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Rassegna stampa Alcol e guida del 7 febbraio 2008

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Gli allievi della classe quinta A dell’Istituto Tecnico Commerciale “G. Da Verrazzano” di Albinia (GR) hanno lanciato una interessante ed ammirevole iniziativa: una petizione con raccolta di firme per sanzionare adeguatamente chi uccide guidando in stato di ebbrezza.
Al fondo della rassegna potete trovare il testo della petizione ed il modulo per la raccolta delle firme
Per le adesioni, è necessario stampare, firmare la petizione e inviarla per posta ordinaria al seguente indirizzo:
Istituto Tecnico Commerciale "G. Da Verrazzano" Via Della Pace, 58010 - Albinia (GR)

“SE LA VITA E’ DAVVERO UN DIRITTO INDISPONIBILE GLI OMICIDI CAUSATI DA CHI GUIDA SOTTO L’ EFFETTO DI SOSTANZA ALCOLICHE O STUPEFACENTI NON POSSONO ESSERE CONFIGURATI QUALI OMOCIDI COLPOSI”.
“ Prof, ma se verrà accertato che chi ha ucciso Michele guidava in stato di ebbrezza, quale sarà la pena comminata?”
E’ questo l’ inquietante interrogativo che i ragazzi della V A I.T.C. di Albinia hanno posto alla loro Prof. di diritto all’ indomani della tragica morte di Michele, un meraviglioso bambino di 12 anni nipote del bidello della scuola investito da una autovettura mentre, con la sua bici, si recava da un suo amichetto di scuola.
La risposta all’ interrogativo ha aggiunto rabbia e incredulità al loro sgomento: “ Nel nostro ordinamento chi coscientemente si pone alla guida di un’ autovettura in stato di ebbrezza o alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o alcoliche non viene quasi mai accusato di aver voluto la morte della vittima né di aver voluto il fatto da cui tale morte è derivata. La pena comminata è quindi molto più lieve di quella applicata a chi volontariamente cagiona la morte di un altro uomo configurandosi il fatto come omicidio colposo e non doloso.”.
L’interrogativo successivo è stato più inquietante del primo: “Ma tutto ciò è compatibile con il principio della indisponibilità della vita? In nome di tale principio nel nostro ordinamento si configurano dolosi l’omicidio del consenziente e l’eutanasia (morte dolce) e allora perché non dovrebbero essere considerati dolosi gli omicidi di chi uccide un uomo dopo essersi volontariamente posto in stato di incoscienza tale da non poter evitare la morte di una persona che voleva vivere?
La gravità di tale contraddizione giuridica e umana è ingiustificabile.
Da tali considerazioni è nata, quindi, l’idea di predisporre una petizione volta a far riflettere su questo inquietante problema chi dovrebbe interpretare le esigenze della società civile e trovare soluzioni idonee a rendere concreto il diritto alla vita.
Una petizione nata dalla disperazione, dalla rabbia ma anche dalla speranza che le cose possono cambiare se chi di dovere avrà il coraggio e l’ umiltà di ascoltare.
Non deludiamo le speranze di coloro che saranno gli adulti di domani e che saranno persone migliori di noi se solo oggi noi sapremo capire e realizzare il loro bisogno di amore e giustizia.

Gianna Pacini - insegnante Istituto Tecnico Commerciale "G. Da Verrazzano" di Albinia (Gr)


ASAPS

I ragazzi dell’ITC di Albinea propongono una petizione per gli omicidi della strada: l’Asaps la sottoscrive in pieno e la sostiene Diamo una mano a questi studenti che chiedono una vera giustizia
FORLÌ, 7 febbraio 2008 – Non capita tutti i giorni poter parlare ai ragazzi. O meglio: non capita tutti i giorni di saper usare il loro linguaggio ed è cosa assai più rara ottenere la loro attenzione. Figuriamoci quando si riesca ad avere anche la “condivisione”. Ed è ciò che accade ad Albinia, cittadina della riviera tirrenica in provincia di Grosseto, sponda storica della Maremma toscana, dove l’insegnante di diritto di una V classe dell’ITC, sezione A, Gianna Pacini, si è sentita rivolgere una domanda che da sola è la piena dimostrazione di quanto nel centro abbia saputo colpire. “Prof, ma se verrà accertato che chi ha ucciso Michele guidava in stato di ebbrezza, quale sarà la pena comminata?”. L’insegnante ha fatto centro, ma la nostra società non ha risposte da dare, nel senso che dire ai ragazzi che l’ubriaco uccisore di un bambino di 12 anni che se ne andava tranquillo con la sua bici, non farà nemmeno un giorno di prigione e che se la caverà con una sanzione che sa tanto di rimprovero e basta, significa annunciare loro che la società nella quale si preparano a convivere come persone adulte, è in realtà una jungla, dove l’importante è sopravvivere. E, soprattutto, che l’eclissi permanente di luce che produce un costante cono d’ombra tra dolo e colpa, una specie di grigio e durevole indulto su cui si è mosso l’uccisore, è terra di nessuno.
Tu uccidi, la Giustizia lo sa, ma non ti punisce.
L’insegnante ha capito che è giunto il momento di far entrare i suoi alunni bisognosi di certezze, visto che le risposte possibili sono oggi indecenti per una società civile, in una comunità nella quale possono fare la differenza e della quale possono decidere il futuro.
Possono trasformare la morte di Michele, 12 anni, nipote del custode della scuola, in un’occasione di vita offerta alle future vittime della strada: bambini, adulti, vecchi ed anche loro stessi, che camminano ogni giorno verso un destino ignoto.
Tornerò a casa stasera?
Ed ecco l’idea di una petizione, per chiedere che quella contraddizione giuridica ed umana, “ingiustificabile”, venga finalmente risolta.
Diamo una mano a questi ragazzi che chiedono giustizia. Noi firmiamo.


ASAPS

Sicurezza stradale

I ragazzi della VA dell’ITC di Albinia vanno dritti al cuore del problema: l’inadeguatezza delle leggi, dinanzi alla sempre più pressante domanda di giustizia che riguarda gli incidenti stradali, in particolare per stato di ebbrezza

Di Carlo Alberto Zaina - Avvocato in Rimini e collaboratore dell’Asaps 
Per antica e costante convinzione, credo il buon senso ed il coraggio non abbiano età, non abbiano colore di pelle, non siano legati ad una particolare parte politica od ideologica e, tantomeno, possano essere legati al censo od alla classe sociale cui una persona può appartenere.
La premessa, ancorchè, forse, pleonastica, è, comunque, d’obbligo, perché l’incipit della riflessione che mi accingo a svolgere non proviene affatto da importanti esperti del settore dei trasporti o della circolazione, o tantomeno, da celebrate personalità assurte a cariche istituzionali o di responsabilità, quanto piuttosto da un gruppo di giovani studenti della V A dell’ITC di Albinia e dalla loro insegnante.
Costoro, con lucidità, sensibilità e, soprattutto, una disarmante – quanto ammirevole – chiarezza, colpiscono, a differenza di altri, il cuore del problema concernente il proliferare di vittime di incidenti stradali provocati da persone ebbre di alcool o stupefacenti.
In particolare, essi si chiedono quale risposta, l’ordinamento giuridico e lo Stato debbano fornire, sia di fronte alla evidente inadeguatezza delle leggi vigenti, sia dinanzi alla sempre più pressante ed ineludibile domanda di giustizia che riguarda l’ormai endemica piaga delle morti da incidenti stradali.
Ci si chiede perché non sia ancora intervenuta una effettiva e sostanziale modifica del vigente - ed inidoneo - regime sanzionatorio, nei confronti di quei soggetti che, guidando un veicolo, in stato di alterazione (da assunzione di alcoolici o stupefacenti), provochino incidenti stradali – con possibilità di cagionare lesioni o la morte in capo a persone assolutamente incolpevoli.
Si tratta di una domanda giusta e che da troppo tempo attende una risposta seria.
Sullo specifico punto, infatti, politici, giornalisti, esperti del settore (o pseudo tali), da tempo dibattono e discutono, senza, però, mostrare una seria volontà di trovare una soluzione normativa.
La ragione di questo stato di impasse è, in realtà, sconcertante e semplicissima.
Noi viviamo, infatti, in un paese nel quale vige il principio del buonismo, (che è cosa del tutto differente dal garantismo) e dove, quindi, manca il coraggio di assumere posizioni serie e certe che possano anche scontentare qualcuno, in particolare modo importanti centri di interesse e potere economico.
In buona sostanza, in Italia troppo spesso, nel campo legislativo, si cercano e si adottano soluzioni normative di compromesso, le quali sembrando (senza esserlo) innovative, in realtà, forniscono una risposta formale e puramente di apparenza, finendo per colpire sempre obbiettivi diversi da quello principale.
Venendo a noi, l’ASAPS (ed il sottoscritto) da tempo sostengono che la legge vigente, [in special modo il codice penale], che punisce con la previsione dell’omicidio colposo (art. 589 c.p.) o con la previsione delle lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) il fatto di chi – ponendosi alla guida di un veicolo, in stato di ebbrezza alcoolica o da stupefacenti – provochi un incidente stradale con morti o feriti, non risulta più adeguata alla attuale situazione
Sintetizzando in modo estremamente schematico, si può affermare che le due disposizioni di legge in questione, infatti, non presentano un vero effetto di deterrenza nei confronti di quanti tengono condotte pericolose, perché equiparano sul piano punitivo il comportamento di chi provochi un incidente (con conseguenze lesive o mortali) per un’avventatezza (magari lieve), rispetto a quello, ben più grave, di colui che provochi lo stesso evento trovandosi, però in una condizione di inidoneità psico-fisica alla conduzione di un veicolo .
Quello che da tempo è stato lanciato, costituisce un grido di dolore, che è rimasto inascoltato da chi o coloro che, invece, hanno la grave e pesante responsabilità di produrre leggi che tutelino i diritti dei cittadini, primo tra questi il diritto all’incolumità ed alla vita.
Nulla, infatti, è mutato e taluni interventi legislativi degli scorsi mesi hanno affrontato solo aspetti collaterali (la guida in stato di ebbrezza, la guida sotto l’effetto di stupefacenti), senza, però, pervenire al collegamento fra queste situazioni ed eventuali esiti nefasti che da essi possano derivare.
Neppure sul piano della prevenzione e della educazione, le istituzioni hanno speso particolare impegno.
Cosa più volte, quindi, si è chiesto?
Una cosa semplicissima; e cioè che la legge vigente muti, perché deve cambiare sostanzialmente la prospettiva all’interno della quale si deve valutare la condotta illecita sopra descritta.
A nostra parere, infatti, chiunque guidi in stato di ebbrezza determinato dall’assunzione di alcool o di stupefacenti, compie un’azione voluta e consapevole e per tale, ragione deve assumersi quelle responsabilità che conseguono nell’ipotesi egli provochi un sinistro, dal quale derivino conseguenze lesive a terzi utenti della strada.
Esemplificativamente; se, infatti, decido di bere o di assumere droga, non potrò seriamente sostenere di ignorare quali possano essere le conseguenze di questo mio gesto, sul mio fisico o sulla mia psiche.
Non potrò, quindi, mai giustificarmi, sostenendo di avere compiuto questi gesti involontariamente od inconsapevolmente.
Dunque, in una simile situazione, io so [e, chiunque sa,] di non potere e di non dovere guidare un’autovettura, una motocicletta, una bicicletta, in pratica qualsiasi mezzo di locomozione, perché posso non trovarmi in una condizione che non mi permette di essere vigile, concentrato, attento e pronto ad affrontare tutti gli imprevisti connessi con la guida e la circolazione stradale.
Se, dunque, nonostante la mia consapevolezza di avere assunto sostanze che sono incompatibili con l’azione di condurre un veicolo nel traffico stradale, intendo sfidare (perché di incosciente sfida si tratta) i divieti che la legge stabilisce agli artt. 186 e 187 CdS[1], è palese che, pur non volendo deliberatamente provocare un incidente e, tantomeno, ferire od uccidere chi troverò sul mio cammino, accetto, comunque, il notevole rischio di cagionare una simile eventualità.
Non voglio, dunque, assolutamente uccidere o ferire qualcuno (e forse non prendo neppure in esame una simile eventualità, anzi la escludo), ma, come in una roulette russa, accetto di rischiare un incidente, ponendomi al volante, senza esserne in condizione, nella speranza (stolta ed infondata) che nulla mi accada, confidando (sempre in maniera superficiale e stupida) sulle mie capacità e sulla convinzione che succede sempre agli altri ed a me non può succedere.
Quali dovrebbero essere, quindi, sul piano giuridico le conseguenze che auspichiamo, se, invece, tutte queste speranze non si materializzano ed, invece, avviene l’incidente, magari con le tragiche conseguenze già esposte?
Ebbene la nostra proposta, [da taluno – a sproposito - giudicata troppo severa, ecco il buonismo di cui parlavo prima], non mira solo a rendere operativo, nei casi in questione, l’istituto del dolo eventuale, che è figura, che in relazione all’omicidio, si pone, per cosi dire, in posizione intermedia tra l’omicidio colposo e l’omicidio volontario.
Noi crediamo, infatti, che sia necessario fine da perseguire con impegno totale quello di concepire e pensare una norma che presenti precisi caratteri e che deve consistere dei seguenti elementi.

1. In primo luogo è fondamentale che venga prevista la punibilità della condotta illecita sin qui ipotizzata (l’omicidio a seguito di incidente stradale provocato da persona in stato di alterazione psico-fisica), facendo rientrare la stessa nella categoria dei reati dolosi (cioè che l’autore in qualche modo vuole).
Questa scelta dipende dalla circostanza che abbiamo, infatti, insistito sulla gravità del fatto che viene provocato; è, quindi, necessario dare predominanza a quel profilo psicologico che attiene alla scelta del singolo di condurre un veicolo in evidente e consapevole stato di alterazione per ingestione di alcool o stupefacenti.

2. In secondo luogo non si può trascurare la necessità di un nuovo intervento legislativo anche riguardo la condotta di guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti attualmente puniti dagli artt. 186 e 187 Cds, con un aggravamento del trattamento sanzionatorio di questi comportamenti.
Anche a questi reati deve essere riconosciuto un alto livello di gravità, quindi essi devono essere inseriti nelle categoria dei delitti, cioè di quei reati che creano maggiore allarme sociale.
Essi, quindi, devono essere sanzionati con pene adeguate alla gravità di tali condotte anche a livello accessorio, come si vedrà fra poco.
Il ragionamento che sostiene il nostro convincimento è, dunque, semplice e lineare, ma è, soprattutto, con nostro grande piacere, assolutamente analogo a quello che gli alunni della V A dell’ITC di Albinia, con acume e buon senso, formulano.
Esso, infatti, pone al centro la necessità di un adeguata tutela della vita umana ed impone un rigoroso richiamo alle responsabilità che ciascuno di noi deve assumersi, quali utenti della strada.
Mi ha profondamente colpito la frase che recita “Ma tutto ciò è compatibile con il principio della indisponibilità della vita? In nome di tale principio nel nostro ordinamento si configurano dolosi l’omicidio del consenziente e l’ eutanasia (morte dolce) e allora perché non dovrebbero essere considerati dolosi gli omicidi di chi uccide un uomo dopo essersi volontariamente posto in stato di incoscienza tale da non poter evitare la morte di una persona che voleva vivere?"
In essa è racchiusa, infatti, con felice sintesi la reale essenza del problema.
E’, pertanto, importante, per dare costrutto all’importante intuizione degli studenti della V A, ricostruire i seguenti passaggi, sul piano tecnico-giuridico:

1. come si è anticipato in precedenza, il conducente di un veicolo che si ponga alla guida di un mezzo di locomozione (qualunque esso sia) in stato di alterazione psico-fisica, certamente non ha alcuna intenzione (volontà) di provocare un sinistro stradale e, quindi, di uccidere o ferire delle persone.
Manca, dunque, quell’elemento psicologico che il codice penale definisce dolo, cioè la deliberata volontà e coscienza di provocare un evento lesivo;

2. il conducente del veicolo, però, guidando in stato di minorata capacità, sia fisica, che psichica è consapevole, o, comunque, accetta quel rischio di essere responsabile di un sinistro (e delle conseguenze che da esso possono derivare) che deriva direttamente dalla propria contingente situazione di persona che non dovrebbe guidare.
Egli ha, dunque, coscientemente, liberamente e volontariamente assunto sostanze che non avrebbe dovuto ingerire, in dosi eccedenti i limiti di legge, prima di porsi alla guida di un veicolo e, così, facendo, ha deliberatamente creato ed accettato una situazione di pericolo.
Nel caso questa condizione da potenziale si trasformi in concreta, perché il soggetto ha un incidente (con feriti o morti), egli non potrà mai sostenere

a. di non sapere che era vietato guidare in stato di alterazione (perché l’ignoranza della legge non scusa);
b. di non avere potuto prevedere le gravi e lesive conseguenze della propria scelta scellerata, accettandole implicitamente;
c. di non avere bevuto smodatamente o di non avere assunto stupefacenti, perché prima di porsi alla guida, l’interessato può e deve controllare il proprio stato psico-fisico.

Ho esordito, manifestando la ferma convinzione dell’universalità e del primato del buon senso.
Desidero chiudere questo mio contributo, osservando che, se – come in questo caso - i giovani si mostrano molto più saggi, molto più lungimiranti e molto più coraggiosi degli anziani, [e Voi lo siete perché, senza essere tecnici, avete compreso appieno la gravità del problema, perché, senza presunzione, avete avuto la capacità di proiettare il Vs, sguardo lontano e, soprattutto, perché siete coraggiosi essendoVi schierati a favore della vita, senza se e senza ma], se Voi, quindi, attestate, con la Vs. intelligenza, la presenza di questi caratteri inalienabili, la speranza di un cambiamento, anche radicale come quello che proponiamo non è, certo, vana.


VIRGILIO NOTIZIE

ECCESSO ALCOL TRA MINORI, SBATTELLA: SOCIETA’ SOTTOVALUTA RISCHIO
Psicologo: ormai i bambini iniziano a bere a 11 anni

Roma, 6 feb. (Apcom) - Tutti gli indicatori rilevano che in Italia il consumo di alcol è "sempre più ampio nelle fasce ’età e sempre più precoce. Se a questo si aggiunge che si tratta di un fenomeno sempre più sottovalutato la situazione diventa preoccupate". A parlare è Fabio Sbattella, psicologo, psicoterapeuta, e docente di comunicazione e psicologia dello sviluppo all’Università Cattolica di Milano, che condivide l’allarme lanciato dal governo inglese sull’altissimo numero di 13enni che consumano alcol e la linea dura intrapresa per contrastare il fenomeno. Secondo gli ultimi dati della Asl di Milano i ragazzi "iniziano a bere già dagli 11 anni almeno una volta a settimana" e i consumi si orientano sulla birra e sui soft drink, in maniera generalizzata e trasversale per maschi e femmine".
In Italia, rileva Sbattella, "la gente non capisce che basta un bicchiere e mezzo di birra per rendere pericoloso l’alcol: è sufficiente per il test del palloncino, che fa ritirare la patente, ma anche per danneggiare irreparabilmente la salute". In particolare, sotto i 16 anni non esiste strutturalmente nel corpo umano un enzima che permetta la degradazione dell’alcol che è tossico, un veleno". Se a questo si aggiunge che esiste una legge che vieta la vendita di alcol a minori di 16 anni ma che "nessun gestore si sogna di chiedere la carta di identità al ragazzo si vede come - dice Sbattella - le cose funzionino molto diversamente rispetto al resto d’Europa, dove il senso di responsabilità è diverso".
Poi c’è anche un problema di "marketing, di pubblicità: le aziende produttrici presentano i prodotti in maniera accattivante e innocente. Gli adolescenti sottovalutano il problema e i genitori fanno lo stesso: quando poi si accorgono che il loro bambino abusa di alcol è troppo tardi".


SESTO POTERE

REGGIO, SICUREZZA STRADALE: PRESENTATO PROGETTO DEL COMUNE RIVOLTO AI GIOVANI
Reggio Emilia - Produrre un insieme di azioni per la sicurezza stradale valorizzando il lavoro di volontariato sociale e le agenzie di prevenzione e repressione degli atti non rispettosi del codice della strada. Sono queste le intenzioni del “Progetto per la sicurezza stradale rivolto ai giovani e per comportamenti corretti alla guida di autoveicoli”, presentato ieri dall’assessore comunale alla Sicurezza e coesione sociale Franco Corradini alla commissione consiliare Affari generali, presieduta dal consigliere Eboli.
Due le linee guida che emergono dal documento, caratterizzato dallo slogan ‘Chi guida non beve, chi beve non guida’: prevenzione attraverso l’educazione dei giovani e repressione decisa dei comportamenti non corretti e pericolosi. In una logica di co-progettazione con enti e associazioni competenti e attivi sul tema della sicurezza stradale, con i quali è stato attivato un tavolo di confronto, promosso dagli assessorati Coesione e sicurezza Sociale, Diritti di cittadinanza e Pari opportunità, Giovani scuola e università: Provincia, Prefettura, Carabinieri, Questura, Polizia stradale, Ufficio scolastico provinciale, 118, Croce rossa, Ausl, Fcr, Act, La gabella, Unità di strada, Unità di prevenzione, Cooperativa Papa Giovanni XXIII, Cna, CoopTaxi, Osservatorio Sicurezza stradale, associazione Orti e centri sociali, locali di aggregazione dei giovani.
Insieme a consiglieri e funzionari comunali, a questo primo incontro della commissione (cui ne seguirà un secondo) erano presenti Doriano Corghi (Ufficio scolastico provinciale), Carla Portioli, Riccardo Giannini (associazione europea familiari e vittime della strada), i rappresentanti di Polizia stradale e 118. Nel progetto, lo spazio rilevante dedicato all’abuso di alcolici rappresenta un elemento di qualità. Non di meno, hanno rilievo altre azioni di prevenzione che attengono al rispetto del codice della strada, alla consapevolezza del rischio per la propria persona e per gli altri ogni qualvolta si assumono scelte non corrette.
Sintesi del progetto

Premessa
Spesso si usano strumenti e approcci che non comprendono appieno le motivazioni che stanno alla base di comportamenti di consumo di alcol e droghe tra i giovani. Continuiamo a pensare che fenomeni come il ‘binge drinking’ siano il frutto di comportamenti imitativi o dettati da “mode” e che i giovani non siano al corrente dei danni provocati da un consumo smodato di sostanze alcoliche o stupefacenti. L’educazione nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile è importante e va portata avanti con la collaborazione tra istituzioni, associazioni territoriali che lavorano quotidianamente con i giovani, servizi sociali, sanitari, forze dell’ordine. Ma allo stesso tempo andrebbero indagate le motivazioni del disagio che sta alla base dei ragazzi e che li porta ad abusare periodicamente di sostanze nonostante la consapevolezza del danno che portano.
Il flagello dell’alcol tra riti e mercato
Tra le sostanze maggiormente usate e abusate dai giovani reggiani, l’alcol è sicuramente al primo posto. I rischi sono gli stessi di tutte le sostanze che provocano dipendenza. Il principale è senza dubbio la guida in stato di ebbrezza, che oltre a cagionare ingenti danni al bevitore è anche fonte di pericolo per terzi.
Spesso associato con altre droghe (soprattutto cocaina) l’alcol è l’ingrediente principale del “menu tossico” giovanile. In Italia, ma anche a Reggio Emilia, il consumo di alcolici è in costante aumento, mentre si abbassa l’età dei consumatori, malgrado una legge dello stato che vieta la vendita di prodotti alcolici ai minori di anni 16. Ha contributo al diffondersi dell’uso del alcol l’usanza dell’aperitivo (happy hour). A tutto ciò si stanno aggiungendo altri segnali preoccupanti, come la festa "open bar", diffusa soprattutto nell’nord dell’Europa e si sta affacciando in Italia.

BINGE DRINKING. Un rapporto dell’Istituto Nazionale americano contro gli Abusi Alcolici e l’Alcolismo sottolinea che il binge drinking “di solito è definito consumo di cinque o più bicchieri di fila per gli uomini e di quattro o più bicchieri di fila per le donne”.
Per i funzionari della sanità degli Stati Uniti si tratta di “un grave problema di salute pubblica”. In Italia le cifre, per quanto non da record, bastano a far scattare il campanello d’allarme: secondo il Report dell’European school survey project on alcohol and other drugs del 2003, l’abitudine al Binge Drinking occasionale riguarda circa il 37% (contro una media europea del 50%) degli studenti delle superiori. Una recentissima ricerca prodotta dallAusl reggiana insieme al Cps, e condotta su un campione di adolescenti e giovani, purtroppo conferma questa deriva che sembra inarrestabile. Il 51% che dichiara di aver provato l’alcol, continua a farne uso in modo occasionale, mentre il 23% ammette di essersi ubriacato.
Dall’Osservatorio Permanente sull’Alcol presieduto dal professore Veronesi, giungono ulteriori conferme sulla rilevanza del problema. L’Emilia Romagna risulta, infatti, la regione con giovani consumatori più assidui che nel resto dell’Italia e dove soprattutto le donne consumano aperitivi e superalcolici in maggioranza rispetto al campione nazionale.

Per una nuova strategia preventiva
I paesi dell’Unione europea spendono 5 miliardi di euro per il trattamento e la prevenzione del consumo problematico di alcol e alcoldipendenza. Ma un recente studio condotto dall’Istitute of Alcohol Studies del Regno Unito, commissionato dal Parlamento Europeo, ha dovuto ammettere che l’impatto delle politiche che sostengono l’educazione, la comunicazione, la formazione e la consapevolezza dell’opinione pubblica è basso. Il nostro territorio sta assistendo a un drammatico aumento dei fenomeni di uso e abuso di sostanze. Si pensi alla cocaina, della quale i sequestri da parte delle forze dell’ordine si sono praticamente decuplicati in un tempo relativamente breve.
A questo scenario non corrisponde una immediata capacità del sistema ad agire strategie convincenti di contrasto e presa in carico. È urgente la necessità di dare avvio ad una vera e propria “rivoluzione culturale” per leggere meglio questo difficile tempo dove la presenza di sostanze legali e illegali appare sempre di più ineluttabile.
Alcol, ma anche psicofarmaci, cocaina, doping e tutta la famiglia delle droghe sintetiche, non solo mettono a rischio la salute, ma minano alla radice i processi di inclusione sociale, le nostre politiche di comunità e con esse il nostro modello di welfare. Appare così evidente che bisogna tracciare i nuovi confini delle nostre politiche di prevenzione.
Mettere in campo una nuova stagione di speranza L’abuso di alcol lascia dietro sé una impressionante scia di disastri e di sangue. Oltre che essere una sostanza che provoca dipendenza, l’alcol è la causa di 60 diversi tipi di malattie e condizioni, quali incidenti, disordini mentali e comportamentali, problemi gastrointestinali, tumori, malattie cardiovascolari, problemi immunologici, malattie polmonari, malattie dello scheletro e muscolari, problemi dell’apparato riproduttivo e danni prenatali, che comprendono un aumento del rischio di nascite premature e sottopeso.
L’alcol pone un onere significativo su molti aspetti della vita degli individui in Europa, che possono essere genericamente descritti come “danni sanitari” e “danni sociali”. I costi economici degli atti criminali attribuibili all’alcol sono stati stimati in 33 miliardi di euro nell’UE nel 2003. Si stima che ogni anno 23 milioni di persone siano alcoldipendenti. Le stime del livello dei danni nei luoghi di lavoro sono più difficili, ma sulla base di alcuni studi sui costi a livello nazionale la perdita di produttività dovuta ad assenteismo attribuibile all’alcol e la disoccupazione sono stati stimati rispettivamente da 9 a 19 miliardi e da 6 a 23 miliardi di euro.
L’alcol è responsabile di circa 195.000 morti ogni anno e i giovani sopportano un onere importante di tale situazione, con il 10% della mortalità delle giovani donne e circa il 25% della mortalità dei giovani maschi dovuta all’alcol. Molti danni causati dall’alcol sono sopportati da persone diverse dai bevitori. Questi comprendono 60.000 nascite sottopeso, il 16% di abusi e abbandoni di minori, e da 59milioni di bambini che vivono in famiglie con problemi alcolcorrelati. L’alcol influisce anche su altri adulti, compresi 10.000 morti per incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza di persone diverse dal guidatore, e una quota sostanziale di crimini alcol-attribuibili che probabilmente accadono a terzi.

Scelte locali, politiche alcologiche, leggi nazionali
Anche la comunità reggiana paga un forte tributo. Le strade di casa ci hanno restituito 82 morti e quasi 4.000 feriti nel 2005. La strage di Cavazzoli è un dramma che ha segnato un’intera comunità. Alle Municipalità spetta, allora, l’onere di dare vita alle nuove politiche alcologiche, capaci di sostenere programmi educativi di comunità e mobilitazione civile che siano in grado di produrre iniziative nel campo della pianificazione urbana e del trasporto pubblico per ridurre il rischio della guida sotto gli effetti dell’alcol. Occorre una strategia educativa di ampio respiro. I giovani vanno informati sulle conseguenze dell’uso di alcol sulla salute, sulla famiglia e sulla società e sulle misure efficaci per prevenire i danni.
Le comunità locali però non devono essere lasciate sole nel contrastare il fenomeno. Mentre si plaude ai provvedimenti del ministro Bianchi, che finalmente vedono un inasprimento delle pene relative alla guida in stato di ebbrezza, non si può che esprimere rammarico per il mancato innalzamento del limite di età a 18 per la vendita dei prodotti alcolici.

‘Chi guida non beve – Chi beve non guida’
Proposte

A) ‘Un taxi per amico’: mobilità per l’autonomia e la sicurezza del tempo libero
Il progetto, di carattere sperimentale e della durata di 4 mesi (gennaio/aprile 2008), è rivolto ai titolari della Carta Giovani del Comune di Reggio Emilia (fornita gratuitamente a tutti i giovani tra i 15 e i 25 anni), e vuole mettere i giovani reggiani nella condizione di muoversi nel fine settimana in maniera autonoma e sicura.
Al pari delle città del nord Europa, “Un taxi per amico” vuole incentivare l’uso del taxi, soprattutto nella modalità di taxi collettivo, come alternativa ai mezzi privati. Il progetto consiste nell’attivare, nelle sere di venerdì e sabato, un servizio di trasporto su chiamata. Si propone a tal fine di attivare una specifica convenzione con la cooperativa taxisti della città. In accordo con la Provincia e Act è inoltre allo studio la possibilità di istituire una corsa nelle serate di venerdì e sabato che dal comune di Rubiera, percorrendo la via Emilia, raggiunga il comune di S.Ilario, con fermate in prossimità di locali per giovani. Si ipotizzano 4 corse di andata e ritorno con partenza. La prima alle ore 21.15 da Rubiera e arrivo alle ore 21.45 a S. Ilario. Analogo progetto è allo studio per raggiungere i comuni di Scandiano, Reggio Emilia, Cadelbosco, Gualtieri, definendo accordi con Comuni e gestori dei locali. In questo caso si potrebbe inoltre attivare una sperimentazione con l’ausilio di volontari della CRI.

B) “Progetti di vita interrotti” “Si viaggiare evitando le buche più dure…”, rivolto agli Istituti scolastici superiori
Il progetto intende intervenire sui comportamenti alla guida dei giovani per sensibilizzarli e informarli sulle norme del codice della strada, sui rischi e pericoli causati dall’eccessiva velocità e da stili di guida irresponsabili, attraverso esperienze e testimonianze direttamente restituite da giovani che, a causa di menomazioni riportate in gravi incidenti, si sono trovati nella condizione di dover ripensare ai propri programmi di vita.

C) ‘Leva Studentesca Analcolica’
All’interno del progetto Leva Giovani è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Istituto Professionale Motti. Dal mese di novembre 2007 all’aprile 2008, gli studenti raffineranno particolari competenze da trasmettere ai gestori del centro giovani La gabella e ai baristi dei centri sociali di Fogliano, Rosta e Buco Magico. Metteranno a punto un catalogo di cocktails analcolici da rendere disponibili ai clienti dei luoghi, aumentando così l’offerta di prodotti senza alcol.

D) ‘Stopflowers!’
Dopo l’esordio nell’estate 2007, sarà rilanciata la campagna di informazione Stopflowers!, che ha l’obiettivo di trasmettere alla cittadinanza e soprattutto ai giovani della necessità di lanciare un forte segnale contro l’uso e l’abuso di alcol.

E) Polizia Municipale
La Polizia municipale del Comune di Reggio Emilia ha tra i propri presupposti l’attenzione per atteggiamenti corretti e di rispetto del codice della strada. L’esperienza è attivata da tempo nelle scuole dell’obbligo, ove oltre all’insegnamento di elementi di base del codice della strada viene enfatizzato il ruolo positivo di bambini e ragazzi per azioni corrette e di valorizzazione del ruolo della famiglia.
Non secondaria è la presenza della Polizia municipale a diretto contatto con gli automobilisti, per prevenire e intervenire in situazioni di non rispetto delle regole. Vi è un settore di infortunistica stradale estremamente specializzato, presente 24 ore su 24, almeno una volta al mese, in accordo con le altre forze di polizia procede a un’azione specifica nei fine settimana al fine di prevenire e sanzionare gli atteggiamenti di violazione del codice della strada.

CALENDARIO 2008

• Distribuzione di materiale informativo presso centri commerciali, mercati, cinema
• Distribuzione di materiale informativo nei luoghi di lavoro (in accordo con sindacati e delegati sociali)
• Momenti di informazione con il coinvolgimento di scuole, parrocchie e società sportive
• Organizzazione di serate analcoliche nelle discoteche, centri sociali, bar, ecc.
• Declinazione della campagna in alcuni momenti sportivi (magliette da far indossare ai giocatori della Pallacanestro Reggiana, per esempio)
• Corso di formazione - in collaborazione con le organizzazioni di categoria - riservato ai gestori di bar, discoteche e circoli giovanili, finalizzato ad attivare presidi permanenti di
prevenzione e controllo nei luoghi di socializzazione giovanile (‘sentinelle alcologiche’)
• Convegno promosso e svolto rendendo protagonisti i giovani su uno di questi temi: alcol e disabilità; alcol e lavoro; alcol e stranieri; alcol e guida; alcol e gravidanza; alcol e assunzione di farmaci; alcol e malattie acute o croniche; alcol e giovani; alcol e dipendenza da sostanze; alcol e anziani.
• Impegno a incentivare i controlli e la repressione limite di età dei 16 anni.
• Impegno a non patrocinare iniziative come le feste della birra.
• Impegno a verificare la possibilità di svolgere attività sociali per chi non rispetta il codice della strada, in riferimento alla guida in stato di ebbrezza o sotto influsso di stupefacenti.
• Impegno della Polizia municipale nelle scuole dell’obbligo e per il rispetto del Codice della strada.
• ‘Maggio in strada’


ATENEONLINE

Palermo. Domani mattina alle 10 al teatro Golden
Presentata campagna dell’Asl 6 contro l’abuso di alcol alla guida

È rivolta principalmente a giovani studenti palermitani la manifestazione per prevenire gli incidenti stradali causati da automobilisti ubriachi. Al progetto partecipano due nomi noti della città, il dj Minutella e il leader dei Tinturia Anelfino. Ai ragazzi sarà distribuito un kit alcolemico e un opuscolo che descrive gli effetti di alcol e droga sui riflessi
Musica e informazione. È questo il programma messo in campo dall’Asl 6 di Palermo per contrastare il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza. Un’abitudine che sulle nostre strade ha i numeri di una vera e propria strage, stando ai dati forniti dalla polizia stradale. L’iniziativa, presentata questa mattina nella sede dell’Asl dal direttore generale Salvatore Iacolino, si chiama “Io guido e non bevo” e si svolgerà domani mattina alle 10 al teatro Golden ed è rivolto principalmente a giovani studenti. A parlare con i ragazzi saranno due noti nomi siciliani, il dj Massimo Minutella e il cantante e leader dei Tinturia, Lello Analfino che si esibirà assieme ad Angelo Spataro alle percussioni e Lino Costa alla chitarra.
"Con questa manifestazione - ha spiegato Iacolino nel corso della conferenza stampa - vogliamo promuovere un circolo virtuoso di atteggiamenti e stili di vita, in cui sia importante il senso della prevenzione. Chi rimane ferito in un incidente causato dall’alcol rappresenta un importante costo a livello sociale, senza considerare il dolore delle famiglie delle vittime".
"Il messaggio che vogliamo dare è che la vita, non solo quella nostra, ma anche quella degli altri è un dono - ha detto Lello Analfino - Chi si mette alla guida ubriaco è come se avesse un’arma in mano, pronta a sparare e il guaio è che spesso non se ne rende conto. Per questo è importante scegliere qualcuno della comitiva che rimanga sobrio e accompagni gli altri a casa".
Anche il dj Minutella si è detto preoccupato per il diffondersi dell’abitudine a bere, un fenomeno particolarmente numeroso fra i giovanissimi. "Secondo me un po’ tutti dovremmo prenderci le nostre responsabilità, dalle famiglie che dovrebbero stare più accanto ai figli, agli stessi barman che ad esempio si dovrebbero rifiutare di versare da bere a chi è evidentemente ubriaco".
Ai ragazzi dei licei Garibaldi, Umberto, Cannizzaro, Einstein e Damiani Almeyda che saranno presenti allo spettacolo del teatro Golden verrà distribuito anche un test alcolemico, oltre ad un opuscolo da cui si possono staccare le quattro pagine centrali nelle quali vengono spiegati gli effetti di alcol e droga sulle capacità di reazione a stimoli improvvisi.

Elisabetta Cannone


IGN

Alcol: torna campagna ’Models For a Top Life’, sabato ad Alessandria
Roma, (Adnkronos Salute) - Torna, dopo il successo della tappa estiva abruzzese, la campagna sociale ’Models For a Top Life’, il progetto di sensibilizzazione contro l’uso smodato di alcolici, causa principale delle stragi sulla strada, rivolto soprattutto ai giovani. E questa volta sarà la Regione Piemonte, più precisamente Alessandria, a ospitare la seconda tappa dell’iniziativa che toccherà poi molte città italiane ed europee.
Anche questa volta - riferisce una nota - sarà allestita una mostra fotografica realizzata con la partecipazione di ragazzi che presteranno la loro immagine per comunicare il messaggio alla base dell’iniziativa: ’La vita in passerella sfila una volta sola’. I nuovi Models for a Top Life, 10 ragazze e 10 ragazzi tra i 18 e i 30 anni, saranno scelti tramite un casting in programma il 9 febbraio nella discoteca ’De Niro’ nella Frazione di Gaminella di Mombello Monferrato, in provincia di Alessandria.
Le immagini saranno presentate ufficialmente durante una serata evento prevista per l’inizio di aprile. Mattatori della serata, reduci dal successo abruzzese e dalla conduzione dell’Independent Music Day di Sanremo, i volti di Alice Live ’Mitch & Squalo’. Per saperne di più e per gli aggiornamenti su date e ospiti è possibile consultare il sito ufficiale della manifestazione http://www.modelsforatoplife.com,


IL GAZZETTINO

SpeedyGo contro droghe e alcol
Caldogno - Si chiama Speedy Go ed è il programma gestito dalla cooperativa sociale Job Mosaico di Caldogno, su finanziamento della regione Veneto e attivo nelle quattro Uss vicentine.

Obiettivo, un’azione di prevenzione ed educazione legata alle sostanze stupefacenti ma all’assunzione di alcool, e ai danni che da questi possono essere provocati, con un occhio attento alle motivazioni negative al consumo.
«È un progetto - commenta l’assessore al sociale Giancarlo Acerbi - che si inserisce a pieno proposito in un percorso di attenzione e di proposizione che è stato avviato da questa amministrazione comunale sul tema delle dipendenze, nel mondo giovanile ma anche non solo tra i giovani».
«Il preoccupante aumento di questo tipo di fenomeno - continua l’assessore Acerbi - segnalato dagli esperti in particolare anche nei riguardi delle donne, anche quelle molto giovani, è legato non solamente all’assunzione di sostanze stupefacenti come la cocaina e simili, ma anche all’alcool e alle cosiddette bevande energetiche, e anche per queste ragioni ci allarma fortemente da un punto di vista sanitario e sociale».
«Questa tipologia di situazione è senza dubbio in aumento ed è molto importante quindi cercare di raggiungere il più elevato numero di persone possibile, soprattutto quelle che, per pudore, vergogna o altro, non si rivolgono ai servizi, necessitano di aiuto concreto e purtroppo sfuggono alla rete sociale del nostro territorio».
Il piano di prevenzione ed educazione sull’uso di sostanze, sulle dipendenze e sui comportamenti a rischio, ha valenza triennale e si concretizza essenzialmente in una azione informativa prima ed educativa poi, sulle sostanze e sui danni da esse provocati e sulle motivazioni negative al consumo.
I destinatari non sono solamente i "consumatori", ma anche insegnanti, genitori, medici che segnalano o sono a contatto con situazioni a rischio.Il contatto con l’utenza avverrà primariamente attraverso il numero verde 800 178 791 e l’indirizzo mail info@speedygo.net. Ci saranno poi, a seconda dei casi, degli incontri di counseling o psicoterapia in ambienti riservati messi a disposizione dal Comune e non connotabili come servizi per le dipendenze (quindi le persone si rivolgeranno ad un ambiente neutrale, in riservatezza e discrezione) ed infine l’auspicabile risoluzione del problema o il dirottamento ai servizi pubblici specialistici.


IL RESTO DEL CARLINO

INCONTRO CON LA CONFCOMMERCIO
"Niente alcol dopo le due in tutti i locali"

La legge secondo il nuovo prefetto Vittorio Saladino, che promette battaglia a vù cumprà e Marano. E a proposito di estate, i commercianti hanno chiesto che "siano assegnati a Rimini i consueti rinforzi di Polizia"
Rimini, 7 febbraio 2008 - Mai chiudere un occhio con i vù cumprà: "Vanno segnalati alle forze dell’ordine, sempre". E nemmeno il nuovo prefetto di Rimini, Vittorio Saladino, ha intenzione di chiudere un occhio su "tutti quei locali della Riviera che fanno ballo abusivo". La promessa di Saladino è arrivata ieri mattina, durante l’incontro che il prefetto ha avuto con i dirigenti di Confcommercio.
A Ennio Sanese (presidente provinciale dell’associazione), Gianfranco Simonetti (responsabile comunale) e Gaetano Callà (Fipe-Confcommercio), Saladino ha assicurato che non mancheranno i controlli sul ‘fenomeno’ del Marano, che "con i suoi locali — ha ribadito Sanese — svolge una concorrenza sleale contro le discoteche", né tanto meno sugli ambulanti che vendono gli alcolici fuori dai locali. Ma proprio sulla nuova legge che proibisce alle disco di servire alcolici dopo le 2, il prefetto ieri mattina ha detto chiaro e tondo alla Confcommercio che "il divieto si estende a tantissimi locali, non solo alle discoteche".
"Secondo l’interpretazione data dal prefetto — conferma Sanese — in pratica tutti i locali, anche quelli che fanno semplicemente musica di sottofondo, come le cantinette della Vecchia pescheria, dopo l

Venerdì, 08 Febbraio 2008
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