(ASAPS) STOCCOLMA (SVEZIA), 28 gennaio 2008 –
Le cose non si mettono bene per la
Svezia, che nel corso del 2007 ha visto crescere del
10,2% la mortalità stradale. infatti, nel corso dell’ultimo anno i decessi
registrati sulle strade svedesi sono stati in tutto 490, 50 in più rispetto al 2006,
quando il bollettino si era fermato a 440 vittime. Per le autorità svedesi non
ci sono dubbi: secondo l’Ente Svedese per le Strade (Vägverket), la crescita
della letalità – definita inquietante sul sito dell’amministrazione (www.vv.se) – è in
primis legata all’aumento del consumo di alcol nel paese, mentre al secondo
posto tra le cause spicca la crescita del traffico, stimata attorno al 10%.
Meno evidente il ruolo della velocità, anche perché la Tolleranza Zero è
qui presa effettivamente sul serio. Ci eravamo già occupati, lo scorso 11
gennaio, dell’argomento, quando abbiamo riportato la notizia che l’alcol, in
Svezia, è considerato il nemico pubblico numero uno: sono stati intensificati i
controlli ed è ormai all’esame del Riksdag (il parlamento unicamerale svedese)
un disegno di legge per installare etilometri di serie su tutti i veicoli,
capaci di impedire l’avviamento del motore in caso di ebrietà del conducente. La
lotta al consumo di alcol è, in questo stato, senza quartiere, tanto da aver
fatto bollare più volte questa politica come proibizionistica. Eppure, le
restrizioni avevano fatto toccare a metà degli anni ’90 i minimi storici, in
termini di letalità: poi, la
Svezia è entrata in Europa ed ha dovuto ammorbidire la
propria linea, pagando però un duro prezzo: Hans Laurell, portavoce di Vägverket
ha recentemente rimarcato quanto efficace fosse la politica ormai abbandonata:
“il consumo complessivo di alcol – ha detto Laurell – è cresciuto del 30%”,
provocando un’impennata della sinistrosità stradale alcol-correlata, facendo
raggiungere punte mai toccate prima fino all’attuale situazione, definita “inquietante”.
(ASAPS)
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