TEATRONATURALE.IT
http://www.teatronaturale.it/articolo/4464.html
L’Oms
vuole ridurre l’uso nocivo dell’alcol entro il 2010 L’Organizzazione
mondiale della sanità invita i governi ad organizzare dei sistemi nazionali di
sorveglianza del consumo d’alcool e delle sue conseguenze sanitarie e sociali di T N Riuniti a Ginevra, i trentaquattro Paesi
membri del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno
redatto, sulla base di una relazione del Segretariato dell’Oms, una risoluzione
che sarà sottoposta all’adozione della sessantunesima Assemblea mondiale della
salute nel 2008. Questa risoluzione incarica in particolare il
Direttore generale dell’Oms: - di presentare,
alla sessantatreesima Assemblea mondiale della salute nel 2010, un progetto di
strategia mondiale che mira a ridurre l’impiego nocivo dell’alcol, - di fare in modo che il progetto di strategia
mondiale si componga di una serie di misure proposte che si raccomanderebbe
agli Stati di adottare a livello nazionale considerando le circostanze proprie
di ogni paese, - di tenere conto di tutti i dettagli dei
processi in corso o emergenti a livello regionale, sotto regionale e nazionale
come contributi essenziali alla strategia mondiale, - di collaborare
con gli Stati membri e con le organizzazioni intergovernative, i professionisti
del settore sanitario, le organizzazioni non governative ed i soggetti
economici e consultarli sui mezzi con i quali potrebbero contribuire a ridurre
l’impiego nocivo dell’alcool. Nel frattempo, l’Oms invita i governi ad organizzare dei sistemi nazionali di
sorveglianza del consumo d’alcool, delle sue conseguenze sanitarie e sociali e
delle misure politiche e a prevedere di rafforzare, dove sono necessarie, le
azioni nazionali per ridurre i problemi causati dall’impiego nocivo dell’alcol.
JOINTOGETHER.ORG
http://www.jointogether.org/news/headlines/inthenews/2008/online-alcohol-ads-illegal.html
Online Alcohol Ads Illegal, French Court
Rules Siding with France’s National Association
for the Prevention of Alcoholism and Addiction, a Paris court has ruled that
alcohol ads on the Internet are illegal and ordered brewer Heineken to delete
beer ads from its websites in France, the AFP reported Feb. 15. The
court ruled that the Internet ads violated a 1991 law that bans alcohol
advertising on French television. The law only permits alcohol ads in print
media, radio, and at the point of sale. Heineken had argued that the Internet
was akin to the telephone and therefore not subject to the ban. The
court said the ads were illegal because they were not explicitly permitted
under the law.
La pubblicità
dell’alcol via Internet è illegale in Francia. A sostegno di una denuncia dell’ANPAA
(Associazione Nazionale per la Prevenzione dell’Alcolismo e delle Dipendenze)
un tribunale francese ha stabilito che la pubblicità dell’alcol su Internet è
illegale, ed ha obbligato la Heineken a
cancellare i suoi inserti pubblicitari sulla birra da tutti i suoi siti
internet in Francia (notizia AFP del 15/2). Il
tribunale ha sancito che la pubblicità su internet viola la legge del 1991
(Legge Evin) che proibisce la pubblicità degli alcolici in televisione. La
legge permette la pubblicità sulla stampa, alla radio, e nei luoghi di
distribuzione e vendita. La Heineken
aveva sostenuto che Internet viaggia su segnali telefonici e quindi non è
soggetto alla proibizione. Il tribunale ha invece deciso che la pubblicità su
internet è illegale in quanto non rientra fra quelle pubblicità esplicitamente
permesse dalla legge Evin. Traduzione
di Ennio Palmesino
LA SICILIA
Ucciso
da un 30enne ubriaco L’investitore
viaggiava a 120 km orari e ha rischiato il linciaggio. Indagini in Procura La
vittima, dipendente Amt, transitava per caso per quella strada, s’è fermato per
aiutare un autista di bus che aveva avuto un lieve sinistro. Vivo per miracolo
un altro collega di
Giovanna Quasimodo C’è già un fascicolo alla Procura della
repubblica per omicidio colposo e guida
in stato di ebbrezza nei confronti del portiere d’albergo catanese di 30
anni che l’altro ieri sera, con la sua Smart nera lanciata oltre i limiti della
velocità consentita (pare andasse ad almeno 100 km orari), sull’asse dei
servizi ha travolto e ucciso l’elettrauto dell’Amt Giuseppe Consoli, di 50
anni, di Misterbianco, mentre questo, con grande spirito di altruismo, stava
dando una mano a un suo collega, conducente di bus, che aveva subito un piccolo
incidente stradale. Roba di poco conto quel primo incidente (un’auto con la
ruota «scoppia» si era schiantata a velocità moderata contro l’autobus): nessun
ferito, ma c’era rischio per la sicurezza stradale dal momento che l’automezzo
pesante si era dovuto fermare quasi al centro della carreggiata (in direzione
Librino, all’altezza dell’Auchan). Il buon Giuseppe Consoli allora si è
sbracciato; ha indossato diligentemente il giubbotto catarifrangente e si è
munito di bandierina rossa, posizionandosi qualche decina di metri prima del
bus per segnalare il pericolo agli automobilisti. Ovviamente aveva anche
azionato il lampeggiatore della macchina di servizio. Quali altre precauzioni
avrebbe dovuto prendere? Pochi metri più in là, stava facendo la stessa cosa un
suo collega di lavoro, nonché cognato, Giuseppe Marzà. Poi è arrivata la minicar, come un missile micidiale, falciando in un
sol colpo, spietatamente, la vita di un lavoratore e padre di famiglia che in
quel momento oltretutto si stava prodigando per il prossimo. Giuseppe
Marzà, fortuna sua, invece ha avuto il tempo di salvarsi in extremis, per
spirito di autoconservazione, facendo un provvidenziale tuffo laterale che lo
ha sottratto allo scempio. La Smart, dunque, ha preso in pieno Consoli e poi ha
semidistrutto le carrozzerie di tre automobili in sosta, compresa la Fiat Panda
dell’Amt. L’investitore è rimasto illeso, ma ha davvero rischiato il linciaggio
da parte di un gruppo di famiglie di Librino che, dirette a casa, si erano
fermate per constatare la gravità dell’incidente. Il portiere d’albergo è
stato, diciamo così, «salvato» dagli stessi colleghi della vittima (i quali per
fortuna non hanno perso le staffe) e dagli equipaggi di tre gazzelle di
carabinieri, arrivate celermente sul posto dalla vicina caserma della compagnia
di Fontanarossa. Il trentenne (che pare se la sia cavata solo con pochi pugni e
calci) è stato poi «consegnato» alla polizia municipale, ma siccome dava
l’impressione di essere in stato di choc è stato accompagnato a un pronto
soccorso per una visita di controllo e lì si
è scoperto ben presto che non era stralunato a causa del macello che aveva
combinato, ma molto più miseramente perché era ubriaco fradicio.
Infatti in ospedale gli è stato prelevato un campione di sangue dal quale è
venuto fuori che il suo tasso alcolemico era del 2,2 per cento, vale a dire più di quattro volte superiore al limite
dello 0,5 tollerato dalla legge. Giuseppe Consoli, stimatissimo nell’ambiente di
lavoro, in compagnia del cognato e di un altro collega, sarebbe dovuto rimanere
in servizio fino alle 2 di notte; poco prima tutti e tre si erano recati in una
vicina autorimessa dell’Amt per riparare un bus guasto.
“Padre
esemplare e dipendente modello” Ad andarsene sono sempre i migliori. Nel caso
di Giuseppe Consoli non è una frase di circostanza, ma una reale constatazione
di fatto. Michele Sineri, il presidente dell’Azienda municipale dei trasporti,
conosceva perfettamente l’uomo («Io conosco tutti i dipendenti - dice – perché
solo così si può instaurare con loro un rapporto umano») e di lui ricorda il
grande attaccamento al lavoro e alla famiglia. «Giuseppe Consoli - ha proseguito - lavorava
in azienda da venticinque anni; era un marito e un padre esemplare per i suoi
due ragazzi di 27 e 19 anni. L’altra sera non ha avuto esitazioni nel fermarsi
e dare un mano al suo collega per fare viabilità, anche se non era affatto
obbligato a farlo, dal momento che la sua specializzazione era quella di
elettrauto. Era una persona ammirevole e oltretutto, rispetto all’azienda,
nutriva un senso dell’appartenenza poco comune; insomma non era il classico
dipendente pubblico che aspetta solo il 27 del mese facendo il minimo
indispensabile; lui dava il massimo». Per la famiglia di Consoli, in azienda, c’è
già un gran fermento; la macchina della solidarietà per dare un sostegno alla moglie e ai figli (che vivevano
dignitosamente solo con lo stipendio del capofamiglia); e anche il
presidente Sineri sta cercando il modo di intervenire con un gesto forte e
simbolico in segno anche di affetto e riconoscimento verso una persona che
all’Amt ha dato tanto. «Venerdì sera, quando ho saputo
dell’incidente, - ha aggiunto Michele Sineri - mi sono precitato sul posto. Non
scorderò mai la visione di quel povero corpo senza vita sull’asfalto. Consoli
era un ragazzone altro quasi un metro e novanta, forte e pieno di vita e
vederlo lì, ridotto in quel modo, è stato pietoso». «Un’altra cosa che
mi ha colpito profondamente - ha concluso - è stato l’atteggiamento della
signora Consoli e dei due ragazzi, i quali, pur straziati dal dolore, sono
rimasti composti, in disparte. In silenzio». I funerali di Giuseppe Consoli
dovrebbero svolgersi a Misterbianco (la città in cui risiedeva) lunedì pomeriggio,
ma la data non è ancora certa dal momento che la Procura della repubblica, per
fini investigativi, potrebbe disporre l’autopsia. Solo quando la salma sarà
restituita alla famiglia si potrà decidere una data certa.
IL GAZZETTINO (Venezia)
PROMOZIONE
In 17
mila hanno assaggiato i vini e i prodotti tipici del Veneto. Successo
per l’iniziativa all’aeroporto Marco Polo E’ stata un’esperienza di grande successo l’
area del buon gusto ospitata all’interno dell’aeroporto Marco Polo di Tessera.
Uno spazio dove, a partire dal vino, sono state messe in mostra le tipicità
agroalimentari veneziane. L’idea è stata concretizzata nell’ambito di un
progetto Interreg di cooperazione transfrontaliera con la Slovenia cofinanziato
dall’Unione Europea e che ha visto la collaborazione tra la società Venezia
Wine Forum, Venezia Opportunità, la Regione Veneto e l’Assessorato alle
Attività Produttive e all’Agricoltura della Provincia di Venezia. Per otto mesi nell’area del buon gusto, un
sommelier professionista ha guidato i viaggiatori in degustazioni gratuite alla
scoperta ed alla conoscenza dei vini di qualità che si producono in provincia
di Venezia e degli altri prodotti tipici, dal formaggio Montasio ai vari
radicchi al carciofo di Sant’Erasmo. Sono state oltre 17 mila le degustazioni
offerte. Sono convinto ha detto l’Assessore provinciale Giuseppe Scaboro che
questa sia stata una esperienza importante e che meriti di essere riproposta.
Anche perché abbiamo appurato che c’è poca conoscenza, nel mondo, dei vini di
Lison Pramaggiore e di quelli della Riviera del Brenta. Iniziative di questo tipo potrebbero davvero far fare a queste
produzioni un balzo in avanti nella commercializzazione. Al tempo stesso
dobbiamo continuare a lavorare perché la qualità si innalzi ulteriormente e per
questo è necessario soprattutto investire nella ricerca enologica. Sul piano
della promozione, l’esperienza di collegare questi vini a prodotti dell’area
veneziana già famosi nel mondo dal vetro artistico di Murano alle ceramiche
veneziane, dalla preziosa arte degli indoratori’, alle calzature della Riviera
del Brenta, può essere considerata positiva.
IL GIORNALE
Al
volante ubriaco causa l’incidente: muore un 26enne Un morto e un ferito sono il bilancio di un
grave incidente stradale che si è verificato la scorsa notte all’incrocio tra
via Inganni e via Lorenteggio. Due auto, intorno alle 4.30, con i semafori
ancora lampeggianti, si sono scontrate. Uno dei due conducenti, ricoverato in
gravi condizioni all’ospedale Humanitas, è morto. L’altro, trasportato al
S.Paolo, è in condizioni meno gravi. La vittima si chiamava Walter C., aveva 26
anni e abitava a Trezzano sul Naviglio. L’auto su cui viaggiava, una Seat
Ibiza, stava percorrendo via Lorenteggio verso la periferia - probabilmente il
26enne stava rientrando a casa - ed è stata urtata da una Twingo guidata da un
peruviano di 20 anni, Renato G., che proveniva da via Inganni e che avrebbe
dovuto dare la precedenza. L’extracomunitario, ricoverato in ospedale, è risultato positivo all’alcol test con valori
quattro volte superiori rispetto al limite massimo consentito.
L’immigrato è ora indagato per omicidio colposo.
MILANO.CRONACAQUI.IT
Ucciso
da un peruviano ubriaco Mortale
in via Lorenteggio La vittima è di Trezzano TREZZANO SUL NAVIGLIO - Abita a Trezzano il
giovane che giovedì notte ha perso la vita in un incidente stradale
all’incrocio fra via Lorenteggio e via Inganni. Inutile il trasporto
all’Humanitas di Rozzano. Il 27enne, che viveva con la madre e il fratello di
20 anni in via Cavour, è deceduto a poche ore dall’arrivo in ospedale, attorno
alle 6 del mattino. A causare l’incidente, secondo i primi rilievi, sarebbe
stato un cittadino extracomunitario di origine peruviana, che avrebbe impegnato
l’incrocio ad alta velocità. I semafori erano lampeggianti. E mentre a Milano
il consigliere Marco Osnato sta preparando un’interrogazione da presentare
durante la prima riunione della massima assise meneghina , a Trezzano sul
Naviglio è Andrea Pasini (Alleanza Nazionale) a richiedere una reazione della politica all’ennesima vittima dovuta
all’eccessiva assunzione di alcolici. "La gente sta perdendo la
fiducia nello Stato. Non è possibile - evidenzia il consigliere trezzanese -
che ragazzi così giovani continuino a morire sulle nostre strade per colpa di extracomunitari
(*) che si mettono al volante
ubriachi e rimangono poi praticamente impuniti". "Il rischio -
prosegue il consigliere - è che i parenti delle vittime si facciano giustizia
da soli. La politica deve dare finalmente dei segnali. Non può rimanere
insensibile a tutte queste stragi. Giusto controllare i giovani fuori dalle
discoteche. Ma ora si inaspriscano le leggi anche per chi uccide da ubriaco al
volante di un’auto". (*) Nota: oggi in rassegna riportiamo due
diversi incidenti mortali provocati da guidatori ubriachi, un italiano e un
peruviano. La nazionalità dell’ubriaco non cambia il dolore delle famiglie
distrutte da questi eventi.
LA SICILIA
gli
agenti non effettuarono i test previsti Ubriachezza
non verificata: prosciolto Si era messo alla guida della sua auto
nonostante avesse alzato un po’ il gomito, per questo motivo si è beccato una
denuncia per guida in stato di ebbrezza. Adesso è arrivata la sentenza. Presso
l’aula penale della sede distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento, il
giudice onorario Vincenzo Ricotta ha
assolto l’imputato, L.C. di Canicattì, per non aver commesso il fatto.
L’uomo, l’estate scorsa, è stato fermato da una volante del locale
commissariato mentre, a bordo della sua auto, percorreva le vie del centro. Gli
agenti, durante le operazioni di riconoscimento, hanno subito notato che l’imputato presentava segni di ubriachezza
probabilmente a causa di un consumo eccessivo di sostanze alcoliche. L’uomo,
dopo aver fornito le sue generalità, avrebbe mostrato difficoltà nella
deambulazione e un linguaggio sconnesso. Gli agenti della polizia di stato,
dopo aver accertato evidenti difficoltà di equilibrio, lo hanno denunciato per
guida in stato di ebbrezza. All’uomo inoltre, è stata ritirata la patente.
L’avvocato di fiducia, nell’arringa conclusiva, ha avanzato la richiesta di
assoluzione con formula piena facendo leva sul fatto che all’imputato non
sarebbero stati eseguiti i test mirati ad accertare l’eccesso di sostanze
alcoliche. Il giudice Ricotta, dopo una breve camera di consiglio, ha accolto
le richieste della difesa assolvendo l’imputato perché il fatto non sussiste. (*) D.D. (*) Nota: non entro nel merito della sentenza,
che mi auguro venga impugnata. Quello che desidero sottolineare è che, a fronte
dell’altissima incidenza dell’alcol nei sinistri stradali in Italia, la nostra
clamorosa carenza di etilometri appare indegna di un paese civile. Ogni pattuglia deve esserne sempre fornita. Questa è una scelta politica, che dobbiamo
sollecitare con forza ad ogni occasione ci capiti di avere a che fare con chi
ci amministra.
L’ARENA di Verona
INIZIATIVE.
Tavola rotonda tra esperti e polizia municipale I
sommelier: «No all’abuso di alcol» Fanno
conoscere la qualità del vino per consumarlo solo a piccole dosi Appello
ai giovani «Evitate gli intrugli alcolici e imparate a conoscere le nostre
tradizioni» In alto
i calici. I sommelier scendono in campo nella prevenzione contro l’abuso di
alcol e si confrontano con i tutori dell’ordine: il consumo sregolato di
alcolici è dannoso. Quella che va promossa è la cultura del bere poco e bene. Mentre la Gran
Guardia ospitava le blasonate etichette di Veneto, Trentino e Alto Adige,
premiate dalla Guida Duemilavini, i sommelier dell’Ais Veneto hanno invitato il
comandante della polizia locale, Luigi Altamura, a intervenire alla tavola
rotonda dal titolo evocativo «Contro
l’abuso di alcol: cultura del bere o proibizionismo», a cui hanno
partecipato Roberto Castagner, presidente dell’Accademia della Grappa e delle
Acquaviti, e il dottor Emilio Cipriani del dipartimento di prevenzione
dell’Ulss 22. (*) «È
caduto un tabù», ha commentato Altamura. «È difficile che un’associazione di
sommelier chiami un tutore dell’ordine a parlare dei rischi dell’abuso di alcol».
Eppure è successo, e proprio nella provincia
che è il vero serbatoio doc del Veneto: a Verona fa capo il 62% del totale del
vino Doc-Docg prodotto in regione e il 32% di tutta la produzione regionale. «I sommelier sono i primi ad insegnare a bere
con moderazione», dice il presidente dell’Ais Veneto, Dino Marchi. «In questi
anni ci siamo occupati, sempre più spesso, di educazione al bere, con
particolare attenzione ai giovani». E proprio a questo ruolo di formatori di
una cultura del vino, ha fatto riferimento Altamura nel lanciare il suo
messaggio. «Voi», ha detto riferendosi ai degustatori professionisti, «potete
essere un aiuto alla polizia stradale nel contribuire alla diffusione di una
cultura alimentare del vino». Sapere che vino si sta bevendo, il suo tasso
alcolico e soprattutto le risposte fisiche ai tassi di alcolemia, sono un buon
inizio per combattere i consumi sregolati che, in percentuale preoccupante, si
traducono in incidenti stradali con gravissime conseguenze. Il vino,
ha aggiunto il presidente nazionale Ais, Terenzio Medri, «non ha nulla a che
vedere con gli intrugli di super alcolici che sembrano andare per la maggiore
tra i giovani. È un prodotto che ha una sua storia, una sua cultura, un suo
equilibrio. Ed è quello che cerchiamo di trasmettere ai ragazzi che si
avvicinano con passione a questo lavoro». Da semplici «servitori» del nettare
di Bacco, in quarant’anni i sommelier hanno conquistato terreno. Si sono
preparati (in quattro anni gli iscritti ai corsi di specializzazione sono
aumentati del 360%), hanno creato una cultura del vino e sono diventati
interlocutori autorevoli e stimati. «Nelle bottiglie», ha concluso Medri, «noi
vediamo soprattutto molta qualità e un prodotto che è il vanto del nostro
paese». S.B. (*) Nota: la cultura del bere e il
proibizionismo sono due risposte che la storia ha dimostrato essere entrambe
perdenti. Promuovere il bere per combattere i problemi alcol correlati è
una sciocchezza. Il vino da solo provoca in Italia più problemi alcol correlati
di tutte le altre bevande alcoliche messe insieme.
ASAPS.IT
Foggia “E’
meglio perdere un minuto per la vita e non perdere la vita in un minuto”,
iniziativa sulla sicurezza stradale rivolta alle scuole e organizzata dalla
Polizia Stradale (ASAPS), 16 febbraio 2008 – La Polizia
Stradale va a scuola e insegna i principi della sicurezza stradale. Una serie
di incontri tenuti nella scuola medie della provincia, che ha avuto come filo
conduttore lo slogan “E’ meglio perdere un minuto per la vita e non perdere la
vita in un minuto”. Il tema del progetto, che si è concluso qualche giorno fa,
era “L’utilizzo del veicolo su strada”, che si tratti di una bicicletta o di
un’autovettura. Durante l’appuntamento finale, tenutosi nell’aula magna della
caserma “Miale”, il dirigente della Polstrada, Rossano Casto e l’Ispettore Capo
Gaetano Francolino, hanno spiegato ai 250 studenti presenti, i rischi in cui
possono incorrere quando non rispettano le norme e i segnali del Codice della
Strada. Nell’ambito di questo progetto itinerante gli agenti della Polizia
Stradale hanno affrontato diverse tematiche: dalla guida del motorino, al
corretto trasporto dei bambini in auto, dall’uso delle cinture di sicurezza
sino all’importanza di avere in auto un giubbino catarifrangente. Obiettivo
dell’iniziativa è che il pubblico giovane diventi a sua volta portavoce in
famiglia dell’importanza del rispettare le norme del CdS quando si viaggia in
strada. Al termine dell’ultimo incontro, gli studenti hanno potuto vedere da
vicino alcune autovetture e motocicli di servizio e la strumentazione in
dotazione ai “Centauri”, (autovelox, etilometri e telelaser). (ASAPS)
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Al
Ridotto esaminate le prospettive dell’assistenza sanitaria «Gestire
le risorse» Si è parlato di sanità nel ridotto del Teatro
Sociale, durante la serata organizzata dalla Lista Albertino Stocco e dal
Movimento Veneto per il Ppe. Titolo dell’incontro "Sanità e sociale nel
territorio: realtà e prospettive".«Puntiamo a parlare del benessere
sociale della città e dei suoi abitanti - ha specificato Stocco - lo scorso
giugno infatti avevamo già organizzato l’appuntamento "La città
dell’uomo", proprio per scandagliare che prospettive di miglioramento di
vita sono concretamente sul piatto. In qualche maniera l’incontro di giugno è
stato propedeutico a questo sulla sanità, precisamente per tre motivi.
Anzitutto si pone un accento sulle problematiche socio - sanitarie e su come la
politica dovrebbe affrontarle, poi sul ruolo della conferenza dei sindaci
dell’Ulss 18 e sulle prospettive future dell’azienda sanitaria locale». Dopo di
lui ha preso la parola l’assessore provinciale ai servizi sociali Tiziana
Virgili, che ha illustrato le varie competenze del suo assessorato: «Dobbiamo
conoscere la realtà per sapere dove intervenire con maggior efficacia. Per
essendo infatti la nostra una provincia piccola, credo che comunque non siamo
esenti dalle problematiche che attanagliano tutta l’Italia. Basti pensare che l’ultimo report del 2006
vede Rovigo al primo posto per consumo di sostanze alcoliche e i ragazzi
iniziano a bere a 12 anni. Ecco perché è indispensabile che anche la
Provincia intervenga sul territorio, con un occhio di riguardo al volontariato
che tanto aiuta le istituzioni». Dopo l’intervento di Oscar Tosini, presidente
della conferenza dei sindaci dell’Ulss 18, che ha illustrato i compiti preposti
all’ente da lui presieduto e le varie iniziative in itinere, ha chiuso la
serata l’intervento di Adriano Marcolongo, direttore generale dell’Ulss 18.
«Abbiamo dei buoni servizi sanitari - ha specificato - questi però sono
risposte ai bisogni già emersi. Quello che dobbiamo anche approfondire è
l’azione dei servizi in merito alla prevenzione, difendendo il benessere di
tutti i cittadini. E qui sono coinvolte tutte le istituzioni con l’Ulss, che
devono non tanto gestire le risorse, ma gestire le responsabilità individuali
in ogni settore». M.B.E.
CANALI.LIBERO.IT
Lecco/
Squadra di rugby giovanile devasta il centro Venerdí
15.02.2008 10:24 Un gruppo di giocatori delle giovanili del
’Newcastle Stafs rufc’, squadra di rugby di Newcastle-under-Lyme, cittadina
inglese di 120 mila abitanti ha dato vita dopo una partita a danneggiamenti nei
confronti di una decina di auto parcheggiate e schiamazzi per le vie del centro
cittadino di Lecco. Fermati da una volante della Polizia, hanno ammesso le
responsabilità e sono stati denunciati a piede libero. Il tutto poco prima
della mezzanotte scorsa. La squadra aveva giocato nel Milanese nell’ambito di
una serie di incontri under-19 fra
le province di Milano e Varese. Poi è tornata all’Hotel Nuovo di Garlate
(Lecco) dove soggiornava. Non tutti sono andati a dormire: 11 giocatori hanno
deciso di passare l’ultima serata prima di ripartire alla volta della
madrepatria, in maniera decisamente più ’goliardica’, raggiungendo Lecco. Qui 8 minorenni e 3 maggiorenni, hanno compiuto
un vero e proprio tour tra bar e pub, assumendo di volta in volta abbondanti
quantità di alcoolici. Un percorso costellato da danneggiamenti e atti
vandalici. Una decina le auto parcheggiate prese di mira. Diversi
cassonetti della spazzatura rovesciati a terra. Nel parcheggio del supermercato Esselunga,
hanno divelte le catene dei carrelli della spesa e si sono sfidati in
rocambolesche scorribande e gare su di essi, lungo lo scivolo che conduce ai
parcheggi interrati. A quel punto gli atleti, individuati da una pattuglia
della Squadra Volanti sono stati bloccati. Successivamente accompagnati in taxi
presso l’albergo e affidati ai loro responsabili. Dispiaciuti per quanto
accaduto, il ’coach’ e i gli atleti si sono detti disponibili a risarcire i
danni. Denunciati a piede libero per danneggiamenti aggravati in concorso, i
rugbisti sono tornati oggi in Inghilterra.
IL TIRRENO
Dati
allarmanti. Le Comunità montane: disagio in forte aumento, bisogna
intervenire Aria
buona? Mica tanto... Quel
record di suicidi e alcol nei paesi-cartolina In
crescita anche le violenze familiari. I giovani se ne vanno, gli anziani
soffrono: frutti di un isolamento dorato ma pesante MARIO
LANCISI FIRENZE. Storia numero uno. A Casteldel piano
un anziano agricoltore imbraccia il fucile da caccia e spara alla moglie
inferma, poi si ammazza. Storia numero due. Un giovane ventenne decide di
impiccarsi con il guinzaglio del suo cane. Storia
numero tre, dall’Amiata alla montagna pistoiese, per la precisione a Maresca,
dove un’anziana donna viene trovata morta nel suo letto con le vene delle gambe
e delle braccia tagliate. Paradossi toscani. Tre storie di suicidi. Da
alta quota, montagne toscane. Che fanno riflettere perché, rivelano le
statistiche, i suicidi sono più numerosi nei paesi e nei borghi montani,
anzichè in città. «Sapete dove si riscontra la vita media più alta della
regione? Nell’infernale triangolo Firenze-Prato-Sesto. Sapete dove si riscontra
il numero più alto di suicidi? Nelle splendide campagne del Senese. Le città
metropolitane garantiscono una speranza di vita più alta. Il fatto è che il
lavoro, le relazioni sociali, le possibilità di frequentare gli altri, di
scambiare idee, di avere opportunità di conoscenza, momenti di incontro,
cultura e di amicizia fanno aumentare la nostra voglia di vita. La vita chiama
la vita. Ecco perché nelle località amene (Mugello, Lunigiana, Garfagnana, ad
esempio) ma isolate, la vita dura meno», sostiene lo studioso pisano Roberto
Volpi, autore di uno studio demografico, La fine della famiglia, edito da
Mondadori. Amiata,
record di suicidi. I dati supportano le affermazioni di Volpi. Infatti è stato
calcolato che nel periodo 1988-2002 (ma nel frattempo - dicono gli esperti - la
situazione è rimasta eguale, o addirittura peggiorata), in Toscana si sono
registrati quasi cinquemila (4.764 per la precisione) casi di suicidio con un
tasso di mortalità pari al 6,8 ogni 100mila abitanti. Tra le Asl toscane le
massime incidenze sono state registrate a Siena con un tasso di mortalità di 9
ogni 100mila abitanti e Grosseto con 8. Per i maschi l’area critica è l’Amiata
Senese. Colpiti
over 65 anni. L’analisi a livello di Comuni evidenzia come i rischi di suicidi
più importanti nei maschi risultano concentrati nelle aree meridionali interne
delle Toscana, dalla Val di Cecina alle colline Metallifere fino all’Amiata.
«L’incidenza del suicidio aumenta in entrambi i sessi con l’età, a partire
soprattutto dai 65 anni, fino a raggiungere valori molto elevati nei maschi
oltre 75 anni. L’andamento stagionale mostra una crescita dei suicidi che
inizia a gennaio e culmina in primavera e dura fino a maggio-giugno, per poi
diminuire fino a dicembre. Questo andamento fa pensare a quello dei disturbi
dell’umore», sostiene uno studio dell’Uncem, l’unione delle Comunità montane. Nel mirino alcol e violenze. Sfogliando
questi dati, Oreste Giurlani, presidente dell’Uncem, ha deciso di costituire un
gruppo di lavoro che si occuperà a livello regionale di studiare il fenomeno
dei suicidi, dell’alcolismo e della
violenza contro le donne in tre comunità montane: le Colline Metallifere,
l’Amiata grossetana e il Casentino. L’indagine, che dovrà essere realizzata
entro il 2009, costerà 350mila euro. «Vogliamo capire le ragioni di questo
profondo disagio che porta all’alcolismo, all’eccesso di mortalità per suicidio
e alla violenza contro donne e bambini. Si tratta di tre aspetti che in qualche
misura si intrecciano tra di loro ed evidenziano situazioni di marginalità
sulle quali intendiamo intervenire. Lo scopo infatti è quello di giungere ad
una diminuzione di almeno il 10% di questi fenomeni». Le
possibili cause. L’originalità dell’indagine sta nel fatto che il Casentino
presenta dati in linea con la media regionale al contrario delle altre due
comunità montane. Quindi non è questione legata all’altura, ma ad altri
fenomeni su cui indagherà la ricerca. Tra le ipotesi di lavoro c’è sicuramente
quella dell’isolamento, della mancanza di relazioni sociali, come sottolinea
Galileo Guidi, responsabile dei servizi psichiatrici della Regione, ma anche
dello sviluppo economico e sociale. Luciano
Fedeli e Giovanni Cutolo della società della salute delle Colline Metallifere
sottolineano anche il fatto che «la maggior parte di queste persone non
riescono a mettersi in contatto con i servizi sanitari». Una ricerca di qualche
anno fa ha rilevato che solo il 15% delle persone suicidate si era rivolto ai
servizi psichiatrici della Asl. Gli altri si rivelano incapaci di chiedere
aiuto. Ora toccherà alle Asl farsi avanti per andare alla ricerca di vite
sull’orlo del crepaccio.
TRENTINO
Primiero.
L’incontro Una
battaglia su tre fronti alle dipendenze RAFFAELE
BONACCORSO PRIMIERO. Continuano gli incontri del gruppo
“adulti significativi” promossi dal Tavolo tossicodipendenze del Comprensorio
di Primiero. Nell’ultimo incontro era di scena il mondo imprenditoriale
(artigiani ed industriali). Come le precedenti occasioni si è sviluppato un
interessante dibattito coordinato dal dottor Marcolini, medico del Sert di
Trento. Le esperienze ed i suggerimenti dei presenti, assieme ai questionari
dagli stessi compilati, saranno uniti a quanto emerso nei precedenti incontri
con amministratori, personale sanitario, operatori turistici degli alberghi e
dei pubblici esercizi, dirigenti ed allenatori sportivi. Agli stessi poi si
aggiungeranno analoghi referti dei due gruppi di “adulti significativi”
(operatori delle attività di servizio, addetti al volontariato), i cui incontri
si svolgeranno, rispettivamente, sabato 23 febbraio e sabato 1 marzo. Nel
frattempo si è nuovamente riunito il Tavolo di lavoro per le tossicodipendenze
per una valutazione del lavoro sin qui fatto con i vari gruppi di adulti
significativi già consultati e per fare il punto sulle iniziative future. È
così emersa la volontà di procedere su vari fronti. Il primo riguarda la
pubblicazione ed invio ad ogni famiglia di un “quaderno” che, in forma agile e
semplice, illustri il problema delle tossicodipendenze e delle sue varie
articolazioni, sul territorio del Comprensorio di Primiero e che inoltre faccia
sintesi dei questionari raccolti fra i gruppi di adulti significativi
consultati e indichi concrete misure e per alleviare il fenomeno delle
tossicodipendenze. Verrà poi organizzato un Convegno in autunno con il quale
discutere con la popolazione dei problemi delle tossicodipendenze. Un altro
obiettivo poi sarà far evolvere il Tavolo delle tossicodipendenze in
“Osservatorio permanente territoriale” con
il quale monitorare le tossicità, siano da alcool o da altre sostanze, e
organizzare un “Gruppo genitoriale di auto-mutuo aiuto”, aperto ai genitori sia
con problemi che senza e volto a dare opportuna consulenza alle famiglie,
soprattutto a quelle che hanno figli in età giovanile.
TRENTINO
Birra a
quattro cilindri Il
motoclub Pippo Zanini riapre il 2 marzo ROVERETO. Per donare al “suo” motoclub un
pezzo davvero unico, il presidente Franco Miorandi ha sacrificato una delle sue
storiche moto. Nel dettaglio, un Honda
Cbr 650 di cui è stato asportato il motore, destinato a diventare una singolare
spina per la birra. Il lavoro è stato affidato a Alberto Trinco, meccanico
Moto Guzzi. «Solo lui poteva realizzare un’opera simile» commenta Miorandi
illustrando il “pezzo”: ora il motore
della sua Honda Four scintilla sul bancone del bar del motoclub Pippo Zanini e dai
carburatori esce la birra. (*) Che però i soci non possono ancora
assaggiare. Come molti ricorderanno infatti, la sede del motoclub ha dovuto
iniziare lo scorso anno una lunga pratica finalizzata ad ottenere i permessi
per la mescita di alcolici, sia pure ai soci. Ora, spiega Miorandi, «siamo in
dirittura d’arrivo. Abbiamo ottenuto l’agibilità, stiamo aspettando che la sede
venga accatastata con tutti gli aggiornamenti. Figurarsi, era stata registrata
come appartamento nel 1953. Da allora nessun cambio di destinazione, nonostante
in seguito abbia ospitato due differenti negozi». Miorandi è certo, entro fine
mese il club riaprirà. Lui ha già fissato la data di inaugurazione: sabato 2
marzo. (*) Nota: ieri abbiamo criticato il messaggio
culturale che porta chi associa alcol e auto. Naturalmente questo vale anche
per le moto.
IL RESTO DEL CARLINO (Rimini)
Alcol, il divieto
esteso anche a bar e chioschi Giovanardi: ’Porteremo un riminese a Roma’
LA GAZZETTA DI MODENA
Troppi ubriachi, stop
al vino
LA PROVINCIA DI CREMONA
Ubriachi ‘assediano’
la Casa dell’Accoglienza
CORRIERE DELLA SERA
I bimbi possono
assaggiare il vino?
LA REPUBBLICA
preso a calci e pugni
dopo un diverbio in discoteca - paola cascella
muore travolto da
ubriaco
droga e alcol, strage
di patenti in piazza vittorio
LA STAMPA
Allarme ustioni
"Alcol primo killer"
|