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Rassegna stampa Alcol e guida del 20 febbraio 2008

A cura di Alessansro Sbarbada e Roberto Argenta

IL RESTO DEL CARLINO

IL PROGETTO
Uso e abuso di alcol: i rischi per gli immigrati

E’ l’obiettivo di ’I popoli e i problemi alcocorrelati’. Il progetto del Comune prevede due incontri e un momento di socializzazione. E’ la prima esperienza nel Polesine per promuovere stili di vita sani e facilitare l’integrazione 
Rovigo, - Fornire informazioni sanitarie sui rischi connessi al consumo di bevande alcoliche. E’ uno degli obiettivi del progetto ’I popoli ed i problemi alcolcorrelati’ ideato dall’ACAT medio Polesine e dall’assessorato alle Politiche dell’immigrazione del Comune di Rovigo, nell’ambito delle iniziative sostenute dal Centro servizi per il volontariato. Il progetto, che prevede due incontri e un momento di socializzazione, si propone di affrontare il problema della scarsa consapevolezza dei rischi connessi all’uso di bevande alcoliche presente nei cittadini immigrati.
La salute e il benessere, come spiega Ermanno Scaroni responsabile del progetto, sono elementi essenziali per lo sviluppo personale, sociale ed economico tutelati dal diritto a richiedere informazioni corrette sulle modalità più giuste per salvaguardarle. E’ verificato che il consumo di bevande alcoliche è uno dei fattori che maggiormente influenzano lo stato di salute ed il benessere. La migrazione di persone straniere nel nostro territorio è fenomeno emergente ed in continua espansione. L’inserimento sociale è spesso difficile e reso ancor più complicato dal contemporaneo consumo di bevande alcoliche soprattutto per quelle popolazioni che culturalmente o per motivi religiosi non consumavano alcool nei loro territori d’origine.
Tra le altre finalità del progetto, distribuire materiale informativo multilingue nelle varie comunità e contribuire alla costituzione di una rete che permetta l’avvicinamento delle persone con problemi alcol correlati ai servizi socio sanitari e al privato sociale operanti nel territorio. Al progetto hanno aderito in qualità di copartner l’Associazione Immigrati nel Polesine, l’Associazione Insieme Onlus., la Comunità islamica Annur, l’Associazione Elmassira, l’Associazione cinesi nel Veneto, l’associazione Teatro 99, il Comune di Villadose, la Comunità Anglofona africana.
Sono programmati nella sala Gran Guardia di Rovigo due incontri di informazione sui problemi alcol correlati nei giorni 24 febbraio e 16 marzo dalle ore 15 alle ore 17. Gli incontri saranno gestiti da due professionisti del serT di Rovigo (dott.ssa Siviero e dott. Mazzo). E previsto un ulteriore momento di socializzazione per il mese di aprile, con un pranzo interetnico gestito dalle varie comunità rigorosamente analcolico da inserire nella programmazione delle attività dell’ACAT nel mese della Prevenzione Alcologica.
Il progetto, interamente condiviso con i rappresentanti delle diverse etnie, rappresenta la prima esperienza nel nostro territorio per promuovere comportamenti e stili di vita sani in gruppi culturali multietnici e per facilitare l’integrazione sociale di persone con culture differenti.
Gli incontri sono aperti a tutta la cittadinanza.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Associazione A.C.A.T. presso il Servizio per le Tossicodipendenze Viale Gramsci, n. 27 Rovigo telefono: 0425/362176 oppure al Comune di Rovigo presso l’Assessorato alle Politiche dell’immigrazione Piazza Vittorio Emanuele II n. 1 Rovigo telefono: 0425/206107.


SEGNALAZIONE DI LUC THIBAULT

Niente fumo ma buona vita. La prevenzione a scuola
(www.lungoparma.it)
Un burattino che aspirando il fumo di una sigaretta, mostra polmoni che cambiano colore. Una favola raccontata ad arte con protagonista la signora nicotina. Sono alcuni degli strumenti del progetto “Cittarcobaleno” con cui la Lilt di Parma entra in relazione con le bambine e i bambini delle ultime classi delle elementari e delle scuole medie del territorio. Piccoli studenti dai nove ai tredici anni, attenti a quello che accade loro intorno, con i quali medici e tirocinanti di psicologia parlano dei danni del fumo e delle sostanze che creano dipendenze, come l’alcool.
L’idea di “Cittarcobaleno” è quella di prevenire, di insegnare comportamenti “sani”, spiegando fin dalla nascita delle prime curiosità o dei primi comportanti a rischio, cosa accade quando si entra in contatto con queste sostanze. Oggi a Parma in Provincia, ente che ha patrocinato il progetto, l’assessore provinciale Tiziana Mozzoni ha aperto l’incontro con cui i volontari della Lilt hanno fatto il punto sull’attività in cantiere per il 2008. Un calendario di incontri che, a partire da domani mercoledì 20 febbraio, toccherà 2000 ragazzi.
“Condividiamo gli obiettivi e il metodo perseguiti con questo progetto che ha il pregio di entrare in contatto con bambini e ragazzi spiegando loro cosa può accadere e facendoli sentire protagonisti delle loro scelte” – ha detto Mozzoni. Renzo Catelli vicepresidente della Lilt, intervenuto insieme alla collega Stefania Pugolotti, ha ricordato alcuni dati sul cancro: “a Parma ci sono 3mila casi di tumori all’anno e di questi il 50% sono mortali. Quelli al polmone, di cui si registra un aumento fra le donne, sono circa un terzo ma in questo caso la mortalità sale al 25%”. “Il nostro motto e impariamo divertendoci“ ha raccontato Marta Viappiani, psicologa psicoterapeuta responsabile dell’ambulatorio del fumo della Lilt “per questo utilizziamo un burattino e il linguaggio delle fiabe per dare una possibilità ai bambini di apprendere strumenti utili di prevenzione”.
Uno spaccato della realtà locale è venuto dai medici Franco Delindati e Maurizio Consigli impegnati negli incontri nelle scuole. Una testimonianza da cui è emerso che se è vero che il fenomeno del fumo non tocca i bambini delle elementari, già alle medie il clima è molto diverso e si hanno riscontri del fenomeno in particolare nelle ragazzine. “ La diagnosi precoce è un’arma fondamentale per la diagnosi al tumore – ha ricordato Delindati – il nostro lavoro è quello di concorrere ad evitare il rischio”.
Frutto di uno sforzo congiunto di persone con diverse competenze, il progetto “Cittarcobaleno” è nato nel 2006 ed ha fatto registrare da subito un ampio gradimento del modo della scuola. Nel 2007 le classi coinvolte sono state 53 (21 elementari e 32 medie) e si prevede che nel 2008 saranno coinvolti circa 2000 ragazzi. In crescita anche il numero di richieste che arrivano alla Lilt dalla scuole. Le attività che si svolgono in classe sono ovviamente diverse. Per le elementari il racconto di una fiaba ha lo scopo di far riflettere, divertendosi, i ragazzini coinvolti. In un secondo momento arriva il burattino che concretamente rivela le conseguenze del fumo.
Per le medie si privilegia un momento di conversazione sulle conoscenze delle “motivazioni” che spingono ad accendere una sigaretta o a bere birra o altro, dopo di ché si propone l’utilizzo di un gioco interattivo per sondare le conoscenze acquisite. Entrambi questi momenti sono accompagnati dalla spiegazione del medico sui danni organici causati dall’abuso di queste sostanze. La partecipazione dei ragazzini è attiva: i cartelloni e le attività grafiche, hanno arricchito il punto informativo della Lilt per la festa del 31 maggio, giornata mondiale contro il fumo. Negli anni il progetto ha subito delle modifiche passando dalla prevenzione del "fumo", alla prevenzione del "fumo e dell’alcool" , visto il maggior consumo registrato negli ultimi anni dai giovani. Anche l’obiettivo è più vasto essendo mirato a offrire strumenti ai ragazzi per migliorare il loro stile di vita inserendo anche dati su una migliore alimentazione e un maggior bisogno.
Il progetto cittarcobaleno si avvale di una convenzione con la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Parma che ha permesso l’inserimento di studentesse di psicologia in questa attività. Da quando è stata attivata la convenzione, sono state formate una ottantina di tirocinanti la cui preziosa collaborazione ha permesso di allargare la base partecipativa del progetto arrivando a lavorare in molte più scuole della città e della Provincia sia statali che private. Del progetto è stato anche realizzato un cd destinato a tutti gli insegnanti Le tirocinanti nel 2007 hanno realizzato un questionario di valutazione sulle conoscenze dell’argomento fumo e alcool i cui esiti saranno pronti a fine primavera ma da cui si evince che questo tema è sicuramente uno dei più sentiti dai giovani alunni, specialmente nelle medie in cui chiedono ragguagli anche sull’uso delle droghe.


IL GAZZETTINO (Venezia)

"Se l’alcol entra in famiglia" e "Rosetta" al centro culturale Candiani
Mestre
Dopo il successo della prima edizione, torna al Centro Culturale Candiani l’iniziativa Adolescenze difficili, dedicata ai problemi causati dall’alcol, nata dalla collaborazione tra Enti Pubblici ed Organizzazioni del Privato Sociale che operano nel territorio veneto, destinata agli operatori sociali che desiderano confrontarsi e riflettere sul proprio operato.A partire da oggi mercoledì 20 febbraio alle ore 9.30 con il primo incontro dal titolo "Se l’alcol entra in famiglia" e la proiezione di "Rosetta" di Jean-Pierre e Luc Dardenne, una serie di film, e riflessioni per stimolare analisi, pensieri ed aprire anche nuove ipotesi d’intervento.
La scelta della tematica alcol e giovani, nasce dal moltiplicarsi di fatti di cronaca connessi all’abuso di alcol e dall’osservazione di comportamenti giovanili anche estremi nei quali l’alcol è sempre presente: incidenti, risse, violenze, feste...
Affrontare queste problematiche è un modo per ribadire che la larga accettazione sociale del consumo di alcol non solo è diseducativa ma porta ad alti rischi e conseguenze deleterie per lo sviluppo psico-fisico e relazionale durante l’adolescenza.
Il programma prosegue mercoledì 26 marzo, ore 9.30 con "Non solo alcol". Proiezione di Fame chimica di Antonio Bocola e Paolo Vari.
Mercoledì 23 aprile, ore 9.30 La violenza dell’alcol. Proiezione di Hooligans di Lexi Alexander.
Mercoledì 21 maggio, ore 9.30 Proiezione del video La notte dell’alcol tratto da Lucignolo.
Tavola Rotonda e proiezione del corto Buongiorno presentato dall’autore Alberto Baraldi.


TENDENZEONLINE.INFO

DANNI AL DNA DEL FETO SE IL FUTURO PADRE FUMA O BEVE TROPPO
Roma, 19 feb. (Apcom) - Il fumo e l’eccesso di alcol fanno male al bambino e non solo se a fumare e bere è la futura madre, ma anche se a farlo è il padre, Secondo una ricerca della Boston University, riportata dal Times, infatti, quando l’uomo fuma le sostanze tossiche delle sigarette e dell’alcol possono causare addirittura dei mutamenti nel Dna che viene trasmesso alle future generazioni attraverso lo sperma.
E, anche se il bambino non farà mai neanche ’un tiro’, quelle sostanze saranno già presenti nel suo organismo, pronte a provocare dei danni. Il fumo è legato a difetti congeniti come la spina bifida e la palatoschisi, mentre l’eccesso di alcol può provocare difetti cardiaci. I ricercatori sono stati messi in allerta dal fatto che l’uso eccessivo di pesticidi può causare problemi alla prostata che durano poi per generazioni: lo stesso meccanismo, dicono gli scienziati, vale per il bere e il fumare. Fino ad oggi era ben noto che ciò che fa una futura madre si ripercuote sulla salute del bimbo, ma adesso diventa chiaro che anche i padri giocano un ruolo importante nella futura salute del figlio.
Gladys Friedler, scienziata della Boston University, spiega che "i maschi sono importanti tanto quanto le donne in termini dell’impatto sullo sviluppo del feto". Ad esempio, gli esperimenti sull’uso dei pesticidi, in particolare della vinclozolina, usata nell’olio di semi di colza in Inghilterra e su pompelmi e altra frutta in altre parti del mondo, viene assorbita dagli adulti e può causare problemi alla prostata e allo sperma, che muta in qualità e quantità per diverse generazioni, provocando cambiamenti alla struttura genica che viene trasmessa. Per questo, per l’evidente tossicità contenuta nelle sigarette e nell’alcol, sarebbe bene che gli uomini che intendono concepire un figlio non fumassero nè bevessero pesantemente, per minimizzare i rischi nella riproduzione.


LA GAZZETTA DI PARMA

Un etilometro in dono ai ragazzi
Prevenire gli incidenti e lotta all’alcol: incontro con esperti rivolto ai giovani dai 18 ai 25 anni
Prevenire gli incidenti stradali causati dall’alcool. E’ questo l’obiettivo che ha spinto il Comando di Polizia Municipale di Fornovo ad organizzare un’iniziativa pubblica su questo tematica. In considerazione dei dati nazionali che mettono sul podio della cause di incidenti stradali, spesso mortali, l’abuso di alcool, un fenomeno in continuo aumento, il Comando fornovese in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale ha in programma una serata informativa e informale, per offrire momenti di riflessione, soprattutto ai giovani. La serata sarà aperta a tutta la cittadinanza ma si rivolgerà in modo particolare ai più giovani di età compresa tra i 18 ed i 25 anni. continua...


L’ADIGE

Servì un ubriaco: barista a processo

Assolto: a versare la sambuca forse fu il cameriere

chiara zomer
Si rilassino gli esercenti lagarini e non solo: condannare chi dà da bere ad un ubriaco, è tutto tranne che facile. E saperlo può aiutare una categoria che, in questo periodo, su questo punto ha più d’un pensiero. Perché la norma che prevede la denuncia per gli esercenti che danno da bere ad un cliente ubriaco, era di quelle da preoccupare. È vero, la legge c’è sempre stata. Ma è l’applicazione ad essere stata, negli anni, un tantino discontinua. Ora però siamo in un periodo di tolleranza zero e il rischio per l’esercente distratto è notevole: oltre al procedimento penale - perché di reato si tratta, benché punito con un’ammenda - c’è la sanzione accessoria obbligatoria. La sospensione temporanea (e quanto temporanea lo decide il giudice) della licenza. Con i conseguenti danni economici. Ma una recente sentenza del giudice di Pace di Rovereto sembra aprire uno spiraglio a baristi e ristoratori. Tutto parte dalla vicenda di Paolo Nave, titolare del caffé Commercio di Ala, che qualche mese fa si è visto entrare i carabinieri nel bar. All’arrivo nel locale i due militari hanno visto due giovani appoggiati al bancone, entrambi intenti a bersi una sambuca. Solo che uno dei due era evidentemente ubriaco. Ed è scattato il verbale e di conseguenza il processo davanti al giudice di pace Adolfo Vergari. Ma l’accusa non ha retto. Perché - ha sottolineato l’avvocato della difesa Alessandro Olivi - mancavano un paio di presupposti. Il primo: a versare - o comunque a prendere l’ordinazione - doveva essere il titolare. E in questo caso è probabile fosse stato il cameriere che non è soggetto agli stessi obblighi dell’esercente. E poi nessuno era in grado di dire, e quindi di provare, se a ordinare fosse stato il giovane ubriaco o l’amico sobrio. Una tesi che il giudice ha accolto: ha assolto infatti l’imprenditore alense perché «non si è formulata la prova che sia stato lui a servire il superalcolico». E altrettanto non c’è alcuna prova per dire chi ha fatto l’ordinazione e - questo il punto interessante - c’è reato solo se ubriaco è chi ordina, non chi beve poi l’alcolico. Per gli esercenti, probabilmente, si apre un orizzonte nuovo. (*)
(*) Nota: già altre volte i giudici di Pace ci hanno stupito con sentenze al limite del ridicolo. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale. Art. 691 - Somministrazione di bevande alcooliche a persona in stato di manifesta ubriachezza - Chiunque somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno. Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna importa la sospensione dall’esercizio. Stando alle motivazioni di questo giudice l’esercente non è colpevole se non versa lui materialmente l’alcolico, quindi niente sospensione dell’esercizio. Come dire che tutti i bar dati in gestione, in cui il titolare non c’è mai, non sono soggetti a questa sanzione.


CORRIERE ADRIATICO

Il questore fa chiudere un locale per sette giorni
Paolo Mei
Pergola - La decisione era un po’ nell’aria. Un complesso procedimento amministrativo avviato a seguito della proposta di chiusura da parte della Compagnia dei Carabinieri di Fano, con la quale si faceva notare come il locale fosse divenuto, nel corso del tempo, luogo abituale di ritrovo di giovani pregiudicati e dediti all’uso di bevande alcoliche e di stupefacenti ha indotto il questore Benedetto Pansini, ad infliggere una chiusura di sette giorni all’esercizio pubblico Zanzibar di Pergola.
Il provvedimento, notificato al titolare dello “Zanzibar” l’ 8 febbraio, è già stato scontato.

Il questore, nel caso specifico, ha adottato un atto che, lungi dal divenire un giudizio sulla capacità professionali dei titolari di esercizi pubblici, tende principalmente a frenare gravi fenomeni quali l’abuso di alcol e l’uso di sostanze stupefacenti specie tra i giovani. (*) Confermando in questo la linea fin qui adottata a partire dal giorno del suo insediamento, il dottor Pansini continua la sua battaglia avvalendosi non solo degli strumenti repressivi, ma anche mediante il contatto con i destinatari della sua azione, attraverso incontri nelle scuole, partecipazioni alle conferenze organizzate dalle associazioni di categoria, puntando, mediante una ininterrotta opera di prevenzione, a far sì che provvedimenti come quello che ha interessato lo Zanzibar, possano divenire la “estrema ratio”.
(*) Nota: bisogna vedere cosa si intende per capacità professionali. Se si intende l’abilità di vendere degli alcolici, a qualsiasi persona ed in ogni occasione, un provvedimento di chiusura di questo tipo è come una medaglia. Se nella professionalità di un gestore di un esercizio pubblico pensiamo debbano entrare anche il rispetto sia delle leggi che della salute dei clienti, ci sarebbe molto da discutere.


IL TIRRENO

Lettere

I CONSIGLI DI UN PROFESSORE 

Segnali che sfuggono ai genitori poco attenti 

Molte giovani vite si spengono, spesso, in momenti di divertimento. Le mie raccomandazioni a molti forse non piaceranno. Insegno nelle superiori da 27 anni, sto molto in mezzo a loro. Sono soli, spesso abbandonati dai grandi; talvolta i genitori non ci sono, talvolta ci sono ma non come dovrebbero esserci. Mi riferisco ai giovanissimi, 13-17 anni, i più fragili. Fumano, e non solo sigarette; bevono, e non solo birre. Non tutti, ovviamente, ma una grossa percentuale sì, ed i ragazzi molto di più delle loro coetanee.

“Prof, ma lei è proprio di un’altra generazione! Ma non lo sa che oggi tutti si spinellano? Che cosa pensa, che ci faccia male?”. Questa è la tipica risposta che molti ragazzi danno quando ci mettiamo a parlare di fumo, alcool e via dicendo.

Mi domando: ma è possibile, cari genitori, che non vi accorgiate in che stato sono i vostro figli quando rientrano: se hanno bevuto, fumato uno spinello o peggio se si sono impasticcati?

Li aspettate la notte quando rientrano, per dare loro la buona notte e guardarli negli occhi? Perché li fate rientrare alle 3-4 di notte con i loro motorini, spesso senza fermi e più spesso truccati, con il casco non omologato e invece non li accompagnate e li andate a riprendere, visto che il cellulare lo hanno sempre dietro, e possono avvertirvi quando è l’ora, quella giusta, per rientrare?

Perché quando escono non vi fate dire come hanno programmato la serata, evitando che si organizzino in tempo reale con i loro telefonini, così sapete dove si trovano?

E perché, ogni tanto, non li fate rimanere in casa a studiare, specialmente quando hanno qualche problema a scuola? (*)

Prof. Bruno Mannocchi Ist. professionale Marconi Viareggio

(*) Nota: probabilmente questo insegnante non ha figli.


INSTABLOG

Roma: pensionato ucciso, è stata la convivente

ROMA - Ha confessato di aver ucciso il convivente al termine dell’ennesima lite. Isola Cerchi è in carcere per l’omicidio del compagno Paolo Milanetti, 63enne pensionato, con il quale viveva da diversi anni. Inizialmente la donna aveva affermato di aver ritrovato l’uomo morto al ritorno da una passeggiata col cane. Milanetti, dopo essere tornato ubriaco, avrebbe tentato di strangolarla nel corso di un litigio. Lei lo ha ferito mortalmente con tre coltellate.


IL RESTO DEL CARLINO

LA DENUNCIA
"Era ubriaco, sono vivo per miracolo"

Per evitare il frontale si getta nel fossato. Solo tanta paura: "Per fortuna ho avuto riflessi pronti"

Pesaro - "Per poco non mi ammazzava. Era totalmente ubriaco e stava venendo contro di me guidando a zig zag". Racconta Bartolomeo Falzone, 47 anni, di Villagrande di Mombaroccio: "Erano passate da poco le tre del pomeriggio di sabato, stavo tornando a casa verso Villagrande. Mi sono visto improvvisamente davanti un’Opel Corsa che veniva esattamente nella mia corsia. Ho avuto i riflessi di gettarmi sulla cunetta. Ho schivato l’auto per un soffio ma poi mi sono messo dietro a quella macchina fino a bloccarla. Ho visto chi c’era al volante. Barcollava, gli ho urlato che era un criminale ma questo, un marocchino di quarant’anni, che abita da queste parti, non ha fatto altro che entrare in un altro bar e chiedere da bere. Ho preso contatto con le forze dell’ordine spiegando quello che mi era appena accaduto ma ho avuto la risposta che quel tipo lo conoscono tutti, ma non si può fargli niente perché tanto la patente la riprende sempre. Io sono allibito, non lo accetto, una risposta del genere non la voglio nemmeno prendere in considerazione perché se non ero io alla guida ma una donna o una persona anziana o meno attenta finiva ammazzata contro quel criminale di ubriaco".
Che cosa le ha detto l’extracomunitario che ha bloccato dopo il pericolo incidente: «Lui proprio non ha detto niente. Non sapeva nemmeno dove fosse né cosa stesse facendo. L’ho seguito, gli detto che non doveva mettersi alla guida ma si è disinteressato ampiamente delle mie parole. Allora l’ho seguito per vedere dove si fermasse e ora so quali sono i suoi amici. Non credo che una qualunque forza di polizia non possa fare niente per impedire a questa persona di mettere a repentaglio la vita di innocenti. Io ho avuto una paura terrificante e non sono un tipo che usa la macchina solo la domenica. Per il mio lavoro, faccio 100mila chilometri l’anno, so "capire" un pericolo che potrebbe pararsi davanti ma di fronte a questi soggetti lasciati liberi di ubriacarsi e di mettersi alla guida senza nessun controllo, bisogna agire e non lasciarsi schiacciare da pigrizia o dalla consuetudine".
Aggiunge: "Non fa così, non si può nemmeno credere che tanto non succederà nulla. Le strade che portano a Villagrande di Mombaroccio sono piene di tragici ricordi per incidenti. Come si può pensare che un uomo totalmente ubriaco sia lasciato in possesso della patente di guida. E’ una responsabilità che nessuno persona cosciente può prendersi. Va fatto subito qualcosa, gli va tolta la patente prima che provochi un incidente mortale come stava per fare contro di me. Qualcuno deve agire subito, finché si è in tempo".


ALTO ADIGE

ALLARME A RIO PUSTERIA
Alcol, due ragazzine in coma etilico

Luca Masiello

Hanno 14 anni, erano in gita. Ricoverate ma già dimesse Sono stati i compagni di classe a trovarle riverse a terra in stanza

RIO DI PUSTERIA. Per festeggiare le vacanze sugli sci hanno deciso di attaccarsi alla bottiglia, chiuse dentro la stanza di un albergo di Rio di Pusteria dove erano alloggiate. Ma la reazione dell’alcool su di loro è stata devastante: sabato due studentesse germaniche di 14 anni sono state ricoverate all’ospedale in coma etilico. Sono stati i loro genitori a recuperarle dopo che sono state dimesse.

Il modo in cui si sono procurate la bottiglia non è stato chiarito, né che cosa abbiano ingurgitato per tutta la sera, anche se è molto probabile che sia stato un alcolico a base dolce e molto zuccherosa, considerata la forte reazione alla sbornia.
Erano da poco trascorse le 22 e 30 di sabato, quando i volontari della Croce bianca con a bordo il medico d’urgenza dell’ospedale di Bressanone sono intervenuti nel piccolo comune all’imbocco della Val Pusteria. L’allarme era stato lanciato pochi minuti prima da alcuni compagni di classe delle due ragazzine - alunni di una scuola germanica in vacanza in Alto Adige ed alloggiati in un albergo di Rio - che avevano trovato le amiche riverse a terra nella loro stanza. Quando i sanitari sono arrivati le giovani erano ancora prive di conoscenza, ma dopo le prime cure mediche sono riusciti a ridestarle e a trasportarle immediatamente all’ospedale di Bressanone, dove sono state ricoverate con una forte intossicazione da alcool.
Il loro risveglio, domenica mattina, non deve certo essere stato dei più tranquilli: oltre a dover sopportare un forte mal di testa da post - sbornia ed il fastidio della canula della flebo nel braccio, subito dopo aver aperto gli occhi le due quattordicenni si sono trovate di fronte i loro professori, che non devono certo aver lesinato sui rimproveri.
Sono stati loro, infatti, ad allertare i genitori delle alunne, che non hanno esitato ad organizzarsi e a partire alla volta di Bressanone, dove hanno trovato le loro pargole in un letto d’ospedale, ed all’atto delle loro dimissioni, a riaccompagnarle a casa. Per loro, ora, si prospettano certamente provvedimenti disciplinari a livello scolastico, ma soprattutto i più temuti provvedimenti «familiari».


ANSA

Ubriachi alla guida, denunciati dalla Polstrada
Campobasso, ritirate otto patenti

CAMPOBASSO, - Otto persone sorprese alla guida sotto l’effetto di alcolici sono state denunciate dalla Polizia stradale di Campobasso. E’ avvenuto nel corso dell’attivita’ di controllo svolta nel fine settimana; per tutti e’ scattato anche il ritiro della patente. In tutti i casi si tratta di giovani dei quali uno, coinvolto in un incidente stradale con feriti a Termoli (Campobasso), e’ stato trovato con un tasso alcolico cinque volte superiore al valore consentito.


AGI

GUIDAVA UBRIACO E SENZA PATENTE, DENUNCIATO 21ENNE
Chiavari (Genova), - Guidava ubriaco con la patente dell’amico quando e’ stato fermato, per un normale controllo, dai carabinieri e, senza scomporsi, ha esibito ai militari la patente di guida di un amico poiche’ lui la patente non l’aveva mai presa: e’ accaduto a Chiavari. Protagonista un 21enne di Sestri Levante che, per questa bravata, si e’ ritrovato con tre denunce: una per la guida in stato di ebbrezza; la seconda per guida senza patente ed infine per sostituzione di persona.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

ARRESTO 
Ubriaco lungo il marciapiede Soccorso, picchia gli agenti
Era tanto ubriaco da non riuscire a reggersi in piedi. Così alcuni passanti hanno avvisato il 113 e dalla Questura è stata inviata una Volante. Alla fine l’uomo ha malmenato gli agenti ed è finito in manette. Per i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per non aver ottemperato all’ordine di espulsione firmato dal Questore il 24 aprile 2007, è stato arrestato Mycola Karcha, 28 anni, ucraino, clandestino e senza fissa dimora in Italia.
Sono le 15.25 di lunedì e la Volante arriva all’altezza del civico 128 di via Mascagni, nel quartiere San Pio X, e come da segnalazione ricevute trova il 28enne disteso a terra lungo il marciapiede. Ubriaco fradicio. Sono l’intervento del personale del Suem "rimette in piedi" il giovane.
Così la Volante porta Karcha in Questura per compiere i vari accertamenti. Ma negli uffici di vicolo Donatoni lo straniero di scatena. Calci e pugni contro i poliziotti che faticano non poco a bloccarlo e calmarlo. Un agente deve anche andare all’Ospedale dove i medici del Pronto soccorso gli riscontrano contusioni giudicate guaribili in 12 giorni. Considerando anche che Karcha avrebbe dovuto lasciare l’Italia dopo l’espulsione dell’aprile 2007 è stato arrestato ed ora è a disposizione del sostituto procuratore Ciro Alberto Savino.


IL GAZZETTINO (Treviso)

Ubriaco, importuna i clienti e poi ferisce un carabiniere
SUSEGANA - Ubriaco nonostante l’ora non certo tarda, ha importunato i clienti del bar Giardino, a Ponte della Priula. Quando, verso le 19.30, nel locale sono arrivati i carabinieri, chiamati dal titolare, anziché calmarsi si è scagliato con violenza contro i militi: i carabinieri sono stati presi a calci e pugni e a fatica sono riusciti a bloccare D.M., trentenne residente a Mareno di Piave. Ai polsi dell’uomo sono scattate le manette: dovrà rispondere di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Uno dei militi ha dovuto recarsi in ospedale per farsi medicare: nel tentativo di bloccare l’ubriaco ha riportato la frattura di un dito della mano. Ne avrà per 15 giorni.


RADIORTM

SCICLI. ARRESTATO UN TUNISINO VIOLENTO 
Ubriaco fradicio si porta in una sala giochi di Via Castellana, appena dietro piazza Italia: rompe la vetrata della porta di ingresso, aggredisce il gestore e tenta di strangolarlo. E’ stato arrestato il tunisino protagonista dell’episodio avvenuto nella notte fra sabato e domenica, perchè colto in flagranza di reato. A finire in manette J.K. 29 anni abitante in città. L’uomo non sarebbe in regola con il permesso di soggiorno. J.K. è lo stesso personaggio che nella sera del giorno di San Valentino, sempre ubriaco, s’è portato sul tetto di un discount di fuori città e poi costretto a scendere dopo l’arrivo dei vigili urbani che hanno lavorato parecchio per riportarlo alla calma. Sabato notte un nuovo episodio sempre con lo stesso attore. Il tunisino nella tarda serata si sarebbe portato in via Castellana, nei pressi di piazza Italia, dove è ubicata una sala giochi. Una volta qui ha rotto la vetrata della porta di ingresso dell’esercizio pubblico (poche centinaia di euro i danni) e come risposta alle lamentele del gestore non ci ha pensato due volte ad avventarglisi addosso ed a tentare di strangolarlo alla presenza di altre persone che cercavano di calmare il tunisino fuori di sé per i fumi dell’alcool. Nel contempo profferiva parole che annunciavano altri danni fisici alla vittima. Per fortuna in zona si trovavano i militari dell’arma della Stazione di Scicli che, in servizio di controllo sul territorio, sono prontamente intervenuti. La prontezza con cui i carabinieri sono intervenuti ha permesso di evitare la tragedia. J.K., dopo i rilievi fotosegnaletici, è stato munito del provvedimento di espulsione dal territorio italiano e contemporaneamente è stato trasferito al carcere di Piano del Gesù a Modica Alta, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nella stessa serata un altro cittadino tunisino non in regola con il permesso di soggiorno è stato intercettato e munito di decreto di espulsione.

RIVIERA24

Intervento dei carabinieri

Automobile tampona scooter: conducente guidava in stato di ebbrezza

Sanremo - L’atteggiamento alterato dell’automobilista, Vincenzo R., ha indotto il motociclista a chiamare i carabinieri che hanno sottoposto l’uomo all’alcol test, trovando con un livello di alcool nel sangue superiore a 3,5 gl.

Un incidente stradale si e’ verificato, intorno alle 6, in via Hope, a Sanremo, dove un a vettura Renault Express ha tamponato uno scooter, facendo cadere il suo conducente il quale e’, fortunatamente, rimasto illeso. L’atteggiamento alterato dell’automobilista, Vincenzo R., ha indotto il motociclista a chiamare i carabinieri che hanno sottoposto l’uomo all’alcol test, trovando con un livello di alcool nel sangue superiore a 3,5 gl. E’ stato cosi’ denunciato per guida in stato di ebbrezza. Per lui il ritiro della patente e il sequestro dell’automobile.


IL TRENTINO

Bolzanino alticcio in motorino: il giudice lo punisce ma non lo appieda

Condannato sì, ma con patente

ROVERETO. Anche guidare un ciclomotore, se si è alzato troppo il gomito, espone alla denuncia e alla condanna per guida in stato di ebbrezza. Ma come ormai appurato per le biciclette - una settimana fa una sentenza specifica a Rovereto, ma la giurisprudenza è ormai omogenea in tutta Italia - anche in caso di “cinquantini” alla condanna non segue la sospensione della patente, nemmeno per chi ce l’abbia. Il concetto pare elementare ma non era affatto pacifico già solo l’estate scorsa. Quando tra i vigili urbani ci fu una discussione serrata, con un forte “partito” che rifacendosi ad una sentenza emessa in centro Italia sosteneva che chi viene sorpreso ubriaco anche alla guida di una bici, se ha la patente, la perde, perchè comunque viola il codice della strada che la patente lo costringe a conoscere. Quella lettura è ormai stata archiviata. Quindi Roberto Mur, bolzanino di 50 anni, che l’ 8 giugno 2006 fu sorpreso a Nago a bordo di un ciclomotore Piaggio Liberty in condizioni di lucidità molto menomata, se l’è cavata con la condanna. Un mese e 1000 euro, con la sospensione condizionale.


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© asaps.it
Giovedì, 21 Febbraio 2008
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