IL RESTO DEL CARLINO
PASSA IN
COMMISSIONE UN EMENDAMENTO CHE TOGLIE IL DIVIETO Sì’
all’alcol in discoteca dopo le 2 E’
PASSATA quasi in silenzio. Ma intanto è passata. E col voto unanime da
parte di tutti i capigruppo della IX commissione parlamentare, quella sui
trasporti. Nella riunione di giovedì la commissione, impegnata a esaminare un
nuovo disegno di legge sulla sicurezza stradale, ha approvato all’unanimità l’emendamento
24.34 che sopprime il divieto, per tutti i locali che fanno intrattenimento, di
vendere alcolici dopo le 2 di notte. E se l’emendamento verrà approvato da
Camera e Senato, scomparirà dunque il tanto discusso divieto, introdotto nella
legge approvata lo scorso ottobre fra mille polemiche. Esultano già Silb (Sindacato italiano dei
locali da ballo) e Fipe (Federazioni dei pubblici esercizi), che in una lettera
inviata venerdì ai loro associati sottolineano come «le modifiche approvate dalla commissione parlamentare recepiscono
integralmente la nostra posizione». Esulta anche Antonio Flamini, vice
presidente nazionale del Silb. «Noi l’abbiamo sempre detto: questa legge, così
com’era stata approvata, è stata uno sbaglio. Non è mettendo lo stop all’alcol
dopo le 2 che si risolve il problema della sicurezza sulle strade». «Finalmente
— continua Flamini — l’hanno capito pure i parlamentari, che infatti hanno
approvato all’unanimità in commissione l’emendamento. Ora vedremo quando
l’emendamento approderà in Camera e Senato, ma siamo fiduciosi». Di sicuro
l’on. Carlo Giovanardi (Udc), da
sempre in prima linea contro le stragi del sabato sera, darà battaglia: «Farò di tutto affinché questo emendamento
non arrivi in Parlamento: sarebbe uno scandalo se passasse... Proprio adesso
che i dati sugli incidenti confermano la bontà di questa legge. Piuttosto mi
batterò perché il divieto di vendere alcolici dopo le 2 sia esteso a tutti i
pubblici esercizi, bar compresi». Manuel
Spadazzi
LETTERA DI ROBERTO ARGENTA
Ai componenti Commissione permanente trasporti
della Camera,
da qualche tempo si discute molto del problema
delle cosiddette “stragi del sabato sera”, è un problema complesso e con
diverse implicazioni. Tra le diverse iniziative attivate in questi anni, in un
solo caso si sono visti risultati positivi, concreti e quantificabili: con
l’entrata in vigore dell’articolo 6, comma 2 del decreto-legge 3 agosto 2007,
n. 117, convertito dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, legge 160 del 16/9/07. Secondo i dati della Polizia Stradale,
confrontando i dati degli incidenti stradali del fine settimana nei primi 9
mesi del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006 e confrontandoli con le 11
settimane del trimestre ottobre–dicembre 2007 (dopo l’entrata in vigore della
legge 160 fino al 16 dicembre), si può constatare che gli incidenti sono
passati da un -6% a -9%, i morti sono passati da -4,6% nei primi 9 mesi a -21,7% nelle settimane di ottobre-dicembre,
i feriti da -4,4% a -11,5%. Rilevante il dato del miglioramento delle vittime
fra i giovani sotto i 30 anni, passate da + 0,3% nei primi 9 mesi a -21,9%
negli ultimi 3 mesi. Le vittime nelle notti del fine settimana sono passate da
-6,4% a -28,4%, una diminuzione ben quattro volte superiore a quella dei primi
9 mesi. Nessuna altra iniziativa, legge o
provvedimento ha ottenuto finora risultati così significativi. Ho letto con stupore che la commissione ha
approvato degli emendamenti alla legge 160; eliminando, tra l’altro, il divieto
di somministrazione di alcolici dopo le ore due per i locali di
intrattenimento. Ai componenti della commissione rivolgo con
indignazione una domanda, a cui vorrei rispondeste prima di tutto a voi stessi:
in base a quali dati, quali informazioni, quali suggerimenti e quali interessi
prende le proprie decisioni la commissione? Non voglio pensare che la
Commissione trasporti della Camera abbia come interlocutore privilegiato gli
esercenti locali notturni che lamentano un calo delle vendite di alcolici.
Dalla lettura dei resoconti dei lavori, tuttavia, non emerge nessuna altra
interpretazione. È incomprensibile che si voglia emendare
l’unico provvedimento che, in questi anni, si è dimostrato efficace nel salvare
le vite dei frequentatori di locali notturni. Roberto Argenta - Asti
COMUNICATO STAMPA
ASSOCIAZIONE EUROPEA FAMILIARI E VITTIME DELLA
STRADA - ONLUS LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CALPESTA I
RAGAZZI CHE MUOIONO SULLE STRADE. ALL’UNANIMITA’ La norma
che ha introdotto maggiori sanzioni per la guida in stato di ebbrezza e, in
alcuni locali notturni, il divieto di somministrazione di bevande alcoliche
dopo le 2 di notte, sta producendo eccellenti risultati. Da
quando è entrata in vigore, le morti notturne sulle nostre strade sono calate
del 30,4 per cento: un dato straordinario, troppo significativo per poter
essere casuale. A quanto
pare ai nostri parlamentari questo non interessa. Hanno dato ascolto ai gestori
dei locali notturni che lamentano un calo degli affari. La
Commissione Trasporti di Montecitorio, all’unanimità, ha deliberato una bozza
di riforma che tende a cancellare tutto questo. A fronte
di risultati tanto straordinari, se correzione andava portata, ci si attendeva
che si estendesse il divieto di vendita di alcol dopo le 2 di notte a tutti i
rivenditori. Invece
si vuole togliere il divieto anche nelle discoteche, per tutelare il
portafoglio di qualcuno, a danno della salute della sicurezza dei nostri
giovani. I
rappresentanti dei locali notturni hanno già dichiarato, entusiasti: “le modifiche approvate dalla commissione
parlamentare recepiscono integralmente la nostra posizione”. Questa
efficace norma era condivisa dalla stragrande maggioranza dell’opinione
pubblica, ma cosa importa: quando c’è da eliminare qualche cosa che funziona, i
nostri parlamentari se ne fregano dell’opinione della gente, riescono persino a
superare le loro divisioni, e sanno decidere all’unanimità. Tanti
anni di discussioni, tavoli di lavoro, convegni..., e poi, quando finalmente si
trova una strada per ottenere buoni risultati, si cancella tutto! Non
possiamo stare zitti di fronte a chi ignobilmente calpesta la vita e della
sicurezza dei nostri ragazzi: in Italia la metà degli incidenti stradali sono
correlati alla guida in stato di ebbrezza. Siamo
arrabbiati, è davvero difficile scrivere quello che pensiamo di questa classe
politica senza scadere nell’insulto e nella volgarità. Denunciamo
a tutti i cittadini questa vicenda per chiedere il loro sostegno nella nostra
protesta. Carla
Mariani Portioli vice-presidente
Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada - onlus
IL MESSAGGERO (Ostia)
L’episodio
in viale Paolo Orlando. L’automobilista, con l’obbligo di dimora, ha anche
aggredito passanti e vigili Ubriaco
e drogato travolge due donne Erano sulle strisce: una è gravissima.
L’investitore denunciato a piede libero di MARA
AZZARELLI Soggetto
a provvedimento restrittivo, ubriaco, drogato investe due donne: sono entrambe
gravissime - una rischia la vita - ma lui non va in galera. Neanche dopo aver
reagito a un vigile e ai carabinieri che tentavano di fermarlo e aver sferrato
due cazzotti ad un anziano passante. Il magistrato lo rimanda a casa con una
denuncia. Tutto è iniziato ieri mattina intorno alle 9,45 in viale Paolo
Orlando, vicino a piazza della Stazione del Lido. «Quella donna è volata in
aria come una bambola», descrive un uomo scioccato per quello che ha appena
visto. Secondo quanto raccontano i testimoni, versione confermata anche dalla
polizia municipale subito intervenuta, M.V., 32 anni, aveva imboccato quella
centralissima e trafficata strada di Ostia ad alta velocità. Le due donne
stavano attraversando. Sulle strisce. P.A., 26 anni, viene investita ma
l’impatto più forte è con T.F., di 46 anni. Il suo corpo vola prima sopra una
macchina parcheggiata, una Toyota Picnic, a cui spacca il parabrezza, e poi si
schianta in terra. Chi l’ha vista dice che non si è più mossa. Le sue
condizioni sono da subito infatti state gravissime. Trasportata prima al Grassi
in autoambulanza, viene poi trasferita in elicottero presso l’ospedale romano
San Camillo. I soccorritori l’hanno trovata in terra immersa in una pozza di
sangue. Le sue ciocche di capelli sull’asfalto rendono l’idea di quanto
l’impatto sia stato forte. L’altra donna viene ricoverata, grave ma non in
pericolo di vita, all’ospedale di via Passeroni. Nel frattempo l’investitore aveva fermato la
macchina, un vecchio modello della Lancia Y - risulterà intestata ad una donna
- qualche metro più avanti. Secondo qualcuno avrebbe accennato una fuga a piedi
fino a un bar vicino dove in effetti i vigili lo hanno raggiunto. Forse provava
a scappare per paura di essere linciato dalla folla. E’ sempre nelle vicinanze
del bar che si sarebbe però scagliato contro alcuni passanti e contro la
polizia municipale arrivata sul luogo dell’incidente in pochi minuti. Per
calmarlo sono dovuti intervenire anche i carabinieri e una volante della
polizia. «Era una furia - racconta una
donna - dava calci alle macchine e si arrabbiava con chi si avvicinava. Ha
anche dato due pugni a un anziano». Portato via con forza dal luogo
dell’incidente il trentaduenne è stato accompagnato dai vigili al Grassi (la
pattuglia della polizia municipale è stata costretta a fare tappa al
commissariato di polizia visto che in macchina continuava a dimenarsi). In
ospedale i vigili hanno chiesto ai medici di sottoporlo alle analisi per
verificare la presenza di droga e alcol nel sangue. Test risultato positivo a cocaina, cannabinoidi ed etanolo. Il suo nome era già noto alle forze
dell’ordine, carabinieri e polizia, per reati che vanno dall’estorsione
all’associazione a delinquere, allo spaccio di stupefacenti. Per due volte in passato era stato
fermato e trovato ubriaco al volante. Anche al momento dell’incidente
era soggetto a un provvedimento restrittivo: l’obbligo di dimora. Malgrado questo
il pubblico ministero ha comunque deciso di procedere con una denuncia in stato
di libertà per lesioni colpose e resistenza a pubblico ufficiale. E rimandarlo
quindi a casa.
L’ARENA di Verona
OSTINAZIONE
ALCOLICA Ritirati
22 documenti dalle forze dell’ordine. E c’è perfino chi non sente ragione e ci
ricasca Senza
patente per alcol di nuovo ubriaco in auto Serpelloni:
«Fare i test è difficile. Gli automobilisti nervosi si rifiutano così
peggiorano la situazione» Continua
a crescere il livello del tasso alcolemico. Alto il numero delle donne ebbre Su 37
automobilisti fermati, 22 patenti ritirate. Addirittura, è stata individuata una
persona in stato di ebbrezza che guidava senza patente essendogli questa stata
precedentemente ritirata. Ma il provvedimento non è bastato a far desistere
l’automobilista. Il problema alcol e droga alla guida non
sembra diminuire, anzi, aumenta mostrando
un incremento del tasso di positività da un 53,7% dello scorso sabato, ad un
preoccupante 59,4% dell’altra notte. Ancora una volta sono scesi in strada per i
controlli la polizia stradale, i carabinieri, la polizia municipale, quella
provinciale e la guardia di Finanza che hanno pattugliato le strade di Verona
fermando 37 conducenti di autoveicoli e accompagnandoli al dipartimento delle
dipendenze dell’Asl 20 di Verona per eseguire gli accertamenti su alcol e
droghe alla guida di autoveicoli. I dati
rilevati hanno purtroppo dimostrato, ancora una volta, un aumento delle
positività per alcol e droghe rilevando sui conducenti esaminati circa il 60%
di positività, di cui il 37,8% è risultato positivo all’alcol, il 10,8% alle
droghe e il 10,8% ha associato alcol e droghe. Dei positivi alle droghe (8 persone),
il 25% aveva utilizzato cannabis, il 37,5% ha usato cocaina e cocaina associata
a cannabis. Si è
notato un aumento dei rifiuti a sottoporsi agli accertamenti. In merito a ciò, il
dottor Serpelloni, direttore del dipartimento delle dipendenze, ha dichiarato:
«Manca totalmente la consapevolezza che il rifiuto a sottoporsi agli
accertamenti tossicologici comporta un aggravio della sanzione attribuita al
conducente fermato. Il rifiuto, infatti, rappresenta un illecito
amministrativo, sanzionato con un’ammenda che va dai 2.500 ai 10.000 euro. A
ciò si aggiunge la sospensione della patente dai 6 mesi ai 2 anni, pena
decisamente peggiorativa rispetto a quella prevista per chi decide di
sottoporsi volontariamente agli esami e viene riscontrato positivo. Infine,
l’automobilista si vedrà sequestrato il veicolo per 180 giorni». Gli accertamenti
specialistici neuro-psicologici e i test di reazione nervosa, eseguiti dai
medici del dipartimento delle dipendenze, hanno rilevato gravi alterazioni dei
riflessi e della coordinazione, tali da rendere la capacità di guida gravemente
compromessa riconfermando, inoltre, che queste persone avevano una scarsa
consapevolezza del loro deficit, sopravvalutando fortemente le proprie ridotte
capacità di performance. «Si nota, inoltre, un aumento dei consumi di
alcol tra le donne, che raggiungono tassi alcolemici alquanto elevati (1,42
g/l) e che manifestano un’aggressività notevole nei confronti del personale
sanitario incaricato degli accertamenti e una scarsa consapevolezza del loro
problema e dei rischi a cui vanno incontro ed a cui espongono terze persone»,
ha detto Serpelloni che ha sottolineato la professionalità delle forze
dell’ordine nel gestire le situazioni di crisi. Un dato da segnalare è che ancora una volta, molte delle persone riscontrate positive ad
alcol o droghe avevano alle spalle nella loro storia già delle precedenti
sospensioni di patenti al punto tale da essere definiti dei
"recidivi". «Stiamo studiando nuove forme di intervento che
permettano di rendere le procedure ancora più rapide e precise nonché
trasferibili a tutte le altre realtà sanitarie», ha concluso Serpelloni. «Auspichiamo
che dopo questa positiva sperimentazione vengano messe a disposizione
permanentemente le risorse umane e tecnologiche necessarie per poter continuare
i servizi di controllo sulla strada». A.V.
IL GAZZETTINO (Padova)
MONSELICE/BOARA
Nella notte Camionista
ubriaco Inferno sull’A13 Caselli
chiusi e 4 mezzi coinvolti Monselice (F.G./O.M.) Inferno sull’A13, chiusa ieri
mattina per quasi quattro ore a causa di una disastrosa carambola che ha
coinvolto un camion e tre auto. L’incidente è avvenuto verso le 4.30 in
direzione nord, dopo il casello di Monselice, ed è stato causato da un
autoarticolato che si è ribaltato nel mezzo della carreggiata. È un Iveco
Stralis condotto da O.C., rumeno di 40 anni, ubriaco al volante: i controlli cui è stato sottoposto hanno
permesso di stabilire che nel suo sangue il tasso alcolemico era superiore
alla quota di 1.5, molto al di sopra della soglia consentita. Nella
cabina c’era anche D.S., 22 anni, romeno. Il camion, che si è ribaltato per cause ancora
al vaglio, trasportava molti contenitori di sapone detergente per auto, che
hanno sparso gran parte del contenuto sulla sede stradale. La nebbia ed il
fondo scivoloso hanno fatto il resto, impedendo ai conducenti delle vetture che
seguivano l’Iveco di poter frenare in tempo. In rapida successione si sono
schiantate contro l’ostacolo, comparso improvvisamente nel mare di nebbia che
ieri mattina gravava sulla zona, una Toyota Yaris guidata da J.U., polacca, una
Sangyong con a bordo il ferrarese B.M. ed un altro passeggero ed una Ford Cmax
condotta da un trentenne di Boara Pisani, le cui iniziali sono G.M. Gli uomini al volante della Toyota e della
Sangyong sono stati ricoverati a Rovigo, ma non versano in gravi condizioni,
mentre le altre persone coinvolte nel sinistro sono rimaste quasi illese. Il
groviglio di lamiere piantato in mezzo all’autostrada ha portato alla chiusura
immediata dei caselli di Occhiobello, Rovigo, Boara e Monselice, in entrambe le
direzioni, fino alle 7. La completa percorribilità è stata ripristinata
solamente verso le 10. I disagi si sono moltiplicati per gli automobilisti
costretti a transitare lungo la strada statale 16 "Adriatica" per la
chiusura del casello autostradale di Monselice a causa di un incidente stradale
avvenuto all’alba sulla A 13 Padova Bologna. Il semaforo di Battaglia, posto
all’altezza del ponte di pietra, poco dopo le 7 va in tilt: i tempi di
accensione del semaforo rosso sono o troppo corti e troppo lunghi e in
contemporanea si accende anche il verde. Gli automobilisti sono molto prudenti.
La situazione determina ulteriori rallentamenti sulla grande arteria di
traffico e si formano lunghe code che raggiungono la lunghezza di cinque
chilometri. L’impianto semaforico è stato quindi
disattivato e ci hanno pensato gli agenti della polizia locale a regolare
l’incrocio. La situazione è tornata alla normalità verso le 10.
IL GIORNALE DI VICENZA
BREGANZE.
Giovedì sera all’Oratorio Don Bosco la riunione inaugurale della sezione Via al
gruppo Alcolisti anonimi Con
l’inaugurazione di un nuovo gruppo a Breganze, diventano 106 i gruppi di
Alcolisti Anonimi nell’Area Veneto, di cui 37 nella provincia vicentina. La riunione inaugurale è in programma per
giovedì 24 gennaio, alle 20.30 nella sala conferenze dell’Oratorio Don Bosco,
in via Pieve a Breganze, sul tema “Il nostro metodo”. La riunione aperta sarà coordinata da un
membro di Alcolisti Anonimi affiancato da un membro dell’Associazione Al-Anon
(Gruppi di familiari o amici di Alcolisti). Parteciperanno in qualità di invitati anche
medici, psicologi, rappresentanti delle istituzioni, sacerdoti, autorità locali
e chiunque ritenga di avere un problema legato all’alcol o desideri essere di
aiuto a chi forse è nel problema. La sede del gruppo A.A. sarà aperta il lunedì
e il giovedì dalle 20.30 alle 22.30; gli stessi giorni e orari saranno
rispettati anche dal Gruppo Familiari Al-Anon con sede nello stesso stabile. Si
può rivolgere alla sede chiunque abbia o solo creda di avere problemi con
l’alcol: la partecipazione è completamente gratuita e assolutamente anonima. Alcolisti Anonimi è un’associazione di
promozione sociale, iscritta al Registro nazionale; è dotata di un centralino
nazionale per richieste d’aiuto che risponde al n. 06 6636620. Storicamente, Alcolisti Anonimi nasce negli
Usa nel 1935 ed è presente in oltre 160 Paesi nel mondo con più di centomila
gruppi e milioni di alcolisti recuperati; in Italia è attiva dal 1972 e si è
rapidamente diffusa su tutto il territorio nazionale, dove oggi conta circa 500
gruppi. Fra i suoi tratti più originali, A.A. ha in pratica “inventato" il
metodo dei gruppi di autoaiuto: l’alcolista che ha smesso di bere mantiene e
consolida la propria sobrietà utilizzando la propria capacità di aiutare un
altro alcolista ancora nel problema.
REPUBBLICA.IT
STRAGI
SABATO: A RIMINI 100 PATENTI RITIRATE NEL 2008 Soltanto ieri notte, sono state 20 le denunce
con ritiro delle patenti, per guida in stato di ebbrezza, a Rimini. Salgono
cosi’ a 100 le denunce e le patenti ritirate dai Carabinieri del nucleo
radiomobile della compagnia di Rimini dall’inizio del 2008 (*) (639 sono state
le persone denunciate, con ritiro delle patenti di guida, nel 2007, sempre ad
opera dei carabinieri della compagnia di Rimini).
CORRIERE ADRIATICO
Più
pattuglie per vigilare sulla circolazione e contrastare l’abuso di alcol e
droga L’attività
di educazione stradale nelle scuole Aumentate
le multe e i ritiri delle patenti La
polizia municipale ha celebrato il patrono San Sebastiano L’anno
dei controlli notturni SENIGALLIA – Dopo il rafforzamento della
vigilanza di quartiere, avvenuto nel 2007, protagoniste
del 2008 saranno le pattuglie notturne per contrastare l’abuso di alcool e
droga. Si è chiuso l’anno del debutto per “Più vicini, più sicuri” e si
apre quello di “Viaggio sicuro al termine della notte”. Progetti finanziati
dalla Regione, attraverso i quali la Polizia municipale cerca di essere più
presente nel territorio e in prima linea per fronteggiare le nuove emergenze.
“Sicurezza del cittadino e stimolo della coscienza alla legalità – ha esordito
ieri il comandante Flavio Brunaccioni, durante la celebrazione del patrono dei
vigili urbani – è un binomio che rappresenta il patrimonio della Polizia
municipale e che, sempre più spesso, siamo chiamati a riaffermare. In
quest’ottica va iscritto anche il progetto “Viaggio sicuro al termine della
notte”. Nessuno meglio della Polizia municipale – ha ricordato il comandante –,
può rendersi conto che un’efficace lotta
contro l’abuso di alcool e l’uso delle droghe può essere condotta non solo con
le sanzioni ma anche con una presa di coscienza seria da parte dei giovani,
principali vittime di mode indotte e favorite da chi basa i propri interessi
economici sulla cultura dello sballo a tutti i costi”. Il monito a
proteggere le giovani generazioni arriva anche dal primo cittadino. “Bisogna
aggredire la piaga sociale della cultura dello sballo – ha ribadito il sindaco
Luana Angeloni –, bisogna acculturare i
giovani prima ancora di scendere in strada per controllarli. Iniziamo a far
crescere la coscienza della legalità partendo dai nostri ragazzi”. Intensa l’attività di educazione stradale che
la Polizia municipale ha assicurato anche nel 2007, con 335 ore di lavoro
svolto tra i banchi. Proprio dalle scuole arriva anche un contributo nel campo
della sensibilizzazione: un manifesto che vedremo presto affisso per le vie
della città. Il bozzetto con lo slogan “Se
devi guidare lascia che l’unico a bere sia il tuo motorino”, vincitore del
concorso “L’ho fatto io”, porta la firma di Daniele Bertozzi della III A
Belardi, accompagnato ieri a ricevere il premio dall’insegnante Anna
Sinigaglia. Lo studente ha ricevuto una bicicletta mentre la sua classe potrà
partecipare ad una gita in un’area verde della regione. Proprio dall’ambito della sicurezza stradale
arrivano segnali positivi. Gli incidenti nel 2007 sono stati 176, contro i 251
dell’anno precedente, tra cui uno con un mortale, 116 con feriti e 59 con soli
danni ai veicoli. Calano i sinistri ma aumentano le multe. Sono state 16.813 le
infrazioni al Codice della strada per un importo di 990.649,10 euro, mentre nel
2006 erano state 14.494 per un totale di 896.154,98 euro. Durante il 2007 sono
state inoltre ritirate 36 patenti, multati 350 automobilisti per eccesso di
velocità, 33 per guida in stato
d’ebbrezza (*) e sanzionati altri 296 per divieto di fermata nelle vie
della prostituzione. (*) Nota: Rimini e Senigallia non sono
lontanissime tra loro. Nella prima sono state ritirate dai Carabinieri
100 patenti per guida in stato di ebbrezza in venti giorni, nella seconda sono
state ritirate dalla Polizia Municipale 33 patenti in un anno intero.
IL GAZZETTINO (Venezia)
Ubriachi
al volante, ritirate 18 patenti PORTOGRUARO - Diciotto automobilisti sono
stati denunciati la scorsa notte dai Carabinieri della Compagnia di
Portogruaro. Tutti avevano infatti bevuto più del consentito, addirittura
superando i limiti di ben 4 volte. L’ultima normativa sulla sicurezza stradale
non ha fornito ancora l’esito sperato, che sta per il momento tardando ad
arrivare. Almeno a giudicare dall’ultimo servizio di controllo, che i
Carabinieri della Compagnia di Portogruaro hanno improntato la scorsa notte a
Fossalta di Portogruaro.Se dalle verifiche precedenti, sul tasso alcolico degli
automobilisti, i risultati erano stati incoraggianti, ai militari è bastato
spostare di poche centinaia di metri il posto di blocco. Ieri notte, per 8 ore,
gli uomini diretti dal Capitano Marco Giacometti hanno presidiato la statale
14, nei pressi della nuova rotatoria dell’area "East gate".
Complessivamente 10 carabinieri si sono posizionati nei due svincoli
principali, con 4 mezzi e la Stazione Mobile, forse un po’ meno visibili da
lontano rispetto agli altri controlli. Un sorta di test, che ha evidenziato l’
irresponsabilità di molti conducenti. Tra i 600 controllati dalle 22 alle 6 di
eri mattina, ben 18 sono risultati positivi al test del etilometro. Alcuni erano ubriachi addirittura all’alba,
quando dall’ultima bevuta erano passate 4 ore. (*) Quasi tutte le
sanzioni infatti sono scattate tra le 4 e le 6 del mattino. I conducenti
risultati positivi, di età compresa
tra i 65 e i 20 anni, stavano rincasando e dovevano percorrere decine
di chilometri. Provenivano infatti da Pordenone, Udine, Treviso, Gorizia, ma
anche dal Bassanese e della Slovenia. Tra i 15 uomini e le tre donne risultate
positive, propria una trentaquattrenne slovena ha toccato il triste record di 2
grammi per litro di alcol. Tutti sono stati denunciati, mentre la patente è
stata ritirata. Dovranno pagare anche una pesante multa, nonché seguire dei
corsi di riabilitazione. Tra le note positive, nessun incidente è stato
registrato, anche per questo sono già stati previsti altri controlli. Marco
Corazza (*) Nota: forse.
ALICE.IT
ROMA,
TENTA SUICIDIO BUTTANDOSI NEL TEVERE: SALVATO DA DUE CC I
militari lo afferrano per le gambe all’ultimo momento Roma, 20 gen. (Apcom) - Un 47 romeno, in stato di ubriachezza, è stato
salvato ieri sera, in località Torrita Tiberina, mentre tentava il suicidio
lanciandosi da uno dei ponti del Tevere, sulla via Tiberina. Due carabinieri,
liberi dal servizio, appartenenti alla stazione di Roma Torrita Tiberina, che
transitavano sulla via con la loro auto, hanno visto l’uomo mentre provava a
scavalcare la ringhiera in ferro a protezione del margine del ponte. I due
militari lo hanno salvato afferrandolo per le gambe e hanno chiamato
un’ambulanza che lo ha portato all’ospedale di Monte Rotondo.
IL GAZZETTINO (Padova)
CASTELBALDO
Marocchino ubriaco attacca briga con un connazionale sotto gli occhi dei
passanti, poi... Come una
furia contro i carabinieri Pugni e
calci prima di essere bloccato. Risulta irregolare, ora è a disposizione
dell’autorità giudiziaria Castelbaldo Una furia della natura, che prima attacca
briga con un connazionale senza motivo e poi se la prende con i carabinieri,
mandandone due all’ospedale: avrà parecchio tempo per pensare alle sue azioni
Adil Haidoufi, un marocchino di 26 anni, che è finito in manette per aver
menato due militari che erano accorsi, chiamati d’urgenza sul posto dai
residenti, per sedare una lite scoppiata in una via del centro del paese. Il
fatto è accaduto l’altra sera, verso le 20.30, quando gli abitanti della zona hanno
sentito delle urla provenire da via Garibaldi, a pochi metri dal municipio e
dalla parrocchia del piccolo centro sull’Adige. Affacciandosi alla finestra, in
molti hanno potuto assistere ad un alterco fra due extracomunitari, i cui
motivi rimangono tuttora ignoti. In breve tempo il litigio si è trasformato in
qualcosa di più ed i due hanno iniziato a darsele di santa ragione. Secondo una
prima ricostruzione pare che Haidoufi abbia aggredito l’altro marocchino, del
quale non sono state rese note le generalità, senza apparante motivo e
insistendo su accuse del tutto campate in aria. Il ventiseienne era visibilmente alterato e ubriaco, e la
situazione sarebbe probabilmente degenerata, come spesso accade in questi casi.
Dalla vicina stazione dei carabinieri, che dal luogo in cui si stava svolgendo
la rissa dista solo poche decine di metri, è arrivata sul posto una gazzella,
dalla quale sono scesi due rappresentanti dell’Arma. Non appena ha visto le divise, il maghrebino ubriaco è andato su tutte
le furie e si è scagliato contro i carabinieri, che non hanno avuto neppure il
tempo di difendersi. Presi alla sprovvista da tanta veemenza, sono stati
tempestati da calci e pugni, riuscendo solo dopo qualche minuto a ridurre
al silenzio l’invasato. I militari si sono subito recati al pronto soccorso
dell’ospedale di Este, dal quale sono stati dimessi poco dopo con prognosi di
pochi giorni per le botte e i graffi. Anche Haidoufi è stato medicato, perché
durante la colluttazione si è procurato un profondo taglio all’avambraccio.
Portato in comando per il riconoscimento, è risultato essere irregolarmente
residente in Italia, privo di documenti e senza fissa dimora. Si suppone, dato
che in paese non è certo una faccia nuova, che viva in una casa abbandonata fra
Castelbaldo e Badia. Dopo aver passato una notte in camera di sicurezza ad
Este, è stato portato a Padova ed ora è a disposizione delle autorità per
essere processato. Ferdinando
Garavello
IL GAZZETTINO (Treviso)
IN VIA
AVOGARI Ubriaco
prende a pugni le vetture e poi si avventa contro i poliziotti Paura l’altro pomeriggio in centro per un
27enne marocchino, completamente
ubriaco. L’uomo ha cominciato a prendere a pugni le auto parcheggiate
in via Avogari, aggredendo poi gli automobilisti e i passanti. Erano le 18 circa. Il 27enne marocchino è in
via Avogari, dove comincia ad urlare ed a insultare i cittadini. Poi senza
motivo comincia a tirare pugni sulla carrozzeria di un’auto parcheggiata lì
vicino. Continua con le altre vetture. Qualcuno tenta di fermarlo, ma lui non
vuole sentire ragioni. Arriva a una Bravo e continua a tirare pugni:
all’interno una 67enne. Le urla e le richieste di aiuto della donna richiamano
alcuni passanti. C’è chi tenta di fermare il marocchino, venendo a sua volta
aggredito verbalmente e minacciato. A quel punto c’è chi chiama la polizia. Ma il 27enne anche all’arrivo degli agenti non
si ferma: si avventa contro di loro, prende a pugni anche l’auto della Volante.
Si calmerà solo in questura dove per lui scatterà la denuncia per resistenza
danneggiamento aggravato e ingiurie.
IL GAZZETTINO (Venezia)
SANTA
MARIA DI SALA Arrestato dai carabinieri Ubriaco
tampona un’auto finisce in fosso, picchia i militari Santa Maria di Sala (d.t.) Ubriaco
al volante sperona un’auto, scappa e, come se non bastasse, tenta di resistere
con calci e spintoni all’arresto dei carabinieri. Un venerdì sera da
"leone", insomma, per M.F., un 41 enne della zona. L’uomo, a bordo
della propria autovettura, sta percorrendo via Rugoletto, nel territorio di
Stigliano, frazione di Santa Maria di Sala, e si "accinge" ad
attraversare la Noalese per poi proseguire in direzione Mirano. Più che altro,
si immette nella statale senza guardare e infischiandosene del sopraggiungere
di altri veicoli. Una manovra a dir poco azzardata: la vettura di M.F. travolge
l’auto condotta da una donna di trent’anni. L’uomo, incurante della cosa, non
accenna minimamente a fermare la sua folle corsa e prosegue imperterrito in
direzione Mirano. C’è poco da fare, il
personaggio in questione ha alzato il gomito, e parecchio anche: in preda ai
fumi dell’alcool, a pochi chilometri di distanza dal luogo dell’incidente,
in via Fracasso, perde il controllo dell’auto e finisce fuori strada,
sprofondando in un canale di scolo artificiale. M.F. si fa beccare lì, ancora
in fosso, dai Carabinieri della Stazione di Mirano e del Nucleo Operativo e
Radiomobile di Mestre che, su input della locale Centrale Operativa, erano
stati inviati immediatamente alla ricerca dell’autovettura. A quel punto,
iniziano le difficili operazioni di fermo ed identificazione del soggetto. L’uomo è fuori di sé, l’alterazione
alcolica lo condiziona pesantemente: all’inizio si dimostra molto nervoso ed
insofferente, sbuffa e inveisce. Poi, d’improvviso, l’atteggiamento di M.F. si
fa addirittura furioso e violento, tanto che il suo contegno, di fronte
all’evidenza dei fatti, degenera in quella che in gergo viene definita
"resistenza attiva": spintoni, pugni, persino insulti e minacce nei
confronti dei militari e degli operatori sanitari intervenuti sul luogo. Alla
fine, i carabinieri riescono ad avere la meglio. Per sua fortuna, le condizioni
della ragazza travolta all’incrocio non preoccupano.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Per la
gestione dei club alcolisti in trattamento nel Basso Polesine Rinnovata
la convenzione dell’Ulss 19 con l’Acat Prosegue l’intesa tra Ulss 19 di Adria e
l’Acat del Basso Polesine. E’ stata,
infatti, rinnovata anche per il 2008 la convenzione per la gestione dei club
alcolisti in trattamento. (*) I club sono gruppi plurifamigliari composti
di 8-10 famiglie con problemi alcol-droga correlati, dislocati in tutti i
comuni bassopolesani, che si incontrano una volta la settimana alla presenza di
un operatore. Lo scorso anno sono state 125 persone, con i loro famigliari, ad
usufruire di un trattamento per il superamento dei problemi collegati all’uso e
dipendenza da alcol e droga. Oltre all’intervento riabilitativo, l’Acat
garantisce, sempre in collaborazione con gli operatori del Servizio tossicodipendenze
e con quelli della comunità Solidarietà Delta di Porto Tolle, interventi di
sensibilizzazione alla comunità, come in occasione dell’Alcol Prevention Day
promosso dalla Società Italiana di Alcologia nel mese di aprile. Una fruttuosa
e duratura collaborazione, alla quale il direttore generale Ulss 19 Giuseppe
Dal Ben augura, per il nuovo anno, un lavoro ancor più sinergico nelle attività
che mirano al cambiamento della cultura sui problemi alcol-droga e sui
comportamenti a rischio per la salute. Concetto condiviso dal direttore del
Dipartimento per le dipendenze Andrea Finessi, il quale conferma che gli
interventi previsti dalla convenzione con l’Acat, assieme a quelli programmati
con la comunità terapeutica Solidarietà Delta di Porto Tolle e con la
cooperativa sociale Don Sandro Dordi di Porto Viro, si affiancano all’attività
del Sert Ulss 19 creando un articolato circuito terapeutico- riabilitativo
mirato ad affrontare e superare i problemi alcol-droga correlati. (*) Nota: come spesso accade, la terminologia
utilizzata in questo articolo è molto imprecisa. Mi auguro che non sia vero che l’ASL mette il
naso nella “gestione” dei Club di quel territorio: sarebbe un’ingerenza molto
grave ed inaccettabile.
LA NAZIONE
VIA
PIGAFETTA Ubriaco
con prostituta, denunciati per atti osceni Erano in
macchina in via Pigafetta, appartati. Sorpresi dalla polizia, una prostituta e un cliente, entrambi di nazionalità
rumena, sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico. L’uomo è stato
denunciato anche per guida in stato di ebbrezza. L’alcol test ha evidenziato,
infatti, un tasso alcolico nel sangue
superiore di due volte il limite di legge Firenze, 19 gennaio 2008 – Denunciati per atti osceni in luogo pubblico
una prostituta e un cliente, entrambi rumeni. I due sono stati sorpresi la scorsa notte in
un’auto, in via Pigafetta, a Firenze. L’uomo è stato denunciato anche per guida
in stato di ebbrezza. Infatti, invitato a seguire in auto gli agenti, una volta
arrivati al comando, l’alcol test ha evidenziato un tasso alcolico nel sangue
del rumeno due volte superiore ai limiti di legge. Le denunce sono scattate durante i controlli
della polizia municipale e dei carabinieri organizzati anche per la tutela delle scuole e dei giardini e mirati
alla prevenzione degli atti osceni in luogo pubblico. In tutto, gli agenti e i militari hanno
identificato 35 persone di cui 18 cittadini italiani e undici donne di
nazionalità rumena, albanese e greca.
IL GAZZETTINO (Venezia)
Dopo le
segnalazioni dei vicini gli agenti della Polizia municipale intervengono in un
appartamento di Sacca Fisola Nella
casa quasi una discarica Una
donna, ricoverata poi in ospedale, viveva tra rifiuti e vecchi oggetti
abbandonati Quando sono entrati nella casa, in ogni stanza
c’era disordine. L’ennesimo caso di solitudine ed emarginazione in una città
che vede passare milioni di turisti ogni anno. In questo caso l’intervento della Polizia
municipale si è svolto in una casa di Sacca Fisola. Da alcuni giorni i vigili
della sezione Disagio sociale avevano ricevuto la segnalazione che da un
appartamento di calle dei Figheri proveniva un odore molto forte. A questo
punto i vigili urbani si sono recati nella casa. Quando hanno suonato al campanello
hanno trovato una donna, A.G., 77 anni che vive tra i rifiuti, i cumuli di
carta, muri scrostati, pacchi di plastica ed altro ancora. La donna, che condivide la casa con un uomo di
qualche anno più giovane di lei, vive insomma in condizioni igieniche
quantomeno precarie: un caso di solitudine ma anche di abbandono. A questo
punto la pattuglia, coordinata dall’ispettore Maurizio Francesconi, ha iniziato
ad effettuare ulteriori controlli scoprendo
poi che la donna da tempo aveva qualche problema di salute legato all’alcol. Raccolti tutti gli elementi utili gli agenti
hanno quindi disposto il ricovero in ospedale della donna e dell’uomo al fine
di valutare con maggiore precisione le loro reali condizioni di salute (i
vigili si sono presi cura anche del cane che viveva nell’appartamento). Ma questo non è che il primo passo
dell’intervento della Polizia municipale. In simili situazioni, oltre al ricovero,
vengono immediatamente allertati i servizi sociali del Comune che una volta
accertata la gravità della situazione inseriscono la famiglia in una sorta di
"rete" che prevede controlli abbastanza frequenti nelle abitazioni.
Viene poi allertata Vesta per la raccolta dei rifiuti e in alcuni casi si
chiede l’aiuto dei Vigili del fuoco. In questi casi, vista la gravità della
situazione, i pompieri sono chiamati a svolgere una relazione tecnica che
accerti la sicurezza dell’abitazione (spesso si tratta di case vecchie nelle
quali non sono mai stati fatti interventi di ristrutturazione). «Non si tratta di casi isolati - spiegano i
vigili urbani - almeno una volta alla settimana siamo chiamati ad intervenire
per vicende analoghe in ogni angolo del territorio comunale. Non solo nel
centro storico, ma anche nelle isole e in terraferma». G.P.B.
IL MATTINO
Dimenticato
all’obitorio Maurizio
Cerino Morire a Napoli e rimanere dimenticati in
obitorio per un anno. È la incredibile storia di Massimo Mandolini, giovane di
Senigallia classe ’75 deceduto il 2 febbraio dello scorso anno. Morto per «arresto circolatorio da cause
non violente», una overdose di alcol o droga, forse un micidiale mixer di
liquore e antidepressivi. Ma la «colpa» di Massimo è stata quella di morire
senza documenti addosso, persi la sera prima a Portici. Ma chi procede su quel caso di ritrovamento di
«cadavere ignoto» non conosce tutti quei particolari. Il giovane viene trovato
privo di vita in piazza Garibaldi nelle prime ore del 2 febbraio. Una piazza,
anzi una zona dove episodi del genere non sono rari. Massimo Mandolini, per la
sovrapposizione di avverse circostanze, è confuso come uno di quei giovani
«senzatutto» che muoiono per freddo, malori o droga. E che nessuno reclama.
Chiuso con solerzia in una grezza cassa di abete, per la «normalizzazione dei
luoghi», e portato in obitorio al policlinico federiciano. Un telex alla
Procura, destinatario il pm di turno che legge e sigla il foglietto. Quindi
apre un fascicolo con su scritto «Atti relativi a: decesso di ignoto» e ve lo
depone. Caso chiuso. Per il sistema burocratico, forse, ma non per Rina Bonazzelli,
mamma di Massimo, che a cinquecento e rotti chilometri da Napoli attende
notizie del figlio. Massimo ha lasciato Senigallia da poco più di 24 ore per
raggiungere Portici: vuole frequentare un corso di formazione per personale da
impiegare sulle navi da crociera. Può essere la sua occasione: ha un diploma
dell’alberghiero e una certa esperienza professionale come portiere di notte in
alberghi delle sue parti. «Stai tranquilla, mamma, appena arrivo ti chiamo»,
dice Massimo quando la saluta. È l’ultima volta che Rina vede il figlio da
vivo. Lo rivedrà domani, per il triste rito del riconoscimento. Dopo una serata
in attesa, trascorsa a comporre il numero del cellulare del figlio, la donna va
dai carabinieri; denuncia al luogotenente Imparato, comandante della stazione
carabinieri di Senigallia, la scomparsa del figlio. Il sottufficiale, secondo
procedura, avverte i comandi carabinieri di Torre del Greco, competente per
Portici, e Napoli. Una risposta arriva: «Alle 2,30 del 2 febbraio Massimo
Mandolini è stato fermato dai carabinieri di Portici», su segnalazione dei
responsabili dell’ostello Fabric, dove il giovane aveva preso un posto e dove
era rientrato visibilmente alterato. Quella notte Massimo la trascorre in
caserma: i militari lo identificano attraverso la scheda dell’ostello: con sé
non ha documenti. In caserma arriva un medico del 118 perché in tasca gli
trovano degli antidepressivi: l’ipotesi
è che può aver ingerito un cocktail di alcol e psicofarmaci. Passa la notte e
anche la sbornia. Massimo saluta, chiede scusa e ringrazia e dice che ha un
biglietto di ritorno per casa. Ripassa in ostello per cercare i documenti,
soldi e cellulare, ma non trova nulla. Si avvia verso la stazione ferroviaria.
Da quel momento si sono perse le sue tracce. Due storie parallele che la
burocrazia non sovrappone, nemmeno con due puntate di «Chi l’ha visto?», dove
la disperata Rita parla del figlio, dei suoi tatuaggi al polso e alla schiena.
A ottobre Rina è a Napoli dal pm Ida Frongillo che la rassicura: il caso non sarà
archiviato. Massimo, però, era già da 8 mesi all’obitorio. Poi qualcuno pensa
di chiedere in obitorio. E si scopre che c’è una salma con dei tatuaggi; la
foto conferma che si tratta di Massimo Mandolini. A un anno dalla sua morte. Maurizio
Cerino
TRENTINO
FURBIZIE
Cioccolatino
o rum non si frega l’alcoltest Dal
cioccolatino al liquore alla torta col rum, passando per il collutorio. Di
fronte alla macchinetta dell’alcoltest la fantasia triplica le energie e riesce
ad immaginare l’inimmaginabile pur di evitare il temuto ritiro della patente e
la denuncia. Nei giorni scorsi però un giudice di Rovereto ha rispedito al
mittente la difesa di un uomo: sosteneva che a far lievitare il suo tasso
alcolico fosse stato il collutorio. E’ vero, ma solo per pochi minuti.
IL SECOLO XIX
«Lei è
ubriaco via la patente» Ma è astemio l’odissea
di un ingegnere Dopo un
incidente gli fanno il test al San Martino ma il risultato è falsato: nella
provetta c’era alcol MIRKO
Berrutti parlava e persino sorrideva, il giorno dell’incidente, lucidissimo e
dritto in piedi nonostante il dolore alla schiena. E solo la mattina dopo ha capito
d’essere finito in un mezzo incubo, quando gli hanno detto che aveva guidato
ubriaco (con un tasso alcolico di 1,89 grammi per litro, 1,49 oltre il limite)
sebbene lui sia astemio da una vita. Mirko Berrutti, 37 anni, un ingegnere
elettrico di Nervi che ha organizzato pure convegni internazionali sulla
sicurezza stradale, è stato indagato, ha perso la patente, la sua auto è finita
sotto sequestro. E gli avevano consigliato di patteggiare la condanna che, dopo
il giro di vite impresso dal governo lo scorso anno, sarebbe stata come minimo
di tre mesi d’arresto. «Il problema - spiega oggi - è che si erano sbagliati a
fare l’esame, utilizzando un campione
contaminato dal disinfettante e perdendo, per un po’ di settimane,
persino il mio sangue».
È SCRITTO nero su bianco sulla perizia che lo
ha definitivamente scagionato, il documento che ha spinto il procuratore
aggiunto Franco Cozzi - titolare dell’inchiesta - ad archiviare tutto con tante
scuse. «Non si può parlare di lieto fine - insiste Berrutti, assistito nel
corso della sua odissea dall’avvocato Riccardo Lamonaca - perchè questa storia
mi ha comunque procurato disagi assurdi. Sono senza macchina da tre mesi pur
non avendo fatto nulla, e c’è voluto qualche migliaio di euro per scomodare i
periti grazie ai quali si è dimostrato che ero sobrio. D’accordo usare il pugno
duro su chi guida in stato di ebbrezza, ma rischiare una condanna a tre o sei
mesi per un errore mi sembra troppo». Il primo tassello del domino si
materializza alle 16 dell’1 novembre scorso, sulla rotatoria che smista il
traffico fra via Francesco Pozzo, via Saluzzo e via Nizza ad Albaro. Berrutti è
in moto, lo scontra un’auto sul fianco destro e cade. Non si fa (quasi) nulla e
nemmeno il conducente della vettura è ferito. I primi rilievi sono eseguiti
dalla polizia stradale, perché il comando regionale è posizionato a poche
decine di metri. Gli agenti chiariscono la dinamica, invitano entrambi i
protagonisti a farsi medicare e nel frattempo passano le consegne ai vigili. All’ospedale
Berrutti accetta di sottoporsi all’alcol-test e al controllo sull’eventuale
assunzione di stupefacenti.(*) «Ero
tranquillissimo - precisa - per il semplice motivo che non bevo». Prelievo
del sangue, ultima visita per verificare che la collisione non abbia prodotto
lesioni interne e lo dimettono con una settimana di prognosi. L’incidente non
si rivela nemmeno troppo complicato in materia di risarcimento, in quanto
nessuno dei mezzi ha danni evidenti. E però il giorno successivo riceve una
strana telefonata: «Era la Municipale che mi convocava in tutta fretta. "Abbiamo
scoperto un tasso alcolico altissimo - dicevano - dobbiamo redigere un nuovo
verbale e soprattutto denunciarla a piede libero per guida in stato di ebbrezza».
Berrutti corre al San Martino per chiedere delucidazioni, vorrebbe sottoporsi a
qualche controanalisi ma evidentemente è troppo tardi. E ora allarga le
braccia: «Il giorno prima non mi avevano consegnato alcun referto, e a distanza
di ventiquattr’ore mi sono agitato parecchio. Sapevo che 1,89 grammi litro è un
dato molto alto, punito con severità ed eventualmente con la detenzione».
A DISTANZA di dieci giorni supplica i medici
di fargli almeno un esame al fegato, che lo certifica sanissimo. Non incide
tuttavia nel percorso giudiziario, e senza risposta resta una richiesta di
delucidazioni inoltrata al comando dei vigili il 12 novembre. Il 20 recapitano
la lettera con cui la prefettura ufficializza il ri
Lunedì, 21 Gennaio 2008
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