Della serie tutto il mondo è paese. Dopo le polemiche degli ultimi
giorni sull’introduzione di un limitatore di velocità obbligatorio sulle
vetture, un’idea sostenuta dal Ministro dei trasporti Alessandro Bianchi, dopo
gli oltre 600 commenti al blog dopo l’inchiesta di Repubblica sulle ridicole
sanzioni per chi viaggia a 180 km/h in autostrada, dall’Australia arriva la
notizia che il governo è intenzionato ad adottare nuove tecnologie contro i
pirati della strada.
Tra le misure ci sarebbero limitatori elettronici, appunto. Capaci di
localizzare attraverso il GPS il trasgressore e di intervenire direttamente sul
motore per diminuire la potenza quando viene superato il limite di velocità.
Questo nei casi più estremi, quando il conducente ignora ripetutamente gli
avvisi sonori che gli ricordano di levare il piede dall’acceleratore. Poi c’è
la fase due, quella nel quale il dispositivo blocca l’acceleratore, ma il
conducente può sempre decidere di disattivarlo perché magari sta semplicemente
effettuando un sorpasso. All’ennesimo rifiuto scatta la fase tre con il blocco
parziale dell’acceleratore. Roba da grande fratello, ma con le tecnologie attuali non è poi così difficile.
Basta pensare che dispositivi simili basati sulla localizzazione GPS saranno usati
in futuro per pagare il pedaggio o addirittura la tassa di possesso, come in
Olanda dove il "kilometer pricing" entrerà in vigore dal 2012.
Secondo l’Herald Sun, popolare quotidiano australiano, una prima fase di test
comincerà la prossima settimana a Victoria dove saranno almeno 45 i veicoli
impiegati nella dimostrazione.
Inoltre il dispositivo potrebbe essere montato sulle auto degli automobilisti
più indisciplinati - ricorda il quotidiano - aggiungendo anche tra non molto
l’iniziativa promossa dal governo potrebbe essere estesa ad altri stati. Gli
ostacoli più grandi da superare rimangono, però, i costi e la realizzazione di
un immenso database stradale che comprenda tutti i limiti di velocità.
Di Daniele Sparisci
da Repubblica.it/motori
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