TRIBUNALE
CIVILE DI PARIGI (*)
Sentenza
del 20 dicembre 2007 Fra
l’Associazione Nazionale di Prevenzione in Alcologia e Dipendenze (ANPAA) di
Parigi e la società Le Parisien Libéré, di Saint Ouen (Parigi) Vista la domanda dell’ANPAA, fondata sugli
articoli 3323-2, 3323-3, 3323-4, 3351-7 e 3355-1 del Codice della Salute
Pubblica, mirante a che venga imposta la proibizione per il giornale Le Parisien Libéré di diffondere,
reiterare o proseguire la pubblicazione delle pubblicità a favore degli
Champagnes “Piper Heidsieck”, “Jacquart” e “Boizel”; domanda che comprende
altresì la richiesta di condannare il giornale a pagare 1.000 euro al giorno
per tutti i giorni di ritardo nell’ottemperare all’eventuale sentenza, nonché a
pagare 10.000 euro per l’applicazione degli articoli 1382, 1383 e seguenti del
Codice Civile, ed inoltre a pagare 4.000 euro per l’applicazione dell’articolo
700 del nuovo Codice di Procedura Civile; Viste le contro deduzioni del giornale Le Parisien
Libéré, secondo le quali l’istanza dell’ANPAA è nulla per vizio di fondo, che
la domanda è irricevibile o mal fondata, e che l’ANPAA venga condannata a
pagare 2.500 euro per l’art. 700 del nuovo Codice di Procedura Civile; Visto che l’ANPAA ha lamentato che il
quotidiano ha pubblicato nel dicembre 2005 una pubblicità a favore di bevande
alcoliche non rispettando le prescrizioni legali, mostrando in prima pagina, in
un riquadro pubblicitario, intitolato “Il trionfo dello Champagne”, una mano
che tiene un bicchiere flute leggermente inclinato, ed inoltre a pagina 3 ha
mostrato nove foto di bottiglie di champagne, ed un articolo, col titolo “Sono
buoni e non troppo cari”, accompagnato dalle rispettive descrizioni di ogni
bottiglia, in cui erano precisati i prezzi di vendita, i numeri di telefono dei
produttori o dei punti di vendita; Visto che Le Parisien Libéré, che non ha
contestato la descrizione delle pubblicità, ha fatto notare in primo luogo che
non è certo se il presidente dell’ANPAA abbia il potere di impegnare
l’associazione in una azione giudiziaria; Visto che l’art. 9 dello statuto dell’ANPAA,
che è associazione riconosciuta di utilità pubblica in Francia, prevede che il
presidente la rappresenti anche a livello giudiziario, in difesa degli interessi
e degli scopi dell’associazione stessa; Visto che è stata mostrata in dibattimento la
delibera del consiglio d’amministrazione dell’ANPAA in cui si chiede al
presidente di attivarsi a proposito della pubblicità apparsa su Le Parisien
Libéré, autorizzandolo ad ingaggiare un’azione giudiziaria e a nominare un
avvocato per trovare la migliore via per arrivare ad una condanna; Visto che il presidente dell’ANPAA risulta
quindi avere i poteri per agire per nome dell’associazione ed aprire la
presente procedura, il che comporta che la domanda sarà dichiarata
ricevibile; Visto che Le Parsine Libéré sostiene in
secondo luogo che la sua non era “pubblicità” ai sensi di legge, visto che
quest’ultima ha per oggetto proibire o regolamentare l’acquisto di spazi
pubblicitari da parte dei fabbricanti di bevande alcoliche, mentre esclude
qualunque censura all’informazione, quale era invece il reportage del giornale,
puramente redazionale, su alcune marche di champagne; ne consegue che il
giornale non aveva il dovere di rispettare l’art. 3323-4 del Codice della
Salute Pubblica, il quale impone di
accompagnare la pubblicità delle bevande alcoliche con un messaggio di
carattere sanitario; Visto che la pubblicità è definita dall’art. 2
della Direttiva Europea del 10/9/1984 (CE N.84-450) quale “forma di
comunicazione fatta nel quadro di un’attività commerciale, industriale,
artigianale o liberale, allo scopo di promuovere la fornitura di beni o
servizi”; mentre l’art. 20 della legge 29/1/93 la definisce come “acquisto di
spazi pubblicitari o di prestazioni aventi per oggetto l’edizione, la
distribuzione di stampe pubblicitarie….” ; Visto che l’art. 3323-4 del Codice della
Salute Pubblica prevede, in particolare, che “la pubblicità autorizzata delle
bevande alcoliche è limitata all’indicazione del grado alcolico, dell’origine,
della denominazione, della composizione del prodotto, del nome e dell’indirizzo
del produttore, dei suoi agenti e distributori, ed inoltre al modo di
elaborazione, alle modalità di vendita e di consumazione del prodotto” ed
inoltre “fatta eccezione per le circolari commerciali destinate a persone che
agiscono a titolo professionale o quelle che vengono inviate a titolo
nominativo, e salvo le indicazioni che appaiono sulle etichette, sui tariffari e
sui menu all’interno dei luoghi di vendita o consumo a carattere specializzato,
la pubblicità a favore delle bevande
alcoliche deve essere accompagnata da un messaggio di tipo sanitario che
precisi come l’abuso di alcol sia pericoloso per la salute”; Visto quindi che la pubblicità delle bevande alcoliche è autorizzata dalla legge ma che
essa deve essere strettamente inquadrata al fine di evitare che essa sia troppo
incentivante al consumo, e che quindi essa deve rispondere alle preoccupazioni
del legislatore per la salute pubblica; Visto che la prima pagina del quotidiano
incriminato presenta una coppa di una bevanda gialla e frizzante, con la
scritta “Il trionfo dello champagne” mentre alle pagine due e tre appaiono
titoli quali “Lo champagne, star incontestata delle feste” oppure “Quattro bottiglie da sogno” con
l’indicazione però di altre marche ancora, quali “Laurant Perrier”, “Pommery”,
“Veuve Emile”, “Mumm Cordon Rouge”, precedute dal titolo “sono buone e non
troppo care”, e seguite dai commenti “estetico e creativo”, “ammantato di tinte
rosate”, “lussuoso”, o ancora “in un abito contemporaneo”; Visto che di conseguenza queste comunicazioni costituiscono pubblicità, anche senza aver
proceduto all’acquisto di spazi pubblicitari, in quanto esse sono
realizzate nel quadro di un’attività commerciale sia del quotidiano sia dei
produttori delle bevande, destinata a promuovere la vendita di bevande
alcoliche, esercitando sul lettore
un’azione psicologica allo scopo di incitarlo al consumo, esse avrebbero dovuto
rispettare le prescrizioni del Codice di Salute Pubblica ed essere, in
particolare, accompagnate dal messaggio sanitario prescritto dalla legge e cioè
“l’abuso di alcol è pericoloso per la salute”; Visto che gli scopi che l’associazione si è
data, la autorizzano a sostenere che questa pubblicità è illegittima, e che da questa richiesta non risulta alcun
attentato alla libertà di espressione e che essa invece ha subito un danno per
colpa del quotidiano; Visto che gli articoli che formano oggetto di
questa lite sono stati pubblicati in un’unica occasione, e che al loro
diffusione è cessata, si ritiene equo limitare alla somma di euro 5.000
l’ammontare dei danni da riconoscere all’ANPAA; Visto che l’equità porta anche ad accogliere
solo parzialmente la domanda di applicazione dell’art. 700 del nuovo codice di
procedura civile;
PER
QUESTI MOTIVI IL TRIBUNALE
Dichiara ricevibile l’azione dell’ANPAA Condanna
Le Parisien Libéré a pagare a detta associazione la somma di euro 5.000 a
titolo di danni e la somma di euro 2.500 in forza dell’art. 700 del nuovo
codice di procedura civile Condanna
Le Parisien Libéré a pagare le spese di giudizio Ordina agli ufficiali di giustizia di mettere
in esecuzione la detta decisione Fatto e giudicato a Parigi 20/1/2007
(libera
traduzione di Ennio Palmesino) (*) Nota: non solo vi invito a leggere questa
importante e interessantissima sentenza francese, ma mi pare che sia buona cosa
appellarmi a ciascuno di voi perché venga fatta girare e conoscere. Grazie come sempre all’amico Ennio Palmesino
per la sua traduzione.
L’ADIGE
Paura in
famiglia Dal pronto soccorso al tribunale, le dimensioni di un dramma
sottostimato Violenze,
le donne tacciono troppo PERGINE - «Al pronto soccorso la realtà è
spesso sottostimata, perché le donne raramente parlano e non è sempre facile
mettere in chiaro le violenze subite». Preziosa la testimonianza di Pier Luigi
Torboli , primario del pronto soccorso al Santa Chiara di Trento fino allo
scadere del 2007, durante la serata di venerdì organizzata dal locale Club contro la violenza sulle donne. L’ha
introdotta Maria Elide Bondioli , che guida il club. L’avvocato, il poliziotto,
la psicoterapeuta, le operatrici nei
servizi di alcologia, l’ostetrica del consultorio di distretto: tutti a
testimoniare cosa veramente succede per averlo appurato durante il loro lavoro.
In sala anche il sindaco Renzo Anderle e l’assessore Mara Carli . «Spesso i
compagni ed i mariti interferiscono anche in ospedale e le donne tacciono
troppo». Torboli ha riferito delle patologie psicofisiche, molte, che la
violenza porta con sé, con una segnalazione particolare per le donne degli
immigrati musulmani. «Anche in pronto
soccorso è il maschio che parla. È difficile così separare il carnefice dalla
vittima». La sua «provocazione» diretta ai medici di base: «Manca alla
serata il medico di famiglia. Loro conoscono la storia delle coppie assistite,
il loro ruolo e il loro intervento sono essenziali». Bondioli: «Ho richiesto la
loro presenza, ma inutilmente». Conosce bene il pianeta violenza Annelise Filz
, avvocato che difende le donne. «Quando arrivano alla denuncia, lo fanno dopo
numerose violenze subite. I black nummer sono assai più numerosi dei casi
denunciati». La sua testimonianza ha delineato i contorni di una realtà assai
diffusa, distinta in violenze familiari, psichiche ed economiche. Alcune
finiscono in tribunale, poche rispetto alla numerosità della casistica. «Perché
molti tipi di violenza sono difficilmente dimostrabili, specie quella
psichica». Ha ricordato il primo caso in cui il tribunale di Trento l’ha
riconosciuta, imponendo all’uomo un risarcimento finanziario (15.000 euro). Ma,
attenzione, ha segnalato più volte l’ispettore capo della Polizia di stato
Sergio Goglio : «I racconti delle donne
in questura sono tanti, ma le denunce vanno circostanziate, servono prove,
altrimenti il castello accusatorio viene smontato dagli avvocati. Perplessa
per contro Chiara Giordani , ostetrica al consultorio locale. «Alla polizia
spetta l’onere dell’indagine. Arrivano
tante donne a raccontarci quanto patiscono e certe immigrate quasi considerano
normali percosse e maltrattamenti». «Il
vicino di casa che finge di non sentire siamo noi», ha amaramente
ricordato Katia Guerriero , operatrice nel servizio alcologia, affiancata da
Bruna Bagozzi . Nella sua testimonianza,
il peso dell’abuso di alcol anche nei casi di violenza sulle donne. Non a caso
in Trentino ci sono 11 centri ed almeno 170 club per alcolisti in
trattamento. (*) Non dimenticando che la violenza origina e coinvolge il
sistema famiglia, al quale si è riferita la psicoterapeuta Marianna Nardon . M. A. (*) Nota: non “per”, ma “di”. La differenza è
sostanziale.
IL MATTINO
«Pousse
l’amour» drink erotico senza bollicine Cibo, certamente, ma poi? È chiaro che non può
bastare. Infatti, inutile dirlo, anche le bevande vanno considerate quando si
tratta di organizzare cenette che siano afrodisiache sul serio. Le bollicine
dello champagne, così come un bicchiere di vino buono, rosso o bianco che sia,
sono assolutamente scontate, dunque, suggeriscono gli esperti enologi, molto
meglio i «pousse l’amour», che in altre parole vuol dire insoliti cocktail, non
molto alcolici, ottenuti versando in un bicchiere da sherry un rosso d’uovo e del
liquore. Attenzione: è essenziale che gli ingredienti non siano mescolati. Ed
ecco qualche ricetta per chi decidesse di provarci sul serio: 1/3 di
maraschino, un tuorlo d’uovo, 1/3 di Bénédictine e 1/3 di cognac. Il pusse
«slipper»: un quarto di chartreuse; un tuorlo, finire con dello champagne. Per
la preparazione del «velvet» invece è necessario mezzo bicchiere di chartreuse,
dello sciroppo di fragola, il solito tuorlo d’uovo e ancora sciroppo di
fragola. Chi lo ha provato assicura
che l’effetto afrodisiaco è garantito. (*) (*) Nota: parlare di “drink erotico”,
conoscendo gli effetti dell’alcol a livello sessuale, è una stupidaggine. Tanto più alcol assumo, tanto meno funzionerà. Ma, al di là della fisiologia umana, l’alcol
può anche alterare il comportamento di chi lo assume, e questo rende questo
genere di articoli, che promuovono consumi alcolici promettendo un conseguente
successo sessuale, particolarmente odiosi. Chissà se il protagonista maschile del
prossimo articolo aveva bevuto uno di questi cocktail, ad “effetto afrodisiaco garantito”…
L’ADIGE
Terribile
racconto di una violenza sessuale tra le mura di casa PERGINE - Terribile il racconto fatto in
pubblico da Flavia, a tratti con una maschera bianca sul volto, in altri a viso
scoperto. Donna che ha subito violenza. Lui
arriva a casa ubriaco, lei ha bevuto. «Mi sono anestetizzata. Ho paura, mi
cade la bottiglia di vino, si rompe sul pavimento. Mi picchia, non so perché.
Cado, batto il capo, non capisco più nulla. Mi ordina di pulire e di acquistare
altro vino nel negozio sotto casa. Sanguino dalle labbra, me le ha spaccate.
Poteva andarmi peggio. Mi chiedo perché non reagisco: ho paura. Vado in
negozio, mi sono coperta il volto, ma s’accorgono. Mi chiedono: cosa t’è
successo? Racconto la solita balla. Torno a casa. Lui mi dice - troia, cos’hai
fatto? Con chi sei stata? Mi picchia. Mi trascina sul letto. Lo ho sopra, puzza di alcol. Ha finito,
risento la puzza, mi viene da vomitare. Dorme e penso: lo ammazzo. Non lo
faccio: finirei in galera. Vado in questura, lo denuncio: no, in due giorni è
fuori. Rifletto. Domani è un altro giorno. Va avanti da anni così».
LA SICILIA
«manifesto
sulla qualità» Qualità
del vino sindaci al Quirinale Alcamo. Una delegazione dell’associazione nazionale «Città del Vino», guidata
dal presidente Valentino Valentini, sarà ricevuta lunedì prossimo dal
presidente Giorgio Napoletano. La delegazione è composta dai membri del
consiglio nazionale, tra cui il sindaco di Alcamo Giacomo Scala, coordinatore
siciliano delle Città del Vino. L’incontro chiude idealmente le celebrazioni
per il ventennale dell’Associazione, fondata a Siena il 21 marzo 1987. L’Associazione
- che oggi raccoglie l’adesione di 582 enti associati, di cui 554 Comuni e 28
tra Province, Comunità Montane, Strade del Vino e Parchi - sottoporrà
all’attenzione del Presidente della Repubblica alcuni temi ritenuti importanti
per lo sviluppo socio economico del territori del vino. «Siamo fortemente
convinti - ha detto il sindaco Scala - che una delle leve dello sviluppo
sostenibile del nostro Paese sia il turismo rurale, quello legato alle
tradizioni enogastronomiche e culturali più vive e universalmente apprezzate,
motivo principale delle scelte di milioni di persone che decidono di venire a
visitare il nostro Paese; per questo chiederemo
a Napolitano di affiancarci nel nostro impegno a favore della crescita del
settore aiutandoci presso l’Unione Europea affinché il 2009 sia dichiarato anno
del turismo del vino». L’Associazione nazionale «Città del Vino», nel
ribadire il suo impegno per una viticoltura di qualità, donerà al Presidente
della Repubblica un manoscritto, realizzato dalla designer Vita Di Benedetto,
contente i principi del «manifesto per una vitivinicoltura di qualità», con il
quale l’Associazione intende richiamare l’attenzione del mondo del vino ad una
profonda riflessione sul ruolo della viticoltura sia in termini produttivi, sia
per la salvaguardia del territorio. Enzo Di
Pasquale
IL GAZZETTINO (Udine)
CODROIPO
L’attività di riabilitazione è in crescita. Si pensa di aprire altri due punti
di riferimento Alcolisti,
nei club anche i ragazzini Seguite
45 famiglie tra Bertiolo, Castions, Flambro e Sclaunicco. C’è un bambino di 8
anni Codroipo Sono 45 le famiglie, divise in sei club di cui
due a Codroipo, uno a Bertiolo, uno a Flambro, uno a Sclaunicco e uno a
Castions di Strada e una platea di persone seguite, fra cui un bambino di otto
anni e un ragazzo entrato a dodici. (*) Questi i numeri dell’Acat Codroipese,
Associazione club alcolisti in trattamento che come sezione autonoma esiste da
due anni, dopo essersi staccata da quella udinese. Realtà in crescita, se è
vero che a gennaio 2007 uno dei due club ha iniziato l’attività con sole tre
famiglie per ritrovarsi a contarne dieci a dicembre dello stesso anno, tanto
che ora si pensa di aprirne un terzo a Codroipo e un secondo a Flambro. «L’approccio
ecologico sociale dello psichiatra croato Vladimir Hudolin, l’ideatore dei Club
- spiega Gigliola Piccini, vicepresidente dell’Acat Codroipese - prevede che i
club non superino le 12 famiglie». L’attività consiste in un incontro a
settimana, dalle 20.30 alle 22, guidato da un operatore definito
servitore-insegnante in cui, dopo l’appello, ciascuno annuncia da quanti giorni
non beve alcolici e racconta la propria settimana, condividendola con gli
altri. Un metodo semplice, basato sul mutuo sostegno e sulla gratificazione
personale. «A chi arriva a un anno di astinenza - spiega
la Piccini - viene consegnato un attestato di traguardo raggiunto. Ma la forza
più grande del metodo sta nel condividere i problemi e le difficoltà di
ciascuno per aiutarlo a superarle. Tanto che c’è chi, anche una volta uscito
dal tunnel, continua a frequentare i club, diventano dei gruppi di amici». Le
singole storie sono le più diverse: il più giovane dei due club codroipesi ha
sedici anni ed è entrato nel Club dopo essersi ubriacato a una cena di Natale
con i compagni di scuola; un altro, un sessantenne pensionato di Codroipo,
vittima del bicchiere, era finito da due anni a dormire per strada sulle
panchine. «Ora il Comune gli ha trovato una casa - racconta la Piccini - ma a
patto che frequenti il club e smetta di bere». Due trentottenni del Club di
Codroipo sono entrati anche nei programmi di recupero delle comunità di Udine.
Alcuni vengono inviati a Codroipo dopo aver completato il mese di
disintossicazione all’Alcologia di San Daniele. «Altri - spiega ancora la
Piccini - vengono da fuori perché nel club del loro paese si vergognano». Il Cat di Codroipo, che oltre all’attività dei
club organizza anche incontri divulgativi e di sensibilizzazione con adulti e
ragazzi delle medie, è raggiungibile nella sede di via delle Scuole 26 a
Zompicchia, o contattando la stessa vicepresidente al 333-6732492. Ugo
Zanin (*) Nota: nei Club degli alcolisti in trattamento non ci sono persone
“seguite”, ma persone protagoniste del loro percorso di cambiamento. Compresi i
bambini e i ragazzini, naturalmente. Anche nel resto dell’articolo, la descrizione
dell’approccio e dell’attività dei club è piuttosto imprecisa.
IL TIRRENO
I
commercianti di Marina hanno paura Sonora
bocciatura al capitolo sicurezza, secco no alla festa della birra Non è
certo migliore il giudizio sul decoro urbano e sulla pulizia, male anche
viabilità e parcheggi CARRARA.
Siamo in grado di anticipare in esclusiva una parte consistente e praticamente
definitiva del sondaggio capillare fra i commercianti realizzato
dall’Associazione Carrara Vive (nata dall’omonima lista che sostenne il sindaco
Zubbani alle amministrative). Un quadro che denota una situazione di
preoccupazione per la sicurezza, e un no secco - fra gli argomenti clou
- alla September Fest così com’è oggi. Risultati di notevole interesse e
che approfondiremo ulteriormente nei prossimi giorni. Ma
vediamo cosa hanno risposto i commercianti ad alcune delle domande più
significative. Che
giudizio date del decoro urbano e della pulizia della vostra zona? Marina
ponente: insufficiente 71%, sufficiente il 23%, no comment e buono 3%. Non va
meglio a Marina Centro: insufficiente 84%, sufficiente 14%, buono appena il 2%.
Marina Levante: insufficiente 72%, sufficiente 26%, no comment 2%. Passiamo a viabilità e parcheggi. Marina
Ponente: insufficiente 42%, sufficiente 29%, buono 23%, ottimo 6%. A Marina
Centro sono più insoddisfatti: insufficiente 50%, sufficiente 36%, buono 12%;
ottimo 2%. Ancora peggiore il giudizio di Marina di Levante: insufficiente 66%
(due terzi degli intervistati); sufficiente 30%, buono 2%, no comment 2%. Altro
argomento caldo: che giudizio date della gestione della sicurezza nella vostra
zona? Marina di ponente: insufficiente 68%, sufficiente 20%, ottimo 9%, no
comment 3%. Marina Centro dà una bocciatura totale: insufficiente 70%,
sufficiente 30%. Marina Levante, idem: insufficiente 72%, sufficiente 21%, no
comment 5%, buono 2%. Non
vanno meglio le cose se si chiede un giudizio sulle infrastrutture (rete
trasporti, ecc.). Marina ponente: 65% insufficiente, 23% sufficiente; 6% buono,
6% no comment. Marina centro: 62% insufficiente, 28% sufficiente; 6% no
comment, 4% buono. Marina di levante: 61% insufficiente, 33% sufficiente; 2%
buono, 2% ottimo, 2% no comment. Altra domanda significativa: siete favorevoli
alla festa della birra come si svolge attualmente. A Marina di ponente (la zona
più vicina alla rassegna) il no è al 48%, il sì al 43%, non giudica 9%. A
Marina centro, stroncatura: 80% di no, 12% di sì, l8% non dà giudizi (*).
Marina levante: 62% no, 26% sì, 12% non giudica. Piace
invece l’ipotesi del mercato del pesce in centro anche quale attrattiva
turistica: sì 60%, i no 40% a Marina di Ponente. A Marina centro: sì 56%, no
32%, no comment 12%. Marina levante: 72% sì, 21% no, no comment 7%. M.B. (*) Nota: per un totale del centodieci per
cento.
IL TIRRENO
I nodi:
vandalismo e alcol ai giovanissimi CARRARA. Giuseppe Dini, presidente di “Carrara
Vive”, commenta: «Dai dati emersi dal sondaggio effettuato presso i
commercianti di Carrara, ne spicca uno che mi ha colpito in modo particolare.
Alla domanda relativa al grado di soddisfazione della gestione della sicurezza
della propria zona, i commercianti hanno risposto che la gestione della
sicurezza è insufficiente. Questa percezione di non sicurezza purtroppo non è
solo appannaggio di commercianti ed esercenti, ma è una sensazione che si
estende a tutta la popolazione del nostro comune. Sebbene tutto sommato da noi
la situazione “sicurezza” conceda livelli di vivibilità più che accettabili -
osserva - il fatto che la popolazione non si senta sicura rappresenta un
segnale da prendere in seria considerazione». A detta di Giuseppe Dini, la cosa
più preoccupante a suo parere «È un fenomeno, che sta diventando una
caratteristica tutta nostra, quello del vandalismo. Durante il fine settimana,
infatti, nella zona centrale di Marina di Carrara si riversano fiotte di
adolescenti, che spesso consumano alcolici. Addirittura - aggiunge - pare che in qualche locale di Marina di
Carrara vada per la maggiore un gioco che segue le regole della “dama”, ma che
al posto delle classiche pedine prevede l’utilizzo di bicchierini di
superalcolici. (*) Chiaramente questo gioco spinge i giovanissimi (presso i
quali il “passatempo” va di gran moda) a bere oltremisura». Da qui nascerebbero
i vandalismi: «Il fenomeno del
vandalismo e dell’abuso di alcolici, deve essere considerato un problema della
nostra amministrazione, ma un problema che ha la propria soluzione all’interno
delle famiglie, delle scuole e ovunque ci sia la possibilità di educare e
indirizzare i nostri figli verso livelli di civiltà elevati». (*) Nota: tale situazione va verificata e, se
confermata, denunciata.
LA NAZIONE
Nove
incidenti nella stessa notte Non è
stata una nottata ‘normale’, quella fra giovedì e venerdì: sulle strade
fiorentine ci sono stati ben nove incidenti. A dirlo sono stati vigili urbani. Tra le
cause degli scontri, l’eccessiva velocità e il troppo alcol bevuto Firenze, 23 febbraio 2008 - Non è stata una
nottata ‘normale’, quella fra giovedì e ieri. Non sulle strade fiorentine. Ci
sono stati ben nove incidenti, più o meno il doppio di quelli che ogni notte i
vigili urbani sono costretti a contare. Nove
casi in cui la distrazione, l’eccessiva velocità o il troppo alcol bevuto, in
un caso anche la droga, l’hanno fatta da padrone. Le fatidiche dodici ore sono scattate proprio
alle 19 di giovedì. Il primo incidente sui quali i vigili sono stati chiamati è
proprio quello che ha visto, nella notte, la morte di Andrea Pellegrino, 16
anni, alla guida di un ciclomotore. Poi la sequenza di scontri. Ore 22,30: in via dei Vanni tre mezzi sono
coinvolti in un incidente stradale. Si tratta di un’auto, una moto e un
ciclomotore, l’ambulanza porterà in ospedale un ferito. Ore 23,30: viali di circonvallazione, stavolta
a scontrarsi sono due auto. I feriti, non gravi, sono due. ore 2,30: Porta al Prato, una donna alla guida
della sua auto ne perde il controllo e prima va a sbattere contro il guard rail
di plastica, poi si rigira su se stessa e va a sbattere contro il new jersey di
cemento. Nell’urto scoppia una gomma dell’auto. Non basta: nella sua
spettacolare carambola l’auto va a urtare e trascina con sè ben otto
ciclomotori in sosta. Ore 3,20: Ancora in via de’ Vanni. Questa
volta è un uomo a bordo di una Vespa che va a schiantarsi contro le auto in
sosta. Questa volta i vigili urbani non
hanno dubbi. Fanno subito gli accertamenti con l’etilometro e i risultati non
lasciano dubbi. L’uomo è ubriaco. Ore 3,30: piazza della Libertà all’angolo con
il viale Lavagnini. Un’altra auto impazzita. E’ andata a sbattere contro il
semaforo e lo ha divelto. Poi la Ford Fusione si è ribaltata ed è rimasta così
in mezzo alla carreggiata. Per fortuna nessun ferito grave. Ore 3,50: I vigili stavano ancora rilevando
l’incidente sull’angolo con viale Lavagnini quando sul lato di viale Don
Minzoni c’è stato un altro incidente. Un’altra macchina che è andata a sbattere
contro le altre vetture in sosta. L’uomo
è risultato positivo all’etilometro e in macchina i vigili urbani gli hanno
trovato due dosi di sostanze stupefacenti. Anche alle analisi per verificare
l’assunzione di droga l’uomo è risultato positivo. Ore 7: Non è ancora finita. Sul piazzale di
Montelungo, alla Fortezza da Basso c’è l’ultimo scontro. Una bicicletta contro
una moto. E ci sono altri due feriti. Pa. Fi.
LA NAZIONE
CONTROLLI I primi
risultati della campagna contro la guida in stato d’ebbrezza La
campagna contro la guida in stato di ebbrezza avviata dalla polizia municipale
di Firenze dà i primi risultati. Su 75 giovani di età media 23 anni sottoposti
su base volontaria all’alcol test, 35 sono risultati positivi. Sei i denunciati
ai quali è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza, 23 le
contravvenzioni e 3 le patenti ritirate Firenze, 23 febbraio 2008 - Su 75 giovani di
età media 23 anni, sottoposti su base volontaria, all’alcol test, 35 sono
risultati positivi. Sei invece i denunciati, ai quali è stata ritirata la
patente, per guida in stato di ebbrezza. 23 le contravvenzioni elevate, 3 le
carte di circolazione ritirate. Sono i primi dati della campagna contro la
guida in stato di ebbrezza avviata da ieri dalla polizia municipale di Firenze
anche con l’utilizzo di una nuova strumentazione, l’Alcolquant, e attraverso
un’attività di sensibilizzazione fuori dalla discoteca Space Electronic e posti
di controllo sulle strade. Riguardo ai denunciati, uno studente
universitario di 25 anni, fiorentino, è stato coinvolto in un incidente in
viale Petrarca: con l’auto era andato a sbattere contro alcuni veicoli in
sosta. Sottoposto all’Alcolquant, gli è stata riscontrata una percentuale di
alcol pari a 2,36 g/l: il limite e’ di 0,50 g/l. Un altro studente
universitario fiorentino di 25 anni, fra i denunciati, è stato invece fermato
su lungarno Colombo: è risultato positivo al test dell’alcol con 1,84 g/l. E’
stato anche fermato un marocchino, sorpreso in sella ad un ciclomotore
risultato rubato: il mezzo è stato sequestrato. Durante la serata, i vigili urbani hanno anche
notificato un’ordinanza di cessazione dell’attività alle 22,00 alla discoteca ’Doris’, che nelle scorse settimane
è stata denunciata per gli schiamazzi da parte dei frequentatori che si trattenevano a bere anche fuori dal
locale. Il gestore della discoteca è stato denunciato per disturbo della quiete
pubblica. Nei controlli in 11 locali pubblici da parte degli agenti della
polizia annonaria sono state inoltre rilevate alcune violazioni alla normativa
antifumo ed altre irregolarità amministrative.
L’ADIGE
Ubriaco,
rischia di investire un pedone Per un soffio non ha investito un signore che
stava passando sulle strisce pedonali, fra via Filzi e via Bezzi, trasversali
di via Giusti. L’automobilista trentenne, residente in città, ha frenato
all’ultimo momento facendo spaventare, e non di poco, il pedone. Non aveva visto l’uomo, perché i suoi
riflessi erano allentati dall’alcol: superava di quattro volte il limite di
0.50 milligrammi per litro previsto dal codice della strada. L’uomo,
dunque, stava procedendo in auto e ha frenato di colpo rischiando di colpire il
pedone. Il tutto è avvenuto venerdì, verso le 19.30, sotto gli occhi degli
agenti della polizia municipale, che erano nei pressi dell’incrocio per
controllare il traffico, a seguito dei lavori in via Vittorio Veneto. Gli
agenti sono subito intervenuti per accertarsi delle condizioni psico-fisiche
del conducente. Il trentenne non
appariva di certo sobrio. L’agente lo ha sottoposto al pretest, il cosiddetto
«soffia e vai» ed il risultato è stato positivo. L’automobilista è stato quindi
accompagnato nella sede di via Bronzetti per l’alcoltest: ha soffiato nella
cannuccia raggiungendo i 2 milligrammi per litro, ossia superando di quattro
volte il limite. L’uomo, che non ha accettato di buon grado l’intervento dei
vigili urbani, è stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza, la sua patente
ritirate con una decina di punti decurtati.
TRENTINO
Ubriaco
in bici: guida in stato d’ebbrezza Un
ciclista fu investito a Cusighe, ora la procura vuole processarlo BELLUNO. Si può contestare la guida in stato
d’ebbrezza a chi viaggia in sella ad una bicicletta con valori di alcol nel
sangue superiori ai massimi consentiti? A Belluno sì. La procura della
Repubblica ha formalizzato la contestazione ad un macedone di 42 anni, Anatolii
Cijov. L’uomo,
dieci mesi fa, fu coinvolto in un incidente stradale. Era in bicicletta quando
a Cusighe fu investito da un ’automobile. Ironia della sorte la “vittima”
dell’incidente era proprio lui: nel senso che fu l’unico ferito del sinistro.
Ma all’ospedale, dove venne ricoverato per le ferite riportate nell’incidente,
il prelievo del sangue dette un esito inaspettato: l’uomo aveva un valore altissimo di alcol nel sangue. Il giorno
successivo, su disposizione della procura, i carabinieri contestarono al
macedone la violazione dell’articolo 186 del codice della strada che colpisce,
in genere, chi viene trovato ubriaco alla guida di veicoli a motore. Dunque una
contestazione che equipara un ciclista ad un automobilista secondo un
ragionamento logico di pericolosità di chi, su qualsiasi mezzo, viaggia in
strada in condizioni psicofisiche alterate a seguito di alcol.
TGCOM
Gascoigne
si è curato...a modo suo Si è
’disintossicato’...dalla Red Bull Prima di finire ’internato’ in una struttura
specializzata in disturbi psichici, Paul Gascoigne si era fatto ricoverare in
una clinica da 4mila sterline a settimana, per risolvere la sua dipendenza
peggiore...quella dalla Red Bull. L’ex stella del football inglese era arrivato
a consumare 50 lattine di drink energizzante al giorno, secondo quanto lui
stesso ha rivelato al portiere di notte di un hotel rintracciato dal ’Sun’. Della serie: ammettere di avere un problema è
il punto di partenza per riuscire a risolverlo. Paul Gascoigne ha scoperto che
è così, anche se la sua scala di priorità è quanto meno bizzarra quanto la vita
dell’ex capitano della nazionale inglese. Il ’Sun’ porta a conoscenza di un
popolo pallonaro sempre più esterrefatto l’ultima ’perla’ della collezione
dell’ex laziale. La fonte è un portiere di notte di un albergo di Gateshead,
testimone di un racconto delirante secondo il quale ’Gazza’ avrebbe deciso di
farsi ricoverare in una clinica per sconfiggere una dipendenza molto
particolare. La quantità di Red Bull assunta giornalmente, stando a quanto riferito
dallo stesso ex calciatore, sarebbe ’assurda’. Così come la spesa (16mila
sterline, 4mila a settimana per un mese) affrontata da Gascoigne per uscire dal
’tunnel’, chiaramente restando di
conseguenza ben invischiato nella palude dell’alcol, vera emergenza per
l’inglese. Che la situazione fosse questa, anche prima
dell’ultimo ricovero coatto, è confermato dalla stessa fonte contattata dal
’Sun’. "Era in uno stato terribile - afferma il dipendente del ’Marriot’
-. Ordinava una serie di pinte, cocktail
e un brandy doppio ogni sera. Questo è il motivo per il quale l’hotel ha
deciso che sarebbe stato opportuno metterlo alla porta". Insomma, ubriaco
e molesto può anche andare, ma per Gascoigne il fatto di sentirsi ’schiavo’ di
una bevanda energizzante è stato troppo. Non esattamente un comportamento
logico, ma il racconto del ’compare’ notturno ha chiarito come tra la
razionalità e ’Gazza’ c’è di mezzo un bicchiere di troppo, anzi più d’uno. Resta da capire se la scelta di farla
finita con quel drink così ’attraente’ sia stata dettata dalla voglia di
mettere al bando i vodka-Red Bull, purtroppo con il risultato di passare
all’alcol ben poco allungato.
BRESCIAOGGI
AMY
WINEHOUSE LA
CANTANTE UBRIACA DISTRUGGE UNA CAMERA D’ALBERGO A LONDRA Secondo
il racconto del direttore dell’albergo di Londra, la stanza dove soggiornava
Ami Winehouse era distrutta, alcool versato dappertutto, bottiglie rotte di
birra e mozziconi sulla moquette.
CORRIERE ADRIATICO
Tra un
gruppo di magrebini ubriachi. Danneggiato il bar Violenta
rissa in piazza Matteotti PESARO - Scena western ieri sera, intorno alle
19,30, in pieno centro città, precisamente in piazzale Matteotti. Si è trattato
di una rissa che ha visto protagonisti alcuni extracomunitari in evidente stato di ebrezza. L’allarme è scattato dietro una telefonata
giunta al centralino della Sala operativa della questura, che si trova a poca
distanza dal luogo dove si è svolto l’episodio. Un episodio, per la verità, abbastanza
confuso, che gli agenti e i funzionari della Squadra mobile, giunti sul posto,
hanno potuto ricostruire attraverso i racconti dei molti testimoni che a
quell’ora si trovavano in zona. Sembra che la lite sia esplosa - e non si sa bene il motivo preciso, forse il
pagamento delle bevute - tra una diecina di magrebini che hanno cominciato
a suonarsele di santa ragione e che poi se la sono presa con il titolare del
chiosco-bar Sofia, Del Bene, che si trova all’angolo della piazza. L’uomo,
infatti, era intervenuto per cercare di riportare la calma, ma è stato colpito
al volto con una borsa che gli ha procurato un taglio sulla guancia destra. I litiganti, a un certo punto, se la sono
presa anche con il giovane edicolante a pochi metri dal bar, anch’esso
intervenuto per riportare la calma in qualche modo. Alla fine, i magrebini sono
fuggiti, sparpagliandosi per le strade nelle vicinanze, non prima però di
combinare un vero disastro nel bar, rovesciando le vetrine cariche di
caramelle, gomme, gelati e pasticcini, che erano tutti sparsi e ammucchiati sul
selciato. Agenti e dirigente della Squadra mobile, sul
posto, hanno cercato di ricucire le fila del racconto, ma dopo pochi minuti si
è rifatto vivo uno del protagonisti della rissa, riconosciuto perchè indossava
un giubbotto rosso, il quale era tornato sui suoi passi per riprendersi la
borsa. E’ stato subito fermato e condotto in questura per accertamenti. Mentre
si levavano le proteste contro quelle presenze turbolente che stazionano sempre
sulla piazza.
IL GAZZETTINO (Padova)
L’intervento PIAZZA IDEA è un progetto ideato e promosso da
cinque realtà associative e da nessuna organizzazione di partito. Cinque
associazioni molto diverse tra loro per percorsi e sensibilità (Arci, ASU, Eurocare, Legambiente, Studenti Per)
hanno sentito l’esigenza di mettere a valore la socialità che anima Piazza
delle Erbe. PIAZZA IDEA non è stato un flop: le moltissime
proposte di giovani che vogliono esibirsi lo dimostra, e forse è la cosa che
più spaventa chi pensa di avere il monopolio sulla piazza, la creatività non ha
etichette ma cerca luoghi dove esprimersi. Non è obiettivo di PIAZZA IDEA
risolvere i problemi di ordine pubblico di una città. La città è un sistema
complesso dove convivono elementi diversi: precari e lavoratori, famiglie,
studenti, immigrati, anziani, ognuno con esigenze da rispettare. PIAZZA IDEA non si basa sul coprifuoco, ma
sulla consapevolezza della complessità del sistema città, sulla cultura della
convivenza e non sulla prevaricazione di chi fa la voce più grossa. E sul
valore della creatività giovanile. Crediamo che tutti i cittadini debbano
essere tutelati. Tutti: chi ha voglia di scendere in piazza a bere uno spritz,
chi al mattino si deve alzare per andare a lavorare, chi il giorno dopo può
dormire fino all’una, chi ha voglia di esprimere la propria creatività e chi
invece rivendica il diritto al riposo. Il concludersi delle manifestazioni di piazza
alle 24 non è una prerogativa di questa amministrazione, è così per qualsiasi
zona residenziale, in qualsiasi città. Ci meraviglia la posizione dei
Disobbedienti, li credevamo dalla parte della creatività giovanile. Uno dei punti forza di PIAZZA IDEA è dato dal
percorso partecipato che ha messo insieme cinque realtà diverse. Invitiamo tutte le realtà associative di
questa città ad ideare progetti che vanno nella direzione della promozione
culturale, dell’educazione ambientale, della prevenzione e riduzione dei
danni alcol-correlati e noi li sosterremo. L’Amministrazione ha dato al progetto PIAZZA
IDEA la possibilità di dimostrare che la socialità non disturba. PIAZZA IDEA non lorda il centro storico: per
ogni mercoledì decine di bidoni vengono disposti nella piazza e raccolti
(pieni) al concludersi della manifestazione da dei volontari. Quanto attenti
sono alla raccolta differenziata, o anche solo alla raccolta, i disobbedienti? PIAZZA IDEA ha affrontato tutte le spese
necessarie per realizzare un progetto trasparente, com’è nostra consuetudine
fare. Permessi, nulla osta, Siae, autorizzazioni, personale in regola, rimborsi
spese per gli artisti, allacciamento alla corrente: la piazza che non vogliamo
è la piazza dell’illegalità. Il contributo dato alla manifestazione PIAZZA
IDEA, è visibile a tutti (delibera di giunta del 18 dicembre). Ma quanto costa la piazza lordata di bottiglie
rotte, di bicchieri di plastica, di escrementi, quali sono i costi della
concorrenza sleale ai baristi data dalla vendita non autorizzata di alcolici? Quale
delibera evidenzia questi costi? La piazza dell’abusivismo, dei rave party
senza regola, del non dialogo, non costa nulla a chi organizza tanto paga la
cittadinanza! ARCI
Padova, ASU (Associazione Studenti Universitari), Eurocare Italia, Legambiente
e Studenti Per
IL GAZZETTINO (Venezia)
IN
TANGENZIALE Al
volante ubriaco e con una "canna" in bocca: nigeriano denunciato Zigzagava pericolosamente lungo la tangenziale
e gli agenti della Polstrada l’hanno bloccato prima che combinasse qualcosa di
peggio. Il trentenne nigeriano che era
alla guida dell’auto non ha nemmeno provato a giustificarsi visto che era palesemente
ubriaco e che soprattutto si stava fumando una canna. Il giovane è
stato denunciato e portato al Pronto Soccorso dell’Umberto I dove è stato
sottoposto a degli specifici esami per rintracciare eventuali sostanze
stupefacenti. L’attività della Polstrada
ha portato complessivamente negli ultimi giorni al ritiro di dodici patenti
(otto per guida in stato di ebbrezza). È
andata male anche al giovane, un neo patentato, che trovato il modo di
perdere in un colpo solo quaranta punti sulla patente dopo aver provocato un
incidente nelle vicinanze di San Giuliano. Il
giovane, sottoposto all’alcoltest, è risultato positivo facendo segnare
addirittura 2 grammi per litro. (*) Sanzionati anche alcuni automobilisti che
procedevano lungo la tangenziale a forte velocità: il record spetta a una Bmw
pizzicata a 196 km orari. (*) Nota: il giornale scrive che gli è andata
male, io penso che gli sia andata bene.
LA SICILIA
provinciale
193 Due
giovani feriti in un incidente Un incidente automobilistico si è verificato
nella provinciale 193, il raccordo che da Augusta porta alla statale 114. Poco dopo la mezzanotte un’auto è finita
contro il muro alla fine del raccordo. Alla
guida del mezzo c’era un ragazzo risultato positivo all’alcol test e al test
che verifica l’assunzione di cannabinoidi. Oltre a lui nella vettura
viaggiava una ragazza. Il guidatore, E.B. augustano di 34 anni che non
indossava la cintura di sicurezza, ha riportato trauma cranio facciale con
ferite multiple, trauma toraco- addominale e ampie ferite lacero contuse al
ginocchio sinistro. La prognosi è di 20 giorni salvo complicazioni. Si trova
ricoverato nell’unità operativa di Chirurgia. Nella stesso reparto anche la passeggera, A.P.
di 27 anni, augustana. Ha accusato contusioni al volto con ferite multiple da
taglio, trauma toraco-addominale con fratture costali multiple. Guarirà in 30
giorni salvo complicazioni. I due ragazzi sono arrivati al pronto soccorso del
Muscatello trasportati dall’ambulanza del 118 chiamata dai passanti. L’impatto
con il muro ha fatto rompere i vetri del lunotto anteriore che hanno provocato
le ferite da taglio al viso della giovane. A.B.
IL SECOLO XIX
Gli Alcolisti anonimi si confessano. E sarà a
porte aperte
LA REPUBBLICA
alcol test in
discoteca uno su due è sbronzo
L’UNIONE SARDA
Lo sciroppo non serve,
ecco la cura per l’alcolismo
Ecco l’antidoto alla
sbronza
IL GIORNO
Rivoluzione ai
Navigli, coprifuoco a mezzanotte Chiusura anticipata per i locali Divieto
assoluto di bere in strada
LA NUOVA VENEZIA
guida ubriaco, auto
distrutta
GAZZETTA DI REGGIO
Sorpresa di nuovo a
guidare ubriaca
IL RESTO DEL CARLINO (Rimini)
NOTTE DI ALCOL RAGAZZO
IN DISCOTECA PRESO A BOTTIGLIATE 0 Precipita dal terzo piano, ubriaco ma quasi
illeso
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