una scena dell’incidente di Fiumicino - foto gmt da Corriere.it
Dopo il dolore per la tragedia di tante
famiglie di Fiumicino, esiste una necessità primaria: capire come e perché possa
essere accaduto un incidente così grave. Ci domandiamo se sia possibile che tante
giovani vite che si apprestavano a trascorrere la loro giornata nella scuola o nel lavoro, possano essere stroncate da una
violenza stradale per la quale non sono facilmente individuabili i giusti
aggettivi. C’è un’indagine in corso che svilupperà le
motivazioni di un incidente così grave. Ma alcune domande non possono rimanere
senza risposta, le responsabilità non possono essere solo sanate con un timida
condanna e con un risarcimento in sede civile fra avvocati delle assicurazioni
e quelli della famiglia. Qui si deve capire bene come possa essere
accaduto un fatto di tanta inaudita gravità. Non sembra si possa in questo caso
invocare l’alibi della nebbia. Allora ci domandiamo quale fosse la velocità del
veicolo investitore, quali fossero le condizioni psico-fisiche del conducente
che ha causato questa carneficina stradale. Ci chiediamo se ci sono connessioni
con alcol e sostanze, medicine, cure sanitarie. Sarebbe poi utile sapere anche
se il conducente stesse telefonando col cellulare (questo ulteriore e moderno
strumento distrattivo della guida), le condizioni tecniche della vettura
investitrice (freni, pneumatici). Come può essere accaduto un disastro di questa
portata di giorno, al mattino? Si rende necessario quindi una sorta di
catasto dei casi più gravi e inspiegabili, più volte invocato da Asaps, con una
agenzia che possa indagare, al di là delle ovvie responsabilità penali e
civili, i perché di tanta gravità. Va capito cosa può essere accaduto a quel
conducente (salute psico/fisica, riposo, condizioni esterne), va radiografato
tutto il “prima” della tragedia. Si deve capire perché, studiarne le cause
anche non vicine nel tempo, per evitare che possa ripetersi. Sinistri gravissimi solo apparentemente
inspiegabili, con salti di corsia, contromano improvvisi, repentine sbandate
vanno studiati, catalogati, ricostruiti con l’integrazione di una attività
ulteriore a quella tipica di polizia. Sulla strada troppo spesso un “Caino” elimina
dalla vita giovani innocenti che hanno la sola colpa di essersi trovati lì, in
quel momento, in quel punto, senza che poi si capisca neppure bene il perché
questo sia accaduto. Le famiglie, la società hanno il diritto di sapere.
Forlì lì 26.2.2008
Giordano Biserni Presidente Asaps
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