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Rassegna stampa del 20 Giugno 2004 |
Da
"Unione Sarda" del 20 giugno 2004 Patenti
abilmente contraffatte e garantite come originali: praticamente autentiche
imitazioni. Gli uomini della polizia stradale ne hanno sequestrate 26
in tutta l’Isola e hanno denunciato 31 persone per ricettazione e
falsificazione di documenti. Il prezzo dei permessi di guida oscillava
tra i mille e i tremila euro: a seconda della disponibilità finanziaria
dell’acquirente.
Il centro operativo di smistamento, una sorta di motorizzazione civile casalinga, era l’appartamento di un commerciante di Sant’Elia, specializzato nella falsificazione di documenti e nello spaccio di fuochi di artificio: il mercato era tutta la Sardegna. Nella abitazione del presunto falsario gli agenti della polizia stradale, coordinati dal sostituto commissario Pasquale Di Vito, hanno sequestrato migliaia di euro in contanti, circa diecimila rivetti (i bottoni a pressione utilizzati per bloccare le foto nei documenti), uno schiaccia rivetti e numerosi fuochi d’artificio. I 26 documenti di guida falsi sono risultati rubati da diversi stock di modelli in bianco trafugati negli uffici delle motorizzazioni civili del Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Puglia e Campania. Ora sono ancora in corso ulteriori indagini per rintracciare gli autori dei furti e soprattutto per scoprire chi è il fornitore delle matrici dei documenti falsi (probabilmente un pregiudicato napoletano) che sono state consegnate alla banda di falsari cagliaritana. L’operazione è stata eseguita grazie alla collaborazione degli uomini della Squadra mobile e della Squadra volante di Cagliari e delle Squadre di polizia giudiziaria delle quattro sezioni di polizia stradale di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari. L’indagine è stata invece coordinata dal sostituto procuratore del tribunale di Cagliari Giangiacomo Pilia e da Enrico Zucca, sostituto procuratore del tribunale di Genova. La rosa d’accuse è ampia: falsificazione e contraffazione di documenti nonché ricettazione. La banda specializzata nello sfornare documenti falsificati gestiva un giro di tutto rispetto, a dire degli investigatori della polizia stradale. Non a caso l’inchiesta è scattata quando nelle mani di numerosi automobilisti sono stati trovati documenti di guida perfettamente uguali agli originali. Ben presto gli inquirenti sono riusciti ad imboccare il canale che conduceva alla fabbrica delle patenti false e dopo una serie di accertamenti a 360 gradi e pedinamenti, è stato chiuso il cerchio a Sant’Elia. Prosegue
il lavoro della Stradale del comandante Vaccarella Continua
senza sosta l’operazione ’’autostrada sicura’’, condotta dalla Polizia
Stradale di Eboli al comando dell’ispettore Raffaele Vaccarella, dopo
le innumerevoli infrazioni sanzionate la scorsa settimana agli automobilisti
in transito sull’A3 Salerno-Reggio Calabria. I controlli si sono ripetuti
anche in questi giorni di primo, timido esodo verso le località
di mare e i risultati sono stati ancora una volta sorprendenti. Due automobilisti
salernitani sono stati scoperti con bollini di assicurazione falsificati
ma regolarmente esibiti al parabrezza delle auto: nei loro confronti sono
scattate altrettante denunce per ricettazione. Sette patenti sono state
invece sequestrate per gravi infrazioni al codice della strada. Le infrazioni
sono state rilevati dagli agenti della Polstrada nei tratti compresi tra
gli svincoli di Contursi Terme e Fratte-Salerno in entrambe le direzioni
di marcia. Oltre alla postazione fissa di sorveglianza nelle aree di servizio,
la scorsa settimana un controllo capillare ha portato a un centinaio di
verbalizzazioni per infrazioni al codice della strada e alla sottrazione
di diverse centinaia di punti dai titoli di guida. Sette le carte di circolazione
ritirate e due i veicoli sequestrati in quanto non idonei alla marcia:
anche in questi ulteriori controlli, sono state ritirate ventisei patenti
e sono stati rinvenuti tre veicoli con bollini assicurativi falsificati
e otto addirittura sprovvisti del bollino Rca.
RACCORDO Frutto
dei controlli continui lungo le strade della provincia per prevenire
incidenti ed episodi di criminalità. Ma anche frutto della sfortuna
dei ladri il ritrovamento ed il recupero di una betoniera rubata.
E’ accaduto nei pressi di Narni Scalo la notte scorsa, ad opera di agenti della polizia stradale di Terni. Era stata infatti rubata poche ore prima nella sede di una ditta edile di Ponte San Giovanni, quella betoniera che una pattuglia della polizia stradale di Terni ha trovato abbandonata. Il mezzo era fermo nelle vicinanze del bivio di Capitone, appunto presso Narni, lungo il raccordo Ternini Orte. Gli agenti l’hanno notata anche per la sua posizione pericolosa, la notte scorsa, nel corso di un controllo sul raccordo. Proprio all’altezza del bivio, il mezzo aveva subito una avaria, ed i ladri lo avevano abbandonato. È stato riconsegnato al proprietario. Il
sangue non si fabbrica in laboratorio, solo la donazione volontaria
permette agli ospedali di curare i malati "Donate
sangue durante l’estate. I malati non vanno in vacanza!" Anche
quest’anno, con l’avvicinarsi di luglio ed agosto, i mesi più
critici quanto a scorte di sangue, l’Avis provinciale di Treviso lancia
il suo appello. A chi è donatore, perché si ricordi di
donare prima di andare in ferie, e a chi ancora non lo è, perché
si avvicini a questo straordinario gesto.
Il sangue, infatti, non si fabbrica in laboratorio e solo la donazione volontaria permette agli ospedali di curare i malati. Vitale, quindi, l’impegno dell’Associazione dei donatori volontari del sangue, (Avis appunto) la più grande realtà associativa della Marca. L’Avis provinciale, guidata da Diego Sala, si trova a Treviso, in via ospedale 1, e coordina le 89 sedi comunali per un totale di 32 mila soci. Una grande forza che si traduce ogni anno in un numero altissimo di donazioni di sangue, ma anche di plasma e piastrine. Nel 2003 l’Avis provinciale ha raggiunto un record storico: 42.014 donazioni ed un incremento del 5,47 per cento. Il sangue viene donato e raccolto presso i Centri Trasfusionali degli ospedali delle tre Ulss della provincia e tramite i servizi mobili, che sono dei centri di raccolta periferici presenti in 60 paesi della Marca, in servizio domenicale. In tal caso le sacche vengono trasportate al Centro Trasfusionale di Treviso attraverso il furgone frigo dell’Avis ed il nuovo pulmino regalato di recente dalla Confartigianato della Marca trevigiana. Donazioni che sono servite per i feriti di incidenti stradali, di infortuni sul lavoro o domestici, per interventi chirurgici, trapianti, interventi d’urgenza di ogni tipo. A volte si arriva a consumare anche fino a 50-60 sacche di sangue per una persona ferita, non di rado un nostro ragazzo coinvolto in un incidente stradale. E se pensiamo che dietro ad ogni sacca c’è il braccio teso di un donatore, è facile capire quanto sangue serva. "Ora che l’estate sta entrando nel vivo ne serve più del solito -sottolinea il presidente Diego Sala -soprattutto perché aumenta il traffico sulle strade e con esso gli incidenti , quindi i feriti. La raccolta non deve rallentare perché i donatori vanno in vacanza. Vengano a donare prima di partire, in modo che gli ospedali possano stare tranquilli. Ai cittadini, ai giovani studenti in particolare, mi rivolgo perché nel periodo estivo pensino seriamente alla donazione di sangue. In questi mesi di maggior libertà da impegni scolastici e lavorativi, potrebbero decidere di compiere un’azione di solidarietà verso il prossimo e dedicare una mattina al semplice gesto del dono del sangue". In provincia gli ospedali presso cui ci si può recare per sottoporsi ad esami e visite gratuite di idoneità, necessari per diventare donatori volontari di sangue, sono parecchi. I centri trasfusionali si trovano infatti presso gli ospedali di Treviso, Castelfranco, Montebelluna, Conegliano, Vittorio Veneto, Oderzo e Motta di Livenza. Si può donare sangue intero, plasma e in alcuni casi anche piastrine. Sarà il medico a valutare il tipo di donazione più adatto per il volontario. Donatore volontario che, tra l’altro, è sempre più di sesso femminile, se si pensa che ormai nella Marca trevigiana le donne rappresentano circa il 35\%. Stanno raggiungendo numeri significativi anche i giovani donatori: una buona percentuale ha diciotto anni ed ha donato il sangue non appena raggiunta la maggiore età. E in provincia sono parecchie le famiglie con genitori e figli donatori. Un buon esempio sicuramente da seguire!. |