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Senegal - L’OMS scende in campo per la sicurezza stradale

Nel paese africano opera un’associazione di Prevenzione Stradale, l’NPSR, che cita i dati e lancia un allarme: “troppi assassini con la patente”


Sopra, una strada senegalese e, sotto, Mactar Faye, capo della Sicurezza Stradale  nel suo studio di Dakar (foto APS da Seneweb)

(ASAPS) DAKAR (SENEGAL), 14 febbraio 2008 – Il numero di vittime stradali in Senegal aumenta continuamente, ma a partire dal mese di dicembre, si è scatenata una terribile recrudescenza, alla quale il governo cerca ora di dare un freno, con l’aiuto dell’OMS e della Total. Le autorità locali sono da tempo convinte che il problema maggiore sia dovuto ad una sorta di leggendaria indisciplina dei conducenti indigeni, tipica del resto di gran parte dei paesi africani. È certo che anche la condizione del parco macchine e lo stato delle infrastrutture abbiano un peso enorme sulla sinistrosità, ma riportare ordine e legalità è una priorità. Mactar Faye, direttore della Nuova Prevenzione Stradale Senegalese (NPRS), ha fatto nei giorni scorsi il punto della situazione, chiedendosi come sia possibile che “così tanti assassini possano oggi avere la patente di guida”, rimarcando che si tratta di una questione di educazione e formazione. “Ciò che abbiamo visto negli ultimi tempi è terribile – ha detto Faye – e non possiamo più tollerare una situazione di questo tipo. Se i conducenti che hanno provocato queste morti hanno una licenza di uccidere, è ora di fermare il massacro”. “L’ignoranza è certamente una delle principali cause d’incidente – ha aggiunto – ma la strada è uno spazio di comunicazione senza parole, fondata su regole che tutti devono condividere e rispettare: pedoni e motociclisti, automobilisti e conducenti di camion.

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Quando si è al volante ma non si sa che una linea continua non può essere superata e un semaforo rosso comporta l’arresto del veicolo, si è pericoli mortali”. A questo si aggiunga l’impunità, dovuta alla scarsità di controlli in un paese vastissimo, con poco più di 10 milioni di abitanti, e con il traffico veicolare concentrato nelle città, Dakar in testa. Nel 2004 erano state registrate 216 vittime, divenute 300 nel 2005 ed oltre 400 – il numero preciso non è stato indicato – nel 2006. Per quanto riguarda il 2007, non ci sono ancora indicazioni in ordine ai numeri, ma sembra che si potrebbe arrivare a quota 500: un numero insostenibile per lo stato africano, visto che la maggior parte dei decessi riguardano giovani e giovanissimi. Un accordo siglato tra NPSR, il ministero dei trasporti e quello dell’educazione nazionale, prevede già da quest’anno la realizzazione di alcuni corsi scolastici, con la collaborazione e l’esperienza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e con uno sponsor privato, la Total, compagnia petrolifera che ha nel paese moltissimi interessi. (ASAPS)


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Giovedì, 14 Febbraio 2008
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