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Articoli 20/04/2005

da "Il Centauro n. 94" - La segnaletica stradale verticale, un anello fondamentale nella catena della sicurezza stradale

a cura di Claudio Galbiati Centro Studi 3M per la Sicurezza Stradale
 

La segnaletica stradale verticale, un anello fondamentale nella catena della sicurezza stradale

La segnaletica rappresenta l’interfaccia principale tra utente ed ambiente stradale; è la segnaletica che ci guida ed orienta i nostri comportamenti alla guida.

Per questo motivo una buona segnaletica è senza dubbio un anello fondamentale nella catena della sicurezza stradale. In particolare la segnaletica verticale ha una serie di riferimenti normativi molto precisi, ma che spesso sono sottovalutati, portando così a creare situazioni di incertezza ed incomprensione, che inevitabilmente finiscono per sfociare in una situazione di potenziale pericolo.


Negli ultimi anni sentiamo parlare di comunicazione nei termini più diversi e, spesso, con significati non univoci. Quante volte usiamo aggiungere alla parola comunicazione un aggettivo come ad esempio multimediale o satellitare? Ma torniamo al significato originale della parola “comunicare”, la definizione nel vocabolario cita: “trasmettere un messaggio, far partecipe, rendere comune agli altri”, ed è questo il compito della segnaletica stradale nei confronti degli utenti della strada.



Ora la domanda successiva potrebbe essere: qual è il metodo più efficace ed universale per trasmettere un messaggio? Sicuramente ognuno di noi nella propria testa ha una lista di risposte, ma seguite per un attimo il mio ragionamento. Io ho necessità di trasmettere un messaggio nel modo più semplice e ad utenti molto diversi tra loro, quindi ho la necessità di un sistema semplice, efficace e facilmente visibile in ogni condizione. Tutto questo è facilmente ottenibile con la segnaletica, in altre parole un insieme di forme, colori e simboli, facilmente comprensibili dagli utenti della strada. Questa forma di linguaggio è, generalmente, avulsa da influenze geografiche, di cultura e linguaggio (ovviamente esistono alcune eccezioni). Dopo il linguaggio dei numeri e le note musicali è probabilmente il metodo di comunicazione più universale e facilmente comprensibile da tutti. Se stiamo guidando in un paese straniero e vediamo un cartello rosso a forma di ottagono, sicuramente ci fermeremo, indipendentemente dal fatto che ci sia scritto STOP o l’analogo in un’altra lingua.

Chiaramente però sono necessarie delle regole per mantenere il messaggio coerente ed omogeneo, queste regole sono definite dal Codice della Strada e dal relativo Regolamento di Esecuzione. In questo articolo avremo lo spazio solo per le regole di base previste per la segnaletica stradale dal nostro impianto giuridico.

La segnaletica è uno dei componenti del quadrinomio “Uomo-Veicolo-Strada-Ambiente”, Un documento OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) di molti anni fa elenca tutta una serie di variabili (oltre 1000) che interessano il sopra citato quadrinomio e aveva stabilito per “L’uomo”, inteso come conducente, un elenco di variabili che possono in qualche grado influenzare la condotta di guida e che, separatamente o come concausa, possono portare all’incidente. Come ad esempio: lo stato di esaltazione o di alterazione psichica momentanea, l’assunzione di bevande alcoliche o di antidepressivi, la stanchezza, l’abitudine allo stesso percorso ecc…, ma soprattutto la distrazione dovuta alle situazioni più disparate.

Se su qualche variabile si può intervenire con i controlli mirati delle Forze di Polizia, molto deve ancora essere fatto per quanto concerne il coinvolgimento di tutto il tessuto sociale alla Sicurezza Stradale.

La strada ha, secondo l’OCSE, un elevatissimo numero di variabili che possono influenzare in maniera negativa la sicurezza della guida.

Innanzitutto la strada deve sempre consentire, in ogni circostanza, le condizioni minime di visibilità del conducente (Rapporto Strada-Utente) adattando le caratteristiche costruttive della strada, prevedendo piani di manutenzione adeguati delle opere e alle condizioni prevalenti della tipologia del traffico e dell’ambiente.

La strada, anche se costruita in perfetta armonia con tutti i dettami e le norme funzionali e geometriche, non può prescindere dalla comunicazione strada- utente, cioè dal suo segnalamento cosa che, purtroppo, non ha mai costituito l’oggetto di una componente progettuale vera e propria.

Il segnale

Il segnale, soprattutto se facente parte di un piano di segnalamento, è lo strumento centrale di connessione nella complessa catena sistemica rappresentata dal sopra citato quadrinomio.
Per essere efficace, la segnaletica deve essere posta in opera secondo un preciso piano di segnalamento, che significa, in moltissimi casi, ridurre il numero dei segnali, ma utilizzare materiali e tecnologie della qualità più appropriata.
Purtroppo c’è da constatare che, nonostante l’aumentata sensibilità verso la sicurezza stradale (se ne parla tanto, e questo è un bene, ma si fa ancora troppo poco), la posa in opera della segnaletica, sia essa verticale, orizzontale, luminosa e complementare, si limita per lo più, salvo le dovute eccezioni, all’accettazione di alcuni standard minimi, adottati quasi sempre indiscriminatamente e senza un benché minimo rapporto analitico dei fattori di rischio della strada, che tenga conto del progetto geometrico, funzionale della struttura, del conducente e dell’ambiente.

La normativa

Il NUOVO CODICE DELLA STRADA D.Lgs.285/92 Regolamentazione generale, ed il REGOLAMENTO DI ESECUZIONE ED ATTUAZIONE D.P.R. 495/92 e 610/96 (Norme per la realizzazione e la posa dei segnali), trattano in vari articoli la segnaletica stradale; inoltre l’uso corretto della segnaletica è stato ampliamente trattato nella Direttiva 24 ottobre 2000 pubblicata sulla GU 28 dicembre 2000, n. 301.

In tutti i provvedimenti legislativi in maniera trasversale vengono comunque ribaditi i principi generali che la segnaletica deve rispettare:

Essenzialità
Numero di segnali strettamente indispensabili evitando indicazioni superflue

Visibilità
Ubicazione, distanza di avvistamento e leggibilità coerenti con il contesto stradale

Chiarezza
Numero di messaggi strettamente indispensabili su ciascun segnale

Efficienza
Mantenimento degli impianti segnaletici in buone condizioni di operatività
In particolare Art.39 (Codice della Strada), nelle Norme generali definisce la segnaletica così:
c.1. segnalare agli utenti un pericolo, una prescrizione o una indicazione, colori e forme conformi al Regolamento
c.2. Le informazioni da fornire agli utenti sono stabilite dall’ente proprietario della strada secondo uno specifico progetto riferito ad una intera area o a singoli itinerari, redatto, se del caso, di concerto con gli enti proprietari delle strade limitrofe cointeressati, ai fini della costituzione di un sistema segnaletico armonico integrato ed efficace, a garanzia della sicurezza e della fluidità della circolazione pedonale e veicolare.
c.5. È vietato l’uso di segnali diversi da quelli previsti nel presente regolamento, salvo quanto esplicitamente consentito negli articoli successivi, ovvero autorizzato dal Ministero dei lavori pubblici,
c.6. Sono vietati l’abbinamento o l’interferenza di qualsiasi forma di pubblicità con i segnali stradali.[…]
Già solo analizzando alcuni dei commi dell’art.39 possiamo trovare spunti di riflessione e soprattutto d’incongruenza con la situazione che spesso vediamo sulle nostre strade.
Andando più in profondità il Regolamento di Esecuzione fissa i criteri per la realizzazione e la posa dei segnali, in particolare per i colori, le forme e le dimensioni:
Art. 78 (Art. 39 Cod. Str.) Colori dei segnali verticali
In questo articolo è descritto l’uso dei colori in segnaletica, i colori (verde, blu, bianco, giallo, marrone e nero) hanno un preciso significato e la tonalità del colore non è casuale, ma deve rientrare in precisi parametri. Nei segnali di indicazione devono essere impiegati i seguenti colori di fondo, fatte salve le eccezioni espressamente previste

a) verde: per le autostrade o per avviare ad esse;
b) blu: per le strade extraurbane o per avviare ad esse;
c) bianco: per le strade urbane o per avviare a destinazioni urbane; per indicare gli alberghi e le strutture ricettive affini in ambito urbano;
d) giallo: per segnali temporanei di pericolo, di preavviso e di direzione relativi a deviazioni, itinerari alternativi e variazioni di percorso dovuti alla presenza di cantieri stradali o, comunque, di lavori sulla strada;
e) marrone: per indicazioni di località o punti di interesse storico, artistico, culturale e turistico; per denominazioni geografiche, ecologiche, di ricreazione e per i camping;
f) nero opaco: per segnali di avvio a fabbriche, stabilimenti, zone industriali, zone artigianali e centri commerciali nelle zone periferiche urbane per il posizionamento:

La visibilità dei segnali è trattata da un articolo dedicato: Art. 79 (Art. 39 Cod. Str.) Visibilità dei segnali
Per ciascun segnale deve essere garantito uno spazio di avvistamento tra il conducente ed il segnale stesso libero da ostacoli per una corretta visibilità. In tale spazio il conducente deve progressivamente poter percepire la presenza del segnale, riconoscerlo come segnale stradale, identificarne il significato.

Ed ancora per la visibilità:

Art. 79 (Art. 39 Cod. Str.) Visibilità dei segnali
Tutti i segnali devono essere percepibili e leggibili di notte come di giorno. La visibilità notturna può essere assicurata con dispositivi di illuminazione propria per trasparenza o per rifrangenza con o senza luce portata dal segnale stesso. La rifrangenza è in genere ottenuta con l’impiego di idonee pellicole.

Materiali

Notevoli progressi sono stati fatti nel corso degli anni sui materiali utilizzati per la segnaletica verticale, sia in termini di prestazione, sia in termini di durata nel tempo. Ad esempio la visibilità notturna (data dalla rifrangenza), garantita dai materiali di ultima generazione, è aumentata di dieci volte rispetto ai primi materiali rifrangenti per la segnaletica (anni ’50). Il regolamento descrive, tramite un apposito Decreto Ministeriale del 31 marzo 1995, le prestazioni delle pellicole rifrangenti, individuando due classi con diverse prestazioni in termini di rifrangenza e durata:

• Classe 1 : durata 7 anni
• Classe 2: durata 10 anni

Sono facilmente riconoscibili, sia dal disegno superficiale, sia perché devono obbligatoriamente riportare, stampato ad intervalli regolari:

• Nome del produttore
• Durata

Nel corso di questi anni abbiamo assistito ad ulteriori sviluppi di questi materiali, grazie alla tecnologia dei microprismi, sono nate pellicole con prestazioni e durate superiori (fino a 12 anni)

Posizionamento della segnaletica:

il Regolamento fissa alcune regole, sia per il posizionamento, sia per la composizione della segnaletica, vediamo i più importanti con l’aiuto di alcune figure:

Composizione del gruppo segnaletico:

al massimo possono esserci 6 targhe nello stesso gruppo e l’ordine segue due criteri consequenziali:

1) Direzione, con l’ordine:
2) Colore:

Ad esempio per una situazione urbana ed una extra urbana:

I caratteri devono essere omogenei e deve essere usata sempre la stessa pellicola rifrangente per mantenere l’omogeneità di visione notturna; inoltre le targhe devono essere distanziate di 5 cm tra loro.
In questo breve articolo abbiamo avuto modo di riflettere sull’importanza che la segnaletica verticale ha nel contribuire alla sicurezza stradale, ma soprattutto sul rispetto delle regole stabilite dal Codice della Strada, in materia di segnaletica è la via maestra per arrivare ad avere una segnaletica omogenea e di qualità.

Senza dimenticare che lo sviluppo tecnologico di materiali e tecnologie, ha consentito negli ultimi anni di fare progressi in termini di sicurezza anche nel campo della segnaletica verticale. Basti pensare all’evoluzione continua delle pellicole rifrangenti.



Claudio Galbiati

Centro Studi 3M per la Sicurezza Stradale

 
Mercoledì, 20 Aprile 2005
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