<>ASSOIAZIONE EUROPEA FAMILIARI E
VITTIME DELLA STRADA COMUNICATO STAMPA Reggio Emilia 01.02.2008 OSPEDALE DI GUASTALLA – ALCOL, SALUTE E BENEFICENZA L’Ospedale di Guastalla ha deciso
anche quest’anno di accettare il denaro ricavato dagli introiti della Festa
della Birra di Reggilo, perdendo l’occasione per mandare ai nostri giovani un
importante messaggio di promozione della salute. I dirigenti ospedalieri hanno di
fatto legittimato l’organizzazione di una manifestazione che, già dal titolo,
promuove la cultura del divertimento associato all’alcol. Questi soldi sono usciti in gran
parte dai portafogli di giovani che li hanno spesi per bere alcolici in una
festa nota in tutta Italia per la sua popolare gara di “rutti”: è davvero
questo lo stile di vita, sono davvero queste le modalità di aggregazione e
divertimento che si vogliono proporre ai nostri ragazzi? Gli operatori della salute, a mio
avviso, dovrebbero avere una particolare sensibilità ed attenzione riguardo ai
problemi alcolcorrelati. Il consumo di alcol è stato
citato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il “maggior fattore di
rischio evitabile” per patologie cardiovascolari, cirrosi epatica e vari tipi
di cancro, ed un fattore che favorisce la diffusione di malattie infettive,
compreso l’HIV/AIDS. L’alcol è stato associato ad
incidenti stradali, suicidi, criminalità, violenze, disoccupazione ed
assenteismo. Sono stati trovati
particolarmente vulnerabili i giovani che presentano frequenti episodi di
ubriacature o di bere pesante. (http:www.reuters.com/artiche/latestCrisis/idUSL25128435) A fronte di questa denuncia si
risponde organizzando feste nel nome dell’alcol, cercando di annacquarsi la
coscienza con una beneficenza che appare paradossale; o si promuove l’acol o si
promuove la salute. Carla Mariani Portioli
(vicepresidente) CORRIERE DELLA SERA L’UOMO, 31ENNE DI BARLETTA,
ACCUSATO DI OMICIDIO VOLONTARIO Uccise tre persone guidando sotto effetto di alcol e coca, arrestato Damiano Maffione lo scorso 19
novembre centrò una Panda vicino ad Andria con a bordo una madre e le due
figlie ANDRIA - È stato arrestato con
l’accusa di omicidio volontario Damiano Maffione, il 31enne barlettano alla
guida della Ford Fiesta che il 19 novembre vicino ad Andria è piombata addosso
a una Fiat Panda uccidendo madre e figlia di 10 anni che erano all´interno e
riducendo in fin di vita la sorellina di 13. Maffione si era messo al volante
nonostante avesse assunto cocaina e ingenti quantità di alcol. Sul colpo
morirono Rosanna D’Atteo, di 39 anni, e Rosanna Rita Sinisi, di dieci. Dopo
alcuni giorni, il 24 novembre, morì in ospedale l’altra figlia Isabella, di 13
anni. Anche Maffione riportò ferite gravi. All’uomo la polizia stradale ha
notificato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di
Trani (Bari). Maffione è accusato di duplice
omicidio volontario per aver causato la morte di Rosanna D’Atteo e della
figlioletta Rosanna Rita. Per la morte dell’altra figlia della donna, Isabella,
di 13 anni, la procura di Trani sta svolgendo indagini per accertare
l’eventuale responsabilità, colposa, dei medici del nosocomio andriese. Sono
complessivamente 17 le persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito
delle indagini avviate in seguito alla denuncia presentata dal padre dopo la
morte della figlia 13 enne. LECCEPRIMA.IT Alticci alla guida dell’auto due denunce nella notte Se ci si ubriacasse solo nel week-end
il Salento non sarebbe la terra del vino. E infatti i carabinieri della
compagnia di Lecce non si posizionano in strada solo nel fine settimana, ma,
etilometro al seguito, non disdegnano controlli anche nei giorni feriali. Non è
un caso, allora, che nella nottata di ieri due automobilisti siano incappati
nei tutori della legge fermi ad un posto di blocco. Apparivano alticci, e le
verifiche sulle loro condizioni ha dato conferma. Per entrambi gli uomini sono
scattati i provvedimenti del caso, la denuncia a piede libero alla Procura
della Repubblica ed il ritiro della patente per 15 giorni. I numerosi servizi
di controllo alla circolazione stradale messi in atto in queste settimane dai
militari sono finalizzati proprio al tentativo di ridurre drasticamente il
pericoloso fenomeno della guida in stato di ebbrezza, spesso causa di incidenti
dagli esiti, purtroppo, anche tragici. Lo scorso week-end solo un automobilista
venne trovato con un tasso alcolemico superiore al consentito. Un dato che,
secondo gli stessi militari, può ritenersi abbastanza confortante. AGI UBRIACO TERRORIZZA PASSANTI CON
MACHETE, CC ARRESTANO RUMENO Firenze, 1 feb. - Era
completamente ubriaco e con un grosso machete in mano ha terrorizzato i
passanti, arrestato dai carabinieri un rumeno. E’ successo ieri sera a
Scandicci, alle porte di Firenze quando i militari della Compagnia di Scandicci
hanno arrestato un pregiudicato rumeno per i reati di "Resistenza e
violenza a P.U." nonche’ per "Porto di oggetti atti a offendere".
L’uomo, M.N. 40enne con numerosi precedenti penali, completamente in preda ai
fumi dell’alcol, molestava i clienti di una farmacia e i passanti. Il rumeno
terrorizzava i passanti brandendo pericolosamente un grosso machete con il
rischio concreto di ferire qualcuno. Nonostante i militari della Radiomobile,
prontamente intervenuti su segnalazione del titolare della farmacia, abbiano
cercato di portarlo alla ragione, il pregiudicato ha cominciato ad inveire ed
insultare i militari colpendoli con calci e spintoni. I carabinieri, tuttavia,
con grande prontezza sono riusciti a disarmare l’esagitato e ad ammanettarlo.
Dopo essere stato accompagnato in caserma, l’uomo e’ stato dichiarato in
arresto e trattenuto presso la camera di sicurezza in attesa della
direttissima. IL TIRRENO DENUNCIATI Due rumeni ubriachi danneggiano un bar 01 febbraio 2008 - Danni per
alcune centinaia di euro in un bar di via S. Paolino. L’altra sera alle 19.30
due rumeni - I.G., 32 anni e C.M. di 27 - sono entrati nel locale gestito da
immigrati in evidente stato di ebbrezza e hanno iniziato a spaccare bottiglie
dando in escandescenza. Sul posto è andata una pattuglia del radiomobile che ha
denunciato i rumeni per danneggiamento, ingiurie e minacce. ASAPS Forlì Fermato dai Carabinieri e poi dalla Polizia Municipale 1 febbraio 2008 – Sorpreso per
due volte, nel giro di due ore, ubriaco al volante. Ad essere colto “con le
mani nel sacco” nel giro di così poco tempo, neanche quello di smaltire la
prima sbornia, è stato un sessantenne forlivese, L.A. le sue iniziali.
L’automobilista è stato fermato per la prima volta in via Para dai Carabinieri
della Compagnia di Meldola per un controllo. Per sottoporlo all’alcol test è
stato richiesto l’intervento di una pattuglia della Municipale di Forlì che ha
riscontrato l’ebbrezza. A quel punto, per lui è scattato il ritiro immediato
della patente. L’automobile, invece, è stata affidata alla nuora del 60enne che
ha riaccompagnato il suocero a casa. Poco dopo al centralino della Polizia
Municipale è arrivata la telefonata della donna che avvertiva gli agenti che il
suocero si era rimesso al volante della sua auto ed era uscito. L’automobilista è stato bloccato
da una pattuglia dei Vigili di Quartiere 2, e dai colleghi del reparto
Infortunistica, in viale Vittorio Veneto. Nuovamente sottoposto all’alcol test,
gli è stato riscontrato un tasso alcolico pari a 2,4 gr/lt contro i 0,5 gr/lt
previsti dalla legge. Per questo motivo l’uomo è stato nuovamente sanzionato
per guida in stato d’ebbrezza, mentre l’auto è stata posta sotto sequestro. VARESENEWS Gallarate - La vittima
dell’aggressione è un cittadino marocchino di 23 anni: secondo la prima
ricostruzione il responsabile sarebbe un ragazzo italiano Accoltellato alla coscia e ai glutei in stazione Un accoltellamento in stazione a
Gallarate. La vittima dell’aggressione è un cittadino marocchino di 23 anni: si
è trascinato in ospedale seppur ferito la sera del 30 gennaio. I medici lo
hanno medicato per le ferite da coltello alla coscia sinistra ed entrambi i
glutei ed è stato giudicato guaribile in 12 giorni. Agli uomini della volante
del commissariato gallaratese, chiamati dai sanitari, lo straniero, palesemente
ubriaco, ha dichiarato di essere stato ferito da un giovane, membro di un
gruppo di italiani, sei secondo l’aggredito, incontrati nei giardinetti della Piazza Giovanni XXIII: questi, visto il
marocchino ed un suo connazionale, hanno iniziato a discutere e litigare. Nel
corso del litigio, mentre uno dei due è riuscito a scappare verso il centro
della città, il giovane marocchino sarebbe stato aggredito, picchiato ed accoltellato da uno degli
sconosciuti. La versione fornita è attualmente al vaglio degli inquirenti e
sono in corso accertamenti. Il ventitreenne in passato aveva fornito false
generalità agli agenti come accertato nel corso delle prime indagini: è stato
indagato a piede libero. VIRGILIO NOTIZIE UBRIACO PER LO SCIROPPO
ANTITOSSE, GIUDICE PACE GLI RIDA’ PATENTE Accolto ricorso presentato dall’avvocato Giacinto Canzona Roma, 1 feb. (Apcom) - Pochi
giorni fa i vigili gli avevano ritirato la patente perché guidava in stato di
ebbrezza, ma oggi il giudice di pace ha annullato ogni provvedimento
amministrativo a suo carico affermando che non era ubriaco, ma aveva solo
assunto la dose prevista di uno sciroppo antitosse. Il protagonista della vicenda è
Mario Imperiali, 58 anni, artigiano. I fatti oggetto del procedimento si
svolgono nel pomeriggio del 19 gennaio scorso quando lui, che non ha mai preso
una multa in vita sua, alla guida del suo furgone sul raccordo anulare in zona
Labaro, avverte un malore. Perde, così, il controllo del mezzo e si schianta
contro un muro di contenimento. Le vetture si fermano e gli altri conducenti,
vedendo l’uomo privo di sensi chiuso nell’abitacolo del furgone, chiamano i
soccorsi. Dopo una mezzora Mario riprende i sensi, assistito dai sanitari del
18. Nel frattempo i vigili, dopo aver constatato che il conducente è
miracolosamente illeso lo invitano a sottoporsi all’alcooltest. Mario, senza problemi, accetta.
Ma l’esito dell’esame lo sorprende: risulta un tasso alcolico di pochissimo
superiore al consentito. E così, in modo pressocchè automatico, scatta il
ritiro della patente. Gli agenti della municipale non sentono ragioni. Mario fa
vedere il medicinale, cerca di spiegare. L’avvocato Giacinto Canzona, che
assiste l’artigiano, fa notare come sul foglietto illustrativo del medicinale
da banco si legga che lo sciroppo sedativo - "principio attivo
destrometorfano bromidrato" ed ha tra gli "eccipienti" alcool al
96%. (*) Per fortuna però c’è il ricorso al giudice di pace e l’ordinanza, che
con effetto esecutivo immediato, rimette al volante Mario, nonostante penda
ancora sulla sua testa una denuncia per guida in stato di ebbrezza. (*) Nota: il dosaggio degli
sciroppi contenenti destrometorfano è di un cucchiaino da caffè per volta,
tre-quattro volte al giorno. Aumentare il dosaggio è alquanto pericoloso, in
quanto il principio attivo può dare allucinazioni. È già paradossale che la
decisione di un giudice debba basarsi su quanto scritto su un foglietto
chiamato “sbugiardino”. Però, almeno leggere bene il dosaggio. In ogni caso è
una decisione sbagliata. Il codice della strada sanziona la presenza di alcol
nel sangue. Le modalità di assunzione dovrebbero essere irrilevanti. IL GAZZETTINO (Udine) Il caso ha impegnato i
militari del Nucleo investigativo. La donna denunciata per sottrazione di
minore Bimbo rapito, 12 ore di paura Baby-sitter sparisce nella notte con un piccolo di sei anni e mezzo. Rintracciati a Tolmezzo Un bambino di sei anni e mezzo
sparito da casa, portato via nella notte dalla baby-sitter. È la stessa mamma a
rintracciarla telefonicamente. «Sono lontano, da un’amica, non preoccuparti»,
si sente rispondere la donna. «Dimmi dove sei, vengo a prendere mio figlio».
«Sono lontano, non puoi venire». Dopo questa frase la linea cade e il
telefonino non sarà più raggiungibile. È stata una notte di ricerche frenetiche
per i carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, che coordinati dal tenente
Fabio Pasquariello sono riusciti, dopo 12 ore di incessanti contatti e
accertamenti, a far riabbracciare madre e figlio. Una vicenda risolta?
Nient’affatto. La bambinaia, un’infermiera ruandese, è stata denunciata per
sottrazione di minore e ci sono molti aspetti ancora da chiarire. A partire dal
luogo in cui il bambino ha trascorso la notte, a Tolmezzo, e dai due uomini che
erano in compagnia della baby-sitter. Oggi la donna sarà sentita con calma. E,
soprattutto, gli investigatori raccoglieranno il racconto della piccola
vittima. Gli uomini del Nucleo
investigativo sono stati allertati verso l’una di notte. A quell’ora una donna
etiope si è presentata in caserma per denunciare la scomparsa del bambino,
figlio di un udinese. Da qualche giorno aveva affidato il piccolo
all’infermiera ruandese. Si erano conosciute anni fa, ne ricordava l’efficienza
e la sensibilità, non ha avuto quindi alcuna esitazione quando l’amica le ha
chiesto lavoro. La mamma aveva bisogno di una bambinaia, perchè si prende cura
da sola del bambino. Per non fargli mancare nulla lavora al mattino come
domestica, al pomeriggio pulisce scale e alla sera fa la banconiera. L’altro
ieri, prima di cominciare il turno nel bar, ha chiamato l’amica ruandese verso
le 16. «Siamo a casa, tutto ok», è stata la risposta. Dopo un’ora ha
richiamato. «Ci facciamo la cioccolata...». A mezzanotte la madre rientra e
non trova nessuno. La casa è in ordine, lo zainetto del bambino in cucina, nel
lavello la tazza sporca di cioccolata. La telefonata all’amica ruandese la
mette in allarme. Esce dall’appartamento e trova un vicino che si offre di
accompagnarla nella caserma di viale Trieste. Scattano le ricerche. Il
telefonino della baby-sitter è irragiungibile. I carabinieri setacciano gli
appartamenti dove la donna potrebbe aver trascorso la notte. Contattano
l’assistente sociale che la segue. Poi, a metà mattinata, rintracciano il
fidanzato, un friulano. L’uomo è con lei, si è già reso conto che la presenza
del bambino è anomala. Sono le 11.30. «Ve li porto subito», promette ai
carabinieri. E nel giro di mezz’ora il bambino è a casa. La baby-sitter è rimasta a lungo
in caserma. Era in stato confusionale, probabilmente per eccesso di alcolici,
ed è stata sottoposta a una visita medica. Non è stata in grado di sostenere un
interrogatorio. C.A. CORRIERE ADRIATICO Un tasso alcolico di sei volte sopra il limite Ubriaco si schianta in auto Fossombrone - Intorno alle ore 21 di
mercoledì sera, B.F. di 41 anni, che viaggiava solo alla guida della propria
auto, mentre percorreva la S.S. 73 bis, nell’intento di uscire allo svincolo di
Fossombrone Est, andava a collidere contro la cuspide che separa la carreggiata
dallo svincolo stesso. Interveniva tempestivamente la pattuglia del
Distaccamento Polizia Stradale di Cagli che si trovava in servizio nelle
vicinanze. Seppure i danni riportati dal mezzo fossero rilevanti, il conducente
usciva dall’incidente con poche contusioni, ma rifiutava il trasporto presso
una struttura sanitaria per farsi medicare. Gli agenti della Stradale si
rendevano conto in quel momento che il conducente presentava evidenti sintomi
di alterazione da probabile assunzione di sostanze alcoliche e lo sottoponevano
al test dell’etilometro. I sospetti venivano confermati in quanto l’etilometro
registrava un tasso alcolico del sangue di 3.10 G/L (massimo consentito 0.5
G/L) e, pertanto di oltre 6 volte il limite di legge. Il conducente veniva denunciato
all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza. Nel caso specifico,
poichè l’uomo è incorso in un incidente, le pene previste sono raddoppiate
(arresto sino ad un anno e ammenda da 3.000 a 12.000 Euro) . Ritirata la patente che potrà
essere sospesa per un periodo da due a quattro anni. CORRIERE ADRIATICO Botte a medico e infermiere, il giovane patteggia JESI - E’ stato scarcerato e la
pena è stata commutata in pecuniaria. Se l’è quindi cavata con il pagamento di
una multa il 34enne jesino (L.L. le sue iniziali) che nella serata del 24
gennaio scorso al culmine di una notte brava ha dato in escandescenze
picchiando ben quattro persone: una dottoressa del 118 e l’infermiere
dell’equipe sanitario che tentavano di soccorrerlo, un carabiniere e un
poliziotto. La sentenza è stata pronunciata ieri dal giudice Paola Moscaroli. L’uomo,
in preda ai fumi dell’alcol, aveva iniziato a stare male accusando i sintomi
tipici di una sbronza. Era stato soccorso dalla fidanzata che non sapendo cosa
fare per aiutarlo ha chiamato il 118. Ma all’arrivo dell’ambulanza, lo jesino
ha risposto al tentativo di cure sferrando calci e pugni, procurando alla
dottoressa ferite guaribili in 15 giorni. Poi era scappato via al volante della
sua auto. Ci sono andate di mezzo anche le forze dell’ordine che immediatamente
si sono messe sulle sue tracce. Quando l’hanno intercettato e fermato, l’uomo
si è scagliato contro il carabiniere e il poliziotto. Subito arrestato con le
accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, era stato
processato con rito direttissimo. Il giudice l’aveva condannato agli arresti
domiciliari dopo che il suo difensore, l’avvocato Mario Rossetti, aveva chiesto
i termini a difesa per poter prendere visione di tutti gli atti Ieri mattina,
la fase conclusiva della vicenda giudiziaria: l’uomo è stato scarcerato e la
misura cautelare è stata commutata in pena pecuniaria. TA.FRE CORRIERE ADRIATICO Guidavano ubriachi MACERATA - Due patenti ritirate
in centro storico. I controlli dell’Arma sono scattati nella notte tra
mercoledì e giovedì, intorno alle 3. In azione i militari del Nucleo operativo
e radiomobile di Macerata, guidati dal tenente Maurizio Funari, che hanno fermato
alcuni automobilisti che transitavano in via Leopardi. Due di loro sono
risultati positivi al test dell’etilometro. Si tratta di un giovane di 22 anni
residente a Salerno e di un ventottenne di Loreto. Per entrambi la percentuale
di alcol nel sangue era all’incirca di 1,5. Il triplo, dunque, rispetto al
limite consentito. Ai due automobilisti è stata ritirata la patente di guida.
Da parte dei carabinieri di Macerata ormai da tempo è tolleranza zero al
fenomeno della guida in stato di ebbrezza. Tra l’altro i militari dell’Arma, su
impulso del comandante provinciale, colonnello Domenico Paterna, hanno
incrementato i controlli proprio nel centro cittadino. I carabinieri hanno
dunque dichiarato guerra agli ubriachi al volante e la linea dura non è destinata
a placarsi. Un’azione dettata dalla necessità di tutelare la salute individuale
e collettiva: da studi scientifici internazionali risulta infatti che l’alcol è
la causa di oltre il 40 per cento degli incidenti stradali che si verificano in
Italia. L’ADIGE Soccorsa dal medico al limite del coma etilico Quando è intervenuto il medico, la ragazza era al limite del
coma etilico: incosciente è stata portata in ambulanza all’ospedale di Cavalese
e ci sono volute alcune ore affinché si riprendesse Su come si sia ridotta in quello
stato, non è chiaro: la ragazza, poco più che ventenne, ricorda poco o nulla
delle ore precedenti, se non che si trovasse in compagnia di alcuni uomini.
Sulla vicenda, dai contorni ancora oscuri, stanno indagando i carabinieri della
compagnia di Cavalese. Il dubbio è che qualcuno possa aver approfittato dello
stato confusionale in cui si trovava la giovane ed abbia abusato di lei. La
ragazza è stata soccorsa in una struttura alberghiera della val di Fiemme. Un
suo conoscente ha dato l’allarme, nella serata di martedì: non riusciva a
mettersi in contatto con lei e la stanza era chiusa. La ragazza era a letto e
stava male per il troppo alcol ingerito. È stata subito portata in ospedale,
trattenuta in osservazione e solo nella nottata ha ripreso conoscenza. Si è
ricordata confusamente di alcuni giovani che erano con lei e di aver bevuto. Ma
ci sono alcune ore di vuoto nel suo racconto. Smarrita, impaurita e dolorante:
forse qualcuno avrebbe abusato di lei. La paziente è stata sottoposta ad una
visita specifica ed ulteriori accertamenti sanitari sono in corso. Gli
investigatori attendono che la giovane si ristabilisca completamente e che,
acquisita una certa tranquillità, riesca a ripercorrere con la memoria le ore
precedenti al suo ricovero in ospedale. Sulla vicenda i carabinieri mantengono
il più stretto riserbo. WINENEWS Roma - 31 Gennaio 2008 CALORIE, GRASSI, CARBOIDRATI, PROTEINE E ALCOL: SE IL VINO E’
UN’ALIMENTO GLI AMERICANI VOGLIONO LA SUA CARTA D’IDENTITA’ SULL’ETICHETTA. A
RIVELARLO UN SONDAGGIO CONDOTTO PER “ALCOHOL AND TOBACCO TAX AND TRADE BUREAU” E’ un sondaggio a rivelarlo: gli
americani, nel bene o nel male, fissati con le informazioni nutrizionali
vogliono espresse a chiare lettere nelle etichette del vino le percentuali e le
quantità di grassi, proteine, carboidrati e, ovviamente, gradazione alcolica.
Il vino, è, a tutti gli effetti un alimento, oltre che una bevanda e, quindi,
il popolo a stelle a strisce ne vuole conoscere la composizione. Lo rende noto
l’“Alcohol and tobacco tax and trade bureau (Ttb)” in seguito alle
consultazioni avviate per quanto riguarda la cosiddetta Serving facts, la nuova
etichetta che oltre al volume di alcol dovrebbe riportare calorie, grassi,
carboidrati, proteine. Il dibattito accende gli animi
soprattutto sul tipo di indicazione del volume d’alcol. Il Ttb propende per
mantenere la percentuale per volume, mentre sono pervenute richieste per
inserire anche la capacità del bicchiere (birra, vino e spirito), il loro
numero per bottiglia, fino alla definizione del contenuto in alcol di un “drink
standard” e il suo corrispettivo per tipo di bicchiere e bevanda. Non potrebbe essere più diversa la situazione etichette in Europa: dopo lunghe consultazioni la Commissione Europea sta definendo un regolamento che accomuni le informazioni nutrizionali presenti sugli alimenti e le bevande prodotte in tutti i Paesi dell’Unione. Unica deroga per il momento, invece, data la loro specificità per il vino, la birra e liquori. TEMPO MEDICO Sbronze a effetto ritardato IL MESSAGGERO JESI Una serata di alcol e follia
è costata una multa di 5.092 euro a Leonardo Longhi, jesino ... |
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