Una delle immagini usate dalla polizia granducale
del Lussemburgo nella “campagna del mese”, dedicata stavolta all’uso dei
telefonini alla guida
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Un poliziotto in azione durante uno dei
frequenti controlli stradali
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(ASAPS) LUSSEMBURGO, 12 gennaio
2008 – La Polizia Granducale, in Lussemburgo, si impegna ogni mese in martellanti
campagne di sensibilizzazione in materia di sicurezza stradale. Gennaio è
dedicato stavolta all’uso del telefono cellulare durante la guida, considerato
uno dei fattori di sinistrosità più ricorrenti – legato alla lunga fattispecie
delle distrazioni – ed al mancato uso dei dispositivi di ritenuta per bambini,
seggiolini e rialzi: in questo caso, nel mirino della polizia ci sono le
conseguenze, in caso di incidente, che certe “leggerezze” provocano. Dunque,
rispetto del codice della strada, in particolare rispettivamente degli articoli
170 bis e 160 bis, per la tutela della vita sulle strade. L’iniziativa della
Polizia lussemburghese è frutto di una
delega precisa, affidata nel Granducato direttamente dai vertici della
politica. Il piccolo paese – poco più di 2.500 chilometri quadrati per 465mila
abitanti – ha infatti aderito in pieno all’obiettivo dell’Unione Europea,
ponendosi come scopo principale la diminuzione della mortalità entro il 2010.
Si tratta di un obiettivo che già agli inizi del 2007 era stato praticamente
raggiunto, visto che nell’ultimo quinquennio (2003/2007) il calo aveva raggiunto il 48%, con “appena” 36
vittime annotate sul bollettino nero della violenza stradale locale: il miglior
risultato dal 1946, anno in cui le autorità granducali cominciarono a tenere il
conto dei morti per incidente. Nel 2000, tanto per dare un’idea della qualità
degli sforzi profusi, le lenzuola bianche erano state 77: il risultato vale al 168esimo stato nel mondo (per
economia e dimensioni) al terzo miglior posto in Europa nella classifica della
sicurezza stradale. È evidente che la ricetta non può essere la stessa di
quelle adottate da stati più grandi, ma molti enti locali italiani potrebbero
prenderne esempio per le loro politiche di contrasto: la soglia legale
alcolica, che doveva avvicinarsi nel corso dell’anno allo standard europeo, passando
da 0,8 a 0,5 g/l. Invece, la legge entrata in vigore il 1° ottobre scorso (n.
5366), è andata ben oltre: secondo l’articolo 12, a 0,2 grammi di alcol per
litro di sangue l’ebbrezza raggiunta diviene illecito amministrativo per i
neopatentati e per i conducenti professionali, mentre il tasso massimo ammesso
per i patentati “normali” comincia a 0,35. Oltre 0,55 g/l la semplice
contravvenzione diventa delitto, con multe da 251 fino 10.000 euro e pene
detentive fino ad un anno di prigione. Direttamente dall’Olanda sono state
mutuate strategie di contrasto all’ebbrezza da stupefacenti, con dispositivi di
accertamento forniti alla polizia stradale, legittimata – sempre nell’ambito
dell’articolo 12 della legge 5366 – ad effettuare test su saliva, urina e
sangue. La pena, per chi si rifiuta, è per ebrietà alcolica e da stupefacenti
molto pesante: reclusione fino a 3 anni e multe fino a 10.000 euro. In
sostanza, un rifiuto costa il triplo di un accertamento. (ASAPS)
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