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Rassegna stampa Alcol e guida del 14 gennaio 2008

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

CONTRIBUTO DI LUC THIBAULT

Il colmo! Alcol e salute ... insieme!?
Leggendo un’ articolo apparso su "Salute" di Repubblica del 10 Gennaio 2008, dal titolo "Niente alcolici in gravidanza", già mi era venuto un certo mal di testa! Essendo straniero, mi chiedevo se qualche concetto linguistico mi era ... scappato. Come si può fare una campagna sugli alcolici e la gravidanza con due realtà, che da un punto di vista scientifica, sono in contraddizione!
Per farmi passare questo persistente mal di testa, sono andato sul sito della "campagna di informazione per prevenire i danni fetali legati al consumo di alcol in gravidanza". Si legge: "La campagna “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere” vede attivamente impegnata la SIGO, Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia. Essa ha l’obiettivo di informare le donne, tramite i medici ginecologi appartenenti alla SIGO, sui rischi dell’uso e abuso di alcol in gravidanza e sulla possibilità di prevenire completamente le patologie fetali alcol correlate evitando semplicemente di bere durante l’intero periodo della gravidanza. La campagna, che aderisce agli enunciati del Ministero della Salute riguardo gli obiettivi di riduzione dei danni alcol correlati, è realizzata con il contributo di Assobirra, l’Associazione degli Industriali della Birra e del Malto che riunisce le Aziende che producono e commercializzano birra in Italia. Assobirra, consapevole dei rischi connessi all’abuso o all’uso inadeguato di alcol, è da anni impegnata nel contribuire all’affermazione in Italia di un modello di consumo moderato e consapevole di bevande alcoliche. La campagna “Se aspetti un bambino, l’alcol può attendere” fa parte del più ampio programma di prevenzione e sensibilizzazione “Guida tu la vita. Bevi responsabile”, che prevede interventi anche sui temi “alcol e guida” e “alcol e giovani”". (Dal sito www.seaspettiunbambino.it) Continua il testo di questo sito: "L’assunzione di alcol in gravidanza può determinare l’insorgenza di patologie neonatali ad espressione e gravità variabile. Esse sono definite come: -FAS (Fetal Alcohol Syndrome), sindrome fetale alcolica; -FAE (Fetal Alcohol Effects), difetti alla nascita alcol correlati; -FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorders), disordini collegati all’uso dell’alcol in gravidanza.
Tutte e tre queste patologie possono colpire, in misura e gravità diversa, i bambini nati da madri che hanno assunto alcol in gravidanza. La comunità scientifica internazionale concorda che il danno neonatale si realizza solo se la donna ha assunto alcol durante la gravidanza e che, l’astensione dal bere, protegge in maniera completa dal rischio di tali patologie. E’ scientificamente accertato che il rischio aumenta con l’aumentare della dose di alcol bevuto, anche se non si hanno dati certi sull’entità del rischio in donne che bevono poco od in modo saltuario. Pertanto, allo stato attuale, non è possibile definire una dose di alcol che possa essere considerata completamente sicura. Inoltre, alcuni studi, indicano una azione dannosa dell’alcol fin dai primi giorni dopo il concepimento, quando ancora la donna non sa di essere gravida (...) E’ noto come l’alcol ingerito da una donna in gravidanza attraversi facilmente la placenta arrivando direttamente al feto, che ha una bassissima tolleranza a questa sostanza. L’alcol interferisce con il normale sviluppo fetale aumentando il rischio di aborto, morte fetale, nascita pretermine, basso peso alla nascita, anormalità di sviluppo, ritardo mentale e alterazioni somatiche più o meno evidenti. Il danno fetale può sopravvenire anche per dosi modeste di alcol, soprattutto se assunto nelle primissime fasi di gestazione. Nonostante sia da tempo nota e scientificamente accertata l’evidenza dei possibili effetti dannosi dell’alcol sul feto, l’incidenza di questo tipo di patologie nel mondo è in aumento. A ciò contribuisce probabilmente la mancanza di un’adeguata consapevolezza da parte dell’opinione pubblica e, spesso, anche della classe medica, che tende a sottovalutare questo problema associandolo unicamente all’assunzione di superalcolici o all’abuso di alcol. In realtà è possibile che anche una moderata assunzione di bevande alcoliche come il vino o la birra possano comportare rischi.
Esiste pertanto un solo mezzo sicuro per prevenire le patologie fetali alcol correlate: evitare completamente l’uso di alcol in gravidanza. È quindi importante una vasta opera di educazione dell’opinione pubblica sull’importanza di questo problema. Ma è soprattutto indispensabile che i medici sensibilizzino in maniera adeguata le donne che sono già in gravidanza o che intendano iniziarla e, più in generale, tutte le donne in età fertile sessualmente attive affinché evitino l’uso di alcolici durante questo delicato periodo della loro vita. Prevenire le patologie fetali alcol correlate, attraverso la semplice adozione di un simbolo di avvertenza (warning labels) sulle etichette delle bevande alcoliche, non ha dato i risultati sperati nei Paesi dove questa pratica esiste già da alcuni anni. Si tratta infatti di un avvertimento (sintetizzato nel simbolo grafico di una donna con il pancione barrato) troppo generico, che rischia tra l’altro di non riuscire a raggiungere e sensibilizzare quelle donne che si trovano nel primissimo periodo di gestazione. I migliori risultati in termini di sensibilizzazione sono stati invece ottenuti in quei Paesi dove si è scelto di affrontare il problema alcol e gravidanza attraverso campagne di informazione articolate e complesse, realizzate in collaborazione con gli operatori sanitari.
Il suggerimento prudenziale di astenersi dal bere alcol durante il delicato periodo della gravidanza ha infatti la massima possibilità di essere recepito in maniera corretta dalla donna se è trasmesso e mediato da una figura autorevole e competente qual è il ginecologo. Quest’ultimo, infatti, oltre a godere della fiducia della donna, è l’unico capace di conoscere la modalità migliore per affrontare l’argomento, in funzione della singola e personale relazione con ciascuna paziente.

I MESSAGGI CHIAVE DA TRASFERIRE ALLE DONNE

• Bere alcol in gravidanza può aumentare il rischio di difetti di nascita nel bambino

• L’alcol può danneggiare il prodotto del concepimento già a partire dalle primissime settimane di gestazione

• Non esiste una dose minima di alcol che possa essere considerata sicura durante la gravidanza

• Una donna in gravidanza che ha già ha consumato alcol dovrebbe smettere di bere

• Una donna che pianifica una gravidanza dovrebbe astenersi preventivamente dal consumo di alcol

• I danni che derivano al feto e al bambino dall’esposizione prenatale all’alcol non sono curabili

• I difetti alla nascita correlati all’alcol sono completamente prevenibili evitando di consumare alcol"

Diciamo che il testo della campagna di informazione potrebbe andare bene, perché spiega il rischio del uso del alcol (loro parlano di abuso! piccola differenza!), ma leggendo l’affermazione "Prevenire le patologie fetali alcol correlate, attraverso la semplice adozione di un simbolo di avvertenza (warning labels) sulle etichette delle bevande alcoliche, non ha dato i risultati sperati nei Paesi dove questa pratica esiste già da alcuni anni. Si tratta infatti di un avvertimento (sintetizzato nel simbolo grafico di una donna con il pancione barrato) troppo generico, che rischia tra l’altro di non riuscire a raggiungere e sensibilizzare quelle donne che si trovano nel primissimo periodo di gestazione", mi è ritornato il mal di testa! Ed evidente che un’etichetta in se non ha mai risolto niente! Il semaforo rosso neanche?!
Ci pare che la "campagna" da una parte spiega una parte del problema, ma da l’altra fa .... una concessione (molto diplomatica!) al produttore di birra!!!
Siamo arrivati alla contraddizione che citavo prima!
Se l’alcol è dannoso per l’organismo lo è sempre! Prima, durante e dopo la gravidanza! Queste ultime settimane, assistiamo ad un bombardamento mediatico sui giornali nazionali e internazionali che è orchestrata... come si deve! Abbiamo già tratto questo argomento tempo.
A quanto pare i nostri "amici" produttori di birra, vino, ma comunque di ALCOL, producono non soltanto tossici, ma anche ... contro verità! La nostra "campagna" è "sponsorizzata" da dati scientifici; e dalle esperienze delle nostre famiglie che hanno avuto sulla loro pelle, "il bene che può fare il vino, anche a dosi moderate". Mettiamo dunque i punti sulla I. Una convincente evidenza epidemiologica mostra che tutte le bevande alcoliche aumentano il rischio di tumori della cavità orale, della faringe, della laringe e del carcinoma dell’esofago proporzionalmente alla quantità consumate, ed inoltre è responsabile della cirrosi epatica e dei tumori primitivi del fegato, come anche le infezioni croniche di epatiti B o C, specie negli anziani. La combinazione del consumo di alcol e del fumo di sigaretta incrementa il rischio di questi tumori con un effetto moltiplicativo. Il consumo di alcol, anche in assenza del fumo di sigaretta, aumenta sia il rischio dei tumori del tratto superiore delle vie aero-digestive. Il rischio relativo di queste neoplasie è di circa 10-100 volte maggiore nei soggetti che bevono e fumano pesantemente, infatti, nel caso di totale astinenza dal bere e dal fumare, l’incidenza di tumori del cavo orale, della faringe, della laringe e del tumore dell’esofago è estremamente bassa.
L’alcol potrebbe agire come cancerogeno attraverso vie o meccanismi diversi:
1)aumentando la permeabilità delle mucose ad altri cancerogeni;
2) interferendo sia sistematicamente che localmente sugli enzimi coinvolti nel metabolismo dei cancerogeni contenuti nel fumo di tabacco;
3) aumentando l’effetto tossico e/o ossidativo direttamente sulla mucosa epiteliale.
E’ noto inoltre come nello stile di vita dei consumatori "a rischio" (più di 3 bicchiere al giorno per gli uomini, e più di 2 i per le donne) di bevande alcoliche spesso si associno anche altri fattori di rischio, ad esempio una dieta povera di frutta e verdura, con conseguente scarso apporto di sostanze antiossidanti in grado di prevenire i tumori. Il consumo di bevande alcoliche è anche associato al rischio di un tumore primitivo del fegato in pazienti con cirrosi epatica, patologia degenerativa cronica prevalentemente dovuta all’uso di alcol. Inoltre, è stato evidenziato che l’associazione tra bevande alcoliche e tumore del fegato è rilevante tra i fumatori e i soggetti cronicamente infetti da virus dell’epatite C (HCV). Un aumento di rischio per il tumore alla mammella è stato riportato in molti studi epidemiologici condotti in popolazioni di diverse aree geografiche. L’associazione, anche se debole (incremento del rischio di circa 10% per ogni 10 g in più di consumo d’alcol al giorno, l’equivalente di una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di super alcolico), è di grande importanza per le donne considerando:

a) l’incidenza della malattia;
b) l’apparente mancanza di una soglia sotto la quale non c’è rischio;
c) il gran numero di donne che consumano alcol anche se in quantità "moderata".

Va ricordato che il consumo di bevande alcoliche aumenta il rischio d’incidenti stradali, occupazionali e di svago, e la mortalità è direttamente proporzionale al consumo.
Ci dispiace enormemente vedere come si fanno dei "compromessi" sulla salute, magari in buona fede; ci dispiace ancora di più, vedere gente chi si "fa "pubblicità indiretta", perché qualcuno avrebbe "abusato" o avrebbe bevuto in modo "inadeguato", non capendo che bisognava consumare .... "moderatamente" e consapevolmente".
Un tossico con tutte le belle frase che la pubblicità sa "proporre" ed "inventare" sarà sempre un tossico!
Una famosa cooperativa tempo fa, "inondava" la tv di un messaggio pubblicitario sul suo "meraviglioso" vino. Lo rimandiamo al produttore da ex ...consumatori!
Il successo dell’alcol, invita a riflettere!
Luc thibault (servitore insegnante Acat)


IL SOLE 24ORE

Lo scarso bevitore

Autore: Davide Paolini

Tutti gli occhi sono puntati sul calo del pane e della pasta che, data la loro importanza nell’alimentazione, sono significativi. Ma come hanno diminuito i piatti di pastasciutta, gli italiani bevono sempre meno vino (-8,4%). Una conferma congiunturale del 2007 che ribadisce il crollo del consumo pro capite, giunto a 48 litri dagli oltre 100 negli anni 50. C’è chi, tra i produttori, si fa forte del fatto che oggi si beve meno ma meglio.

Che si consumi vino in misura minore non ci sono dubbi, sul fatto che la qualità del made in Italy in cantina sia cresciuta anche, ma viste le scelte della spesa di vino ho qualche dubbio sull’affermazione che si beva meglio. I rumors della grande distribuzione, infatti, dimostrano che la fascia di etichette che non sente crisi è quella fino ai 3-4 euro. Non metto in dubbio la qualità di questi rossi e bianchi, ma non mi pare che i nostri produttori, specialmente in questo ultimo decennio, abbiano scelto questo target di prezzo. Anzi! Sono proprio i concorrenti stranieri a coprire questo spazio, ma lo saranno ancor di più con l’arrivo delle produzione dell’Est.

Le aziende made in Italy hanno puntato soprattutto sui canali specializzati (horeca, hotel-restaurant-canteen ed enoteche-wine bar), quasi a voler urlare il loro si beve meglio, mentre hanno trascurato la Gdo, ritenendo fosse un canale che non offrisse prestigio. Purtroppo, proprio nei momenti di calo dei consumi, la grande distribuzione diverrà un canale di consumo privilegiato. Ma è solo il prezzo della bottiglia a provocare il calo di consumo di vino? Certamente in un periodo di diminuzione dei redditi e di aumento dell’inflazione, il costo di un bene voluttuario come un bicchiere di rosso o di bianco pesa eccome. Sarebbe sciocco negarlo.

Forse è il maggior colpevole. E su questo tasto potremmo riproporre un vecchio refrain: l’aumento dei produttori di vino all’origine nel passaggio dalla lira all’euro, il successo di molti produttori decretato dalla critica che si ripercuote sul costo delle etichette, il ricarico, a volte, fuori misura di molti ristoratori. Ci sono però altre cause esogene molto importanti: il recente controllo stradale del tasso alcolico, nonché un’ondata salutistica molto penetrante nell’opinione pubblica. L’aspetto davvero influente è però quello “salutistico-dietetico”, nonché alcune campagne contro l’alcol che hanno ferito pure il vino. (*)

Ma i dati delle esportazioni di vino made in Italy nel mondo sono davvero eccellenti, in grande crescita, al punto da trainare la nostra bilancia alimentare, quasi una contraddizione con quanto avviene in Italia. Il paradosso è che neppure negli Stati Uniti, il mercato di maggior sbocco dei vini italiani, il trend dei consumi è positivo!

Come leggere allora questo status quo? È finita l’era dei vini apolidi (cabernet, chardonnay, merlot, sauvignon), prodotti in ogni angolo della terra, sempre più orientati alla fascia bassa di prezzo per l’enorme quantità prodotta e dunque adatti al largo consumo. Mentre i vini legati al territorio, quali gli italiani, di fascia più alta, sono destinati prevalentemente ai canali specializzati, facendo aumentare in valore l’export.

(*) Nota: si beve di meno, ma si beve ancora troppo. Il calo del consumo di superalcolici è stato ancora più accentuato, solo per la birra i consumi sono pressoché costanti. Il motivo principale del calo dei consumi è che gli alcolici sono sempre più incompatibili con i ritmi, le abitudini e le attività della maggior parte delle persone. L’aspetto “salutistico-dietetico” dovrebbe semmai agire nel senso opposto, visto che quasi il 90% della popolazione è convinta che un bicchiere di vino a pasto faccia bene. Considerate tutte le occasioni, la pubblicità, i consigli degli “esperti”, le tradizioni da mantenere, e le innumerevoli virtù del vino che quotidianamente ci vengono propinate, c’è quasi da stupirsi della contrazione dei consumi.


IL SECOLO XIX

Nel Tigullio boom di alcol e cocaina
Giuliano Macciò
«Faccio uso di cocaina, perché è di moda». È questa la sconcertante risposta che quasi cinquecento giovani, la metà sui mille intervistati dagli psicologi della Asl tra i 15 e i 31 anni, hanno fornito alla domanda: «Fa uso di cocaina e se sì, per quali motivi?».
È uno dei tanti dati, in buona parte choccanti, emersi ieri al convegno “La consapevolezza dei limiti”, svoltosi alla discoteca “Sol Levante” e organizzato dal Comune di Lavagna e dall’Asl 4 chiavarese. che, in quest’occasione, ha reso noti i risultati di un campione di mille interviste, raccolte non soltanto durante la stagione estiva, e non solo tra i frequentatori delle discoteche, ma anche tra i giovani partecipanti a sagre nei vari Comuni, concerti svoltisi nella zona di competenza della Asl (da Portofino a Moneglia) e in tutti gli altri punti di aggregazione dello stesso territorio: scuole prima di tutto, associazioni sportive e non, circoli culturali.
«Non criminalizzate le discoteche», ha dichiarato in apertura Alessandro Minetti, gestore del “Sol Levante”, la discoteca che ha ospitato il convegno e intervenuto subito dopo il saluto del sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza. E il suo invito è stato condiviso dagli esperti della Asl.«I dati raccolti - spiega Giorgio Rebolini, direttore del Dipartimento delle dipendenze e del compartimento d’abuso della Asl 4 - coincidono nei comportamenti al di là del luogo in cui sono stati raccolti».
Cocaina: sul perché se ne fa uso, il 18 per cento dei giovani intervistati si è giustificato, spiegando di essere depresso, un altro 27 per cento “per aumentare il proprio rendimento” (sessuale, o solo per ballare, per dimostrare al gruppo di essere tra i big tra le luci della sala da ballo, e ancora nel sopportare l’alcol più degli altri, anche con qualche anno di più rispetto ai soggetti intervistati ), mentre il restante 5,5 per cento “perché non sa che fa male”. «Sono tutte risposte - spiega Federico Lorenzotti, responsabile della prevenzione del Dipartimento delle dipendenze e dei comportamenti di abuso della Asl 4 - che ci devono far riflettere, per motivi diversi: alcuni parlano di informazioni insufficienti sugli effetti dell’uso di questa sostanza, altri fanno capire la loro necessità di emergere dal gruppo. Altri ancora accusano la depressione, derivante in molti casi da una situazione familiare non stabile. Tutti sintomi di fragilità».
Resta la risposta sconcertante: l’uso perchè è di moda. «È un atteggiamento - riprende Lorenzotti - di emulazione e di autodifesa per i più deboli. Il loro ragionamento, grosso modo, può essere interpretato così: mi comporto in questo modo, perchè altrimenti sarei escluso dal gruppo, non sarei accettato e dimostrerei di non essere un giovane del mio tempo». Dunque, non è un quadro rassicurante ad emergere dall’indagine Asl. Altri dati che differenziano questa ricerca rispetto a quelle fatte nel passato è che oggi è aumentata la percentuale di donne dedite alla tossicodipendenza: in passato, il rapporto era di una ragazza ogni 4-5 maschi, oggi si è passati a una ogni tre ragazzi, un fenomeno legato a dimostrare maggiore indipendenza. Ma il dato più inquietante è che, non di rado, la cocaina si abbina all’alcol, altra dipendenza in crescente aumento. Assieme, coca e alcol, possono diventare un cocktail micidiale. Forse il fenomeno dell’alcolismo tra i più giovani è stato sottovalutato. Ma c’è un dato significativo: tra i giovani seguiti dal Sert della Asl 4, mille assistiti, 700 sono “tossici” e 300 alcolisti.
Fra gli intervistati - dice Monica Arcellaschi, responsabile della struttura alcologia (Noa) - il 57 per cento fa uso di superalcolici. E, mentre gli adulti, se non centellinano, usano con discrezione queste bevande, i più giovani ne abusano. Tra quanti dicono di farne uso, solo il 30 per cento si limita a una o due consumazioni per sera: gli altri bevono di più, sono vittime inconsapevoli del fenomeno che, negli Stati Uniti, si chiama “binge drinking”, ingurgitano alcol, senza rendersi conto di quel che fanno». Trattandosi di giovani, non ci sono conseguenze immediate. «Ma dopo i 40 anni - sostiene Lucia Rolando, assistente responsabile epidemiologia - il fegato presenterà il conto».


EXPOBG

Medolago. Gravissima 26enne travolta da ubriaco

14/1/2008 - Strade insanguinate quelle del bergamasco durante il week end. Una ragazza giovanissima, di 26 anni, è in gravissime condizioni dopo essere stata travolta dalla furia di un Toyota Land Cruiser guidato da un ennesimo pilota ubriaco.
Ancora una volta l’alcool porta morte sulle strade bergamasche, e non solo. La ragazza si trovava sulla sua auto una Peugeot 206 ed è stata presa in pieno verso le due di notte dalla macchina Toyota, che ha invaso la corsia della Peugeot, nei pressi di Medolago, paese situato nell’Isola bergamasca dista circa 16 chilometri a ovest dal capoluogo orobico, esattamente l’incidente è occorso sulla provinciale 170. La ragazza è stata subito soccorsa e portata all’ospedale di Ponte San Pietro. L’investitore è rimasto invece illeso e ai controlli effettuati dalla polizia stradale di Treviglio è risultato avere un livello di alcool ben 3 volte superiore al consentito, misurazione rilevata con l’etilometro uno strumento di misurazione utilizzato per determinare il valore dell’alcool, ovvero dell’etanolo contenuto nel sangue. Illesi gli altri due occupanti delle due vetture.

AGI

UBRIACO INVESTE RAGAZZA A SIENA: NON E’ GRAVE
Siena, 14 gen. - Ubriaco alla guida di un’auto investe ragazza di 15 anni mandandola all’ospedale. L’uomo, un 45enne residente a Chiusi, appena uscito dal bar, e’ salito sulla sua auto e, poco dopo, ha travolto la giovane che ha riportato un trauma cranico, fortunatamente non grave. Successivamente sottoposto al test dell’etilometro, l’uomo ha rilevato un tasso di alcolemia quattro volte superiore al consentito. E’ subito scattato il sequestro dell’auto e il ritiro della patente per due anni, nonche’ una contravvenzione di circa seimila euro.


IL MESSAGGERO

Guida ubriaco e provoca la morte di un italiano:
Arrestato lo sceneggiatore di Pulp Fiction
LOS ANGELES (14 gennaio) – Guidava ubriaco e andando a sbattere con la sua auto ha causato la morte di un italiano Andreas Zedini di 34 anni, in macchina con lui. A finire in manette lo sceneggiatore del film Pulp Fiction, Roger Avary, arrestato per aver causato l’incidente. Lo scontro è avvenuto ieri notte a Ojai, 130 chilometri a nord-ovest di Los Angeles, e Avary, 42 anni,...


IL TIRRENO

Ubriaco devasta bar, arrestato
Voleva da bere. Minacce e resistenza anche ai carabinieri Scaffali giù, sedie e porta rotta in un locale a Marittimo 
ROSIGNANO. Prima è stato fermato e multato perchè guidava, in evidente stato di ebbrezza, tra Solvay e Marittimo. Poi i carabinieri sono dovuti intervenire in forze per arginarne la furia mentre stava danneggiando gli scaffali e i prodotti di un bar, prendendosela col titolare. Quindi le intemperanze dell’uomo sono continuate in caserma, prima nella stazione di Marittimo poi al comando di Cecina, fra minacce e resistenze ai militari che hanno dovuto faticare non poco per tenerlo sotto controllo, evitando anche che lo stesso si facesse male da solo.
Alla fine di un movimentato pomeriggio, cominciato con la multa per guida in stato di ubriachezza e proseguito con l’incursione nel bar, i carabinieri di Rosignano Marittimo ed i colleghi del nucleo radiomobile di Cecina hanno arrestato A.G. operaio edile 41enne, marocchino, sposato con figli e residente a Marittimo. L’uomo si trova in carcere alle Sughere, accusato di danneggiamento aggravato, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Il suo pomeriggio «bravo» è cominciato intorno alle 18 di sabato quando A.G. viene intercettato da una pattuglia dei carabinieri mentre guida in evidente stato di ebbrezza. Fermato e sottoposto ai controlli viene denunciato. Sembra finita qui, invece intorno alle 20 alcuni cittadini si rivolgono alla stazione dei carabinieri di Marittimo chiedendo un intervento perché un uomo sta dando in escandescenze all’interno del bar Ampelia. Sul posto viene inviata subito una pattuglia mentre da Solvay raggiunge Marittimo anche un’altra pattuglia di militari, stavolta del Norm di Cecina. All’interno del locale c’è l’operaio marocchino che sta danneggiando pesantemente il bar e per i carabinieri serve un intervento energico per ridurlo alla calma. L’uomo è ancora sotto influsso dell’alcol e, dopo aver buttato giù alcuni scaffali contenenti bottiglie e altri prodotti, ha preso a calci tavoli, sedie distruggendo la porta d’ingresso del locale. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, il marocchino avrebbe anche tirato una grossa sfera di vetro - contenente alcune monete lasciate dai clienti - contro il titolare del bar che in quel momento aveva anche la figlioletta di 2 anni in braccia. Solo la prontezza di quest’ultimo ha evitato che venissero colpiti dal salvadanaio. Era stato proprio il titolare del bar a rifiutare di dare da bere al marocchino, già in stato di ebbrezza. Originando l’ingiustificabile ed assurda reazione.
Una volta placato, l’operaio è stato trasportato in caserma a Marittimo dove ha però ha avuto un’altra reazione, minacciando e spintonando alcuni carabinieri che cercavano di tranquillizzarlo. Quindi l’uomo è stato successivamente trasportato a Cecina dal Norm per la fotosegnalazione. Qui la prontezza dei militari ha evitato che A.G. si procurasse ferite lanciandosi contro alcuni infissi. L’uomo è quindi finito in carcere a Livorno.
A.R.


CORRIERE ADRIATICO

Moldavi scatenati, volevano bevande alcoliche dopo le 2

Non serve da bere, aggredito

PORTO SAN GIORGIO - Il titolare di un circolo di Reggio Emilia è stato pestato la notte scorsa da due moldavi, uno dei quali residente a Porto San Giorgio, che volevano continuare a bere nonostante da mezzora fosse scattato l’orario che vieta per legge la somministrazione di alcolici dopo le due. Gli aggressori si sono allontanati subito ma sono stati rintracciati nelle vicinanze dai carabinieri del Nucleo radiomobile. Uno di loro se l’è presa anche con un militare rimasto leggermente ferito. A chiamare il 112 verso le 2.30 è stata una ragazza che ha denunciato l’aggressione in un circolo e che nel frattempo, per cercare di fermare il pestaggio, ha colpiti uno dei due aggressori con una pianta. Come hanno ricostruito più tardi i militari, i due avevano prima cercato di denudarsi e poi preteso di bere alcol in orario vietato. Di fronte al rifiuto del gestore, il più giovane dei moldavi l’ha colpito alla testa con uno sgabello per poi picchiarlo con calci e pugni insieme al complice. Quando la ragazza ne ha colpito uno, la coppia è scappata ma più tardi è stata proprio la vistosa ferita al capo del più giovane a permettere di rintracciarlo facilmente. I due - Alexandru Hlatcu Ravzan, 25 anni clandestino senza fissa dimora e Andrei Mereacri, 19enne residente a Porto San Giorgio - sono stati arrestati con le accuse di lesioni personali aggravate, danneggiamento e resistenza.


IL TIRRENO

Pena di 2 mesi e patente sospesa per un mese a un trentenne 
Ubriaco tampona un’auto e fugge
MONSUMMANO. Aveva tamponato un’auto finendo fuori strada. Era sceso per rimettere in carreggiata la sua macchina e poi era fuggito.
Rintracciato e denunciato, Angelo Di Benedetto, 30 anni, di Monsummano, è stato condannato a per guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso a 2 mesi e 15 giorni di reclusione con la sanzione accessoria di un mese senza patente. La pena è stata sospesa.
L’episodio rievocato in tribunale a Monsummano davanti al giudice Valeria Marino risale all’8 gennaio 2005.
Di Benedetto alla sua guida della sua Renault Clio percorre la via Francesca quando in località Uggia si scontra con un’altra macchina. Nell’urto la Clio finisce quasi in un fosso. Il conducente, con l’aiuto anche del tamponato, riporta il mezzo in strada. Poi fa per andare a prendere nell’abitacolo i documenti per mettersi d’accordo sul sinistro, ma anziché tornare indietro si mette al volante e scappa. Una fuga inutile perché Di Benedetto viene poi rintracciato e sottoposto al test dell’etilometro attraverso il quale viene accertato un tasso di alcol pari a 2 g/l.


CORRIERE ADRIATICO

Ragazzo ubriaco stava tornando a casa

Con l’auto nel fossato

TOLENTINO - Giovane ubriaco finisce con l’auto in un fossato e si ritrova con una denuncia sul groppone e senza patente. E’ la disavventura capitata ieri mattina a M.C., 22 anni, residente a Tolentino, protagonista di uno spettacolare schianto lungo l’ex statale 77, nei pressi del lago delle Grazie, al confine fra i territori di Tolentino e Belforte del Chienti. Il ragazzo, che viaggiava in direzione di Tolentino, ha perso il controllo della vettura della quale si trovava al volante, una Ford Focus, ed è finito fuori strada (la località dell’incidente è San Martino), centrando dapprima un palo della luce e poi finendo la sua corsa all’interno di un fossato che corre accanto all’arteria. Il giovane è rimasto praticamente illeso ma i guai sono venuti dopo, al momento dell’arrivo di una pattuglia della polizia stradale di Camerino chiamata per ricostruire la dinamica dell’incidente. Malconcio, è stato sottoposto al test dell’etilometro da cui è risultato avere un tasso di 1,86 grammi di alcol per litro di sangue. Molto elevato, visto che il limite massimo consentito dalla legge è 0,50. Il giovane è stato segnalato per guida in stato di ebbrezza. Una lunga notte, la sua, visto che l’incidente, verificatosi mentre tornava a casa, è avvenuto alle 8.50 di ieri mattina.


IL TIRRENO

VIAREGGIO
Ubriaco va fuori strada

Multato di 5mila euro
Gli uomini della Polstrada di Viareggio hanno ritirato la patente e comminato una multa di 5000 euro ad un venticinquenne, versiliese, che ieri notte ha cappottato con la sua Volkswagen Passat dentro un fosso. Illeso, il giovane era comunque visibilmente ubriaco e ha rifiutato sia di fare l’alcoltest che il narcotest. La polstrada ha ritirato due patenti e tolto un centinaio di punti a una decina di persone sorprese ubriache al volante.


IL GAZZETTINO

Ubriaco non si ferma all’alt della Polstrada Perde la patente e viene denunciato
Alla vista dei poliziotti ha tentato di fuggire ma è stato bloccato dopo poche centinaia di metri. È il marocchino che l’altra notte aveva tentato di sottrarsi al controllo dell’alcoltest conscio che le sue condizioni non erano certo ottimali per superare l’esame. Così, quando i poliziotti hanno alzato la paletta per fermare il suo Tuareg, l’uomo ha sterzato bruscamente cercando di eludere il controllo. Non è stata difficile comunque per la Polizia (in supporto è giunta anche una gazzella dei carabinieri) fermare il marocchino sottoponendolo finalmente all’alcoltest risultato ovviamente positivo. A questo punto ai danni dell’uomo è scattata la denuncia e il ritiro della patente.
Durante il fine settimana la Polstrada ha ritirato complessivamente quattro patenti per guida in stato di ebbrezza, monitorando le maggiori arterie del territorio veneziano, soprattutto quelle dell’hinterland mestrino.


IL MATTINO

ARIANO. UN 42ENNE ARRESTATO IN UN LOCALE
Aggredito un finanziere
VINCENZO GRASSO Ariano Irpino. Serata a dir poco movimentata in un noto locale del centro storico. È finita con l’arresto da parte della Polizia di Antonio Sebastiano, quarantaduenne, già noto alle forze dell’ordine, che avrebbe colpito un giovane ufficiale della Guardia di Finanza, libero dal servizio, con una violenta testata, dopo un duro alterco. La vicenda è, ovviamente, ancora da chiarire in tutti i suoi aspetti. Stando ad alcune testimonianze, però, l’ufficiale di Guardia di Finanza sarebbe intervenuto, dopo essersi qualificato, per invitare il Sebastiano ed altri suoi amici, che stavano consumando bevande alcoliche, ad un comportamento meno aggressivo e provocatorio nei confronti di altre persone presenti nel locale. L’invito dell’ufficiale di Guardia di Finanza non sarebbe stato gradito dal quarantaduenne che, dopo un’accesa discussione, ha colpito il giovane ufficiale. Inevitabile a questo punto il surriscaldarsi degli animi e l’intervento della Polizia di Ariano Irpino, chiamata da altri avventori, prima che la situazione potesse ulteriormente degenerare. Il Sebastiano è stato prima condotto in caserma e nella mattinata, dopo le comunicazioni di rito alla Procura della Repubblica, è stato trasferito nella casa circondariale di Ariano Irpino. Dovrà difendersi dall’accusa di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. I suoi difensori sostengono, comunque, che non è ancora chiaro cosa sia realmente successo nel locale e perchè la discussione sia degenerata con la reazione nei confronti dell’ufficiale della Guardia di Finanza. Sarà, dunque, l’interrogatorio del Sebastiano con il Pm previsto per questa mattina a poter mettere meglio in chiaro le cose.


CORRIERE ADRIATICO

Si aggirava nei pressi di corso Marconi
Ubriaco molesto, denunciato
FERMO - Personale della Squadra Volante ieri sera a seguito di segnalazione al 113 di una persona che stava infastidendo passanti e negozianti in Corso Marconi di Fermo, ha rintracciato un cittadino Algerino M.M. del 1969 residente a Fermo il quale era in evidente stato di ubriachezza. Lo stesso non ha neppure esibito i documenti per la sua identificazione, è stato accompagnato in commissariato e sanzionato per l’ubriachezza in luogo pubblico art. 688 codice penale e denunciato alla locale Procura della Repubblica per la mancata ingiustificata esibizione dei documenti d’identità.


ADNKRONOS SALUTE

Incidenti: boom di sciatori dell’est, piu’ scontri gravi su piste italiane
Milano, 14 gen. (Adnkronos Salute) - ’Brutti’ scontri in aumento sulle piste da sci del Belpaese, negli ultimi otto anni. Un fenomeno che sembra legato al moltiplicarsi di sciatori provenienti dall’Europa dell’Est. "L’esplosione del turismo invernale dall’Europa orientale sembra portare con sè un comportamento poco cauto sulla neve. Così, complici un atteggiamento più aggressivo sugli sci e - a volte - il consumo di alcolici, negli ultimi otto anni sono aumentati gli scontri fra sciatori, specie quelli gravi: passati dal 16% al 24% del totale. Incidenti che, in molti casi, vedono coinvolti turisti dell’Est". Lo spiega all’ADNKRONOS SALUTE Marco Giustini, ricercatore del Laboratorio di epidemiologia e biostatistica dell’Istituto superiore di sanità. Ogni anno si verificano circa 35.000 incidenti sulle piste italiane, che in 25.000 casi richiedono cure ambulatoriali o assistenza in pronto soccorso, dopo la prima assistenza sulla neve. I ricoveri sono circa 1.100 ogni anno, con 40 persone che perdono la vita (nel 60% dei casi per un arresto cardiaco).
(…)


REDATTORE SOCIALE

Alcol, parte a Foggia un progetto per la sicurezza stradale

LA NAZIONE

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IL MESSAGGERO

TOLENTINO Ubriaco si schianta contro la segnaletica stradale finendo quasi dentro una casa. E’...

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Martedì, 15 Gennaio 2008
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