma tre nigeriani: “giallo” per un passaporto americano

A.D’Al.


 

Quello che sembrava un controllo di routine su tre cittadini extracomunitari rischia di diventare un ”caso internazionale” per via del ritrovamento addosso ad un cittadino nigeriano di un passaporto americano falsificato. Tutto è accaduto alle 3.30 dell’altro ieri lungo la Statale 16 a Francavilla al Mare quando una Fiat Punto con tre persone a bordo, non fermatasi all’alt di una pattuglia della Polizia Stradale, è stata bloccata dopo un chilometro e mezzo di inseguimento. A bordo ci sono tre nigeriani, elegantemente vestiti, ciascuno con mille euro addosso e con dieci telefoni cellulari a disposizione. Per uno dei tre, Anthony Oseyi Arikan, 37 anni, scatta l’arresto. L’uomo ha nascosto il proprio passaporto sotto il tappetino e, da un controllo effettuato sui terminali, risulta colpito da un decreto di espulsione dei giudici de L’Aquila dello scorso 13 maggio. Decreto al quale non ha ottemperato e per questo finisce in manette ai sensi della legge Bossi Fini. Processato per direttissima ieri mattina a Chieti ha patteggiato 4 mesi di reclusione, è stato rimesso in libertà e condotto in Questura per l’espulsione. Ma a destare la curiosità dei poliziotti, e non solo la loro, è il passaporto trovato addosso ad un altro componente del terzetto, A.A.A. le sue iniziali, di 40 anni. Il documento, americano, è autentico ma reca un numero falsificato. Ulteriori accertamenti permetteranno di scoprire che era intestato ad un minorenne , un ragazzino di 10 anni. L’uomo viene denunciato per falso.

Il terzo uomo non ha documenti, dice di chiamarsi M.N. e di avere 21 anni ma il riscontro con le impronte digitali rivelerà il nome è inventato. Per tutti e tre scatta l’accusa di detenzione di gruppo di stupefacenti visto che sull’auto vengono trovati cinque grammi di hashisc. Gli ultimi due, in collaborazione con la Questura di Chieti, sono stati già condotti nel centro di permanenza di Ponte Galeria nel Lazio. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti ieri a Chieti dal dirigente della sezione della Polizia Stradale, Bernardo Siega, il quale ha parlato di interessamenti ”ad alto livello” da parte di Ministero e Ambasciata per il passaporto ma non ha fatto nessuna ipotesi. La Punto risulta intestata pure ad un nigeriano che la Stradale sta cercando di rintracciare. Il caso è al vaglio del sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Marika Ponziani.

 


Da “Il Messaggero” del 16 luglio 2004

Ladispoli, rubavano auto per rivenderle all’estero: 3 denunce

di FRANCESCA PROCOPIO



Inizialmente poteva sembrare un furto d’auto come tanti. Avvenuto in una villetta a Fregene. Ma dietro quella che, inizialmente, era parsa l’opera di un ladro si nascondeva invece un’ organizzazione dedita al traffico internazionale di macchine rubate, tutte di grossa cilindrata, e rivendute per lo più all’estero.

Nella truffa della banda, con ramificazioni nel casertano e a Roma in zona Magliana (città dove risiedono i due ricchi capi, entrambi bosniaci) sono finiti oltre a sfortunati proprietari, che non hanno trovato più la loro macchina, anche decine di note società di autonoleggio, con uffici a Fiumicino, Roma e nel Napoletano, dove i mezzi erano presi in affitto. Tutte le vetture poi venivano spedite in nord Africa e nei Paesi dell’Est, per essere quindi rivendute.

Diciotto sono state, finora, le persone denunciate dalla polizia di Fiumicino e dagli agenti della stradale. Tre di loro vivono a Ladispoli, dove gestiscono società edili. Il resto della banda risiede tra Roma, Napoli e Caserta. Alcuni di loro, vittime di usurai, si prestavano a fare da "corrieri" in cambio di uno sconto sul debito. Una quarantina i mezzi spariti nel nulla. E una decina quelli recuperati dagli agenti in un’officina sull’Appia. Qui le macchine venivano modificate, corredate di documenti falsi e quindi rivendute a prezzi allettanti.

Le indagini, durate tre anni, hanno preso spunto dal furto di una Bmw parcheggiata in una villetta a Fregene. Il proprietario aveva presentato denuncia al commissariato di Fiumicino. Dove, successivamente, erano piovute anche le segnalazioni di alcune società di autonoleggio alle quali erano pervenute sospettose dichiarazioni di furto delle loro auto.

 


Da “Il Gazzettino” del 16 luglio 2004

SICUREZZA STRADALE

Ragazzi sobri, discoteca gratis A settembre il sorpassometro


 

Roma. Non solo multe dalle pattuglie della Polstrada, ma anche biglietti gratis per la discoteca. Per sei weekend (gli ultimi tre di luglio e i primi 3 di settembre) agenti di polizia saranno presenti in alcuni stand allestiti all’uscita di 20 tra i più frequentati locali da ballo dei litorali italiani. Lì i ragazzi potranno, prima di mettersi alla guida, sottoporsi volontariamente e con garanzia di riservatezza, al test del tasso alcolico. Chi risulterà sobrio riceverà direttamente dalla pattuglia un ingresso omaggio in discoteca.

È quanto prevede l’operazione «Rientro sicuro», un protocollo d’intesa siglato tra polizia di Stato, Fondazione Ania (Associazione nazionale tra le imprese di assicurazione) per la sicurezza stradale, con la collaborazione del Silb (associazione italiana imprenditori locali da ballo). La campagna pubblicitaria che accompagnerà l’iniziativa, finalizzata a contrastare gli incidenti notturni, sarà intitolata «Guido con Prudenza. Zero alcol tutta la vita».

A settembre poi arriva il sorpassometro. Si tratta di una telecamera che vigilerà sulle corsie di sorpasso delle strade più a rischio per accertare eventuali infrazioni, rilevando automaticamente i sorpassi vietati.

Sabato, 17 Luglio 2004
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