IL RESTO DEL CARLINO
IL PROGETTO Uso e abuso di alcol:
i rischi per gli immigrati E’ l’obiettivo di ’I popoli e i
problemi alcocorrelati’. Il progetto del Comune prevede due incontri e un
momento di socializzazione. E’ la prima esperienza nel Polesine per promuovere
stili di vita sani e facilitare l’integrazione Rovigo, - Fornire informazioni sanitarie sui
rischi connessi al consumo di bevande alcoliche. E’ uno degli obiettivi del
progetto ’I popoli ed i problemi alcolcorrelati’ ideato dall’ACAT medio
Polesine e dall’assessorato alle Politiche dell’immigrazione del Comune di
Rovigo, nell’ambito delle iniziative sostenute dal Centro servizi per il
volontariato. Il progetto, che prevede due incontri e un momento di
socializzazione, si propone di affrontare il problema della scarsa
consapevolezza dei rischi connessi all’uso di bevande alcoliche presente nei
cittadini immigrati. La salute e il benessere, come spiega Ermanno
Scaroni responsabile del progetto, sono elementi essenziali per lo sviluppo
personale, sociale ed economico tutelati dal diritto a richiedere informazioni
corrette sulle modalità più giuste per salvaguardarle. E’ verificato che il
consumo di bevande alcoliche è uno dei fattori che maggiormente influenzano lo
stato di salute ed il benessere. La migrazione di persone straniere nel nostro
territorio è fenomeno emergente ed in continua espansione. L’inserimento
sociale è spesso difficile e reso ancor più complicato dal contemporaneo
consumo di bevande alcoliche soprattutto per quelle popolazioni che
culturalmente o per motivi religiosi non consumavano alcool nei loro territori
d’origine. Tra le altre finalità del progetto,
distribuire materiale informativo multilingue nelle varie comunità e
contribuire alla costituzione di una rete che permetta l’avvicinamento delle
persone con problemi alcol correlati ai servizi socio sanitari e al privato
sociale operanti nel territorio. Al progetto hanno aderito in qualità di
copartner l’Associazione Immigrati nel Polesine, l’Associazione Insieme Onlus.,
la Comunità islamica Annur, l’Associazione Elmassira, l’Associazione cinesi nel
Veneto, l’associazione Teatro 99, il Comune di Villadose, la Comunità Anglofona
africana. Sono programmati nella sala Gran Guardia di
Rovigo due incontri di informazione sui problemi alcol correlati nei giorni 24
febbraio e 16 marzo dalle ore 15 alle ore 17. Gli incontri saranno gestiti da
due professionisti del serT di Rovigo (dott.ssa Siviero e dott. Mazzo). E
previsto un ulteriore momento di socializzazione per il mese di aprile, con un
pranzo interetnico gestito dalle varie comunità rigorosamente analcolico da
inserire nella programmazione delle attività dell’ACAT nel mese della
Prevenzione Alcologica. Il progetto, interamente condiviso con i
rappresentanti delle diverse etnie, rappresenta la prima esperienza nel nostro
territorio per promuovere comportamenti e stili di vita sani in gruppi
culturali multietnici e per facilitare l’integrazione sociale di persone con
culture differenti. Gli incontri sono aperti a tutta la
cittadinanza. Per ulteriori informazioni rivolgersi
all’Associazione A.C.A.T. presso il Servizio per le Tossicodipendenze Viale
Gramsci, n. 27 Rovigo telefono: 0425/362176 oppure al Comune di Rovigo presso
l’Assessorato alle Politiche dell’immigrazione Piazza Vittorio Emanuele II n. 1
Rovigo telefono: 0425/206107.
SEGNALAZIONE DI LUC THIBAULT
Niente fumo ma buona vita. La prevenzione a
scuola (www.lungoparma.it) Un burattino che aspirando il fumo di una
sigaretta, mostra polmoni che cambiano colore. Una favola raccontata ad arte
con protagonista la signora nicotina. Sono alcuni degli strumenti del progetto
“Cittarcobaleno” con cui la Lilt di Parma entra in relazione con le bambine e i
bambini delle ultime classi delle elementari e delle scuole medie del
territorio. Piccoli studenti dai nove ai tredici anni, attenti a quello che
accade loro intorno, con i quali medici e tirocinanti di psicologia parlano dei danni del fumo e delle sostanze che creano
dipendenze, come l’alcool. L’idea di “Cittarcobaleno” è quella di
prevenire, di insegnare comportamenti “sani”, spiegando fin dalla nascita delle
prime curiosità o dei primi comportanti a rischio, cosa accade quando si entra
in contatto con queste sostanze. Oggi a Parma in Provincia, ente che ha
patrocinato il progetto, l’assessore provinciale Tiziana Mozzoni ha aperto
l’incontro con cui i volontari della Lilt hanno fatto il punto sull’attività in
cantiere per il 2008. Un calendario di incontri che, a partire da domani
mercoledì 20 febbraio, toccherà 2000 ragazzi. “Condividiamo gli obiettivi e il metodo
perseguiti con questo progetto che ha il pregio di entrare in contatto con
bambini e ragazzi spiegando loro cosa può accadere e facendoli sentire
protagonisti delle loro scelte” – ha detto Mozzoni. Renzo Catelli
vicepresidente della Lilt, intervenuto insieme alla collega Stefania Pugolotti,
ha ricordato alcuni dati sul cancro: “a Parma ci sono 3mila casi di tumori
all’anno e di questi il 50% sono mortali. Quelli al polmone, di cui si registra
un aumento fra le donne, sono circa un terzo ma in questo caso la mortalità
sale al 25%”. “Il nostro motto e impariamo divertendoci“ ha raccontato Marta
Viappiani, psicologa psicoterapeuta responsabile dell’ambulatorio del fumo
della Lilt “per questo utilizziamo un burattino e il linguaggio delle fiabe per
dare una possibilità ai bambini di apprendere strumenti utili di prevenzione”. Uno spaccato della realtà locale è venuto dai
medici Franco Delindati e Maurizio Consigli impegnati negli incontri nelle
scuole. Una testimonianza da cui è emerso che se è vero che il fenomeno del
fumo non tocca i bambini delle elementari, già alle medie il clima è molto
diverso e si hanno riscontri del fenomeno in particolare nelle ragazzine. “ La
diagnosi precoce è un’arma fondamentale per la diagnosi al tumore – ha
ricordato Delindati – il nostro lavoro è quello di concorrere ad evitare il
rischio”. Frutto di uno sforzo congiunto di persone con
diverse competenze, il progetto “Cittarcobaleno” è nato nel 2006 ed ha fatto
registrare da subito un ampio gradimento del modo della scuola. Nel 2007 le
classi coinvolte sono state 53 (21 elementari e 32 medie) e si prevede che nel
2008 saranno coinvolti circa 2000 ragazzi. In crescita anche il numero di
richieste che arrivano alla Lilt dalla scuole. Le attività che si svolgono in
classe sono ovviamente diverse. Per le elementari il racconto di una fiaba ha
lo scopo di far riflettere, divertendosi, i ragazzini coinvolti. In un secondo
momento arriva il burattino che concretamente rivela le conseguenze del fumo. Per le medie si privilegia un momento di
conversazione sulle conoscenze delle “motivazioni” che spingono ad accendere
una sigaretta o a bere birra o altro, dopo di ché si propone l’utilizzo di un
gioco interattivo per sondare le conoscenze acquisite. Entrambi questi momenti
sono accompagnati dalla spiegazione del medico sui danni organici causati
dall’abuso di queste sostanze. La partecipazione dei ragazzini è attiva: i
cartelloni e le attività grafiche, hanno arricchito il punto informativo della
Lilt per la festa del 31 maggio, giornata mondiale contro il fumo. Negli anni
il progetto ha subito delle modifiche passando dalla prevenzione del
"fumo", alla prevenzione del "fumo e dell’alcool" , visto
il maggior consumo registrato negli ultimi anni dai giovani. Anche l’obiettivo
è più vasto essendo mirato a offrire strumenti ai ragazzi per migliorare il
loro stile di vita inserendo anche dati su una migliore alimentazione e un
maggior bisogno. Il progetto cittarcobaleno si avvale di una
convenzione con la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Parma
che ha permesso l’inserimento di studentesse di psicologia in questa attività.
Da quando è stata attivata la convenzione, sono state formate una ottantina di
tirocinanti la cui preziosa collaborazione ha permesso di allargare la base partecipativa del progetto
arrivando a lavorare in molte più scuole della città e della Provincia sia
statali che private. Del progetto è stato anche realizzato un cd destinato a
tutti gli insegnanti Le tirocinanti nel 2007 hanno realizzato un questionario
di valutazione sulle conoscenze dell’argomento fumo e alcool i cui esiti
saranno pronti a fine primavera ma da cui si evince che questo tema è
sicuramente uno dei più sentiti dai giovani alunni, specialmente nelle medie in
cui chiedono ragguagli anche sull’uso delle droghe.
IL GAZZETTINO (Venezia)
"Se l’alcol entra in famiglia" e
"Rosetta" al centro culturale Candiani Mestre Dopo il successo della prima edizione, torna
al Centro Culturale Candiani l’iniziativa Adolescenze difficili, dedicata ai
problemi causati dall’alcol, nata dalla collaborazione tra Enti Pubblici ed
Organizzazioni del Privato Sociale che operano nel territorio veneto, destinata
agli operatori sociali che desiderano confrontarsi e riflettere sul proprio
operato.A partire da oggi mercoledì 20 febbraio alle ore 9.30 con il primo
incontro dal titolo "Se l’alcol entra in famiglia" e la proiezione di
"Rosetta" di Jean-Pierre e Luc Dardenne, una serie di film, e
riflessioni per stimolare analisi, pensieri ed aprire anche nuove ipotesi
d’intervento. La scelta della tematica alcol e giovani,
nasce dal moltiplicarsi di fatti di cronaca connessi all’abuso di alcol e
dall’osservazione di comportamenti giovanili anche estremi nei quali l’alcol è
sempre presente: incidenti, risse, violenze, feste... Affrontare queste problematiche è un modo per
ribadire che la larga accettazione sociale del consumo di alcol non solo è
diseducativa ma porta ad alti rischi e conseguenze deleterie per lo sviluppo
psico-fisico e relazionale durante l’adolescenza. Il programma prosegue mercoledì 26 marzo, ore
9.30 con "Non solo alcol". Proiezione di Fame chimica di Antonio
Bocola e Paolo Vari. Mercoledì 23 aprile, ore 9.30 La violenza
dell’alcol. Proiezione di Hooligans di Lexi Alexander. Mercoledì 21 maggio, ore 9.30 Proiezione del
video La notte dell’alcol tratto da Lucignolo. Tavola Rotonda e proiezione del corto
Buongiorno presentato dall’autore Alberto Baraldi.
TENDENZEONLINE.INFO
DANNI AL DNA DEL FETO SE IL FUTURO PADRE FUMA
O BEVE TROPPO Roma, 19 feb. (Apcom) - Il fumo e l’eccesso di
alcol fanno male al bambino e non solo se a fumare e bere è la futura madre, ma
anche se a farlo è il padre, Secondo una ricerca della Boston University,
riportata dal Times, infatti, quando l’uomo fuma le sostanze tossiche delle
sigarette e dell’alcol possono causare addirittura dei mutamenti nel Dna che
viene trasmesso alle future generazioni attraverso lo sperma. E, anche se il bambino non farà mai neanche
’un tiro’, quelle sostanze saranno già presenti nel suo organismo, pronte a
provocare dei danni. Il fumo è legato a difetti congeniti come la spina bifida
e la palatoschisi, mentre l’eccesso di alcol può provocare difetti cardiaci. I
ricercatori sono stati messi in allerta dal fatto che l’uso eccessivo di
pesticidi può causare problemi alla prostata che durano poi per generazioni: lo
stesso meccanismo, dicono gli scienziati, vale per il bere e il fumare. Fino ad
oggi era ben noto che ciò che fa una futura madre si ripercuote sulla salute
del bimbo, ma adesso diventa chiaro che anche i padri giocano un ruolo
importante nella futura salute del figlio. Gladys Friedler, scienziata della Boston
University, spiega che "i maschi sono importanti tanto quanto le donne in
termini dell’impatto sullo sviluppo del feto". Ad esempio, gli esperimenti
sull’uso dei pesticidi, in particolare della vinclozolina, usata nell’olio di
semi di colza in Inghilterra e su pompelmi e altra frutta in altre parti del
mondo, viene assorbita dagli adulti e può causare problemi alla prostata e allo
sperma, che muta in qualità e quantità per diverse generazioni, provocando
cambiamenti alla struttura genica che viene trasmessa. Per questo, per
l’evidente tossicità contenuta nelle sigarette e nell’alcol, sarebbe bene che
gli uomini che intendono concepire un figlio non fumassero nè bevessero
pesantemente, per minimizzare i rischi nella riproduzione.
LA GAZZETTA DI PARMA
Un etilometro in dono ai ragazzi Prevenire gli
incidenti e lotta all’alcol: incontro con esperti rivolto ai giovani dai 18 ai
25 anni Prevenire gli incidenti stradali causati
dall’alcool. E’ questo l’obiettivo che ha spinto il Comando di Polizia
Municipale di Fornovo ad organizzare un’iniziativa pubblica su questo tematica.
In considerazione dei dati nazionali che mettono sul podio della cause di
incidenti stradali, spesso mortali, l’abuso di alcool, un fenomeno in continuo
aumento, il Comando fornovese in stretta collaborazione con l’Amministrazione
Comunale ha in programma una serata informativa e informale, per offrire
momenti di riflessione, soprattutto ai giovani. La serata sarà aperta a tutta
la cittadinanza ma si rivolgerà in modo particolare ai più giovani di età
compresa tra i 18 ed i 25 anni. continua...
L’ADIGE
Servì un ubriaco:
barista a processoAssolto: a versare la
sambuca forse fu il cameriere
chiara zomer Si rilassino gli esercenti lagarini e non
solo: condannare chi dà da bere ad un ubriaco, è tutto tranne che facile. E
saperlo può aiutare una categoria che, in questo periodo, su questo punto ha
più d’un pensiero. Perché la norma che prevede la denuncia per gli esercenti
che danno da bere ad un cliente ubriaco, era di quelle da preoccupare. È vero,
la legge c’è sempre stata. Ma è l’applicazione ad essere stata, negli anni, un
tantino discontinua. Ora però siamo in un periodo di tolleranza zero e il
rischio per l’esercente distratto è notevole: oltre al procedimento penale -
perché di reato si tratta, benché punito con un’ammenda - c’è la sanzione
accessoria obbligatoria. La sospensione temporanea (e quanto temporanea lo
decide il giudice) della licenza. Con i conseguenti danni economici. Ma una
recente sentenza del giudice di Pace di Rovereto sembra aprire uno spiraglio a
baristi e ristoratori. Tutto parte dalla vicenda di Paolo Nave, titolare
del caffé Commercio di Ala, che qualche mese fa si è visto entrare i
carabinieri nel bar. All’arrivo nel locale i due militari hanno visto due
giovani appoggiati al bancone, entrambi intenti a bersi una sambuca. Solo che
uno dei due era evidentemente ubriaco. Ed è scattato il verbale e di
conseguenza il processo davanti al giudice di pace Adolfo Vergari. Ma l’accusa
non ha retto. Perché - ha sottolineato l’avvocato della difesa Alessandro Olivi
- mancavano un paio di presupposti. Il primo: a versare - o comunque a prendere
l’ordinazione - doveva essere il titolare. E in questo caso è probabile fosse
stato il cameriere che non è soggetto agli stessi obblighi dell’esercente. E
poi nessuno era in grado di dire, e quindi di provare, se a ordinare fosse
stato il giovane ubriaco o l’amico sobrio. Una tesi che il giudice ha accolto:
ha assolto infatti l’imprenditore alense perché «non si è formulata la prova
che sia stato lui a servire il superalcolico». E altrettanto non c’è alcuna
prova per dire chi ha fatto l’ordinazione e - questo il punto interessante -
c’è reato solo se ubriaco è chi ordina, non chi beve poi l’alcolico. Per gli
esercenti, probabilmente, si apre un orizzonte nuovo. (*) (*) Nota: già altre
volte i giudici di Pace ci hanno stupito con sentenze al limite del ridicolo.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale. Art. 691 - Somministrazione di bevande
alcooliche a persona in stato di manifesta ubriachezza - Chiunque
somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza,
è punito con l’arresto da tre mesi a un anno. Qualora il colpevole sia
esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna
importa la sospensione dall’esercizio. Stando alle motivazioni di questo
giudice l’esercente non è colpevole se non versa lui materialmente l’alcolico,
quindi niente sospensione dell’esercizio. Come dire che tutti i bar dati in
gestione, in cui il titolare non c’è mai, non sono soggetti a questa sanzione.
CORRIERE ADRIATICO
Il questore fa chiudere un locale per sette
giorni Paolo Mei Pergola - La decisione era un po’ nell’aria.
Un complesso procedimento amministrativo avviato a seguito della proposta di
chiusura da parte della Compagnia dei Carabinieri di Fano, con la quale si
faceva notare come il locale fosse divenuto, nel corso del tempo, luogo
abituale di ritrovo di giovani pregiudicati e dediti all’uso di bevande
alcoliche e di stupefacenti ha indotto il questore Benedetto Pansini, ad
infliggere una chiusura di sette giorni all’esercizio pubblico Zanzibar di
Pergola. Il provvedimento, notificato al titolare dello
“Zanzibar” l’ 8 febbraio, è già stato scontato. Il
questore, nel caso specifico, ha adottato un atto che, lungi dal divenire un
giudizio sulla capacità professionali dei titolari di esercizi pubblici, tende
principalmente a frenare gravi fenomeni quali l’abuso di alcol e l’uso di
sostanze stupefacenti specie tra i giovani. (*) Confermando in questo la linea fin
qui adottata a partire dal giorno del suo insediamento, il dottor Pansini
continua la sua battaglia avvalendosi non solo degli strumenti repressivi, ma
anche mediante il contatto con i destinatari della sua azione, attraverso
incontri nelle scuole, partecipazioni alle conferenze organizzate dalle
associazioni di categoria, puntando, mediante una ininterrotta opera di
prevenzione, a far sì che provvedimenti come quello che ha interessato lo
Zanzibar, possano divenire la “estrema ratio”. (*) Nota: bisogna vedere cosa si intende per
capacità professionali. Se si intende l’abilità di vendere degli alcolici, a
qualsiasi persona ed in ogni occasione, un provvedimento di chiusura di questo
tipo è come una medaglia. Se nella professionalità di un gestore di un
esercizio pubblico pensiamo debbano entrare anche il rispetto sia delle leggi
che della salute dei clienti, ci sarebbe molto da discutere.
IL TIRRENO
LettereI CONSIGLI DI UN PROFESSORE Segnali che sfuggono ai genitori poco
attenti Molte giovani vite si spengono, spesso, in
momenti di divertimento. Le mie raccomandazioni a molti forse non piaceranno.
Insegno nelle superiori da 27 anni, sto molto in mezzo a loro. Sono soli,
spesso abbandonati dai grandi; talvolta i genitori non ci sono, talvolta ci
sono ma non come dovrebbero esserci. Mi riferisco ai giovanissimi, 13-17 anni,
i più fragili. Fumano, e non solo sigarette; bevono, e non solo birre. Non
tutti, ovviamente, ma una grossa percentuale sì, ed i ragazzi molto di più
delle loro coetanee.“Prof,
ma lei è proprio di un’altra generazione! Ma non lo sa che oggi tutti si
spinellano? Che cosa pensa, che ci faccia male?”. Questa è la tipica risposta
che molti ragazzi danno quando ci mettiamo a parlare di fumo, alcool e via
dicendo.Mi domando: ma è possibile, cari genitori, che
non vi accorgiate in che stato sono i vostro figli quando rientrano: se hanno
bevuto, fumato uno spinello o peggio se si sono impasticcati?Li aspettate la notte quando rientrano, per
dare loro la buona notte e guardarli negli occhi? Perché li fate rientrare alle
3-4 di notte con i loro motorini, spesso senza fermi e più spesso truccati, con
il casco non omologato e invece non li accompagnate e li andate a riprendere,
visto che il cellulare lo hanno sempre dietro, e possono avvertirvi quando è
l’ora, quella giusta, per rientrare?Perché quando escono non vi fate dire come
hanno programmato la serata, evitando che si organizzino in tempo reale con i
loro telefonini, così sapete dove si trovano?E perché, ogni tanto, non li fate rimanere in
casa a studiare, specialmente quando hanno qualche problema a scuola? (*)Prof.
Bruno Mannocchi Ist. professionale Marconi Viareggio (*) Nota: probabilmente questo insegnante non
ha figli.
INSTABLOG
Roma: pensionato
ucciso, è stata la conviventeROMA - Ha confessato di aver ucciso il
convivente al termine dell’ennesima lite. Isola Cerchi è in carcere per
l’omicidio del compagno Paolo Milanetti, 63enne pensionato, con il quale viveva
da diversi anni. Inizialmente la donna aveva affermato di aver ritrovato l’uomo
morto al ritorno da una passeggiata col cane. Milanetti, dopo essere tornato
ubriaco, avrebbe tentato di strangolarla nel corso di un litigio. Lei lo ha
ferito mortalmente con tre coltellate.
IL RESTO DEL CARLINO
LA DENUNCIA "Era ubriaco,
sono vivo per miracolo" Per evitare il
frontale si getta nel fossato. Solo tanta paura: "Per fortuna ho avuto
riflessi pronti" Pesaro - "Per poco non mi ammazzava. Era
totalmente ubriaco e stava venendo contro di me guidando a zig zag".
Racconta Bartolomeo Falzone, 47 anni, di Villagrande di Mombaroccio:
"Erano passate da poco le tre del pomeriggio di sabato, stavo tornando a
casa verso Villagrande. Mi sono visto improvvisamente davanti un’Opel Corsa che
veniva esattamente nella mia corsia. Ho avuto i riflessi di gettarmi sulla cunetta.
Ho schivato l’auto per un soffio ma poi mi sono messo dietro a quella macchina
fino a bloccarla. Ho visto chi c’era al volante. Barcollava, gli ho urlato che
era un criminale ma questo, un marocchino di quarant’anni, che abita da queste
parti, non ha fatto altro che entrare in un altro bar e chiedere da bere. Ho
preso contatto con le forze dell’ordine spiegando quello che mi era appena
accaduto ma ho avuto la risposta che quel tipo lo conoscono tutti, ma non si
può fargli niente perché tanto la patente la riprende sempre. Io sono allibito,
non lo accetto, una risposta del genere non la voglio nemmeno prendere in
considerazione perché se non ero io alla guida ma una donna o una persona
anziana o meno attenta finiva ammazzata contro quel criminale di ubriaco".
Che cosa le ha detto l’extracomunitario che ha
bloccato dopo il pericolo incidente: «Lui proprio non ha detto niente. Non
sapeva nemmeno dove fosse né cosa stesse facendo. L’ho seguito, gli detto che
non doveva mettersi alla guida ma si è disinteressato ampiamente delle mie
parole. Allora l’ho seguito per vedere dove si fermasse e ora so quali sono i
suoi amici. Non credo che una qualunque forza di polizia non possa fare niente
per impedire a questa persona di mettere a repentaglio la vita di innocenti. Io
ho avuto una paura terrificante e non sono un tipo che usa la macchina solo la
domenica. Per il mio lavoro, faccio 100mila chilometri l’anno, so
"capire" un pericolo che potrebbe pararsi davanti ma di fronte a
questi soggetti lasciati liberi di ubriacarsi e di mettersi alla guida senza
nessun controllo, bisogna agire e non lasciarsi schiacciare da pigrizia o dalla
consuetudine". Aggiunge: "Non fa così, non si può
nemmeno credere che tanto non succederà nulla. Le strade che portano a
Villagrande di Mombaroccio sono piene di tragici ricordi per incidenti. Come si
può pensare che un uomo totalmente ubriaco sia lasciato in possesso della
patente di guida. E’ una responsabilità che nessuno persona cosciente può
prendersi. Va fatto subito qualcosa, gli va tolta la patente prima che provochi
un incidente mortale come stava per fare contro di me. Qualcuno deve agire
subito, finché si è in tempo".
ALTO ADIGE
ALLARME A RIO PUSTERIA Alcol, due ragazzine
in coma etilico Luca Masiello Hanno 14 anni, erano
in gita. Ricoverate ma già dimesse Sono stati i compagni di classe a trovarle
riverse a terra in stanza RIO
DI PUSTERIA. Per festeggiare le vacanze sugli sci hanno deciso di attaccarsi
alla bottiglia, chiuse dentro la stanza di un albergo di Rio di Pusteria dove
erano alloggiate. Ma la reazione dell’alcool su di loro è stata devastante:
sabato due studentesse germaniche di 14 anni sono state ricoverate all’ospedale
in coma etilico. Sono stati i loro genitori a recuperarle dopo che sono state
dimesse. Il modo in cui si sono procurate la bottiglia
non è stato chiarito, né che cosa abbiano ingurgitato per tutta la sera, anche
se è molto probabile che sia stato un alcolico a base dolce e molto zuccherosa,
considerata la forte reazione alla sbornia. Erano da poco trascorse le 22 e 30 di sabato,
quando i volontari della Croce bianca con a bordo il medico d’urgenza
dell’ospedale di Bressanone sono intervenuti nel piccolo comune all’imbocco
della Val Pusteria. L’allarme era stato lanciato pochi minuti prima da alcuni compagni
di classe delle due ragazzine - alunni di una scuola germanica in vacanza in
Alto Adige ed alloggiati in un albergo di Rio - che avevano trovato le amiche
riverse a terra nella loro stanza. Quando i sanitari sono arrivati le giovani
erano ancora prive di conoscenza, ma dopo le prime cure mediche sono riusciti a
ridestarle e a trasportarle immediatamente all’ospedale di Bressanone, dove
sono state ricoverate con una forte intossicazione da alcool. Il loro risveglio, domenica mattina, non deve
certo essere stato dei più tranquilli: oltre a dover sopportare un forte mal di
testa da post - sbornia ed il fastidio della canula della flebo nel braccio,
subito dopo aver aperto gli occhi le due quattordicenni si sono trovate di
fronte i loro professori, che non devono certo aver lesinato sui rimproveri. Sono stati loro, infatti, ad allertare i
genitori delle alunne, che non hanno esitato ad organizzarsi e a partire alla
volta di Bressanone, dove hanno trovato le loro pargole in un letto d’ospedale,
ed all’atto delle loro dimissioni, a riaccompagnarle a casa. Per loro, ora, si
prospettano certamente provvedimenti disciplinari a livello scolastico, ma
soprattutto i più temuti provvedimenti «familiari».
ANSA
Ubriachi alla guida, denunciati dalla
Polstrada Campobasso, ritirate
otto patenti CAMPOBASSO, - Otto persone sorprese alla guida
sotto l’effetto di alcolici sono state denunciate dalla Polizia stradale di
Campobasso. E’ avvenuto nel corso dell’attivita’ di controllo svolta nel fine
settimana; per tutti e’ scattato anche il ritiro della patente. In tutti i casi
si tratta di giovani dei quali uno, coinvolto in un incidente stradale con
feriti a Termoli (Campobasso), e’ stato trovato con un tasso alcolico cinque
volte superiore al valore consentito.
AGI
GUIDAVA UBRIACO E
SENZA PATENTE, DENUNCIATO 21ENNE Chiavari (Genova), - Guidava ubriaco con la
patente dell’amico quando e’ stato fermato, per un normale controllo, dai
carabinieri e, senza scomporsi, ha esibito ai militari la patente di guida di
un amico poiche’ lui la patente non l’aveva mai presa: e’ accaduto a Chiavari.
Protagonista un 21enne di Sestri Levante che, per questa bravata, si e’
ritrovato con tre denunce: una per la guida in stato di ebbrezza; la seconda
per guida senza patente ed infine per sostituzione di persona.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
ARRESTO Ubriaco lungo il marciapiede Soccorso, picchia
gli agenti Era tanto ubriaco da non riuscire a reggersi
in piedi. Così alcuni passanti hanno avvisato il 113 e dalla Questura è stata
inviata una Volante. Alla fine l’uomo ha malmenato gli agenti ed è finito in
manette. Per i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per non
aver ottemperato all’ordine di espulsione firmato dal Questore il 24 aprile
2007, è stato arrestato Mycola Karcha, 28 anni, ucraino, clandestino e senza
fissa dimora in Italia. Sono le 15.25 di lunedì e la Volante arriva
all’altezza del civico 128 di via Mascagni, nel quartiere San Pio X, e come da
segnalazione ricevute trova il 28enne disteso a terra lungo il marciapiede.
Ubriaco fradicio. Sono l’intervento del personale del Suem "rimette in
piedi" il giovane. Così la Volante porta Karcha in Questura per
compiere i vari accertamenti. Ma negli uffici di vicolo Donatoni lo straniero
di scatena. Calci e pugni contro i poliziotti che faticano non poco a bloccarlo
e calmarlo. Un agente deve anche andare all’Ospedale dove i medici del Pronto
soccorso gli riscontrano contusioni giudicate guaribili in 12 giorni.
Considerando anche che Karcha avrebbe dovuto lasciare l’Italia dopo
l’espulsione dell’aprile 2007 è stato arrestato ed ora è a disposizione del
sostituto procuratore Ciro Alberto Savino.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Ubriaco, importuna i clienti e poi ferisce un
carabiniere SUSEGANA - Ubriaco nonostante l’ora non certo
tarda, ha importunato i clienti del bar Giardino, a Ponte della Priula. Quando,
verso le 19.30, nel locale sono arrivati i carabinieri, chiamati dal titolare,
anziché calmarsi si è scagliato con violenza contro i militi: i carabinieri
sono stati presi a calci e pugni e a fatica sono riusciti a bloccare D.M.,
trentenne residente a Mareno di Piave. Ai polsi dell’uomo sono scattate le
manette: dovrà rispondere di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Uno dei
militi ha dovuto recarsi in ospedale per farsi medicare: nel tentativo di
bloccare l’ubriaco ha riportato la frattura di un dito della mano. Ne avrà per
15 giorni.
RADIORTM
SCICLI. ARRESTATO UN TUNISINO
VIOLENTO Ubriaco fradicio si porta in una sala giochi
di Via Castellana, appena dietro piazza Italia: rompe la vetrata della porta di
ingresso, aggredisce il gestore e tenta di strangolarlo. E’ stato arrestato il
tunisino protagonista dell’episodio avvenuto nella notte fra sabato e domenica,
perchè colto in flagranza di reato. A finire in manette J.K. 29 anni abitante
in città. L’uomo non sarebbe in regola con il permesso di soggiorno. J.K. è lo
stesso personaggio che nella sera del giorno di San Valentino, sempre ubriaco,
s’è portato sul tetto di un discount di fuori città e poi costretto a scendere
dopo l’arrivo dei vigili urbani che hanno lavorato parecchio per riportarlo
alla calma. Sabato notte un nuovo episodio sempre con lo stesso attore. Il
tunisino nella tarda serata si sarebbe portato in via Castellana, nei pressi di
piazza Italia, dove è ubicata una sala giochi. Una volta qui ha rotto la
vetrata della porta di ingresso dell’esercizio pubblico (poche centinaia di
euro i danni) e come risposta alle lamentele del gestore non ci ha pensato due
volte ad avventarglisi addosso ed a tentare di strangolarlo alla presenza di
altre persone che cercavano di calmare il tunisino fuori di sé per i fumi
dell’alcool. Nel contempo profferiva parole che annunciavano altri danni fisici
alla vittima. Per fortuna in zona si trovavano i militari dell’arma della
Stazione di Scicli che, in servizio di controllo sul territorio, sono
prontamente intervenuti. La prontezza con cui i carabinieri sono intervenuti ha
permesso di evitare la tragedia. J.K., dopo i rilievi fotosegnaletici, è stato
munito del provvedimento di espulsione dal territorio italiano e
contemporaneamente è stato trasferito al carcere di Piano del Gesù a Modica
Alta, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nella stessa serata un altro
cittadino tunisino non in regola con il permesso di soggiorno è stato
intercettato e munito di decreto di espulsione.
RIVIERA24
Intervento dei
carabinieriAutomobile tampona
scooter: conducente guidava in stato di ebbrezzaSanremo - L’atteggiamento alterato
dell’automobilista, Vincenzo R., ha indotto il motociclista a chiamare i
carabinieri che hanno sottoposto l’uomo all’alcol test, trovando con un livello
di alcool nel sangue superiore a 3,5 gl.Un incidente stradale si e’ verificato,
intorno alle 6, in via Hope, a Sanremo, dove un a vettura Renault Express ha
tamponato uno scooter, facendo cadere il suo conducente il quale e’,
fortunatamente, rimasto illeso. L’atteggiamento alterato dell’automobilista,
Vincenzo R., ha indotto il motociclista a chiamare i carabinieri che hanno
sottoposto l’uomo all’alcol test, trovando con un livello di alcool nel sangue
superiore a 3,5 gl. E’ stato cosi’ denunciato per guida in stato di ebbrezza.
Per lui il ritiro della patente e il sequestro dell’automobile.
IL TRENTINO
Bolzanino alticcio in
motorino: il giudice lo punisce ma non lo appieda
Condannato sì, ma con
patente ROVERETO. Anche guidare un ciclomotore, se si
è alzato troppo il gomito, espone alla denuncia e alla condanna per guida in
stato di ebbrezza. Ma come ormai appurato per le biciclette - una settimana fa
una sentenza specifica a Rovereto, ma la giurisprudenza è ormai omogenea in
tutta Italia - anche in caso di “cinquantini” alla condanna non segue la
sospensione della patente, nemmeno per chi ce l’abbia. Il concetto pare
elementare ma non era affatto pacifico già solo l’estate scorsa. Quando tra i
vigili urbani ci fu una discussione serrata, con un forte “partito” che
rifacendosi ad una sentenza emessa in centro Italia sosteneva che chi viene
sorpreso ubriaco anche alla guida di una bici, se ha la patente, la perde,
perchè comunque viola il codice della strada che la patente lo costringe a
conoscere. Quella lettura è ormai stata archiviata. Quindi Roberto Mur,
bolzanino di 50 anni, che l’ 8 giugno 2006 fu sorpreso a Nago a bordo di un
ciclomotore Piaggio Liberty in condizioni di lucidità molto menomata, se l’è
cavata con la condanna. Un mese e 1000 euro, con la sospensione condizionale.
LA REPUBBLICA
un sms per sapere cosa bevi
IL SECOLO XIX
Educhiamo i piccoli ai danni dell’alcol Ubriaco al volante provoca incidente e scappa:
denunciato
LA NUOVA VENEZIA
giovani e alcol con il film rosetta
IL MESSAGGERO
E’ salito in sella alla sua moto completamente
ubriaco, percorrendo a forte velocità la st... MONTEMARCIANO In preda ai fumi dell’acol e
dopo un’accesa lite con il convivente si gett... PERUGIA - Alcol, piaceri e pericoli. Bere ai
tempi dell’etilometro con il limite alcol... CITTA’ DI CASTELLO - Guida ubriaco con la sua
Opel Corsa, si schianta frontalmente contro u...
CORRIERE ALTO ADIGE
Alcol, scende il numero degli incidenti
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