In fondo alla rassegna potete trovare il
programma di un Corso Monotematico per servitori insegnanti di Club organizzato
dalle Arcat Lombardia e Campania.
LA STAMPA
Pericolo giovane Allarme alcol fra gli
under 18: bevono troppo. E crescono le infezioni di origine sessuale MARCO ACCOSSATO TORINO Gli
adolescenti piemontesi bevono troppo. E lo fanno per puro sballo, per
ubriacarsi: «binge-drinkers», secondo un’etichetta made in Usa. L’allarme
arriva dal V Osservatorio sulla salute degli italiani presentato ieri a Roma.
Lo spaccato che ci riguarda è una raccomandazione ai genitori: «Non abbassate
la guardia sui vostri figli». Perché anche sul fronte del sesso, per molti,
sono più i rischi del piacere: crescono in tutte le province piemontesi le
infezioni a trasmissione sessuale, sifilide e gonorrea in testa. Non sarà ancora «gioventù bruciata». Ma in
pericolo sì. Così dice, degli adolescenti piemontesi, il bilancio firmato
dall’«Osservatorio sulla salute nelle regioni italiane» presentato ieri a Roma.
Lo spaccato piemontese del quinto rapporto nazionale (frutto del lavoro di 287
esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici,
statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano) rivela
che la nostra salute è buona, che l’assistenza ospedaliera e il filtro
territoriale sono il fiore all’occhiello del Piemonte. Dice anche che il nostro
girovita è lontano dall’obesità e dai chili di troppo, e non eccediamo neppure
nell’uso dei farmaci. Ma con l’alcol i
nostri figli esagerano decisamente. E lo fanno per ubriacarsi, solamente per
quello. Puro sballo: binge-drinker, per dirla all’americana. C’è un allarme nell’allarme: sono le ragazze a
lasciarsi andare di più, col bicchiere in mano, e lo si capisce chiaramente dal
confronto delle percentuali: tra gli 11 e 18 anni le giovani piemontesi che si
ubriacano volontariamente sono il 6,2 per cento di tutte le coetanee. Mentre la
media nazionale è del 3 per cento. Cercano l’esaltazione con aperitivi e mix
superalcolici, e - come se non bastasse - stanno poco attente con il partner:
rispuntano e crescono, in tutte le province piemontesi, le infezioni a
trasmissione sessuale, sifilide e gonorrea in testa. Anche l’Aids, evidentemente, non fa abbastanza
paura: «Il Piemonte - si legge sul rapporto dell’Osservatorio - presenta
un’incidenza piuttosto elevata: il tasso era già del 2,6 per 100 mila abitanti
nel 2006, rispetto all’1,7 della media nazionale». Un dato allineato alla
situazione nel resto del Nord-Ovest, ma più alto se paragonato al centro e Sud
Italia. Quando l’alcol non basta, ed eccedere è
diventato quasi uno stile di vita, l’altra minaccia si chiama cocaina: «In base
ai dati 2003-2005 dei Sert - spiega la professoressa Roberta Siliquini,
ordinario di Igiene all’Università di Torino - registriamo, sul consumo di
cocaina, la conferma della fotografia già scattata negli scorsi anni, con
dimensioni e dati sempre più preoccupanti».
Tenere
alta la guardia Non abbassare la guardia. E’ l’invito che
l’Osservatorio lancia implicitamente alle famiglie piemontesi. Non abbassare la
guardia neppure quando i figli escono dal bar o dall’enoteca e passano al
volante: l’indice degli incidenti stradali in Piemonte raggiunge il 3,4 per
mille rispetto alla media italiana, che sfiora quota 4 per mille. Dato
positivo? Macché. «In Piemonte gli scontri sono mediamente più gravi, con
conseguenze più drammatiche».
Poco
fumo, tanto sport Consoliamoci con lo sport. Un buon numero di
piemontesi - giovani e non - pratica regolarmente un’attività fisica. I
sedentari accaniti sono in percentuale decisamente inferiore, rispetto alla
media nazionale. Tra gli stili di vita da mantenere c’è anche la non abitudine
al fumo: sotto i 14 anni hanno il vizio della sigaretta «solo» 20 ragazzi su
cento. Una percentuale che altrove è decisamente più alta
L’ECO DI BERGAMO
«Brutta bestia l’alcolismo, adesso dobbiamo
farlo capire anche ai giovani» Concluso
il corso, i mediatori pronti a intervenire Hanno cominciato a conoscersi a metà gennaio e
ora sono pronti a scendere in campo i 40 mediatori culturali, soprattutto
sudamericani, che hanno preso parte al corso Alcol: sai cosa bevi. L’alcol e la
comunità sudamericana a Bergamo. Quali azioni di prevenzione e aiuto promosso
dall’Asl e dal Comune di Bergamo insieme alla missione Santa Rosa da Lima. Obiettivo
del corso avvicinare gli stranieri sui temi legati all’abuso di alcol per
formare dei mediatori culturali che facciano da ponte tra i servizi sanitari
del territorio e le culture di provenienza. Pronti via, dunque, e dalla teoria formativa
si passa alla pratica sul campo: al Centro San Lazzaro giovedì scorso i
partecipanti al corso, che si è concluso l’8 febbraio ed è stato realizzato
grazie al contributo della Fondazione della Comunità bergamasca e della
cooperativa sociale Migrantes, hanno ricevuto l’attestato di frequenza e si
sono subito rimessi al lavoro per pianificare le prossime azioni sul
territorio. «Azioni che consisteranno nell’organizzare
incontri con la popolazione su temi specifici, in particolare sul trattamento
assistenziale, sulle donne e la famiglia e sulla guida – ha spiegato Andrea
Noventa, responsabile dell’area prevenzione del Sert di Bergamo –. Questa sera
cominciamo con l’identificare dei gruppi di ascolto che, coordinati dal
mediatore Ruth Cuevas, avranno la funzione di gestire i corsi e di mettere in
contatto le persone e le famiglie con problemi legati all’abuso di alcol». Mentre questi prossimi incontri tematici sono
ancora in via di definizione, sul lato pratico invece è già nato il primo Cat
(Club degli alcolisti in trattamento) straniero, che avrà sede al Centro
sociale della parrocchia di Sant’Alessandro e sarà formato soprattutto da
latinoamericani. «Ci troveremo la prima volta tra circa 15 giorni – ha spiegato
Cuevas –. Invitiamo tutti gli stranieri, non solo sudamericani, a venire anche
solo per parlarci dei loro problemi. Intanto, sabato al Centro San Lazzaro la
comunità peruviana organizzerà una cena, rigorosamente senza alcolici. Sarà un
momento di festa e l’occasione per far vedere che si può stare insieme e
divertirsi senza bere». «Oltre a coinvolgere le persone delle comunità
e a stimolare il dialogo con le associazioni avvieremo una campagna di
informazione su tutto il territorio – ha aggiunto don Mario Marossi, della
missione Santa Rosa da Lima –. Distribuiremo degli opuscoli informativi sui
rischi dell’alcol, in particolare sul problema della guida in stato di
ebbrezza, nei luoghi d’incontro della città. Ora dobbiamo insistere con la
sensibilizzazione sul campo e ci rivolgeremo soprattutto ai giovani e alle
donne». Tra i partecipanti al corso, le donne erano
infatti circa la metà. Monica Procel, ecuadoriana di 47 anni, è convinta di
poter dare una mano alla sua gente: «Ho già seguito dei corsi per mediatori
culturali ma questo è stato molto interessante. Anche io ho avuto problemi in
famiglia e oggi l’abuso di alcol è un problema diffuso tra la mia gente. Ora
tocca a noi che dovremo educare e formare le nuove generazioni». Marco Offredi
LA SICILIA
Alcol e droghe, ecco il kit per non
morire "Un alcoltest per la vita", al fine
di consentire a ciascuno di accertare, prima di mettersi alla guida di un
mezzo, il proprio tasso alcolico. L’iniziativa è della Polizia Stradale di
Ragusa e dell´Ausl 7 e consente nel mettere mette a disposizione dei cittadini
i kit Alcoltest, cioè dei precursori monouso per misurare il proprio tasso
alcolico. «L’idea è partita dalla constatazione che la
maggior parte degli incidenti "autonomi" aveva origine o nell’alcool
o nell’uso di droghe da parte dell’automobilista - spiega il manager dell’Ausl
7 Fulvio Manno -. A questi vanno aggiunti, ovviamente, tutti quegli incidenti
finiscono con il coinvolgere altri automobilisti "incolpevoli"». Il
dato è allarmante se consideriamo che il fenomeno incide maggiormente nelle
fasce d’età fra i 18 e i 30 anni, in un mondo giovanile che ritiene
"l’evasione" dal reale un diritto e che l’alcool o le droghe siano le
lime in grado di segare le sbarre di questa "prigione". Il problema
sanitario nasce subito, non solo per il fatto traumatico, immediato, dagli
esiti a volte infausti, quanto per l’uso di sostanze chimiche che distruggono
il fegato e il cervello in maniera massiva e irreversibile. L’impegno dell’Azienda sanitaria, che
considera le risorse impiegate nella prevenzione come un positivo investimento
a lungo termine, è stato importante. Solo l’anno scorso sono stati acquistati e
affidati in comodato d’uso alla polizia stradale di Ragusa cinque
"precursori", che sono in grado di individuare gli automobilisti che
hanno superato la soglia minima di alcool nel sangue e che poi devono
sottoporsi al test alcolimetrico e l’acquisto di 15.000 alcol-test monouso che
sono stati distribuiti in varie occasioni. L’Azienda ha anche organizzato a
Ragusa, il 25 ottobre dell’anno scorso, un convegno sul tema: "Alcol,
droghe e guida", in collaborazione con le più importanti istituzioni della
provincia, quali l’assessorato alla Solidarietà sociale della Provincia
regionale, la Prefettura, la Questura, la polizia stradale, il Provveditorato
agli Studi, la Motorizzazione, l’Aci, l’Associazione "Dario Nicosia",
gli Alcolisti anonimi, il Motoclub e le associazioni dei gestori dei locali
notturni, che ha visto a confronto importanti contributi, ognuno per le proprie
specifiche competenze. «Alla fine - conclude Manno - bisogna che si comprenda
che la vita è un’occasione unica e preziosa, che non può essere messa in gioco
per una posta futile quale, ad esempio, quella di sconfiggere la noia».
IL GAZZETTINO (Treviso)
Revoca a vita della ... Revoca a vita della patente per chi guida in
stato di ebbrezza, maggior controllo, ma soprattutto collaborazione fra tutti i
rappresentanti della società civile affinché si crei una cultura della strada e
del buon guidatore. Sono questi gli ingredienti per combattere le morti sulla
strada secondo Andrea Dan, presidente dell’Associazione Manuela Sicurezza
Stradale, sconvolto dall’incidente che lunedì, sulla A27, ha causato tre
vittime. Arrabbiato, anzi infuriato, Dan si sfoga: «Oramai siamo abituati alle
morti degli incidenti stradali che non fanno più tanto scalpore. Ma occorre
ricordarsi che nella sola provincia di Treviso, dall’inizio dell’anno a oggi, i
morti per incidenti automobilistici sono stati già una ventina e che, ogni
anno, nella nostra Marca muoiono in media 90-100 persone». Su un punto il presidente non transige:
«L’auto è un’arma, di più è un’arma carica e pronta a sparare. Per questo non
si può darla in mano a chiunque». Il ragionamento è riferito alla guida in
stato di ebbrezza: «Chi metterebbe una pistola carica in mano a un ubriaco?
Nessuno credo. Ecco - prosegue il presidente - allo stesso modo la legge deve
prevedere che chi venga trovato ubriaco al volante sia punito col ritiro a vita
della patente». Una posizione forte che Dan è determinato a
difendere: «Questa è un’esigenza primaria che va di pari passo con un’altra,
ossia quella di creare, nella nostra Regione, una cultura della sicurezza
stradale». E per raggiungere questo scopo, secondo l’Associazione, devono essere
coinvolti e partecipare tutti: dai politici, ai cittadini, dagli insegnanti ai
sindacati. «Questi ultimi in particolare - puntualizza Dan - dovrebbero
attivarsi nel loro settore per far comprendere ai lavoratori l’importanza della
prudenza stradale. Del resto, gli operai prima di entrare in azienda o in
fabbrica devono arrivarci e quando escono vanno a casa con quale mezzo? In
auto, e guarda caso la maggior parte degli incidenti avviene proprio nel
momento del rientro, dopo una giornata di fatica». Un appello accorato a Cgil,
Cisl e Uil, dunque: «Dobbiamo riuscire a essere uniti e lottare per questo
impegno sociale e civile che ci riguarda tutti, nessuno escluso. Perché in
fondo credo che chiunque di noi tenga alla vita». Beatrice Mani
IL QUOTIDIANO.NET
Patenti ritirate. Si
beve troppo e il test non perdona
San Benedetto del
Tronto I controlli dei carabinieri hanno portato al
ritiro di tre patenti con denuncia per guida in stato di ebrezza. Numerosi le
persone fermate per l e verifiche. 27/02/2008 - La lotta per garantire la
sicurezza lungo le strade prosegue da parte delle forze dell’ordine.I carabinieri, che da tempo stanno effettuando
controlli sui guidatori per verificare il tasso alcolico di chi è alla guida
delle auto, proseguono nell’attività di prevenzione e repressione di
comportamenti devianti.Tre le patenti ritirate con denunce per guida
in stato di ebrezza: due automobilisti della provincia picena e uno di Teramo
sono risultati positivi al test.Tante le auto fermate per le opportune
verifiche, con posti di blocco nei tratti stradali percorsi soprattutto dai
giovani per andare nei locali notturni e specialmente lungo la zona costiera.
IL GAZZETTINO (Belluno)
LIMANA Etilometro alla Costan La rsu: «Non esiste
un’emergenza alcol» La rsu della Costan rigetta l’immagine di
ubriaconi assegnata ai lavoratori dello stabilimento dalla stampa locale - ma
non da "Il Gazzettino". «Il titolo "In fabbrica arriva
l’etilometro " - afferma la rsu - è caratterizzato da un’ambiguità che ha
indignato i dipendenti in quanto li ha dipinti come ubriaconi. Qui viene
semplicemente applicata la legge 125 del 2001, come in tante altre aziende, che
prevede che gli eventuali controlli con l’etilometro sull’integrità psicofisica
o meno di un lavoratore verranno decisi solo dal medico competente o dallo
Spisal. Alla Costan non esiste quindi un’emergenza alcool». (*) (*) Nota: nella prevenzione, uno degli
ostacoli principali è dovuto alla sensazione che i destinatari delle iniziative
hanno di essere considerati alcolisti. È ancora molto radicata l’idea che i
problemi correlati all’uso degli alcolici siano prerogativa delle persone
dipendenti dall’alcol o dei forti bevitori. Per questo motivo è meglio parlare di rischi e problemi
causati dagli alcolici piuttosto che di alcolismo.
IL SECOLO XIX
«Difficile resistere al vizio del bere: ma si
può fuggire» Gli
alcolisti anonimi SULLA TAVOLA al centro della sala 8 bottiglie
(d’acqua), 2 cesti di caramelle. Le sedie rigorosamente in circolo: alla
spicciolata arriva la gente e si comincia. Riunione della "AA":
Alcolisti Anonimi, aperta (solo per una volta) al pubblico, ai familiari, alla
stampa. L’associazione punta a farsi conoscere, far sapere che la mano, per chi
si è perso nell’illusione del benessere della bottiglia, è sempre tesa. Nella sede del Don Bosco in via Rolando a
Sampierdarena si accomodano una cinquantina di persone: pure qualche curioso,
qualcuno alla ricerca di un mezzo, di una via per soccorrere un parente, un amico
in difficoltà. È come nei telefilm americani: a turno si prende la parola e ci
si racconta. Non si giudica nessuno: ognuno ha la sua storia, il suo trascorso.
Il primo dei 12 passi da compiere per uscire dal tunnel è ammettere l’impotenza
di fronte alle sostanze alcoliche. Non promettersi di smettere: «Perché di
fronte a un nemico che è più alto, più forte di te - spiega Lucia aprendo la
discussione - non puoi nulla. E allora che fai? Scappi: scappi più forte che
puoi». Ammettere la debolezza, accettare l’incapacità di farcela da soli: duro
da digerire per chi ancora conta sulle proprie forze, ma spesso cade (e ci
ricade). L’alcol non è un vizio ma una malattia: lo sa chi ci è passato, lo
dice il Ministero della Sanità. Chi ne è affetto non guarisce, si controlla: è
come camminare su una fune. E di sotto il demone, pronto a entrarti dentro e
riprendere il controllo della tua vita. Ma sono in tanti che oggi, grazie ad
AA, hanno ritrovato la serenità e la forza di cambiare strada. Gente di mezza
età, qualche giovane, tanti anziani che hanno cominciato a bere magari
dall’adolescenza e che ne sono usciti solo da pochi anni. «Ciao a tutti, sono Renza e sono
un’alcolizzata». «Ciao Renza» saluta il coro. «Il mio errore? Illudermi di
poter smettere quando volevo. Pensavo di poter dominare l’alcol, ma era lui a
dominare me. Conobbi AA nell’88: allora l’associazione era a Cornigliano. Una
dozzina d’anni dopo si trasferì a Sestri: quale alibi migliore per smettere di
frequentare? Mi sentivo superiore a tutti, non volevo l’aiuto di nessuno. Ma
poi caddi di nuovo, da rompermi le ossa. Tempo dopo ritrovai un amico che mi
convinse a tornare: per me fu come rinascere. Io sono Renza, ho sessant’anni e
da 7 non bevo più». «Ciao, sono Giampiero, ho 65 anni e sono un alcolista».
«Ciao Giampiero». «A chi come me ci è caduto, non è permesso sgarrare. Neanche
un dito di vino. Niente. È una cosa che dobbiamo accettare. Perché l’alcol è
più forte di noi, non possiamo resistergli. Ma possiamo fuggire: questa è la
nostra arma. Per tanti anni ho accettato la sfida, e ho sempre perso. Da quando
sono in AA ho scoperto di potercela fare, grazie all’aiuto di tutti voi. Sono
Giampiero, e da 5 anni non bevo». Gino invece di anni ne ha 42: in passato è
anche finito dentro, sempre per colpa della bottiglia. «Bisogna toccare il
fondo per risalire. Questo l’ho capito: a 34 anni ero un uomo finito, allo
stadio dei tremori. Cominciai da ragazzo, il venerdì e sabato sera andando a
ballare. Nel 2000 sono entrato in AA: qui nessuno mi ha giudicato, né imposto
di smettere. Mi hanno detto: "guarda, qui noi facciamo così. Se ti
interessa provare sei il benvenuto, altrimenti decidi da solo cos’è meglio per
te". Nella mia vita mi sono sempre pianto addosso. Qui sono ripartito alla
grande». «Da un bicchiere alla mattina arrivavo cotto a
sera. Neanche la voglia di andare a tavola a ora di cena: non volevo vedere il
volto di mia moglie, di mio figlio - racconta Stefano, 56 anni -. Ora sto bene:
ma il pericolo di ricaderci non cessa mai. La guardia va tenuta alta». La
dipendenza, che nasce dal bisogno di mantenere costante il livello d’alcol nel
sangue, è un demone sempre in agguato. «Ciao a tutti, io sono Andrea, ho 40
anni e sono un alcolizzato. Da ragazzo mi ubriacavo, i miei facevano finta di
non vedere. La dipendenza è subdola perché ti agguanta senza che tu te ne
accorga. Ora grazie ad AA ne sono fuori, e da 4 anni non bevo. Ma continuo a
frequentare perché ho la responsabilità di recuperarmi e il dovere, la volontà
e il piacere di trasmettere la mia esperienza a chi verrà. Alcolisti Anonimi è
la porta per uscire dal tunnel dipendenza: chi accetterà di farsi aiutare sarà
sempre il benvenuto». FEDERICO AMODEO
GIORNALE DI BRESCIA
Lettere Alcolisti anonimi e la serata a Orzinuovi Mi chiamo Franco e sono un alcolista, le
scrivo per ringraziare pubblicamente e di gran cuore coloro che hanno
contribuito all’organizzazione ed all’ottima riuscita della serata tenutasi
lunedì 11 febbraio all’oratorio Jolli di Orzinuovi. - Il tema molto attuale ma
tra i più ostici da trattare, credo tutti sappiano delle difficoltà che si
trovano a parlare di alcol e di chi ne fa uso. Il primo ringraziamento a quelle
cento e più persone che hanno pensato valesse la pena di perdere una sera
ascoltando questo problema da chi l’ha vissuto in prima persona e sulla propria
pelle sia come alcolista attivo sia come familiare. Il secondo va don Luciano,
il curato che ha dimostrato con i fatti di credere a quest’iniziativa non solo
perché questa si teneva all’oratorio da lui diretto ma anche perché a ritenuto
far partecipare il gruppo degli adolescenti. Il terzo al dottor Daniel Bulla e
la dottoressa Ilenia Sussarello, psicologi che impegnati in una serie di
conferenze hanno voluto un incontro su questo problema, stando da parte ed in
ascolto pur essendo loro per professionalità e passione deputati a parlare di
questo problema oltre che degli altri temi tenutisi in questo ciclo. - Grazie
dunque di cuore a tutti e speriamo che questo stimoli anche altri a fare questo
passo, difficile ma non impossibile. Consapevoli sono una parte molto
importante se si vogliono capire i risvolti dei vari problemi che attanagliano
la nostra società, ci rendiamo disponibili a portare le nostre esperienze
personali di bevute ma ancor più importanti le nostre esperienze di recupero ad
una vita serena e senza alcol in qualunque luogo riteniate opportuno un nostro
intervento. - Non siamo degli eroi perché abbiamo smesso di bere, ma nemmeno
dei depravati consapevoli quando bevevamo, siamo soltanto degli ammalati di
alcolismo che grazie ad Alcolisti Anonimi e al Programma dei 12 Passi siamo
riusciti a trovare una via d’uscita. Per qualunque informazione telefonare al
referente provinciale di Alcolisti Anonimi al numero 3347344880. LETTERA FIRMATA
L’ADIGE
Lettere Alcol da vietare negli stadi L ’incidente dopo Pergine-Latsches di venerdì
scorso allo stadio del ghiaccio oltre che fomentare l’atavica antipatia tra chi
si sente trentino e chi sudtirolese è l’ennesima prova che non dovrebbe esserci
la possibilità di acquistare alcolici in uno stadio. Proprio i luoghi dove si
praticano sport e frequentati da minorenni dovrebbero essere alcool-free. Lo
dice anche la Carta Europea sull’Alcol. Vietare l’alcol allo stadio seppur
formale non potrebbe essere però un messaggio di civiltà? Enrico
Demozzi -Calceranica
LA SICILIA
Il
romeno accusato dell’omicidio del connazionale a Riesi «Non volevo ucciderlo, ero ubriaco» Davanti ai giudici di Corte d’Assise ha in
parte stravolto la versione dei fatti fin qui conosciuta, Ionita Costel, il
rumeno accusato di aver ucciso a calci e pugni un suo connazionale, Corneliu
Nikifor, perché la vittima non gli avrebbe più ridato 150 euro. Il delitto
avvenne il 22 luglio scorso in un’azienda agricola tra Riesi e Butera, dove i
due rumeni lavoravano come braccianti. Quei soldi l’imputato li avrebbe
prestati all’amico per venire a lavorare in Italia, ma al momento di riaverli
indietro, i due hanno avuto una discussione. Dalle parole grosse sono finiti
alle mani, ma ad avere la peggio fu Nikifor. Costel, da allora, è imputato di
omicidio preterintenzionale, e ieri è salito sul pretorio per rispondere alle
domande del presidente della Corte, Francesco Carimi, del Pm Alessandro Sutera
Sardo e del suo difensore, l’avv. Rosario Di Proietto. Quel pomeriggio, sulla scena del delitto,
oltre ai due rumeni e al titolare dell’azienda agricola, Salvatore Volpe, vi
sarebbe stato anche il padre di quest’ultimo. Tutti e tre, secondo la versione
fornita ieri in aula dall’imputato, avrebbero poi caricato il corpo sanguinante
della vittima nell’auto di Volpe per trasportarlo all’ospedale di Mazzarino.
Ciò, ha notato il Pm, contrasta con quanto raccontato da Costel durante gli
interrogatori col Gip prima e con il magistrato poi. «Quel giorno con Nikifor
abbiamo bevuto 3 litri di vino ciascuno - ha detto Costel -. Abbiamo discusso
dei soldi, lui mi ha dato un pugno e io mi sono difeso colpendolo più volte.
Lui è caduto a terra, sbattendo la testa su una vasca del latte. La lite è finita
lì. Vedendolo sanguinare gli ho coperto la ferita con un lenzuolo. Si lamentava
quando lo caricammo in auto. Non volevo ucciderlo, siamo cresciuti insieme come
fratelli…». Ieri ha deposto pure il medico legale Cataldo
Raffino che eseguì l’autopsia, confermando la morte di Nikifor per politraumi
addominali. Il consulente ha poi riferito su dei segni riscontrati sul collo
della vittima, come se gli fosse stato premuto un rastrello mentre era con le
spalle al muro o adagiato di schiena sul pavimento. Va. Ma.
CORRIERE ADRIATICO
Giovani, ubriachi e al volante: quattro
denunce FERMO - La peggio gioventù. Fatta d’alcol e,
incurante di ogni messaggio, ancora al volante. Mettendo a rischio la propria e
l’altrui incolumità. E’ un bollettino ormai quotidiano. Da un lato le campagne
di sensibilizzazione e d’educazione a cui si coniuga l’impegno delle forze
dell’ordine; dall’altro coloro che se ne infischiano. Sono quattro gli ultimi
finiti nella rete dei controlli. Tre li hanno pizzicati i carabinieri della
compagnia di Fermo lungo la costa; il quarto gli agenti di polizia delle
Volanti in via Murri. Diversi i luoghi, identiche le modalità. Controlli con
l’etilometro sulle strade più frequentate. Identiche le conseguenze: patente
ritirata, sequestro del veicolo e denuncia penale per guida in stato
d’ebbrezza. Concordi gli operatori delle forze dell’ordine nel ribadire che si
tratta di un fenomeno che sta diventando un vero e proprio flagello tra i
giovani. Eppure, basterebbe davvero poco per non rischiare. Senza la necessità
di vietare alcunchè, senza correre rischi: a turno, per una sera, non si beve.
Nella comitiva di tre-quattro persone che parte per la costa, uno, a turno, non
beve. Sarà lui poi a guidare e a riportare a casa tutti gli altri. Una
rotazione che nei paesi del Nord Europa ad alta gradazione alcolica, dove è
ormai un’abitudine consolidata, ha ridotto drasticamente gli incidenti, le
vittime, gli infortuni gravi.
CORRIERE ADRIATICO
Piazza Cavour, aggredito Oskar Barrile ANCONA - Momenti di tensione e di paura ieri,
intorno alle 13.45, in piazza Cavour quando è scattata una violenta lite.
Vittima, il popolare Oskar Barrile: noto artista di città e impiegato nella
bancarella dei libri usati che si trova proprio in piazza Cavour nei pressi
della fermata delle corriere. Oskar, che si trovava al posto di lavoro, è stato
avvicinato da una persona ubriaca e probabilmente anche drogata che era in
compagnia di una donna. Questo, all’improvviso, gli ha rifilato un pugno in
faccia facendo perdere l’equilibrio a Barrile che poi è finito a terra. Una
volta al suolo, il balordo ha infierito ulteriormente su Oskar prendendolo a
calci sui fianchi dopodiché si è allontanato salendo su uno degli autobus in
partenza. Immediatamente i passanti hanno chiamato il 112. Sul posto sono
intervenute tre ’gazzelle’ dei carabinieri del nucleo operativo Radiomobile.
Due pattuglie hanno iniziato le ricerche mentre una si è fermata per
ricostruire la dinamica dei fatti. Oskar Barrile, per fortuna, ha riportato
solo una ferita al naso, a seguito del pugno infertogli, senza dover comunque
ricorrere alle cure ospedaliere. Certamente però si tratta di una brutta
esperienza per Barrile e di un episodio che ha fatto risuonare un vecchio
campanello d’allarme. I carabinieri hanno effettuato ovunque le ricerche
spostandosi anche in piazza Pertini dove si trovava un gruppetto di
tossicodipendenti seduti sulle panchine vicino all’ingresso del parcheggio
sotterraneo. L’aggressore e la sua compagna sembrerebbero però avere le ore
contate in quanto i militari dell’Arma sarebbero sulle loro tracce
CORRIERE ADRIATICO
La rissa Tre ubriachi si picchiano PORTO SANT’ELPIDIO - L’altra notte, a Porto
Sant’Elpidio, i militari della locale stazione sono intervenuti presso un ristorante,
ove poco prima tre giovani, tutti del luogo, per futili motivi, verosimilmente
riconducibili uso smodato di alcoolici, se le sono date di santa ragione. Uno è
rimasto ferito e ha dovuto far ricorso al pronto soccorso dove gli hanno
medicato contusioni e lesioni giudicate guaribili in dieci giorni. I tre sono
stati denunciati per rissa e lesioni personali
GIORNALE DI VICENZA
ARRESTI.
Due serbi accusati di resistenza Feriscono agente dopo il fermo Due in manette Bloccati
al pub ubriachi si scatenano in questura Gli agenti delle volanti della questura li
avevano fermati al “Red Quill Pub” in via Divisione Folgore: quattro giovani,
tutti sulla ventina e tutti alterati dall’alcol. Stando al racconto del gestore
che aveva dato l’allarme, avevano preso a calci la porta del bagno, creando un
gran trambusto nel locale. Ma quello era solo l’inizio. Poco dopo, condotti in questura, due di loro
avrebbero dato in escandescenze, resistendo agli agenti e costringendone uno
alle cure del pronto soccorso. Per questo episodio, avvenuto la notte scorsa
poco dopo l’una, sono finiti in manette con l’accusa di resistenza a pubblico
ufficiale due giovani serbi: Perica Josipovic, 24 anni, e Mladen Martinovic,
20. Secondo la ricostruzione della questura, i due
giovani, insieme ad un ragazzo ed una ragazza di 23 e 25 anni, stavano passando
la serata al pub quando hanno iniziato a creare disturbo, alterati dai fumi
dell’alcol. Il gestore, quando li ha visti prendere a calci la porta del bagno,
ha chiamato il 113. I poliziotti si sono precipitati in via Divisione Folgore,
bloccando i quattro e accompagnandoli in questura. È stato lì che Josipovic e
Martinovic hanno perso definitivamente il controllo: si sono gettati a terra,
hanno danneggiato un estintore e ferito un agente, che guarirà in 8 giorni. Da
qui è scattato l’arresto. M.SC.
LA SICILIA
Quando l’ubriaco al volante è un barista Quando si dice «attaccato al lavoro». Ma nel
caso di un ventiseienne agrigentino di professione barista, l’attaccamento si è
manifestato anche nei confronti della bottiglia. Intesa come contenitore per
bevande alcoliche che il protagonista di questa vicenda, gradisce consumare in
abbondanza, oltre che servire al banco ai propri clienti. Era la tarda serata lunedì quando i carabinieri
del Comando provinciale erano appostati in via Petrarca per un servizio di
controllo. Ad un tratto hanno visto sbucare l’auto condotta dal barista, al
quale hanno sventolato la paletta per intimargli l’alt. Dentro la vettura c’era
un uomo completamente sbronzo, tanto che l’etilometro a momenti andava in tilt.
Sottoposto al test volgarmente detto del «palloncino», il barista ha fatto
segnare un valore superiore di ben 4 volte al massimo consentito. I militari
dell’Arma non hanno creduto ai loro occhi, soprattutto quando hanno preso atto
che lo sconsiderato alla guida della propria come se niente fosse era un
barista. Esponente di una categoria professionale che
dovrebbe avere nel senso di responsabilità una prerogativa da non tradire mai.
Non è stato chiarito se il barista sia stato fermato al termine di una lunga
notte di lavoro o se fosse «libero dal servizio». Se il ragazzo fosse appena
uscito dall’attività commerciale in cui lavora verrebbe da chiedersi quanti
liquori abbia consumato anziché somministrato ai clienti. Resta l’infrazione al
codice della strada grande quanto una casa. Un’infrazione che gli è costata il sequestro
della patente e dell’auto, oltre a un’ammenda consistente da pagare quanto
prima. Quanto accaduto nelle scorse ore conferma come l’abuso di alcol non
risparmi alcuna categoria teoricamente refrattaria. (*) A Canicattì ad esempio,
molti ricordano l’inseguimento a un finanziere ubriacatosi in servizio,
inscenato dai poliziotti per evitare il peggio. (*) Nota: le persone che lavorano nella
ristorazione sono tutt’altro che refrattarie ad avere problemi con gli
alcolici. Anzi. A conferma delle indicazioni dell’OMS, che considera
l’accessibilità agli alcolici come fattore di rischio, chi ci lavora a contatto
è più esposto ad avere problemi.
IL TIRRENO
Multato sciatore ubriaco in prognosi riservata
dopo la caduta ABETONE. Quando uscirà dal reparto di terapia
intensiva, ad attenderlo troverà una bella multa da 50 euro per aver sciato in
stato di ebbrezza. Si tratta del rumeno di 28 anni, C.N., domiciliato a Prato,
che domenica scorsa, in fondo al primo muro della Zeno 3 di Abetone, si è
schiantato contro le reti di protezione: forse per trovare coraggio, al suo
primo giorno (in assoluto!) di sci, aveva pensato bene di fare il pieno di
birra prima di lanciarsi verso valle, senza avere idea di come fare per curvare
o fermarsi. L’incidente è avvenuto verso mezzogiorno. Già
entrando nell’ovovia per salire a monte, il rumeno è stato visto mentre si
scolava una bottiglia di birra. E un testimone lo ha poi visto mentre si
lanciava dal primo muro della pista e andava giù a diritto senza accennare a
curvare: “Buttati a terra, buttati a terra!” gli ha gridato inutilmente. C.N.
si è schiantato frontalmente contro le protezioni a folle velocità. Soccorso
dalla squadra della polizia di Stato, presentava forti traumi alla testa e al
torace. Immobilizzato, è stato portato a valle e poi trasferito in elicottero
all’ospedale, dove si trova ancora ricoverato in prognosi riservata. I
successivi accertamenti da parte della polizia hanno accertato l’eccessivo
livello di alcol nel sangue.
VIRGILIO NOTIZIE
SICUREZZA STRADALE/ ROMA, RITIRATE 6 PATENTI
GUIDA DOPO TEST ALCOL Controlli
eseguiti con etilometro Roma, 27 feb. (Apcom) - Sei patenti ritirate è
il bilancio complessivo dei controlli eseguiti con l’etilometro da parte dei
Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma per le strade della città. I
controlli sono stati effettuati per prevenire infrazioni al codice della strada
e possibili sinistri che, anche di recente, hanno causato numerose vittime
soprattutto a causa della guida in stato di ebbrezza alcolica. Le gazzelle del Nucleo Radiomobile di Roma
hanno effettuato controlli su viale Egeo e via Appia Nuova avvalendosi degli
etilometri in dotazione. I 6 conducenti trovati positivi al test, 4 italiani e
2 stranieri, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per guida in stato
di ebbrezza ai sensi dell’art. 186 C.d.s.
CALTANET
CINEMA: GUIDAVA UBRIACA, 5 GIORNI IN CELLA PER
REBECCA BROUSSARD Los Angeles, 27
feb. (Adnkronos)
- L’attrice americana Rebecca Broussard, ex di Jack Nicholson e madre di due
suoi figli, Lorraine e Raymond, e’ stata condannata a 5 giorni di carcere piu’
3 giorni di liberta’ vigilata per guida in stato di ebbrezza.
REUTERS ITALIA
Mischa Barton di O.C. nei guai: guidava
ubriaca LOS ANGELES (Reuters) mercoledì 27 febbraio
2008 - Sembra proprio che donne e motori in America facciano fatica ad andare
d’accordo: dopo Paris Hilton, Nicole Richie e Lindsay Lohan anche Mischa Barton
è nei guai. La star di O.C. è stata formalmente imputata
ieri di guida in stato di ebbrezza, possesso di marijuana e guida senza
patente, come riferito dalla procura di Los Angeles. L’attrice ventiduenne è
stata fermata dalla polizia mentre guidava a West Hollywood intorno alle 3 di
notte del 27 dicembre. La polizia ha raccontato che la sua macchina
occupava due corsie e non ha messo la freccia quando ha svoltato. Barton ha
passato circa sette ore in carcere prima del rilascio su cauzione di 10.000 dollari.
La procura ha spiegato che è stata convocata in tribunale per giovedì.
L’UNIONE SARDA
Sicurezza stradale, l’etilometro a scuola
MF PERSONAL
L’etilometro trasloca in un impulso laser
LIBERTA’
È illeso, viene denunciato per guida in stato
di ebbrezza
IL MESSAGGERO
Tolleranza zero da parte delle forze
dell’ordine per la guida in stato di ebbrezza. Quattro i denunciati
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Corso Sofferenze alcolcorrelate e complesse della famiglia, Lecco,
4-6 aprile 2008
A.R.C.A.T.
Lombardia e Campania
(Ass.ni Regionali/Provinciali dei Club degli Alcolisti in Trattamento)
In collaborazione con le A.C.A.T. della Valle S. Martino e di Sondrio
Associazioni Zonali dei Club degli Alcolisti in Trattamento
Organizzano il 12° CORSO MONOTEMATICO DEI SERVITORI - INSEGNANTI DI CLUB
SOFFERENZE ALCOLCORRELATE E COMPLESSE DELLA FAMIGLIA
("Famiglia oggi : il Club e il servitore insegnante")
Approccio familiare ai problemi alcolcorrelati secondo l’approccio ecologico
sociale proposto dal Professor Vladimir HUDOLIN
4 - 5 - 6 aprile 2008
"Centro di Spiritualità dei Padri Somaschi" Somasca di
Vercurago - Lecco
E’ questa la dodicesima volta che torniamo a Somasca. ancora una volta chiamati
a riflettere sulla famiglia, sulle sue sofferenze così come sulle esclusive
potenzialità che è in grado di sviluppare. Quest’anno lo facciamo con
l’intenzione di proporre una riflessione su cosa sia oggi la famiglia, su quali
siano le sue forme e, per noi molto importante,
su come queste nuove forme vanno ad alimentare relazioni nuove, nuove risorse e
disponibilità per il cambiamento cui dobbiamo "servire". Partiremo
riflettendo sul nostro senso di famiglia, su cosa vuol dire per i corsisti
famiglia, a cominciare ovviamente da come la nostra famiglia risuona dentro di noi per continuare
osservando il significato che ha per ciascuno di noi essere al servizio della famiglia e del suo cambiamento nel Club
e nella comunità.
Saremo poi guidati a prendere contatto con le nuove forme che la famiglia
assume nel continuo cambiamento ecologico-sociale della comunità, per scoprire
come se, questi cambiamenti, causano modifiche nelle relazioni tra i componenti
delle famiglie e come, il servitore-insegnante può mettersi al servizio di
queste nuove risorse, catalizzandole verso il cambiamento.
Rifletteremo poi sul Club, su come oggi, alla luce anche dei cambiamenti delle
famiglie, possa farsi riconoscere meglio dalla rete sociale della comunità
locale, perchè sappia identificarsi con le modificazioni che intervengono nella
società, per effetto dei continui cambiamenti. Non si tratta certo di cambiare
il modello, si tratta di verificarne la congruità con la comunità che cambia.
Il tutto tenendo presente anche i nuovi stili di vita e, conseguentemente,
anche i nuovi stili di consumo. Proveremo anche una modalità di corso in cui si
promuove più la riflessione del corsista ed il suo contributo attivo, che la
fruizione di lezioni, comunque presenti e necessarie per alimentare la
riflessione intorno alle novità.
P R O G R A M M A
Venerdì 4 aprile, pomeriggio
13.30 - 14.30 - Iscrizioni e sistemazione alberghiera
"Apertura del corso"
14.30 - 15.00 - Introduzione
o Saluti;
o Perché questo corso;
o Modalità di svolgimento del corso;
o Proposta dei temi da trattare.
"La famiglia"
15.00 - 17.00 - incontro dei servitori-insegnanti sul tema; lavoro in
piccoli gruppi autogestiti
17.00 - 17.30 - pausa
17.30 - 19.30 - discussione in plenaria sulle conclusioni dei avori di gruppo
19.30 - Cena
Sabato 5 aprile, mattina
" La famiglia e la comunità oggi "
A cura del Dott. Michele CAPARARO
9.00 - 11.00 - "LA FAMIGLIA E LA COMUNITA’
OGGI"
Cambiano le famiglie, nuove risorse;
11.00 - 11.30 - Pausa
11.30 - 12.30 - Discussione in plenaria dei servitor-insegnanti con
Michele CAPARARO
12.30
- Pranzo
Sabato 5 aprile, pomeriggio
"Famiglia, club e comu
Giovedì, 28 Febbraio 2008
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