IL GAZZETTINO
Ha avuto il torto di aver tentato di fare da
paciere. Di ... Ha avuto il torto di aver tentato di fare da
paciere. Di mettersi in mezzo tra un suo connazionale e un paio di moldavi o
romeni, che stavano litigando sulla pista da ballo del discobar. Erano le tre e
mezza del mattino. L’alcol era molto alto e i due romeni o moldavi avevano
subito impugnato i rispettivi coltelli. Dani Ortek, trentacinquenne albanese,
operaio in possesso del permesso di soggiorno, è stato colpito da due fendenti.
Uno all’addome e l’altro al fianco. Il giovane straniero è crollato sul pavimento
del circolo privato "Payboy", di via Bronzetti 8. Un locale
frequentato da immigrati stranieri, che era stato chiuso dalla polizia il 20
gennaio. E non doveva essere aperto. Ce n’è voluto del tempo perchè le quasi
duecento persone che affollavano il discobar si rendessero conto che sulla
pista da ballo c’era un uomo che stava morendo dissanguato. Poi c’è stato il
fuggi-fuggi generale. È scappato anche il gestore del locale. Fortunatamente le
pattuglie delle Volanti della polizia sono arrivate subito sul posto e gli
agenti sono riusciti a bloccare e a identificare alcuni avventori. Quando i
sanitari del Suem e gli investigatori della Squadra mobile, diretti da Marco
Calì, sono arrivati sul posto, il giovane albanese era già spirato fuori del
locale. Con lui c’era una ragazza straniera. Dani Ortek non aveva precedenti. Insomma, era
un operaio incensurato. Era residente a Due Carrare, ma di fatto abitava con il
fratello ad Abano Terme, in via Degli Olmi. Frequentava il circolo privato di
via Bronzetti 8. Un locale gestito da un cittadino di origine slava, dove si
incontrano soprattutto stranieri dell’Est. Non è lavoro facile per gli
investigatori della Mobile, coordinati dal pubblico ministero Paolo Luca,
individuare gli aggressori del giovane albanese. Pare che il discobar sia
frequentato anche da tanti stranieri clandestini. Il "Playboy" sabato sera non doveva
essere aperto. La notte del 20 gennaio c’era stato un blitz delle forze
dell’ordine, che si era concluso con la chiusura del locale. Con la polizia,
avevano fatto irruzione nel discobar, la guardia di finanza, i vigili del
fuoco, i vigili urbani e gli ispettori del lavoro. C’era una festa romena e
dentro ci saranno state più di centocinquanta persone. Tutte avevano pagato
dieci euro per entrare, ma la maggior parte dei presenti era senza la tessera
del club. Anche sabato sera era stata organizzata una
festa privata. Insomma, un modo per aggirare i provvedimenti amministrativi e
tenere aperto il locale. Ed è per questo motivo che il gestore ha abbandonato
tutto e tutti ed è scappato prima dell’arrivo della polizia. Ieri gli investigatori della Mobile hanno
interrogato a lungo la straniera che era in compagnia dell’albanese ucciso. È
certo che il fatto è avvenuto all’interno del locale. Le tracce di sangue
riscontrate dai tecnici della Scientifica sul pavimento della pista da ballo
non lasciano dubbi. Ma la giovane donna non ha saputo indicare neppure la
nazionalità degli aggressori. Ha detto che potevano essere romeni o moldavi.
Troppo poco per un indizio. Gli uomini della Squadra mobile hanno passato
l’intera domenica ad interrogare stranieri dell’Est. Sono stati compiuti anche
dei controlli. Il movente? La lite può essere nata per futili motivi. Forse è
stata "importunata" una donna del gruppo. Lino Lava
BRESCIA OGGI
LA RISSA. L’altra
sera a Darfo scontro per futili motivi fra sei persone. Indagini «lampo» dei
carabinieri di Breno: tutti i coinvolti sono finiti in manette Grave l’uomo colpito a sprangate La
vittima è un tunisino ricoverato in rianimazione In cella due connazionali e
tre giovani albanesi I nordafricani erano appena stati allontanati da un bar
perchè erano troppo ubriachi I magrebini fermati nella notte Ieri l’arresto
degli altri: uno bloccato a casa i due da amici Giuseppe Cappitta Un tunisino in fin di vita per le sprangate
prese durante una rissa e sei arresti. È il bilancio della rissa scoppiata
sabato sera a Darfo che ha portato all’ospedale un tunisino di 27 anni e in
cella due connazionali del ferito e tre albanesi. I momenti di barbara,
gratuita violenza, si sono vissuti sabato sera a Darfo poco dopo le 23, davanti
al bar caffetteria «Al Portico» di piazza Fiorino Tolmino, nella zona del
vecchio ospedale. Sei persone nel piazzale davanti al bar si sono pestate con
violenza. Per futili motivi, dicono i carabinieri di Breno, per i troppi
alcolici bevuti nel corso della serata. Il tunisino di 27 anni, F.T. le sue iniziali,
ha avuto la peggio. Il giovane è stato picchiato con una spranga: ha un grave
trauma cranico e un femore fratturato. Dopo il ricovero a Esine è stato
trasferito al Civile in rianimazione. Poco dopo le 23, secondo quando risulta
dalle testimonianze al vaglio degli uomini della compagnia dei Carabinieri di
Breno al comando del capitano Roberto Rapino, un gruppo di tre tunisini che a
prima vista sembrava avere già «alzato troppo il gomito», ha fatto il suo
ingresso nel locale. La condizione degli avventori è stata subito evidente alla
titolare del bar che li ha avvicinati invitandoli ad uscire dal locale, cosa
che il gruppo dei tunisini ha fatto senza opporre resistenza. Appena fuori i
tre sono entrati in contatto con un gruppetto di albanesi. Tra i due gruppi
sarebbero volati insulti e spintoni. La situazione è subito degenerata. Dagli
insulti si è passati a calci e pugni. E tra le mani di uno degli albanesi è
comparsa una sbarra di ferro. Il 27enne è stato colpito con violenza al capo.
Il 27enne è finito al suolo, privo di sensi. Gli altri hanno cominciato a
scappare, ma erano già stati allertati i carabinieri. I militari della compagnia di Breno hanno
trovato il 27enne clandestino a terra, in una pozza di sangue. Degli altri
protagonisti dell’immotivata rissa nemmeno l’ombra. Di lì a poco è giunta
l’autolettiga del pronto soccorso che ha trasferito il ferito nel nosocomio di
Esine da dove è stato trasportato con eliambulanza al pronto soccorso degli
Spedali Civili di Brescia con prognosi riservata. Grazie alle prime testimonianze sono iniziate
subito le ricerche dei protagonisti della violenta rissa. I due tunisini
scappati sono subito stati rintracciati nelle viciannze: erano fuggiti a piedi
e sono stati arrestati. Arresto anche per il tunisino ferito. Gli uomini della compagnia dei carabinieri di
Breno hanno arrestato S.H. 25enne residente ad Artogne e D.A. 26 anni residente
a Darfo. Nel pomeriggio di ieri sono finiti in manette anche i tre albanesi,
due dei quali giovanissimi. Sono accusati di rissa e lesioni gravi. Uno di loro
è stato fermato, mentre in assoluta tranquillità stava per rientrare a casa;
gli altri due sono stati invece arrestati in casa di un amico dove,
presumibilmente, si erano rifugiati. Gli arrestati sono: K.A. 28 anni residente
a Darfo; K.E. 18 anni anche lui residente nella cittadina termale, ed S.E.
18enne residente a Piancamuno. Il 28enne presentava una ferita alla mano.
Ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Esine è stato medicato e
riconsegnato ai carabinieri con una prognosi di 5 giorni. Le indagini continuano
per accertare che non vi fossero, come pare, altri partecipanti alla rissa.
Nella mattinata di ieri intanto a Darfo sul luogo del maxi pestaggio sono
giunti gli uomini della Sis dei carabinieri di Brescia che, dopo aver chiuso
agli estranei ogni accesso al bar caffetteria, hanno rilevato tracce e
impronte.
IL TEMPO
È stato
trovato ferito in piazza Primo Maggio Algerino accoltellato in piazza. È «giallo» È stato trovato disteso sui marciapiedi di
piazza Primo maggio, immerso in una pozza di sangue. E agli agenti della
squadra Volante, che si sono recati sul posto, ha raccontato di essere stato
accoltellato da due individui senza alcun motivo. Protagonista del misterioso
episodio, un cittadino di origine algerina di 30 anni: attualmente è ricoverato
in ospedale, al reparto di Chirurgia, per ferite al bacino.Home Abruzzo L’allarme è scattato la sera di sabato poco
prima della mezzanotte. Alcuni passanti hanno notato un uomo ferito, sui
marciapiedi di piazza Primo Maggio, che invocava soccorso. Sono arrivati gli
agenti della squadra Volante, e poco dopo un’autoambulanza del 118: l’uomo, che
non sembrava essere molto lucido ma piuttosto confuso forse per un eccessivo
abuso di alcol, ha raccontato che poco prima era stato aggredito da due
individui, di cui non ha saputo fornire una accurata descrizione, che lo
avrebbero accoltellato alla schiena. Non ha detto altro: nè il motivo del
presunto accoltellamento, nè ha fornito una descrizione dell’arma. Sono in
corso indagini. (…)
IL TEMPO
Due
operai romeni sono finiti in manette a Campo di Carne Creano scompiglio nel bar, arrestati Silvia Colasanti APRILIA Serata brava per due cittadini di
origine romena arrestati dai carabinieri per lesioni e resistenza a pubblico
ufficiale. Gli stranieri si erano recati in un bar di Campo di Carne per
trascorrere la serata. Avevano, però, esagerato con l’alcool e iniziato ad
infastidire alcuni clienti del locale. Per questo era scattata la segnalazione ai
carabinieri. Fortunatamente una pattuglia si trovava in zona. I militari
stavano, infatti, effettuando un servizio di osservazione e controllo volto a
prevenire eventuali reati contro il patrimonio. In pochi minuti i carabinieri
sono, quindi, sopraggiunti e hanno invitato i giovani a lasciare il bar. I due,
però, per evitare il controllo hanno reagito fino ad aggredire i militari e
causando ad uno di loro una frattura al polso. Non sono riusciti, comunque, a
farla franca, perché nel frattempo sono sopraggiunte altre pattuglie e gli
stranieri sono stati, finalmente, fermati. Ai polsi di E.G., 22enne, e G.S.,
23enne, entrambi operai e domiciliati ad Aprilia, sono scattate le manette.
IL MATTINO
È AVVENUTO IN CITTÁ. PROTAGONISTA UN
MAROCCHINO Picchia barista e soccorritore: preso Non paga le bottiglie di alcool e aggredisce
selvaggiamente il titolare del bar «Anthony» in via Carlo del Balzo, ad
Avellino. Autore dell’aggressione un marocchino di 40 anni, in Italia con
regolare permesso di soggiorno. Il magrebino l’altra sera aveva atteso l’orario
di chiusura del bar, per evitare occhi indiscreti. Quando ha visto che il
titolare stava per chiudere la saracinesca, si è avvicinato è ha preteso che
riaprisse, con la scusa che doveva acquistare delle bottiglie di liquore. Dopo
qualche resistenza il gestore del bar, un uomo di 67 anni, ha aperto di nuovo
l’attività commerciale. Una volta nei locali l’extracomunitario ha iniziato ad
ordinare una serie di bottiglie, tra wisky, wodka e gin. Ne aveva prese cinque,
ma non bastavano. Il titolare lo ha invitato a saldare il conto. A quel punto
il marocchino è andato su tutte le furie. Minaccioso è ritornato verso
l’anziano è ha iniziato a picchiarlo. Le grida del gestore hanno attratto
l’attenzione di un senegalese, che era a pochi metri dal bar. Ha cercato di
difendere l’anziano, ormai a terra. Ma l’aggressore non ha accettato di buon
grado l’intervento del senegalese, ed ha picchiato anche lui. Poi è scappato.
Solo a quel punto è stato possibile avvertire i soccorsi. I carabinieri della
compagnia di Avellino, appena intervenuti hanno fermato ed arrestato il
marocchino a poche centinaia di metri dal bar dove si era verificata
l’aggressione. Feriti il barista e il senegalese, guariranno in 10 giorni.
gp.fi.
IL GAZZETTINO (Venezia)
Notte brava tra Rialto e piazza San Marco tra
borseggi, ... Notte brava tra Rialto e piazza San Marco tra
borseggi, furti e qualche atto vandalico. Se non è accaduto di peggio in questo
fine settimana è solo perché le forze dell’ordine hanno tenuto sempre ben saldo
il controllo della situazione. Benché i numeri totali del Carnevale non siano
clamorosi, la popolazione giovanile si è concentrata in serata quasi tutta a
Rialto, dove tra campo San Giacometto, l’Erbaria e campo Bella Vienna i bar
hanno fatto affari d’oro e così, pare, anche gli spacciatori di droga. Gli
agenti della sezione di polizia giudiziaria dei vigili, in borghese, hanno
passato la serata da quelle parti e hanno sorpreso e segnalato alla Prefettura
quattro ragazze ventenni che in una calletta adiacente si stavano facendo una
pista di chetamina, una sostanza dal potere allucinogeno. Ma, pare, si tratta
solo della punta dell’iceberg. In cima al ponte di Rialto, dopo una
pantagruelica bevuta, un gruppo di persone è finito contro le vetrine di due
negozi (un’oreficeria e una bigiotteria), provocando danni ma senza tentare di
rubare nulla. La quantità di alcol bevuto nella notte si poteva desumere dalle
bottiglie abbandonate per strada. In piazza San Marco, quattro ventenni
cittadini spagnoli sono stati sorpresi dai vigili mentre espletavano i loro
bisogni fisiologici sulla parete nord della Basilica di San Marco e sono stati
multati. Un esempio contrario di
quello che dovrebbe essere il turismo intelligente e amante della città il cui
arrivo il Comune auspica da anni. (*) Non molti i borseggiatori, che in altri
periodi erano stati "castigati" in modo pesante e molti dei quali si
trovano in galera. Chi ci ha provato ha trovato sulla propria dodici agenti
della sezione di Pg vestiti da Settecento, da Uomo Ragno e da fantasma. Tre gli
arresti, tra i quali spicca quello del romeno Gica Trla, detto "Oci
bei", fratello di "Scimmia" arrestato lo scorso fine settimana.
Entrambi sono vecchie conoscenze delle forze dell’ordine. Tirla è stato
ammanettato grazie alla collaborazione tra Commissariato di San Marco e sezione
di polizia giudiziaria in calle Vallaresso, mentre rubava una macchia
fotografica ad una turista giapponese. Con Tirla c’era un complice, anche lui
arrestato. Sul ponte di Rialto, nel pomeriggio, è stato "pizzicato"
uno slovacco di 33 anni che aveva borseggiato una turista napoletana. L’uomo
era stato sorpreso dalla pattuglia in maschera guidata dal commissario Gianni
Franzoi, ma ha cercato di fuggire. Ne è nata una colluttazione durante la quale
sono volati anche dei pugni e alla fine il ladro ha avuto la peggio.
Immancabili gli applausi della gente. In serata è finito in manette un cittadino
marocchino già noto alle forze dell’ordine: aveva borseggiato due turiste
siciliane alle mercerie. Gli agenti lo hanno beccato giusto mentre metteva le
mani nella tasca del cappotto della vittima per soffiarle il cellulare. Michele Fullin (*) Nota: ci sono turisti che non si
comportano in modo intelligente. Ma ci sono anche scaltri commercianti
sostenuti da riguardosi amministratori che non perdono occasione per associare
gli alcolici ai momenti di festa. Come tutti i lunedì buona parte della rassegna
stampa è occupata da fatti di cronaca: incidenti stradali e risse in locali
notturni. È ora che qualcuno inizi a chiedersi se è accettabile tutta questa
violenza. Non è possibile che per far guadagnare dei privati si debba tollerare
così tanti danni sociali. Ognuno può divertirsi come meglio crede, ma tutto
questo non ha niente a che vedere con la libertà individuale. Analogamente a
quanto accaduto per le svariate leggi antifumo, forse si arriverà ad una
soluzione se verranno attivati provvedimenti finalizzati a tutelare i soggetti
deboli, le vittime innocenti e il patrimonio pubblico di tutti.
IL GAZZETTINO (Venezia)
"Decolla" con la Smart in mezzo alla
rotonda: brillo perde la patente Stava rientrando a casa, in centro a Mestre,
quando ha rischiato grosso "volando" con l’auto in mezzo alla nuova
rotonda di viale Vespucci. E se è stato miracolato dal punto di vista delle
conseguenze fisiche, ha perso però la patente per guida in stato di ebbrezza. È
successo alle tre nella notte fra sabato e domenica. Il ragazzo di 23 anni, al
volante della sua Smart, stava percorrendo viale Vespucci provenendo da San
Giuliano in direzione del centro cittadino, e nell’affrontare il grande rondò,
molto probabilmente a causa della velocità e dei riflessi offuscati dall’alcol,
è letteralmente "decollato", dopo aver urtato il cordolo. Sul posto
una pattuglia della Polstrada di Mestre: sottoposto, con fatica, al test con
l’etilometro, il conducente è risultato positivo con una percentuale di 1,77
g/l, superiore. Macchina distrutta e ritiro immediato della patente per almeno
un mese il bilancio tutto in rosso di un sabato sera piuttosto
"esagerato".
IL GAZZETTINO (Venezia)
CONCORDIA SAGITTARIA Ubriaco al volante alle 10 del mattino CONCORDIA SAGITTARIA - (m.c.) Ubriaco di prima
mattina, si è messo alla guida dell’auto. Protagonista un giovane di Concordia
Sagittaria che ieri, verso le 10, è stato fermato in piazza Matteotti dalla
Polstrada dopo la segnalazione di un’auto che procedeva in modo irregolare. Gli
agenti hanno subito avuto l’impressione che il guidatore non fosse nelle
condizioni ideali per condurre. Sottoposto al test alcolimetro, al giovane è
stato rilevato un tasso molto al di sopra del massimo consentito. Gli è stata
ritirata la patente ed è stato denunciato. L’auto è stata affidata agli amici,
risultati negativi al test alcolico.
VIGILI URBANI
Il 2008 è già l’anno degli ubriachi al volante
Il 2008, in città, è iniziato all’insegna
degli ubriachi alla guida. Sarà stato il periodo delle feste o semplicemente il
nuovo anno, ma il mese di gennaio ha registrato un aumento vertiginoso di
denunce per guida in stato di ebbrezza. Le patenti ritirate dagli agenti della
polizia municipale sono state una decina, che rispetto alla media delle 3 o 4
patenti al mese, danno sicuramente nell’occhio. Ma quello che dà ancor più
nell’occhio è il fatto che il fenomeno, da quanto si evince dai dati dei vigili
della sezione Infortunistica, attraversa trasversalmente ogni nazionalità e
ogni età. Così si va dal farmacista, ovviamente ubriaco, che alla guida della
sua Jaguar guida contromano in via Cadorna provenendo da piazza Vittoria,
episodio accaduto qualche giorno fa. Al marocchino che, nelle medesime
condizioni psico-fisiche, commette la stessa infrazione e percorre contromano
tutto il curvone del cavalcavia della tangenziale, in via Zermanese in
direzione di Dosson. È successo due settimane fa e quasi in un gioco di birilli
l’automobilista straniero si schianta frontalmente con le due vetture che
sopraggiungevano in quel momento rishiando di causare lesioni e ferite ben più
gravi agli occupanti di un quadriciclo (le vetture che si guidano senza
patente) e di un’altra auto. Sceso dalla vettura al controllo della polizia
municipale il marocchino è risultato avere nel sangue un livello di alcol di
quasi quattro volte superiore al massimo consentito per legge. È 0.50 il limite
alcolemico stabilito dalla normativa per mettersi alla guida. Ebbene lo
superava di poco (0,94) il 55enne trevigiano che qualche sera fa si è messo
alla guida in strada Ovest. «Ho bevuto solo un bianco», ha detto ai vigili,
dopo essersi schiantato contro l’auto della polizia municipale, ferma in via
della Repubblica, intervenuta dopo un incidente, per i rilievi di legge.
Ovviamente per lui è scattata ugualmente la denuncia per guida in stato di
ebbrezza e il ritiro patente. Magra consolazione: per l’incidente se l’è cavata
con la constatazione amichevole con i vigili. Non aveva tutti i torti il 55enne
trevigiano protagonista di quest’ultimo episodio se si pensa che il suo 0,94
registrato al controllo con l’etilometro è il dato più basso: gli altri
ubriachi alla guida superavano tutti l’1,80. (*) E per concludere basta
ricordare il giovane che, qualche sera fa, si è messo alla guida all’uscita di
un bar direttamente con il drink tra le mani. Olivia Bonetti (*) Nota: la distribuzione delle alcolemia nei
guidatori segue una ripartizione decrescente, nel senso che più il valore
diventa alto meno probabilità ci sono di constatarlo. Se i guidatori fermati
hanno prevalentemente alcolemie alte significa che i controlli sono selettivi e
non casuali.
LA STAMPA
Turista inglese muore sulle piste da sci Il dramma
a Sauze d’Oulx: l’uomo aveva improvvisato delle discese su alcuni materassini
di gomma TORINO Un turista inglese di 46 anni, David Monk, è
morto nella notte sulle montagne piemontesi, a Sauze d’Oulx (Torino), in
seguito a un incidente avvenuto sulle piste da sci. L’uomo era in compagnia di
tre amici e, secondo quanto ricostruito dalla polizia, aveva improvvisato delle
discese su alcuni materassini di gomma, quelli utilizzati come protezione dei
pali delle piste. (*) Insieme, risalivano una parte della pista a
piedi, trascinando con loro il materassino, poi si sedevano sopra e lo
utilizzavano come slitta. Una delle discese è finita però contro la recinzione
e Monk ne ha subito le conseguenze peggiori: fratture alla testa e al torace.
Se n’è accorta una squadra del soccorso su pista della polizia, al ritorno di
uno dei consueti controlli serali sul traffico di motoslitte. Sulla pista c’era
un piccolo assembramento e, quando si sono avvicinati, hanno visto il ferito. Chiamato il 118, hanno tentato rianimazione e
massaggio cardiaco, ma inutilmente. Nemmeno l’arrivo del medico e il trasporto
in ospedale hanno potuto salvare l’inglese. Altri due amici dell’uomo sono
stati trasportati all’ospedale di Susa (Torino), dove sono rimasti in
osservazione, per verificare le conseguenze dell’impatto contro la recinzione,
ma non risultano in gravi condizioni. Un terzo amico è rimasto invece illeso. (*) Nota: i notiziari televisivi hanno dato
un’altra versione. L’articolo non cita l’aspetto più importante della vicenda:
il turista inglese deceduto e i suoi amici erano tutti sotto effetto di
alcolici. Sovente, quando ci sono di mezzo gli alcolici, i resoconti risultano
“normalizzati”, come se si avesse il timore di allarmare i lettori. L’uso
dell’alcol non viene citato perché considerato, appunto, normale. In questo
caso il giornalista deve aver considerato anche normale che un 46 enne, padre
di famiglia, all’una di notte, vada in una pineta a duemila metri di quota a
scivolare al buio, a torso nudo.
L’ADIGE
Nei guai ubriaco che
viaggiava contromano Nei guai un trentino
di 58 anni che, verso le 20 di sabato, alla guida della sua auto stava
percorrendo via Soprassasso a Gardolo. Non si era accorto di essere contromano
e per un soffio non ha centrato la volante 04/02/2008 - Nonostante i controlli,
nonostante il codice della strada non preveda sconti di alcun tipo su chi possa
risultare positivo all’ alcoltest, sono ancora molti gli automobilisti che si
mettono al volante dopo aver esagerato con il bere. Non si tratta del bicchierino
di troppo magari durante il pasto, ma di chi non riesce a controllarsi e mette
a rischio la vita sua e degli altri per un’abitudine pericolosa. I due uomini
fermati dalla polizia e dai carabinieri fra sabato sera e domenica notte
avevano tassi alcolici da 4 a 6 volte superiori al limite di 0.50 milligrammi
per litro previsto dal codice ed oltre il quale si prevede la denuncia
dell’automobilista, il ritiro della patente e la decurtazione di dieci punti
dal documento di guida. Il primo ad essere pizzicato dalla polizia è stato un
trentino di 58 anni che, verso le 20 di sabato, alla guida della sua auto stava
percorrendo via Soprassasso a Gardolo, nei pressi dello svincolo per via
Bolzano: non si era accorto di essere contromano e per un soffio non ha
centrato la volante. Sottoposto ad alcoltest ha sfiorato il risultato di 2
milligrammi per litro. Nelle prossime settimane verrà intensificato il servizio
di controllo preventivo della polizia contro le stragi del sabato sera. Alle
tre di notte sono stati i carabinieri del Radiomobile di Trento a fermare,
all’altezza di Valsorda, un automobilista che aveva ecceduto con l’alcol.
Denunciato un sessantenne che abita in Valsugana e che, soffiando nella
cannuccia, ha raggiunto un valore record: 2.69 di tasso alcolico, quasi sei
volte superiore al limite.
IL TIRRENO
BREVI DI NERA LUCCA UBRIACO AL VOLANTE. Ubriaco si schianta con l’auto a forte
velocità contro uno dei caselli in disuso della vecchia barriera della Bretella
Lucca-Viareggio all’intersezione con la Firenze-Mare. E’ accaduto domenica alle
prime luci dell’alba. L’automobilista, 20 anni, è stato accompagnato in
ospedale per accertamenti: ha riportato lievi ferite. Il suo veicolo è andato
distrutto. Danneggiato gravemente il vecchio casello autostradale vuoto perchè
ormai inutilizzato. Sul luogo dell’incidente sono andati gli agenti della
polstrada di Viareggio che hanno sottoposto il conducente della macchina al
test dell’etilometro che ha dato esito positivo. Il giovane, che da poco aveva
ottenuto la patente, è stato denunciato a piede libero. La patente gli è stata
ritirata.
VIRGILIO NOTIZIE
CAFFE’, TELEFONINI E PROTESI AL SENO NON FANNO
VENIRE IL CANCRO Ricerca di una
università australiana: male invece fumo e alcool Roma, 4 feb. (Apcom) - E’ tempo di sfatare i
falsi miti. Bere caffè, usare il telefono cellulare, mettere un dolcificante
artificiale nel tè o farsi impiantare una protesi al seno non sono azioni che
possono aumentare il rischio di sviluppare un cancro. Lo sottolinea una ricerca
condotta dal professor Bernard Stewart dell’università di New South Wales in
Australia, pubblicata oggi sulla Mutation Research Reviews. Resta, invece, confermato l’incremento del
rischio cancro per chi fuma, beve molto alcool o si espone senza cautele ai
raggi del sole. Secondo la ricerca non devono dunque preoccuparsi gli amanti
del caffè, i patiti dei cellulari, le siliconate, ma neanche chi usa
deodoranti, dolcificanti artificiali e acqua addizionata di fluoruro. Il sistema creato dall’università australiana
fa una sorta di catalogo del rischio-cancro derivante da una serie di azioni
abituali in base alle categorie ’comprovato, probabile, deducibile, sconosciuto
e improbabile’. Ebbene, se è "comprovato" che il rischio è massimo
per fumatori ed ex fumatori, è "improbabile" che la cosa possa
riguardare chi beve un caffè o decide di farsi aumentare di una taglia il seno.
Per quanto riguarda l’uso del cellulare, la cosa è catalogata come "meno
che probabile", ma attenzione: non si sa ancora nulla dell’influenza a
lungo termine dell’uso dei telefonini sul rischi cancro.
TGCOM
Eva Mendes ricoverata in clinica Si
sospetta abuso di alcol Vizietti pericolosi per Eva Mendes. La star di
Ghost Rider è ospite, da diverse settimane, del centro di riabilitazione Cirque
Lodge, in Utah, dove già numerose sue colleghe del jet set hanno fatto tappa
per disintossicarsi da alcool e droghe. Il suo portavoce parla di "periodo
di riposo per risolvere questioni personali", senza scendere nei dettagli,
ma c’è chi giura che Eva, di recente, abbia alzato un po’ troppo il gomito... Cirque Lodge non è un nome nuovo agli
appassionati di gossip: di recente, infatti, la nota clinica riabilitativa
americana ha rimesso in sesto Lindsay Lohan dopo l’ennesimo abuso di alcol e
sostanze proibite. Il portavoce dell’attrice ha preferito non
svelare dettagli sulla vicenda, appellandosi al rispetto della privacy: “Eva ha
lavorato duramente nell’ultimo anno e ha deciso di prendersi una pausa per risolvere
alcune questioni personali - ha annunciato - Problemi che, seppur non gravi,
hanno richiesto il supporto professionale di strutture specializzate”. Quale sia il vizietto di Eva, però, non è
ancora chiaro, anche se sul set di We Own the Night in molti l’hanno vista più
a suo agio dopo qualche bicchierino, soprattutto nelle scene più “calde” del
film.
REDATTORE SOCIALE
’’Io
rinuncio’’: a Bolzano le associazioni invitano a provare un nuovo stile di vita Non
solo alcol, ma anche cibo e tv. Caritas: ’’E’ difficile dire no alle lusinghe
del consumismo’’. L’iniziativa parte il mercoledì delle ceneri e si conclude a
Pasqua
CORRIERE VENETO
Ubriaco al casello Cinese condannato I locali: «Alcol e divieti, pronti a
disobbedire» Sassi dal cavalcavia Arrestato ubriaco
IL MESSAGGERO
La pioggia e l’alcol sono stati alla base di
una decina di incidenti stradali che si sono verif...
LA SICILIA
Ubriaco al volante causa incidente Augusta.
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