Gli allievi della classe quinta A dell’Istituto Tecnico
Commerciale “G. Da Verrazzano” di Albinia (GR) hanno lanciato una interessante
ed ammirevole iniziativa: una petizione con raccolta di firme per sanzionare
adeguatamente chi uccide guidando in stato di ebbrezza.
Al
fondo della rassegna potete trovare il testo della petizione ed il modulo per
la raccolta delle firme
Per le
adesioni, è necessario stampare, firmare la petizione e inviarla per posta
ordinaria al seguente indirizzo:
Istituto Tecnico Commerciale "G. Da Verrazzano" Via Della
Pace, 58010 - Albinia (GR)
“SE LA VITA E’ DAVVERO UN DIRITTO INDISPONIBILE GLI OMICIDI
CAUSATI DA CHI GUIDA SOTTO L’ EFFETTO DI SOSTANZA ALCOLICHE O STUPEFACENTI NON
POSSONO ESSERE CONFIGURATI QUALI OMOCIDI COLPOSI”.
“ Prof, ma se verrà accertato che chi ha ucciso Michele guidava in stato di
ebbrezza, quale sarà la pena comminata?”
E’ questo l’ inquietante interrogativo che i ragazzi della V A I.T.C. di
Albinia hanno posto alla loro Prof. di diritto all’ indomani della tragica
morte di Michele, un meraviglioso bambino di 12 anni nipote del bidello della
scuola investito da una autovettura mentre, con la sua bici, si recava da un
suo amichetto di scuola.
La risposta all’ interrogativo ha aggiunto rabbia e incredulità al loro
sgomento: “ Nel nostro ordinamento chi coscientemente si pone alla guida di un’
autovettura in stato di ebbrezza o alterazione psico-fisica per uso di sostanze
stupefacenti o alcoliche non viene quasi mai accusato di aver voluto la morte
della vittima né di aver voluto il fatto da cui tale morte è derivata. La pena
comminata è quindi molto più lieve di quella applicata a chi volontariamente
cagiona la morte di un altro uomo configurandosi il fatto come omicidio colposo
e non doloso.”.
L’interrogativo successivo è stato più inquietante del primo: “Ma tutto ciò è
compatibile con il principio della indisponibilità della vita? In nome di tale
principio nel nostro ordinamento si configurano dolosi l’omicidio del
consenziente e l’eutanasia (morte dolce) e allora perché non dovrebbero essere
considerati dolosi gli omicidi di chi uccide un uomo dopo essersi volontariamente
posto in stato di incoscienza tale da non poter evitare la morte di una persona
che voleva vivere?
La gravità di tale contraddizione giuridica e umana è ingiustificabile.
Da tali considerazioni è nata, quindi, l’idea di predisporre una petizione
volta a far riflettere su questo inquietante problema chi dovrebbe interpretare
le esigenze della società civile e trovare soluzioni idonee a rendere concreto
il diritto alla vita.
Una petizione nata dalla disperazione, dalla rabbia ma anche dalla speranza che
le cose possono cambiare se chi di dovere avrà il coraggio e l’ umiltà di
ascoltare.
Non deludiamo le speranze di coloro che saranno gli adulti di domani e che
saranno persone migliori di noi se solo oggi noi sapremo capire e realizzare il
loro bisogno di amore e giustizia.
Gianna Pacini -
insegnante Istituto Tecnico Commerciale "G. Da Verrazzano" di Albinia
(Gr)
ASAPS
I ragazzi dell’ITC di Albinea propongono una petizione per gli
omicidi della strada: l’Asaps la sottoscrive in pieno e la sostiene Diamo una
mano a questi studenti che chiedono una vera giustizia
FORLÌ, 7 febbraio 2008 – Non capita tutti i giorni poter parlare ai ragazzi. O
meglio: non capita tutti i giorni di saper usare il loro linguaggio ed è cosa
assai più rara ottenere la loro attenzione. Figuriamoci quando si riesca ad
avere anche la “condivisione”. Ed è ciò che accade ad Albinia, cittadina della
riviera tirrenica in provincia di Grosseto, sponda storica della Maremma
toscana, dove l’insegnante di diritto di una V classe dell’ITC, sezione A,
Gianna Pacini, si è sentita rivolgere una domanda che da sola è la piena
dimostrazione di quanto nel centro abbia saputo colpire. “Prof, ma se verrà
accertato che chi ha ucciso Michele guidava in stato di ebbrezza, quale sarà la
pena comminata?”. L’insegnante ha fatto centro, ma la nostra società non ha
risposte da dare, nel senso che dire ai ragazzi che l’ubriaco uccisore di un
bambino di 12 anni che se ne andava tranquillo con la sua bici, non farà
nemmeno un giorno di prigione e che se la caverà con una sanzione che sa tanto
di rimprovero e basta, significa annunciare loro che la società nella quale si
preparano a convivere come persone adulte, è in realtà una jungla, dove
l’importante è sopravvivere. E, soprattutto, che l’eclissi permanente di luce
che produce un costante cono d’ombra tra dolo e colpa, una specie di grigio e
durevole indulto su cui si è mosso l’uccisore, è terra di nessuno.
Tu uccidi, la Giustizia lo sa, ma non ti punisce.
L’insegnante ha capito che è giunto il momento di far entrare i suoi alunni
bisognosi di certezze, visto che le risposte possibili sono oggi indecenti per
una società civile, in una comunità nella quale possono fare la differenza e
della quale possono decidere il futuro.
Possono trasformare la morte di Michele, 12 anni, nipote del custode della
scuola, in un’occasione di vita offerta alle future vittime della strada:
bambini, adulti, vecchi ed anche loro stessi, che camminano ogni giorno verso
un destino ignoto.
Tornerò a casa stasera?
Ed ecco l’idea di una petizione, per chiedere che quella contraddizione
giuridica ed umana, “ingiustificabile”, venga finalmente risolta.
Diamo una mano a questi ragazzi che chiedono giustizia. Noi firmiamo.
ASAPS
Sicurezza stradale
I ragazzi della VA dell’ITC di Albinia vanno
dritti al cuore del problema: l’inadeguatezza delle leggi, dinanzi alla sempre
più pressante domanda di giustizia che riguarda gli incidenti stradali, in
particolare per stato di ebbrezza
Di Carlo Alberto Zaina
- Avvocato in Rimini e collaboratore dell’Asaps Per antica e costante
convinzione, credo il buon senso ed il coraggio non abbiano età, non abbiano
colore di pelle, non siano legati ad una particolare parte politica od
ideologica e, tantomeno, possano essere legati al censo od alla classe sociale cui
una persona può appartenere. La premessa, ancorchè,
forse, pleonastica, è, comunque, d’obbligo, perché l’incipit della riflessione
che mi accingo a svolgere non proviene affatto da importanti esperti del
settore dei trasporti o della circolazione, o tantomeno, da celebrate
personalità assurte a cariche istituzionali o di responsabilità, quanto
piuttosto da un gruppo di giovani studenti della V A dell’ITC di Albinia e
dalla loro insegnante. Costoro, con lucidità,
sensibilità e, soprattutto, una disarmante – quanto ammirevole – chiarezza,
colpiscono, a differenza di altri, il cuore del problema concernente il
proliferare di vittime di incidenti stradali provocati da persone ebbre di
alcool o stupefacenti. In particolare, essi
si chiedono quale risposta, l’ordinamento giuridico e lo Stato debbano fornire,
sia di fronte alla evidente inadeguatezza delle leggi vigenti, sia dinanzi alla
sempre più pressante ed ineludibile domanda di giustizia che riguarda l’ormai
endemica piaga delle morti da incidenti stradali. Ci si chiede perché
non sia ancora intervenuta una effettiva e sostanziale modifica del vigente -
ed inidoneo - regime sanzionatorio, nei confronti di quei soggetti che,
guidando un veicolo, in stato di alterazione (da assunzione di alcoolici o
stupefacenti), provochino incidenti stradali – con possibilità di cagionare
lesioni o la morte in capo a persone assolutamente incolpevoli. Si tratta di una
domanda giusta e che da troppo tempo attende una risposta seria. Sullo specifico punto,
infatti, politici, giornalisti, esperti del settore (o pseudo tali), da tempo
dibattono e discutono, senza, però, mostrare una seria volontà di trovare una
soluzione normativa. La ragione di questo
stato di impasse è, in realtà, sconcertante e semplicissima. Noi viviamo, infatti,
in un paese nel quale vige il principio del buonismo, (che è cosa del tutto
differente dal garantismo) e dove, quindi, manca il coraggio di assumere
posizioni serie e certe che possano anche scontentare qualcuno, in particolare
modo importanti centri di interesse e potere economico. In buona sostanza, in
Italia troppo spesso, nel campo legislativo, si cercano e si adottano soluzioni
normative di compromesso, le quali sembrando (senza esserlo) innovative, in
realtà, forniscono una risposta formale e puramente di apparenza, finendo per
colpire sempre obbiettivi diversi da quello principale. Venendo a noi, l’ASAPS
(ed il sottoscritto) da tempo sostengono che la legge vigente, [in special modo
il codice penale], che punisce con la previsione dell’omicidio colposo (art.
589 c.p.) o con la previsione delle lesioni personali colpose (art. 590 c.p.)
il fatto di chi – ponendosi alla guida di un veicolo, in stato di ebbrezza
alcoolica o da stupefacenti – provochi un incidente stradale con morti o
feriti, non risulta più adeguata alla attuale situazione Sintetizzando in modo
estremamente schematico, si può affermare che le due disposizioni di legge in
questione, infatti, non presentano un vero effetto di deterrenza nei confronti
di quanti tengono condotte pericolose, perché equiparano sul piano punitivo il
comportamento di chi provochi un incidente (con conseguenze lesive o mortali)
per un’avventatezza (magari lieve), rispetto a quello, ben più grave, di colui
che provochi lo stesso evento trovandosi, però in una condizione di inidoneità
psico-fisica alla conduzione di un veicolo . Quello che da tempo è
stato lanciato, costituisce un grido di dolore, che è rimasto inascoltato da
chi o coloro che, invece, hanno la grave e pesante responsabilità di produrre
leggi che tutelino i diritti dei cittadini, primo tra questi il diritto
all’incolumità ed alla vita. Nulla, infatti, è
mutato e taluni interventi legislativi degli scorsi mesi hanno affrontato solo
aspetti collaterali (la guida in stato di ebbrezza, la guida sotto l’effetto di
stupefacenti), senza, però, pervenire al collegamento fra queste situazioni ed
eventuali esiti nefasti che da essi possano derivare. Neppure sul piano
della prevenzione e della educazione, le istituzioni hanno speso particolare
impegno. Cosa più volte,
quindi, si è chiesto? Una cosa
semplicissima; e cioè che la legge vigente muti, perché deve cambiare
sostanzialmente la prospettiva all’interno della quale si deve valutare la
condotta illecita sopra descritta. A nostra parere,
infatti, chiunque guidi in stato di ebbrezza determinato dall’assunzione di
alcool o di stupefacenti, compie un’azione voluta e consapevole e per tale,
ragione deve assumersi quelle responsabilità che conseguono nell’ipotesi egli
provochi un sinistro, dal quale derivino conseguenze lesive a terzi utenti
della strada. Esemplificativamente;
se, infatti, decido di bere o di assumere droga, non potrò seriamente sostenere
di ignorare quali possano essere le conseguenze di questo mio gesto, sul mio
fisico o sulla mia psiche. Non potrò, quindi, mai
giustificarmi, sostenendo di avere compiuto questi gesti involontariamente od
inconsapevolmente. Dunque, in una simile
situazione, io so [e, chiunque sa,] di non potere e di non dovere guidare un’autovettura,
una motocicletta, una bicicletta, in pratica qualsiasi mezzo di locomozione,
perché posso non trovarmi in una condizione che non mi permette di essere
vigile, concentrato, attento e pronto ad affrontare tutti gli imprevisti
connessi con la guida e la circolazione stradale. Se, dunque, nonostante
la mia consapevolezza di avere assunto sostanze che sono incompatibili con
l’azione di condurre un veicolo nel traffico stradale, intendo sfidare (perché
di incosciente sfida si tratta) i divieti che la legge stabilisce agli artt.
186 e 187 CdS[1], è palese che, pur non volendo deliberatamente provocare un
incidente e, tantomeno, ferire od uccidere chi troverò sul mio cammino,
accetto, comunque, il notevole rischio di cagionare una simile eventualità. Non voglio, dunque,
assolutamente uccidere o ferire qualcuno (e forse non prendo neppure in esame
una simile eventualità, anzi la escludo), ma, come in una roulette russa,
accetto di rischiare un incidente, ponendomi al volante, senza esserne in
condizione, nella speranza (stolta ed infondata) che nulla mi accada,
confidando (sempre in maniera superficiale e stupida) sulle mie capacità e
sulla convinzione che succede sempre agli altri ed a me non può succedere. Quali dovrebbero
essere, quindi, sul piano giuridico le conseguenze che auspichiamo, se, invece,
tutte queste speranze non si materializzano ed, invece, avviene l’incidente,
magari con le tragiche conseguenze già esposte? Ebbene la nostra
proposta, [da taluno – a sproposito - giudicata troppo severa, ecco il buonismo
di cui parlavo prima], non mira solo a rendere operativo, nei casi in
questione, l’istituto del dolo eventuale, che è figura, che in relazione
all’omicidio, si pone, per cosi dire, in posizione intermedia tra l’omicidio
colposo e l’omicidio volontario. Noi crediamo, infatti,
che sia necessario fine da perseguire con impegno totale quello di concepire e
pensare una norma che presenti precisi caratteri e che deve consistere dei
seguenti elementi.
1. In primo luogo è
fondamentale che venga prevista la punibilità della condotta illecita sin qui
ipotizzata (l’omicidio a seguito di incidente stradale provocato da persona in
stato di alterazione psico-fisica), facendo rientrare la stessa nella categoria
dei reati dolosi (cioè che l’autore in qualche modo vuole). Questa scelta dipende
dalla circostanza che abbiamo, infatti, insistito sulla gravità del fatto che
viene provocato; è, quindi, necessario dare predominanza a quel profilo
psicologico che attiene alla scelta del singolo di condurre un veicolo in
evidente e consapevole stato di alterazione per ingestione di alcool o
stupefacenti.
2. In secondo luogo
non si può trascurare la necessità di un nuovo intervento legislativo anche
riguardo la condotta di guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di
stupefacenti attualmente puniti dagli artt. 186 e 187 Cds, con un aggravamento
del trattamento sanzionatorio di questi comportamenti. Anche a questi reati
deve essere riconosciuto un alto livello di gravità, quindi essi devono essere
inseriti nelle categoria dei delitti, cioè di quei reati che creano maggiore
allarme sociale. Essi, quindi, devono
essere sanzionati con pene adeguate alla gravità di tali condotte anche a
livello accessorio, come si vedrà fra poco. Il ragionamento che sostiene
il nostro convincimento è, dunque, semplice e lineare, ma è, soprattutto, con
nostro grande piacere, assolutamente analogo a quello che gli alunni della V A
dell’ITC di Albinia, con acume e buon senso, formulano. Esso, infatti, pone al
centro la necessità di un adeguata tutela della vita umana ed impone un
rigoroso richiamo alle responsabilità che ciascuno di noi deve assumersi, quali
utenti della strada. Mi ha profondamente
colpito la frase che recita “Ma tutto ciò è compatibile con il principio della
indisponibilità della vita? In nome di tale principio nel nostro ordinamento si
configurano dolosi l’omicidio del consenziente e l’ eutanasia (morte dolce) e
allora perché non dovrebbero essere considerati dolosi gli omicidi di chi
uccide un uomo dopo essersi volontariamente posto in stato di incoscienza tale
da non poter evitare la morte di una persona che voleva vivere?" In essa è racchiusa,
infatti, con felice sintesi la reale essenza del problema. E’, pertanto,
importante, per dare costrutto all’importante intuizione degli studenti della V
A, ricostruire i seguenti passaggi, sul piano tecnico-giuridico:
1. come si è anticipato in precedenza, il conducente di un veicolo
che si ponga alla guida di un mezzo di locomozione (qualunque esso sia) in
stato di alterazione psico-fisica, certamente non ha alcuna intenzione
(volontà) di provocare un sinistro stradale e, quindi, di uccidere o ferire
delle persone.
Manca, dunque, quell’elemento psicologico che il codice penale definisce dolo,
cioè la deliberata volontà e coscienza di provocare un evento lesivo;
2. il conducente del veicolo, però, guidando in stato di minorata
capacità, sia fisica, che psichica è consapevole, o, comunque, accetta quel
rischio di essere responsabile di un sinistro (e delle conseguenze che da esso
possono derivare) che deriva direttamente dalla propria contingente situazione
di persona che non dovrebbe guidare.
Egli ha, dunque, coscientemente, liberamente e volontariamente assunto sostanze
che non avrebbe dovuto ingerire, in dosi eccedenti i limiti di legge, prima di
porsi alla guida di un veicolo e, così, facendo, ha deliberatamente creato ed
accettato una situazione di pericolo.
Nel caso questa condizione da potenziale si trasformi in concreta, perché il
soggetto ha un incidente (con feriti o morti), egli non potrà mai sostenere
a. di non sapere che era vietato guidare in stato di alterazione
(perché l’ignoranza della legge non scusa);
b. di non avere potuto prevedere le gravi e lesive conseguenze della propria
scelta scellerata, accettandole implicitamente;
c. di non avere bevuto smodatamente o di non avere assunto stupefacenti, perché
prima di porsi alla guida, l’interessato può e deve controllare il proprio
stato psico-fisico.
Ho esordito, manifestando la ferma convinzione dell’universalità e
del primato del buon senso.
Desidero chiudere questo mio contributo, osservando che, se – come in questo
caso - i giovani si mostrano molto più saggi, molto più lungimiranti e molto
più coraggiosi degli anziani, [e Voi lo siete perché, senza essere tecnici,
avete compreso appieno la gravità del problema, perché, senza presunzione,
avete avuto la capacità di proiettare il Vs, sguardo lontano e, soprattutto,
perché siete coraggiosi essendoVi schierati a favore della vita, senza se e
senza ma], se Voi, quindi, attestate, con la Vs. intelligenza, la presenza di
questi caratteri inalienabili, la speranza di un cambiamento, anche radicale
come quello che proponiamo non è, certo, vana.
VIRGILIO NOTIZIE
ECCESSO ALCOL TRA MINORI, SBATTELLA: SOCIETA’ SOTTOVALUTA RISCHIO
Psicologo: ormai i bambini iniziano a bere a 11 anni
Roma, 6 feb. (Apcom) - Tutti gli indicatori rilevano che in Italia il consumo
di alcol è "sempre più ampio nelle fasce ’età e sempre più precoce. Se a
questo si aggiunge che si tratta di un fenomeno sempre più sottovalutato la
situazione diventa preoccupate". A parlare è Fabio Sbattella, psicologo,
psicoterapeuta, e docente di comunicazione e psicologia dello sviluppo
all’Università Cattolica di Milano, che condivide l’allarme lanciato dal
governo inglese sull’altissimo numero di 13enni che consumano alcol e la linea
dura intrapresa per contrastare il fenomeno. Secondo gli ultimi dati della Asl
di Milano i ragazzi "iniziano a bere già dagli 11 anni almeno una volta a
settimana" e i consumi si orientano sulla birra e sui soft drink, in
maniera generalizzata e trasversale per maschi e femmine".
In Italia, rileva Sbattella, "la gente non capisce che basta un bicchiere
e mezzo di birra per rendere pericoloso l’alcol: è sufficiente per il test del
palloncino, che fa ritirare la patente, ma anche per danneggiare
irreparabilmente la salute". In particolare, sotto i 16 anni non esiste
strutturalmente nel corpo umano un enzima che permetta la degradazione
dell’alcol che è tossico, un veleno". Se a questo si aggiunge che esiste
una legge che vieta la vendita di alcol a minori di 16 anni ma che "nessun
gestore si sogna di chiedere la carta di identità al ragazzo si vede come -
dice Sbattella - le cose funzionino molto diversamente rispetto al resto d’Europa,
dove il senso di responsabilità è diverso".
Poi c’è anche un problema di "marketing, di pubblicità: le aziende
produttrici presentano i prodotti in maniera accattivante e innocente. Gli
adolescenti sottovalutano il problema e i genitori fanno lo stesso: quando poi
si accorgono che il loro bambino abusa di alcol è troppo tardi".
SESTO POTERE
REGGIO, SICUREZZA STRADALE: PRESENTATO PROGETTO DEL COMUNE RIVOLTO
AI GIOVANI
Reggio Emilia - Produrre un insieme di azioni per la sicurezza stradale
valorizzando il lavoro di volontariato sociale e le agenzie di prevenzione e
repressione degli atti non rispettosi del codice della strada. Sono queste le
intenzioni del “Progetto per la sicurezza stradale rivolto ai giovani e per
comportamenti corretti alla guida di autoveicoli”, presentato ieri
dall’assessore comunale alla Sicurezza e coesione sociale Franco Corradini alla
commissione consiliare Affari generali, presieduta dal consigliere Eboli.
Due le linee guida che emergono dal documento, caratterizzato dallo slogan ‘Chi
guida non beve, chi beve non guida’: prevenzione attraverso l’educazione dei
giovani e repressione decisa dei comportamenti non corretti e pericolosi. In
una logica di co-progettazione con enti e associazioni competenti e attivi sul
tema della sicurezza stradale, con i quali è stato attivato un tavolo di
confronto, promosso dagli assessorati Coesione e sicurezza Sociale, Diritti di
cittadinanza e Pari opportunità, Giovani scuola e università: Provincia,
Prefettura, Carabinieri, Questura, Polizia stradale, Ufficio scolastico
provinciale, 118, Croce rossa, Ausl, Fcr, Act, La gabella, Unità di strada,
Unità di prevenzione, Cooperativa Papa Giovanni XXIII, Cna, CoopTaxi,
Osservatorio Sicurezza stradale, associazione Orti e centri sociali, locali di
aggregazione dei giovani.
Insieme a consiglieri e funzionari comunali, a questo primo incontro della
commissione (cui ne seguirà un secondo) erano presenti Doriano Corghi (Ufficio
scolastico provinciale), Carla Portioli, Riccardo Giannini (associazione europea
familiari e vittime della strada), i rappresentanti di Polizia stradale e 118.
Nel progetto, lo spazio rilevante dedicato all’abuso di alcolici rappresenta un
elemento di qualità. Non di meno, hanno rilievo altre azioni di prevenzione che
attengono al rispetto del codice della strada, alla consapevolezza del rischio
per la propria persona e per gli altri ogni qualvolta si assumono scelte non
corrette.
Sintesi del progetto
Premessa
Spesso si
usano strumenti e approcci che non comprendono appieno le motivazioni che
stanno alla base di comportamenti di consumo di alcol e droghe tra i giovani.
Continuiamo a pensare che fenomeni come il ‘binge drinking’ siano il frutto di
comportamenti imitativi o dettati da “mode” e che i giovani non siano al
corrente dei danni provocati da un consumo smodato di sostanze alcoliche o
stupefacenti. L’educazione nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile
è importante e va portata avanti con la collaborazione tra istituzioni,
associazioni territoriali che lavorano quotidianamente con i giovani, servizi
sociali, sanitari, forze dell’ordine. Ma allo stesso tempo andrebbero indagate
le motivazioni del disagio che sta alla base dei ragazzi e che li porta ad
abusare periodicamente di sostanze nonostante la consapevolezza del danno che
portano.
Il flagello dell’alcol tra riti e mercato
Tra le sostanze maggiormente usate e abusate dai giovani reggiani, l’alcol è
sicuramente al primo posto. I rischi sono gli stessi di tutte le sostanze che
provocano dipendenza. Il principale è senza dubbio la guida in stato di
ebbrezza, che oltre a cagionare ingenti danni al bevitore è anche fonte di
pericolo per terzi.
Spesso associato con altre droghe (soprattutto cocaina) l’alcol è l’ingrediente
principale del “menu tossico” giovanile. In Italia, ma anche a Reggio Emilia,
il consumo di alcolici è in costante aumento, mentre si abbassa l’età dei
consumatori, malgrado una legge dello stato che vieta la vendita di prodotti
alcolici ai minori di anni 16. Ha contributo al diffondersi dell’uso del alcol l’usanza
dell’aperitivo (happy hour). A tutto ciò si stanno aggiungendo altri segnali
preoccupanti, come la festa "open bar", diffusa soprattutto nell’nord
dell’Europa e si sta affacciando in Italia.
BINGE DRINKING. Un rapporto dell’Istituto Nazionale americano
contro gli Abusi Alcolici e l’Alcolismo sottolinea che il binge drinking “di
solito è definito consumo di cinque o più bicchieri di fila per gli uomini e di
quattro o più bicchieri di fila per le donne”.
Per i funzionari della sanità degli Stati Uniti si tratta di “un grave problema
di salute pubblica”. In Italia le cifre, per quanto non da record, bastano a
far scattare il campanello d’allarme: secondo il Report dell’European school
survey project on alcohol and other drugs del 2003, l’abitudine al Binge
Drinking occasionale riguarda circa il 37% (contro una media europea del 50%)
degli studenti delle superiori. Una recentissima ricerca prodotta dallAusl
reggiana insieme al Cps, e condotta su un campione di adolescenti e giovani,
purtroppo conferma questa deriva che sembra inarrestabile. Il 51% che dichiara
di aver provato l’alcol, continua a farne uso in modo occasionale, mentre il
23% ammette di essersi ubriacato.
Dall’Osservatorio Permanente sull’Alcol presieduto dal professore Veronesi,
giungono ulteriori conferme sulla rilevanza del problema. L’Emilia Romagna
risulta, infatti, la regione con giovani consumatori più assidui che nel resto
dell’Italia e dove soprattutto le donne consumano aperitivi e superalcolici in
maggioranza rispetto al campione nazionale.
Per una nuova strategia preventiva
I paesi dell’Unione europea spendono 5 miliardi di euro per il trattamento e la
prevenzione del consumo problematico di alcol e alcoldipendenza. Ma un recente
studio condotto dall’Istitute of Alcohol Studies del Regno Unito, commissionato
dal Parlamento Europeo, ha dovuto ammettere che l’impatto delle politiche che
sostengono l’educazione, la comunicazione, la formazione e la consapevolezza
dell’opinione pubblica è basso. Il nostro territorio sta assistendo a un drammatico
aumento dei fenomeni di uso e abuso di sostanze. Si pensi alla cocaina, della
quale i sequestri da parte delle forze dell’ordine si sono praticamente
decuplicati in un tempo relativamente breve.
A questo scenario non corrisponde una immediata capacità del sistema ad agire
strategie convincenti di contrasto e presa in carico. È urgente la necessità di
dare avvio ad una vera e propria “rivoluzione culturale” per leggere meglio
questo difficile tempo dove la presenza di sostanze legali e illegali appare
sempre di più ineluttabile.
Alcol, ma anche psicofarmaci, cocaina, doping e tutta la famiglia delle droghe
sintetiche, non solo mettono a rischio la salute, ma minano alla radice i
processi di inclusione sociale, le nostre politiche di comunità e con esse il
nostro modello di welfare. Appare così evidente che bisogna tracciare i nuovi
confini delle nostre politiche di prevenzione.
Mettere in campo una nuova stagione di speranza L’abuso di alcol lascia dietro
sé una impressionante scia di disastri e di sangue. Oltre che essere una
sostanza che provoca dipendenza, l’alcol è la causa di 60 diversi tipi di
malattie e condizioni, quali incidenti, disordini mentali e comportamentali,
problemi gastrointestinali, tumori, malattie cardiovascolari, problemi immunologici,
malattie polmonari, malattie dello scheletro e muscolari, problemi
dell’apparato riproduttivo e danni prenatali, che comprendono un aumento del
rischio di nascite premature e sottopeso.
L’alcol pone un onere significativo su molti aspetti della vita degli individui
in Europa, che possono essere genericamente descritti come “danni sanitari” e
“danni sociali”. I costi economici degli atti criminali attribuibili all’alcol
sono stati stimati in 33 miliardi di euro nell’UE nel 2003. Si stima che ogni anno
23 milioni di persone siano alcoldipendenti. Le stime del livello dei danni nei
luoghi di lavoro sono più difficili, ma sulla base di alcuni studi sui costi a
livello nazionale la perdita di produttività dovuta ad assenteismo attribuibile
all’alcol e la disoccupazione sono stati stimati rispettivamente da 9 a 19
miliardi e da 6 a 23 miliardi di euro.
L’alcol è responsabile di circa 195.000 morti ogni anno e i giovani sopportano
un onere importante di tale situazione, con il 10% della mortalità delle giovani
donne e circa il 25% della mortalità dei giovani maschi dovuta all’alcol. Molti
danni causati dall’alcol sono sopportati da persone diverse dai bevitori.
Questi comprendono 60.000 nascite sottopeso, il 16% di abusi e abbandoni di
minori, e da 59milioni di bambini che vivono in famiglie con problemi
alcolcorrelati. L’alcol influisce anche su altri adulti, compresi 10.000 morti
per incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza di persone diverse dal
guidatore, e una quota sostanziale di crimini alcol-attribuibili che
probabilmente accadono a terzi.
Scelte locali, politiche alcologiche, leggi nazionali
Anche la comunità reggiana paga un forte tributo. Le strade di casa ci hanno
restituito 82 morti e quasi 4.000 feriti nel 2005. La strage di Cavazzoli è un
dramma che ha segnato un’intera comunità. Alle Municipalità spetta, allora,
l’onere di dare vita alle nuove politiche alcologiche, capaci di sostenere
programmi educativi di comunità e mobilitazione civile che siano in grado di
produrre iniziative nel campo della pianificazione urbana e del trasporto
pubblico per ridurre il rischio della guida sotto gli effetti dell’alcol.
Occorre una strategia educativa di ampio respiro. I giovani vanno informati
sulle conseguenze dell’uso di alcol sulla salute, sulla famiglia e sulla
società e sulle misure efficaci per prevenire i danni.
Le comunità locali però non devono essere lasciate sole nel contrastare il
fenomeno. Mentre si plaude ai provvedimenti del ministro Bianchi, che
finalmente vedono un inasprimento delle pene relative alla guida in stato di
ebbrezza, non si può che esprimere rammarico per il mancato innalzamento del
limite di età a 18 per la vendita dei prodotti alcolici.
‘Chi guida non beve – Chi beve non guida’
Proposte
A) ‘Un taxi per amico’: mobilità per l’autonomia e la sicurezza
del tempo libero
Il progetto, di carattere sperimentale e della durata di 4 mesi (gennaio/aprile
2008), è rivolto ai titolari della Carta Giovani del Comune di Reggio Emilia
(fornita gratuitamente a tutti i giovani tra i 15 e i 25 anni), e vuole mettere
i giovani reggiani nella condizione di muoversi nel fine settimana in maniera
autonoma e sicura.
Al pari delle città del nord Europa, “Un taxi per amico” vuole incentivare
l’uso del taxi, soprattutto nella modalità di taxi collettivo, come alternativa
ai mezzi privati. Il progetto consiste nell’attivare, nelle sere di venerdì e
sabato, un servizio di trasporto su chiamata. Si propone a tal fine di attivare
una specifica convenzione con la cooperativa taxisti della città. In accordo
con la Provincia e Act è inoltre allo studio la possibilità di istituire una
corsa nelle serate di venerdì e sabato che dal comune di Rubiera, percorrendo
la via Emilia, raggiunga il comune di S.Ilario, con fermate in prossimità di
locali per giovani. Si ipotizzano 4 corse di andata e ritorno con partenza. La
prima alle ore 21.15 da Rubiera e arrivo alle ore 21.45 a S. Ilario. Analogo
progetto è allo studio per raggiungere i comuni di Scandiano, Reggio Emilia,
Cadelbosco, Gualtieri, definendo accordi con Comuni e gestori dei locali. In
questo caso si potrebbe inoltre attivare una sperimentazione con l’ausilio di
volontari della CRI.
B) “Progetti di vita interrotti” “Si viaggiare evitando le buche
più dure…”, rivolto agli Istituti scolastici superiori
Il progetto intende intervenire sui comportamenti alla guida dei giovani per
sensibilizzarli e informarli sulle norme del codice della strada, sui rischi e
pericoli causati dall’eccessiva velocità e da stili di guida irresponsabili,
attraverso esperienze e testimonianze direttamente restituite da giovani che, a
causa di menomazioni riportate in gravi incidenti, si sono trovati nella
condizione di dover ripensare ai propri programmi di vita.
C) ‘Leva Studentesca Analcolica’
All’interno del progetto Leva Giovani è stato sottoscritto un protocollo
d’intesa con l’Istituto Professionale Motti. Dal mese di novembre 2007
all’aprile 2008, gli studenti raffineranno particolari competenze da
trasmettere ai gestori del centro giovani La gabella e ai baristi dei centri sociali
di Fogliano, Rosta e Buco Magico. Metteranno a punto un catalogo di cocktails
analcolici da rendere disponibili ai clienti dei luoghi, aumentando così
l’offerta di prodotti senza alcol.
D) ‘Stopflowers!’
Dopo l’esordio nell’estate 2007, sarà rilanciata la campagna di informazione
Stopflowers!, che ha l’obiettivo di trasmettere alla cittadinanza e soprattutto
ai giovani della necessità di lanciare un forte segnale contro l’uso e l’abuso
di alcol.
E) Polizia Municipale
La Polizia municipale del Comune di Reggio Emilia ha tra i propri presupposti
l’attenzione per atteggiamenti corretti e di rispetto del codice della strada.
L’esperienza è attivata da tempo nelle scuole dell’obbligo, ove oltre
all’insegnamento di elementi di base del codice della strada viene enfatizzato
il ruolo positivo di bambini e ragazzi per azioni corrette e di valorizzazione
del ruolo della famiglia.
Non secondaria è la presenza della Polizia municipale a diretto contatto con
gli automobilisti, per prevenire e intervenire in situazioni di non rispetto
delle regole. Vi è un settore di infortunistica stradale estremamente
specializzato, presente 24 ore su 24, almeno una volta al mese, in accordo con
le altre forze di polizia procede a un’azione specifica nei fine settimana al
fine di prevenire e sanzionare gli atteggiamenti di violazione del codice della
strada.
CALENDARIO 2008
• Distribuzione di materiale informativo presso centri
commerciali, mercati, cinema
• Distribuzione di materiale informativo nei luoghi di lavoro (in accordo con sindacati
e delegati sociali)
• Momenti di informazione con il coinvolgimento di scuole, parrocchie e società
sportive
• Organizzazione di serate analcoliche nelle discoteche, centri sociali, bar,
ecc.
• Declinazione della campagna in alcuni momenti sportivi (magliette da far
indossare ai giocatori della Pallacanestro Reggiana, per esempio)
• Corso di formazione - in collaborazione con le organizzazioni di categoria -
riservato ai gestori di bar, discoteche e circoli giovanili, finalizzato ad
attivare presidi permanenti di
prevenzione e controllo nei luoghi di socializzazione giovanile (‘sentinelle
alcologiche’)
• Convegno promosso e svolto rendendo protagonisti i giovani su uno di questi
temi: alcol e disabilità; alcol e lavoro; alcol e stranieri; alcol e guida;
alcol e gravidanza; alcol e assunzione di farmaci; alcol e malattie acute o
croniche; alcol e giovani; alcol e dipendenza da sostanze; alcol e anziani.
• Impegno a incentivare i controlli e la repressione limite di età dei 16 anni.
• Impegno a non patrocinare iniziative come le feste della birra.
• Impegno a verificare la possibilità di svolgere attività sociali per chi non
rispetta il codice della strada, in riferimento alla guida in stato di ebbrezza
o sotto influsso di stupefacenti.
• Impegno della Polizia municipale nelle scuole dell’obbligo e per il rispetto
del Codice della strada.
• ‘Maggio in strada’
ATENEONLINE
Palermo. Domani
mattina alle 10 al teatro Golden Presentata campagna
dell’Asl 6 contro l’abuso di alcol alla guida
È rivolta principalmente
a giovani studenti palermitani la manifestazione per prevenire gli incidenti
stradali causati da automobilisti ubriachi. Al progetto partecipano due nomi
noti della città, il dj Minutella e il leader dei Tinturia Anelfino. Ai ragazzi
sarà distribuito un kit alcolemico e un opuscolo che descrive gli effetti di
alcol e droga sui riflessi Musica e informazione.
È questo il programma messo in campo dall’Asl 6 di Palermo per contrastare il
fenomeno della guida in stato d’ebbrezza. Un’abitudine che sulle nostre strade
ha i numeri di una vera e propria strage, stando ai dati forniti dalla polizia
stradale. L’iniziativa, presentata questa mattina nella sede dell’Asl dal
direttore generale Salvatore Iacolino, si chiama “Io guido e non bevo” e si
svolgerà domani mattina alle 10 al teatro Golden ed è rivolto principalmente a
giovani studenti. A parlare con i ragazzi saranno due noti nomi siciliani, il
dj Massimo Minutella e il cantante e leader dei Tinturia, Lello Analfino che si
esibirà assieme ad Angelo Spataro alle percussioni e Lino Costa alla chitarra. "Con questa
manifestazione - ha spiegato Iacolino nel corso della conferenza stampa -
vogliamo promuovere un circolo virtuoso di atteggiamenti e stili di vita, in
cui sia importante il senso della prevenzione. Chi rimane ferito in un
incidente causato dall’alcol rappresenta un importante costo a livello sociale,
senza considerare il dolore delle famiglie delle vittime". "Il messaggio che
vogliamo dare è che la vita, non solo quella nostra, ma anche quella degli
altri è un dono - ha detto Lello Analfino - Chi si mette alla guida ubriaco è
come se avesse un’arma in mano, pronta a sparare e il guaio è che spesso non se
ne rende conto. Per questo è importante scegliere qualcuno della comitiva che
rimanga sobrio e accompagni gli altri a casa". Anche il dj Minutella
si è detto preoccupato per il diffondersi dell’abitudine a bere, un fenomeno
particolarmente numeroso fra i giovanissimi. "Secondo me un po’ tutti
dovremmo prenderci le nostre responsabilità, dalle famiglie che dovrebbero
stare più accanto ai figli, agli stessi barman che ad esempio si dovrebbero
rifiutare di versare da bere a chi è evidentemente ubriaco". Ai ragazzi dei licei
Garibaldi, Umberto, Cannizzaro, Einstein e Damiani Almeyda che saranno presenti
allo spettacolo del teatro Golden verrà distribuito anche un test alcolemico,
oltre ad un opuscolo da cui si possono staccare le quattro pagine centrali
nelle quali vengono spiegati gli effetti di alcol e droga sulle capacità di
reazione a stimoli improvvisi.
Elisabetta Cannone
IGN
Alcol: torna campagna ’Models For a Top Life’, sabato ad
Alessandria
Roma, (Adnkronos Salute) - Torna, dopo il successo della tappa estiva
abruzzese, la campagna sociale ’Models For a Top Life’, il progetto di sensibilizzazione
contro l’uso smodato di alcolici, causa principale delle stragi sulla strada,
rivolto soprattutto ai giovani. E questa volta sarà la Regione Piemonte, più
precisamente Alessandria, a ospitare la seconda tappa dell’iniziativa che
toccherà poi molte città italiane ed europee.
Anche questa volta - riferisce una nota - sarà allestita una mostra fotografica
realizzata con la partecipazione di ragazzi che presteranno la loro immagine
per comunicare il messaggio alla base dell’iniziativa: ’La vita in passerella
sfila una volta sola’. I nuovi Models for a Top Life, 10 ragazze e 10 ragazzi
tra i 18 e i 30 anni, saranno scelti tramite un casting in programma il 9
febbraio nella discoteca ’De Niro’ nella Frazione di Gaminella di Mombello
Monferrato, in provincia di Alessandria.
Le immagini saranno presentate ufficialmente durante una serata evento prevista
per l’inizio di aprile. Mattatori della serata, reduci dal successo abruzzese e
dalla conduzione dell’Independent Music Day di Sanremo, i volti di Alice Live
’Mitch & Squalo’. Per saperne di più e per gli aggiornamenti su date e
ospiti è possibile consultare il sito ufficiale della manifestazione http://www.modelsforatoplife.com,
IL GAZZETTINO
SpeedyGo
contro droghe e alcol Caldogno - Si chiama Speedy Go ed è il
programma gestito dalla cooperativa sociale Job Mosaico di Caldogno, su
finanziamento della regione Veneto e attivo nelle quattro Uss vicentine. Obiettivo,
un’azione di prevenzione ed educazione legata alle sostanze stupefacenti ma
all’assunzione di alcool, e ai danni che da questi possono essere provocati,
con un occhio attento alle motivazioni negative al consumo. «È
un progetto - commenta l’assessore al sociale Giancarlo Acerbi - che si
inserisce a pieno proposito in un percorso di attenzione e di proposizione che
è stato avviato da questa amministrazione comunale sul tema delle dipendenze,
nel mondo giovanile ma anche non solo tra i giovani». «Il
preoccupante aumento di questo tipo di fenomeno - continua l’assessore Acerbi -
segnalato dagli esperti in particolare anche nei riguardi delle donne, anche
quelle molto giovani, è legato non solamente all’assunzione di sostanze
stupefacenti come la cocaina e simili, ma anche all’alcool e alle cosiddette bevande
energetiche, e anche per queste ragioni ci allarma fortemente da un punto di
vista sanitario e sociale». «Questa
tipologia di situazione è senza dubbio in aumento ed è molto importante quindi
cercare di raggiungere il più elevato numero di persone possibile, soprattutto
quelle che, per pudore, vergogna o altro, non si rivolgono ai servizi,
necessitano di aiuto concreto e purtroppo sfuggono alla rete sociale del nostro
territorio». Il
piano di prevenzione ed educazione sull’uso di sostanze, sulle dipendenze e sui
comportamenti a rischio, ha valenza triennale e si concretizza essenzialmente
in una azione informativa prima ed educativa poi, sulle sostanze e sui danni da
esse provocati e sulle motivazioni negative al consumo. I
destinatari non sono solamente i "consumatori", ma anche insegnanti,
genitori, medici che segnalano o sono a contatto con situazioni a rischio.Il
contatto con l’utenza avverrà primariamente attraverso il numero verde 800 178
791 e l’indirizzo mail info@speedygo.net. Ci saranno poi, a seconda dei casi,
degli incontri di counseling o psicoterapia in ambienti riservati messi a
disposizione dal Comune e non connotabili come servizi per le dipendenze
(quindi le persone si rivolgeranno ad un ambiente neutrale, in riservatezza e
discrezione) ed infine l’auspicabile risoluzione del problema o il dirottamento
ai servizi pubblici specialistici.
IL RESTO DEL CARLINO
INCONTRO CON LA CONFCOMMERCIO
"Niente alcol dopo le due in tutti i locali"
La legge secondo il nuovo prefetto Vittorio Saladino, che promette battaglia a
vù cumprà e Marano. E a proposito di estate, i commercianti hanno chiesto che
"siano assegnati a Rimini i consueti rinforzi di Polizia"
Rimini, 7 febbraio 2008 - Mai chiudere un occhio con i vù cumprà: "Vanno
segnalati alle forze dell’ordine, sempre". E nemmeno il nuovo prefetto di
Rimini, Vittorio Saladino, ha intenzione di chiudere un occhio su "tutti
quei locali della Riviera che fanno ballo abusivo". La promessa di
Saladino è arrivata ieri mattina, durante l’incontro che il prefetto ha avuto
con i dirigenti di Confcommercio.
A Ennio Sanese (presidente provinciale dell’associazione), Gianfranco Simonetti
(responsabile comunale) e Gaetano Callà (Fipe-Confcommercio), Saladino ha
assicurato che non mancheranno i controlli sul ‘fenomeno’ del Marano, che
"con i suoi locali — ha ribadito Sanese — svolge una concorrenza sleale
contro le discoteche", né tanto meno sugli ambulanti che vendono gli
alcolici fuori dai locali. Ma proprio sulla nuova legge che proibisce alle
disco di servire alcolici dopo le 2, il prefetto ieri mattina ha detto chiaro e
tondo alla Confcommercio che "il divieto si estende a tantissimi locali,
non solo alle discoteche".
"Secondo l’interpretazione data dal prefetto — conferma Sanese — in
pratica tutti i locali, anche quelli che fanno semplicemente musica di
sottofondo, come le cantinette della Vecchia pescheria, dopo l
Venerdì, 08 Febbraio 2008
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