<>CORRIERE DELLA SERA – FORUM
ITALIANS Il vino gode di una protezione mediatica senza uguali Cari Italians, il vino gode di
una protezione mediatica senza uguali. Pensiamo alle trasmissioni televisive, radiofoniche,
agli spazi sui giornali, che promuovono questa bevanda con rubriche curate da
sommelier, da enologi, senza nemmeno farsi pagare quelli che, a tutti gli
effetti, sono spazi pubblicitari. Pensiamo alle frequenti manipolazioni della
scienza per fini commerciali, con i mille articoli inneggianti a presunte
qualità salutistiche del vino, basati a volte su presupposti scientificamente
insignificanti. In trent’anni i consumi di vino in Italia sono più che
dimezzati. Quale altro prodotto, a fronte di un tale investimento promozionale,
ha ottenuto in Italia risultati commerciali tanto fallimentari? Oggi si spende
una enorme quantità di denaro pubblico per sostenere il vino. Pensiamo agli
investimenti dei comuni, delle regioni, a quelli del Ministero delle Politiche
Agricole, alla Comunità Europea. I risultati? Crollo dei consumi, immense
quantità di vino prodotto ed invenduto, che nessuno sa più dove mettere. E’
vero, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci insegna che diminuire i consumi
è l’unica strategia veramente efficace per diminuire le sofferenze legate al
bere, e il vino da solo è responsabile in Italia di più problemi alcol
correlati di tutte le altre bevande alcoliche messe insieme. Ma quanto tempo, e
quanto pubblico denaro sprecato, ancora occorreranno per cominciare a capire
che il vino non è affatto un prodotto vincente? Alessandro Sbarbada, alessandro.sbarbada@fastwebnet.it COMMENTO DI UNA LETTRICE Tutto assolutamente, tristemente
vero, complimenti per aver inquadrato e
descritto così bene la questione vino. Ovviamente le sue saranno parole gettate
al vento, ossia saranno approvate solo da chi già la pensa come lei (il che
equivale a un flop). laura de COMMENTO DI UN LETTORE BRAVO! R.P. BLOGOSFARE CHE RISCHIO CORRE IL BAMBINO Le preoccupazioni, quando si
aspetta un bambino, sono tante. Soprattutto nelle mamme che con sorpresa vedono
il risultato positivo nel test di gravidanza. Molte domande riguardano la vita prima del secondo mese... i bicchieri di troppo, le sigarette, la marijuana, e, perchè no, un possibile uso di cocaina o di altre droghe. Che rischio corre il bambino? Partiamo dall’alcool: bere
qualche bicchiere di troppo un paio di volte prima della gravidanza non
danneggia il bambino. Quello che può creare problemi sono le forti quantità giornaliere di alcool. E
per “forti quantità” si intendono cinque
o sei dosi di alcolici durante la giornata (birra, vino, cocktails).
Bisogna fare attenzione anche alle “piccole dosi” (più di un bicchiere di vino
al giorno): anche loro possono provocare parti prematuri, ritardi di sviluppo,
etc. “E’ importante capire che l’alcool entra nella circolazione sanguigna del
bambino più o meno nella stessa concentrazione in cui è presente in quella
della madre: condividete con vostro figlio ogni bicchiere che bevete! Passiamo alle sigarette. Non ci sono prove che fumare
prima della gravidanza (anche da molti anni) comporti dei rischi per il
bambino. Il problema è continuare a fumare col pancione, soprattutto dopo il quarto mese. “Non si parla solo di basso peso
alla nascita, ma di deficit fisici e intellettivi permanenti e iperattività.
Uno studio ha dimostrato che i figli delle fumatrici erano più predisposti alle
malattie dell’apparato respiratorio ed erano di statura inferiore alle donne
non fumatrici. La causa? Il monossido di carbonio e la riduzione della quantità
di ossigeno che riceve il feto. “Bisogna sempre considerare le quantità: fumare
più di 3 pacchetti al giorno è una cosa, fumare una sigaretta prima di andare a
dormire, è un’altra. Ad ogni modo, prima si smette di fumare, meglio è (non
solo per il piccolo). E la marijuana? In genere la marijuana può ostacolare il concepimento, e
perciò viene sconsigliata a chi desidera avere un bambino. Aver fumato in
passato non danneggia il feto. Può invece dare qualche problema fumare una
volta al mese durante la gestazione (insofferenza fetale, iperemesi, anemia,
travaglio prolungato, etc). E’ consigliabile dunque smettere di fumare erba
appena si ha la conferma di essere incinta. Come per gli altri casi, non
bisogna tanto preoccuparsi del passato, ma dei comportamenti futuri. La cocaina ha effetti ancora
peggiori. Questa droga non solo attraversa la placenta, danneggiandola, ma può
creare complicazioni gravi (aborto, travaglio prematuro, etc). I pericoli
aumentano in relazione all’uso della sostanza e alla fase della gravidanza. Commento di Luc thibault (servitore insegnante) Ancora un’altra volta che scrive,
o per malafede o per ignoranza, omette sempre di dire che l’alcol è una droga!
La cosa veramente incredibile di questo articolo è che dice : "bere qualche bicchiere di troppo un
paio di volte prima della gravidanza non danneggia il bambino. Quello che può
creare problemi sono le forti quantità giornaliere di alcool. Bisogna fare
attenzione anche alle “piccole dosi” (più di un bicchiere di vino al giorno). Prima cosa, il fatto che
"qualche bicchiere di troppo" non danneggia il bambino è già tutto un
programma, ma sinceramente, l’autore dell’articolo prende alla grande, la gente
per i fondelli con le "grandi"
e "piccole" dosi di alcol giornaliero! Senza volere dare una lezione di matematica quantistica, bisogna ricordare a questo signore che la
quantità "a basso rischio" per una donna è di 1 a 2 bicchieri al
giorno. Il nostro giornalista parla di "forti quantità" quando una
donna beve cinque o sei dosi di alcolici! Ricordiamo che per un uomo la quantità ad "alto rischio" è
aldilà di 3 bicchieri al giorno!!! Se una donna incinta consuma
alcolici, l’alcol, l’acetaldeide (prodotto della metabolizzazione dell’alcol)
giunge direttamente nel sangue del nascituro attraverso la placenta (esposizione
prenatale all’alcol). L’embrione o il feto (fino al terzo mese embrione, in
seguito feto) non è in grado di metabolizzare l’alcol come un adulto, rimanendo
di conseguenza esposto più a lungo ai suoi effetti nocivi. La letteratura
specializzata dimostra come in questi casi possano insorgere disturbi nello
sviluppo delle cellule e degli organi. Si riscontra, in particolar modo, un’
alterazione nella differenziazione cellulare del tessuto neuronale con
conseguente danno al sistema nervoso centrale. A dipendenza dello stadio di
sviluppo dell’embrione/del feto, l’eccessiva esposizione all’alcol cronica e/o
occasionale, causa danni fisici e neurologici specifici. Ad esempio, un consumo cronico di alcol durante la quarta
settimana di gravidanza può influire sullo sviluppo della forma della testa del
bambino. L’etanolo attraversa la placenta
e arriva al feto ad una concentrazione di poco inferiore a quella ematica
materna e, di conseguenza, anche i prodotti tossici del suo metabolismo lo
raggiungono senza difficoltà espletando, così, la loro azione pericolosamente
negativa sui tessuti in crescita e in formazione. Le cellule maggiormente
colpite sono quelle cerebrali e l’intervento sul loro normale processo di
sviluppo determina malformazioni. Il rischio permane anche per le donne
alcoldipendenti da tempo che, pur sospendendo di bere durante la gravidanza,
possono avere figli con disturbi alla nascita più o meno gravi. Ciò è dovuto
alle gravi lesioni, ormai irreversibili, indotte dall’alcol al corpo materno e
alle carenze vitaminiche che si ripercuotono sullo sviluppo del bambino. Nei
primi 3 mesi di gravidanza l’alcol determina i danni maggiori per il feto,
addirittura spesso incompatibili per la sua vita. Il nascituro, che spesso
nasce con difficoltà e prematuro, può essere colpito da malformazioni, da un
ritardo mentale congenito, da una forma di mongolismo con una frequenza piuttosto
elevata. Tutto ciò si verifica sia in donne dedite all’alcol durante la
gravidanza sia in quelle che si sono astenute dal bere durante la gestazione,
ma che avevano usato di alcol precedentemente. Sul nono minuto della nona ora del nono giorno del nono mese, chiediamo
al mondo per ricordarsi che durante i nove mesi della gravidanza, una donna non
deve bere alcol. SEGNALAZIONE DI ANDREA NOVENTA Alto consumo di alcol, alto rischio di infezioni post-operatorie A cura de Il Pensiero Scientifico Editore 08/02/2008 - Un abituale consumo
di alcol può incrementare il rischio di complicazioni post-chirurgiche. Uno
studio tedesco, pubblicato sulla rivista Alcoholism: Clinical and Experimental
Research, ha infatti mostrato che quei soggetti che bevono abitualmente
quantità anche moderate di alcolici correrebbero un maggiore rischio di
complicazioni a seguito di un intervento chirurgico. "Circa il 20 per cento dei
pazienti che vengono ricoverati in ospedale beve abitualmente tre birre o due
bicchieri di vino al giorno. Questi pazienti sono più facilmente vittime di
polmonite, problemi al muscolo cardiaco o altre complicazioni post-chirurgiche
come emorragie", spiega Claudia Spies, specialista in terapia intensiva
all’ospedale universitario Charitè di Berlino, nonché coautrice dello studio.
Inoltre, il consumo di alcol renderebbe molto più lungo il periodo necessario
per un completo recupero. Da tempo si sa che un consumo di
alcol cronico provoca gravi danni alla salute, recentemente però si è suggerito
che l’alcol induca un calo delle difese immunitarie tale da trasformare chi
beve in un bersaglio facile in situazioni di possibili "aggressioni".
Sottoporsi ad un’operazione chirurgica, d’emergenza o no, è una di queste
situazioni. Il consiglio dei ricercatori non è solo di moderare il consumo
abituale di alcol o di farlo se si prevede un intervento chirurgico, ma anche
di essere onesti con i medici a questo proposito. "Fornire informazioni
corrette può veramente salvare la vita, conoscere i reali rischi, soprattutto
se elevati, permette al chirurgo e all’anestesista di prendere le precauzioni
necessarie", conclude Elizabeth Kovacs direttrice dell’Alcohol research
programme al Loyola Uiniversity Medical Center (Illinois, Usa), anche lei
coautrice della ricerca. Fonte: Spies CD, Lanzke N et a. Effects of
Ethanol on Cytokine Production After Surgery in a Murine Model of Gram-Negative
Pneumonia. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 2008; 32(2):331-338. caterina visco IL GAZZETTINO (Padova) «IN VENETO 12 MORTI DA INIZIO
ANNO RESPONSABILITA’ SULLA PREVENZIONE» San Martino di Lupari. (M.C.) «Di
fronte a questa vera e propria emergenza sociale, bisogna che il Governo
presenti subito i decreti attuativi del nuovo testo unico approvato in agosto -
sostiene Severino Galante, coordinatore della segreteria nazionale del Pdci -
Solo con l’aumento dei controlli si può prevenire queste tragedie e anche con
più severe sanzioni nei confronti delle aziende inadempienti è possibile agire
sul versante della repressione». (*) «Non possiamo continuare ad assistere a inutili morti - dichiara Fabio Beltempo, segretario provinciale dell’Ugl di Padova - L’incolumità dei lavoratori è un diritto-dovere, oltre il 60% degli infortuni si concentra nel Nord-Est e riguarda sempre più gli immigrati disposti a lavorare in nero e a sorvolare sulle norme di sicurezza». (*) Nota: non credo che
denunciare il rischio alcol nei luoghi di lavoro possa essere considerata una
provocazione. Ci sono molti studi che ne confermano la pericolosità. Dal 16
.3.06 dovrebbe essere operativa la legge quadro sull’alcol, 125/01, per la
parte riguardante le categorie di lavoratori per le quali è fatto divieto di
assumere e somministrare alcolici. Beninteso, nessun fattore di rischio può
essere usato come alibi per evitare interventi strutturali e per non
considerare la sicurezza sul lavoro come parte essenziale dell’organizzazione
aziendale. IL GAZZETTINO (Vicenza) Serata molto partecipata L’alcol, problema sempre più grave Esperti e volontari a confronto Solagna È un problema che si sta
espandendo nel nostro territorio e per questo molto sentito. Grande quindi la
partecipazione all’incontro promosso in sala Valbrenta con tema "L’alcol
fa veramente male? Come ci si accorge che sta diventando un problema?",
promosso da Comune, parrocchia, associazione Alcolisti Anonimi e gruppo
familiari Al-Anon, con esperti, amministratori e soci delle due associazioni
che hanno sede a Solagna. L’alcolismo è una malattia infida, che s’insinua un
po’ alla volta e che provoca drammi incalcolabili per chi ne è vittima e per
tutti coloro che vivono accanto ad una persona che beve. Il problema dell’alcol crea
disagi che lasciano ferite profonde nel sociale. I meccanismi, soprattutto
psicologici, che portano all’abuso di alcol adulti, anziani ma anche giovani e
donne, possono scaturire da diverse motivazioni, ma il risultato purtroppo è
sempre lo stesso. Uscire, per chi ne rimane coinvolto, non è facile. Le strade
però ci sono: basta conoscerle e intraprenderle con l’aiuto di tante persone
che si sono lasciate alle spalle un cammino triste e difficile. All’incontro,
coordinato dall’assessore di Cassola Angelo Battocchio, hanno presenziato il
dottor Giovanni Bosello, diabetologo, e il dottor Augusto Chiodini, primario
del reparto di alcologia e delle tossicodipendenze dell’ospedale di Cittadella.
Sottolineato dal vicepresidente della Provincia, Dino Secco, il valore delle
associazioni che si occupano del problema, animate da persone di buona volontà
disposte ad aiutare chi soffre. Presente anche il sindaco di
Cassola, Antonio Pasinato, che fin dagli anni Ottanta sostiene l’attività dei
gruppi che combattono l’alcolismo. Importanti e toccanti le testimonianze di
coloro che, per anni, sono rimasti invischiati nel dramma e che hanno trovato
la forza per riemergere, grazie anche all’appoggio degli Alcolisti Anonimi e
del gruppo Al-Anon. Applaudito l’intervento della poetessa Giuliana Visentin,
che ha rammentato come la fede possa dare una marcia in più per superare le
difficoltà quotidiane."Le associazioni locali sono molto attive nel
combattere l’alcolismo e portano dei benefici in campo sociale non solo per il
nostro comune, ma per tutta la Valle - ha concluso il sindaco di Solagna,
Gianandrea Bellò -. A loro assicuriamo la costante collaborazione e il massimo
sostegno da parte dell’amministrazione comunale". Roberto Lazzarato IL GAZZETTINO (Padova) Iniziata la campagna del
Comune a difesa della salute dei ragazzi. Una delegazione composta dal
vicesindaco Sinigaglia e dai rappresentanti di alcune associazioni hanno
peregrinato per i bar del centro Un invito a chi ha meno di 16
anni: non chiedete alcolici Consegnato un cartello che
ricorda anche le responsabilità dei baristi. Vincenzo Viapiano del "Bar
dello spritz": «Alcuni giovani si portano il vino da casa» (*) È iniziata ieri la campagna del
Comune contro l’abuso di alcol da parte dei giovani e giovanissimi, che prevede
il coinvolgimento di numerose agenzie educative e soprattutto degli esercenti.
All’iniziativa dei frati francescani che si mescoleranno ai giovani consumatori
di spritz per confrontarsi con loro, si intreccerà dunque l’attenzione di
quanti hanno risposto all’appello del vicesindaco Claudio Sinigaglia per "collaborare
nella difesa della salute dei ragazzi". La delegazione ha pellegrinato
tra le vie del centro per consegnare ai titolari dei locali il cartello che
invita i minori di 16 anni a non chiedere alcolici. Forse un timido deterrente
per i ragazzi. Di certo un chiaro richiamo alla normativa, che i baristi
conoscono bene ma che spesso disattendono. «Benché le responsabilità per questa
violazioni non sia da poco - ricorda Daniele Sandonà, della cooperativa Cosep
-. Con il progetto Alchimia abbiamo formato più di mille barman, insegnando
loro a instaurare un rapporto intelligente con i clienti, a rispettare i limiti
delle gradazioni alcoliche previste dal vero spritz e ricordando le tante cause
penali in corso contro chi ha servito clienti, che, una volta fuori dal locale,
hanno investito e ucciso una persona. È previsto anche il ritiro della
licenza». Al fianco del vicesindaco, anche
Tiziana Codenotti di Eurocare Italia e Stefano Angelini, del Coordinamento
delle agenzie territoriali per le Tossicodipendenze. Tra i primi ad accettare
dalle mani di Sinigaglia il cartello-invito sono stati "Chocolat
cafè" di Mara Contarin e il "Bar dello spritz", il cui titolare
Vincenzo Viapiano ricorda: «Ho sempre applicato la politica della
somministrazione limitata e, per i minori, vietata. Molto dipende dai baristi.
Il problema è però che tanti ragazzi partono con la bottiglia di vino da casa». Michela Danieli (*) Nota: va bene il cartello per
i minori di sedici anni. Per il baristi però sarebbe bastata la fotocopia
dell’articolo 589 del Codice penale. IL GAZZETTINO (Belluno) In questi giorni gli agenti
della polizia municipale saranno in servizio fino alle 23, poi si continuerà
solo nei fine settimana Ronde notturne anti-alcol per i
vigili Nel 2007 ritirate 18 patenti per
guida in stato di ebbrezza. Aumenta il controllo sugli stranieri Cortina Vigili urbani in servizio anche
di notte, a Cortina, in questa settimana intensa, affollata di ospiti, per le
settimane bianche, e con tanti ragazzi in giro, chiuse le scuole, per il
Carnevale. Sino a domani sera gli agenti lavoreranno pure nel turno dalle 17
alle 23, per attività di prevenzione, assieme alle altre forze dell’ordine.
L’orario è orientativo: può protrarsi anche più a lungo, per esigenze
particolari. Nei prossimi mesi, il servizio notturno verrà istituito solamente
venerdì e sabato, in accordo con il piano della prefettura di Belluno per
contrastare il fenomeno delle stragi del sabato sera. Poi verrà ripreso, in
estate, per tutto il mese di agosto. La maggiore attenzione viene posta nella
prevenzione, e nell’eventuale repressione, della guida in stato d’ebbrezza. Nel
2007 sono state ritirate 18 patenti, a conducenti risultati positivi
all’alcoltest; erano state 11 nel 2006. Oltre ai ritiri di patente di guida,
per lo stato di ebbrezza, ne sono stati effettuati altri, per violazioni
amministrative: 16 nel 2006, 17 nel 2007. Nel complesso, le notizie di reato
sono state 33 nell’anno 2006, con 32 persone denunciate, e 49 lo scorso anno,
con 47 persone denunciate. E’ aumentato, di molto, il numero degli stranieri
controllati, con obbligo di regolarizzare la loro posizione: furono 6 nel 2006,
sono stati 20 nell’anno appena concluso. La scorsa settimana sono stati
controllati due gruppi di cittadini romeni e cechi, identificati ed
allontanati, poiché esercitavano la questua con petulanza. Tutta l’attività della polizia
locale di Cortina può svolgersi anche grazie alla presenza di agenti del
comando di Padova. "C’è una convenzione, votata
dal consiglio comunale - spiega il comandante Salvato - e su quella base
possiamo programmare un calendario, in relazione alle esigenze, alle
manifestazioni, ai diversi periodi ed agli eventi che si svolgono in paese. E’
un meccanismo molto elastico, a garanzia di efficienza, economicità e razionalizzazione
del servizio". Dall’8 al 17 febbraio sono a
Cortina quattro vigili di Padova; dal 22 al 24 ce ne saranno tre. Di norma,
sono in servizio dieci agenti, oltre ad un vigile distaccato presso l’ufficio
edilizia privata, per i controlli. "E’ un organico
assolutamente insufficiente - conferma il comandante - perché eravamo in
quindici, un paio di anni fa, oggi siamo undici; per questo ho chiesto
all’amministrazione di potenziarci, con altri tre agenti, compatibilmente con
la Finanziaria. Sarebbe auspicabile che venissero giovani della zona, magari
prima anche per un colloquio preliminare, informativo, con me". Marco Dibona CORRIERE ADRIATICO Baruffa alla biglietteria della stazione Ubriaco aggredisce e ferisce un poliziotto FANO - Per il suo comportamento
esagitato, confluito in atti di violenza, è finito in cella di sicurezza un
pugliese che infastidiva i viaggiatori in attesa di fare il biglietto
nell’atrio della stazione ferroviaria. L’altro pomeriggio, intorno alle
15.30, le persone che erano in fila davanti alla biglietteria sono state prese
a male parole da un uomo in evidente stato di ubriachezza che, senza una
plausibile ragione, aveva incominciato ad inveire, passando ben presto dalle
imprecazioni alle botte. All’inizio qualcuno ha cercato di
calmarlo: nessuno infatti lo aveva offeso o gli aveva fatto uno qualche sgarbo;
inspiegabili quindi apparivano i vaneggiamenti dell’energumeno che si era
avvicinato più volte con fare minaccioso alle persone in coda allo sportello. Più si sommavano gli inviti alla
calma, più il disturbatore insisteva nel suo atteggiamento, senza voler sentire
nessuna ragione: anzi, infervorandosi nel suo fare minaccioso, ha finito col
prendersela maggiormente con chi, sentendosi infastidito, cercava di
allontanarlo, reagendo con spintoni e pugni. A questo punto sono state
chiamati gli agenti del commissariato, che sono immediatamente intervenuti.
Questi ultimi hanno intimato all’uomo di seguirli alla centrale, ma l’uomo si è
infuriato ancora di più assalendo gli stessi agenti. Ne è seguito un
parapiglia, nel quale sono intervenuti a dar sostegno ai colleghi del
commissariato anche i Carabinieri e gli agenti della Polizia Stradale. Non è stato facile, nonostante il
loro numero, per le forze dell’ordine rendere inoffensivo il pugliese ormai
fuori di sé, un po’ per i fumi dell’alcol, un po’ per l’intervento della forza
pubblica, tanto che nella colluttazione un agente del commissariato ha
riportato la frattura di un dito. Alla fine sono ricorsi alle cure del pronto
soccorso, il poliziotto, cui è stata riconosciuta una prognosi di 20 giorni, un
altro agente che ha riportato alcune contusioni, considerate guaribili in pochi
giorni e lo stesso pugliese che ha dovuto arrendersi all’azione congiunta delle
forze preposte al mantenimento dell’ordine pubblico. IL GAZZETTINO Alla fine sono stati tutti arrestati ... Alla fine sono stati tutti
arrestati i quattro protagonisti della rissa avvenuta mercoledì alle 20.20 in
piazzale Roma. In carcere sono finiti B.R.J., romeno di 35 anni, R.R., sloveno
di 39 anni (accusati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e
rissa), R.I., romeno di 52 anni e A.I., romeno di 49 anni. Gli agenti della Volante e i
carabinieri erano intervenuti nella zona vicino ai giardinetti (beccandosi
anche qualche calcio) dopo che la gente aveva segnalato una violenta rissa tra
stranieri a pochi passi delle fermate degli autobus. Quando gli inquirenti sono
arrivati sul posto hanno trovato A.I. e R.J. distesi a terra e con il volto
sanguinante, R.I. seduto vicino ad un chiosco di souvenir e R.R, addirittura a
petto nudo, che urlava. È stato proprio quest’ultimo, visibilmente ubriaco, a
colpire anche gli agenti e a minacciarli in vari modi. Poi sono arrivati i
carabinieri e i quattro sono stati bloccati. Da quanto è stato accertato la
rissa era scoppiata una decina di minuti prima, con i quattro intenti a
picchiarsi e a urlare. Immaginabile la paura dei numerosi pendolari che a
quell’ora affollavano piazzale Roma nella speranza di far velocemente rientro a
casa. Tre di questi stranieri, (B.R.J, R.I e A.I.) sono stati accompagnati in
Questura a Santa Chiara a piedi, mentre R.R. è stato portato all’interno della
Volante giunta a tutta velocità pochi minuti prima a piazzale Roma. Durante il
tragitto B.R. ha anche ferito un carabinieri alla spalla sinistra. Nel frattempo in zona è quindi
arrivata l’ambulanza del Suem che, alla luce delle ferite riportate dal gruppo
e del sangue, ha deciso di trasporta R.I e A.I al pronto soccorso. In questo
caso sono state riscontrate ferite al volto guaribili in sette giorni e trauma
alle ossa nasali guaribile in 25 giorni. Poco più tardi, al termine di
tutti gli accertamenti del caso, per i quattro stranieri si sono spalancate le
porte del carcere. IL GAZZETTINO (Treviso) DAL TRIBUNALE Guida in stato d’ebbrezza
Immigrata condannata Montebelluna In poco più di sei mesi era stata
sorpresa due volte dalla polizia stradale a guidare in stato in stato di
ebbrezza.La prima volta era accaduto nel febbraio del 2006 sulla Feltrina
vicino a Valdobbiadene, la seconda, invece, nel mese di ottobre, sempre dello
stesso anno a Venegazzù di Volpago del Montello lungo la Schiavonesca, dove,
dopo aver divelto un cartello stradale, anche se con l’auto priva di una ruota
aveva continuato a correre lungo la frequentatissima arteria.La donna, una
cittadina cubana Nejdi Pineda di circa trent’anni residente nel montebellunese,
ma assente dall’aula del Tribunale, è stata processata nella sezione distaccata
di Montebelluna.Il giudice Francesco Sartorio dopo le deposizioni dei due
poliziotti che avevano fermato la donna, nonostante la strenua opposizione
dell’avvocato dell’imputata (mancata taratura dello strumento dell’alcooltest e
mancata certezza che ad abbattere il cartello fosse stata la donna) ha deciso
di condannare la cittadina cubana per quanto riguarda il primo episodio a 15
giorni di arresto e a 400 euro di ammenda e per il secondo a 20 giorni di
arresto e 600 di ammenda, con pena sospesa. Alla donna è stata sequestrata la
patente per 6 mesi e sarà costretta a pagare tutte le spese processuali. L.Bel. IL GAZZETTINO Resistenza, botte e ingiurie a due carabinieri Il giudice dispone
perizia su un ex poliziotto Agordo (si.p.) Sarà una perizia
psichiatrica a stabilire se l’ex poliziotto Rino Tosoni, 50 anni, agordino, sia
capace di intendere e di volere. L’esame medico richiesto dall’avvocato
difensore, Davide Fent dello studio Azzalini, è stato accordato dal giudice
Antonella Coniglio al termine dell’udienza di ieri, rinviata al prossimo 8
marzo per il giuramento del perito Sergio Celletti. Ieri in aula è stato
ricostruito con l’aiuto di tre testimoni, il movimentato episodio di cui si era
reso protagonista l’ex poliziotto nel tardo pomeriggio del 4 marzo 2006 davanti
alla sua abitazione nel condominio Primavera ad Agordo, e che lo ha portato
davanti al giudice con le accuse di resistenza, lesioni, ingiurie e minacce. Un
vicino, sentendo un forte litigio del Tosoni con la sua convivente, che l’uomo
trascinava per i capelli, aveva chiamato i carabinieri. L’uomo, barcollando e
cadendo a terra in evidente stato di ubriachezza, aveva poi cercato di
raggiungere il garage «per prendere la pistola». La pattuglia giunta sul posto
aveva cercato di tranquillizzarlo, ma l’uomo aveva risposto sferrando due pugni
in faccia ad uno dei due carabinieri, che aveva riportato una prognosi di 5
giorni. Erano seguiti, oltre a una serie di calci, anche diversi insulti ai due
militari e a tutta l’Arma. Quindi, immobilizzato, l’uomo era stato portato in
caserma e quindi trasferito nel carcere bellunese di Baldenich. L’avvocato Fent
ha prodotto al giudice il documento di dimissioni rilasciato dall’ospedale di
Feltre 17 giorni prima del fatto, in cui si attestava il grave stato di alcoldipendenza
del Tosoni. IL GIORNALE DI VICENZA VIALE FUSINATO Ubriaco danneggia auto in sosta Un automobilista, che con ogni
evidenza aveva alzato un po’ troppo il gomito, ha scatenato il caos nel tardo
pomeriggio di ieri in via Fusinato. È infatti accaduto che, non riuscendo a
tenere in strada la sua macchina, sia sbandato sulla destra ripetutamente ed
abbia colpito e danneggiato alcune vetture posteggiate a margine della strada. Passanti, automobilisti e
testimoni hanno dato subito l’allarme alle forze dell’ordine intervenute in via
Fusinato per fermare il beone e per ritirargli la patente. Resta da verificare
quanti danni abbia provocato. L’ARENA SICUREZZA. Le Volanti fermano marocchino Arrestato ubriaco Molestava i baristi Una discussione tra alcune
persone e un ubriaco molesto, ha portato quest’ultimo in carcere. Le volanti,
in Largo Divisione Pasubio, hanno arrestato Lakhouyil Abdendi, nato in Marocco,
24 anni, residente a Nogara, per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti, mentre transitavano
hanno notato un gruppo di persone che discutevano in maniera animata. Sono così
intervenute per dirimere la controversia. Il marocchino, in evidente stato di
ubriachezza, si è avventato contro i poliziotti con una sedia presa all’esterno
di un esercizio pubblico. Grazie alla prontezza di
riflessi, gli agenti hanno schivato il lancio del suppellettile. A seguito di
una breve colluttazione, l’uomo è stato bloccato. Dalle testimonianze raccolte
sul luogo, veniva riferito che il cittadino extracomunitario si era recato già
in evidente stato di ubriachezza all’interno di una bottiglieria per farsi
servire da bere. Notato lo stato in cui versava l’uomo, il personale del locale
dopo numerosi inviti di allontanarsi, lo accompagnavano fisicamente all’uscita,
suscitando l’ira dello stesso sino all’arrivo della volante. ROMAGNA OGGI Al volante ubriaco e con patente falsa tenta di corrompere agente:
arrestato RIMINI – Sorpreso con al volante
ubriaco e con una patente falsa, ha cercato di corrompere l’agente che l’aveva
fermato per il controllo con una banconota di 50 euro. E’ andata male ad un
cinese di 46 anni finito in manette con l’accusa di corruzione e denunciato per
contraffazione e guida in stato d’ebbrezza. Gli agenti della Volante della
Questura hanno scoperto che la patente apparteneva ad una serie di permessi in
bianco rubati in un comune del sud Italia. IL TRENTINO Il caso nell’ottobre 2005. Il ciclista era finito contro un’auto in
città Ubriaco in bici: è guida in stato di ebbrezza Un mese di reclusione e 700 euro di multa, ma almeno la patente è salva
ROVERETO. Il suo caso
nell’ottobre 2005 aveva fatto discutere a lungo: Angelo Zanolli, 55 anni, era
stato denunciato dai vigili urbani di Rovereto per guida in stato di ebbrezza.
Mentre era a bordo di una bicicletta. Si discusse all’epoca se fosse una
interpretazione legittima della norma (che parla di veicoli) o una forzatura. E
se a Zanolli si dovessero anche sottrarre punti dalla patente. Ieri il giudice
Di Fazio ha chiarito tutto: condannato, ma patente salva. Ieri il giudice di Fazio non ha dedicato a questo punto più di
qualche minuto. Per dire che per giurisprudenza consolidata e costante della
Corte di Cassazione, la bicicletta si considera veicolo e chi la guida punibile
per la guida in stato di ebbrezza, se ha bevuto. LA REPUBBLICA L’industriale che lista salvò dallo sterminio 1.200 ebrei morì
alcolizzato e senza un soldo. Ecco il carteggio in cui chiedeva denaro a un
giudice israeliano Le lettere di Schindler "Amici ebrei, aiutatemi" dal nostro corrispondente ALBERTO
STABILE GERUSALEMME, 8 febbraio 2008 - Non
era neanche vecchio. Quando morì, nel 1974, a Hildesheim, in Assia, Oskar
Schindler, l’industriale tedesco che salvò 1.200 ebrei dallo sterminio (oltre
ai 1.100 della famosa lista se ne aggiunsero altri cento negli ultimi mesi di
guerra) aveva 66 anni, ma era solo, alcolizzato, indebitato e letteralmente
senza un soldo. Meditava l’ennesimo viaggio in Israele, in tutto ne fece 17,
l’unico posto al mondo dove era benvoluto e, soprattutto, dove, grazie ai
sussidi delle organizzazioni ebraiche e ai regali dei suoi "salvati",
che organizzarono per lui un "Fondo Schindler", poteva mettere
insieme il pranzo con la cena. Tutto questo è ulteriormente
chiarito da un carteggio, di cui per la prima volta il quotidiano Maariv
pubblica alcune lettere, che uno degli Schindlerjuden, come ancora oggi vengono
chiamati gli ebrei sottratti da Schindler ai nazisti, il giudice della Corte
Suprema israeliana Moshè Bejski ha lasciato in eredità alla sua morte, avvenuta
nel 2007, all’Istituto Israeliano per la Storia dell’Olocausto Massuah. Rifiutato dal suo mondo, ma non dalle persone che aveva soccorso, Oskar Schindler morì a casa di una coppia di amici ebrei, gli Starr, che lo ospitarono e lo curarono fino alla fine. LA GAZZETTA DI PARMA Carabiniere picchiato da due
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