Chi l’ha detto che chi si occupa di circolazione e soprattutto di sicurezza stradale non ama i motori, le automobili e persino la velocità? Certo, a tutto c’è un limite, ma anche le passioni umane fanno parte della vita e capita, talvolta, che si avverta la necessità di darne giusto sfogo.
Così, per gli appassionati dell’auto, una prova delle capacità e delle potenzialità del loro veicolo è sempre possibile ma, sia ben chiaro, nei dovuti modi. Uno di questi, indubbiamente, è rappresentato dalla pista, cioè da uno degli oltre dieci circuiti automobilistici che esistono nel nostro Paese. Se poi nel conto vogliamo mettere anche i circuiti abilitati alla sola conduzione delle moto, allora il numero delle possibilità aumenta considerevolmente.
Il vantaggio principale di questa pratica è rappresentato dal fatto che “qualcuno” vigila sulla nostra guida, mantiene in perfetta efficienza il manto stradale, governa il flusso di veicoli sulla pista e, naturalmente, ha predisposto ogni intervento in caso di rottura del mezzo ma anche di soccorso sanitario se dovesse verificarsi un eventuale incidente stradale.
Possibilità, quest’ultima, che non capita così frequentemente, in quanto la maggior parte di autodromi hanno lungo il margine stradale dei larghi spazi opportunamente protetti e dotati di materiali che rallentano notevolmente la velocità dei veicoli in caso di fuoriuscita. Fra le altre cose, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le regole di conduzione sono alquanto severe e sbaglia chi ritiene di potervi accedere per fare ciò che vuole, anche in termini di velocità: esistono limiti, prescrizioni e obblighi, che in caso di violazione comportano l’immediata espulsione dalla pista.
Ecco perché, in sostanza, fare un “giro di prova” su di un circuito non è poi una brutta cosa e in questi ultimi anni si è assistito anche ad un rilassamento dei costi, che ora sono diventati molto più accessibili al grande pubblico. Ma vediamo di esaminare le caratteristiche e le peculiarità di alcuni circuiti nazionali.
Il più famoso e tradizionalmente più ammirato è il circuito di Monza, che ogni anno ospita il Gran Premio d’Italia di Formula Uno. Sorto agli inizi degli anni ’20, consente di affrontare tutte le situazioni che rappresentano una normalità nella circolazione stradale. All’interno avvengono periodicamente manifestazioni e gare sportive e proprio negli intervalli fra queste è possibile collaudare la propria auto o la moto a prezzi relativamente bassi. Con poco più di una cinquantina di euro, infatti, è possibile poter circolare per un’ora e con un piccolo sovrapprezzo anche di più se nel corso della giornata non vi sono gare.
Altrettanto noto è il circuito di Imola, forse un poco più limitato in talune possibilità di manovre e di guida (per via del circuito che prevede numerose curve e saliscendi), ma ugualmente funzionale e dotato di ogni strumentazione tecnica e soprattutto di sicurezza. Anche in questo caso con alcune decine di euro è possibile trascorrervi una buona mezz’ora di conduzione e per quanti vogliano fare una verifica al proprio mezzo i meccanici dei box rimangono a disposizione dei clienti ed effettuano persino le riparazioni necessarie a ristabilire l’efficienza del mezzo.
Poco lontano da Roma, a Campagnano, funziona invece l’autodromo di Vallelunga, dove il costo di una mezz’ora è di una quarantina di euro, esclusa la possibilità di una verifica meccanica del mezzo. Le modalità di accesso alla pista prevedono un massimo di trenta vetture per ogni turno ed un limite di velocità a seconda del tipo di veicoli circolanti, fermo restando che i veicoli “civili”, cioè non dotati di appositi sistemi di sicurezza (gabbie, assetto ribassato, ecc…), godono di minori privilegi.
Altri circuiti cosiddetti minori ma ugualmente famosi e in piena efficienza sono quelli del Mugello (adatto soprattutto alle moto) o di Varano Melegari o ancora di Misano Adriatico. Se poi si è interessati a noleggiare direttamente una macchina sportiva all’interno dell’autodromo, anche questo è possibile soprattutto se si ha già un’esperienza acquisita ad esempio in gare e competizioni rallistiche. In questi casi, tuttavia, i costi subiscono per ovvie ragioni un’impennata, anche perché non tutti i giorni capita di potersi mettere alla guida di un vero bolide da gara.
Addirittura è possibile “noleggiare” l’intero circuito qualora si voglia effettuare all’interno dello stesso una manifestazione: è il caso dei ritrovi annuali di appassionati di veicoli particolari o di alcuni team automobilistici che intendono provare la potenza dell’auto e le capacità dei loro piloti. Naturalmente i costi balzano alle stelle, se si pensa che nei giorni feriali una sola giornata di prove sul circuito di Monza può arrivare a costare fino a 15 mila euro. I servizi tecnici, meccanici e di soccorso sono però tutti assicurati.
La circolazione sui circuiti italiani, tuttavia, non è sinonimo solo di velocità: molti di questi, infatti, ospitano al loro interno vere e proprie scuole di “guida sicura” ed effettuano attività propedeutica per tutte le categorie di utenti della strada, ciclomotoristi compresi.
Istruttori preparatissimi, lezioni teoriche e pratiche svolte su strada, videoriprese e quant’altro serve all’allievo per perfezionare la guida, sono di casa e rappresentano un validissimo aiuto che rende ancora più consapevoli dei propri limiti. Tra le scuole- guida più note quella di Sigfried Stohr, Gorini, De Adamich (che ha ospitato anche numerosi operatori di polizia), Sandro Munari ed Emilio Radaelli. Naturalmente abbiamo citato i nomi più noti, scusandoci per i tanti che abbiamo omesso e che nutrono comunque di larga stima e professionalità.
Onde fugare ogni dubbio è poi importante sottolineare che tanti autodromi si trovano nelle regioni italiane del Centro-Nord, ma questo soltanto perché proprio in quelle zone vi è una più accentuata tradizione automobilistica (pensate al cosiddetto triangolo sportivo emiliano-romagnolo, che vede concentrarsi in poche decine di chilometri aziende quali Ferrari, De Tomaso, Maserati e Ducati).
Infine, una piccola ma interessante curiosità che non tutti conoscono: in Germania, nei pressi di Colonia, esiste e funziona uno dei circuiti più famosi al mondo, il Nurburgring. Dopo essere stato teatro del drammatico incidente stradale di Niki Lauda nel lontano 1976, il circuito è stato abbandonato dalla Formula Uno, ma ritrovato dai tanti appassionati sportivi. Per entrarvi basta pagare una sorta di pedaggio e saranno a vostra disposizione oltre venti chilometri di strada a senso unico e centoventidue curve. Attenzione però alle severe prescrizioni e soprattutto ai limiti di velocità. Sì, perché lungo la pista la Polizia tedesca compie anche periodici servizi di autovelox e, dopo una giornata di prove e di divertimento, trovarsi notificata una contravvenzione all’uscita della pista, non è forse il modo migliore per poter concludere positivamente una così bella esperienza.