Foto dalla rete (ASAPS) L’Asaps si è occupata spesso della sicurezza dei bambini,
sia in funzione del loro trasporto sui mezzi privati che in quelli pubblici.
L’evento di Asti, che ha visto la morte di un bambino di 10 anni ed il grave
ferimento di un suo compagno di scuola, è un campanello d’allarme che non può
essere sottovalutato. Non sono disponibili, purtroppo, dati di nicchia, ma ci
sembra che eventi di questo tipo, in Italia, siano certamente piuttosto rari,
ma la chiusura di molti istituti scolastici - per i noti tagli alle spese - e
la migrazione forzata delle scolaresche verso i centri maggiormente popolati,
dove vengono accorpati gli istituti scolastici, stanno alzando i fattori di
rischio. Dal dopoguerra fino alla fine degli anni ‘70, il servizio di scuolabus
ha conosciuto il periodo di massima espansione, con intere flotte di pulmini
gialli in servizio attivo presso ogni comune. Poi, anche le donne hanno
cominciato a lavorare, abbandonando il grembiule casalingo per una professione:
gli studenti hanno cominciato così a raggiungere le scuole a bordo delle auto
di famiglia. La recente imposizione dell’uso di cinture a bordo di tutti i
veicoli di servizio pubblico in tratte extraurbane, tocca anche gli
scuolabus, a patto che si tratti di veicoli di fabbricazione successiva
all’entrata in vigore della legge 150 del 13 maggio 2006: tutti gli scuolabus
costruiti prima? Possibile che per i bambini destinati a viaggiare su mezzi non
dotati di cinture, l’esposizione al rischio aumenti con quadrato della
velocità? Rispetto a molti paesi del mondo, possiamo affermare che gli standard
di sicurezza dei nostri scuolabus, a patto che si tratti di veicoli nuovi,
siano adeguati, ma resta il fatto che una moltitudine di studenti di ogni
ordine e grado, debba ancora oggi viaggiare - in alcuni casi - su veri e propri
carri bestiame, con panche al posto dei sedili, con ostacoli sulla via di fuga.
Quando gli eventi infortunistici avvengono in ambito urbano, la sagoma
maggiormente rilevata rispetto alle normali autovetture e le basse velocità
limitano i danni, ma quando questi veicoli percorrono strade extraurbane o di
montagna, cosa può succedere? I percorsi casa-scuola sono sempre più lunghi, il
trasporto tradizionale è carente nelle brevi distanze e sono molti i comuni che
hanno deciso di dare in appalto il servizio, affidandosi - spesso - ad
appalti al ribasso. Se un servizio del genere finisce in mano a persone senza
scrupoli, la vita di un bambino vale meno di un salario da fame. L’ultimo grave
incidente, risale al 9 maggio scorso, a Salasco (Vercelli) dove lo
scuolabus condotto da un 32enne di Lamporo, che percorreva la diramazione
Stroppiana- Santhià, uscì di strada capottandosi. Morirono 2 bambini, uno dei
quali dopo un’agonia durata giorni. Il conducente risultò positivo al test per
il cannabis e venne immediatamente arrestato. Il 14 novembre, invece, l’autista
53enne dello scuolabus di Cuasso al Monte (Varese), venne fermato dai
Carabinieri e trovato positivo all’etilometro. Si è invece concluso senza gravi
conseguenze un terribile schianto avvenuto sabato scorso (1 dicembre), a Castelvenere
(Benevento), che ha visto coinvolto uno scuolabus con a bordo 8 bambini
delle scuole materne. Il veicolo stava percorrendo la statale Sannitica e stava
per svoltare a sinistra quando è stato centrato in pieno da una Y10 in fase di
sorpasso, condotta da una 33enne di Telese Terme accompagnata dai due
figlioletti. L’impatto è stato devastante, ma miracolosamente nessuno ha riportato
ferite gravi: l’utilitaria è finita in un campo, mentre lo scuolabus ha
praticamente fatto un giro su sé stesso. Sul posto sono giunte le volanti del
Commissariato, che hanno rilevato l’incidente e prestato i primi soccorsi ai
feriti, tutti fortunatamente dimessi dall’ospedale. Per trovare altri incidenti
analoghi, bisogna scavare negli archivi: il 29 giugno 2006, sull’autostrada
Firenze Mare (la A11), all’altezza di Porcari (Lucca), lo scontro tra un
tir ed una macchina ebbe come conseguenza il coinvolgimento di uno scuolabus
che trasportava diciassette passeggeri, di età compresa tra i 6 ed i 15 anni.
Il veicolo subì la rottura dei vetri della fiancata sinistra ed una quindicina
di ragazzi furono costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Le
conseguenze furono comunque lievi. Circa un mese prima, il 24 maggio, un
tamponamento tra due scuolabus avvenuto a Bisognano (Cosenza) provocò il
ferimento grave di uno dei due conducenti (il tamponante) e lievi contusioni
per 4 piccoli passeggeri. Il 17 novembre 2005, una decina di alunni di una
scuola elementare rimasero lievemente feriti dopo che il bus scolastico su cui
stavano viaggiando era stato tamponato da un’auto, a sua volta urtata da un
autobus di linea. Il 23 giugno 2005, a Latiano (Brindisi), un pulmino
adibito al trasporto di scolari (12 bambini a bordo) finì fuori strada, dopo
che l’autista venne colto da infarto. Per lui, 48 anni, non ci fu nulla da
fare: tutti gli scolari rimasero illesi. Ma con il proliferare degli appalti,
possiamo essere davvero sicuri che i nostri bambini siano al sicuro sugli
scuolabus? Insomma, sulle nostre auto dobbiamo rispettare regole rigide, ma
quando salgono sul pulmino per andare a scuola, le cose sono diverse? Ad oggi,
non siamo in grado di dirvi se conducenti ed accompagnatori vengano sottoposti
a training addestrativi che li preparino e li sensibilizzino all’alto grado di
responsabilità che riveste la loro professione. Sappiamo, lo dice la Cassazione
(Terza Sezione Civile, 4359/2004 ed altre analoghe), che l’autista dello
scuolabus e l’accompagnatore hanno doveri e responsabilità estremamente simili
a quelle di un genitore: devono attendere gli scolari all’uscita dalle lezioni
e se un alunno dovesse scendere dal veicolo in luogo differente dalla fermata
prestabilita o semplicemente dovesse tornare a piedi, quando per lui era
prestabilito il viaggio, il personale di bordo risponderebbe penalmente di
“abbandono di minore”. Questo è il senso dell’articolo 591 del codice penale,
più volte ribadito dalla Suprema Corte. Stabilito dunque il dovere
dell’incaricato, ci troviamo però a dover effettuare una considerazione:
la pubblica amministrazione, fa tutto ciò che dovrebbe per garantire la massima
sicurezza possibile a questo tipo di delicatissimo servizio? Cominciamo
dall’inizio. Il conducente. Quale
formazione? Il percorso: un
sentiero sicuro Fase critica: la
discesa e la salita Bimbo a bordo:
sicurezza passiva Genitori, occhio! Da Il Centauro n.118 |
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