Foto Blaco Fra non molto comparirà anche Euro 5, grazie al quale le emissioni inquinanti verranno ridotte di una percentuale ritenuta significativa. La reale risoluzione del problema, però, si dimostra ben lungi dall’essere raggiunta, se si considera che le emissioni di PM10 sono addebitabili alle automobili - sempre secondo l’indagine di Autopromotec - soltanto al 29 per cento; una fetta quasi analoga (25%) è dovuta all’industria ed alle centrali termiche ed il 15 per cento al trasporto marittimo, aereo e ferroviario; meno inquinanti, ma non per questo meno pericolosi, anche i combustibili utilizzati negli impianti residenziali e commerciali, oltre che nei processi produttivi e di combustione naturale. Bisogna poi tenere in considerazione anche altri ed importanti fattori. {foto3c} {foto4c} Le emissioni inquinanti relative al trasporto stradale variano a seconda del tipo di veicolo utilizzato: i veicoli industriali, gli autobus e le autovetture risultano i più inquinanti, mentre lo sono di meno i veicoli commerciali leggeri, i ciclomotori e le motociclette. Sul fronte del trasporto pubblico su strada, dunque, sarebbe opportuna una strategia che stimoli gli enti locali ad acquistare veicoli a metano o elettrici laddove esistono formule di car-sharing e trasporto collettivo urbano. Per quanto riguarda i privati, invece, bisognerebbe proseguire nella politica degli incentivi per coloro che acquistano automobili di nuova immatricolazione, unitamente a misure di fluidificazione del traffico in armonia con le esigenze dei cittadini. Non da meno, inoltre, una metanizzazione dei sistemi di riscaldamento delle abitazioni civili, che garantirebbe beneficio all’ambiente nel quale ogni giorno ci troviamo a vivere e respirare sia che siamo in auto che in altra e diversa occasione. La realizzazione dell’insieme di questi interventi, naturalmente, non è impresa facile e certamente non consente di agire in tempi brevi e questo è il motivo per cui occorre agire anche sulla responsabilizzazione degli automobilisti. Esiste una serie di piccole azioni, infatti, che se poste in essere possono dare (inimmaginabili) risultati positivi: fra queste una corretta e periodica manutenzione del veicolo (anche di quelli non dotati di catalizzatore), attraverso la quale oltre a dare beneficio all’ambiente si ottiene un risparmio in termini di gestione e mantenimento del proprio veicolo. Il puntuale controllo basilare del motore della vettura (olio, filtri, ecc…), della pressione dei pneumatici e del loro stato di usura, dell’efficienza dell’impianto elettrico, sono tutte azioni che si rivelano intelligentemente a favore dell’ambiente e, come detto, diminuiscono le probabilità di dover sostituire o riparare impianti che solitamente hanno costi elevati. L’era dell’automobilista che pensa alla sua auto come ad un piccolo gioiello da mantenere sano soltanto superficialmente (carrozzeria, accessori, sportività), deve far posto anche ad un “interesse” collettivo oggi più che mai importante e che incide sulla qualità della nostra vita ed ancor più di quella dei nostri figli: la tutela dell’ambiente e del mondo che ci circonda, dove esistono elementi vitali per l’uomo anche se non visibili come appunto l’atmosfera e dunque l’aria che tutti i giorni respiriamo. Da il Centauro n. 117 |
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