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Rassegna stampa Alcol e guida del 13 febbraio 2008

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL TIRRENO

Pistoia
Troppo alcol tra i giovani, è emergenza

Comune e azienda Usl corrono ai ripari con il progetto “Slalom” A Bardalone aprirà un centro d’ascolto rivolto soprattutto agli adolescenti e alle loro famiglie 
SAN MARCELLO. La diffusione dell’alcol tra i giovanissimi della montagna pistoiese è ormai un’emergenza.
Azienda sanitaria, istituzioni, forze di polizia, volontari ed esercenti hanno deciso di correre ai ripari. L’ipotesi che è stata formulata dagli amministratori comunali, supportata anche da ripetute rilevazioni relative ad infrazioni stradali ed episodi di conflittualità interpersonale anche all’interno delle famiglie effettuate dalle forze dell’ordine, è infatti quella che un improprio consumo di alcol possa incidere negativamente, anche accentuando l’effetto di alcuni elementi di contesto legati alle condizioni geo-strutturali dell’area (isolamento, problematiche legate al lavoro, bassa mobilità in entrata, ecc.).
È pronto a partire il progetto “Slalom” (proprio come lo slalom al quale i giovani di oggi sono costretti per evitare le tentazioni di alcol e droghe), i cui principali promotori sono il Comune di San Marcello e il Sert di Pistoia. A questi si affiancano come partner il volontariato sociale (con in prima fila l’associazione Acat), alcuni esponenti dell’imprenditoria privata (come i gestori del bar-discoteca “Le Ginestre”) e le forze dell’ordine (carabinieri, polizia stradale e polizia municipale).
«Il progetto “Slalom” - ha spiegato l’assessore alle politiche sociali del Comune di San Marcello Luisa Soldati - fa seguito a quanto avvenuto a metà novembre dello scorso anno, quando il Comune si fece promotore della costituzione di un tavolo analitico e progettuale sulle problematiche alcologiche in montagna. Gli obiettivi di questa seconda fase sono essenzialmente due: compiere un lavoro d’indagine profonda del problema per riuscire ad evidenziare quali saranno le azioni concrete da mettere in atto per invertire quello che oggi è diventato un reale fatto culturale negativo; dare una risposta immediata e adeguata, attraverso un intervento sia di consultazione che a livello medico, alle famiglie, ai giovani e a tutte quelle persone che richiedono un sostegno».
Ma cos’è in concreto “Slalom”? È l’apertura di un punto d’ascolto rivolto ai ragazzi in età adolescenziale. «Lo sportello - ha affermato la dottoressa Cinzia Groppi, responsabile dell’Unità di assistenza a tossicodipendenti e alcolisti dell’Asl 3 - sarà attivo a Bardalone due volte a settimana in orario pomeridiano per adolescenti e giovani in genere, famiglie, cittadinanza, operatori, soggetti istituzionali presenti sul territorio e per chiunque senta la necessità di rivolgere delle domande o di esprimere dei bisogni che riguardano i comportamenti legati all’uso di alcolici o di sostanze. Allo sportello sarà presente un operatore esperto che svolgerà diverse attività. Innanzitutto, farà ascolto e consulenza informativa, in quanto è stato rilevato che ampie sono le aree di disconoscenza circa il bere e l’uso di sostanze. I giovani, spesso, esprimono convinzioni mutuate da una certa subcultura che sono errate o frutto di interpretazioni inesperte. Inoltre, verrà svolta l’attività di “orientamento creativo”, con iniziative specifiche dirette ai giovani cittadini o alle famiglie: proiezione di film ad hoc con dibattito; promozione di “divertimento alternativo” con tornei o manifestazione sportive, tornei di giochi da tavolo o giochi di ruolo; azioni di divulgazione di proposte salutari attive presso i locali pubblici della montagna, in particolare nei pub; proposta di azioni collaterali, come gara di wall-graffiti, concorso di fotografia, concorso di poesia giovanile, ecc.».
Insomma, i giovani devono capire che non possono fermarsi di fronte allo sballo da bicchiere. Hanno bisogno d’altro. Dice bene il direttore generale dell’Asl 3 Alessandro Scarafuggi: «Il bere in un ambiente in cui non si può nemmeno parlare, può essere un’esperienza che non corrisponde alla ricerca di socializzazione che invece si ha in tutta la fase adolescenziale».


IL TIRRENO

Viareggio
di Milziade Caprili - ex vicepresidente del Senato
Giovani, alcol e la voglia di «sballare» Servono campagne d’informazione e il volontariato da solo non basta 
La bella e puntuale inchiesta «Sballo in maschera. Carnevale annega in un fiume di vino e di birra», pubblicata sul Tirreno di domenica 10 febbraio, dimostra molte cose. Innanzitutto, che il problema della prevenzione non può essere affidato solo alla meritoria opera di associazioni di volontariato, come quelli della campagna Non la bevo, che hanno operato nel rione Croce Verde, e hanno il merito di aver alzato l’attenzione sui rischi della vendita e proliferazione degli alcolici, nei periodi di festa e soprattutto verso gli adolescenti. Il progetto, giunto alla 3ª edizione, della campagna «Non la bevo... A Carnevale mi diverto con la fantasia», promosso da Usl 12 Viareggio, Unicoop Tirreno e Croce Verde Viareggio, con la collaborazione di altre istituzioni pubbliche e del Terzo Settore, trae origine da un dramma sociale; cioè, dalla constatazione della rilevanza del fenomeno dell’abuso di alcool tra giovani e giovanissimi in contesti di aggregazione e festività, come i rioni del Carnevale, e del binomio, nella testa dei giovani, tra divertimento e «sballo», provocato da sostanze psicoattive legali e non. Dagli studi scientifici, dalle esperienze di operatori, effettuate sul campo, e da inchieste giornalistiche come queste, appare sempre più necessario accompagnare i giovani nella ricerca di nuove e più sane modalità di divertimento e stimolarli ad acquisire consapevolezza critica verso scelte di consumo, imparando a resistere alle pressioni ambientali e pubblicitarie e rendendo più appetibili stili di vita più sani.
Molto ha fatto il ministero della Salute, che ha prodotto campagne informative, come l’opuscolo «Guadagnare con la Salute», che trae origine dalle campagne dell’Oms e dell’Unione europea con campagne di informazioni miranti a modificare comportamenti (alcool, fumo, scorretta alimentazione e inattività fisica), che favoriscono l’insorgere di malattie degenerative e di problemi acuti e drammatici come gli incidenti stradali. I dati statistici dicono che il 46% di incidenti stradali è correlato all’uso di alcool, la mortalità per incidente stradale è prima causa tra giovani (18-26 anni) e che l’Italia è al 1º posto, in Europa, per età d’inizio del consumo di alcolici (11-12 anni).
Serve, soprattutto, attivare la rete composta dalle istituzioni sanitarie e sociali pubbliche, come quelle del volontariato e del privato sociale, che si occupano di giovani. Il Carnevale di Viareggio, da questo punto di vista, con il periodo di feste ristretto nel tempo e caratterizzato da molte occasioni di svago e divertimento, è il periodo migliore per lanciare sperimentazioni e controlli. Ecco, perché i rioni dovrebbero organizzarsi, l’anno prossimo, e lanciare una giornata senz’alcool. Nessuna iniziativa o richiesta di tipo proibizionistico e censorio, ma necessità di riconfermare e diffondere un messaggio teso a stimolare la consapevolezza critica sull’uso dell’alcool, mantenere e rafforzare il rapporto con le scuole, allargare la rete delle istituzioni e delle associazioni che svolgono attività di prevenzione. Questi gli obiettivi, a cui dobbiamo tendere, anche come uomini politici impegnati sul territorio, per evitare che le morti «virtuali» raccontate dal vostro giornale e registrate dalla campagna «Non la bevo» tra i giovani e giovanissimi del rione Croce Verde, troppo spesso poco consci dei rischi che corrono e fanno correre ai loro amici, si trasformino in morti reali.


IL GIORNALE DI VICENZA

SOLAGNA.
Un incontro al cinema Valbrenta
Alcol, un tunnel dal quale è possibile uscire
L’alcolismo è una malattia infida e i problemi connessi provocano drammi e disagi che tracciano solchi sociali profondi. L’ennesima riprova di quanto vasto sia il fenomeno e profondi l’interesse e la voglia di uscirne si è avuto in un incontro organizzato nella sala cinema Valbrenta a Solagna dal Comune, dalla parrocchia e dalle locali associazioni Alcolisti Anonimi e gruppo familiari Al-Anon. Uscirne non è facile ma le strade ci sono. La sala era gremita di gente attenta ai pareri di esperti, amministratori e soci delle due associazioni che hanno sede a Solagna.
All’incontro, coordinato dall’assessore comunale di Cassola Angelo Battocchio, sono intervenuti il dott. Giovanni Bosello, diabetologo, ed il primario del reparto di alcologia e tossicodipendenze dell’ospedale di Cittadella, Augusto Chiodini. Statistiche e dati che dimostrano come l’alcol sia una vera e propria emergenza sociale, anche per i numerosi decessi che provoca, sono stati presentati da Bosello. Chiodini, tra l’altro uno dei fondatori del gruppo alcolisti anonimi solagnese, ha illustrato i danni letali che lentamente ma inesorabilmente l’alcol produce sull’organismo. Sono seguiti interventi del vicepresidente della Provincia Dino Secco, del sindaco di Cassola Antonio Pasinato e del sindaco di Solagna Gianandrea Bellò che ha ringraziato i gruppi locali, molto attivi nel combattere il fenomeno dell’alcolismo, ai quali ha assicurato la collaborazione ed il sostegno dell’amministrazione comunale.
Seguite con interesse le testimonianze di coloro che, invischiati nel dramma dell’alcolismo, hanno trovato la forza di riemergere grazie all’appoggio degli Alcoolisti Anonimi e del gruppo Al-Anon. Liviana ha trovato la serenità dopo un periodo nel quale non era in grado di sostenere il ruolo di moglie e di madre. Michele, Paolo, Giovanni e Nicola, tutti giovani, hanno raccontato la loro esperienza fatta non solo di alcol ma anche di droga. Per i familiari hanno parlato una moglie, Lorenza, ed una figlia, Laura. R.P.


IL TRENTINO

In provincia una schiera di oltre duemila bar

Aumento del 20% in otto anni. Tra i negozi in crisi nera quelli di frutta e verdura

MARZIA BORTOLAMEOTTI
TRENTO. C’è un bar ogni 230 abitanti in Trentino per un totale di 2069 pubblici esercizi presenti sul territorio. I negozi sono, invece, 7552; in cima alla classifica, con la più alta densità di punti vendita, c’è Trento (1618), che però registra un calo: rispetto al 2006 sono stati chiusi 24 negozi. Quello che colpisce sono le oltre duemila caffetterie e pub che popolano il Trentino e che sono cresciute del 20% rispetto ad otto anni fa, quando erano 1715. I dati, offerti dalla camera di commercio, registrano l’andamento dal 2000 fino al dicembre dello scorso anno e fotografano la situazione relativa al 2007 di bar e negozi. (*)
Pubblici esercizi e punti vendita sono proporzionati al numero di abitanti: ai grossi centri come Rovereto, Riva del Garda, Pergine ed Arco, seguono le località turistiche. A sorpresa, spunta nella top 15, la frazione di Siror con 28 bar (San Martino di Castrozza è una parte del Comune di Siror, ndr). Anche Dimaro si posiziona in cima alla classifica con le sue 25 caffetterie: punto strategico della val di Sole.
Al boom dei bar si accompagna il periodo di lieve calo del commercio. Nel 2000 i negozi aperti in provincia erano 7082, nel 2005 sono nati nuovi punti (7618), ma alla fine del 2007 hanno abbassato le serrande ben 66 negozi. Una lenta agonia di piccole realtà che sono state soppiantate dalla grande distribuzione.
I supermercati sono, infatti, 900 in Trentino, mentre i negozi di frutta e verdura solo un centinaio: 50 in meno rispetto all’estate di otto anni fa. Calano anche le macellerie, che da 213 passano a 165 in sette anni, e i pane latte (da 290 a 236). Va alla grande il settore dell’abbigliamento che guadagna oltre il 22%, in crescita anche i grandi magazzini e il settore del tessile e della biancheria.
Il saldo è però negativo confrontando il numero di imprese del commercio che hanno aperto (265) e quelle che hanno cessato l’attività (374) nel 2007: un gap maggiore rispetto agli anni precedenti (-41%). La tendenza nel commercio dalla fine degli anni 90’ a questa parte si basa in ogni caso, su un numero maggiore di chiusure rispetto a quello di aperture.
Contro tendenza i pubblici esercizi che registrano un’ascesa dopo la liberalizzazione delle licenze. Un boom che determina un eccesso di offerta se si pensa che solo a Trento esiste un bar ogni 250 residenti circa. Un trend positivo solo in apparenza, perché anche in questo settore le chiusure annue superano le aperture. Nell’ultimo anno 109 titolari di bar hanno aperto un’impresa, mentre hanno cessato l’attività in 136. Se diminuiscono i titolari, ma aumentano i bar significa che sempre più esercizi pubblici sono in mano a pochi. Solo chi ha già un altro caffè, decide di aprirne uno nuovo.
(*) Nota: la reperibilità degli alcolici è un fattore importante. Tant’è vero che l’OMS ha messo tra le sue raccomandazioni, per la prevenzione dei danni alcol correlati, la riduzione dell’offerta di alcolici, anche attraverso la limitazione dell’orario di vendita. In Italia c’è un punto di distribuzione di alcolici ogni 200 abitanti circa. Molto più che per altri generi di prima necessità come pane, latte ecc..


LA REPUBBLICA

Dopo Canada, Nordamerica Australia e Svezia un altro Paese europeo sta per adottare il sistema elettronico che impedisce agli autisti brilli di accendere il motore

In Inghilterra l’Alcolock Blocca l’auto dell’ubriaco

13 febbraio 2008 -Sembrava un’idea tutta americana e invece il famoso Alcolock - il congegno che impedisce l’avviamento dell’auto se il pilota non soffia dentro un etilometro collegato alla centralina del motore - si diffonde anche in Europa: dopo la sua introduzione in Canada, Nordamerica, Australia e Svezia ora questo congegno sta per essere introdotto anche nel Regno Unito-

Alcolock si adatta ovviamente a qualsiasi veicolo, dagli autobus alle citycar e offre grandi vantaggi in termini di sicurezza al punto che dalla sua applicazione sporadica in Svezia si passerà all’introduzione di serie su tutte le auto entro il 2012 ma già entro il 2010 quest’obbligo scatterà per tutti i mezzi pesanti.

Il sistema dispone di un respiratore regolato sugli standard della Polizia, che può essere programmato alla tolleranza-zero di alcool. Il dispositivo può così togliere ogni dubbio sulla possibilità che l’automobilista abbia un eccesso di alcool nel corpo e possa guidare in maniera cosciente e nel rispetto del codice della strada. Ciò è particolarmente utile per i manager delle flotte di veicoli con responsabilità legali crescenti.

Con Alcolock possono dimostrare che i loro autisti stanno guidando secondo standard appropriati per proteggere se stessi come gli altri passeggeri o gli altri utenti della strada.

Certo, c’è sempre il caso che qualche furbo faccia soffiare il passeggero nel dispositivo, ma in questo caso oltre alle sanzioni per guida in stato di ebrezza scattano anche quelle di truffa...


LEGGO

Da Milano a una discoteca di Verona in bus, carichi di droghe
MILANO, Mercoledì 13 Febbraio 2008 - Da Milano a una discoteca di Verona in bus, carichi di droghe varie, per una “sicura” notte da sballo. Lo scorso sabato il viaggio è stato interrotto dai carabinieri. Dei 23 giovani sul bus, sei sono stati arrestati per spaccio. C’erano pure due disabili, uno dei quali rimasto sulla sedia a rotelle a giugno dopo essersi sentito male a causa di un cocktail di droga e alcool.


LEGGO

Aggressore condannato
CHIOGGIA - Ha patteggiato 8 mesi di reclusione B.C., 39enne, processato per resistenza e lesioni. Ieri notte, l’uomo, ubriaco e drogato, ha aggredito un poliziotto. Con sé aveva una pistola ad aria compressa.


CORRIERE ADRIATICO

Aggredito il socio di un circolo in centro, tunisino in manette. Denunciato un connazionale
Niente alcol, spunta il coltello per vendetta
FABRIANO - Il coltello è spuntato all’improvviso per vendicare il rifiuto di un bicchiere di alcol nel circolo dove l’ingresso è consentito solo ai soci. Un pugnale di 33 centimetri di lunghezza che un tunisino ha pensato di brandire nei confronti di un giovane fabrianese per quello che riteneva un affronto imperdonabile. Momenti di paura nella notte tra sabato e domenica in pieno centro. Un arresto e una denuncia è il bilancio della notte brava di due extracomunitari che quella sera avevano alzato un po’ troppo il gomito fino a perdere la testa. Ali Aloui, 33 anni, non in regola col permesso di soggiorno e con diversi conti in sospeso con la giustizia, e Sami Ben Wardi M’Barki di 26 anni, pregiudicato per reati legati allo spaccio di droga, sono così finiti nei guai. Entrambi vivono in città da tempo e sono stati bloccati dai carabinieri che indagavano sull’aggressione avvenuta nel circolo Arci “Il Corto Maltese”. Il primo è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali dolose aggravate e violenza privata, oltre ad essere denunciato per porto abusivo di un coltello. L’amico è stato denunciato per lesioni personali.
Poco dopo le due di notte si erano recati, in compagnia di una donna, all’interno del circolo di via Verdi, nei pressi del municipio, per qualche bevuta. Ma l’ingresso, così come prescrive lo statuto, è riservato esclusivamente ai soci dell’Arci. L’invito ad uscire dal locale è bastato a mandare i due fuori di testa dopo che già avevano cominciato ad infastidire alcuni soci presenti. Il gestore del locale li ha fatti allontanare perchè sprovvisti della tessera in quanto non soci Arci. E’ bastato questo a scatenare un putiferio. Ne è scaturita, secondo quanto riferito dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, una vera e propria aggressione nei confronti di un ragazzo che è stato colpito a pugni al volto da M’Barki. Pochi minuti dopo le scene di violenza si sono ripetute. I due tunisini sono rientrati nel locale ed hanno tentato di trascinare fuori il giovane fabrianese che poco prima era stato colpito al volto. Ancora calci e pugni. Quindi, le minacce con un coltello della lunghezza di oltre 30 centimetri. L’immediato intervento dei soci e l’arrivo dei carabinieri hanno evitato il peggio. Aloui è stato arrestato, mentre il connazionale è riuscito a fuggire e a nascondere il coltello. I militari dell’Arma hanno prima rinvenuto il pugnale e poi rintracciato l’extracomunitario che si nascondeva all’interno di un appartamento in città. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per lesioni personali. Il trentaduenne finito a Montacuto è comparso ieri mattina davanti al giudice unico del tribunale di Jesi, Paolo Giombetti, che ha convalidato l’arrestato e confermato la misura cautelare in carcere.

Le forze dell’ordine, dal loro osservatorio tutto speciale, segnalano come sia in aumento il fenomeno delle risse e delle aggressioni nel fine settimana, legato prevalentemente all’abuso di alcol. Un fenomeno dilagante e che preoccupa operatori e forze dell’ordine. Il più delle volte i protagonisti sono giovani immigrati, spesso anche extracomunitari, che nei fine settimana alzano un po’ troppo il gomito.
E’ da tempo che carabinieri, poliziotti e vigili urbani hanno intensificato i controlli lungo le strade del comprensorio per puntare alla prevenzione degli incidenti. Tolleranza zero sulle direttrici principali e niente sconti per gli automobilisti sorpresi alla guida con una percentuale di alcol nel sangue non consentita dalla normativa. Ma è tolleranza zero anche che per chi abusa di alcol nei bar per poi molestare clienti e passanti.
LUCA ANIMOBONO


IL GAZZETTINO

TRIBUNALE ADRIA 
Al volante ubriachi, condannati

(c.fo.) Ubriaco alla guida, aveva causato un incidente d’auto in centro a Porto Viro. Poi, trasportato al Pronto soccorso, aveva dato in escandescenze rifiutandosi di sottoporsi al test alcolemico. Per questo, in tribunale ad Adria, E.P. è stato condannato a 1.500 euro di ammenda e cinque mesi di sospensione della patente. I fatti risalgono all’agosto 2005. Parise aveva invaso la corsia opposta andando a sbattere contro un altro veicolo che sopraggiungeva in direzione contraria. Quando gli agenti della polizia locale era arrivati sul luogo dell’incidente per i rilievi di rito si erano subito accorti che l’uomo barcollava, si esprimeva in modo confuso e aveva l’alito vinoso. Portato in ambulanza alla Casa di cura, aveva assunto un atteggiamento aggressivo ed era passato, quindi, a mettere a soqquadro il Pronto soccorso.
La stessa condanna è stata inflitta anche a G.M. che nell’agosto 2005, era stato fermato in piazza a Bottrighe da una pattuglia dei carabinieri di Adria mentre era alla guida di un’auto che zigzagava vistosamente. Quando era sceso i militari avevano visto che l’uomo praticamente non si reggeva in piedi ed era molto alterato nei modi, tanto che gli avevano immediatamente ritirato la patente.


IL GAZZETTINO

MANIAGO
Provoca l’incidente e fugge

Giovane bloccato dopo un lungo inseguimento. Aveva bevuto troppo 

Movimentato episodio, ieri alle 19, in piazza Italia. Un giovane, che si trovava a bordo della sua Audi, imboccato il lato che conduce in via Umberto, di fronte al bar Bomboniera ha perso il controllo della vettura, finendo a forte velocità contro un furgone parcheggiato negli spazi a pagamento. L’urto è stato violento, ma il ragazzo non ha riportato gravi ferite. Quando però è arrivata l’ambulanza del 118, chiamata precauzionalmente dai passanti, si è scatenato l’inferno. Il giovane ha dato in escandescenze e ha rifiutato le cure dei sanitari, sbraitando e spintonando quanti cercavano di calmarlo. Poi ha iniziato a correre lungo via Roma, cadendo a terra un paio di volte. Con gli agenti della Polizia municipale alle calcagna, ha percorso a passo spedito via San Rocco. Giunto all’altezza dell’impianto semaforico, è rientrato verso la piazza, per poi piegare a sinistra in via Regina Elena. La fuga è finita, dopo un altro paio di ruzzoloni, di fronte al cinema Manzoni. Lì è stato intercettato da vigili e carabinieri di Maniago, che nel frattempo erano stati allertati telefonicamente. Le forze dell’ordine hanno disposto il ricovero coatto in ospedale, sia per prestare le cure del caso al ferito, sia per rilevare il suo tasso alcolico, notevolmente oltre il livello massimo consentito dalla legge. Ora scatterà una denuncia a piede libero per guida in stato d’ebbrezza e abbandono del luogo di un incidente. Poco prima dell’impatto l’auto aveva sfiorato un vigile urbano, che abita a Fanna, che stava verificando il pagamento del ticket delle vetture parcheggiate in piazza. Guai in vista anche per il proprietario del furgone: era posteggiato negli spazi delle auto nonostante la lunghezza del mezzo non lo consentisse.


IL GAZZETTINO

Tenta di seminare la polizia ma si rovescia con l’auto

San Fior

(F.Fi.) Sotto i fumi dell’alcol tenta di seminare di notte la Polstrada, ma la fuga dura poco: immettendosi a tutta velocità in una stradina laterale della Pontebbana si ribalta e finisce la sua corsa contro la palizzata in legno e la rete di recinzione di un’abitazione. E’ successo la scorsa notte, poco dopo le 2.20 a San Fior, all’incrocio tra la statale 51 e via Serravalle. Pochi minuti prima in località Gai la pattuglia della Polstrada vittoriese diretta verso Treviso ha visto arrivare dalla direzione opposta a tutta velocità una Peugeot 406 condotta da S.V. 26 anni di San Pietro di Feletto. Immediata l’inversione per andare a contestare la violazione allo spericolato automobilista che probabilmente, una volta accortosi di essere inseguito, ha dato gas. Aveva i suoi motivi: al giovane infatti la patente era già stata ritirata e sospesa, per guida in stato di ebbrezza. Guidava quindi senza patente e soprattutto ancora con un indice alcolico di 2.2, ben oltre il limite massimo. Quando ha imboccato via Serravalle ha perso il controllo ribaltandosi e fermandosi contro la recinzione a ruote all’aria, e riportando per sua fortuna qualche contusione. In pochi secondi sono arrivati anche i poliziotti che lo hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza e segnalato alla Prefettura per comportamento recidivo. Rischia questa volta una sospensione di due anni oltre alle sanzioni penali.


L’ARENA

SCONTRO. In Zai
Provoca un incidente e scappa
Ha provocato un incidente perchè era ubriaco, poi è scappato, abbandonando l’auto sulla strada tra via Torricelli e via Fermi. Ma il marocchino Hicham El Aarrouchi, 31 anni, residente in città, è stato arrestato per resistenza e minacce ai poliziotti del commissariato di Borgo Roma che l’hanno rintracciato. L’incidente è avvenuto l’altra sera alle 20.40. Il marocchino dopo lo scontro tra la sua Alfa 156 e un’altra auto, se n’è andato via. Il conducente dell’altro mezzo ha allertato il 113 che ha poi rintracciato il marocchino a poca distanza. A stento riusciva a camminare.


IL TEMPO

A Ponte Galeria ubriaco si scaglia per ripicca contro una vetrina
Un romeno di 26 anni in stato di ebbrezza è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Ostia l’altro ieri sera in una pizzeria di Ponte Galeria per danneggiamento aggravato, lesioni personali dolose, minacce, resistenza e lesioni a pubblici ufficiali. L’uomo, dopo aver litigato con il proprietario che si era rifiutato di vendergli alcolici, è uscito dal locale e a bordo dell’auto che aveva con sé, ha sfondato la vetrina della pizzeria, provocando al titolare e a due clienti ferite guaribili complessivamente in 21 giorni. L’ubriaco, prima di essere bloccato dai militari, li ha minacciati e aggrediti con calci e pugni.
Sil. Man.


LECCEPRIMA

MADRE FERITA CON CALCI E PUGNI, 32ENNE AI DOMICILIARI
Più e più volte, scriteriatamente, si era scagliato contro i suoi genitori, sotto l’effetto di alcol e droghe, ma in tanti altri casi lucidamente e nel pieno delle proprie capacità intellettive. Alessandro De Vitis, 32enne leccese, residente in via Ofanto, da oggi, probabilmente resterà più tranquillo, dopo la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, per i reati di maltrattamenti in famiglia e percosse. L’ultimo episodio di violenze tra le mura domestiche risale al 27 agosto scorso quando De Vitis terrorizzò la propria madre con schiaffi e pugni procurandole lesioni guaribili in 20 giorni. Gli agenti trovarono la donna con il volto coperto di sangue. Un clima di terrore continuo, un incubo senza fine riscontrato dai poliziotti attraverso le continue denunce dei familiari esasperati dal comportamento del loro congiunto che spesso in preda a crisi deliranti per l’uso smodato di alcol e droga, aveva fatto più volte ricorso alle cure del Centro di Igiene Mentale. In quella circostanza, venne richiesta dagli inquirenti l’applicazione di una misura di ricovero presso una struttura residenziale psichiatrica proprio allo scopo di scongiurare altre situazioni di estremo pericolo per gli attempati genitori. Ieri, dopo approfondite indagini che hanno accertato come De Vitis commise quelle ignobili azioni in condizioni psico-fisiche di piena imputabilità, è stata revocata la misura di sicurezza e applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari. (*)
(*) Nota: un energumeno maltratta i genitori e viene obbligato a restare in casa. Dal resoconto dell’articolo, sembrerebbe più una condanna per i famigliari che per l’imputato.

IL GAZZETTINO

BORCA 
Strinse al collo la gemella: a processo per tentato omicidio

Inizia oggi il processo a carico di una quarantenne accusata del tentato omicidio della sorella gemella. T.P., originaria di Borca e residente in Friuli, difesa dall’avvocato Giorgio Azzalini, si trovava a casa della madre, in Val Boite, il primo dicembre 2006 quando aggredì la sorella S.P., stringendola al collo. La donna fu salvata dai carabinieri che intervennero immediatamente, chiamati da alcuni familiari. Nel frattempo T.P., dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere a Mantova dove era stata rinchiusa, è stata affidata ad una struttura sanitaria, con l’alleggerimento della misura nei suoi confronti. La donna, dal 30 novembre scorso, è infatti ospite del centro di salute mentale della Ulss 6 di Pordenone e stamani sarà presente, come imputata, al processo davanti al collegio presieduto da Arturo Toppan, con giudici a latere Antonella Coniglio ed Elisabetta Scolozzi.
Fra i testimoni citati anche la sorella, quale parte offesa, la mamma e i carabinieri che intervennero quel primo dicembre di due anni fa. Contro l’imputata c’è anche l’accusa di maltrattamenti nei confronti della congiunta, per una serie di episodi avvenuti fra il novembre 2003 e il dicembre 2006, culminati nel tentativo di strangolamento. La gemella però non si costituirà parte civile.
La donna è stata giudicata non socialmente pericolosa, dal perito incaricato dal Tribunale, eccetto per i periodi nei quali eccede nel bere alcol. Secondo il medico la quarantenne è in condizioni di seguire il processo, anche se al tempo in cui accaddero i fatti la sua capacità di intendere e di volere risultava nettamente scemata.


IL GIORNALE DI VICENZA

VALDAGNO
Maltrattò la compagna? Chiesto il processo
Il pubblico ministero Vartan Giacomelli ha chiesto il rinvio a giudizio di Gabriele Cracco, 35 anni, residente a Valdagno in via Lungo Agno Manzoni 19. L’uomo, assistito dall’avv. Leonardo Maran, è accusato di maltrattamento in famiglia e lesioni. Secondo quanto ricostruito dalla procura, dall’estate 2006 al maggio 2007, quando intervennero le forze dell’ordine, Cracco - spesso ubriaco - offendeva la sua compagna di 33 anni con frasi pesanti, la minacciava dicendole che le avrebbe fatto del male e l’avrebbe buttata giù dal poggiolo e, se lei l’avesse denunciato, le avrebbe fatto passare l’inferno. Inoltre, Cracco è accusato anche di averla percossa anche se aveva il bimbo piccolo in braccio creando nella donna uno stato continuo di paura e angoscia. Infine, il valdagnese deve rispondere anche di lesioni, perché il 16 maggio di un anno fa avrebbe ferito la donna (assistita dall’avv. Paolo Ciccotto) chiudendole il braccio dentro una porta e procurandole ferite guarite in 5 giorni. L’udienza è stata fissata per la fine di marzo.
Ha patteggiato quattro mesi di reclusione il cittadino marocchino Rachid Taidalej, 37 anni, domiciliato a Piovene in via Rossi 34 (avv. Maurizio Pasqualon). L’imputato era stato arrestato dai carabinieri di Thiene per resistenza, violenza e danneggiamento. Durante un controllo, aveva ferito il carabiniere scelto Mauro Maron con un calcio ad una gamba.


LA STAMPA

VIZI DI FAMIGLIA
Arrestato il fratello di Paris Hilton, guidava ubriaco

Barron, 18 anni, è risultato positivo al test del palloncino e in possesso di una patente falsa. La famiglia Hilton non riesce proprio ad andare d’accordo con la legge.
Barron, diciottenne nipote del fondatore della catena di alberghi di lusso, è stato fermato alle otto del mattino dalla polizia di Malibù, perchè trovato al volante della sua auto con un tasso d’alcool nel sangue superiore ai limiti consentiti dalle leggi della California.
Un automobilista ha notato la Mercedes nera guidata da Barron che procedeva a zig-zag al centro della carreggiata e ha chiesto l’intervento della polizia. Il giovane, che non ha ancora compiuto i 21 anni necessari in California per assumere alcolici, è risultato positivo al test del palloncino e in possesso di una patente falsa.
Nel giugno scorso, la sorella Paris scontò 23 giorni di carcere per aver guidato nonostante le fosse stata ritirata la patente perchè trovata ubriaca al volante. La ricca ereditiera lo scorso anno era stata arrestata per lo stato reato ed era stata condannata a quarantacinque giorni di carcere. Ne aveva scontati poco più di quattordici.


L’UNIONE SARDA

Il carnevale finisce in rissa: troppi ubriachi nel corteo

CORRIERE ALTO ADIGE

Finisce nello spartitraffico con l’auto La giovane conducente era ubriaca

IL MATTINO DI PADOVA

I frati ballano: no agli alcolici

LA PROVINCIA PAVESE

Io ho iniziato con l’alcol contro i disagi familiari

IL GIORNALE DI VICENZA

Alcol, un tunnel dal quale è possibile uscire

IL CENTRO

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Il divieto di consumo di alcolici è in arabo


© asaps.it
Giovedì, 14 Febbraio 2008
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