Rassegna stampa del 28 Maggio 2004 |
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Da “Il Secolo XIX” del 28 maggio 2004 Bloccato in tuffo da un agente 4 anni a corriere della droga LA SENTENZA A gennaio seminò il panico a Imperia dopo una fuga rocambolesca: condannato Fabio Pin Sanremo. Per numero di auto e dinamica, aveva richiamato alla memoria la mitica scena dell’inseguimento del film "Blues Brother", con decine di pattuglie della polizia a caccia della macchina sulla quale viaggiavano John Belushi e Dan Aykroyd. Ma per il trentunenne parigino Christophe Assaoui Famaouzi, di professione corriere della droga, lo scorso gennaio il finale si era rivelato un po’ diverso. Un colpo di pistola esploso da un agente della polstrada aveva raggiunto una ruota posteriore dell’Audi carica di hascisc con la quale fino a quel momento era riuscito a seminare le macchine di polizia, carabinieri e finanza. Poi la fuga a piedi per qualche centinaio di metri e l’arresto, a seguito di un placcaggio modello rugby, nei pressi della chiesetta di Borgo Peri, sulla Spianata di Imperia. Ebbene, a distanza di quattro mesi da quel rocambolesco episodio, la giustizia ha fatto il suo corso. Al termine del processo con rito abbreviato, il gup del tribunale di Sanremo, Anna Bonsignorio, lo ha condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. Famaouzi doveva rispondere di traffico di stupefacenti (540 chili di hascisc, per un valore di circa due milioni di euro), resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, porto abusivo di coltello e di oggetti atti ad offendere (chiodi anti-inseguimento). Era accusato anche di tentato omicidio, in relazione all’investimento di un militare della Guardia di Finanza, ma per questa imputazione è stato assolto, come per altro aveva chiesto il difensore Andrea Rovere. Il pm Francesco Pescetto aveva chiesto una pena di sei anni. L’inseguimento sul filo dei 200 all’ora era iniziato la mattina del 21 gennaio, pochi minuti prima delle 7, alla barriera autostradale di Ventimiglia. La finanza probabilmente lo aspettava al varco. Si era avuta notizia del passaggio di una Audi A6 rubata in Spagna con a bordo un consistente carico di droga con destinazione Milano. Alla vista del posto di blocco, il parigino aveva accelerato investendo uno dei militari che gli avevano intimato l’alt. Scattato l’allarme, lungo l’Autofiori venivano organizzati altri tre blocchi, che Famouzi forzava uno dopo l’altro. Uscito al casello di Andora, il francese piazzava un lampeggiante blu sul tetto della macchina. L’ultima tappa dell’inseguimento avveniva sull’Aurelia. Una volta superato Capo Berta, l’Audi si era visto sbarrare la strada da un esercito di pattuglie. Poi il colpo di pistola, il placcaggio e le manette.
Da “Il Messaggero” del 28 maggio 2004 Per la Procura si è comportata in modo negligente avendo lasciato il figlio sul sedile anteriore Ucciso dall’airbag, madre a giudizio Il bimbo di cinque anni rimase soffocato dopo un incidente a Narni di CORSO VIOLA
Una tragedia che la sfortunata madre ha dovuto ripercorrere ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare Pierluigi Panariello. La richiesta di rinvio a giudizio era stata fatta dalla Procura dopo le indagini dei carabinieri di Narni durate più di un anno. Secondo le accuse, perorate da una serie di perizie, la donna avrebbe provocato la morte del figlio con il suo comportamento negligente. Non avendo posizionato il bambino sul sedile posteriore con la cintura di sicurezza allacciata. L’airbag a lato del passeggero dopo l’impatto si è aperto proprio all’altezza del viso del bimbo, soffocandolo e provocando gravi ferite al collo. Di diverso avviso l’avvocato difensore Augusto De Angelis: la sua assistita avrebbe posizionato il bambino dietro l’auto, ma dopo l’impatto è stato scaraventato davanti finendo sotto l’airbag. In sede di giudizio ci sarà sicuramente una battaglia incentrata sulle perizie di parte. Il grave incidente accadde una sera di circa due anni e mezzo fa in località Ponte San Lorenzo, a Narni, lungo una strada non asfaltata. La donna era appena uscita dalla sua villa che sovrasta una collina e si stava dirigendo verso Terni a bordo di una potente Volvo. Poi perse il controllo del mezzo che è finito fuoristrada andando a finire contro un albero. L’airbag si aprì, schiacciando il bimbo. E’ stata la stessa madre a dare l’allarme, visto che la zona è isolata. Ha cercato di liberare il figlio, poi è intervenuta un’autoambulanza del 118. Entrato in coma durante il trasporto in ospedale morì dopo circa ventiquattro ore di agonia al reparto di Rianimazione. Per la famiglia il tempo si è fermato lì, tanto che nei mesi seguenti hanno ceduto le loro attività imprenditoriali che avevano nella zona. Il prossimo 18 novembre la prima udienza del processo. L’airbag salva molte vite , ma può diventare anche molto pericoloso se non si adottano le precauzioni dovute, in particolar modo quando si trasportano dei minori nell’auto.
Da “Il Cittadino” del 28 maggio 2004 La Stradale blocca un bolide Bmw rubato a Vizzolo
È stata ritrovata ieri in Autosole la costosa Bmw X5, una fuoristrada dal valore di almeno 70 mila euro, rubata mercoledì in un autosalone di Vizzolo Predabissi. Al volante della vettura, fermata in provincia di Piacenza dalla polizia stradale di Guardamiglio, è stato ritrovato un 31enne napoletano, P. L., incensurato, che è stato dunque denunciato a piede libero per ricettazione. Erano circa le 12.20 quando gli agenti di una pattuglia della stradale hanno intercettato la Bmw, dotata tra l’altro di impianto satellitare d’allarme. Il fuoristrada era stato rubato mercoledì pomeriggio, tra le 13 e le 14, dall’autosalone Car & Country di Vizzolo Predabissi. «In ufficio non c’era nessuno - raccontano dal concessionario d’auto - quando sono entrati quelli che sembravano tre extracomunitari che hanno iniziato a frugare nei cassetti, riuscendo a trovare le chiavi della macchina. Abbiamo le telecamere di sicurezza che hanno ripreso tutto». La Bmw era parcheggiata all’esterno e proprio in questi giorni il proprietario la doveva ritirare. «Sono saliti a bordo e se ne sono andati» continuano dall’autosalone. I titolari dell’attività di vendita, appena scoperto il furto, hanno subito provveduto a lanciare l’allarme alle forze dell’ordine. E la Bmw è ricomparsa ieri sull’Autosole, al chilometro 62. Al termine di un breve inseguimento, la Bmw è stata bloccata dalla stradale al chilometro 80, in territorio del comune di Alseno. Evidentemente soddisfatto il proprietario della Bmw, che così ha potuto mettere le mani sul suo bolide. La macchina è stata ritrovata ancora in ottimo stato. Queste bande dedite al furto di auto di lusso hanno tutto l’interesse a trattare bene le macchine, che successivamente vengono reimmesse sul mercato nero.
Da “Il Gazzettino” del 28 maggio 2004 Quarantottenne guidava ubriaco Denunciato e privato della patente
La Citroen procedeva pericolosamente a zig zag lungo via Marchi. Erano quasi le due di notte. I poliziotti della volante hanno immediatamente proceduto ai controlli di prassi. È bastato chiedere al conducente la patente ed il libretto di circolazione per rendersi conto delle sue condizioni. L’uomo, un quarantottenne originario del ferrarese ma residente a Rovigo, si reggeva in piedi a stento. Aveva la voce impastata. Gli agenti l’hanno accompagnato negli uffici della Stradale per sottoporlo al test alcolimetrico. L’esame ha dato risultato positivo. Al quarantottenne è stato rilevato un tasso alcolemico pari a 1,88, quasi il quadruplo del limite fissato per legge. Nei suoi confronti è scattata una denuncia penale per guida in stato di ebbrezza. I poliziotti gli hanno ritirato la patente. La Citroen è stata affidata ad un familiare.
Da “Il Giornale di Brescia” del 28 maggio 2004
Semina scompiglio in
A21 e tangenziale, ci rimette la patente L’eccessiva quantità di alcol, si sa, può giocare brutti scherzi. Ne sa qualcosa un automobilista camuno di 48 anni, che l’altra sera, alle 22.30, alla guida della sua Golf, uscendo al casello di Brescia Centro dell’autostrada A21 ha sbandato, cozzando violentemente contro il guard-rail. La vettura è rimasta molto danneggiata, ma il conducente, senza nemmeno scendere per rendersi conto di quello che aveva combinato, ha ripreso la marcia. Un testimone, accortosi della pericolosità dell’automobilista, ha dato l’allarme. È intervenuta la Polstrada di Brescia che lo ha intercettato sulla tangenziale Ovest. All’etilometro l’automobilista è risultato positivo e gli è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.
Da “L’Arena” del 28 maggio 2004 A VERONA SUD Un camionista è finito in carcere per tentata corruzione Duecento euro ai poliziotti per evitare la multa, arrestato Viaggiava con documenti non in regola, è incappato nei controlli (r.v.)
Quando ha capito che
non poteva evitare una multa pesantissima ha messo in mano al capopattuglia
della stradale due banconote da cento euro. E così, invece della
contravvenzione, si è ritrovato dietro le sbarre con un’accusa pesantissima:
tentata corruzione. Protagonista della vicenda è un camionista di origini
albanesi, ma residente in paese del Trentino, arrestato lunedì scorso dagli
agenti della Polstrada di Verona sud su disposizione del sostituto
procuratore di turno Fabrizio Celenza. Poco dopo mezzogiorno gli agenti
erano impegnati al casello di Verona nord nei controlli per contrastare una
pratica abbastanza diffusa tra gli autotrasportatori, soprattutto stranieri:
il cabotaggio, ovvero il trasporto di merce senza le previste autorizzazioni
di legge. Per dare l’idea dell’entità del fenomeno, basta sottolineare che
in quattro mesi i poliziotti del sostituto commissario Antonio Di Ruzza
hanno accertato 500 violazioni. La sanzione per i trasgressori, e le
relative aziende, è pesantissima: oltre a una multa salata, infatti, è
previsto il fermo amministrativo del mezzo per tre mesi. In sostanza per
novanta giorni il camion resta inutilizzato, parcheggiato in un’officina con
tanto di relativo conto da saldare anche per quanto riguarda il parcheggio.
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