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Rassegna stampa Alcol e guida del 20 gennaio 2008

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL RESTO DEL CARLINO

PASSA IN COMMISSIONE UN EMENDAMENTO CHE TOGLIE IL DIVIETO 
Sì’ all’alcol in discoteca dopo le 2 
E’ PASSATA quasi in silenzio. Ma intanto è passata. E col voto unanime da parte di tutti i capigruppo della IX commissione parlamentare, quella sui trasporti. Nella riunione di giovedì la commissione, impegnata a esaminare un nuovo disegno di legge sulla sicurezza stradale, ha approvato all’unanimità l’emendamento 24.34 che sopprime il divieto, per tutti i locali che fanno intrattenimento, di vendere alcolici dopo le 2 di notte. E se l’emendamento verrà approvato da Camera e Senato, scomparirà dunque il tanto discusso divieto, introdotto nella legge approvata lo scorso ottobre fra mille polemiche.
Esultano già Silb (Sindacato italiano dei locali da ballo) e Fipe (Federazioni dei pubblici esercizi), che in una lettera inviata venerdì ai loro associati sottolineano come «le modifiche approvate dalla commissione parlamentare recepiscono integralmente la nostra posizione». Esulta anche Antonio Flamini, vice presidente nazionale del Silb. «Noi l’abbiamo sempre detto: questa legge, così com’era stata approvata, è stata uno sbaglio. Non è mettendo lo stop all’alcol dopo le 2 che si risolve il problema della sicurezza sulle strade». «Finalmente — continua Flamini — l’hanno capito pure i parlamentari, che infatti hanno approvato all’unanimità in commissione l’emendamento. Ora vedremo quando l’emendamento approderà in Camera e Senato, ma siamo fiduciosi». Di sicuro l’on. Carlo Giovanardi (Udc), da sempre in prima linea contro le stragi del sabato sera, darà battaglia: «Farò di tutto affinché questo emendamento non arrivi in Parlamento: sarebbe uno scandalo se passasse... Proprio adesso che i dati sugli incidenti confermano la bontà di questa legge. Piuttosto mi batterò perché il divieto di vendere alcolici dopo le 2 sia esteso a tutti i pubblici esercizi, bar compresi».

Manuel Spadazzi


LETTERA DI ROBERTO ARGENTA

Ai componenti Commissione permanente trasporti della Camera,

da qualche tempo si discute molto del problema delle cosiddette “stragi del sabato sera”, è un problema complesso e con diverse implicazioni. Tra le diverse iniziative attivate in questi anni, in un solo caso si sono visti risultati positivi, concreti e quantificabili: con l’entrata in vigore dell’articolo 6, comma 2 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, legge 160 del 16/9/07.
Secondo i dati della Polizia Stradale, confrontando i dati degli incidenti stradali del fine settimana nei primi 9 mesi del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006 e confrontandoli con le 11 settimane del trimestre ottobre–dicembre 2007 (dopo l’entrata in vigore della legge 160 fino al 16 dicembre), si può constatare che gli incidenti sono passati da un -6% a -9%, i morti sono passati da -4,6% nei primi 9 mesi a -21,7% nelle settimane di ottobre-dicembre, i feriti da -4,4% a -11,5%. Rilevante il dato del miglioramento delle vittime fra i giovani sotto i 30 anni, passate da + 0,3% nei primi 9 mesi a -21,9% negli ultimi 3 mesi. Le vittime nelle notti del fine settimana sono passate da -6,4% a -28,4%, una diminuzione ben quattro volte superiore a quella dei primi 9 mesi.
Nessuna altra iniziativa, legge o provvedimento ha ottenuto finora risultati così significativi.
Ho letto con stupore che la commissione ha approvato degli emendamenti alla legge 160; eliminando, tra l’altro, il divieto di somministrazione di alcolici dopo le ore due per i locali di intrattenimento.
Ai componenti della commissione rivolgo con indignazione una domanda, a cui vorrei rispondeste prima di tutto a voi stessi: in base a quali dati, quali informazioni, quali suggerimenti e quali interessi prende le proprie decisioni la commissione? Non voglio pensare che la Commissione trasporti della Camera abbia come interlocutore privilegiato gli esercenti locali notturni che lamentano un calo delle vendite di alcolici. Dalla lettura dei resoconti dei lavori, tuttavia, non emerge nessuna altra interpretazione.
È incomprensibile che si voglia emendare l’unico provvedimento che, in questi anni, si è dimostrato efficace nel salvare le vite dei frequentatori di locali notturni.

Roberto Argenta - Asti


COMUNICATO STAMPA

ASSOCIAZIONE EUROPEA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA - ONLUS
LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CALPESTA I RAGAZZI CHE MUOIONO SULLE STRADE. ALL’UNANIMITA’
La norma che ha introdotto maggiori sanzioni per la guida in stato di ebbrezza e, in alcuni locali notturni, il divieto di somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di notte, sta producendo eccellenti risultati.
Da quando è entrata in vigore, le morti notturne sulle nostre strade sono calate del 30,4 per cento: un dato straordinario, troppo significativo per poter essere casuale.
A quanto pare ai nostri parlamentari questo non interessa. Hanno dato ascolto ai gestori dei locali notturni che lamentano un calo degli affari.
La Commissione Trasporti di Montecitorio, all’unanimità, ha deliberato una bozza di riforma che tende a cancellare tutto questo.
A fronte di risultati tanto straordinari, se correzione andava portata, ci si attendeva che si estendesse il divieto di vendita di alcol dopo le 2 di notte a tutti i rivenditori.
Invece si vuole togliere il divieto anche nelle discoteche, per tutelare il portafoglio di qualcuno, a danno della salute della sicurezza dei nostri giovani.
I rappresentanti dei locali notturni hanno già dichiarato, entusiasti: “le modifiche approvate dalla commissione parlamentare recepiscono integralmente la nostra posizione”.
Questa efficace norma era condivisa dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, ma cosa importa: quando c’è da eliminare qualche cosa che funziona, i nostri parlamentari se ne fregano dell’opinione della gente, riescono persino a superare le loro divisioni, e sanno decidere all’unanimità.
Tanti anni di discussioni, tavoli di lavoro, convegni..., e poi, quando finalmente si trova una strada per ottenere buoni risultati, si cancella tutto!
Non possiamo stare zitti di fronte a chi ignobilmente calpesta la vita e della sicurezza dei nostri ragazzi: in Italia la metà degli incidenti stradali sono correlati alla guida in stato di ebbrezza.
Siamo arrabbiati, è davvero difficile scrivere quello che pensiamo di questa classe politica senza scadere nell’insulto e nella volgarità.
Denunciamo a tutti i cittadini questa vicenda per chiedere il loro sostegno nella nostra protesta.

Carla Mariani Portioli
vice-presidente Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada - onlus


IL MESSAGGERO (Ostia)

L’episodio in viale Paolo Orlando. L’automobilista, con l’obbligo di dimora, ha anche aggredito passanti e vigili
Ubriaco e drogato travolge due donne
Erano sulle strisce: una è gravissima. L’investitore denunciato a piede libero 

di MARA AZZARELLI
Soggetto a provvedimento restrittivo, ubriaco, drogato investe due donne: sono entrambe gravissime - una rischia la vita - ma lui non va in galera. Neanche dopo aver reagito a un vigile e ai carabinieri che tentavano di fermarlo e aver sferrato due cazzotti ad un anziano passante. Il magistrato lo rimanda a casa con una denuncia.
Tutto è iniziato ieri mattina intorno alle 9,45 in viale Paolo Orlando, vicino a piazza della Stazione del Lido. «Quella donna è volata in aria come una bambola», descrive un uomo scioccato per quello che ha appena visto. Secondo quanto raccontano i testimoni, versione confermata anche dalla polizia municipale subito intervenuta, M.V., 32 anni, aveva imboccato quella centralissima e trafficata strada di Ostia ad alta velocità. Le due donne stavano attraversando. Sulle strisce. P.A., 26 anni, viene investita ma l’impatto più forte è con T.F., di 46 anni. Il suo corpo vola prima sopra una macchina parcheggiata, una Toyota Picnic, a cui spacca il parabrezza, e poi si schianta in terra. Chi l’ha vista dice che non si è più mossa. Le sue condizioni sono da subito infatti state gravissime. Trasportata prima al Grassi in autoambulanza, viene poi trasferita in elicottero presso l’ospedale romano San Camillo. I soccorritori l’hanno trovata in terra immersa in una pozza di sangue. Le sue ciocche di capelli sull’asfalto rendono l’idea di quanto l’impatto sia stato forte. L’altra donna viene ricoverata, grave ma non in pericolo di vita, all’ospedale di via Passeroni.
Nel frattempo l’investitore aveva fermato la macchina, un vecchio modello della Lancia Y - risulterà intestata ad una donna - qualche metro più avanti. Secondo qualcuno avrebbe accennato una fuga a piedi fino a un bar vicino dove in effetti i vigili lo hanno raggiunto. Forse provava a scappare per paura di essere linciato dalla folla. E’ sempre nelle vicinanze del bar che si sarebbe però scagliato contro alcuni passanti e contro la polizia municipale arrivata sul luogo dell’incidente in pochi minuti. Per calmarlo sono dovuti intervenire anche i carabinieri e una volante della polizia. «Era una furia - racconta una donna - dava calci alle macchine e si arrabbiava con chi si avvicinava. Ha anche dato due pugni a un anziano». Portato via con forza dal luogo dell’incidente il trentaduenne è stato accompagnato dai vigili al Grassi (la pattuglia della polizia municipale è stata costretta a fare tappa al commissariato di polizia visto che in macchina continuava a dimenarsi). In ospedale i vigili hanno chiesto ai medici di sottoporlo alle analisi per verificare la presenza di droga e alcol nel sangue. Test risultato positivo a cocaina, cannabinoidi ed etanolo.
Il suo nome era già noto alle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, per reati che vanno dall’estorsione all’associazione a delinquere, allo spaccio di stupefacenti. Per due volte in passato era stato fermato e trovato ubriaco al volante. Anche al momento dell’incidente era soggetto a un provvedimento restrittivo: l’obbligo di dimora. Malgrado questo il pubblico ministero ha comunque deciso di procedere con una denuncia in stato di libertà per lesioni colpose e resistenza a pubblico ufficiale. E rimandarlo quindi a casa.


L’ARENA di Verona

OSTINAZIONE ALCOLICA
Ritirati 22 documenti dalle forze dell’ordine. E c’è perfino chi non sente ragione e ci ricasca
Senza patente per alcol di nuovo ubriaco in auto
Serpelloni: «Fare i test è difficile. Gli automobilisti nervosi si rifiutano così peggiorano la situazione»
Continua a crescere il livello del tasso alcolemico. Alto il numero delle donne ebbre
Su 37 automobilisti fermati, 22 patenti ritirate
. Addirittura, è stata individuata una persona in stato di ebbrezza che guidava senza patente essendogli questa stata precedentemente ritirata. Ma il provvedimento non è bastato a far desistere l’automobilista.
Il problema alcol e droga alla guida non sembra diminuire, anzi, aumenta mostrando un incremento del tasso di positività da un 53,7% dello scorso sabato, ad un preoccupante 59,4% dell’altra notte.
Ancora una volta sono scesi in strada per i controlli la polizia stradale, i carabinieri, la polizia municipale, quella provinciale e la guardia di Finanza che hanno pattugliato le strade di Verona fermando 37 conducenti di autoveicoli e accompagnandoli al dipartimento delle dipendenze dell’Asl 20 di Verona per eseguire gli accertamenti su alcol e droghe alla guida di autoveicoli.
I dati rilevati hanno purtroppo dimostrato, ancora una volta, un aumento delle positività per alcol e droghe rilevando sui conducenti esaminati circa il 60% di positività, di cui il 37,8% è risultato positivo all’alcol, il 10,8% alle droghe e il 10,8% ha associato alcol e droghe
. Dei positivi alle droghe (8 persone), il 25% aveva utilizzato cannabis, il 37,5% ha usato cocaina e cocaina associata a cannabis.
Si è notato un aumento dei rifiuti a sottoporsi agli accertamenti
. In merito a ciò, il dottor Serpelloni, direttore del dipartimento delle dipendenze, ha dichiarato: «Manca totalmente la consapevolezza che il rifiuto a sottoporsi agli accertamenti tossicologici comporta un aggravio della sanzione attribuita al conducente fermato. Il rifiuto, infatti, rappresenta un illecito amministrativo, sanzionato con un’ammenda che va dai 2.500 ai 10.000 euro. A ciò si aggiunge la sospensione della patente dai 6 mesi ai 2 anni, pena decisamente peggiorativa rispetto a quella prevista per chi decide di sottoporsi volontariamente agli esami e viene riscontrato positivo. Infine, l’automobilista si vedrà sequestrato il veicolo per 180 giorni».
Gli accertamenti specialistici neuro-psicologici e i test di reazione nervosa, eseguiti dai medici del dipartimento delle dipendenze, hanno rilevato gravi alterazioni dei riflessi e della coordinazione, tali da rendere la capacità di guida gravemente compromessa riconfermando, inoltre, che queste persone avevano una scarsa consapevolezza del loro deficit, sopravvalutando fortemente le proprie ridotte capacità di performance
.
«Si nota, inoltre, un aumento dei consumi di alcol tra le donne, che raggiungono tassi alcolemici alquanto elevati (1,42 g/l) e che manifestano un’aggressività notevole nei confronti del personale sanitario incaricato degli accertamenti e una scarsa consapevolezza del loro problema e dei rischi a cui vanno incontro ed a cui espongono terze persone», ha detto Serpelloni che ha sottolineato la professionalità delle forze dell’ordine nel gestire le situazioni di crisi.
Un dato da segnalare è che ancora una volta, molte delle persone riscontrate positive ad alcol o droghe avevano alle spalle nella loro storia già delle precedenti sospensioni di patenti al punto tale da essere definiti dei "recidivi". «Stiamo studiando nuove forme di intervento che permettano di rendere le procedure ancora più rapide e precise nonché trasferibili a tutte le altre realtà sanitarie», ha concluso Serpelloni. «Auspichiamo che dopo questa positiva sperimentazione vengano messe a disposizione permanentemente le risorse umane e tecnologiche necessarie per poter continuare i servizi di controllo sulla strada».

A.V.


IL GAZZETTINO (Padova)

MONSELICE/BOARA Nella notte 
Camionista ubriaco Inferno sull’A13 
Caselli chiusi e 4 mezzi coinvolti

Monselice
(F.G./O.M.) Inferno sull’A13, chiusa ieri mattina per quasi quattro ore a causa di una disastrosa carambola che ha coinvolto un camion e tre auto. L’incidente è avvenuto verso le 4.30 in direzione nord, dopo il casello di Monselice, ed è stato causato da un autoarticolato che si è ribaltato nel mezzo della carreggiata. È un Iveco Stralis condotto da O.C., rumeno di 40 anni, ubriaco al volante: i controlli cui è stato sottoposto hanno permesso di stabilire che nel suo sangue il tasso alcolemico era superiore alla quota di 1.5, molto al di sopra della soglia consentita. Nella cabina c’era anche D.S., 22 anni, romeno.
Il camion, che si è ribaltato per cause ancora al vaglio, trasportava molti contenitori di sapone detergente per auto, che hanno sparso gran parte del contenuto sulla sede stradale. La nebbia ed il fondo scivoloso hanno fatto il resto, impedendo ai conducenti delle vetture che seguivano l’Iveco di poter frenare in tempo. In rapida successione si sono schiantate contro l’ostacolo, comparso improvvisamente nel mare di nebbia che ieri mattina gravava sulla zona, una Toyota Yaris guidata da J.U., polacca, una Sangyong con a bordo il ferrarese B.M. ed un altro passeggero ed una Ford Cmax condotta da un trentenne di Boara Pisani, le cui iniziali sono G.M.
Gli uomini al volante della Toyota e della Sangyong sono stati ricoverati a Rovigo, ma non versano in gravi condizioni, mentre le altre persone coinvolte nel sinistro sono rimaste quasi illese. Il groviglio di lamiere piantato in mezzo all’autostrada ha portato alla chiusura immediata dei caselli di Occhiobello, Rovigo, Boara e Monselice, in entrambe le direzioni, fino alle 7. La completa percorribilità è stata ripristinata solamente verso le 10. I disagi si sono moltiplicati per gli automobilisti costretti a transitare lungo la strada statale 16 "Adriatica" per la chiusura del casello autostradale di Monselice a causa di un incidente stradale avvenuto all’alba sulla A 13 Padova Bologna. Il semaforo di Battaglia, posto all’altezza del ponte di pietra, poco dopo le 7 va in tilt: i tempi di accensione del semaforo rosso sono o troppo corti e troppo lunghi e in contemporanea si accende anche il verde. Gli automobilisti sono molto prudenti. La situazione determina ulteriori rallentamenti sulla grande arteria di traffico e si formano lunghe code che raggiungono la lunghezza di cinque chilometri.
L’impianto semaforico è stato quindi disattivato e ci hanno pensato gli agenti della polizia locale a regolare l’incrocio. La situazione è tornata alla normalità verso le 10.


IL GIORNALE DI VICENZA

BREGANZE. Giovedì sera all’Oratorio Don Bosco la riunione inaugurale della sezione
Via al gruppo Alcolisti anonimi
Con l’inaugurazione di un nuovo gruppo a Breganze, diventano 106 i gruppi di Alcolisti Anonimi nell’Area Veneto, di cui 37 nella provincia vicentina.
La riunione inaugurale è in programma per giovedì 24 gennaio, alle 20.30 nella sala conferenze dell’Oratorio Don Bosco, in via Pieve a Breganze, sul tema “Il nostro metodo”.
La riunione aperta sarà coordinata da un membro di Alcolisti Anonimi affiancato da un membro dell’Associazione Al-Anon (Gruppi di familiari o amici di Alcolisti).
Parteciperanno in qualità di invitati anche medici, psicologi, rappresentanti delle istituzioni, sacerdoti, autorità locali e chiunque ritenga di avere un problema legato all’alcol o desideri essere di aiuto a chi forse è nel problema.
La sede del gruppo A.A. sarà aperta il lunedì e il giovedì dalle 20.30 alle 22.30; gli stessi giorni e orari saranno rispettati anche dal Gruppo Familiari Al-Anon con sede nello stesso stabile. Si può rivolgere alla sede chiunque abbia o solo creda di avere problemi con l’alcol: la partecipazione è completamente gratuita e assolutamente anonima.
Alcolisti Anonimi è un’associazione di promozione sociale, iscritta al Registro nazionale; è dotata di un centralino nazionale per richieste d’aiuto che risponde al n. 06 6636620.
Storicamente, Alcolisti Anonimi nasce negli Usa nel 1935 ed è presente in oltre 160 Paesi nel mondo con più di centomila gruppi e milioni di alcolisti recuperati; in Italia è attiva dal 1972 e si è rapidamente diffusa su tutto il territorio nazionale, dove oggi conta circa 500 gruppi. Fra i suoi tratti più originali, A.A. ha in pratica “inventato" il metodo dei gruppi di autoaiuto: l’alcolista che ha smesso di bere mantiene e consolida la propria sobrietà utilizzando la propria capacità di aiutare un altro alcolista ancora nel problema.


REPUBBLICA.IT

STRAGI SABATO: A RIMINI 100 PATENTI RITIRATE NEL 2008
Soltanto ieri notte, sono state 20 le denunce con ritiro delle patenti, per guida in stato di ebbrezza, a Rimini. Salgono cosi’ a 100 le denunce e le patenti ritirate dai Carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Rimini dall’inizio del 2008 (*) (639 sono state le persone denunciate, con ritiro delle patenti di guida, nel 2007, sempre ad opera dei carabinieri della compagnia di Rimini).


CORRIERE ADRIATICO

Più pattuglie per vigilare sulla circolazione e contrastare l’abuso di alcol e droga
L’attività di educazione stradale nelle scuole
Aumentate le multe e i ritiri delle patenti
La polizia municipale ha celebrato il patrono San Sebastiano
L’anno dei controlli notturni

SENIGALLIA – Dopo il rafforzamento della vigilanza di quartiere, avvenuto nel 2007, protagoniste del 2008 saranno le pattuglie notturne per contrastare l’abuso di alcool e droga. Si è chiuso l’anno del debutto per “Più vicini, più sicuri” e si apre quello di “Viaggio sicuro al termine della notte”. Progetti finanziati dalla Regione, attraverso i quali la Polizia municipale cerca di essere più presente nel territorio e in prima linea per fronteggiare le nuove emergenze. “Sicurezza del cittadino e stimolo della coscienza alla legalità – ha esordito ieri il comandante Flavio Brunaccioni, durante la celebrazione del patrono dei vigili urbani – è un binomio che rappresenta il patrimonio della Polizia municipale e che, sempre più spesso, siamo chiamati a riaffermare. In quest’ottica va iscritto anche il progetto “Viaggio sicuro al termine della notte”. Nessuno meglio della Polizia municipale – ha ricordato il comandante –, può rendersi conto che un’efficace lotta contro l’abuso di alcool e l’uso delle droghe può essere condotta non solo con le sanzioni ma anche con una presa di coscienza seria da parte dei giovani, principali vittime di mode indotte e favorite da chi basa i propri interessi economici sulla cultura dello sballo a tutti i costi”. Il monito a proteggere le giovani generazioni arriva anche dal primo cittadino. “Bisogna aggredire la piaga sociale della cultura dello sballo – ha ribadito il sindaco Luana Angeloni –, bisogna acculturare i giovani prima ancora di scendere in strada per controllarli. Iniziamo a far crescere la coscienza della legalità partendo dai nostri ragazzi”.
Intensa l’attività di educazione stradale che la Polizia municipale ha assicurato anche nel 2007, con 335 ore di lavoro svolto tra i banchi. Proprio dalle scuole arriva anche un contributo nel campo della sensibilizzazione: un manifesto che vedremo presto affisso per le vie della città. Il bozzetto con lo slogan “Se devi guidare lascia che l’unico a bere sia il tuo motorino”, vincitore del concorso “L’ho fatto io”, porta la firma di Daniele Bertozzi della III A Belardi, accompagnato ieri a ricevere il premio dall’insegnante Anna Sinigaglia. Lo studente ha ricevuto una bicicletta mentre la sua classe potrà partecipare ad una gita in un’area verde della regione.
Proprio dall’ambito della sicurezza stradale arrivano segnali positivi. Gli incidenti nel 2007 sono stati 176, contro i 251 dell’anno precedente, tra cui uno con un mortale, 116 con feriti e 59 con soli danni ai veicoli. Calano i sinistri ma aumentano le multe. Sono state 16.813 le infrazioni al Codice della strada per un importo di 990.649,10 euro, mentre nel 2006 erano state 14.494 per un totale di 896.154,98 euro. Durante il 2007 sono state inoltre ritirate 36 patenti, multati 350 automobilisti per eccesso di velocità, 33 per guida in stato d’ebbrezza (*) e sanzionati altri 296 per divieto di fermata nelle vie della prostituzione.
(*) Nota: Rimini e Senigallia non sono lontanissime tra loro.
Nella prima sono state ritirate dai Carabinieri 100 patenti per guida in stato di ebbrezza in venti giorni, nella seconda sono state ritirate dalla Polizia Municipale 33 patenti in un anno intero.


IL GAZZETTINO (Venezia)

Ubriachi al volante, ritirate 18 patenti
PORTOGRUARO - Diciotto automobilisti sono stati denunciati la scorsa notte dai Carabinieri della Compagnia di Portogruaro. Tutti avevano infatti bevuto più del consentito, addirittura superando i limiti di ben 4 volte. L’ultima normativa sulla sicurezza stradale non ha fornito ancora l’esito sperato, che sta per il momento tardando ad arrivare. Almeno a giudicare dall’ultimo servizio di controllo, che i Carabinieri della Compagnia di Portogruaro hanno improntato la scorsa notte a Fossalta di Portogruaro.Se dalle verifiche precedenti, sul tasso alcolico degli automobilisti, i risultati erano stati incoraggianti, ai militari è bastato spostare di poche centinaia di metri il posto di blocco. Ieri notte, per 8 ore, gli uomini diretti dal Capitano Marco Giacometti hanno presidiato la statale 14, nei pressi della nuova rotatoria dell’area "East gate". Complessivamente 10 carabinieri si sono posizionati nei due svincoli principali, con 4 mezzi e la Stazione Mobile, forse un po’ meno visibili da lontano rispetto agli altri controlli. Un sorta di test, che ha evidenziato l’ irresponsabilità di molti conducenti. Tra i 600 controllati dalle 22 alle 6 di eri mattina, ben 18 sono risultati positivi al test del etilometro. Alcuni erano ubriachi addirittura all’alba, quando dall’ultima bevuta erano passate 4 ore. (*) Quasi tutte le sanzioni infatti sono scattate tra le 4 e le 6 del mattino. I conducenti risultati positivi, di età compresa tra i 65 e i 20 anni, stavano rincasando e dovevano percorrere decine di chilometri. Provenivano infatti da Pordenone, Udine, Treviso, Gorizia, ma anche dal Bassanese e della Slovenia. Tra i 15 uomini e le tre donne risultate positive, propria una trentaquattrenne slovena ha toccato il triste record di 2 grammi per litro di alcol. Tutti sono stati denunciati, mentre la patente è stata ritirata. Dovranno pagare anche una pesante multa, nonché seguire dei corsi di riabilitazione. Tra le note positive, nessun incidente è stato registrato, anche per questo sono già stati previsti altri controlli.
Marco Corazza
(*) Nota: forse.


ALICE.IT

ROMA, TENTA SUICIDIO BUTTANDOSI NEL TEVERE: SALVATO DA DUE CC
I militari lo afferrano per le gambe all’ultimo momento

Roma, 20 gen. (Apcom) - Un 47 romeno, in stato di ubriachezza, è stato salvato ieri sera, in località Torrita Tiberina, mentre tentava il suicidio lanciandosi da uno dei ponti del Tevere, sulla via Tiberina. Due carabinieri, liberi dal servizio, appartenenti alla stazione di Roma Torrita Tiberina, che transitavano sulla via con la loro auto, hanno visto l’uomo mentre provava a scavalcare la ringhiera in ferro a protezione del margine del ponte. I due militari lo hanno salvato afferrandolo per le gambe e hanno chiamato un’ambulanza che lo ha portato all’ospedale di Monte Rotondo.


IL GAZZETTINO (Padova)

CASTELBALDO Marocchino ubriaco attacca briga con un connazionale sotto gli occhi dei passanti, poi... 
Come una furia contro i carabinieri 
Pugni e calci prima di essere bloccato. Risulta irregolare, ora è a disposizione dell’autorità giudiziaria

Castelbaldo
Una furia della natura, che prima attacca briga con un connazionale senza motivo e poi se la prende con i carabinieri, mandandone due all’ospedale: avrà parecchio tempo per pensare alle sue azioni Adil Haidoufi, un marocchino di 26 anni, che è finito in manette per aver menato due militari che erano accorsi, chiamati d’urgenza sul posto dai residenti, per sedare una lite scoppiata in una via del centro del paese. Il fatto è accaduto l’altra sera, verso le 20.30, quando gli abitanti della zona hanno sentito delle urla provenire da via Garibaldi, a pochi metri dal municipio e dalla parrocchia del piccolo centro sull’Adige. Affacciandosi alla finestra, in molti hanno potuto assistere ad un alterco fra due extracomunitari, i cui motivi rimangono tuttora ignoti. In breve tempo il litigio si è trasformato in qualcosa di più ed i due hanno iniziato a darsele di santa ragione. Secondo una prima ricostruzione pare che Haidoufi abbia aggredito l’altro marocchino, del quale non sono state rese note le generalità, senza apparante motivo e insistendo su accuse del tutto campate in aria. Il ventiseienne era visibilmente alterato e ubriaco, e la situazione sarebbe probabilmente degenerata, come spesso accade in questi casi. Dalla vicina stazione dei carabinieri, che dal luogo in cui si stava svolgendo la rissa dista solo poche decine di metri, è arrivata sul posto una gazzella, dalla quale sono scesi due rappresentanti dell’Arma. Non appena ha visto le divise, il maghrebino ubriaco è andato su tutte le furie e si è scagliato contro i carabinieri, che non hanno avuto neppure il tempo di difendersi. Presi alla sprovvista da tanta veemenza, sono stati tempestati da calci e pugni, riuscendo solo dopo qualche minuto a ridurre al silenzio l’invasato. I militari si sono subito recati al pronto soccorso dell’ospedale di Este, dal quale sono stati dimessi poco dopo con prognosi di pochi giorni per le botte e i graffi. Anche Haidoufi è stato medicato, perché durante la colluttazione si è procurato un profondo taglio all’avambraccio. Portato in comando per il riconoscimento, è risultato essere irregolarmente residente in Italia, privo di documenti e senza fissa dimora. Si suppone, dato che in paese non è certo una faccia nuova, che viva in una casa abbandonata fra Castelbaldo e Badia. Dopo aver passato una notte in camera di sicurezza ad Este, è stato portato a Padova ed ora è a disposizione delle autorità per essere processato.

Ferdinando Garavello


IL GAZZETTINO (Treviso)

IN VIA AVOGARI 
Ubriaco prende a pugni le vetture e poi si avventa contro i poliziotti

Paura l’altro pomeriggio in centro per un 27enne marocchino, completamente ubriaco. L’uomo ha cominciato a prendere a pugni le auto parcheggiate in via Avogari, aggredendo poi gli automobilisti e i passanti.
Erano le 18 circa. Il 27enne marocchino è in via Avogari, dove comincia ad urlare ed a insultare i cittadini. Poi senza motivo comincia a tirare pugni sulla carrozzeria di un’auto parcheggiata lì vicino. Continua con le altre vetture. Qualcuno tenta di fermarlo, ma lui non vuole sentire ragioni. Arriva a una Bravo e continua a tirare pugni: all’interno una 67enne. Le urla e le richieste di aiuto della donna richiamano alcuni passanti. C’è chi tenta di fermare il marocchino, venendo a sua volta aggredito verbalmente e minacciato. A quel punto c’è chi chiama la polizia. Ma il 27enne anche all’arrivo degli agenti non si ferma: si avventa contro di loro, prende a pugni anche l’auto della Volante. Si calmerà solo in questura dove per lui scatterà la denuncia per resistenza danneggiamento aggravato e ingiurie.


IL GAZZETTINO (Venezia)

SANTA MARIA DI SALA Arrestato dai carabinieri 
Ubriaco tampona un’auto finisce in fosso, picchia i militari 

Santa Maria di Sala
(d.t.) Ubriaco al volante sperona un’auto, scappa e, come se non bastasse, tenta di resistere con calci e spintoni all’arresto dei carabinieri. Un venerdì sera da "leone", insomma, per M.F., un 41 enne della zona. L’uomo, a bordo della propria autovettura, sta percorrendo via Rugoletto, nel territorio di Stigliano, frazione di Santa Maria di Sala, e si "accinge" ad attraversare la Noalese per poi proseguire in direzione Mirano. Più che altro, si immette nella statale senza guardare e infischiandosene del sopraggiungere di altri veicoli. Una manovra a dir poco azzardata: la vettura di M.F. travolge l’auto condotta da una donna di trent’anni. L’uomo, incurante della cosa, non accenna minimamente a fermare la sua folle corsa e prosegue imperterrito in direzione Mirano. C’è poco da fare, il personaggio in questione ha alzato il gomito, e parecchio anche: in preda ai fumi dell’alcool, a pochi chilometri di distanza dal luogo dell’incidente, in via Fracasso, perde il controllo dell’auto e finisce fuori strada, sprofondando in un canale di scolo artificiale. M.F. si fa beccare lì, ancora in fosso, dai Carabinieri della Stazione di Mirano e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Mestre che, su input della locale Centrale Operativa, erano stati inviati immediatamente alla ricerca dell’autovettura. A quel punto, iniziano le difficili operazioni di fermo ed identificazione del soggetto. L’uomo è fuori di sé, l’alterazione alcolica lo condiziona pesantemente: all’inizio si dimostra molto nervoso ed insofferente, sbuffa e inveisce. Poi, d’improvviso, l’atteggiamento di M.F. si fa addirittura furioso e violento, tanto che il suo contegno, di fronte all’evidenza dei fatti, degenera in quella che in gergo viene definita "resistenza attiva": spintoni, pugni, persino insulti e minacce nei confronti dei militari e degli operatori sanitari intervenuti sul luogo. Alla fine, i carabinieri riescono ad avere la meglio. Per sua fortuna, le condizioni della ragazza travolta all’incrocio non preoccupano.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

Per la gestione dei club alcolisti in trattamento nel Basso Polesine 
Rinnovata la convenzione dell’Ulss 19 con l’Acat

Prosegue l’intesa tra Ulss 19 di Adria e l’Acat del Basso Polesine. E’ stata, infatti, rinnovata anche per il 2008 la convenzione per la gestione dei club alcolisti in trattamento. (*) I club sono gruppi plurifamigliari composti di 8-10 famiglie con problemi alcol-droga correlati, dislocati in tutti i comuni bassopolesani, che si incontrano una volta la settimana alla presenza di un operatore. Lo scorso anno sono state 125 persone, con i loro famigliari, ad usufruire di un trattamento per il superamento dei problemi collegati all’uso e dipendenza da alcol e droga.
Oltre all’intervento riabilitativo, l’Acat garantisce, sempre in collaborazione con gli operatori del Servizio tossicodipendenze e con quelli della comunità Solidarietà Delta di Porto Tolle, interventi di sensibilizzazione alla comunità, come in occasione dell’Alcol Prevention Day promosso dalla Società Italiana di Alcologia nel mese di aprile. Una fruttuosa e duratura collaborazione, alla quale il direttore generale Ulss 19 Giuseppe Dal Ben augura, per il nuovo anno, un lavoro ancor più sinergico nelle attività che mirano al cambiamento della cultura sui problemi alcol-droga e sui comportamenti a rischio per la salute. Concetto condiviso dal direttore del Dipartimento per le dipendenze Andrea Finessi, il quale conferma che gli interventi previsti dalla convenzione con l’Acat, assieme a quelli programmati con la comunità terapeutica Solidarietà Delta di Porto Tolle e con la cooperativa sociale Don Sandro Dordi di Porto Viro, si affiancano all’attività del Sert Ulss 19 creando un articolato circuito terapeutico- riabilitativo mirato ad affrontare e superare i problemi alcol-droga correlati.
(*) Nota: come spesso accade, la terminologia utilizzata in questo articolo è molto imprecisa.
Mi auguro che non sia vero che l’ASL mette il naso nella “gestione” dei Club di quel territorio: sarebbe un’ingerenza molto grave ed inaccettabile.


LA NAZIONE

VIA PIGAFETTA
Ubriaco con prostituta, denunciati per atti osceni
Erano in macchina in via Pigafetta, appartati. Sorpresi dalla polizia, una prostituta e un cliente, entrambi di nazionalità rumena, sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico. L’uomo è stato denunciato anche per guida in stato di ebbrezza. L’alcol test ha evidenziato, infatti, un tasso alcolico nel sangue superiore di due volte il limite di legge
Firenze, 19 gennaio 2008 –
Denunciati per atti osceni in luogo pubblico una prostituta e un cliente, entrambi rumeni.
I due sono stati sorpresi la scorsa notte in un’auto, in via Pigafetta, a Firenze. L’uomo è stato denunciato anche per guida in stato di ebbrezza. Infatti, invitato a seguire in auto gli agenti, una volta arrivati al comando, l’alcol test ha evidenziato un tasso alcolico nel sangue del rumeno due volte superiore ai limiti di legge.
Le denunce sono scattate durante i controlli della polizia municipale e dei carabinieri organizzati anche per la tutela delle scuole e dei giardini e mirati alla prevenzione degli atti osceni in luogo pubblico.
In tutto, gli agenti e i militari hanno identificato 35 persone di cui 18 cittadini italiani e undici donne di nazionalità rumena, albanese e greca.


IL GAZZETTINO (Venezia)

Dopo le segnalazioni dei vicini gli agenti della Polizia municipale intervengono in un appartamento di Sacca Fisola 
Nella casa quasi una discarica 
Una donna, ricoverata poi in ospedale, viveva tra rifiuti e vecchi oggetti abbandonati

Quando sono entrati nella casa, in ogni stanza c’era disordine. L’ennesimo caso di solitudine ed emarginazione in una città che vede passare milioni di turisti ogni anno.
In questo caso l’intervento della Polizia municipale si è svolto in una casa di Sacca Fisola. Da alcuni giorni i vigili della sezione Disagio sociale avevano ricevuto la segnalazione che da un appartamento di calle dei Figheri proveniva un odore molto forte. A questo punto i vigili urbani si sono recati nella casa. Quando hanno suonato al campanello hanno trovato una donna, A.G., 77 anni che vive tra i rifiuti, i cumuli di carta, muri scrostati, pacchi di plastica ed altro ancora.
La donna, che condivide la casa con un uomo di qualche anno più giovane di lei, vive insomma in condizioni igieniche quantomeno precarie: un caso di solitudine ma anche di abbandono. A questo punto la pattuglia, coordinata dall’ispettore Maurizio Francesconi, ha iniziato ad effettuare ulteriori controlli scoprendo poi che la donna da tempo aveva qualche problema di salute legato all’alcol.
Raccolti tutti gli elementi utili gli agenti hanno quindi disposto il ricovero in ospedale della donna e dell’uomo al fine di valutare con maggiore precisione le loro reali condizioni di salute (i vigili si sono presi cura anche del cane che viveva nell’appartamento).
Ma questo non è che il primo passo dell’intervento della Polizia municipale.
In simili situazioni, oltre al ricovero, vengono immediatamente allertati i servizi sociali del Comune che una volta accertata la gravità della situazione inseriscono la famiglia in una sorta di "rete" che prevede controlli abbastanza frequenti nelle abitazioni. Viene poi allertata Vesta per la raccolta dei rifiuti e in alcuni casi si chiede l’aiuto dei Vigili del fuoco. In questi casi, vista la gravità della situazione, i pompieri sono chiamati a svolgere una relazione tecnica che accerti la sicurezza dell’abitazione (spesso si tratta di case vecchie nelle quali non sono mai stati fatti interventi di ristrutturazione).
«Non si tratta di casi isolati - spiegano i vigili urbani - almeno una volta alla settimana siamo chiamati ad intervenire per vicende analoghe in ogni angolo del territorio comunale. Non solo nel centro storico, ma anche nelle isole e in terraferma».

G.P.B.


IL MATTINO

Dimenticato all’obitorio
Maurizio Cerino
Morire a Napoli e rimanere dimenticati in obitorio per un anno. È la incredibile storia di Massimo Mandolini, giovane di Senigallia classe ’75 deceduto il 2 febbraio dello scorso anno. Morto per «arresto circolatorio da cause non violente», una overdose di alcol o droga, forse un micidiale mixer di liquore e antidepressivi. Ma la «colpa» di Massimo è stata quella di morire senza documenti addosso, persi la sera prima a Portici.
Ma chi procede su quel caso di ritrovamento di «cadavere ignoto» non conosce tutti quei particolari. Il giovane viene trovato privo di vita in piazza Garibaldi nelle prime ore del 2 febbraio. Una piazza, anzi una zona dove episodi del genere non sono rari. Massimo Mandolini, per la sovrapposizione di avverse circostanze, è confuso come uno di quei giovani «senzatutto» che muoiono per freddo, malori o droga. E che nessuno reclama. Chiuso con solerzia in una grezza cassa di abete, per la «normalizzazione dei luoghi», e portato in obitorio al policlinico federiciano. Un telex alla Procura, destinatario il pm di turno che legge e sigla il foglietto. Quindi apre un fascicolo con su scritto «Atti relativi a: decesso di ignoto» e ve lo depone. Caso chiuso. Per il sistema burocratico, forse, ma non per Rina Bonazzelli, mamma di Massimo, che a cinquecento e rotti chilometri da Napoli attende notizie del figlio. Massimo ha lasciato Senigallia da poco più di 24 ore per raggiungere Portici: vuole frequentare un corso di formazione per personale da impiegare sulle navi da crociera. Può essere la sua occasione: ha un diploma dell’alberghiero e una certa esperienza professionale come portiere di notte in alberghi delle sue parti. «Stai tranquilla, mamma, appena arrivo ti chiamo», dice Massimo quando la saluta. È l’ultima volta che Rina vede il figlio da vivo. Lo rivedrà domani, per il triste rito del riconoscimento. Dopo una serata in attesa, trascorsa a comporre il numero del cellulare del figlio, la donna va dai carabinieri; denuncia al luogotenente Imparato, comandante della stazione carabinieri di Senigallia, la scomparsa del figlio. Il sottufficiale, secondo procedura, avverte i comandi carabinieri di Torre del Greco, competente per Portici, e Napoli. Una risposta arriva: «Alle 2,30 del 2 febbraio Massimo Mandolini è stato fermato dai carabinieri di Portici», su segnalazione dei responsabili dell’ostello Fabric, dove il giovane aveva preso un posto e dove era rientrato visibilmente alterato. Quella notte Massimo la trascorre in caserma: i militari lo identificano attraverso la scheda dell’ostello: con sé non ha documenti. In caserma arriva un medico del 118 perché in tasca gli trovano degli antidepressivi: l’ipotesi è che può aver ingerito un cocktail di alcol e psicofarmaci. Passa la notte e anche la sbornia. Massimo saluta, chiede scusa e ringrazia e dice che ha un biglietto di ritorno per casa. Ripassa in ostello per cercare i documenti, soldi e cellulare, ma non trova nulla. Si avvia verso la stazione ferroviaria. Da quel momento si sono perse le sue tracce. Due storie parallele che la burocrazia non sovrappone, nemmeno con due puntate di «Chi l’ha visto?», dove la disperata Rita parla del figlio, dei suoi tatuaggi al polso e alla schiena. A ottobre Rina è a Napoli dal pm Ida Frongillo che la rassicura: il caso non sarà archiviato. Massimo, però, era già da 8 mesi all’obitorio. Poi qualcuno pensa di chiedere in obitorio. E si scopre che c’è una salma con dei tatuaggi; la foto conferma che si tratta di Massimo Mandolini. A un anno dalla sua morte.

Maurizio Cerino


TRENTINO

FURBIZIE
Cioccolatino o rum non si frega l’alcoltest
Dal cioccolatino al liquore alla torta col rum, passando per il collutorio. Di fronte alla macchinetta dell’alcoltest la fantasia triplica le energie e riesce ad immaginare l’inimmaginabile pur di evitare il temuto ritiro della patente e la denuncia. Nei giorni scorsi però un giudice di Rovereto ha rispedito al mittente la difesa di un uomo: sosteneva che a far lievitare il suo tasso alcolico fosse stato il collutorio. E’ vero, ma solo per pochi minuti.


IL SECOLO XIX

«Lei è ubriaco via la patente» Ma è astemio
l’odissea di un ingegnere
Dopo un incidente gli fanno il test al San Martino ma il risultato è falsato: nella provetta c’era alcol

MIRKO Berrutti parlava e persino sorrideva, il giorno dell’incidente, lucidissimo e dritto in piedi nonostante il dolore alla schiena. E solo la mattina dopo ha capito d’essere finito in un mezzo incubo, quando gli hanno detto che aveva guidato ubriaco (con un tasso alcolico di 1,89 grammi per litro, 1,49 oltre il limite) sebbene lui sia astemio da una vita. Mirko Berrutti, 37 anni, un ingegnere elettrico di Nervi che ha organizzato pure convegni internazionali sulla sicurezza stradale, è stato indagato, ha perso la patente, la sua auto è finita sotto sequestro. E gli avevano consigliato di patteggiare la condanna che, dopo il giro di vite impresso dal governo lo scorso anno, sarebbe stata come minimo di tre mesi d’arresto. «Il problema - spiega oggi - è che si erano sbagliati a fare l’esame, utilizzando un campione contaminato dal disinfettante e perdendo, per un po’ di settimane, persino il mio sangue».

È SCRITTO nero su bianco sulla perizia che lo ha definitivamente scagionato, il documento che ha spinto il procuratore aggiunto Franco Cozzi - titolare dell’inchiesta - ad archiviare tutto con tante scuse. «Non si può parlare di lieto fine - insiste Berrutti, assistito nel corso della sua odissea dall’avvocato Riccardo Lamonaca - perchè questa storia mi ha comunque procurato disagi assurdi. Sono senza macchina da tre mesi pur non avendo fatto nulla, e c’è voluto qualche migliaio di euro per scomodare i periti grazie ai quali si è dimostrato che ero sobrio. D’accordo usare il pugno duro su chi guida in stato di ebbrezza, ma rischiare una condanna a tre o sei mesi per un errore mi sembra troppo». Il primo tassello del domino si materializza alle 16 dell’1 novembre scorso, sulla rotatoria che smista il traffico fra via Francesco Pozzo, via Saluzzo e via Nizza ad Albaro. Berrutti è in moto, lo scontra un’auto sul fianco destro e cade. Non si fa (quasi) nulla e nemmeno il conducente della vettura è ferito. I primi rilievi sono eseguiti dalla polizia stradale, perché il comando regionale è posizionato a poche decine di metri. Gli agenti chiariscono la dinamica, invitano entrambi i protagonisti a farsi medicare e nel frattempo passano le consegne ai vigili. All’ospedale Berrutti accetta di sottoporsi all’alcol-test e al controllo sull’eventuale assunzione di stupefacenti.(*) «Ero tranquillissimo - precisa - per il semplice motivo che non bevo». Prelievo del sangue, ultima visita per verificare che la collisione non abbia prodotto lesioni interne e lo dimettono con una settimana di prognosi. L’incidente non si rivela nemmeno troppo complicato in materia di risarcimento, in quanto nessuno dei mezzi ha danni evidenti. E però il giorno successivo riceve una strana telefonata: «Era la Municipale che mi convocava in tutta fretta. "Abbiamo scoperto un tasso alcolico altissimo - dicevano - dobbiamo redigere un nuovo verbale e soprattutto denunciarla a piede libero per guida in stato di ebbrezza». Berrutti corre al San Martino per chiedere delucidazioni, vorrebbe sottoporsi a qualche controanalisi ma evidentemente è troppo tardi. E ora allarga le braccia: «Il giorno prima non mi avevano consegnato alcun referto, e a distanza di ventiquattr’ore mi sono agitato parecchio. Sapevo che 1,89 grammi litro è un dato molto alto, punito con severità ed eventualmente con la detenzione».

A DISTANZA di dieci giorni supplica i medici di fargli almeno un esame al fegato, che lo certifica sanissimo. Non incide tuttavia nel percorso giudiziario, e senza risposta resta una richiesta di delucidazioni inoltrata al comando dei vigili il 12 novembre. Il 20 recapitano la lettera con cui la prefettura ufficializza il ri

Lunedì, 21 Gennaio 2008
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