LETTERA AL MINISTRO DELLA SALUTE
Firenze, 11 Dicembre 2007 Alla Gentile attenzione del:
Ministro della Salute Senatrice Livia Turco Oggetto: Campagna informativa per prevenire i danni fetali
legati al consumo di alcol in gravidanza promossa da Assobirra In relazione alla campagna in oggetto vengono sottoposte
alla attenzione del Ministro Livia Turco alcune considerazioni. Riteniamo che accreditare il mondo della produzione, con
la presenza del Ministro della Salute su un tema così delicato, possa indurre sconcerto
e perplessità, specie in ordine alle
recenti posizioni assunte in materia di attenzione e controllo dei consumi in
condizioni di rischio. E soprattutto quando la stretta pertinenza
sull’argomento e il ruolo delle competenze sanitarie e di tutela della salute
sono altre, come identificati dal Programma Guadagnare Salute e PNAS. Il fatto che sia una società scientifica a farsi tramite
di una campagna finanziata dall’industria, sia pure con fini apprezzabili e
condivisibili, non esclude la necessità di valutare attentamente la forma della
partecipazione delle Istituzioni a tutela e nel riconoscimento delle
competenze. Su questo tema la discussione di principio che si è già attuata in
Europa nel corso degli anni ha portato a conclusioni che non lasciano molti
dubbi in merito. E’ dunque imperativo evidenziare la contraddizione di una
pratica che preveda la gestione dell’informazione su problemi sanitari da parte
di chi, in larga misura, può essere visto come colui che questi problemi
concorre a creare. Ciò induce confusione nei cittadini che non riescono a
cogliere la differenza tra informazioni scientifiche ed istituzionali ( a
volte, difficili da interpretare anche dagli addetti ai lavori) e messaggi di
propaganda e/o attenuazione di effetti che, in questo caso, l’alcol può
produrre. E’ necessario che le informazioni di salute siano prodotte e avallate
direttamente dalle Istituzioni competenti e non può e non deve essere permesso
che, anche attraverso iniziative valide, coloro che in qualche modo possono determinare problemi di salute
pubblica anche indirettamente, possano averne un indebito vantaggio, seppure
solo attraverso un ritorno d’immagine. Il contesto di riferimento a cui richiamarsi in tal senso
è quello autorevole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, nella
Framework sulle Politiche sull’Alcol in Europa approvata da tutti gli Stati
Membri cita testualmente: " Art. 47. Le politiche della salute pubblica
riguardanti l’alcol devono essere formulate nell’interesse della salute
pubblica, senza interferenze da parte degli interessi commerciali. Il
coinvolgimento dei produttori e dei distributori delle bevande alcoliche, e
delle organizzazioni connesse, nei programmi di educazione ed altre attività
rivolte ai giovani, può dar luogo ad equivoci, perché il loro supporto, diretto
o indiretto, potrebbe essere visto come un tentativo per guadagnare credibilità
con il pubblico giovane." Non è più accettabile che il mondo della
produzione, valendosi anche della propria ingente capacità economica, possa
l’accreditarsi come provider dell’informazione e della prevenzione sanitaria;
mandato, quest’ultimo di coloro che nel settore sanitario lavorano e che con
adeguate capacità professionali possono tutelare la salute e il benessere della
persona e della famiglia. Questa è la convinzione condivisa dalle associazioni
degli utenti, degli operatori e delle Società Scientifiche che sono
estremamente attente e sensibili al problema della tutela della sicurezza in
gravidanza e della prevenzione della FAS. Come dimostrato dall’interesse
crescente sulla questione dei warning sull’etichette degli alcolici introdotte
in Francia e su quanto ampiamente richiamato dall’ultima Risoluzione del
Parlamento Europeo. Al tempo stesso appare singolare come simili iniziative si
possano realizzare quando vi sono esperienze ed investimenti diffusi in tutto
il territorio nazionale, in termini di formazione di operatori sanitari addetti
alla gestione clinica della gravidanza ed alla preparazione al parto,
totalmente orientate alla promozione e acquisizione di stili di vita sani e di
scelte tutelanti madre e nascituro, in materia di consumo di tabacco ed alcol.
Sulla base di queste considerazioni chiediamo con urgenza al Ministro della
Salute che si è sempre dimostrata particolarmente sensibile ai problemi di
genere a alla salute della donna, un incontro e la creazione di un tavolo di
lavoro che comprenda: Società Scientifiche, Associazioni e Istituzioni per
stabilire delle linee guida comuni e condivise su come fornire e divulgare
informazioni di salute per i Problemi e le Patologie Alcol Correlati e in
particolare per la prevenzione del danno prenatale. In quella sede sarebbe
possibile anche definire i rapporti, le modalità e le regole con cui il mondo
della produzione potrebbe intervenire nei flussi informativi sull’alcol. In
attesa di essere ricevuti, restiamo a disposizione per qualunque ulteriore
necessità di informazione specifica. Cordiali saluti,
AICAT
ALISEO Coordinamento Nazionale dei Servizi di Alcologia Eurocare Italia Gruppo Logos Saman Società Italiana di Alcologia ARCAT CEIS Pistoia U.O. Alcologia Azienda Ospedaliera Universitaria di
Careggi CEIS Lucca Centro Alcologico Regionale della Regione Lazio Fondazione Andrea Devoto Associazione Nautilus Dipartimento delle Dipendenze Azienda Sanitaria Ulss3 -
Regione Veneto Dott. Luigi Piloni
PRIMA
FOGGIA: CAMPAGNA SICUREZZA STRADALE, VENERDI’ TEST
ANTIALCOOL GRATUITI FOGGIA - L’Associazione provinciale titolari di farmacia
sta lavorando per dare un seguito alle iniziative di carattere sociale
intraprese nel 2007. “La nostra professione, nella quale il principio di difesa
della vita è ampiamente propugnato e assunto come valore etico e
comportamentale – sostiene il presidente dell’Atf, Gianfranco Curato – non poteva
perciò trovarci insensibili di fronte al tentativo di salvare delle vite
umane”. Per questo l’Atf ha fattivamente sostenuto l’iniziativa del Leo Club di
Capitanata, che per venerdì 11 gennaio ha allestito, in due distinti momenti,
una giornata dedicata alla “Prevenzione degli incidenti stradali”: prima tappa
fissata per le 18 a Palazzo Dogana, col convegno “Secure on the road” a cui
prenderanno parte amministratori pubblici, professionisti ed esperti in
medicina sociale e sicurezza; il secondo momento è stato fissato, invece, a
partire dalle 21 in pieno centro storico, per l’esattezza in piazza De Sanctis
abitualmente chiamata “piazzetta”, con la distribuzione di 300 palloncini per
l’esecuzione gratuita e ovviamente spontanea del test anti alcol tra i giovani
che vorranno sottoporsi al rilevamento. Ed è in particolare per questa seconda
parte dell’iniziativa che l’Atf ha messo a disposizione del Leo Club il proprio
sostegno come categoria e come soggetto assistenziale esposto in prima linea,
fornendo all’associazione organizzatrice i palloncini necessari per il test
anti alcol e mettendo a disposizione l’osservatorio privilegiato di
professionisti da sempre impegnati contro abusi ed eccessi di ogni natura. Le
statistiche parlano chiaro, rivelando impietosamente che gli incidenti stradali
restano la prima causa di decesso per la popolazione maschile al di sotto dei
40 anni. Se a questo dato si aggiunge che l’Italia detiene, suo malgrado, una
delle percentuali più drammatiche del resto del mondo occidentale (circa il 7
per cento dei decessi dei giovani al di sotto dei 30 anni sono causati da
sinistri in auto e moto o comunque generati da guida condotta in stato di
ebbrezza) ci si rende conto che iniziative come quella dell’11 gennaio
diventano più che utili ma indispensabili. L’Atf l’ha sposata in pieno per
l’elevato senso di responsabilità che da sempre investe i propri iscritti, che
non solo in circostanze ufficiali – come appunto quella di venerdì p. v. – ma
tutti i giorni dissuade, scoraggia e in diverse occasioni vieta ad adulti e
ragazzi l’utilizzo di farmaci che possono creare sonnolenza o disturbi prima di
mettersi al volante. Per cui l’Associazione provinciale titolari di farmacia
rinnova l’invito a recarsi in “piazzetta” venerdì sera per sottoporsi alla
prova del palloncino: sarà un modo per ribadire la costruttiva vicinanza dei
farmacisti alla cittadinanza e per sensibilizzare, soprattutto i più giovani, a
evitare alcool e droghe pur di dimostrare di essere in grado di governarle. “E’
un gioco al massacro che non porta da nessuna parte – conclude Curato –. Un
gioco che noi farmacisti combattiamo da decenni, ogni giorno che trascorriamo
in farmacia. Anche in assenza delle pure utilissime manifestazioni pubbliche,
come quella in programma venerdì. Perché non esiste nessun altra sensazione,
oltre la vita stessa, che valga la pena di essere vissuta”.
IL MATTINO
Sempre più alcolisti, scatta
l’allarme sociale FRANCO POETA - Battipaglia. C’è un vero e proprio allarme
alcool a Battipaglia e dintorni. Un dramma che non riguarda più una sola fascia
sociale fatta per lo più di adulti o di anziani come nel passato, ma che sta
investendo, anno dopo anno, anche i più giovani. E che di allarme si tratti è
confermato anche da un’ordinanza del sindaco di Battipaglia emessa in estate
che vietava ai bar la vendita di alcolici dopo le 22. A confermare tutto ciò ci
sono anche i dati del Sert di Battipaglia che hanno visto schizzare in avanti
il numero di coloro che abusano di alcol e che sono costretti a rivolgersi al
servizio pubblico. E si tratta solo della punta di un iceberg ben più grande. Infatti
al Sert arrivano quasi esclusivamente alcolisti ormai in uno stadio avanzato,
nel quale sono già presenti i gravi danni epatici ad esso collegati. Per questo
gli esperti ci tengono a precisare che i 122 alcolisti iscritti al servizio
sono solo una parte minima del problema. Il dato ufficiale più grave è quello
dei 400 consumatori di alcol che sono anche dipendenti da droghe. E si viaggia
alla media di circa 4 nuovi iscritti al mese con questi problemi compositi. E’
il famoso fenomeno della "polidipendenza": tossicodipendenti che
cercano di sfuggire all’eroina o alla cocaina, affidandosi all’alcool, o
viceversa, giovani che hanno iniziato ad abusare di alcool abbassando le
barriere protettive rispetto alle più classiche sostanze stupefacenti e che
hanno iniziato quindi anche ad usare droghe. Sono proprio queste due categorie
quelle che preoccupano di più gli operatori del settore. Esse infatti sono
quelle composte da giovanissimi o da giovani già provati da problemi di
disagio. Il problema sta tutto nel modo subdolo con cui l’alcool diventa parte
dell’esperienza giovanile. Il fatto che sia legale, il fatto che non dia
problemi immediati, il fatto che diventi quasi un modo di socializzare o di
imporre un’immagine, ha portato proprio i più giovani a divenire vittime
dell’alcool, magari passando attraverso non tanto ai superalcolici, ma alle più
"innocue" birre. Anche le fasce di età coinvolte confermano
quest’analisi. Se, infatti, sono costanti i dati degli adulti alcolisti (in
aumento in questo caso le donne), risultano in crescita quelli dei più giovani.
Iniziano già ad arrivare i primi ventenni. Ma la fascia maggiore dei nuovi
ingressi è quella compresa tra i 30 ed i 39 anni, quando i problemi si sono
iniziati a complicare con danni notevoli alla salute. Al Sert spesso arrivano
inizialmente solo per problemi di droga, ma poi ci si accorge che i danni
provocati dall’alcol sono in qualche caso anche più avanzati, con cirrosi
epatiche, epatiti e pancreatiti, in prima fila. Da tempo i medici e gli esperti
del Sert, in collaborazione con le altre strutture sanitarie e del
volontariato, hanno iniziato una campagna di sensibilizzazione nelle scuole per
prevenire l’alcolismo. L’obiettivo è quello di rendere maggiormente consapevoli
i giovani dei problemi nascosti correlati all’alcol. Una mano importante la sta
dando anche l’opera della Polizia Stradale con i controlli ai guidatori.
Numerose infatti sono state le segnalazioni arrivate ai servizi sanitari
attraverso questo servizio.
IL MATTINO
«Vittime i giovanissimi, iniziano quasi per gioco» Battipaglia. «Il problema alcol è troppo spesso drammaticamente
sottovalutato, soprattutto dai giovani». Mimmo Porcelli, responsabile della
Comunità Emmanuel, fondata da padre Mario Marafioti e con una delle sue sedi
proprio nei pressi di Battipaglia, è fortemente allarmato dalla crescita del
fenomeno, ma soprattutto dalla mancata percezione da parte dei giovani e delle
istituzioni su questo problema. «Non c’è consapevolezza da parte delle giovani
generazioni dei rischi collegati all’alcool - spiega il volontario
battipagliese - Ci troviamo sempre più spesso a contatto con giovanissimi che
diventano alcolisti senza nemmeno accorgersi. Ma soprattutto ci sono sempre più
spesso episodi di giovani che dopo aver iniziato ad abusare di semplici birre,
passano con molta facilità alle droghe, abbassando le difese psicologiche. Così
come - rivela ancora Porcelli - sono sempre di più quelli che uscendo con tanta
fatica dal tunnel della droga cadono in quello dell’alcool che diventa così un
sostituto dell’eroina o della cocaina». Ai centri di ascolto e nella stessa
comunità Emmanuel di Monti di Eboli, si fanno i conti quotidianamente con
questi nuovi problemi, tentando di trovare soluzioni complessive. f.p.
IL GAZZETTINO (Belluno)
Non si beve o ci si ... Non si beve o ci si fa solo il sabato sera con gli amici o
in discoteca. Si beve anche durante la settimana, nelle notti in cui si
dovrebbe riposare, e ci si presenta al lavoro stravolti da bisbocce ed eccessi
invece che freschi come rose. Addirittura con la droga ancora nel sangue.
L’allarme, fatto proprio nei giorni scorsi anche dalla Cgil, è stato lanciato
dalla Cassa edile bellunese preoccupata delle tracce da sballo sempre più
frequenti fra i giovani nei cantieri al mattino. «Siamo di fronte a una piaga - denuncia senza mezzi
termini il presidente della Cassa edile, Italo Tonet, d’accordo con il
responsabile del Comitato paritetico territoriale, Giuseppe Fagherazzi - che
incide notevolmente nella casistica degli infortuni sul lavoro. Siamo impotenti
di fronte a operai che si presentano alticci all’inizio del turno di lavoro». La Cassa edile si appella anche agli altri sindacati per
una presa di posizione ferma su di un problema serio che non riguarda solo
l’edilizia, ma interessa il mondo dell’artigianato e altri settori. «Tutto
risulta più facile, se anche le organizzazioni sindacali fanno la propria
parte». Accanto all’alcol c’è anche la droga, spesso associata in un cocktail
micidiale, che viene usata sempre più anche da chi lavora e che per forza non
può essere lucido. Gli imprenditori chiedono una sinergia nei percorsi per
tamponare la piaga.
IL GAZZETTINO
L’autopsia sul corpo di Alessio
Moro ha stabilito che al commerciante sono state fatali le fratture della spina
dorsale e dell’aorta
Tamponamento mortale, ubriaco e
senza patente Le fratture della spina dorsale e dell’aorta sono state le
cause della morte di Alessio Moro, il cinquantaquattrenne commerciante
cordenonese che ha perso la vita sabato sera in un incidente stradale. A
stabilirlo è stata l’autopsia effettuata ieri all’ospedale di Pordenone, dove
si trovano ancora ricoverati la moglie di Moro, Maria Antonietta Gardonio (che
ancora non sa della morte del marito) e il conducente dell’auto, Giuliano
Simionato, 31enne di Villorba di Treviso, che ha tamponato la vettura del
commerciante ferma al semaforo. Il giovane che ha provocato l’incidente era
alla guida di una Golf che è letteralmente piombata sulla Citroen monovolume di
Moro a una velocità pari a più del doppio di quella consentita in quel tratto
della Pontebbana, lungo viale Aquileia, (50 chilometri orari). È stato anche
accertato, come peraltro sembrava essere evidente negli istanti seguiti al tamponamento
mortale, che Simionato era ubriaco, dato che aveva in corpo una quantità di
alcol di gran lunga superiore a quella consentita dalla legge e dal cervello.
Inoltre, come non bastasse quanto elencato, il trentunenne non avrebbe nemmeno
potuto guidare poichè gli era stata tolta la patente in agosto dopo che era
stato sorpreso alla guida di un’auto completamente sbronzo.Il tamponamento è accaduto sabato scorso poco dopo le 20
all’incrocio semaforico tra viale Aquileia e viale Libertà. Alessio Moro era
alla guida di una monovolume e accanto aveva la moglie; la sua auto era ferma
al semaforo quando è stata letteralmente investita dalla Golf di Simionato a
una velocità tale da sembrare una cannonata (tant’è che l’impatto ha
letteralmente spezzato in due la colonna vertebrale del commerciante). Per il
54enne non c’è stato nulla da fare.E proprio lunedì il Procuratore della Repubblica Luigi
Delpino aveva lanciato l’allarme per l’aumento degli incidenti stradali a causa
dell’uso di alcol e droghe, annunciando al contempo un vertice tra le Forze
dell’ordine per mettere un freno agli incidenti e avere più certezza della
pena. Il tamponamento mortale di via Aquileia potrebbe essere, per
quest’ultima, un inizio.S.S.
CORRIERE ADRIATICO
Arresti domiciliari per l’agente
di commercio. “Lo ammetto, avevo esagerato con l’alcol”
Il giovane: “Ho solo tentato un
approccio” PORTO RECANATI - Il giudice per le indagini preliminari
Claudio Bonifazi ha concesso gli arresti domiciliari a D.B., 24 anni, l’agente
di commercio di Porto Recanati accusato di avere violentato una diciassettenne
durante una festa di compleanno. I fatti contestati risalgono alla notte tra
sabato e domenica scorsi. L’indagato si è presentato in tribunale a Macerata
ieri mattina, pochi minuti prima delle 10, accompagnato dagli agenti di polizia
penitenziaria del carcere di Montacuto. Indossava jeans e maglietta: gli stessi
abiti della sera dell’arresto.Assistito dall’avvocato Roberto Marini del foro di Ancona,
D.B. ha risposto alle domande del giudice (l’interrogatorio è durato circa
cinque minuti), al quale ha fornito la propria versione dei fatti, confermando
parzialmente quanto dichiarato ai carabinieri la sera dell’accaduto. Il giovane
ha ammesso di avere tentato un approccio con la ragazza, che si era assopita
sul sofà della camera da letto dopo avere accusato un giramento di testa forse
a causa di qualche bicchiere di troppo. Anch’io avevo esagerato con l’alcol, ha
ammesso l’indagato, tenendo a sottolineare alcuni aspetti della vicenda.In particolare ha affermato che sulle prime la
diciassettenne aveva manifestato una certa disponibilità. Poi però avrebbe
desistito dall’andare oltre, e per questo lui si sarebbe fermato. L’indagato ha
dunque negato di avere avuto un rapporto sessuale, nonostante il referto medico
dica il contrario. In ogni caso D.B. ha escluso ogni ipotesi di violenza. Lo
stesso giovane ha respinto un’altra ipotesi, quella di sostituzione di persona:
cioè che abbia tentato di spacciarsi per qualcun altro.Ricordi confusi, comunque, quelli del giovane. Così come
potrebbero essere offuscati o parziali, ha sottolineato l’avvocato Marini,
quelli della presunta vittima e degli altri ragazzi sentiti dai carabinieri,
visto che nella festa in molti si sono lasciati andare con l’alcol. D.B. ha
anche parlato dell’aggressione subita ad opera del cugino e dei suoi amici.Non capivo perché mi picchiavano: sapevo di non avere
fatto nulla, ha ribadito davanti al giudice. Sono andato via da
quell’appartamento per sfuggire all’aggressione. Poi ho telefonato a mio cugino
per avere chiarimenti e una volta arrivato a casa ho parlato con mio padre, che
mi ha riaccompagnato in viale Europa per riprendere la mia auto, che era stata
danneggiata. Una volta tornato nei pressi dell’abitazione sono stato nuovamente
aggredito ed ho chiamato i carabinieri. Alla fine il giudice ha convalidato il
fermo di D.B., concedendo, come detto, gli arresti domiciliari (il pm Andrea De
Feis aveva chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere). Il mio
assistito è apparso molto provato dall’esperienza del carcere, ha fatto sapere
l’avvocato Marini. Anche la famiglia, molto conosciuta a Porto Recanati, è
sotto choc. Ora il legale sta valutando di presentare una denuncia per lesioni
e danneggiamenti. Una vicenda, dunque, ancora da chiarire. Toccherà alla
Procura delineare i contorni della questione e accertare eventuali
responsabilità penali da parte del giovane. DANIEL FERMANELLI
SANREMONEWS
Arma: scontro auto-moto, conducenti in stato di ebbrezza Stanno indagando i Carabinieri di Sanremo e Taggia,
sull’incidente avvenuto la scorsa notte, alle 22.30 sulla via Aurelia,
all’incrocio di via Boselli ad Arma di Taggia. Un Suv, condotto da un 34enne di
Sanremo (P.R.), ha tamponato un Motociclista, (B.C.) 49enne da Imperia, fermo
all’incrocio. I militari della stazione di Taggia, intervenuti poco dopo, hanno
subito notato stato di alterazione psicofisica del 34enne, sottoponendolo al
test alcolimetrico. Il tasso era di 1,42 gl, decisamente superiore allo 0,5
previsto dal codice. Il motociclista è stato soccorso e ricoverato all’ospedale
di Sanremo, con una prognosi di 45 giorni per lesioni varie. Anche il
motociclista, dopo i test tossicologici, è risultato positivo alle
‘Benzodiazepine’. Entrambi sono stati denunciati in stato di libertà per guida
in stato di ebbrezza alcolica e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. I
mezzi sono stati sequestrati. Carlo Alessi
AGI
MINACCIA E PICCHIA L’EX RAGAZZA, ARRESTATO 41ENNE A MILANO Milano, 9 gen. - Un uomo di 41 anni, Pietro Mor e’ stato
arrestato dagli uomini delle Volanti di Milano con l’accusa di detenzione
abusiva di arma da fuoco. L’uomo aveva per tutta la giornata minacciato,
inseguito e picchiato la sua ex ragazza. Fermato dalla polizia, nella sua auto
e’ stato rinvenuto un fucile con tre cartucce in canna. La denuncia della
giovane, Manuela S., 29 anni, e’ stata raccolta ieri dalla polizia di Lecco,
citta’ dove la ragazza lavora. Agli agenti ha raccontato che per tutta la
giornata di lunedi’ era stata inseguita dall’uomo e che in auto in viale Monza
l’aveva costretta ad accostare aggredendola verbalmente e fisicamente. Poi l’ha seguita
fino a Lecco continuando anche li’ con le sue angherie. L’uomo e’ stato rintracciato
in serata in via Morosini a Milano, ubriaco con l’arma nel bagagliaio. A casa
gli agenti hanno rinvenuto una pistola calibro 9 e un coltello a serramanico.
L’uomo da poco tempo aveva ricevuto un provvedimento di revoca per la
detenzione delle armi.
NEWS SICUREZZA E DIFESA
CUNEO: RIFIUTA TEST CON ETILOMETRO E SI SCAGLIA CONTRO I
CARABINIERI Torino, 8 gen. - (Adnkronos) - Non solo aveva bevuto un
po’ troppo prima di mettersi alla guida, ma poi fermato dai carabinieri si e’
rifiutato di sottoporsi all’etilometro ed, anzi, si e’ scagliato contro i
militari. E cosi’ per un giovane albese e’ stato denunciato non solo per guida
in stato di ebbrezza, il suo tasso alcolico e’ risultato ben sei volte sopra il
consentito, ma anche per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il giovane e’ stato fermato durante controlli serrati dei
carabinieri di Alba per contrastare la guida in stato di ebbrezza o sotto
l’abuso di droga. Nel corso dell’operazione sono state denunciate 10 persone,
tutti giovani automobilisti di eta’ compresa tra i 19 e i 27 anni. Per tutti e’
stato disposto l’immediato ritiro delle patenti e per tre di loro, fermati a
seguito di incidenti, e’ scattata anche la denuncia per uso di droghe.
BOLOGNA2000
Reggio E.: guida sotto l’effetto
di alcol-droga e provoca incidente, denunciato 09-01-2008 - Reggio Emilia - Un 23enne residente a San
Polo d’Enza è stato denunciato dai carabinieri della locale stazione per aver
tamponato in via Gramsci un’auto che lo precedeva sotto l’effetto di alcol e
droga. Nell’impatto le due persone che erano a bordo della
vettura tamponata, sono rimaste lievemente ferite, mentre lui non ha subito
alcuna conseguenza. Dopo i rilievi del caso, i militari lo hanno denunciato
per guida in stato d’ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti e
gli hanno ritirato la patente.
WALLSTREETITALIA
Rom ubriaco uccise 4 ragazzi Il gip lo libera poi fa
retromarcia di Andrea Acquarone Mercoledì 09 gennaio 2008 - Invertendo i fattori il
prodotto non cambia. Formuletta facile facile, incontrovertibile, in
matematica. Un po’ meno se applicata alle regole del consesso civile. E
soprattutto della Giustizia. Dove il prezzo di una vita non può essere solo
numero, così come il peso di una scelta. Invece guardandola in cifre, almeno
per qualche ora, questo era il risultato: se chi ha ammazzato quattro ragazzi
guidando ubriaco può starsene quasi libero, allora perché sbatterlo in carcere
per una «semplice, banale», tentata rapina?. Così aveva deciso, l’altro ieri sera il gip di Ascoli
Piceno Annalisa Gianfelice. Il caso, quello di Marco Ahmetovic, ricordate? Lo
zingaro romeno dalla faccia contrita il giorno del processo (sei anni e sei
mesi di condanna per omicidio plurimo), ma subito pronto a sorridere e a
trasformarsi nel testimonial di una squallida campagna pubblicitaria una volta
ai domiciliari. Lui, spaparanzato al sole nell’elegante residence di Ascoli,
offertogli da un amico, mentre i genitori delle sue giovanissime vittime
continuavano a gridare il proprio sdegno. (*) Qualche giorno prima di Natale il ventiduenne gitano era
però tornato a rivedere il sole a scacchi. Motivo, forse «pretesto» di fronte a
una libertà scandalosa: violazione delle prescrizioni degli arresti
domiciliari. Diverse telefonate intercettate dai carabinieri, tra lui e un
pregiudicato avevano convinto la Procura a chiedere e ottenere un inasprimento
della misura restrittiva. Dal carcere Ahmetovic minacciò subito il suicidio. «A
Natale mi ammazzo», ripeteva. Nulla. Nel frattempo il giudice Gianfelice si era
riservata di decidere se l’inasprimento della pena fosse giustificato o se
invece concedere di nuovo al rom i domiciliari (accogliendo la richiesta
dell’avvocato Felice Franchi). Ed ecco il solito pasticcio all’italiana. O meglio, un
compromesso degno di Azzeccagarbugli. Il gip di Ascoli, con una decisione
(duplice) ci ricorda quanto sia possibile giocare d’equilibrismo sul filo della
legge. Forse spinta dall’ondata di sdegno provocata dalla sua decisione di
concedere ad Ahmetovich gli arresti in casa, magari anche un poco intimorita
dalle «minacce» d’ispezione promesse da Mastella, Annalisa Gianfelice, con
l’ennesimo colpo di scena, ha giocato in zona Cesarini. Facendo retromarcia. (*) Nota: Marco Ahmetovic non è certo un personaggio che
ispira simpatia. Dobbiamo tuttavia riconoscere che, tra quanti si sono resi
colpevoli di omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza, è l’unico finito in
carcere. ASAPS
Croazia
Passo indietro sul divieto assoluto di bere bevande
alcoliche per chi deve guidare La nuova coalizione
di governo ripristina il tasso alcolico dello 0,5 per mille Rimane però il
divieto assoluto per i giovani sotto i 24 anni Ore contate in Croazia per il provvedimento “tolleranza
alcolica zero” per chiunque deve guidare. Il premier incaricato Ivo Sanader, in
accordo con il bicolore-social liberale, dovrebbe firmare in questi giorni il
testo che consentirà l’abolizione del divieto assoluto di bere alcolici per gli
automobilisti. La
norma venne introdotta nel paese tre anni fa per fronteggiare il grave problema
della guida in stato di ebbrezza; fenomeno sempre più diffuso nel paese. In
quaranta mesi di “attività”, però, il provvedimento non ha portato alcun
beneficio, in quanto il numero di incidenti stradali causati dall’alcol è
addirittura aumentato, come sono aumentate le perdite per i produttori di
bevande alcoliche. (*) E proprio i produttori e i ristoratori sono stati i
primi ad accogliere con favore ed entusiasmo la decisione di abolire il
divieto, come all’epoca furono i primi a protestare e a criticare il
provvedimento. Quindi, dopo tre anni la nuova coalizione di governo croato
fa un passo indietro e torna alle vecchie regole vigenti in materia di alcol e
guida. Infatti, dopo la firma del testo, si potrà tornare a condurre un
automezzo o una due ruote con un tasso alcolemico non superiore allo 0,5 per
mille. Il divieto assoluto di bere alcolici per chi deve guidare, però, rimarrà
valido per chi ha un’età inferiore ai 24 anni. Inoltre niente alcol per i
conducenti professionisti: anche questa è una regola in vigore da sempre. (*) Nota: questa notizia mette in discussione due punti
fermi delle nostre convinzioni su alcol e sicurezza stradale. Primo:
l’equazione meno alcol = meno incidenti; secondo che, una volta entrate in
vigore delle leggi per limitare gli alcolici alla guida non si sarebbe più
tornati indietro, dati gli evidenti benefici dei provvedimenti. Qualcosa non mi
convince. Perché mai dovrebbero essere aumentati gli incidenti con la riduzione
del tasso alcolemico consentito? Forse sono stati rilevati più incidenti perché
hanno fatto più controlli. E qualcuno ha trasformato le sue opinioni in
matematica.
IGN
La ricerca pubblicata
sull’’European Heart Journal’ Salute, un po’ d’alcol e sport per vivere più a lungoSecondo uno studio
danese chi beve almeno un drink a settimana e fa movimento ha il 50% di chance
in meno di rimanere vittima di problemi ischemici rispetto ai non bevitori
sedentari Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) - Bere una moderata
quantità d’alcol e fare movimento ogni giorno sono i segreti per vivere più a
lungo. Chi non si concede mai un bicchiere di vino e allo stesso tempo non
pratica attività fisica ha infatti il 30-49% di possibilità in più di morire
per cause cardiovascolari rispetto a chi, invece, è solito accostare a un pasto
qualche sorso di ’nettare degli dei’, e fa sport regolarmente.Lo rivela il primo studio mai effettuato per analizzare i
benefici per il cuore della combinazione alcol-fitness, portato avanti da
esperti dell’università di Copenhagen (Danimarca) e pubblicato sull’European
Heart Journal. Gli studiosi si sono serviti dei dati di quasi 12mila danesi,
uomini e donne dai 20 anni in sù, raccolti nel Copenhagen City Heart Study,
aggiornandoli grazie a un follow-up di 20 anni: in questo arco di tempo, fra i
partecipanti si sono verificate 1.242 malattie ischemiche del cuore fatali e
5.901 morti per tutte le cause. Dividendo i dati delle ’cavie’ secondo classificazioni
basate sul consumo di alcol (nullo, moderato o forte) e sulla quantità di sport
praticata (inattività, bassa e da moderata ad alta quantità di attività
fisica), gli studiosi si sono accorti che i non-bevitori hanno il 30% in più di
rischi di morte per malattia ischemica rispetto ai bevitori moderati. I non
bevitori riescono comunque a ’bilanciare’ la loro situazione praticando sport,
grazie al quale riescono comunque ad abbassare fino al 30% il pericolo di
morte, rispetto ai non bevitori fisicamente inattivi. Le persone che bevono
almeno un drink a settimana e fanno movimento conquistano infine il 50% di
chance in meno di rimanere vittima di problemi ischemici rispetto ai non
bevitori sedentari. E per quanto riguarda la morte per qualsiasi causa, questi
stessi individui hanno fino al 33% in meno di ’incapparvi’ rispetto allo stesso
gruppo. (*)(*) Nota: di solito non prendiamo molto sul serio queste
ricerche che cercano di stabilire una connessione tra qualsivoglia
comportamento ed il rischio di ammalarsi. La salute (e la vita) sono troppo complesse per essere
ridotte ad una formula o descritte da qualche percentuale. C’è un errore di fondo comune a quasi tutte le ricerche
che si occupano di alcol: non considerano che esiste un rapporto tra il bere
moderato ed il bere problematico. Se cerco di stabilire un rapporto tra il bere una
bassa quantità di alcol ed alcuni vantaggi per la salute, non posso escludere i
bevitori eccessivi. Perché, anche a motivo delle caratteristiche della sostanza
alcol, il bere "tanto" può essere una delle conseguenze del bere
"poco". Tutte le persone di questa ricerca classificati forti
bevitori una volta sono stati "moderati", da lì hanno intrapreso
la strada che li ha portati ad avere dei problemi. Non solo.La calcolatrice ricorda che un bicchiere a settimana
corrisponde a un quattordicesimo di bicchiere a pasto.Davvero si può credere che un quattordicesimo di bicchiere
a pasto riduca del 30 per cento il rischio di morte per malattia ischemica? E’ chiaro che c’è il trucco.Ad esempio bisogna sempre vedere se tra i non bevitori
sono state considerate anche le persone che hanno dovuto smettere di bere
proprio perchè già avevano problemi di salute.
PANORAMA.IT
Un brindisi di salute? Meglio con frutta e verdura 9 Gennaio 2008 - Un brindisi tira l’altro: ogni occasione
è buona per farsi irretire dalle bollicine di champagne e spumante. Con tutte
le conseguenze del caso. Perché se si esagera, e in questo periodo eccome se si
esagera, i risultati si fanno sentire e vedere. Anche a lunga distanza. Urge
una cura detox che rischiari la mente e purifichi il corpo. Allora, in alto i calici e prosit a Brindisi di salute
(Apogeo Editore), il nuovo libro scritto da Jason Vale, guru del benessere, fitness
coach e famoso “juice master” ovvero creatore di cocktail salutistici a base di
frutta e verdura, golosi e, quasi, miracolosi. Uno che se ne intende su come fare a riemergere dopo
essere sprofondati in un mare di alcol: sono più di cento i succhi, i frullati
e i centrifugati da preparare seguendo passo dopo passo le sue ricette,
sperimentate in prima persona. Per disintossicare l’organismo, infondergli
nuove energie, mantenere la forma. Con il piacere di scoprire nuovi sapori,
come quelli ottenuti da mix inusuali: spinaci abbinati ad ananas, barbabietole
con arancia, sedano insieme a uva. Provare per credere, ci vuole poco. Imparando l’unica
regola dell’arte del “juicing”: non ci sono regole. Ma un segreto sì:
aggiungere piccole quantità alla volta di ingredienti nuovi a ingredienti
conosciuti. Quini, prendere frutta e verdura a volontà, una manciata di spezie
o di erbe aromatiche come zenzero e chili, cardamono e cannella, buttare tutto
in una centrifuga-frullatore milleusi. Mixare con latte, gelato, yogurt o
ghiaccio e una buona quantità di fantasia. Il cocktail, buono e sano, è pronto.
SEGNALAZIONE DI LUC THIBAULT
Intervento di Giorgio Celli
Come gli uomini anche gli animali
si ubriacanoMolti uomini, purtroppo, sono dediti all’alcool, e ne
ingeriscono delle quantità così cospicue da perdere il senno, e il senso
dell’equilibrio, finendo per ammalarsi, e per cadere in preda alla cirrosi e al
delirium tremens, due patologie con esito mortale. Che cos’è che induce gli
uomini a bere? Una curiosa teoria - Alcuni antropologi hanno elaborato
una curiosa teoria, che si fonda su di una analogia con taluni strani
comportamenti degli animali. Per esempio, una gazzella, quando vede avvicinarsi
un leopardo, non fugge via rapida come il fulmine. Al contrario, se ne sta lì,
e , invece di fuggire, si esibisce in una serie di salti in alto, che continua
a fare, mettendo a repentaglio la pelle, mentre il predatore si avvicina. Si è
supposto che con questa pericolosa, e funambolica acrobazia, voglia dire al
leopardo “Bello mio, non ce la farai a prendermi, perché io corro così veloce
che posso permettermi di fare tutti questi salti, e di darti così un bel
vantaggio”. Un mio compagno di scuola molto forte, sfidava tutti a fare un po’
di pugilato con lui, che si legava il braccio sinistro dietro la schiena, per
battersi solo con il destro. Anche lui, dava all’eventuale contendente un
vantaggio per comunicargli la sua forza. E il risultato era che ben pochi,
convinti della sua superiorità, accettavano di sfidarlo. Anche la gazzella
conta sul fatto che il leopardo vedendola così arzilla, perda ogni speranza di
poterla catturare e, se ne vada. Questa teoria si chiama esibizione di un
handicap. Se ne può concludere che, siccome il bere è dannoso, chi beve
dimostra la propria superiorità sui pavidi astemi, e spesso ho sentito della
gente vantarsi a gran voce di reggere bene l’alcool, come se si trattasse di
una virtù. Anch’io mi vantavo, lo confesso, se dopo la bagarre in osteria, ai
tempi dell’università, ero sempre io ad accompagnare a casa i compagni, tutti
più sbronzi di me, malgrado io avessi bevuto per lo meno come loro.Anche gli animali si drogano e si ubriacano - Ho parlato
del bere sostanze alcoliche come un modo di affermare la nostra superiorità. Mi
sbronzo meno di te, anche se bevo lo stesso, quindi sono più forte. Questo
vale, forse, per tutte le azioni che mettono a repentaglio la nostra vita. Vado
forte in automobile? Non ho paura di andare fuori strada! Mi drogo? Ti faccio
vedere di che cosa sono capace! Questo spiega anche perché chi si inetta
dell’eroina usa la siringa in collettivo. Vuole mostrare di farsi beffe non
solo della tossicodipendenza, ma anche dell’AIDS. Ma, dopo tutto gli animali si
ubriacano, o si drogano, o siamo solo noi uomini proclivi a procurarci delle
estasi chimiche? E’ fatale che anche gli animali ci seguano su questa strada,
perché molte sono le piante ricche di sostanze stupefacenti, e di allucinogeni, ed è ben difficile supporre che
gli animali non le abbiano mai mangiate, e non ne abbiano, di conseguenza,
subito gli effetti. L’hashish è contenuto nelle foglie della canapa indiana, la cocaina in quelle della
coca, l’oppio lo si ricava dai frutti del papavero sonnifero, la mescalina dal
micelio di un fungo, e così via. Ma anche il semplice etanolo, che è l’alcool
del vino, si forma spontaneamente in natura a seguito della fermentazione di
frutti ricchi di zucchero.I ricci adorano il vino - I contadini di certe regioni del
mondo, quando vogliono attirare un riccio nel loro orto, perché divori gli
insetti dannosi, seminano in giro delle ciotoline di vino. E il riccio se le
beve, e privilegia la frequentazione dei luoghi dove trova di che dimenticare i
propri guai. Per i babbuini, invece, sono preferiti i liquori forti, e un bel bicchiere di whisky
potrebbe risultare gradito. E se il babbuino è moderato, non rifiuta un buon
caffè, o un thè, meglio alle cinque del pomeriggio? Gli elefanti, dal canto loro, sembrano essere dei veri e
propri beoni. Quando trovano dei liquidi derivati dalla frutta fermentata, li
sorbiscono con la proboscide, e non finiscono di bere se non quando sono
completamente sbronzi. Un elefante sbronzo sembra avere un gran caldo, perché
agita freneticamente le orecchie per farsi vento, e per favorire la dispersione
termica, nonché scuote il testone come se avesse le idee ben poco chiare, e se
non ci ha dato troppo dentro lascia il branco per andarsene per i fatti suoi,
lanciando dei barriti, e sbuffando. Ahimé, come succede a certi uomini, può
diventare aggressivo e abbattere al suo passaggio tutte le capanne che incontra. Alla fine, se
tocca il culmine dell’ubriachezza, cade al suolo con un gran tonfo di sette
tonnellate, se si tratta di un elefante africano. Gli elefanti si sbronzano quando
sono stressati - Ho accennato agli animali che si ubriacano. Perché lo fanno?
Gli elefanti, per esempio, si ubriacano, sorbendo il liquido di certi frutti zuccherini
fermentati, quanto più sono stressati. Per esempio, se in certi luoghi c’è una
forte concentrazione di individui, e la cosa ingenera negli animali un diffuso
malessere, beh, succede che le sbronze siano più frequenti. Ma come sempre ci
sono degli scienziati che tendono a spiegare i comportamenti con delle
motivazioni, e sono gli etologi e degli altri che preferiscono spiegarli in
chiave chimica, e sono i fisiologi. I neurofisiologi, più precisamente. Di
recente si è scoperto che chi beve sarebbe carente, nel suo cervello, di una
sostanza, sigla NPY, formata da 36 aminoacidi. Dei topi privi dalla nascita di
NYP sarebbero dei beoni inveterati, mentre altri che lo producono in grandi
quantità si mostrerebbero proclivi a essere astemi. Sarà così, però
l’alcolismo, come si sa, è sempre stato più diffuso nelle classi disagiate, e
spesso tra gli artisti, persone di solito depresse a causa della loro
sensibilità più acuta di quella delle altre persone. Si dice che si beve per
dimenticare, magari che ci sono troppi elefanti tra gli elefanti, e troppi
uomini nelle nostre città, ma purtroppo non si beve mai tanto da dimenticare di bere.
NOTIZIARIO DROGHE
Usa. Candidato presidenziale: la
marijuana e’ piu’ innocua dell’alcol L’ex senatore dell’Alaska Mike Gravel, durante la campagna
elettorale per le primarie presidenziali per il partito democratico, ha
dichiarato che "la guerra alle droghe e’ fallita". Nel suo intervento alla Phillips Exeter Academy
rivolgendosi agli studenti ha dichiarato: "Sono sicuro che vi siete
ubriacati con l’alcol, ma e’ molto piu’ innocuo consumare la marijuana. Con lo
Scotch o il gin si perde piu’ rapidamente la lucidita’ che fumando la
marijuana". Il senatore ha poi aggiunto che l’abuso delle droghe e’ un
problema di salute pubblica, non criminale, auspicando la regolamentazione
delle droghe non il proibizionismo. La scorsa primavera, Gravel dichiaro’ di essere in favore
della decriminalizzazione della marijuana.
Giovedì, 10 Gennaio 2008
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