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Rassegna stampa Alcol e guida del 19 febbraio 2008

A cura di Alessansro Sbarbada e Roberto Argenta

COMUNICATO APCAT TRENTINO

Premio Germano d’Argento
Il Premio Germano d’Argento, nato nel 1990 in provincia di Alessandria e dal 2000 promosso in Trentino sta per scadere; infatti sabato 15 marzo 2008 è l’ultimo giorno utile per spedire le opere e gli scritti inediti da parte di tutte le persone, le associazioni, le scuole desiderose di affrontare le problematiche legate al consumo di alcol. Questo Premio è promosso dall’ APCAT Trentino (Associazione Provinciale dei Club degli Alcolisti in Trattamento) tramite il suo Centro Studi e con il patrocinio dell’AICAT (Associazione Italiana Club Alcolisti in Trattamento).
La particolarità di questo concorso è dettata dal confronto che più autori possono avere sul tema alcol, confrontandosi attraverso elaborati scritti o creatività artistiche.
Questo modo comunicativo crea un vero veicolo promozionale verso una responsabilità attiva personale e verso la comunità, permettendo a tutti di affrontare un tema molto sentito.
Non tutti siamo uguali: c’è chi si sente più eloquente a voce e chi attraverso una sequenza di pensieri. Affrontare un tema come l’alcol è difficile, sia per chi non ha problemi con la sostanza e chi ha trascorso, o trascorre, parte della propria vita “insieme” all’alcol.
Il riuscire a immergersi in questa tematica raccontando proprie sensazioni, propri pensieri, proprie debolezze imprime un forte messaggio verso gli altri. La persuasione di essere consapevoli che l’alcol è una droga con i suoi grattacapi, ma che possiamo uscirne, si da un messaggio positivo per una promozione della salute. L’esposizione scritta ci porta alla memoria un rivivere veritiero fatto di momenti belli e momenti brutti.
Questo modo di esprimersi ci indica che tutti indistintamente dal ruolo che abbiamo nella quotidianità, possiamo essere parte attiva creando grande interesse nella comunità: ecco allora il significato di questo premio.
Le finalità di questo premio oltre ad avere un carattere culturale sono quelle di informare e di sensibilizzare su un tema discusso a vari livelli, che procura sofferenze a molte famiglie.
(*)

Remo Mengon
Presidente APCAT Trentino

(*) Nota: al seguente link http://www.apcattrentino-centrostudi.it/germano.asp potete trovare tutte le informazioni, e la scheda per iscriversi.
Scrivete, scrivete, scrivete.


IL MATTINO (Avellino)

Ubriaco, uccise un bimbo: condanna a tre anni
PAOLA DE STASIO
Torella dei Lombardi. Era il 14 ottobre del 2006. Verso l’imbrunire una mamma con i suoi due figli usciva da un negozio di frutta di Torella dei Lombardi. La donna stava aprendo la portiera della sua vettura parcheggiata, quando all’improvviso sbucò un’auto a folle velocità che prima falciò il figlio più piccolo Michele di 5 anni e poi investì lei. Dall’altra parte del marciapiede il bambino più grande assistette all’agghiacciante scena. Michele non ce la fece, lascerà la vita su quell’asfalto maledetto, gravissima la madre, Rosetta Marra, che lotterà per un mese e più in terapia intensiva e rischierà di perdere una gamba. A distanza di 16 mesi da quella tragedia che commosse l’Irpinia e la indignò perché a bordo di quell’auto killer c’era un ragazzo di 23 anni che guidava in evidente stato di ebbrezza, è stata emessa dal tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi una severa condanna (*) a carico di Andrea Natale, il giovane che investì il piccolo Michele Di Paolo di Nusco e la mamma Rosetta Marra. Il giudice monocratico Ciafardini lo ha condannato a tre anni e 4 mesi per l’accusa di omicidio colposo, è stato celebrato il rito abbreviato che di fatto ha consentito lo sconto di un terzo della pena. La famiglia Di Paolo è assistita dagli avvocati Raffaele Capasso e Gerardo Di Martino. Il pubblico ministero Patscot aveva chiesto il massimo della pena per questo tipo di reato: 8 anni. E’ stato accertato che il conducente della vettura Andrea Natale aveva un tasso alcolico che superava di ben 4 volte i valori tollerati dalla legge. Il giovane fu aggredito e linciato subito dai testimoni della tragedia. Si tratta di una condanna severa, tra l’altro la procura aveva rigettato la richiesta di patteggiamento avanzata dalla difesa di Natale. Grande in questa vicenda è stato anche il coinvolgimento emotivo oltre che professionale da parte dell’avvocato Raffaele Capasso in sinergia con l’avvocato Gilda Rizzo che si è occupata di un aspetto nient’affatto secondario, quello psicologico della loro assistita Rosetta Marra. A breve inizierà il dibattimento per quanto concerne il risarcimento civile. Certo non basteranno le sentenze ad alleviare il dramma di una famiglia di Nusco così provata dal destino. Rosetta Marra intanto continua il suo peregrinare in vari ospedali d’Italia, da Sant’Angelo ad Ariano, da San Giovanni Rotondi a Bologna per cercare di recuperare in pieno la funzionalità degli arti inferiori.
(*) Nota: se non fosse stata severa gli avrebbero dato – forse - anche un premio.


IL GAZZETTINO (Treviso)

PREGANZIOL In Appello a Venezia è stato ridiscusso l’omicidio di Mario Dal Tezzon avvenuto a Frescada nel novembre 2005 
Undici anni ad Armando Romano 
Ridotta la condanna inflitta dal Tribunale di Treviso all’omicida che ha sempre sostenuto di essere innocente

Preganziol Il Pm Miggiani della Procura di Treviso aveva chiesto l’ergastolo per Armando Romano, accusato di aver ucciso Mario Dal Tezzon nel novembre 2005 a Preganziol. Con il rito abbreviato la pena è scesa a 30 anni (3 di indulto, 27). Infine con la condanna a diciannove anni e mezzo (tre sono coperti da indulto) si era chiuso il processo davanti al Gup Gianluigi Zulian, celebrato con il rito abbreviato ad Armando Romano, 55 anni, che abitava a Frescada di Preganziol con la vittima, Mario Dal Tezzon, 37 anni.Fu indubbiamente un grande successo della difesa, sostenuta dall’avvocato Pasquale Fabio Crea, che stese in quell’occasione una memoria di 80 pagine per fare presente che si trattava di un processo assolutamente indiziario: se Romano non avesse fatto al nipote una telefonata dal contenuto che appare quasi confessorio, prove dirette non ce ne sarebbero state. Ieri in Appello a Venezia la pena è stata ulteriormente ridotta: i 19 anni e 4 mesi sono diventati 14 e 8 e grazie ai 3 anni dell’indulto alla fine la pena da scontare - teoricamente - diventa di undici anni e otto mesi.
E pensare che il pubblico ministero Antonio Miggiani aveva chiesto alla corte di Treviso l’ergastolo, per un reato che aveva descritto come futile e abbietto (un colpo di pistola alla nuca), provocato dall’ubriachezza e nascosto per otto giorni (tanto tempo dopo venne trovato il corpo) con una fuga. Ergastolo che il rito abbreviato avrebbe tramutato in trent’anni.Romano fu poi condannato a 16 anni per l’omicidio; a tre e mezzo per l’arma mentre la ricettazione dell’arma è stata riformulata in furto. Romano si è sempre dichiarato innocente: «Volevo bene a Dal Tezzon come ad un figlio - ha scritto in una memoria presentata allora al giudice - vi prego, cercate il vero assassino».
L’omicidio di Mario Dal Tezzon fu commesso a metà del novembre 2005 in una casa di Frescada di Preganziol. Imputato e poi condannato per l’omicidio fu Armando Romano, 57 anni, nato in Calabria ma vissuto a lungo a Milano; il giudice Gianluigi Zulian condannò lo stesso Romano anche a tre anni e mezzo per la detenzione di una pistola rubata nel ’95. Il pubblico ministero aveva chiesto trent’anni; cioè l’ergastolo con la concessione del beneficio del rito abbreviato.
Se si pensa all’ergastolo chiesto dall’accusa inizialmente, la sentenza di ieri rappresenta un miracolo. E giunge a conclusione di una storia triste troncata dall’omicidio. Romano, era già stato dieci anni in prigione per tentato omicidio; ha un caratteraccio da cui è derivata la passione per l’alcool. (*) Dal Tezzon, finito in prigione per due rapine fatte per disperazione, era divorziato e non aveva più una lira. Si erano conosciuti casualmente: Romano gli ha offerto di andare a stare con lui, diventando amici. Tentarono anche un lavoro assieme, ma esperienza naufragò. Tutti e due bevevano. La sera del delitto litigarono, in quel contesto parti il colpo mortale. Romano ha sempre sostenuto, fin dal momento dell’arresto, di essere innocente.

Sergio Zanellato
(*) Nota: chissà se è nato prima l’uovo o la gallina.


IL GAZZETTINO

Richard è annegato.
Resta il giallo: suicidio o incidente?

Venezia
È morto per annegamento e non per le ferite riportate nella caduta il turista inglese di 23 anni scomparso a Venezia nella notte del 13 febbraio e ritrovato domenica pomeriggio ai piedi di un pilone del Ponte della Libertà. Il medico legale Antonello Cirnelli ha effettuato ieri l’autopsia sul corpo di Richard Raynor ed è arrivato a questa prima conclusione che non spiega ancora le cause della caduta, ma comunque mette alcuni punti fermi negli accertamenti investigativi che ora propendono per un evento accidentale, e quindi un «tragico incidente», come sostiene la famiglia del giovane. Il procuratore Vittorio Borraccetti dichiara: «Non esiste neppure lontanamente un indizio che faccia pensare a un omicidio».

NESSUNA LESIONE MORTALE. L’esito dell’autopsia è stato comunicato al pubblico ministero Lucia D’Alessandro. Il medico ha trovato tracce d’acqua nei polmoni, ovvero la prova che la morte è avvenuta (quasi certamente) per annegamento. Numerose le lesioni, presenti anche alcune fratture. Ma nessuna ferita che dimostri l’esistenza di traumi letali. Le lesioni sarebbero state provocate prima della morte (ad esempio i colpi alla testa), ovvero quale effetto della caduta dalla spalletta del ponte fino a una tubatura che corre lungo la strada, poi nell’acqua. Altre lesioni sono post-mortem, a dimostrazione che il cadavere è stato sbattuto contro i piloni e si è mosso prima di fermarsi nel punto dove poi è stato ritrovato.

MEZZO METRO D’ACQUA. In quel punto l’acqua era alta appena mezzo metro domenica pomeriggio, al momento del recupero. I piloni, inoltre, fermano il gioco delle correnti, anche se la laguna è comunque soggetta alle maree. Sicuramente quando Richard è caduto nel budello era ancora vivo. E l’acqua a quell’ora era piuttosto alta. Per questo ha attutito il colpo, altrimenti le lesioni riscontrate al volto sarebbero state più devastanti. Ma ciò non ha evitato l’asfissia da annegamento. Sul momento del decesso il medico legale non si è ancora espresso. Non si sa ancora a quale distanza dalla caduta sia avvenuta la morte. Richard potrebbe essere rimasto laggiù ancora vivo, per un certo arco di tempo, con la testa nell’acqua.

AVEVA BEVUTO. Sicuramente il turista aveva bevuto dell’alcool. Lo ha confermato la fidanzata Katie Robinson quando ha presentato denuncia. Al momento in cui lo aveva perso di vista, a piazzale Roma, la coppia era reduce da una cena e da un giro per i pub. Anzi, Richard voleva bere ancora qualcosa prima di prendere il taxi per l’hotel Ariston che si trova a Mestre lungo il Terraglio. Solo l’esame tossicologico potrà accertare quale fosse lo stato di ebbrezza di Raynor e se egli abbia assunto sostanze stupefacenti.

UNO STRANO DETTAGLIO. Alla luce di questi risultati, gli investigatori propendono per l’ipotesi di una caduta accidentale. Ma sono ancora cauti. Anche perchè è emerso lo strano particolare degli oggetti personali di Richard che sono stati trovati a bordo della strada. Si tratta di un portafogli, di un telefono cellulare e della chiave della camera d’albergo. Li aveva trovati giovedì mattina un anziano che stava passando in bicicletta. Non erano sopra il parapetto del ponte, come sembrava domenica sera. Erano vicino al guard-rail, come posati in ordine. Ma se nel primo caso si poteva pensare al gesto di un suicida che voleva far trovare i propri documenti e le carte di credito, il fatto che gli oggetti fossero a terra può far ritenere che siano usciti dalle tasche prima della caduta. È comunque alquanto strano.

LE VERSIONI DELLA FIDANZATA. Gli investigatori stanno vagliando le dichiarazioni rese da Katie Robinson, la girl-friend di Richard. Alla Polizia disse in un primo tempo che aveva perso di vista il ragazzo, lo aveva cercato per una decina di minuti, poi aveva preso il taxi per Mestre. Poi aveva aggiunto di aver trovato un messaggio («Sono in mezzo al nulla») nella segreteria del cellulare, che aveva ascoltato al mattino. La stessa circostanza aveva confermato domenica a "Il Gazzettino" dalla sua casa inglese. Ma su "Times-on-line" è apparsa ieri una nuova dichiarazione: «Richard mi ha telefonato chiedendomi dov’ero. Gli ho detto che ero in taxi. Bene, ha risposto, aggiungendo che ne avrebbe preso uno anche lui e che ci saremmo incontrati all’hotel». Per questo era andata a dormire, convinta che al risveglio lui sarebbe stato accanto a lei nel letto della camera 407.

KATIE VERRÀ INTERROGATA. È molto probabile che Katie venga interrogata, con le procedure della rogatoria internazionale, per chiarire tutti questi particolari. Ma solo quando saranno ultimati gli accertamenti sul flusso telefonico (quante furono le chiamate quella notte?), gli interrogatori dei testimoni (ad esempio il taxista che ha accompagnato la donna a Mestre) e quando saranno definitivi i risultati dell’autopsia. In particolare i dati relativi all’ora del morte del turista, decisiva per sciogliere i dubbi residui di questo giallo veneziano.

Giuseppe Pietrobelli


L’ARENA di Verona

SICUREZZA STRADALE. Al termine dell’incontro in Prefettura confermata la collaborazione per la lotta allo «sballo»
Ubriachi al volante, scatta il nuovo giro di vite
Il prefetto Fortunati: «Vista la disponibilità di forze dell’ordine e Dipartimento la sinergia prosegue»
Nacque come sperimentazione, prosegue come piano la cui efficacia è stata testata «su strada» per mesi. E ha fornito risultati confortanti, quelli che segnano un calo sensibile di incidenti stradali, e quindi anche di vittime, durante il fine settimana. Un tema che è stato affrontato in Prefettura ieri pomeriggio, nel corso della riunione del comitato per la sicurezza, e dedicato proprio alla prevenzione oltre che alla prosecuzione della sinergia tra il Dipartimento per le dipendenze e le forze dell’ordine. Un incontro al termine del quale al piano di realizzazione si è aggiunto un altro tassello positivo. «Vista la disponibilità da parte sia del Dipartimento che delle forze dell’ordine», il breve commento del prefetto Italia Fortunati, «il piano di collaborazione prosegue. Stiamo tracciando le linee per riprendere i controlli su strada, in sinergia».
Già, perchè i mesi di «prova», come sottolineò lo stesso prefetto ai primi di febbraio, comunque hanno coinciso con un calo sensibile degli incidenti. Un decremento dovuto forse non completamente alla presenza dei posti di blocco ma comunque, e questo è innegabile, pattuglie e personale medico e sanitario del Dipartimento che nelle notti del fine settimana hanno «controllato» le principali arterie di città e provincia la funzione di deterrente l’hanno avuta.
A fianco di un positivo risultato c’è comunque la disponibilità a proseguire. E se l’attività operativa è importante, è importante anche stabilire una continuità di collaborazione per mantenere quello che da agosto ad oggi rappresenta un trend positivo, cioè il calo degli incidenti stradali.
Questo il convincimento delle forze dell’ordine, polizia stradale, polizia municipale, carabinieri e guardia di Finanza (che fornirà un supporto con l’unità cinofila) e che rappresenta un sostegno imprescindibile per il progetto che, primo in Italia, è stato preso a modello, e diventerà presto operativo, sia in Emilia Romagna che in Toscana.
Le risorse umane ci sono e la Regione sta valutando i costi per stabilire gli investimenti ulteriori. E a fornire il polso di quanto la situazione positiva riguardi solo il calo degli incidenti ma non «l’abitudine allo sballo» sono proprio i dati clinici rilevati anche al termine dei controlli più recenti. Troppe ancora le persone, soprattutto i giovani, che si mettono alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti senza avere percezione di quanto sia pericoloso per sé e per gli altri. Un atteggiamento che rischia di diventare un ’«abitudine». La riprova? A fine gennaio, fuori dalla discoteca, quattro giovani su dieci erano positivi a droghe.


L’ARENA di Verona

SENTENZA. Termina la vicenda cominciata cinque anni fa
Sparò all’aggressore, assolto un poliziotto
Era stato preso a botte da un automobilista ubriaco durante i rilievi per un incidente sul Lago
L’agente spiegò che aveva fatto fuoco per non essere sopraffatto da quell’uomo 

Stavolta è davvero finita. Sono passati cinque anni fatti di sentenze in primo grado, ricorsi, perizie, testimonianze. Ma alla fine l’assistente della polizia di Stato, Francesco Agnello, in servizio alla polstrada di Bardolino è stato assolto dall’accusa di lesioni a Roberto Currao, che di guai con la giustizia ne ha avuti anche altri. Il primo grado di giudizio ha portato all’assoluzione di Agnello e dell’agente Maria Pia Concetta con la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero Giovanni Pietro Pascucci, e condannato Currao a un anno e otto mesi. L’avvocato dell’imputato, Paolo Costantini ha presentato ricorso al provvedimento per la legittimazione dell’intervento di Agnello. Il tutto è stato poi rimesso nella mani del giudice di pace di Caprino Veronese che dopo aver sentito ancora una volta i testi, ha assolto il poliziotto dalle lesioni. «L’avvocato Flavio Amicabile, curatore della nostra organizzazione di polizia», ha detto Angelo Calvario, della Fsp Ugl, «in 15 minuti di difesa ha demolito un’ora di requisitoria dell’avvocato della controparte. La magistratura ha saputo riconoscere nei colleghi la professionalità nel combattere qualsiasi gesto criminoso al servizio dei cittadini. Noi ringraziamo pubblicamente l’avvocato che non ha lesinato tempo e impegno in questa vicenda» Era il 21 gennaio 2003 quando Currao, ubriaco al volante, nonostante avesse il ritiro della patente ancora in atto proprio per guida in stato d’ebbrezza ebbe un incidente. La patente gli era stata ritirata alcune ore prima. Dopo il sinistro, avvenuto a Garda, venne chiamata la polizia stradale. Arrivò una pattuglia del distaccamento di Bardolino. Rilievi di rito, accertamenti. A Currao che era al volante senza patente venne posta sotto sequestro l’auto, per fermo amministrativo e lui venne invitato in caserma. La sua rabbia esplose violentissima. Currao si scagliò contro i due agenti, a uno tolse lo sfollagente e lo utilizzò per picchiarli. Cercò di togliere la pistola dalla fondina della poliziotta. Arrivò anche un’altra pattuglia, visto che uno degli agente era riuscito a mandare l’allarme via radio. Agnello estrasse la pistola per non essere sopraffatto dal malvivente. Uno dei quattro colpi sparati per intimorire e far desistere Currao, raggiunse invece una sua gamba. «Credevo mi uccidesse», disse il poliziotto dal suo letto d’ospedale all’epoca. Era a Peschiera, un mese di prognosi per le botte, «quell’uomo aveva lo sguardo spiritato, ripeteva di continuo che mi avrebbe ammazzato». Per la difesa, il poliziotto esagerò nella reazione. Per i testimoni, fece l’unica cosa che poteva fare per fermare la rabbia di quell’uomo ubriaco, che poi risultò positivo anche al metadone. Il giudice ha dato ragione al poliziotto, assolvendolo.
A.V.


ADNKRONOS

BOLOGNA: FA BERE VODKA A NEONATO, ARRESTATO SFRUTTATORE PROSTITUTE
Bologna, 19 feb. - (Adnkronos) - Si e’ ubriacato di vodka durante una cena e ha costretto a bere anche il figlio di 7 mesi di una delle prostitute moldave che lui sfruttava. E quando le tre donne sono intervenute per impedirgli di fare del male al bambino in preda ai fumi dell’alcol ne ha picchiate due provocando loro lesioni giudicate guaribili in 10 giorni dai sanitari dell’ospedale Rizzoli di Bologna. Dopo la lite l’uomo e’ fuggito con il bambino, di cui pare sia il padre, e il giorno dopo ha minacciato la madre di non rivedere piu’ il figlio se lo avesse denunciato. Pensava di averla fatta franca e invece le tre si sono rivolte ai carabinieri della Compagnia di San Lazzaro, comune alle porte di Bologna, che hanno arrestato lo sfruttatore. In carcere e’ cosi’ finito uno slavo di 47 anni, gia’ noto alle forze dell’ordine.


ITALIASALUTE

TROPPO ALCOL SOPRATTUTTO TRA I GIOVANI
In Italia le morti causate dall’alcol, per malattie come cirrosi e cancro, sono 25mila l’anno. A queste vanno aggiunte le 2mila in incidenti stradali causati da guida in stato di ubriachezza.
I dati sono già allarmanti così, senza contare il fatto che sempre più adolescenti tra i 13 e i 15 anni bevono una volta a settimana grandi quantità di alcol, dando vita anche da noi ad un fenomeno di origini inglesi chiamato “binge drinking”.
“Sono dati che ci costringono a pensare a interventi urgenti” sostiene Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità. “Ciò che allarma di più è che il fenomeno del binge drinking sta prendendo piede anche tra gli adulti”. E continua “In Italia fanno uso di alcol 35 milioni di persone, l’81% degli uomini e il 56,4% delle donne. La maggior parte beve due bicchieri ai pasti, ma il 17% dei consumatori è da considerarsi a rischio e 5 milioni di loro avrebbero bisogno di un intervento di prevenzione, cura o riabilitazione.”
In Italia esistono diverse strutture per aiutare gli alcolisti a smettere, alcune sono gestite dal Servizio sanitario e altre da privati o volontari di Alcolisti anonimi e dell’Aicat. Secondo il farmacologo Gianluigi Gessa si ottengono i migliori risultati combinando la terapia farmacologica con quella psicologica.
Il farmaco maggiormente utilizzato è il disulfiram. “Quando il paziente, disobbedendo al terapeuta, beve alcol, il farmaco provoca una sensazione angosciante.”
Altri farmaci sono in grado di sopprimere la pulsione del bere senza provocare reazioni avverse, ma sono tutti utilizzabili solo su pazienti non epatopatici, che tra gli alcolisti sono molto pochi.
Una nuova sostanza chiamata baclofen sembra dare buoni risultati in questi casi.
"Abbiamo dato a metà dei volontari il farmaco, all’altra metà il placebo. Abbiamo valutato la durata dell’astinenza, con risultati incoraggianti: il 70%, dopo 6 mesi, non aveva ripreso a bere" spiega Giovanni Addolorato, specialista in medicina interna all’Università Cattolica di Roma.
Questa sostanza ha il vantaggio che essendo metabolizzata dai reni è innocua per il fegato.
Secondo gli alcolisti anonimi esiste una caratteristica comune, forse un fattore genetico, che rende gli alcolisti incapaci di resistere alla tentazione di bere. Di parere discordante è invece Francesca Cesati, terapista che applica il metodo Easy way to control alcohol, la quale sostiene che se davvero ci fossero delle basi genetiche per la tossicodipendenza, non sarebbe possibile guarirne.


ASAPS.IT

Russi (RA)
La Polizia Municipale ferma una signora di 61 anni, era alla guida con un tasso alcolemico di 1,93 g/l
Dall’inizio dell’anno il comando della località romagnola ha svolto un’attività intensa di contrasto alle violazioni al CdS

(ASAPS), 19 febbraio 2008 – Una tranquilla domenica pomeriggio, poche auto per strada e una pattuglia della Polizia Municipale impegnata in un normale servizio di controllo. Tutto regolare, sino a quando gli agenti notano un’auto che viaggiava a zig-zag passando da una carreggiata all’altra. Immediatamente scatta “l’alt”. Al volante della vettura una signora di 61 anni che, evidentemente, aveva “alzato un po’ troppo il gomito”. Inevitabile il controllo con l’etilometro. Risultato: un tasso alcolemico di 1,93 g/l; quantità decisamente superiore al limite imposto dalla legge: 0,5 g/l. Per la signora è scattato il ritiro della patente e la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Negli ultimi giorni, inoltre, sempre la Polizia Municipale, ha fermato un cittadino albanese trovato alla guida di uno scooter privo di targa. Durante il controllo dei documenti i “vigili” hanno scoperto che la patente con cui guidava l’uomo era falsa. Per lui una denuncia per falso ideologico. Dall’inizio dell’anno la Polizia Municipale di Russi, composta da sei unità anche se, in base ai parametri regionali ne servirebbero almeno dieci, ha svolto un lavoro notevole per il contrasto delle infrazioni al Codice della Strada. Dal 1° gennaio, infatti, oltre all’attività di controllo sono state contestate quattro violazioni dell’art. 193 (assicurazione scaduta); 2 per l’art. 218 (circolazione con patente sospesa); 2 per il 186 (guida sotto l’influenza di alcol) e 2 per 116 (guida di ciclomotori senza titolo abilitativo). Accertamenti che hanno portato, complessivamente, a 4 sequestri amministrativi, sei fermi amministrativi, due patenti ritirate, due provvedimenti di revoca e a tre notizie di reato. Inoltre un cittadino clandestino è stato fotosegnalato e a suo carico è stato emesso un decreto di espulsione. (ASAPS)


ILGRECALE.IT

Fisichella testimonial campagna sicurezza stradale (*)
Il pilota di Formula Uno presenterà la campagna foggiana "Vivi la Strada", a Foggia, il prossimo 23 febbraio
Di Redazione
Sarà il pilota di Formula Uno Giancarlo Fisichella, il testimonial della campagna foggiana "Vivi la Strada" che sarà a Foggia, il prossimo 23 febbraio, in occasione della "Giornata Provinciale sulla sicurezza stradale". L’iniziativa è articolata in due momenti: alle 17.00, nel salone del Tribunale della Dogana, Fisichella parlerà di sicurezza stradale con giovani delle scuole medie superiori della Capitanata. La sera, alle 22.00, alla discoteca"Histoire" incontrerà tutti i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa "il Mio Amico Bob", cui sarà riservato l’ingresso gratuito in discoteca. L’Amministrazione Provinciale di Foggia - ed in particolare l’assessore ai Trasporti, Antonello Summa - d’intesa con la Regione Puglia intende promuovere diverse iniziative, all’uscita dai locali più frequentati dai giovani, per contrastare le cosiddette "stragi del sabato sera", in molti casi dovute alla guida in stato di ebbrezza ed all’abuso di sostanze alcoliche. E non solo. Sono molteplici, infatti, le iniziative dirette ai ragazzi in età scolare e comunque aigiovani più in generale. Tra queste, che si svolgono tutte nell’ambito del progetto"Vivi la Strada", alcune stanno già riscuotendo un grande successo. E’ il caso di: "Il Mio Amico Bob" - articolato in 15 date notturne, realizzato in collaborazione con i gestori di discoteche, la Polizia Stradale e Polizia Provinciale - in cui viene effettuato un censimento volontario, all’ingresso della discoteca, di tutti i giovani che, all’interno di un gruppo, si nominano quali conducenti dei veicoli - "Bob". All’uscita della discoteca tutti i "Bob" interessati, liberamente, si sono recati, nelle undici delle 15 serate previste, o si recheranno presso la stazione mobile della Polizia per effettuare volontariamente il controllo alcolemico. Sino ad oggi, nei test effettuati nel capoluogo foggiano, precisamente presso le discoteche "Domus Area", "Replay" e "Histoire", sono stati oltre 500 i "Bob" che hanno tenuto fede all’impegno preso, risultando sobri alla prova con l’etilometro. E sono ancora tante le iniziative in cantiere di Provincia e Regione nell’ambito del progetto "Vivi la Strada" che saranno realizzate e presentate "strada facendo".
(*) Nota: pare che Henri Landru (http://it.wikipedia.org/wiki/Henri_Landru ) sia stato prescelto per fare da testimonial in una prossima campagna per la promozione dell’armonia della vita di coppia.


SANREMONEWS

Sanremo: fermato automobilista ubriaco dopo incidente
Erano da poco passate le 6 in via Hope, quando si è verificato un grave incidente tra un motorino ed un Renault express. Sembrava un grave incidente ma fortunatamente entrambi i guidatori sono usciti illesi dallo scontro.
Pochi istanti dopo l’impatto, il guidatore dello scooter ha preferito chiamare i Carabinieri, poiché preoccupato dall’atteggiamento ‘alterato’ dimostrato da Vincenzo R., l’altro guidatore coinvolto nel sinistro. Al loro arrivo i militari, oltre a rilevare l’incidente, hanno constatato che il livello di alcool nel sangue dell’automobilista era superiore a 3,5 gl, ovvero ben sette volte maggiore rispetto ai limiti consentiti dalla legge. Quindi, è subito scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza nonché il sequestro del veicolo ed il ritiro della patente di guida. 

Stefano Michero


IL TIRRENO

ARRESTATO
Ubriaco aggredisce i carabinieri

Farah Garbi, 22 anni, tunisino, è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Altopascio per lesioni, danneggiamento e porto abusivo di coltello. L’altra sera fuori dal bar «La stazione» ad Altopascio i militari sono dovuti intervenire per sedare una rissa tra extracomunitari. Al loro arrivo sono stati aggrediti dell’immigrato che agitando una bottiglia di vetro rotta ha minacciato i carabinieri. Quando i militari lo hanno bloccato l’immigrato ha iniziato a colpirli con calci e pugni ferendone leggermente due costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso. È stata danneggiata anche l’auto di servizio e in tasca al tunisino è stato rinvenuto un coltello lungo 15 centimetri. L’arresto è stato convalidato e il processo con rito direttissimo si terrà tra cinque giorni in seguito alla richiesta dei termini a difesa presentata dal legale dell’immigrato.


REDATTORE SOCIALE

Parma ci prova: insegnare ai bambini i rischi causati da alcol e fumo

LA TRIBUNA DI TREVISO

Ubriaco alla guida semina il panico Fermato e denunciato dalla polizia

IL RESTO DEL CARLINO (Pesaro)

Tragedia sfiorata, preso l’automobilista super ubriaco

LA STAMPA

Scontro tra due moto e auto Un centauro era ubriaco

Gli spezza una gamba nella lite fra camionisti

LA GAZZETTA DI MANTOVA

Ubriaco salta lo stop al rondò

LA GAZZETTA DI MODENA

Maxibottiglia di lambrusco in via Sigonio: ma è regolare?



© asaps.it
Mercoledì, 20 Febbraio 2008
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