di Vincenzo Borgomeo
Da Repubblica.it/MotoriEURO 4 & Co.
Filtro Antiparticolato: tutti
i codici
TUTTE LE LIMITAZIONI AL TRAFFICO
REGIONE PER REGIONE: Lombardia - Piemonte - Liguria - Emilia Romagna - Toscana - Lazio - Veneto
Ci siamo: entro il mese di giugno arriverà il famoso retrofit FAP (il filtro
antiparticolato da applicare a tutte le auto, anche a quelle già in commercio)
che consentirà a tutte le Euro4 diesel di poter circolare liberamente nei
giorni di blocchi alla circolazione.
Il dispositivo, già in vendita in Trentino Alto Adige e in alcuni paesi del
Nord, arriverà quindi anche in tutte le città italiane, ma resta da vedere che
uso se ne farà: la forsennata crociata contro le diesel Euro4 (considerate a
Roma e Milano alla stregua di macchine a gasolio d’anteguerra) rischia di
trasformare l’arrivo di questo dispositivo ecologico in una specie di caccia al
timbro da avere sulla carta di circolazione, in modo tale poter circolare
liberamente. Tutto il resto passerà in secondo piano: il suo corretto
montaggio, il fatto che gli automobilisti non lo manomettano successivamente
(il retrofit non va dimenticato peggiora le prestazioni e aumenta i consumi) e
perfino la sua presenza.
In Italia infatti sono stati praticamente aboliti i controlli dei gas di
scarico su strada, di fondamentale importanza per verificare la rispondenza di
quello che esce dalla marmitta a quello che - secondo l’omologazione - dovrebbe
uscire. Così una volta "sistemata la pratica" si ha la certezza di
essere impuniti. E stavolta non ci sono alibi: vista la rabbia degli
automobilisti sul tema (uno sguardo al primo Blog
vale più di mille discorsi), si può star certi che nessuno si farà
scrupoli di imbrogliare amministrazioni comunali così sorde ai problemi dei
cittadini ma anche ai quelli ambientali (le diesel Euro4 sia pure senza filtro
anti particolato emettono il 90% in meno di polveri sottili delle vecchie auto
a gasolio). Va detto però che in questo campo non esistono certezze: è vero che
i Filtri Anti Particolato riducono le polveri, ma è anche vero che non
"riducono" le PM10 ma le trasformano in particelle di dimensioni più
piccole, ossia in PM2,5 o PM1. Secondo alcuni molto più pericolose perché
talmente microscopiche da non essere bloccate dai nostri polmoni. Insomma un
inferno.
Ma cos’è questo famoso "Filtro Attivo Anti-Particolato", battezzato a
seconda delle marche FAP o DPF? Secondo la carta di circolazione una cosa
misteriosissima, al punto che per capire se l’auto sia dotata o no di questo
sistema occorre andare a cercare una
complicata sigla sulla carta di circolazione...
Sostanzialmente un elemento piazzato nel condotto di scarico capace di
abbattere le emissioni di particolato generate dai motori diesel al limite del
misurabile. In pratica il FAP o DPF trattiene le particelle solide PM10 ma non
si limita solo a filtrarle o a trattenere: con un complicato sistema le riesce
a bruciare, procedendo così ad un continuo processo di rigenerazione del filtro
stesso.
Il particolato - che nasce nella camera di scoppio quando c’è una combustione
incompleta a causa della mancanza di ossigeno - è infatti composto da
microsfere di carbonio che assorbono gli idrocarburi provenienti dal carburante
e dal lubrificante e può essere a sua volta bruciato. Va detto però che la
quantità e la qualità del particolato dipendono anche dalla qualità del gasolio
(in particolare dalla quantità di zolfo) e dall’efficacia del post-trattamento,
non solo dalla combustione del motore.
In tutti i casi il famoso FAP per liberarsi del PM10 in pratica aggrega tante
molecole di particolato in una specie di "palla", abbastanza grande
da poter essere intercettata dal filtro FAP. Il trucco sta tutto nel fatto che
viene miscelato con il gasolio una sostanza chiamata "cerina" (ossido
di Cerio, sostanza naturale inerte, contenuta in un apposito serbatoio
posizionato vicino a quello del gasolio) che chimicamente possiede questo
potere. L’automobilista non si accorge di nulla perché tutto avviene in modo
automatico ad ogni rifornimento, ma i vantaggi sono tanti perché questa cerina
permette anche di abbassare la "temperatura d’infiammabilità" di
queste macromolecole in modo da poterle bruciare quando serve. Ossia quando un
computer decide che è giunto il momento e quando l’auto viaggia su percorsi
extraurbani.
Inutile chiedere come fa il computer a capire se la macchina viaggia in città o
in autostrada: le tante centraline elettroniche sanno tutto. E in base alla
velocità, alla media, al numero di giri e a mille altri parametri non possono
sbagliare, azionando così il Fap lontano dai centri urbani.
Qui però si apre una nuova "querelle": che inquinamento genera un Fap
mentre si rigenera? Mistero. Secondo le case automobilistiche "si tratta
di un aumento dello smog risibile". Loro sostengono che il filtro non
sputa fuori tutti i veleni accumulati ed infatti è vero perché li brucia. Ma
allora perché è stato fatto in modo che il Fap si auto-rigeneri solo nei
percorsi extra-urbani? E perché non esistono dati certi di emissioni in questi
momenti? |