(ASAPS) BRUXELLES, 14 gennaio 2008 – In Italia
tutti vorrebbero avere sirena e lampeggiante, almeno una volta nella vita, per
togliersi la soddisfazione di sfrecciare davanti ad un autovelox o ad una
telecamera e poterla fare così franca. Chi invece convive ogni giorno coi
cosiddetti “dispositivi supplementari di allarme” non è dello stesso avviso,
soprattutto se abitante a Bruxelles (Belgio), dove il corpo dei pompieri è in
agitazione per la tolleranza zero della polizia municipale. Infatti, i vertici
dei caschi bianchi belgi avevano inviato – circa un anno fa – una circolare al comando
dei Sapeurs-Pompiers, avvertendoli di
non trasgredire più le norme del codice stradale, salvo particolari urgenze. Ed
è quello che sarebbe poi effettivamente successo: chiamata d’urgenza, tutti a
bordo e via a sirene spiegate. Però, nel solo periodo gennaio/ottobre 2007, le
autorità municipali hanno notificato ai pompieri ben 450 sospensioni di
patente. L’ultima giovedì scorso, con l’aggiunta di una multa da 250 euro
all’autista di un’autobotte, impegnata a raggiungere il luogo di un incendio.
La notifica nei confronti del collega, rimasto senza patente, ha fatto scendere
i vigili del fuoco, inquadrati in Belgio in un corpo nazionale, sul piede di
guerra: i principali media stanno coprendo la querelle, mentre dal comando
generale dei pompieri è giunta la notizia che la prima multa di ogni pompiere
sarà pagata dallo stato. Il fatto è che correre, per loro (e per noi), è
questione di vita o di morte. Alcuni senatori hanno predisposto un disegno di
legge bipartisan – come diremmo qui in Italia – per rivedere il dettato normativo
che disciplina la norma, oggi disattesa anche 10 volte al giorno da ogni
pompiere, come sottolineano le rappresentanze sindacali. Così, scava, scava,
l’Asaps ha scoperto che non esiste in Belgio un articolo del codice della
strada che consenta a chi espleta servizi urgenti di appellarsi alle esimenti
dello stato di necessità, come invece accade in Italia. (ASAPS) |
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