CORRIERE DELLA SERA - FORUM NUTRIZIONE
Alessandro
Sbarbada Mercoledì, 13 Febbraio 2008 Alcol dopo un malore L’altro giorno, intorno a mezzogiorno, il
nostro Presidente della Repubblica, in visita a Trento, ha avuto un piccolo
collasso. Secondo le cronache riportate dai giornali
locali, un’ora dopo era già a tavola, dove ha consumato vino e grappa. Dar da bere alcol a un uomo di quasi 83 anni,
a breve distanza da un collasso, non è pericoloso?
Ghiselli
Mercoledì, 13 Febbraio 2008 Dare da bere alcol a un uomo di 83 anni a
breve distanza da un collasso è un atto da irresponsabili, soprattutto se si
tiene conto del fatto che il collasso dicono sia stato provocato da un calo di
pressione dovuto al caldo (vasodilatazione periferica...la stessa che l’alcol
induce). Siccome spero non sia avvenuto sul serio quello che la stampa ha
scritto (anche perché già siamo senza governo...ci manca pure che ci ritroviamo
senza presidente) si tratta di notizia costruita. E se dobbiamo dare un voto
alla gravità...se dobbiamo dire chi ha commesso l’errore più grave...dobbiamo
accusare la stampa, la quale non si domanda mai quale impatto la notizia può
avere sulla salute pubblica. La stampa se ne frega, la stampa deve dare la
notizia e deve vendere. Questo la rende spesso molto lontana da chi si occupa
di problemi di salute pubblica, che non deve vendere nulla e che si interroga
sempre sull’impatto che una certa notizia, data in un certo modo, possa avere
sull’informazione e sulla salute pubblica. La conclusione che la popolazione trae da
questa notizia è: stai male? bevi un grappino che ti passa...(se sopravvivi)
SESTO POTERE
AUSL CESENA, PROGETTO "NOTTI
SICURE": OPERATORI VOLONTARI CERCASI Cesena - 14 febbraio 2008 - L’Azienda Usl
Cesena informa che sono aperte le iscrizioni al corso di formazione per
operatore volontario di “Notti Sicure”, il progetto dell’Ausl che da quasi
dieci anni svolge attività di prevenzione nei luoghi di ritrovo giovanili della
notte romagnola. Articolato in cinque lezioni, il corso è gratuito e aperto a
tutti gli over 18 Formare volontari in grado di svolgere
attività di prevenzione nei confronti dei rischi connessi all’uso di sostanze
legali ed illegali nei luoghi di aggregazione giovanile e del divertimento è
l’obiettivo del nuovo Corso di formazione di “Notti Sicure” che prende il via
il prossimo 28 febbraio. Il corso, gratuito e aperto a tutti gli over
18, è parte integrante del progetto Notti Sicure, promosso dal Ser.T
dell’Azienda USL di Cesena in collaborazione con la rete dei servizi, pubblici
e privati impegnati nella prevenzione dei fenomeni di abuso e dei rischi delle
sostanze. Alla progettazione del corso hanno contribuito
i professionisti dell’Area Nuove Droghe e dell’Equipe alcool del Ser.T, in
collaborazione con l’Osservatorio Giovani del Circondario Cesenate. Il corso è
rivolto non solo agli operatori già coinvolti nel progetto (operatori di
strada, animatori di strada dei Comuni coinvolti, operatori volontari), ma
anche a tutti i giovani over 18 interessati ad acquisire competenze sulle
tematiche delle sostanze, del rapporto con gli adolescenti e del mondo della
notte. I partecipanti impareranno infatti a conoscere gli effetti delle
sostanze stupefacenti e psicotrope, a informare sui rischi connessi ai fenomeni
di abuso di sostanze, sui pericoli della guida sotto gli effetti dell´alcool e
delle droghe e infine a indirizzare le persone che hanno bisogno di un
intervento, o semplicemente di un aiuto o un consiglio, al servizio “giusto”
del nostro territorio Tenuto da esperti dell’Azienda USL e di altre
istituzioni pubbliche, il corso è organizzato in un modulo di base costituito
da cinque incontri, e due moduli formativi specifici: uno finalizzato al lavoro
degli operatori di strada, l’altro finalizzato a formare nuovi operatori
nell’ambito di interventi di prevenzione e informazione nei luoghi di
aggregazione giovanile. Le lezioni si terranno a partire da giovedì 28
febbraio e fino al 13 marzo il martedì e il giovedì, dalle ore 18 alle ore 20,
nella Sala Conferenze E. Cacciaguerra della Banca di Cesena in viale Bovio 72 a
Cesena. Per partecipare al corso, rivolgersi al Ser.T
dell’Azienda USL di Cesena (Dott. Simone Preti) tel. 0547 352162, il
lunedì-martedì-mercoledì dalle 10 alle 12.
Il
progetto Notti Sicure Notti Sicure nasce nel 1997 come progetto di
intervento di prevenzione dei fenomeni di abuso di sostanze e dei rischi ad
esse correlati: conseguenze dirette legate agli effetti farmacologici,
intossicazione acuta da sostanze, e conseguenze indirette, derivate dai comportamenti
innescati dall’uso di sostanze. Si inserisce pertanto in una concezione globale
della sicurezza basata sull’integrazione di tutti gli interventi del territorio
tesi a migliorare la qualità del divertimento notturno e contenerne i rischi
specifici. Il progetto si fonda sulla collaborazione di
diversi enti e strutture, tra cui: il Ser.T con l’Osservatorio Epidemiologico,
Associazioni di volontariato (Associazione di Iqbal), la Croce Rossa di Cesena,
la Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna, l’Ufficio
Tossicodipendenze della Regione Emilia Romagna e i gestori dei locali notturni
e di aggregazione giovanile interessati.
Alcuni
dati sugli interventi realizzati nel 2007 Sono oltre 10.000 nel cesenate i giovani che
dal 1999 ad oggi sono stati avvicinati fuori dalla discoteca, in piazza e nei
diversi luoghi del divertimento notturno dagli operatori e dai volontari del
progetto. I dati raccolti nella edizione 2007 su un campione di 687 giovani
mettono in luce, per quanto riguardano i controlli sull’alcol, una prevalenza
ancora tutta maschile tra i giovani che si avvicinano al test dell’etilometro
con una percentuale dell’82%, nettamente superiore rispetto al numero di
ragazze. La fascia di età più coinvolta resta quella tra i 18 e 21 anni
(34,4%). Nel 58% dei casi di tratta di giovani lavoratori con un titolo di
studio di diploma di scuola superiore (46,7%). Quanto alla provenienza, la
maggior parte dei partecipanti (il 44%) è rappresentato da ragazzi della
Comunità Montana, il 25% è cesenate, il 3,1% di Cesenatico, il 6,6% vive nel
Rubicone, il 2,7% nelle province limitrofe di Rimini, Ravenna e Forlì, il 3,6%
in altre province della regione e il 7% abita al fuori dei confini dell’Emilia
Romagna. Il dato più significativo, ovvero il livello di alcolemia registrato
nei test effettuati nel 2007 evidenzia che il 40% dei soggetti si attesta ad un
livello di alcolemia pari allo 0.01 - 0.49 quindi inferiore quindi a quello
consentito dalla legge, ovvero 0,5 gr/l., il 26,6% al contrario ha superato
abbondantemente i limiti con un tasso di alcolemia superiore allo 0.80.
BASILICANET.IT
Abuso di
alcol e dei rischi alcol correlati tra gli adolescenti ABUSO DI ALCOL, LA REGIONE PARTECIPA A
PROGETTO PREVENZIONE 14/02/2008 - Prende il via domani un Progetto nazionale
per la costruzione di nuovi modelli di intervento per la prevenzione promosso
dal Ministero della Salute e realizzato dalla Regione Basilicata insieme ad
altre Regioni. Il Progetto, che coinvolge giovani, docenti e operatori
socio-sanitari è attuato con la collaborazione dei Servizi per le
Tossicodipendenze delle ASL regionali. La prima fase operativa del Progetto
prevede la realizzazione di una ricerca-azione finalizzata a raccogliere i
vissuti dei giovani rispetto all’alcol. Gli Istituti potentini coinvolti sono:
l’Istituto Professionale Alberghiero, l’Istituto Professionale di Stato per
l’Industria e l’Artigianato “G. Giorgi”, il Liceo Scientifico “P.P. Pasolini”,
la Scuola Media “D. Savio” e l’Istituto Tecnico Commerciale Statale e per
Programmatori “F.S. Nitti” presso il quale si svolgeranno anche tutte le
attività. Per la Basilicata sono anche previsti tre incontri: il 15 febbraio,
il 4 marzo ed il 18 aprile 2008. “Le motivazioni che hanno spinto la Regione
Basilicata a partecipare al progetto - sostiene l’Assessore alla Salute,
Antonio Potenza - risiedono nella convinzione dell’importanza delle politiche
di prevenzione necessarie a promuovere programmi di informazione e formazione,
relativi ai rischi del consumo dell’alcool. Questa convinzione - prosegue
l’Assessore Potenza- è maturata anche a seguito di una riflessione scaturita
dai risultati di una ricerca della Doxa che ha rilevato che la Basilicata è una
regione connotata da tassi di eccedenza, superiori alla media nazionale che si
associano ad una estesa e radicata cultura del bere”. fio
BRESCIA OGGI
CHIARI.
Campagna contro gli incidenti stradali Pioggia di etilometri per fermare le stragi Aspettando
i corsi di guida sicura la Croce Bianca distribuirà i primi 500 kit in bar e
locali notturni Entra nel vivo la campagna di prevenzione e
sensibilizzazione promossa dal Comune di Chiari contro le stragi del sabato
sera. L’iniziativa, sostenuta dall’assessore alle
politiche giovanili Fabiano Navoni, prevede la consegna dei primi cinquecento
etilometri gratuiti ad altrettanti giovani clarensi tra i 20 e i 23 anni.
Questa, infatti, è stata considerata la fascia più a rischio in fatto di
incidentalità sulle strade. La macchina comunale si è già messa in moto
con la collaborazione del distaccamento clarense della Croce Bianca che
distribuirà buona parte degli etilometri in tutti i bar e i pub di Chiari e
illustrerà le finalità dell’intervento. «Nelle scuole - ha spiegato Fabiano Navoni -
siamo già entrati spiegando i rischi dell’alcol e le responsabilità connesse a
una guida sotto l’effetto di tale sostanza. I «drink test» sono ritirabili
all’Ufficio Politiche Giovanili il mercoledì e il venerdì dalle 9 alle 12,
affinché i familiari o i giovani stessi possano ritirarli di persona senza
recarsi necessariamente in un bar». Studenti delle medie, delle superiori e del
Centro di formazione professionale sono stati informati delle iniziative e in
tutti i plessi è stato distribuito un manifesto di impatto: con una segnaletica
a disco che recita: «Alt, non ti bere la vita». Intanto sono già una cinquantina i giovani che
hanno aderito all’altra iniziativa promossa dal Comune: un corso di guida
sicura condotto con la collaborazione dell’Autodromo di Franciacorta e la
Provincia di Brescia che ha sostenuto una parte dei costi organizzativi. L’iniziativa è rivolta a giovani con patente B
da almeno due o tre anni e prevede una mezza giornata con lezioni teoriche e
pratiche all’impianto di Castrezzato. Le adesioni dovranno arrivare entro il 29
febbraio all’ufficio Politiche giovanili del Comune. M.MA.
VIRGILIO NOTIZIE
CHIESA/ VESCOVO AREZZO: EDUCARE GIOVANI CONTRO
DROGA, ALCOL, BULLISMO Società adulta non ha
più punti di riferimento Roma, 14 feb. (Apcom) - Un ’patto educativo’
nel nome dei giovani contro droga, alcol, stragi del sabato sera, bullismo e
sport violento. È questo il messaggio che monsignor Gualtiero Bassetti, vescovo
di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ha lanciato in occasione della festa della
Madonna del Conforto che si celebra oggi ad Arezzo. "Nella droga, nell’alcool e nella
prepotenza, come pure in altre forme di deviazioni e dipendenze - scrive il
Vescovo - i giovani cercano risposte alla loro aspirazione alle cose grandi, al
desiderio di avere più vita, di avere l’infinito: ma sono risposte che si
rivelano menzognere e hanno il volto di inganni che non valgono a dare senso
alla vita, ma a distruggerla". Per il presule toscano, l’incertezza che
attanaglia il mondo giovanile è la "conseguenza del fatto che la società
adulta non ha più punti di riferimento certi e ha permesso che svanisse il
valore dell’autorevolezza della figura paterna e materna. Così è accaduto che
ciascuno, a cominciare dai giovani - dice - si sia ritagliato uno spazio dentro
cui poter trovare risposte affidandosi unicamente alle informazioni di cui sono
bersagliati". Poi un accenno anche al ruolo dei mass-media che, per il
vescovo, danno "l’illusione che l’informazione di massa sia sinonimo di
formazione. Invece ogni messaggio viene equiparato all’altro, senza una gerarchia
di valori". Quindi la constatazione: "L’assenza di appigli solidi ha
persuaso i giovani a una sorta di autogoverno della coscienza". La proposta che avanza monsignor Bassetti in
tutto il territorio aretino è di un "patto educativo che metta al centro
il giovane come persona e non come ricettacolo di messaggi distorti o
addirittura come consumatore". Il vescovo la definisce "una
collaborazione proficua" che dovrà coinvolgere "la famiglia, la
Chiesa locale con le sue parrocchie e i suoi organismi diocesani, le istituzioni
civili, la scuola, la nostra università voluta da Amintore Fanfani,
l’associazionismo, il volontariato, le forze dell’ordine, i sodalizi sportivi e
i gestori dei luoghi di aggregazione giovanile". Poi l’invito a creare in
città un esperimento-pilota che possa essere di esempio anche a livello
nazionale: "Proprio da una realtà come quella di Arezzo, sensibile alle
problematiche sociali - sottolinea monsignor Bassetti - potrebbe partire questo
progetto che farebbe della nostra terra un laboratorio nel nome dei giovani e
per i giovani. A tutti coloro che si impegneranno su questa strada - conclude
Bassetti - non mancherà il sostegno del vescovo e della Chiesa aretina". Come di consueto, domani la Cattedrale di
Arezzo aprirà alle 6 del mattino e chiuderà alle 24. La solenne concelebrazione
delle 10.30 sarà presieduta dal vescovo emerito di Verona, monsignor Flavio
Roberto Carraro, mentre quella delle 18 da monsignor Gualtiero Bassetti.
IL GAZZETTINO
L’Associazione Italiana Familiari ... L’Associazione Italiana Familiari e Vittime
della Strada protesta contro la decisione della Commissione Trasporti della
Camera che ha abolito il divieto di vendita alcolici e super in discoteca dopo
le 2 di notte: ciò significa 113 vittime della strada in più in un trimestre
solo nei fine settimana e di cui la metà under 30. L’associazione ritiene irresponsabile la
decisione della Commissione trasporti della Camera che con l’emandamento
approvato e probabilmente piegati dalle pressioni delle grosse lobby,
contribuiscono alla strage stradale. (*) Si chiede una seria riflessione, diversamente
noi familiari li riterremo complici della strage che avviene nei soli fine
settimana. Abbiano invece i nostri politici il coraggio di
estendere il divieto anche ai bar, circoli privati, ristoranti etc., solo così
si avrà il chiaro segnale di volontà di voler ridotta la strage stradale: si
metta un limite a questa tendenza degenerativa ad uso esclusivo del profitto. Prossimo passo l’invito a Fojadelli e Chisso a
riunirci al tavolo dell’osservatorio regionale per discutere con urgenza
(osservatorio defunto da più di un anno) circa la volontà di tutti i soci
dell’aifvs di rimandare i certificati elettorali al Presidente Napolitano perchè
non ci sentiamo rappresentati da chi deve essere a tutela della salute del
cittadino. Una smentita alle affermazioni del Presidente
di Federturismo Veneto ("Corriere Veneto"): la responsabilità degli
incidenti non è individuale e di chi sceglie di mettersi alla guida ubriaco,
purtroppo muoiono innocenti sobri che hanno avuto la disgrazia di trovarsi di
fronte un irresponsabile che guida ubriaco! Sono affermazioni gravi e critiche pretestuose
di chi lavora e guadagna sulla pelle dei nostri giovani. Pierina Guerra -
Venezia
(*) Nota: per fortuna
le cose non stanno in questi termini. Il divieto di servire alcolici rimane. La
Commissione Trasporti della Camera ha solo la facoltà di proporre. Con la
caduta del governo, tra l’altro, sono decadute anche le proposte delle
commissioni
L’ARENA
DIPENDENZA. Dopo il
pullman della droga interviene Serpelloni «Dobbiamo correre ai ripari alla svelta» Il
medico è preoccupato «Perché sempre Verona? Si sta strutturando un tessuto più
organizzato» Siamo tornati indietro di vent’anni? All’epoca
Verona era la Bangkok d’Italia. Oggi è polo d’attrazione e di ritrovo per
ragazzi che vogliono sballare. La notizia dei pullman che arrivano da altre
città con ragazzi imbottiti di droga ha fatto intervenire il dottor Giovanni
Serpelloni, direttore dell’Osservatorio regionale sulle tossicodipendenze. «Qualche anno fa la nostra città venne
denominata la Bangkok in riva all’Adige oggi forse qualcuno la definirebbe
meglio la Las Vegas del nord Italia, dove cocaina, metanfetamine, cannabis
spesso mescolati con viagra comperato al mercato illegale e abuso alcolico,
arrivano assieme ad un popolo della notte forse un po’ troppo disinibito e
senza troppe preoccupazioni per la sua salute mentale e fisica. Bisogna
chiedersi perchè si è creata una rete cosi ben organizzata di pullman che
arrivano a Verona da tutte le parti alla ricerca di stimolazioni chimiche e
"sano" divertimento», dice il medico. «Quale modello comportamentale
questi giovani migranti alla ricerca della felicità, molto spesso attraverso le
droghe, trasmettono ai giovani veronesi che entrano in contatto con loro? E
questi giovani che provengono da varie città perché non trovano le opportunità
nelle loro città che invece trovano a Verona? Così particolari e irripetibili
sono le offerte del nostro territorio al punto tale di far percorrere centinaia
di chilometri a questi giovani affrontando anche costi aggiuntivi? Cosa offre
di più il territorio veronese? Questi sono segnali inequivocabili che si sta
strutturando un tessuto sempre più organizzato e ben articolato della rete
dell’offerta di droghe e di quelle, per usare un termine del marketing (quanto
mai appropriato in questo caso), "condizioni di cessione" che
agevolano l’acquisto e il consumo. Quello che però ci preoccupa di più è che
collegate a queste condizioni che si stanno generando e cristallizzando vi sono
sempre dei modelli sociali, dei rituali comportamentali e dei quadri valoriali
che si orientano a queste logiche, (*) modelli di pensiero e di azione
giovanile che diventano coerenti con quanto sopra riportato ma soprattutto,
cosa pericolosissima, l’introduzione di un "tolleranza" sociale a
queste situazioni che fra qualche tempo, se non si interverrà presto, verranno
percepite come normali», conclude Serpelloni. A.V. (*) Nota: si è sempre
tutti d’accordo quando si dice che occorre fare qualcosa prima che sia troppo
tardi. Ma dato che puntualmente questo non avviene, significa che nessuno è
disposto a fare la parte che gli compete. I commercianti sono disposti a rinunciare
all’indotto creato dal divertimento notturno? Dato che chi decide di
trascorrere la notte in discoteca passa prima da un ristorante o da una
pizzeria per la cena o da un bar o locale pre-disco. Gli amministratori sanno
opporsi alle loro lamentele e favorire modelli di divertimento non
consumistici? Gli adulti vogliono rinunciare alle situazioni ed ai
comportamenti mediati da sostanze? E infine siamo capaci di non delegare
completamente le proposte di divertimento a chi trae guadagno da queste?
SESTO POTERE
PIRATI DELLA STRADA: INCHIESTA DELL’ASAPS,
PRESI NEL 65,2% DEI CASI. I PIU’ COLPITI ANZIANI E BAMBINI Forlì - 14 febbraio 2008 - Sono 161 gli
episodi di pirateria stradale osservati dall’Asaps nel corso del 2007: 68
persone uccise, 150 quelle ferite. Questi gli elementi principali di
un’inchiesta che sarà pubblicata sul numero di marzo de il Centauro la rivista
ufficiale dell’Asaps. Gli eventi passati al setaccio dallo speciale
Osservatorio istituito dall’associazione sono senz’altro quelli più gravi, ed
offrono spunti di riflessione estremamente interessanti: il 65,2% degli autori
viene poi smascherato, mentre “solo” il 34,8% resta ignoto. Sono dunque
migliorate le tecniche investigative, ma è cresciuta anche la sensibilità degli
inquirenti, che non tralasciano più alcun particolare. In effetti, su 161
inchieste, 105 hanno condotto all’identificazione del responsabile, arrestato
in 55 occasioni (52,4% delle individuazioni) e denunciato a piede libero in
altre 50 (47,69%). Su tutti questi eventi pesa, come un macigno, l’ombra
dell’alcol e delle droghe: in ben 38 casi (36,2%) ne è stata accertata la
presenza, ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere
considerato “attendibile”. Bisogna intanto considerare che la positività dei test
condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile
sia stato identificato, dunque 105 su 161. “Spesso quando le forze di polizia
identificano l’autore – spiega Giordano Biserni, presidente dell’Asaps – non ha
più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, perché
sono trascorse ore o giorni dall’evento”. Gli eventi mortali sono stati 62
(38,5%), mentre quelli con lesioni 99 (61,5%), con 68 vittime e 150 persone
ospedalizzate. “L’osservatorio – aggiunge Biserni – prende in considerazione
solo gli atti di pirateria più grave, quelli che bucano la cronaca o che i
nostri 700 referenti sul territorio selezionano sulla scorta di precisi
standard di riferimento”. Lo studio tiene conto anche della presenza di
pirati stranieri, definiti per questo “attivi”. Il 27,6% dei pirati
identificati è risultato essere forestiero. “Stiamo parlando – spiega ancora il
presidente Biserni – di 29 conducenti su 105. un elemento che conferma altre
nostre precedenti analisi sulla sinistrosità, riferite alla presenza di
stranieri, anche in qualità di vittime, sul fenomeno. Il dato è assolutamente
in linea con le nostre valutazioni, che indicano il 27,6% della sinistrosità
correlata a conducenti provenienti da oltre confine”. Il 67,1% degli atti di
pirateria – 108 su 161 – avviene di giorno. Ancora una volta sono le categorie deboli
della strada, in modo particolare anziani e bambini, a pagare un prezzo
altissimo in termini di mortalità e lesività: 34 sono gli anziani coinvolti, 29
i bambini, rispettivamente il 15,6% ed il 13,3%. La geografia degli episodi vede al primo posto
la Lombardia con 27 casi 21,7%, seguono l’Emilia Romagna e Toscana con 16
episodi 9,9%. Un solo caso in Umbria e Molise. Nessuno in Valle d’Aosta. L’identikit del pirata? “Nella maggior parte
dei casi – conclude Giordano Biserni – si tratta di uomini di età compresa tra
i 18 ed i 44 anni, spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti
e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno
rilievo sempre più consistente anche i casi di veicoli con assicurazioni
scadute o addirittura false. Rileva anche il timore di perdere la patente. Le
pene, peraltro, sono inconsistenti: da tre mesi a tre anni. Un incensurato, praticamente,
non resterà in cella (se mai ci andrà) molto a lungo”.
VARESENEWS
Sesto Calende – Un
giovane albanese in manette per tentato omicidio plurimo. I carabinieri sulle
tracce dei due complici del ragazzo Ubriaco tenta di investire i clienti di un bar Tentato omicidio plurimo. È la pesante accusa
che grava in capo ad un giovane cittadino albanese di 19 anni, protagonista
circa un mese fa, l’8 gennaio scorso, di una serata ad altissima gradazione
alcolica. Il ragazzo, disoccupato e già colpito da ordine di espulsione emesso
dalla Questura di Varese, accompagnato da due connazionali tuttora ricercati,
ha prima inveito senza ragione contro i clienti del bar “Baka’n” di Sesto
Calende in via Manzoni: davanti al locale, apparentemente senza ragione e in
evidente stato di ebbrezza (i tre erano già stati allontanati da un altro bar
della zona pochi minuti prima), ha poi tentato di colpire le persone
all’esterno del bar con una mazza da baseball, senza però ferire nessuno.
Subito dopo, a bordo di un’Alfa 166 di proprietà della convivente del proprio
fratello, ha tentato di investire a forte velocità gli avventori del locale
fortunatamente senza riuscirci, sfondando la struttura metallica esterna del
locale. Il giovane albanese con i suoi due complici ha poi tentato di
allontanarsi a bordo dell’auto, che però non è ripartita. A quel punto, dopo
aver chiuso la macchina, temendo forse di subire un furto, è fuggito.
QUOTIDIANO.NET
BORGO A GIOVI Ubriaco fugge dopo uno scontro Denunciato
tunisino di 26 anni Borgo a Giovi (Arezzo), 13 febbraio 2008 – Alla guida di un’auto, ubriaco, è andato a
sbattere contro un’altra vettura, ferendo in maniera lieve due persone, poi
però è fuggito senza prestare soccorso. Il pirata della strada è un tunisino di
26 anni. L’incidente è avvenuto ieri sera a Borgo a
Giovi sulla strada che porta in Casentino. Dopo lo scontro, il tunisino è
fuggito in direzione di Bibbiena, ma è stato raggiunto dalle forze dell’ordine.
Oltre alla denuncia, per l’extracomunitario è
scattato il ritiro della patente. I due feriti sono stati trasportati
all’ospedale di Arezzo, medicati e giudicati guaribili in otto giorni.
IL GAZZETTINO
DENUNCIA In centro città a 150
all’ora Se lo sono visti sfrecciare davanti a 150
chilometri orari lungo una strada dove il limite è di 50. L’automobile - una
Volkswagen Golf che stava procedendo da Roveredo verso Pordenone intorno alle
due della notte tra domenica e lunedì - aveva le quattro luci di emergenza
accese. Un particolare che ha fatto pensare agli agenti della Polizia stradale
di Spilimbergo che in quell’auto che li aveva appena superati a velocità folle,
ci fosse una persona bisognosa di ricevere immediata assistenza in ospedale.
Così anche loro si sono messi a seguire la Golf che aveva attraversato
l’incrocio della Pontebbana con il semaforo rosso senza togliere il piede
dall’acceleratore, certi che qualche centinaio di metri dopo avrebbe imboccato
l’ingresso del Santa Maria degli Angeli. Ma così non è stato. A quel punto è
apparso chiaro che al volante della Golf non c’era una persona che stava male,
ma qualcuno che forse aveva alzato troppo il gomito e stava mettendo a rischio
la salute degli altri guidando in modo spericolato in città. Solo in viale
Treviso la Polstrada ha potuto superarla e bloccarla. Il "pilota" era
un uomo sui sessant’anni, con capelli rasati ai lati e ciuffo sulla fronte che
ha tentato di fuggire a piedi e ha spintonato uno degli agenti. È stato
denunciato per guida in stato di ubriachezza, per non aver rispettato i limiti
di velocità e per aver attraversato un incrocio col semaforo rosso. L’auto è
stata sottoposta a fermo per sei mesi. Su.Sal.
IL GAZZETTINO
Rumeno denunciato
dalla Polstrada di Badia Polesine
Positivo all’alcoltest
tenta la corruzione Ha tentato di corrompere gli agenti della
Polstrada di Badia Polesine che l’avevano sorpreso alla guida in evidente stato
di ebrezza. È stato così denunciato a piede libero.Nei guai è finito P.C.T., 42 anni, operaio
rumeno residente a Torino che martedì notte, intorno all’1.40, transitava
zigzagando pericolosamente in Riviera Miani a Badia Polesine alla guida della
propria Fiat Punto. Non senza difficoltà la pattuglia è riuscita a fermare la
vettura e subito il conducente è apparso in stato di ebrezza. Ipotesi confermata
dall’alcoltest con le prove che hanno fornito un esito inequivocabile: 2,35 e
2,43.Quando i poliziotti hanno comunicato che
avrebbero dovuto ritirargli la patente, il 42enne, dapprima è andato in
escandescenze, quindi ha offerto a più ripreso del denaro per indurre gli
agenti a lasciar perdere.Riportato il rumeno alla calma, gli uomini
della Polizia stradale gli hanno sequestrato il denaro e la patente, quindi
l’hanno denunciato per tentata corruzione e guida in stato di ebrezza, e la vettura
è stata sottoposta a fermo amministrativo.
VARESENEWS
L’aggressione è
avvenuta all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Luino
Ubriaco schiaffeggia
un medico, arrestatoUn uomo di 46 anni residente ad Arcisate è
stato arrestato per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. T.S.,
pregiudicato noto alle forze dell’ordine, era stato trasportato all’ospedale di
Luino dopo che il personale a bordo di un’ambulanza dell’Sos Tre Valli lo aveva
ritrovato completamente ubriaco a terra nella zona di Lavena Ponte Tresa. Questo, una volta riacquistata una parte
delle sue facoltà mentali e motorie in attesa del suo turno al Pronto Soccorso,
si è scagliato contro i sanitari schiaffeggiando un medico e ribaltando una
scrivania e diverse sedie a rotelle. Immediato l’intervento dei carabinieri del
Nucleo Operativo e Radiomobile e della stazione di Castelveccana che lo hanno
riportato alla calma e lo ha associato al carcere varesino dei Miogni.
IL GAZZETTINO
Nonostante
l’opposizione della parte civile, il giudice dice sì al patteggiamento per il
tentato omicidio
Coltellate al body
guard, 3 anni e 8 mesi È stata un’udienza animata ma alla fine, ieri,
il cittadino romeno Mihaita Oprea, operaio, 24 anni, di Padova - seguendo i
consigli dell’avvocato difensore Filippo Marotta - è stato ammesso al
patteggiamento di 3 anni e otto mesi di reclusione. Lo straniero era chiamato a
rispondere dell’ipotesi d’accusa di tentato omicidio (inizialmente erano due i
tentati omicidi, ma uno è stato derubricato in lesioni lievi) perché - secondo
quanto ricostruito dal pm Annita Sorti sulla base degli elementi di prova
raccolti dai poliziotti delle Volanti - a metà gennaio 2007, all’esterno della
discoteca Uagamama in via Aquileia a Pordenone, avrebbe accoltellato due body
guard, ferendoli ad un polmone e a una gamba. Da quanto ricostruito
dall’accusa, all’esterno del locale ci sarebbe stato un mezzo tafferuglio
perché i buttafuori Mario Pizzaga e Fabrizio Ferretti avrebbero negato
l’accesso alla discoteca a un gruppo di romeni, giunti dal Veneto, ritenendoli
troppo alticci. Dalle parole ai fatti il passo fu breve e - per gli inquirenti
- Oprea, aiutato da complici mai identificati, avrebbe pugnalato i due
buttafuori.Dopo un tentativo di fuga l’operaio romeno,
regolare in Italia, venne arrestato e condotto in carcere. A quel punto è
iniziato il percorso giudiziario che, dopo una perizia medico legale che ha
ridimensionato la posizione di Oprea, ha convinto l’avvocato Marotta, viste le
prove in possesso degli inquirenti, a consigliare il cliente di chiedere il
patteggiamento. Inizialmente l’accordo tra difesa e Procura era stato di 3 anni
e sei mesi, ma il giudice lo aveva respinto. Ieri l’avvocato Marotta ha
proposto 3 anni e otto mesi, incontrando la resistenza del legale di parte
civile (assiste e consiglia Ferretti). In aula è intervenuto così anche il pm
Sorti che ha illustrato la posizione degli inquirenti. A quel punto il giudice
Botteri ha ritenuto congrua l’entità del patteggiamento e ha emesso la
sentenza. «Adesso - ha puntualizzato l’avvocato Marotta - avvieremo il percorso
per far ottenere al cliente l’affidamento in prova ai servizi sociali».Roberto Ortolan
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