MILANO - Il «vampiro rosso» di Segrate rischia seriamente
di restare all’asciutto. Per il ministero dell’Interno, infatti, le quasi
trentacinquemila contravvenzioni rilevate dal «T-Red» sulla Cassanese, senza
che accanto all’apparecchiatura elettronica ci fosse un agente della polizia
municipale in grado di contestare immediatamente la presunta violazione al
Codice della strada, sono da ritenersi carta straccia.
Dunque, quella arrivata alcuni giorni orsono dal «Dipartimento per gli
affari interni e territoriali» del Viminale è una bella paletta rossa sventolata
sotto il naso dell’amministrazione e dei vigili urbani di Segrate che, oltre a
dover fronteggiare la pioggia di ricorsi presentati degli automobilisti multati
dal «poliziotto elettronico », stanno tuttora facendo i conti con l’inchiesta
del sostituto procuratore di Milano Alfredo Robledo. Un’indagine che ha preso
corpo nel giugno dell’estate scorsa, quando la polizia giudiziaria del
magistrato ha messo i sigilli al vigile elettronico di Segrate e ha notificato
quattro avvisi di garanzia anche per abuso d’ufficio, due dei quali recapitati
al comandante della polizia municipale e al suo vice. Al vaglio anche l’appalto
di gara per il Photored (il vigile elettronico) e i rapporti tra l’azienda
vincitrice e l’amministrazione comunale che si difende a spada tratta
sostenendo di avere sempre avuto come unico obiettivo la sicurezza dei
cittadini e la diminuzione degli incidenti stradali.
Di fatto, il Ministero dell’Interno concorda pienamente con il prefetto di
Lodi Francesco De Stefano che, sempre l’estate scorsa, ha annullato circa
ottocento verbali di contravvenzioni elevate grazie all’utilizzo del «T-Red»
lungo le strade di Tavazzano e Montanaso, tratti non inseriti dalla Prefettura
stessa in quell’elenco di vie in cui è consentito l’uso del vigile elettronico
senza la contestuale presenza di un agente della polizia municipale in carne e
ossa.
Un precedente cucito su misura per la questione di Segrate, con buona
pace di tutti quegli automobilisti immortalati a passare con il semaforo rosso
ma solo perché, dicono loro e sta cercando di appurare l’inchiesta della
procura, il «T-Red» sarebbe stato tarato in maniera truffaldina, così da non
lasciare scampo alle vetture in transito, con un tempo tecnicamente
insufficiente a liberare l’incrocio prima che la luce gialla si faccia rossa.
In effetti, in diversi casi già il Tar e i giudici di pace (così come i
prefetti) si sono espressi in favore degli automobilisti, ma ora con il
parere del Ministero i rimborsi per i cittadini sono sempre più concreti.
«Tuttavia — scrivono anche da Roma — poiché la questione trattata presenta
profili di problematicità meritevoli di adeguato approfondimento, questo
ufficio ha ritenuto opportuno chiedere al riguardo l’autorevole avviso
dell’Avvocatura Generale dello Stato».
E sia. Ma in attesa dell’ulteriore interpretazione la polizia municipale di
Segrate finisce dietro la lavagna e l’esercito degli automobilisti accusati
di avere bruciato il rosso preparano bottiglie e bicchieri per il brindisi.
Biagio Marsiglia Da Corriere.it
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