L’ARENA di Verona del 27 febbraio 2008
DROGA Controlli
ridicoli Ha fatto un pò scalpore la notizia dei
controlli antidroga, gli scorsi weekend, sulle Torricelle, quasi il 50% dei fermati non erano in regola con le disposizioni di
legge ed erano alla guida in stato alterato! Nei giorni successivi sono
stati in tanti (finalmente) a farsi domande sulla quantità spropositata di
questa percentuale, cavolo, una macchina su due guidata da gente così sbronza tanto
da non poter guidare, decine di patenti ritirate seduta stante! Tento la
mia risposta: 5 su 10 perchè gli altri 4 si sono organizzati per non farsi
beccare, l’unico rimasto è riferito ad astemio cronico. E pensare che questi
controlli sono stati fatti sugli autisti e non sui passeggeri! Per rendere efficace questo controllo di massa
(festaiola) è stato approntato un campo quasi militare, la Protezione Civile ha
allestito tende riscaldate, analisi del sangue obbligate sul campo, i vigili
hanno chiuso le strade adiacenti bloccando ogni via di fuga. Strategie
d’accerchiamento. Mancavano solo gli elicotteri e la musica di
Apocalipse Now. Al centro della scena (imbarazzante) il super dottore
responsabile (e amministratore di enormi patrimoni pubblici destinati alla
prevenzione) che gonfiava il camice (coperto dal pail) in una prolusione
inutile sulla generazione degli sballati. Pagato con soldi pubblici per
scoprire l’acqua calda! Uno spot triste per rassicurare i cittadini impauriti
dalle campagne distorte delle televisioni private, uno sperpero di risorse destinate a strategie di prevenzione
fallimentari. Mi immagino le tristi processioni domenicali
per ritirare le auto lasciate a smaltire la «sbornia da controlli» nel
parcheggio della discoteca diabolica. Fortunati psicologici si stanno sfregando le
mani nell’attesa dell’enorme lavoro che li aspetta. Pochi, troppo pochi, invece quelli che si fanno domande
più profonde per cercare di capire perchè il 90% dei ragazzi che salgono in
collina va a cercare lo sballo chimico e alcolico, a rischio di rimetterci
patente e sporcare i propri dati ai controlli sui terminali della questura.
Etichettato ai posteri come tossicomane, alcolizzato e impasticcato. E nel frattempo la prevenzione è ancora
affidata a chi la gestisce con inutili moralismi e faccia di bronzo. I
fallimenti non si mettono mai discussione! Continuiamo così, fra pochissimo la
percentuale salirà al 100%. Allora manderanno l’esercito. Così chiuderanno la
collina del male. Finalmente. E una volta per tutte. E tutti i delinquenti
trovati in fragranza di sballo verranno chiusi in appositi campi di
rieducazione. La sicurezza prima di tutto! Fa
niente se a nutrire le alte percentuali degli sballati a piede libero sono i
nostri figli, i nostri ragazzi, i nostri amici, i nostri colleghi. In fin dei
conti se la sono proprio cercata. Ragazzi tristi sacrificati all’ottusità. Nicola
Drago VERONA
L’ARENA di Verona del 2 marzo 2008
DROGA Controlli
necessari Scrivo
in merito ad una lettera dal titolo "droga: controlli ridicoli" a
firma del sig. Nicola Drago pubblicata sul giornale di mercoledì 27 febbraio
2008, in quanto sono state riportate alcune pessime considerazioni su cui non
posso assolutamente concordare sia per quanto riguarda i contenuti sia per la
forma utilizzata che ritengo offensiva e per certe aspetti diffamatoria. Al contrario di quanto affermato dal signore
autore della lettera, che ha dimostrato una piena ignoranza oltre che della
legge in materia anche di quello realmente accaduto (e perfettamente dimostrabile
in tutte le opportune sedi), i conducenti fermati non sono mai stati obbligati
a sottoporsi ad esami del sangue in quanto tali esami sono considerati dalla
legge italiana come invasivi e come tali possono essere effettuati solo con il
consenso volontario dell’interessato. Violare questa norma da parte di un
medico vorrebbe dire commettere un reato e affermare che i nostri medici hanno
eseguito "analisi del sangue obbligatorie sul campo" equivale a dire
implicitamente che i nostri operatori avrebbero reso obbligatori esami che non
potevano essere fatti in tale forma, commettendo quindi un reato. Poiché questo
non è avvenuto e le analisi che sono state effettuate sono state tutte
accettate volontariamente dalle persone esaminate (non che sottoscritte nella
loro volontarietà da paziente stesso), affermare ciò significa affermare il
falso gettando discredito su operatori sanitari di una struttura pubblica che
implicitamente secondo il signor D. avrebbero in qualche modo obbligato i
pazienti a farsi esaminare. Nulla di più falso. Tutte le indagini fatte sono state accettate
volontariamente controfirmando la libera accettazione e di questo esiste
incontrovertibile prova documentale. Nella
lettera del signor Drago si affermava che l’operazione dei prevenzione eseguita
sarebbe stata uno "spot triste per rassicurare i cittadini" una
azione quindi estemporanea senza effetto concreto ma solo di immagine,
ignorando totalmente che queste complesse azioni durano da più di sei mesi e
quindi non possono essere sicuramente considerate estemporanee come uno spot,
ma soprattutto hanno portato benefici documentabili sia in termini di persone
pericolose fermate prima che potessero nuocere a se stessi e ad altri (ben 202
soggetti) - vere e proprie bombe disinnescate per la salute dei cittadini - ,
evidente e concreta riduzione degli incidenti stradali, delle morti correlate,
dei feriti gravi e gravissimi e dell’invalidità conseguente nel periodo
dell’intervento. Tutte bazzecole? In quanto all’affermazione sicuramente poco
elegante e fuori luogo che il sottoscritto sarebbe "pagato con soldi
pubblici per scoprire l’acqua calda" comunico che tutti i medici durante le operazioni notturne, compreso il sottoscritto
che li dirigeva, erano in servizio non retribuito e cioè volontario. Per
essere più chiaro: i medici non hanno percepito alcuna retribuzione per le ore
notturne fatte. In quanto alla
"scoperta dell’acqua calda", cosi come definita dall’autore della
lettera l’identificazione delle persone inabili alla guida per evidenti stati
di alterazione, più che di acqua calda si è trattato di "alcol e
droga" che ben nel 45 % dei fermati erano presenti con condizione di
alterazione psicofisica tale di impedire il corretto uso degli autoveicoli.
Forse al sig. Drago questo può sembrare
"acqua calda" ma credo di
non poter condividere tale superficialità soprattutto alla luce del sangue,
altrettanto caldo, che ogni fine settimana si riversava sulle strade veronesi
proprio grazie a questa "acqua calda" che con tanto sforzo le forze
dell’ordine in collaborazione con il nostro dipartimento hanno tentato di
togliere dalla strada per evitare morti e feriti, non che invalidità
importanti. Tutte
cose che per i drammi che si portano dietro non possono essere oggetto di
stupide discussioni, declamazioni pseudointelletuali o esercizio di becere
ironie. Il rispetto che è dovuto alle vittime della
strada si deve esercitare anche con un
impegno che poi tutti noi dobbiamo mettere nel cercare di ridurre ed evitare
tragedie sicuramente evitabili in quanto dipendenti dai comportamenti umani e
dalle scelte che ognuno di noi fa. Pertanto ritengo che la lettera del signor
Nicola Drago, pur rispettando le sue opinioni e recependo anche le sue
considerazioni, sia comunque semplicemente da considerare vergognosa e da
rimandare totalmente al mittente con
l’invito a spendere il proprio tempo magari offrendo il suo personale supporto
in termini di volontariato ad associazioni quali le Associazioni dei Famigliari
delle Vittime delle Strada che sicuramente avrebbero qualcosa da insegnare e
raccontare a chi con tanta superficialità affronta questi problemi. (*)
Dott.
Giovanni Serpelloni DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL DIPARTIMENTO ULSS 20, VERONA (*) Nota: da questa rassegna stampa abbiamo
più volte lodato l’esemplare lavoro svolto a Verona in questi ultimi mesi: oggi
aggiungo la mia personale lode al Dottor Serpelloni, per questa sua eccellente
risposta alla lettera del signor Drago. Nessuno nega che sia importante ragionare sui
motivi che portano tanti giovani a sballarsi, ma quello che è più urgente è
togliere subito dalla strada chi guida alterato, prima che si faccia del male o
faccia del male ad altri. Nel contempo è opportuno organizzare momenti di informazione e sensibilizzazione
per portare chi viene privato della patente a riflettere sui propri
comportamenti.
L’ARENA di Verona
SOAVE.
Premio all’associazione di Menapace al Roma Wine Festival, oggi la cerimonia
nella capitale. Tra i motivi la capacità di fare promozione È la
migliore Strada del vino E domani
riprendono i corsi di formazione per i 130 operatori iscritti al sodalizio Paola
Dalli Cani La
miglior Strada del Vino italiana dell’anno è quella del vino Soave. Lo hanno
decretato gli organizzatori del Roma Wine Festival, il salone riservato ai
cultori e agli appassionati del vino, con l’occhio attento però anche ai luoghi
di produzione. Il premio «Miglior strada del vino 2008» sarà consegnato questa
mattina a Paolo Menapace, presidente della Strada del Vino Soave, nel corso di
una cerimonia che verrà ospitata nella capitale, allo Spazio Etoile di piazza
San Lorenzo in Lucina. «Questo riconoscimento», sottolinea Menapace,
«ha un grandissimo valore per la nostra associazione. Risultare la prima Strada
del vino in Italia ci riempie di orgoglio ma soprattutto ridà slancio alla
nostra voglia di fare. Dopo nove anni di attività raccogliamo con soddisfazione
questi risultati, consapevoli che ci sono ancora molti obiettivi da
raggiungere. Proprio per questo motivo, risultati come quello conseguito al
Roma Wine Festival ci motivano a fare sempre di più e meglio». Il primato, riconosciuto nel contesto di una
manifestazione promossa dall’International Wine Academy di Roma, assume ancora
più significato alla luce della motivazione che accompagna il conferimento del
premio. Quella del Soave, infatti, è
stata giudicata la Strada del vino che ha saputo distinguersi «per l’opera di
divulgazione e di promozione dell’intero territorio e per la capacità di
acquisire, attraverso le iniziative realizzate, visibilità sul sistema dei
media». Come
dire, insomma, che non basta fare bene ma è fondamentale anche sapersi
promuovere. Quella della Strada del Soave è, del resto,
una visibilità costruita passo dopo passo: dal sito Internet alla presenza sui
media, dalla partecipazione a fiere ed eventi dedicati al turismo
all’investimento, anche culturale, sugli operatori della Strada, trasformati in
veri e propri strumenti di marketing. La conferma, manco a farlo apposta, è il
pacchetto di corsi di formazione che inizieranno proprio domani e che si
propongono di fornire agli operatori della Strada (i soci sono 130, di cui 51
cantine, 14 tra enti e associazioni, 11 agriturismi, 27 ristoranti, 8 hotel, 7
frantoi e 9 aziende di prodotti tipici locali) gli strumenti essenziali per
fare accoglienza e promozione. Da qualche anno, poi, la Strada si propone
anche come meta per soggiorni di varia durata, offerti all’interno di pacchetti
turistici che stanno attirando sempre di più l’attenzione. Ne è sedotto chi non
si limita a conoscere il Soave nel bicchiere, ma pensa che colline vestite con
6.900 ettari di vigna e costellate di gioielli architettonici ed enclave del
gusto possano raccontargli molto di più.
L’ADIGE
Brilli e
indisciplinati sugli sci, multe a raffica Eccedere
con l’alcol diventa pericoloso per chi si mette alla guida, ma anche per chi
mette gli sci ai piedi. Il concetto però non sembra essere chiaro a tutti, viste
le numerose sanzioni che i poliziotti sulle piste hanno elevato lo scorso fine
settimana in val di Fiemme. A farne le spese sono stati una ventina di turisti
che sciavano visibilmente ubriachi oppure
in modo troppo spericolato. La velocità ed il mancato rispetto delle regole,
infatti, sono gli altri fattori di pericolo che mettendo a rischio l’incolumità
altrui e che vengono quindi duramente repressi dalle forze dell’ordine che
vigilano anche sulla neve. Se le infrazioni per le discese «ad alto tasso di
gradazione alcolica» hanno interessato sia sciatori italiani che stranieri,
nell’eccesso di velocità si sono distinti soprattutto i turisti dell’Europa
centrale: su 12 multati lungo le piste del Cermis, sopra Cavalese, nove erano
stranieri. Sette invece gli sciatori
brilli: tre erano italiani, invece stranieri. Tutti di età compresa dai 25 ai
34 anni e fermati lungo le piste di Pampeago. Tra loro anche un ragazzo che
praticava lo snowboard e che aveva cercato di godersi una discesa in solitaria
quando le piste erano già state chiuse. La sanzione in questi casi varia dai 50
ai 300 euro. Un altro sciatore, un
italiano di 38 anni, è stato trovato sdraiato fuori da un rifugio nella zona di
San Martino: era incapace di rialzarsi per il troppo alcol bevuto prima di
affrontare la discesa. Nelle ultime settimane si sono fatti sempre più
frequenti i controlli sulle piste da parte di polizia e carabinieri, in
applicazione della legge nazionale 363 del 2003 e di quella provinciale del
1987 sulla sicurezza degli impianti sciistici.
TRENTINO
PAMPEAGO
Sciatori
ubriachi, record di sanzioni Lo
scorso weekend la polizia ha dato sette multe tra i 50 e i 300 euro TRENTO.
Record di multe a sciatori ubriachi a Pampeago. Sette le sanzioni, tra i 50 e i
300 euro, date tra sabato e domenica scorsa dagli agenti di polizia in servizio
sulla neve. «Quest’anno abbiamo
aumentato i controlli - spiega il commissario capo Salvatore Ascione,
addetto al coordinamento degli agenti sulle piste - per prevenire gli incidenti causati da chi eccede con l’alcol nei punti
di ristoro ad alta quota e poi si rimette gli sci causando problemi alla
sicurezza pubblica». Una sessantina i poliziotti in servizio sugli impianti
di tutta la provincia. Tra i
sette multati, una donna. Tutti d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, tre
italiani e quattro stranieri. Una curiosità: le infrazioni si registrano tra le 16 e le 17.30, cioè nell’orario in
cui si effettuano le ultime discese sulla pista dopo essersi fermati magari per
qualche ora nei chioschi in quota dove è possibile acquistare alcolici. E’
da parecchi anni infatti che si è diffusa la tendenza, soprattutto tra i più
giovani, di sciare durante la mattinata e fermarsi a fare baldoria dopo pranzo. Uno
sciatore italiano di 38 anni, è stato sorpreso sdraiato sulla pista incapace
addirittura di rialzarsi per il troppo alcol bevuto prima di scendere. Rimangono quindi sotto accusa sono i rifugi
e i bar in quota che servono liberamente superalcolici e le forze dell’ordine
non escludono che stiano per arrivare dei provvedimenti per evitare che questa
pratica continui. Certo è
che gli sciatori in trentino si dimostrano sempre più indisciplinati. Negli
ultimi giorni la polizia ha multato, solo in val di Fiemme, una ventina di
turisti che scendevano lungo le piste con quantità alcoliche in corpo sopra i
limiti consentiti oppure che facevano gli spericolati, mettendo a rischio
l’incolumità altrui. Se le infrazioni per le discese ad alto tasso di
gradazione alcolica hanno interessato sia sciatori italiani che stranieri,
nell’eccesso di velocità si sono distinti soprattutto i turisti dell’Europa
centrale: 9 sui 12 multati lungo le piste del Cermis, sopra Cavalese. «Continueremo a vigilare - assicura Ascione - bisogna trovare la maniera di frenare un
fenomeno che continua a dilagare e che frequentemente provoca incidenti».
IL GAZZETTINO (Rovigo)
LA
STORIA Dona un
etilometro per garantire sicurezza sulle strade CASTELMASSA - C’è chi contesta autovelox ed etilometri e chi li regala perché si
faccia prevenzione sulle strade. Un apparecchio per misurare lo stato di
ebbrezza degli automobilisti è stato donato da un ceregnanese, N.S., 52enne, lo
scorso ottobre, ma la notizia si diffonde ora perché chi l’aveva ricevuto - il
sindaco di Trecenta, Antonio Laruccia - l’ha affidato ai carabinieri. L’etilometro
regalato vale settemila euro, e l’amministrazione altopolesana ha voluto fare
tutti i passi giusti perché lo strumento diventasse operativo: Laruccia e il
comandante della Compagnia di Castelmassa tenente Simone Toni hanno siglato un
accordo, di quattro anni, per la concessione in comodato d’uso gratuito al
comando dei Carabinieri. L’offerta dell’anonimo polesano garantirà un
numero ancora maggiore di controlli sulla strada. Lo strumento è già operativo sulle auto del
Radiomobile ed è a disposizione delle altre pattuglie quotidianamente impiegate
nei controlli stradali. Servirà
sempre di più a stroncare (e meglio a prevenire) gli incidenti provocati
dall’abuso di alcool sulle nostre strade.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Due
avvocati ottengono dal giudice di pace di Conegliano l’annullamento dei
provvedimenti prefettizi di sospensione del documento Guidavano
in stato di ebbrezza, riottengono la patente Oderzo Guida in stato d’ebbrezza: premesso che ciò
non dovrebbe mai accadere, a coloro ai quali viene contestato tale reato vanno
comunque garantiti i diritti. E’ il senso di diversi casi seguiti dallo studio
legale Miotto di Oderzo, nella fattispecie dagli avvocati Franco Miotto e
Matteo Costantin. I legali hanno
ottenuto l’annullamento di provvedimenti prefettizi di sospensione della patente
per guida in stato di ebbrezza, perchè le procedure di contestazione seguite
dagli agenti accertatori non erano corrette. «Il caso - fanno sapere dallo
studio legale Miotto - riguarda l’ennesimo conducente al quale era stato
contestato il reato di guida in stato di ebbrezza che, da noi assistito, ha
ottenuto l’annullamento del provvedimento di sospensione della patente disposto
dal Prefetto. Anche il Giudice di Pace di Conegliano, seppure accogliendo per
il momento solo in via d’urgenza l’istanza di sospensione degli effetti del
provvedimento prefettizio, fa confidare che lo stesso condivida l’orientamento
già espresso in precedenza dai Giudici di Pace di Oderzo, Pordenone e San Vito
al Tagliamento, cui altri conducenti assistiti dallo studio Miotto avevano
presentato ricorso». Non è il solito cavillo legale, anzi la questione è
estremamente seria perchè lo è il reato di guida in stato di ebbrezza, che
prevede pene pesanti. E’ capitato a
diversi automobilisti: fermati, le due birre in più che avevano bevuto hanno
fatto alzare il tasso alcolemico e si sono visti ritirare la patente e non
erano certo ubriachi. (*) «Si tratta - precisano gli avvocati Miotto e
Costantin - di far valere le garanzie e i diritti assicurati ai conducenti che colpiti da sanzioni
alquanto afflittive non sempre sono responsabili dei reati loro ascritti. La
questione riguarda i casi in cui venga contestata ai conducenti la guida in
stato di ebbrezza, senza che venga elevato dagli agenti accertatori il verbale
di contestazione e senza che ne venga loro consegnata loro una copia, come
prescritto dal Codice della Strada. I Giudici di Pace hanno accertato che tale
prassi, adottata dagli organi accertatori sulla base di una Circolare del
Ministero dell’Interno, non è corretta ed è lesiva delle garanzie e delle
tutele previste dalla legge per i conducenti, con conseguente illegittimità ed
annullamento del provvedimento di sospensione disposto in via provvisoria e
cautelare dalla Prefettura». La questione, osservano i legali, è di rilevanza nazionale
e il numero elevato di contestazioni potrebbe portare ad un altrettanto elevato
numero di ricorsi. Si renderebbe a questo punto opportuno un intervento
chiarificatore, volto ad evitare tale rischio. La questione è squisitamente
giuridica. Fermo restando il fatto, e gli avvocati Miotto e Costantin sono i
primi a riconoscerlo, che mai ci si dovrebbe mettere al volante dopo aver
bevuto un bicchiere di troppo. (**) Annalisa
Fregonese (*) Nota: e allora? Chi supera il tasso alcol
emico consentito dalla legge per guidare certamente ha un rischio molto, molto
maggiore di provocare un incidente stradale rispetto a una persona sobria. Anche se non è “ubriaco”. (**) Nota: attaccarsi al cavillo giuridico per
far restituire la patente a chi è colto a guidare in stato di ebbrezza
(circostanza che qui non mi pare smentita) appare comportamento non meno
immorale che guidare dopo aver bevuto. La legge darà pure loro ragione, per carità,
ma la coscienza li dovrebbe portare a provare vergogna. Avessero almeno il buon gusto di stare zitti,
e di non fare morali sui comportamenti altrui.
IL TIRRENO
Ubriaco
alla guida causa un incidente Aveva un
tasso alcolemico quattro volte superiore a quello consentito PONTEDERA. Quando ha perso il controllo
dell’auto su cui viaggiava il tasso di alcol che aveva nel sangue superava di
quattro volte il limite consentito dal codice della strada. La sua
auto è andata fuori strada, di notte, vicino alla nuova rotatoria di Gello. Solo
un fortunato caso - aiutato forse anche dall’ora in una strada che di solito è
molto trafficata - ha evitato che nell’incidente rimanessero coinvolte altre
persone. Essendo
rimasto ferito, l’automobilista è stato accompagnato con un’ambulanza al pronto
soccorso dell’ospedale Lotti dove, oltre alle cure necessarie, sono stati
effettuati anche gli accertamenti che hanno permesso di capire che il 42enne,
residente nel comune di Peccioli, quella sera aveva alzato un po’ troppo il
gomito. Secondo
quanto è stato spiegato dalla polizia che lo ha denunciato per guida in stato
di ebbrezza, l’uomo aveva nel sangue una concentrazione di alcol ben superiore
a quella consentita dalla legge. Immediato è stato il ritiro della patente:
rischia ora la sospensione per un anno. Non si
ferma all’alt. Nel corso dei controlli stradali effettuati dalla polizia in
questi giorni, gli agenti del commissariato hanno fermato un nigeriano che ha
cercato di fuggire all’alt della pattuglia. Dopo un inseguimento nelle vie
cittadine l’extracomunitario, di 45 anni, è stato costretto a fermarsi. Guidava
una vettura che era già stata sottoposta a un provvedimento di sequestro. Di
conseguenza è stato denunciato per violazione degli obblighi di custodia. Al
tempo stesso gli è stata ritirata la patente di guida. Alla
guida drogato. È stato invece denunciato per guida sotto l’effetto degli
stupefacenti un 34enne di Pontedera, tossicodipendente, fermato in quanto
andava a zig zag alla guida di un ciclomotore. L’uomo
si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti per verificare le condizioni
psicofisiche e per questo è stato multato (per 2.500). Inoltre la polizia ha
disposto il fermo del ciclomotore per sei mesi. Non si
ferma, dunque, l’attenzione della polizia rispetto alla sicurezza stradale.
Controlli di questo genere continueranno ad essere effettuati anche come forma
di prevenzione rispetto a incidenti che possono essere causati da persone che
si mettono alla guida dopo avere bevuto troppo o dopo avere assunto sostanze
stupefacenti, creando così una situazione di pericolo non solo per se stessi,
ma anche per altri utenti della strada.
IL GIORNALE DI VICENZA
VIOLENZA.
Vicentino arrestato al S. Bortolo Picchia
militare in ospedale Ammanettato Ha
aggredito senza alcun motivo apparente un Cc È
andato su tutte le furie non appena ha visto le divise e si è avventato contro
un carabiniere colpendolo con un calcio. Non c’è stato modo di calmarlo e a
quel punto i militari non hanno potuto fare altro che ammanettarlo. A finire in
carcere al S. Pio X è stato, nel pomeriggio di venerdì, il vicentino Alessandro
Giammona, 34 anni, residente in città. È accusato di violenza e resistenza a
pubblico ufficiale. Potrebbe essere processato per direttissima già domattina. Il movimentato episodio è avvenuto intorno
alle 16.30, nei corridoi fra gli ambulatori al piano terra dell’ospedale S.
Bortolo. Un maresciallo e un carabiniere della stazione avevano accompagnato un
uomo, trovato ubriaco a terra ad Anconetta, per fare una visita. Giammona, che
era lì per altri motivi e che in base a quanto emerso aveva a sua volta esagerato con gli alcolici, si è
avvicinato ad uno dei militari e, senza motivi apparenti, lo ha pesantemente
insultato. Alla richiesta di spiegazioni del suo comportamento, ha reagito con calci
e spintoni. Subito dopo è arrivato anche un ispettore del posto fisso di
polizia dell’ospedale, ma Giammona è stato calmato solo dall’arrivo di altri
militari della stazione comandata dal luogotenente Aletta. È stato
ammanettato perché era furibondo, anche se non ha detto perché, e nel frattempo ha
ferito in maniera lieve sia il carabiniere che il poliziotto. A quel punto,
sentito il pm Barbaglio, i militari hanno accompagnato Giammona in caserma e
successivamente in cella.
SABATOSERAONLINE.IT
L’alcol
e "la boxe al buio" Non c’è niente di più simpatico che vedere un
gruppo di giovani maldiviani seduti intorno ad un tavolo di un ristorante
all’aperto conversare allegramente
mentre bevono birra. Sigaretta in mano, musica "ganza"
che proviene da uno dei loro telefonini (spesso Bob Marley) e diverse lattine
di birra sul tavolo. Anche se non è
esattamente birra. L’alcol non è permesso alle Maldive (solo all’hotel
dell’aereporto e sulle isole turistiche). Si
tratta di birra analcolica, ovvero di una bevanda al malto, come è descritta
sulla lattina. Il nome è quello di una birra famosa e anche il look è lo
stesso, ma nessuna traccia dei 4 o 5 gradi di alcol che caratterizzano la vera
birra. I poster in giro per la città la pubblicizzano come una bevanda per giovani
"in", alla moda, "cool", come una bevanda capace di rendere
più interessante la vita sociale di chi la beve. Se lo dice la pubblicità..... Anche nei negozi è possibile trovare bottiglie
di bevande che sembrano alcoliche ma che non lo sono: spumante che invece è
gazzosa alla fragola, bottiglie sullo stile dei mix-Bacardi che non sono altro
che limonata e altre bottiglie che si direbbe contengano birra ma che invece
sono piene di acqua gasata alla mela. Alle
Maldive quindi, è possibile essere "ganzi" anche senza bere alcol.
Magari finiscono con i denti cariati e il diabete, ma almeno non rischiano di
farsi venire la cirrosi. Gli stranieri che volessero pasteggiare con un
bicchiere di vino, o farsi un bicchierino prima di tornare a casa, o chi avesse
bisogno di bere per dimenticare le sventure della giornata è obbligato ad
attraversare il canale che divide Malè dall’aeroporto e dirigersi all’hotel.
Lì, per la modica cifra di $6 ti servono un bicchiere di vino, per $5 una birra
e per $4 una vodka tonic. Modica per i turisti ovviamente! Ai volontari Vso è consegnato un permesso per
acquistare alcol e portarlo a casa, ma è limitato a un certo numero di lattine
di birra e poche bottiglie di vino al mese. Difficilmente la razione dura più
di un paio di settimane (quasi tutti i volontari sono di estrazione
anglosassone e la loro vita sociale è basata principalmente sull’alcol) e una
visitina all’hotel dell’aeroporto è di norma. Una birra tira l’altra, poi
un’altra, poi un altro paio di bottiglie, poi ancora una prima di tornare a
casa, poi questa te la offro io, poi no-no adesso basta vabbè ancora una...
ecco la versione occidentale di una serata "ganza" tra amici. Non sono
mai riuscita a capire dove stia il fascino dell’ubriacarsi (anche gli 11 anni
vissuti in Inghilterra non mi hanno illuminato), ma è successo anche a me
recentemente di aver bisogno di bere per dimenticare – ma a me basta una
singola vodka e tonic. Dimenticare una settimana difficile, passata a
"fare la boxe al buio" come dice la mia collega inglese. E anche lei
ne sa qualcosa. Che le decisioni siano prese all’ultimo minuto alle Maldive
ormai è cosa nota e anche noi stranieri abbiamo imparato ad accettarla come
ordinaria amministrazione. Se e quando il corso inizia lo si impara solo un
paio di giorni prima, se l’isola turistica ha una camera libera lo impari con
un preavviso di 24 ore e la conferma dell’idrovolante viene data alle 9.30
della sera prima. Fare la boxe al buio ha una marcia in
più:significa essere richiesti (alle 4 di pomeriggio) per una presentazione per
presidi di scuole elementari con suggerimenti per la gestione scolastica da
tenersi alle 9 della mattina seguente o di dare una dimostrazione su come
insegnare l’inglese entro mezz’ora (!) o di stilare una proposta con tanto di budget
per un progetto che riesca ad attirare fondi dell’Unesco... ma che deve essere
inviata entro 24 ore. Si può dire di no o accettare e prenderla come una sfida
contro il tempo: come tirare pugni al buio, appunto, sperando di colpire
qualcosa.
http://wwwsabatoseraonline.it/home_ssol.php?site=1&n=articles&category_id=15&article_id=108886&l=it
IL GAZZETTINO (Belluno)
FALCADE
Una 15enne dell’Alberghiero è stata trascinata via dai genitori dopo aver
subito per mesi soprusi e prepotenze dai compagni di classe Botte e
minacce: costretta a lasciare la scuola La
mamma: «Non accettava di passare le notti fra droga, sesso e alcol: prima
l’hanno emarginata, poi sono iniziati gli insulti» Falcade Il giorno in cui sono andati a scuola a
riprendere la figlia non lo dimenticheranno facilmente. Non appena la mamma è
entrata nel convitto femminile, sarebbe stata accolta da un coro di
"vaff..." gridato dalle ragazze ospiti, mentre dalle terrazze alcuni
ragazzi avrebbero gridato alla volta del padre «Bastardo! Portala via di qui».
La ragazzina, una quindicenne, sarebbe stata fatta uscire dal retro per
evitarle il trauma di un ulteriore passaggio fra le urla e gli insulti dei
compagni. L’episodio è accaduto qualche giorno fa al termine di una lunga serie
di episodi di bullismo, quando la quindicenne, che chiameremo Anna, è stata
ritirata dall’istituto alberghiero di Falcade, dove studiava ospite in
convitto, per essere iscritta ad un’altra scuola. Sui fatti che si sarebbero
ripetuti per quattro mesi, così come denunciati dalla madre, è stata aperta
un’indagine dell’Ufficio scolastico provinciale, la vicenda avrà sicuramente
anche esiti giudiziari. Anna infatti, dopo essere stata isolata, denigrata,
derisa e offesa, si sarebbe buscata anche un pugno da parte di un compagno che
alla fine le avrebbe detto «io ti spacco la faccia, ti impicco», minacciandola
di morte. Questa è stata l’ultima goccia, quella che ha fatto decidere ai
genitori di portarla via da una scuola che amava e nella quale aveva scelto lei
stessa di studiare. La vicenda, secondo il racconto della madre,
inizia lo scorso ottobre quando Anna si
accorge che una delle due compagne di stanza porta in convitto superalcolici
mimetizzato nelle bottigliette di plastica dell’acqua minerale. Anna vede
inoltre la stessa ragazza, insieme ad un’amica, farsi delle
"scremature", così chiamate in gergo, le sigarette svuotate e riempite
con droga del tipo hashish, conservandole in una scatola nascosta in bagno
sotto al bidet. La stessa ragazzina inizia ad invitare in
camera il proprio ragazzo, invitando le compagne ad uscire per rimanere soli.
Un giorno il ragazzo viene scoperto nella camera anche dalle educatrici. Il 26
novembre anche le due ragazze vengono trovate nel bagno mentre
"scremano" la droga. Il 4 dicembre Anna si sveglia alle 4 e vede
nella sua camera il ragazzo della compagna completamente nudo. Il giovane,
niente affatto turbato per essere stato scoperto, si chiude in bagno con la sua
ragazza per fumare, prima di allontanarsi. Nel frattempo la ragazzina viene
sospesa dalla scuola, così che il 10 dicembre Anna riceve una sua telefonata
dal contenuto minaccioso. Una settimana più tardi Anna viene fatta bersaglio di
attenzioni fastidiose da parte di due compagni. Le ragazze e i ragazzi di cui è stato
segnalato il comportamento, o che sono stati scoperti dalle stesse educatrici a
fare uso di droga o in atteggiamenti promiscui, sono stati redarguiti e le
famiglie sono state avvisate. In un secondo tempo la direttrice li ha sospesi
per cinque giorni. Le ragazze sono state sottoposte ad un test sull’uso di
droghe e sentite dai carabinieri nell’ambito di un’indagine per verificare le fonti
dello spaccio. La mamma di Anna nel frattempo parla con la
dirigente della scuola, chiedendole di informare il collegio dei docenti, il
consiglio di istituto e le famiglie, e che vengano presi provvedimenti per
tutelare l’integrità fisica e psichica della figlia e di tutti gli allievi.
Dopo un mese, a metà gennaio, la donna non ha ricevuto alcuna risposta. Due
settimane dopo, invece, il 30 gennaio Anna è di nuovo insultata pesantemente da
un compagno di classe, che le sferrato anche un pugno e la prende ripetutamente
in giro. Il primo febbraio la mamma di Anna scrive una
lettera in cui denuncia, descrivendola minuziosamente, la situazione che sta
vivendo suo malgrado la figlia da tre mesi, e la invia alla dirigente
dell’Alberghiero, al consiglio di istituto, al coordinatore di classe e alla
coordinatrice del convitto, ai dirigenti scolastici provinciale e regionale, al
presidente del Forags (il foro regionale scolastico) e ai membri
dell’osservatorio permanente regionale sul fenomeno del bullismo. Dopo dieci
giorni l’istituto scolastico provinciale apre formalmente l’indagine scrivendo
alla dirigente dell’Ipssar di Falcade richiedendo «dettagliate e circostanziali
notizie ed elementi conoscitivi in merito alla denuncia del genitore». Di fatto, la situazione all’interno
dell’istituto, non risulta nel frattempo essere cambiata. E i comportamenti
persecutori continuano. Il 13 febbraio, su un foglio, sotto il nome di Anna,
viene scritta la parola «infame».Il 19 febbraio si tiene una riunione del
consiglio di classe allargata ai genitori. Nel corso della discussione, da
parte di alcuni compagni, la ragazzina verrebbe definita «una rompic...». I
professori, ammettendo le problematiche della classe, ammettono che urge
convocare il consiglio di disciplina. Il 28 febbraio è il giorno in cui si sarebbero
verificati gli avvenimenti che fanno precipitare la situazione, motivando la
decisione dei genitori di Anna di ritirarla definitivamente dalla scuola
agordina. Simona
Pacini
IL GAZZETTINO (Padova)
Spritz,
i baristi preparano i ricorsi al Tar Flavio
Zanonato respinge le accuse di non aver interpellato la Confesercenti prima di
scrivere la nuova ordinanza «Non capisco questa presa di posizione. In
fondo non abbiamo fatto altro che riproporre la vecchia ordinanza, aggiornandola
in base alla nuova normativa». Flavio Zanonato, dunque, non condivide le
contestazioni della Confesercenti che ieri, con una nota firmata dal presidente
Nicola Rossi, aveva sottolineato «ce ne andiamo perché il Comune decide tutto
da solo, senza interpellarci», criticando appunto il fatto che
l’amministrazione non l’avesse contattata prima di predisporre il nuovo atto.
«Abbiamo sempre collaborato con loro - ha rincarato il primo cittadino - e
l’ultima ordinanza non dice nulla di nuovo rispetto alla precedente, ma è un
compromesso che garantisce ai residenti in centro storico di riposare dalla
mezzanotte in poi. Nelle piazze ci sono attività commerciali, abitazioni,
negozi e anche bar ed è quindi necessario trovare un giusto equilibrio per far
convivere tutte queste realtà. Quando il
barista non riesce a governare determinati comportamenti, servono delle
restrizioni, come quella che abbiamo predisposto noi, imponendo un orario di
chiusura anticipato. Per quanto mi riguarda, con la Confesercenti non ci
sono problemi o incomprensioni: abbiamo collaborato con loro anche l’estate
scorsa...». Intanto la Confesercenti domani alle 14,30
inviterà i gestori dei pubblici esercizi a un incontro: l’associazione metterà
a loro disposizione un legale per avviare una serie di ricorsi al TAR contro
l’ordinanza del sindaco che impone la chiusura serale anticipata. Nicoletta
Cozza
TRENTINO
Ubriaco
dà spettacolo Arrestato al Millennium ROVERETO. E’ entrato al Millennium già
«carburato» e dopo aver gironzolato per i corridoi si è infilato nel negozio
che vende consolle e videogiochi ed ha iniziato ad importunare la clientela. A
tal punto che i titolari sono stati costretti a chiedere l’intervento dei
carabinieri che lo hanno arrestato. L’episodio è successo ieri pomeriggio, intorno
alle 17. I militari hanno accompagnato l’uomo - residente ad Ala, classe 1969 -
all’uscita del centro commerciale ma sono stati costretti ad arrestarlo dopo
che è andato letteralmente in escandescenza, prendendo a calci la portiera
dell’auto dei carabinieri e sferrare una gomitata ad un militare. L’accusa nei
suoi confronti è di resistenza a pubblico ufficiale.
ADNKRONOS
diario
elettorale Il
nutrizionista ai candidati: caffè, alcol e digiuni con contagocce I
consigli di Miggiano ai leader impegnati nella campagna elettorale: ’’Spuntini
regolari e leggeri. E bere molta acqua’’ Roma, 1 mar. (Adnkronos Salute) - Caffè con il
contagocce, alcol neppure a parlarne
e digiuni vietati. Così come le abbuffate serali. E’ dura la vita del leader
politico in campagna elettorale, anche quando siede a tavola. Per non rischiare
di arrivare ’spompati’ all’appuntamento finale con gli elettori, e mostrarsi
forti e vincenti, meglio seguire regole "semplici ma precise. Anche in considerazione
del fatto che il prossimo mese e mezzo nessun politico farà una vita regolare,
specie quanti ambiscono alla poltrona di premier", spiega all’ADNKRONOS
SALUTE Giacinto Miggiano, direttore del centro di ricerche sulla nutrizione
umana dell’università Cattolica di Roma. "La prima regola - dice - è quella di
evitare i digiuni, che fanno male al corpo e al cervello. Ma sono vietate anche
le abbuffate, soprattutto quelle serali in ristoranti, o alle cene di
rappresentanza, che pregiudicano il meritato riposo notturno". Per dormire
bene, "e almeno 6-8 ore a notte", continua l’esperto di nutrizione,
"sono da contingentare anche caffè e tè. Se è vero che tengono vigili,
rischiano anche di aggiungere tensione a un organismo già sotto stress e
sballottato lungo la Penisola nei vari appuntamenti elettorali". Ma non solo, "caffè, tè e tutte le
bevande che contengono sostanze ’eccitanti’, possono anche innescare un surplus
di stress per il cuore, provocando malori o incidenti più seri. Dunque non
eccedere". Meglio quindi organizzarsi "con spuntini
regolari e leggeri. E bere molta acqua, mentre
il vino - prosegue Miggiano - andrebbe
ridotto all’osso, e mai prima di un comizio, se non si vuole rischiare un
appannamento". Bocciati dal nutrizionista anche i possibili
rimedi ’in pillole’, come "integratori a base di vitamine o ginseng e
guaranà. Non hanno effetti benefici, semmai solo negativi". Infine, Miggiano suggerisce ai vari leader di
approfittare della campagna elettorale italiana per "fare qualcosa di
utile per l’economia agroalimentare del Paese. Visitando le varie realtà
territoriali - spiega - ciascun politico potrà conoscere e assaggiare le
specialità alimentari che rendono unica la gastronomia italiana e che - avverte
- vanno difese a tutti i costi, con politiche nazionali e internazionali.
Quindi - esorta - approfittino di questa esperienza ’sul campo’ per aggiungere
una postilla ai programmi elettorali, a favore della difesa del prodotto
alimentare tipico italiano".
LA PADANIA
Da
domani la prima edizione di Gusto in Scena farà incontrare ristorazione e
grandi vini Venezia
per tre giorni capitale del bere bene CARLO PASSERA Venezia diventa capitale del bere bene. Da
domani a mercoledì presso lo splendido Molino Stucky sull’isola della Giudecca
si terrà Gusto in Scena, la prima manifestazione che farà incontrare il mondo
della ristorazione e i grandi vini. Al
pubblico saranno dedicati gli eventi I Magnifici Vini di Mare, Montagna,
Pianura e Collina e Seduzioni di Gola mentre i professionisti della
ristorazione si confronteranno in Chef in Concerto, il primo congresso
gastronomico che vedrà 30 grandi relatori italiani e spagnoli presentare il
proprio punto di vista sul futuro del settore. È la prima volta che Venezia diventa
protagonista dell’enogastronomia con un evento di questo livello. A I Magnifici
Vini di Mare, Montagna, Pianura e Collina il pubblico, gli operatori del
settore e i giornalisti potranno conoscere un nuovo metodo di degustazione, che
introduce per la prima volta la suddivisione dei vini per ambiente di
produzione: mare, montagna, pianura e collina. Questa classificazione farà
capire come un diverso ambiente influenzi il vino ma anche e soprattutto quanto
le differenze derivino dalla storia e dalla tradizione di quel luogo. Le 100 aziende selezionate presenteranno oltre
300 vini provenienti da tutte le regioni più vocate, classificate nelle quattro
diverse categorie grazie al contributo scientifico di Attilio Scienza, uno dei
nomi più noti della ricerca vitivinicola italiana. La seconda esclusiva de I
Magnifici Vini sarà la presentazione di aree viticole di eccellenza ancora poco
conosciute, come Chianti Rùfina e Lugana, e di un originale percorso attraverso
il Nebbiolo e i suoi molti volti. Verrà offerto poi un “viaggio virtuale”
attraverso le diverse espressioni del Nebbiolo stesso. L’evento non si
concentrerà su Barolo e Barbaresco, ma presenterà vini unici e che in alcuni
casi presentano una storia ancora più antica delle denominazioni più blasonate:
anzitutto il Roero, poi le altre denominazioni piemontesi del Novarese e
Vercellese, come Ghemme, Gattinara, Boca, Lessona e Bramaterra. Infine la
Valtellina, area di montagna dove il Nebbiolo prende il nome di Chiavennasca,
un’area dove la viticoltura è davvero “eroica” e frutto della fatica dell’uomo.
Grazie a questi percorsi sarà possibile compiere un viaggio fra le
interpretazioni diverse di un grande vitigno. Durante le tre giornate i visitatori potranno
incontrare i produttori, scoprire i loro volti, la storia dei loro vini. Con
Seduzioni di Gola saranno invece di scena gli “sfizi” gastronomici,
rappresentati da produttori di specialità dolci e salate provenienti da tutta
Italia. Gusto in Scena sarà infine un’opportunità per
visitare Venezia. Da solo, Molino Stucky vale già un viaggio. Antico edificio
realizzato nella tipica architettura industriale ottocentesca che comprende
tredici edifici e un mulino, si trova nell’incantevole isola della Giudecca.
Perfettamente restaurato dalla nota catena alberghiera Hilton, è stato
inaugurato qualche mese fa come hotel a 5 stelle. Gusto in Scena sarà il primo
evento enogastronomico ospitato in questa splendida sede. Info: www.gustoinscena.it , tel. 02 29404086.
GAZZETTA DI PARMA
Ubriaco aggredisce i
carabinieri
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Alcol e divieti, nuovo
scontro «Assurdo far pagare 500 euro»
IL MESSAGGERO VENETO
alcol e guida sicura
in un incontro del soroptimist
LA NUOVA VENEZIA
alcol vietato dalle 2
solo in discoteca
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Salerno: ucraini ubriachi in via Leucosia
travolgono con l’auto diverse macchine in sosta
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LA NUOVA SARDEGNA
enoturismo, la sfida
di budonivini - tiziana simula
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Guidava senza patente,
fermato Quindici automobilisti multati per guida in stato d’ebbrezza
IL GIORNO (Milano)
Aumentati i ragazzi
che bevono alcolici
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Anniversario degli
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cintura
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Eccesso d
Lunedì, 03 Marzo 2008
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