IL TIRRENO
Pistoia Troppo alcol tra i giovani, è emergenza Comune e
azienda Usl corrono ai ripari con il progetto “Slalom” A Bardalone aprirà un
centro d’ascolto rivolto soprattutto agli adolescenti e alle loro famiglie SAN MARCELLO. La diffusione dell’alcol tra i
giovanissimi della montagna pistoiese è ormai un’emergenza. Azienda
sanitaria, istituzioni, forze di polizia, volontari ed esercenti hanno deciso
di correre ai ripari. L’ipotesi che è stata formulata dagli amministratori
comunali, supportata anche da ripetute rilevazioni relative ad infrazioni
stradali ed episodi di conflittualità interpersonale anche all’interno delle
famiglie effettuate dalle forze dell’ordine, è infatti quella che un improprio
consumo di alcol possa incidere negativamente, anche accentuando l’effetto di
alcuni elementi di contesto legati alle condizioni geo-strutturali dell’area
(isolamento, problematiche legate al lavoro, bassa mobilità in entrata, ecc.). È
pronto a partire il progetto “Slalom” (proprio come lo slalom al quale i
giovani di oggi sono costretti per evitare le tentazioni di alcol e droghe), i
cui principali promotori sono il Comune di San Marcello e il Sert di Pistoia. A
questi si affiancano come partner il volontariato sociale (con in prima fila
l’associazione Acat), alcuni esponenti dell’imprenditoria privata (come i
gestori del bar-discoteca “Le Ginestre”) e le forze dell’ordine (carabinieri,
polizia stradale e polizia municipale). «Il
progetto “Slalom” - ha spiegato l’assessore alle politiche sociali del Comune
di San Marcello Luisa Soldati - fa seguito a quanto avvenuto a metà novembre
dello scorso anno, quando il Comune si fece promotore della costituzione di un
tavolo analitico e progettuale sulle problematiche alcologiche in montagna. Gli
obiettivi di questa seconda fase sono essenzialmente due: compiere un lavoro
d’indagine profonda del problema per riuscire ad evidenziare quali saranno le
azioni concrete da mettere in atto per invertire quello che oggi è diventato un
reale fatto culturale negativo; dare una risposta immediata e adeguata,
attraverso un intervento sia di consultazione che a livello medico, alle
famiglie, ai giovani e a tutte quelle persone che richiedono un sostegno». Ma
cos’è in concreto “Slalom”? È l’apertura di un punto d’ascolto rivolto ai
ragazzi in età adolescenziale. «Lo sportello - ha affermato la dottoressa
Cinzia Groppi, responsabile dell’Unità di assistenza a tossicodipendenti e
alcolisti dell’Asl 3 - sarà attivo a Bardalone due volte a settimana in orario
pomeridiano per adolescenti e giovani in genere, famiglie, cittadinanza,
operatori, soggetti istituzionali presenti sul territorio e per chiunque senta
la necessità di rivolgere delle domande o di esprimere dei bisogni che
riguardano i comportamenti legati all’uso di alcolici o di sostanze. Allo
sportello sarà presente un operatore esperto che svolgerà diverse attività.
Innanzitutto, farà ascolto e consulenza informativa, in quanto è stato rilevato
che ampie sono le aree di disconoscenza circa il bere e l’uso di sostanze. I
giovani, spesso, esprimono convinzioni mutuate da una certa subcultura che sono
errate o frutto di interpretazioni inesperte. Inoltre, verrà svolta l’attività
di “orientamento creativo”, con iniziative specifiche dirette ai giovani
cittadini o alle famiglie: proiezione di film ad hoc con dibattito; promozione
di “divertimento alternativo” con tornei o manifestazione sportive, tornei di
giochi da tavolo o giochi di ruolo; azioni di divulgazione di proposte salutari
attive presso i locali pubblici della montagna, in particolare nei pub;
proposta di azioni collaterali, come gara di wall-graffiti, concorso di
fotografia, concorso di poesia giovanile, ecc.». Insomma, i giovani devono capire che non
possono fermarsi di fronte allo sballo da bicchiere. Hanno bisogno d’altro.
Dice bene il direttore generale dell’Asl 3 Alessandro Scarafuggi: «Il bere in
un ambiente in cui non si può nemmeno parlare, può essere un’esperienza che non
corrisponde alla ricerca di socializzazione che invece si ha in tutta la fase
adolescenziale».
IL TIRRENO
Viareggio di Milziade Caprili - ex vicepresidente del
Senato Giovani, alcol e la voglia di «sballare»
Servono campagne d’informazione e il volontariato da solo non basta La bella e puntuale inchiesta «Sballo in
maschera. Carnevale annega in un fiume di vino e di birra», pubblicata sul
Tirreno di domenica 10 febbraio, dimostra molte cose. Innanzitutto, che il
problema della prevenzione non può essere affidato solo alla meritoria opera di
associazioni di volontariato, come quelli della campagna Non la bevo, che hanno
operato nel rione Croce Verde, e hanno il merito di aver alzato l’attenzione
sui rischi della vendita e proliferazione degli alcolici, nei periodi di festa
e soprattutto verso gli adolescenti. Il progetto, giunto alla 3ª edizione,
della campagna «Non la bevo... A Carnevale mi diverto con la fantasia»,
promosso da Usl 12 Viareggio, Unicoop Tirreno e Croce Verde Viareggio, con la
collaborazione di altre istituzioni pubbliche e del Terzo Settore, trae origine
da un dramma sociale; cioè, dalla constatazione della rilevanza del fenomeno
dell’abuso di alcool tra giovani e giovanissimi in contesti di aggregazione e
festività, come i rioni del Carnevale, e del binomio, nella testa dei giovani,
tra divertimento e «sballo», provocato da sostanze psicoattive legali e non.
Dagli studi scientifici, dalle esperienze di operatori, effettuate sul campo, e
da inchieste giornalistiche come queste, appare sempre più necessario
accompagnare i giovani nella ricerca di nuove e più sane modalità di
divertimento e stimolarli ad acquisire consapevolezza critica verso scelte di
consumo, imparando a resistere alle pressioni ambientali e pubblicitarie e
rendendo più appetibili stili di vita più sani. Molto
ha fatto il ministero della Salute, che ha prodotto campagne informative, come
l’opuscolo «Guadagnare con la Salute», che trae origine dalle campagne dell’Oms
e dell’Unione europea con campagne di informazioni miranti a modificare
comportamenti (alcool, fumo, scorretta alimentazione e inattività fisica), che
favoriscono l’insorgere di malattie degenerative e di problemi acuti e
drammatici come gli incidenti stradali. I dati statistici dicono che il 46% di
incidenti stradali è correlato all’uso di alcool, la mortalità per incidente
stradale è prima causa tra giovani (18-26 anni) e che l’Italia è al 1º posto,
in Europa, per età d’inizio del consumo di alcolici (11-12 anni). Serve,
soprattutto, attivare la rete composta dalle istituzioni sanitarie e sociali
pubbliche, come quelle del volontariato e del privato sociale, che si occupano
di giovani. Il Carnevale di Viareggio, da questo punto di vista, con il periodo
di feste ristretto nel tempo e caratterizzato da molte occasioni di svago e
divertimento, è il periodo migliore per lanciare sperimentazioni e controlli.
Ecco, perché i rioni dovrebbero organizzarsi, l’anno prossimo, e lanciare una
giornata senz’alcool. Nessuna iniziativa o richiesta di tipo proibizionistico e
censorio, ma necessità di riconfermare e diffondere un messaggio teso a
stimolare la consapevolezza critica sull’uso dell’alcool, mantenere e
rafforzare il rapporto con le scuole, allargare la rete delle istituzioni e
delle associazioni che svolgono attività di prevenzione. Questi gli obiettivi,
a cui dobbiamo tendere, anche come uomini politici impegnati sul territorio,
per evitare che le morti «virtuali» raccontate dal vostro giornale e registrate
dalla campagna «Non la bevo» tra i giovani e giovanissimi del rione Croce
Verde, troppo spesso poco consci dei rischi che corrono e fanno correre ai loro
amici, si trasformino in morti reali.
IL GIORNALE DI VICENZA
SOLAGNA. Un
incontro al cinema Valbrenta Alcol, un tunnel dal quale è possibile
uscire L’alcolismo è una malattia infida e i problemi
connessi provocano drammi e disagi che tracciano solchi sociali profondi.
L’ennesima riprova di quanto vasto sia il fenomeno e profondi l’interesse e la
voglia di uscirne si è avuto in un incontro organizzato nella sala cinema
Valbrenta a Solagna dal Comune, dalla parrocchia e dalle locali associazioni
Alcolisti Anonimi e gruppo familiari Al-Anon. Uscirne non è facile ma le strade
ci sono. La sala era gremita di gente attenta ai pareri di esperti,
amministratori e soci delle due associazioni che hanno sede a Solagna. All’incontro, coordinato dall’assessore
comunale di Cassola Angelo Battocchio, sono intervenuti il dott. Giovanni
Bosello, diabetologo, ed il primario del reparto di alcologia e
tossicodipendenze dell’ospedale di Cittadella, Augusto Chiodini. Statistiche e
dati che dimostrano come l’alcol sia una vera e propria emergenza sociale,
anche per i numerosi decessi che provoca, sono stati presentati da Bosello.
Chiodini, tra l’altro uno dei fondatori del gruppo alcolisti anonimi solagnese,
ha illustrato i danni letali che lentamente ma inesorabilmente l’alcol produce
sull’organismo. Sono seguiti interventi del vicepresidente della Provincia Dino
Secco, del sindaco di Cassola Antonio Pasinato e del sindaco di Solagna
Gianandrea Bellò che ha ringraziato i gruppi locali, molto attivi nel
combattere il fenomeno dell’alcolismo, ai quali ha assicurato la collaborazione
ed il sostegno dell’amministrazione comunale. Seguite con interesse le testimonianze di
coloro che, invischiati nel dramma dell’alcolismo, hanno trovato la forza di
riemergere grazie all’appoggio degli Alcoolisti Anonimi e del gruppo Al-Anon.
Liviana ha trovato la serenità dopo un periodo nel quale non era in grado di
sostenere il ruolo di moglie e di madre. Michele, Paolo, Giovanni e Nicola,
tutti giovani, hanno raccontato la loro esperienza fatta non solo di alcol ma
anche di droga. Per i familiari hanno parlato una moglie, Lorenza, ed una
figlia, Laura. R.P.
IL TRENTINO
In provincia una
schiera di oltre duemila bar
Aumento del 20% in
otto anni. Tra i negozi in crisi nera quelli di frutta e verdura
MARZIA BORTOLAMEOTTI TRENTO. C’è un bar ogni 230 abitanti in
Trentino per un totale di 2069 pubblici esercizi presenti sul territorio. I
negozi sono, invece, 7552; in cima alla classifica, con la più alta densità di
punti vendita, c’è Trento (1618), che però registra un calo: rispetto al 2006
sono stati chiusi 24 negozi. Quello che colpisce sono le oltre duemila
caffetterie e pub che popolano il Trentino e che sono cresciute del 20% rispetto
ad otto anni fa, quando erano 1715. I dati, offerti dalla camera di commercio,
registrano l’andamento dal 2000 fino al dicembre dello scorso anno e
fotografano la situazione relativa al 2007 di bar e negozi. (*) Pubblici esercizi e punti vendita sono
proporzionati al numero di abitanti: ai grossi centri come Rovereto, Riva del
Garda, Pergine ed Arco, seguono le località turistiche. A sorpresa, spunta
nella top 15, la frazione di Siror con 28 bar (San Martino di Castrozza è una
parte del Comune di Siror, ndr). Anche Dimaro si posiziona in cima alla
classifica con le sue 25 caffetterie: punto strategico della val di Sole. Al boom
dei bar si accompagna il periodo di lieve calo del commercio. Nel 2000 i negozi
aperti in provincia erano 7082, nel 2005 sono nati nuovi punti (7618), ma alla
fine del 2007 hanno abbassato le serrande ben 66 negozi. Una lenta agonia di
piccole realtà che sono state soppiantate dalla grande distribuzione. I
supermercati sono, infatti, 900 in Trentino, mentre i negozi di frutta e
verdura solo un centinaio: 50 in meno rispetto all’estate di otto anni fa.
Calano anche le macellerie, che da 213 passano a 165 in sette anni, e i pane
latte (da 290 a 236). Va alla grande il settore dell’abbigliamento che guadagna
oltre il 22%, in crescita anche i grandi magazzini e il settore del tessile e
della biancheria. Il
saldo è però negativo confrontando il numero di imprese del commercio che hanno
aperto (265) e quelle che hanno cessato l’attività (374) nel 2007: un gap
maggiore rispetto agli anni precedenti (-41%). La tendenza nel commercio dalla
fine degli anni 90’ a questa parte si basa in ogni caso, su un numero maggiore
di chiusure rispetto a quello di aperture. Contro
tendenza i pubblici esercizi che registrano un’ascesa dopo la liberalizzazione
delle licenze. Un boom che determina un eccesso di offerta se si pensa che solo
a Trento esiste un bar ogni 250 residenti circa. Un trend positivo solo in
apparenza, perché anche in questo settore le chiusure annue superano le
aperture. Nell’ultimo anno 109 titolari di bar hanno aperto un’impresa, mentre
hanno cessato l’attività in 136. Se diminuiscono i titolari, ma aumentano i bar
significa che sempre più esercizi pubblici sono in mano a pochi. Solo chi ha
già un altro caffè, decide di aprirne uno nuovo. (*) Nota: la
reperibilità degli alcolici è un fattore importante. Tant’è vero che l’OMS ha
messo tra le sue raccomandazioni, per la prevenzione dei danni alcol correlati,
la riduzione dell’offerta di alcolici, anche attraverso la limitazione dell’orario
di vendita. In Italia c’è un punto di distribuzione di alcolici ogni 200
abitanti circa. Molto più che per altri generi di prima necessità come pane,
latte ecc..
LA REPUBBLICA
Dopo Canada,
Nordamerica Australia e Svezia un altro Paese europeo sta per adottare il
sistema elettronico che impedisce agli autisti brilli di accendere il motore
In Inghilterra
l’Alcolock Blocca l’auto dell’ubriaco13 febbraio 2008 -Sembrava un’idea tutta
americana e invece il famoso Alcolock - il congegno che impedisce l’avviamento
dell’auto se il pilota non soffia dentro un etilometro collegato alla
centralina del motore - si diffonde anche in Europa: dopo la sua introduzione
in Canada, Nordamerica, Australia e Svezia ora questo congegno sta per essere
introdotto anche nel Regno Unito- Alcolock si adatta ovviamente a qualsiasi
veicolo, dagli autobus alle citycar e offre grandi vantaggi in termini di
sicurezza al punto che dalla sua applicazione sporadica in Svezia si passerà
all’introduzione di serie su tutte le auto entro il 2012 ma già entro il 2010
quest’obbligo scatterà per tutti i mezzi pesanti. Il sistema dispone di un respiratore regolato
sugli standard della Polizia, che può essere programmato alla tolleranza-zero
di alcool. Il dispositivo può così togliere ogni dubbio sulla possibilità che
l’automobilista abbia un eccesso di alcool nel corpo e possa guidare in maniera
cosciente e nel rispetto del codice della strada. Ciò è particolarmente utile
per i manager delle flotte di veicoli con responsabilità legali crescenti. Con Alcolock possono dimostrare che i loro
autisti stanno guidando secondo standard appropriati per proteggere se stessi
come gli altri passeggeri o gli altri utenti della strada. Certo, c’è sempre il caso che qualche furbo
faccia soffiare il passeggero nel dispositivo, ma in questo caso oltre alle
sanzioni per guida in stato di ebrezza scattano anche quelle di truffa...
LEGGO
Da Milano a una discoteca di Verona in bus,
carichi di droghe MILANO, Mercoledì 13 Febbraio 2008 - Da Milano a una discoteca di Verona in bus,
carichi di droghe varie, per una “sicura” notte da sballo. Lo scorso sabato il
viaggio è stato interrotto dai carabinieri. Dei 23 giovani sul bus, sei sono
stati arrestati per spaccio. C’erano pure due disabili, uno dei quali rimasto
sulla sedia a rotelle a giugno dopo essersi sentito male a causa di un cocktail
di droga e alcool.
LEGGO
Aggressore condannato CHIOGGIA - Ha patteggiato 8 mesi di reclusione
B.C., 39enne, processato per resistenza e lesioni. Ieri notte, l’uomo, ubriaco
e drogato, ha aggredito un poliziotto. Con sé aveva una pistola ad aria
compressa.
CORRIERE ADRIATICO
Aggredito
il socio di un circolo in centro, tunisino in manette. Denunciato un
connazionale Niente alcol, spunta il coltello per vendetta FABRIANO - Il coltello è spuntato
all’improvviso per vendicare il rifiuto di un bicchiere di alcol nel circolo
dove l’ingresso è consentito solo ai soci. Un pugnale di 33 centimetri di
lunghezza che un tunisino ha pensato di brandire nei confronti di un giovane
fabrianese per quello che riteneva un affronto imperdonabile. Momenti di paura
nella notte tra sabato e domenica in pieno centro. Un arresto e una denuncia è
il bilancio della notte brava di due extracomunitari che quella sera avevano alzato
un po’ troppo il gomito fino a perdere la testa. Ali Aloui, 33 anni, non in
regola col permesso di soggiorno e con diversi conti in sospeso con la
giustizia, e Sami Ben Wardi M’Barki di 26 anni, pregiudicato per reati legati
allo spaccio di droga, sono così finiti nei guai. Entrambi vivono in città da
tempo e sono stati bloccati dai carabinieri che indagavano sull’aggressione
avvenuta nel circolo Arci “Il Corto Maltese”. Il primo è stato arrestato con
l’accusa di lesioni personali dolose aggravate e violenza privata, oltre ad
essere denunciato per porto abusivo di un coltello. L’amico è stato denunciato
per lesioni personali. Poco dopo le due di notte si erano recati, in
compagnia di una donna, all’interno del circolo di via Verdi, nei pressi del
municipio, per qualche bevuta. Ma l’ingresso, così come prescrive lo statuto, è
riservato esclusivamente ai soci dell’Arci. L’invito ad uscire dal locale è
bastato a mandare i due fuori di testa dopo che già avevano cominciato ad
infastidire alcuni soci presenti. Il gestore del locale li ha fatti allontanare
perchè sprovvisti della tessera in quanto non soci Arci. E’ bastato questo a
scatenare un putiferio. Ne è scaturita, secondo quanto riferito dai carabinieri
del Nucleo operativo e radiomobile, una vera e propria aggressione nei
confronti di un ragazzo che è stato colpito a pugni al volto da M’Barki. Pochi
minuti dopo le scene di violenza si sono ripetute. I due tunisini sono
rientrati nel locale ed hanno tentato di trascinare fuori il giovane fabrianese
che poco prima era stato colpito al volto. Ancora calci e pugni. Quindi, le
minacce con un coltello della lunghezza di oltre 30 centimetri. L’immediato
intervento dei soci e l’arrivo dei carabinieri hanno evitato il peggio. Aloui è
stato arrestato, mentre il connazionale è riuscito a fuggire e a nascondere il
coltello. I militari dell’Arma hanno prima rinvenuto il pugnale e poi
rintracciato l’extracomunitario che si nascondeva all’interno di un
appartamento in città. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per lesioni
personali. Il trentaduenne finito a Montacuto è comparso ieri mattina davanti
al giudice unico del tribunale di Jesi, Paolo Giombetti, che ha convalidato
l’arrestato e confermato la misura cautelare in carcere. Le forze
dell’ordine, dal loro osservatorio tutto speciale, segnalano come sia in
aumento il fenomeno delle risse e delle aggressioni nel fine settimana, legato
prevalentemente all’abuso di alcol. Un fenomeno dilagante e che preoccupa
operatori e forze dell’ordine. Il più delle volte i protagonisti sono giovani
immigrati, spesso anche extracomunitari, che nei fine settimana alzano un po’
troppo il gomito. E’ da tempo che carabinieri, poliziotti e
vigili urbani hanno intensificato i controlli lungo le strade del comprensorio
per puntare alla prevenzione degli incidenti. Tolleranza zero sulle direttrici
principali e niente sconti per gli automobilisti sorpresi alla guida con una
percentuale di alcol nel sangue non consentita dalla normativa. Ma è tolleranza
zero anche che per chi abusa di alcol nei bar per poi molestare clienti e
passanti. LUCA ANIMOBONO
IL GAZZETTINO
TRIBUNALE ADRIA Al volante ubriachi,
condannati (c.fo.) Ubriaco alla guida, aveva causato un
incidente d’auto in centro a Porto Viro. Poi, trasportato al Pronto soccorso,
aveva dato in escandescenze rifiutandosi di sottoporsi al test alcolemico. Per
questo, in tribunale ad Adria, E.P. è stato condannato a 1.500 euro di ammenda
e cinque mesi di sospensione della patente. I fatti risalgono all’agosto 2005.
Parise aveva invaso la corsia opposta andando a sbattere contro un altro
veicolo che sopraggiungeva in direzione contraria. Quando gli agenti della
polizia locale era arrivati sul luogo dell’incidente per i rilievi di rito si
erano subito accorti che l’uomo barcollava, si esprimeva in modo confuso e
aveva l’alito vinoso. Portato in ambulanza alla Casa di cura, aveva assunto un
atteggiamento aggressivo ed era passato, quindi, a mettere a soqquadro il
Pronto soccorso. La stessa condanna è stata inflitta anche a
G.M. che nell’agosto 2005, era stato fermato in piazza a Bottrighe da una
pattuglia dei carabinieri di Adria mentre era alla guida di un’auto che
zigzagava vistosamente. Quando era sceso i militari avevano visto che l’uomo
praticamente non si reggeva in piedi ed era molto alterato nei modi, tanto che
gli avevano immediatamente ritirato la patente.
IL GAZZETTINO
MANIAGO Provoca l’incidente e
fugge Giovane bloccato dopo
un lungo inseguimento. Aveva bevuto troppo Movimentato episodio, ieri alle 19, in piazza
Italia. Un giovane, che si trovava a bordo della sua Audi, imboccato il lato
che conduce in via Umberto, di fronte al bar Bomboniera ha perso il controllo
della vettura, finendo a forte velocità contro un furgone parcheggiato negli
spazi a pagamento. L’urto è stato violento, ma il ragazzo non ha riportato
gravi ferite. Quando però è arrivata l’ambulanza del 118, chiamata
precauzionalmente dai passanti, si è scatenato l’inferno. Il giovane ha dato in
escandescenze e ha rifiutato le cure dei sanitari, sbraitando e spintonando
quanti cercavano di calmarlo. Poi ha iniziato a correre lungo via Roma, cadendo
a terra un paio di volte. Con gli agenti della Polizia municipale alle
calcagna, ha percorso a passo spedito via San Rocco. Giunto all’altezza
dell’impianto semaforico, è rientrato verso la piazza, per poi piegare a
sinistra in via Regina Elena. La fuga è finita, dopo un altro paio di
ruzzoloni, di fronte al cinema Manzoni. Lì è stato intercettato da vigili e
carabinieri di Maniago, che nel frattempo erano stati allertati telefonicamente.
Le forze dell’ordine hanno disposto il ricovero coatto in ospedale, sia per
prestare le cure del caso al ferito, sia per rilevare il suo tasso alcolico,
notevolmente oltre il livello massimo consentito dalla legge. Ora scatterà una
denuncia a piede libero per guida in stato d’ebbrezza e abbandono del luogo di
un incidente. Poco prima dell’impatto l’auto aveva sfiorato un vigile urbano,
che abita a Fanna, che stava verificando il pagamento del ticket delle vetture
parcheggiate in piazza. Guai in vista anche per il proprietario del furgone:
era posteggiato negli spazi delle auto nonostante la lunghezza del mezzo non lo
consentisse.
IL GAZZETTINO
Tenta di seminare la
polizia ma si rovescia con l’auto
San Fior(F.Fi.) Sotto i fumi dell’alcol tenta di
seminare di notte la Polstrada, ma la fuga dura poco: immettendosi a tutta
velocità in una stradina laterale della Pontebbana si ribalta e finisce la sua
corsa contro la palizzata in legno e la rete di recinzione di un’abitazione. E’
successo la scorsa notte, poco dopo le 2.20 a San Fior, all’incrocio tra la
statale 51 e via Serravalle. Pochi minuti prima in località Gai la pattuglia
della Polstrada vittoriese diretta verso Treviso ha visto arrivare dalla
direzione opposta a tutta velocità una Peugeot 406 condotta da S.V. 26 anni di
San Pietro di Feletto. Immediata l’inversione per andare a contestare la
violazione allo spericolato automobilista che probabilmente, una volta
accortosi di essere inseguito, ha dato gas. Aveva i suoi motivi: al giovane
infatti la patente era già stata ritirata e sospesa, per guida in stato di
ebbrezza. Guidava quindi senza patente e soprattutto ancora con un indice
alcolico di 2.2, ben oltre il limite massimo. Quando ha imboccato via
Serravalle ha perso il controllo ribaltandosi e fermandosi contro la recinzione
a ruote all’aria, e riportando per sua fortuna qualche contusione. In pochi
secondi sono arrivati anche i poliziotti che lo hanno denunciato per guida in
stato di ebbrezza e segnalato alla Prefettura per comportamento recidivo.
Rischia questa volta una sospensione di due anni oltre alle sanzioni penali.
L’ARENA
SCONTRO. In Zai Provoca un incidente e scappa Ha provocato un incidente perchè era ubriaco,
poi è scappato, abbandonando l’auto sulla strada tra via Torricelli e via
Fermi. Ma il marocchino Hicham El Aarrouchi, 31 anni, residente in città, è
stato arrestato per resistenza e minacce ai poliziotti del commissariato di
Borgo Roma che l’hanno rintracciato. L’incidente è avvenuto l’altra sera alle
20.40. Il marocchino dopo lo scontro tra la sua Alfa 156 e un’altra auto, se
n’è andato via. Il conducente dell’altro mezzo ha allertato il 113 che ha poi
rintracciato il marocchino a poca distanza. A stento riusciva a camminare.
IL TEMPO
A Ponte Galeria ubriaco si scaglia per ripicca
contro una vetrina Un romeno di 26 anni in stato di ebbrezza è
stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Ostia l’altro ieri sera in
una pizzeria di Ponte Galeria per danneggiamento aggravato, lesioni personali
dolose, minacce, resistenza e lesioni a pubblici ufficiali. L’uomo, dopo aver
litigato con il proprietario che si era rifiutato di vendergli alcolici, è
uscito dal locale e a bordo dell’auto che aveva con sé, ha sfondato la vetrina
della pizzeria, provocando al titolare e a due clienti ferite guaribili
complessivamente in 21 giorni. L’ubriaco, prima di essere bloccato dai
militari, li ha minacciati e aggrediti con calci e pugni. Sil. Man.
LECCEPRIMA
MADRE FERITA CON CALCI E PUGNI, 32ENNE
AI DOMICILIARIPiù e più volte, scriteriatamente, si era
scagliato contro i suoi genitori, sotto l’effetto di alcol e droghe, ma in
tanti altri casi lucidamente e nel pieno delle proprie capacità intellettive.
Alessandro De Vitis, 32enne leccese, residente in via Ofanto, da oggi,
probabilmente resterà più tranquillo, dopo la notifica di un’ordinanza di
custodia cautelare degli arresti domiciliari, per i reati di maltrattamenti in
famiglia e percosse. L’ultimo episodio di violenze tra le mura domestiche
risale al 27 agosto scorso quando De Vitis terrorizzò la propria madre con
schiaffi e pugni procurandole lesioni guaribili in 20 giorni. Gli agenti
trovarono la donna con il volto coperto di sangue. Un clima di terrore
continuo, un incubo senza fine riscontrato dai poliziotti attraverso le
continue denunce dei familiari esasperati dal comportamento del loro congiunto
che spesso in preda a crisi deliranti per l’uso smodato di alcol e droga, aveva
fatto più volte ricorso alle cure del Centro di Igiene Mentale. In quella
circostanza, venne richiesta dagli inquirenti l’applicazione di una misura di
ricovero presso una struttura residenziale psichiatrica proprio allo scopo di
scongiurare altre situazioni di estremo pericolo per gli attempati genitori. Ieri,
dopo approfondite indagini che hanno accertato come De Vitis commise quelle
ignobili azioni in condizioni psico-fisiche di piena imputabilità, è stata
revocata la misura di sicurezza e applicata la misura cautelare degli arresti
domiciliari. (*)(*) Nota: un energumeno maltratta i genitori e
viene obbligato a restare in casa. Dal resoconto dell’articolo, sembrerebbe più
una condanna per i famigliari che per l’imputato.
IL GAZZETTINO
BORCA Strinse al collo la
gemella: a processo per tentato omicidio Inizia oggi il processo a carico di una
quarantenne accusata del tentato omicidio della sorella gemella. T.P.,
originaria di Borca e residente in Friuli, difesa dall’avvocato Giorgio
Azzalini, si trovava a casa della madre, in Val Boite, il primo dicembre 2006
quando aggredì la sorella S.P., stringendola al collo. La donna fu salvata dai
carabinieri che intervennero immediatamente, chiamati da alcuni familiari. Nel
frattempo T.P., dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle
Stiviere a Mantova dove era stata rinchiusa, è stata affidata ad una struttura
sanitaria, con l’alleggerimento della misura nei suoi confronti. La donna, dal
30 novembre scorso, è infatti ospite del centro di salute mentale della Ulss 6
di Pordenone e stamani sarà presente, come imputata, al processo davanti al
collegio presieduto da Arturo Toppan, con giudici a latere Antonella Coniglio
ed Elisabetta Scolozzi. Fra i testimoni citati anche la sorella, quale
parte offesa, la mamma e i carabinieri che intervennero quel primo dicembre di
due anni fa. Contro l’imputata c’è anche l’accusa di maltrattamenti nei
confronti della congiunta, per una serie di episodi avvenuti fra il novembre
2003 e il dicembre 2006, culminati nel tentativo di strangolamento. La gemella
però non si costituirà parte civile. La donna è stata giudicata non socialmente
pericolosa, dal perito incaricato dal Tribunale, eccetto per i periodi nei
quali eccede nel bere alcol. Secondo il medico la quarantenne è in condizioni
di seguire il processo, anche se al tempo in cui accaddero i fatti la sua
capacità di intendere e di volere risultava nettamente scemata.
IL GIORNALE DI VICENZA
VALDAGNO Maltrattò la compagna? Chiesto il processo Il pubblico ministero Vartan Giacomelli ha
chiesto il rinvio a giudizio di Gabriele Cracco, 35 anni, residente a Valdagno
in via Lungo Agno Manzoni 19. L’uomo, assistito dall’avv. Leonardo Maran, è
accusato di maltrattamento in famiglia e lesioni. Secondo quanto ricostruito
dalla procura, dall’estate 2006 al maggio 2007, quando intervennero le forze
dell’ordine, Cracco - spesso ubriaco - offendeva la sua compagna di 33 anni con
frasi pesanti, la minacciava dicendole che le avrebbe fatto del male e
l’avrebbe buttata giù dal poggiolo e, se lei l’avesse denunciato, le avrebbe
fatto passare l’inferno. Inoltre, Cracco è accusato anche di averla percossa
anche se aveva il bimbo piccolo in braccio creando nella donna uno stato
continuo di paura e angoscia. Infine, il valdagnese deve rispondere anche di
lesioni, perché il 16 maggio di un anno fa avrebbe ferito la donna (assistita
dall’avv. Paolo Ciccotto) chiudendole il braccio dentro una porta e
procurandole ferite guarite in 5 giorni. L’udienza è stata fissata per la fine
di marzo. Ha patteggiato quattro mesi di reclusione il
cittadino marocchino Rachid Taidalej, 37 anni, domiciliato a Piovene in via
Rossi 34 (avv. Maurizio Pasqualon). L’imputato era stato arrestato dai
carabinieri di Thiene per resistenza, violenza e danneggiamento. Durante un
controllo, aveva ferito il carabiniere scelto Mauro Maron con un calcio ad una
gamba.
LA STAMPA
VIZI DI FAMIGLIA Arrestato il fratello di Paris Hilton, guidava
ubriaco Barron,
18 anni, è risultato positivo al test del palloncino e in possesso di una
patente falsa. La famiglia Hilton non riesce proprio ad andare d’accordo con la
legge. Barron, diciottenne nipote del fondatore della
catena di alberghi di lusso, è stato fermato alle otto del mattino dalla
polizia di Malibù, perchè trovato al volante della sua auto con un tasso
d’alcool nel sangue superiore ai limiti consentiti dalle leggi della
California. Un automobilista ha notato la Mercedes nera
guidata da Barron che procedeva a zig-zag al centro della carreggiata e ha chiesto
l’intervento della polizia. Il giovane, che non ha ancora compiuto i 21 anni
necessari in California per assumere alcolici, è risultato positivo al test del
palloncino e in possesso di una patente falsa. Nel giugno scorso, la sorella Paris scontò 23
giorni di carcere per aver guidato nonostante le fosse stata ritirata la
patente perchè trovata ubriaca al volante. La ricca ereditiera lo scorso anno
era stata arrestata per lo stato reato ed era stata condannata a quarantacinque
giorni di carcere. Ne aveva scontati poco più di quattordici.
L’UNIONE SARDA
Il carnevale finisce in rissa: troppi ubriachi
nel corteo
CORRIERE ALTO ADIGE
Finisce nello spartitraffico con l’auto La
giovane conducente era ubriaca
IL MATTINO DI PADOVA
I frati ballano: no agli alcolici
LA PROVINCIA PAVESE
Io ho iniziato con l’alcol contro i disagi
familiari
IL GIORNALE DI VICENZA
Alcol, un tunnel dal quale è possibile uscire
IL CENTRO
guida ubriaco multato di 1500 euro
IL GIORNO
Il divieto di consumo di alcolici è in arabo
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