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Rassegna stampa del 16 Maggio 2004 |
Da
"Il Gazzettino" del 16 maggio 2004 Ecco
il personale premiato alla Festa della polizia. Polstrada di Amaro: encomio
agli ispettori capo Omar Floreano e Sandro Bortolotti per aver smantellato
un’organizzazione dedita al riciclaggio di auto. Digos: encomio al vicequestore
aggiunto Giuseppe Stornello, al sostituto commissario Michele Ladislao,
all’ispettore capo Sergio Sebastianutti e all’assistente capo Roberto
Tomizza per un’indagine di pg che ha portato al fermo di alcuni esponenti
di gruppi terroristici islamici; encomio agli ispettori capo Oreste Contardo,
Daniele De Marco, all’ispettore Nicola Zuliani, ai sovrintendenti capo
Alessandro Fanzutti e Piergiorgio Giovanatto per un’indagine che ha portato
all’espulsione di un gruppo islamico integralista. Mobile: encomio al
vice questore aggiunto Ezio Gaetano, all’ispettore superiore Giannino
Comuzzi e all’ispettore capo Fulvio Gressani per un’articolata operazione
antidroga. Polstrada di Palmanova: encomio all’ispettore capo Mauro
Noacco e all’ispettore Carlo Piraneo per aver scoperto una truffa ai danni
di automobilisti e individuato una stamperia usata per falsificare contrassegni
assicurativi.
Polterra di Tarvisio: attestato di benemerenza con medaglia all’agente Fabrizio Biasiol per le attività connesse alle emergenze tra il settembre e novembre 2000. Riconoscimenti
a chi si è distinto in servizio Come
da tradizione, in occasione della festa della Polizia, ieri sono stati
consegnati i riconoscimenti a quei poliziotti che si sono particolarmente
distinti sul campo. Medaglia di bronzo al merito civile ed encomio
solenne sono stati conferiti agli agenti della Volante Cristian Truzzi,
Giannetto Zotto e Luigi Munno, nonché all’agente scelto
della Stradale di Brescia Diego Pedersoli. Encomi sono poi stati consegnati
nell’auditorium San Barnaba al capo della Squadra Mobile Francesco
Messina ed al suo vice Carmine Grassi, agli ispettori Giuliano Ghizzardi,
Vincenzo Morrione, Gabriele Bruni e Giorgio Ragazzoli, agli assistenti
Enrico Antonelli, Giovanni Frattini e Francesco Saviori nonché
all’agente scelto Cosimo Fattizzo. Ancora, al comandante della
Polizia stradale Sergio Basile e all’agente scelto Ivan Giacomelli.
Encomi sono andati anche all’ispettore Pietro Di Sabato, all’assistente
Fabio Cannizzaro e agli agenti Mauro Cenedella, Giovanni Medeghini e Carmela
Lasala della Squadra Mobile. Riconoscimenti anche all’ispettore Pierangelo
Folli, all’assistente Marco Ferrari, agli agenti Massimo Quadrelli,
Gianluca Mantovani, Enzo Pinto e Lina Sabatini della Volante, mentre per
il commissariato «Carmine» sono stati premiati l’assistente
Fabio Fappani e l’agente Isabella Pivato. Infine encomi agli agenti
Andrea Sindaci e Daniele Ferrari della Polizia stradale e ancora,
per la Volante, agli agenti Vito Ligorio, Marco Scipioni, Luigi Veccia
e Mauro Giretti. Lodi invece all’ispettore Guerino Delli Rocioli,
all’ispettore Michele Di Florio, al sovrintendente Luigi Vulpis,
all’assistente Alfredo Attucci e agli agenti Gaetano Forciniti e
Aldo Passaseo, tutti della Digos.
La
polizia stradale ritira nove patenti Nel
quadro dei tradizionali servizi settimanali, pianificati dal compartimento
reggino della polizia stradale con l’obiettivo di ridurre gli incidenti
stradali, sono stati conseguiti i seguenti risultati: 1070 veicoli
controllati, 359 infrazioni accertate alle norme del Codice della
strada di cui 50 violazioni per il mancato uso del casco e delle cinture
di sicurezza, 21 violazioni per il mancato rispetto dei limiti di
velocità, 9 patenti ritirate, 610 punti decurtati.
L’attività della Polstrada reggina, spiega il commissario capo Monica dell’Apa, volta in particolare a scongiurare eventi connessi alla circolazione stradale, vuole anche costituire un momento di sensibilizzazione sulla rilevanza del rispetto delle regole e soprattutto dell’utilizzo dei sistemi di ritenuta e casco, nonché, il rispetto dei limiti di velocità e di tutte le norme di comportamento del codice della strada. I servizi vengono svolti con l’impiego congiunto di più equipaggi e con l’impiego di apparecchiature speciali per l’accertamento delle violazioni. DURANTE
LA CERIMONIA CONSEGNATI ENCOMI A SEI POLIZIOTTI CHE SI SONO DISTINTI
«In
quel momento ho provato tanta rabbia. Perché è assurdo
pensare che accadano fatti come questi». Apollonia Scocchia,
uno degli agenti della Stradale che ieri ha ricevuto l’encomio
torna con la mente a quel tragico inseguimento a folle velocità
lungo l’A1 e alla morte del collega Stefano Biondi, travolto e
ucciso da banditi in fuga. «In quei momenti non provi paura,
agisci senza pensare. Ma poi rimane la rabbia dentro».
Un sentimento che non svanisce, una sensazione amara dominata a fatica dalla grande professionalità. Quella stessa capacità di andare oltre la routine premiata da molti encomi e riconoscimenti che sono andati ieri a sei agenti in servizio nella nostra città. «Io sono stato premiato per una operazione del 2000 a Bari» spiega il vicequestore aggiunto, Nicola Vitale. «In quel caso arrestammo i responsabili di una strage di mafia». Ma molti altri successi ricordati durante la cerimonia riguardano invece operazioni svolte a Parma, in particolare dalla Squadra mobile. Tra queste, sono state citate nelle pergamene consegnate ai funzionari e agli agenti, l’intervento che ha portato al sequestro di 11 chili di cocaina, la veloce conclusione dell’inchiesta sull’omicidio di via Barilli, l’indagine sulla agenzia di guardie giurate Fidelitas. Ma tra le motivazioni anche l’arresto di un insospettabile spacciatore che operava in via Montanara e di una banda di rapinatori di banche provenienti dalla Puglia e che aveva preso di mira gli istituti di credito cittadini. dal
ministero lodi ed encomi: premiati 34 poliziotti in servizio
nella bergamasca Trentaquattro
agenti premiati, per un totale di 43 riconoscimenti consegnati
per meriti di servizio nel corso della festa della polizia.
Sono 28 le lodi concesse dal ministero dell’Interno, 10
gli encomi e 5 le targhe consegnate. Ecco l’elenco dei premiati. Br.
Il questore ricorda il ruolo nelle indagini Nel
discorso pronunciato stamani in piazza Maggiore, alla presenza
delle autorità cittadine e del Prefetto, il Questore
di Bologna Marcello Fulvi ha ricordato l’impegno della Digos,
che in stretta collaborazione con gli Uffici di Firenze
e Roma e sotto il coordinamento delle autorità giudiziarie
"ha portato un contributo decisivo all’identificazione
ed all’arresto dei militanti delle Brigate Rosse responsabili
dell’omicidio del prof. D’Antona prima e del prof. Biagi
poi".
Il Questore ha illustrato l’attività dei diversi ambiti ed uffici della Polizia, citando di ognuno l’impegno e i servizi. Parlando della Polstrada e della Polfer, Fulvi ha ricordato inoltre l’agente della polizia stradale Stefano Biondi, travolto e ucciso il mese scorso da una Porsche con a bordo due malviventi in fuga nei pressi del casello dell’A1 a Reggio Emilia. Al termine del discorso, la consegna dei riconoscimenti a poliziotti che, nell’arco dell’anno, si sono particolarmente distinti per l’impegno professionale in azioni importanti per la tutela e la salvaguardia dei cittadini. Emergono
nuovi particolari dopo le coltellate alla ragazza in via
Roma. Ecco chi ha evitato la tragedia TERLIZZI
- Pochi giorni dopo il tentato omicidio compiuto nel centralissimo
viale Roma da Francesco De Leo ai danni di una donna che
in passato avrebbe rifiutato le sue attenzioni, emergono
nuovi particolari su una vicenda che avrebbe potuto concludersi
con ben tragiche conseguenze. Determinante per la salvezza
della vita della vittima fu il coraggioso e provvidenziale
intervento di un poliziotto terlizzese in servizio presso
la Polstrada di Ruvo di Puglia (distretto di Bari).
Si tratta di Tommaso Parisi, un sovrintendente capo di 53 anni che la sera del fatto di sangue era nella villa che pullulava di terlizzesi a passeggio in compagnia di un amico. Mentre stava parlando con questo suo conoscente, notò un giovane che con un coltello in mano si dirigeva verso una donna con l’intento di colpirla al fianco destro. Con grande audacia si è subito messo in mezzo tra l’agressore e la vittima, riuscendo ad alzare verso l’alto il braccio armato di coltello e determinando grazie alla sua prontezza di riflessi solo il ferimento della ragazza terlizzese al gomito destro. L’aggressore, dopo aver tentato di colpire l’agente della Polstrada, si diede alla fuga a piedi ma venne inseguito dal sovrintendente Parisi, bloccato in via Riccio da Parma (una traversa di viale Roma) e successivamente accompagnato alla tenenza dei carabinieri dove fu poi arrestato con l’accusa di tentato omicidio e detenzione illegale d’arma da taglio. Per il sovrintendente capo della Polstrada Tommaso Parisi, ferito alla mano, si è trattato di un altro episodio di «poliziotto-salvavita». Due anni fa insieme ad un collega salvò la vita ad una donna di Terlizzi che si era tagliata le vene, mentre nel 2003 salvò una signora di Ruvo di Puglia che voleva suicidarsi gettandosi dal balcone della propria abitazione. Lo scorso anno, infine, ebbe un riconoscimento per aver fatto comunque nascere una bambina chiusa nel grembo di una donna che morì in un incidente stradale Il
caso sollevato dai parlamentari della Lega trova conferma
in una normativa che favorisce gli stranieri, ma anche
i nomadi Marca
fucina di immigrati dalla patente facile? Il quesito posto
dal deputato leghista Edouard Ballaman, ribadito peraltro
dal collega trevigiano Luciano Dussin, in qualche maniera
troverebbe riscontri positivi nel gran numero di incidenti
stradali che vedono coinvolti extracomunitari.
Sul punto non esistono dati ufficiali, perché mai nessuno si è pensato di classificare i sinistri in base alla nazionalità di chi li provoca. In effetti gli operatori che quotidianamente annotano quanto avviene sulle strade della provincia, hanno potuto constatare che una buona percentuale degli incidenti "parla" straniero. E, probabilmente, in questo il problema. Come conferma lo stesso comandante della Polizia stradale di Treviso, vice questore aggiunto Ferdinando Picenna. «Non posso confermare quanto detto dal parlamentare - puntualizza il comandante della Stradale - perché non ci sono dati a tal riguardo. È possibile che il numero di incidenti che coinvolgono persone extracomunitarie possa essere aumentato, ma è anche vero che gli immigrati sono in buona compagnia, perché il problema riguarda anche gli italiani. Quanto al fatto che le patenti vengano rilasciate con troppa superficialità, è un problema che non compete alla nostra attività». Ma il comandante, su questo punto, apre una parentesi, assolutamente non polemica ma corrispondente alla realtà, che in qualche modo avvalora le parole di Ballaman e Dussin, e che probabilmente pochi conoscono: la normativa che disciplina il conseguimento di un documento di guida, consente agli stranieri (comunitari e non) di saltare a piè pari l’esame scritto, obbligandoli unicamente a quello orale: «Questo è l’unico punto su cui si potrebbe obiettare, ma, ripeto, è un problema che riguarda la Motorizzazione Civile. Se sia giusto o meno, non spetta a me dirlo». Un problema che riguarda anche nomadi e zingari, perché anche per loro vale la stessa regola, ma nel senso che lo scoglio dell’esame scritto verrebbe superato dalla mancata frequentazione della scuola dell’obbligo, favorendo l’aspirante patentato di etnia nomade che sostiene di non sapere leggere e nè scrivere. Possibile? Possibile, dicono alla Stradale. I cui agenti, non di rado devono effettuare accertamenti, delegati dalla Motorizzazione stessa, per appurare l’effettiva mancanza del titolo di studio minimo per essere "alla pari" con gli altri futuri patentati. Un lavoraccio, perché zingari e nomadi, ammesso che abbiano iniziato ad andare a scuola, spesso cambiano residenza, mandando di fatto a spasso la Stradale nei loro accertamenti. Già, ma che significato ha una scuola dell’obbligo se l’obbligo non viene mantenuto? Interrogativo che rimane aperto. Ma torniamo al comandante Picenna. L’unica certezza, riguardo al coinvolgimento di stranieri in incidenti, è che spesso viene richiesto l’intervento di una pattuglia proprio perché una delle parti in causa è di nazionalità extracomunitaria: «L’italiano coinvolto ha il timore che la controparte non sia in regola, ad esempio con l’assicurazione, evitando la constatazione amichevole. Ed ecco che allora siamo obbligati ad intervenire...» Denunciate
quattro persone MONTICHIARI
- Ancora un furto di materiale non ferroso, che viene
poi riclicato e rivenduto, a prezzi stracciati, con l’accompagnamento
di fatture false, a commercianti privi di scrupolo. Gli
agenti della Polizia stradale di Montichiari, nel pomeriggio
dell’altro ieri, hanno scovato all’interno di
un capannone situato nella zona industriale di Montichiari,
adibito al commercio di materiale ferroso, 200 quintali
di alluminio per un valore di oltre 150mila euro, la cui
serie risultava di provenienza furtiva. Il materiale stava
per essere caricato di un autocarro di proprietà
della stessa azienda. Il metallo sarebbe poi partito per
essere consegnato a un’azienda ignota. Le indagini
proseguono per risalire alla ditta a cui l’alluminio
è stato trafugato. Nel corso della medesima operazione,
in un capannone di Cunettone di Salò, la Stradale
di Montichiari ha rinvenuto un rotolo di alluminio del
peso di 40 quintali, valore 15mila euro, privo di imballatura
e di documentazione di accompagnamento, del quale si sta
cercando di capire la provenienza. I due titolari del
capannone di Montichiari (E. C., di 32 anni, residente
a Sabbio Chiese e C. M., di 41 anni, abitante a San Felice
del Benaco, commercianti di materiali ferrosi), un altro
commerciante sempre di materiali ferrosi (B. C., di 53
anni, residente a Brescia) e un artigiano (B. L., di 63
anni, di Castiglione delle Stiviere) sono stati denunciati
in stato di libertà per ricettazione in concorso.
Il rotolo di alluminio, i 200 quintali di pani di alluminio
e il camion sul quale stavano per essere caricati sono
stati posti sotto sequestro. Non è da escludere
che l’inchiesta abbia ulteriori sviluppi.il
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