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Fari accesi anche di giorno, l’Austria getta la spugna

Chiuso l’esperimento sull’uso diurno degli anabbaglianti: “benefici non dimostrabili”
L’Europa però continua a lavorare per un obbligo continentale


(ASAPS) VIENNA, 19 febbraio 2008 – L’Austria, che aveva cominciato nel novembre 2005 un esperimento sull’uso diurno dei fari anabbaglianti, ha fatto marcia indietro: a partire dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, il governo ha dichiarato conclusa l’osservazione sui potenziali effetti benefici delle luci sempre accese, visto che nessun miglioramento sostanziale può dirsi dimostrato. La norma era stata introdotta sulla scia delle pressioni europee in materia, dopo che anche Italia e Francia – in modi e tempi diversi – avevano dato il via ad iniziative analoghe. Il 1° gennaio 2005, sempre in Austria, i conducenti di camion, pullman e automobili private erano stati obbligati ad indossare giubbetti retroriflettenti in caso di avaria meccanica e di sosta forzata sul piano viabile. E dire che proprio sul finire del 2007 l’Unione Europea era tornata a ribadire la necessità di estendere a tutto il territorio dell’UE un preciso obbligo in tal senso, tanto che una direttiva europea voluta dal commissario ai trasporti Jacques Barrot è in fase di ultima definizione. Per risolvere il dilemma e le polemiche sui costi, Bruxelles intende puntare sulle indicazioni del gruppo ad alto livello “Cars 21”, che progetta l’installazione di appositi fari diurni sulle auto di nuova costruzione. Si tratta di un gruppo ad alto livello creato nel 2005 dalla Commissione, composto da rappresentanti degli Stati membri, del Parlamento europeo, della Commissione, dell’industria, dei sindacati, delle organizzazioni non governative e degli utenti, con l’obiettivo di formulare raccomandazioni destinate ad accrescere la competitività dell’industria automobilistica europea sul mercato mondiale. (ASAPS)


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Martedì, 19 Febbraio 2008
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