Da “Il
Messaggero” del 24 aprile 2004
La scoperta a un posto
di blocco della Polstrada nella Piana Sant’Angelo: la merce sarà tutta
distrutta
Sequestrati 34
quintali di carne
Destinati alle
macellerie viaggiavano in un camion col refrigeratore guasto
di GIANNI QUAGLIARELLA
VASTO. È avariata o no
la carne sequestrata l’altro ieri da una pattuglia della polizia stradale di
Vasto? È il quesito al quale dovrà dare sollecite risposte l’indagine di
laboratorio disposta dal servizio veterinario della Asl di Lanciano-Vasto al
quale gli agenti hanno consegnato ben 34 quintali di carni custodite su un
furgone frigorifero di una ditta di distribuzione di Termoli il cui sistema
di refrigerazione, secondo gli agenti, non era funzionante.
L’operazione è avvenuta ad un normale posto di blocco nei pressi della zona
industriale di San Salvo, dove giovedì mattina l’equipaggio di una vettura
del distaccamento della Polstrada di Vasto stava svolgendo un servizio di
pattugliamento. Gli agenti, coordinati dal comandante Giuseppe Cervellini,
hanno notato subito quel furgone in transito che, all’apparenza, sembrava
piuttosto malmesso. Ne è scaturito un più approfondito controllo durante il
quale gli agenti hanno notato che il sistema refrigerante dell’automezzo non
funzionava. Poiché il furgone conteneva un grosso quantitativo di carni
macellate destinate ai negozi e ai centri commerciali di Vasto, San Salvo e
del comprensorio, i poliziotti hanno avuto subito il sospetto che quella
merce potesse aver patito danni di conservazione per l’interruzione della
catena del freddo. Ecco perché gli agenti, che hanno riscontrato vistose
anomalie pure nella documentazione sanitaria d’accompagnamento, hanno subito
fatto intervenire sul posto un veterinario della Asl di Lanciano-Vasto, il
dottor Valente.
La carne è stata subito avviata ad un laboratorio per le necessarie
indagini, anche se, come protocollo impone in questi casi, la carne andrà
completamente distrutta per scongiurare problemi di qualsiasi tipo alla
salute dei cittadini. Sul furgone era custodita carne già macellata e in
parte confezionata, tra cui hamburger, pollame, agnelli e carni bovine e
suine. Parte dei 34 quintali di merce proveniva anche da paesi
extracomunitari e, ad un primo esame, mancavano i bolli previsti dalle
procedure imposte dal Ministero delle Risorse Agricole e Forestali. La ditta
termolese giura sulla genuinità delle carni macellate ma, intanto, i
consumatori tirano un sospiro di sollievo per la tempestiva operazione della
Polizia Stradale di Vasto che, nel dubbio, ha optato per la soluzione più
dolorosa per l’azienda, ma più importante per la salute: evitare, cioè, che
sulle tavole del Vastese finissero prodotti non garantiti al cento per
cento.
Da “Il
Messaggero” del 24 aprile 2004
Salvato dalla
Polstrada, ora Ben è la mascotte
Il cucciolo di
Labrador ferito in un incidente era stato curato dagli agenti.
Non se ne è più andato
di PAOLA PENNACCHIETTI
SAN BENEDETTO. Il suo
destino sembrava segnato quando è stato abbandonato sulla superstrada
Ascoli-Mare, investito da un’auto e scagliato sul ciglio della carreggiata.
Ferito, terrorizzato dalle auto che gli sfrecciavano accanto, poteva solo
augurarsi che la sua sofferenza finisse presto. Invece, quando ormai tutto
sembrava perduto, in suo aiuto è arrivata una pattuglia della Polizia
Stradale di Ascoli.
Da allora il destino di Benito, uno splendido cucciolo di labrador, è
cambiato completamente. E’ diventato la mascotte della Polstrada di San
Benedetto, coccolato e accudito da un’intera caserma.
Benito, nome scelto per il colore nero del mantello del cucciolo (ma tutti
lo chiamano Ben), è stato trovato qualche settimana fa, portato nella
caserma della Polstrada di Ascoli dove è stato ospitato per qualche giorno e
poi trasferito in quella di San Benedetto. Qui lo hanno fatto curare da un
veterinario che gli ha riscontrato delle lesioni alle zampe posteriori,
conseguenza dell’investimento. Per fortuna Ben è giovane e c’è voluto poco
perché si rimettesse in sesto. Ora corre, gioca con i suoi amici poliziotti
e fa la guardia alla caserma. «E’ diventato la nostra mascotte - dicono - ed
è riuscito a conquistare anche quelli che all’inizio non avevano accolto
bene il suo arrivo perché è un cane affettuoso e sembra capisca che gli
abbiamo salvato la vita».
Ben, in realtà, pare aver dimenticato le sue tragedie passate. Gioca in
cortile, va incontro ai suoi amici agenti quando rientrano dai turni di
lavoro in giro sulle strade, li saluta quando tornano a casa. Non sembra
avere preferenze e pare avere accettato senza troppi problemi di avere una
famiglia allargata. Una famiglia che un po’ c’è e un po’ no, che lavora di
giorno ma anche di notte, che qualche volta è severa e altre permissiva, ma
che a conti fatti non lo lascia più solo.
Da “Corriere
Romagna” del 24 aprile 2004
La bandiera di
Telethon su Stefano
CESENA. I colleghi, le
autorità, i cittadini di Modena. Insieme hanno reso omaggio al poliziotto
Stefano Biondi di Montaletto, prima nella camera ardente allestita nella
caserma della sottosezione Modena Nord della Polstrada poi durante i solenni
funerali di Stato celebrati nel pomeriggio in Duomo. Due colleghi del
poliziotto travolto e ucciso dalla Porsche di due banditi sulla A/1 a Reggio
Emilia sono rimasti schierati in alta uniforme all’ingresso della caserma.
Davanti alla bara di Biondi hanno sostato il sindaco Giuliano Barbolini, il
prefetto Italia Fortunati, il procuratore Giuseppe Figurelli e l’aggiunto
Manfredi Luongo, il questore Benedetto Pansini. Telethon, al quale la
famiglia ha destinato parte delle offerte in memoria dell’agente ucciso che
per l’associazione si impegnava come volontario, ha inviato la bandiera
ufficiale. Oggi ci sarà la cerimonia funebre anche a Cervia (il giovane
poliziotto abitava con la famiglia nella frazione di Montaletto).Appena
conclusa la funzione religiosa, prima di lasciare la chiesa, il ministro
dell’Interno e il capo della Polizia hanno voluto salutare affettuosamente i
familiari di Stefano Biondi. La salma è stata poi portata fuori dal Duomo
accompagnata dagli applausi delle migliaia di persone che hanno partecipato
ai funerali tra le quali tanti colleghi ma anche molti cittadini che hanno
voluto testimoniare la vicinanza al giovane agente morto nello svolgimento
del servizio. Il corpo di Biondi, dopo la cerimonia funebre privata di oggi
voluta dalla famiglia, sarà tumulato a Montaletto. Ieri era in programma
anche l’interrogatorio davanti al gip Santucci di Michele D’Ambrosio.
Interogatorio che si è tenuto in ospedale visto che l’uomo è stato ferito da
un colpo di pistola all’addome. “Mi riservo di parlare quando starò bene,
assistito dal mio avvocato di fiducia”, ha detto il pregiudicato al giudice
e al Procuratore capo Italo Materia.
Da “La Provincia di
Cremona” del 24 aprile 2004
Insieme al RistoBifi
Prima cena interforze per vigili urbani carabinieri e polstrada
m.baz.
CASALMAGGIORE. Prima
cena ‘interforze’ giovedì al RitoBifi per Polizia Stradale, Carabinieri e
Polizia Locale. Per iniziativa dell’assistente capo della Polstrada Luigi
Boccieri, trentacinque appartenenti ai tre ‘corpi’ attivi in città, si sono
riuniti per un’occasione di relax all’insegna del buonumore e della buona
tavola. Un modo in più, che si ripeterà ogni anno, per sottolineare
l’affiatamento e la collaborazione che esiste, e che si vuole ancora
incrementare, tra le forze dell’ordine casalesi. Erano presenti i rispettivi
‘condottieri’, ispettore Salvatore Vigna, tenente Luigi Regni e comandante
Silvio Biffi.
Da “L’Arena” del 24
aprile 2004
Iniziativa della
polstrada per farsi conoscere e prevenire gli incidenti.
Agli agenti vengono
forniti mezzi sempre più sofisticati
Non si scappa al nuovo
autovelox
Gli strumenti
dell’ultima generazione registrano perfettamente le infrazioni
di Roberto Vacchini
Proprio nel giorno in
cui è stata presentata la ricerca dell’osservatorio fumo, alcol e droga che
evidenzia l’incremento del consumo di alcol tra i giovani, la polstrada
presenta l’ultimo ritrovato della tecnologia per punire le infrazioni al
volante. Si chiama Provida 2000 ed è in grado di filmare e registrare su
cassetta le infrazioni commesse durante la guida. «La causa principale degli
incidenti è l’uomo». Secondo la statistica, sono circa 900 mila in Italia i
giovani al di sotto di 16 anni che bevono birra, vino e alcolici. E i
consumatori tra i ragazzi sono aumentati dal 46,2 al 51,6 per cento.
Lo slogan, sintetico ma efficace, viene ripetuto spesso dagli agenti ai
visitatori che, numerosi, affollano lo stand della polizia stradale a
Transpotec, la rassegna del trasporto in corso in questi giorni in Fiera.
Uno stand che sta riscuotendo un successo forse inatteso: in molti vi
transitano davanti con l’aria tra l’ironico e il curioso e dopo essersi
fermati ripartivano con la stessa faccia di chi ha ricevuto uno schiaffo.
Perché quello che hanno visto e sentito non può lasciare indifferenti
nessuno. La presenza degli agenti rientra nel più ampio progetto di
prevenzione e vuole essere un invito a vivere il codice della strada non
tanto come un’imposizione ma come un modo per rispettare la propria vita e
quella degli altri. L’iniziativa è curata personalmente dal dirigente della
polstrada, Vincenzo Diaferia, mentre il coordinamento in fiera è stato
affidato al vice Maria Laura Barbera, affiancata da uno staff di agenti
specializzati.
Lo stand si compone di due parti. La prima è dedicata alla didattica, la
seconda illustra il funzionamento degli ultimi ritrovati della tecnica per
quanto riguarda etilometri e autovelox. C’è il telelaser di nuova
concezione, dotato di videocamera e computer palmare: «Prima gli
automobilisti obiettavano che forse avevamo preso di mira un’altra auto»,
commenta un agente. «Con questo strumento mostriamo loro la registrazione
del filmato». È possibile archiviare fino a 1.500 infrazioni, le stesse che
può contenere l’hard-disk del nuovo autovelox, dotato di tre sensori in
grado di fotografare l’auto che sfreccia a velocità proibite. L’ultimo
arrivato, ma che è destinato a diventare l’incubo di tutti gli automobilisti
indisciplinati è il Provida 2000: «Si tratta di una telecamera, collegata
con stampante e videoregistratore, installata su un’auto di servizio; alcuni
esemplari sono anche sulle auto civetta», spiega la vice dirigente Barbera.
«È in grado di filmare tutte le infrazioni commesse da un’auto, non solo
l’eccesso di velocità. Quando l’auto viene fermata al conducente viene
fornita la prova fotografica; in caso di ricorso o udienza davanti al
giudice, siamo in grado di fornire la cassetta con la registrazione
filmata».
Poco distante altri agenti sono alle prese con computer, video e maxi
schermi. «In una sezione vengono mostrati i filmati didattici riferiti agli
incidenti accaduti nel Veronese», spiega Barbera. L’iniziativa, nata come
strumento di supporto nelle indagini, è diventata invece una vera e propria
lezione per i ragazzi: ogni anno i filmati vengono mostrati nelle terze,
quarte e quinte degli istituti superiori per sensibilizzare i futuri
automobilisti. Accanto, c’è un altro «gioiellino» della polstrada. Alcuni
agenti, con la passione per l’informatica, sono riusciti a creare un modello
tridimensionale per la ricostruzione degli incidenti che somiglia molto a un
videogioco ma che in realtà si basa sulla ricostruzione derivata dalle
misurazioni e dalle testimonianze effettuata dagli agenti sui luoghi
dell’incidente.
Ricostruzioni che in molti casi vengono portate anche come spiegazione in
Tribunale durante i processi. «La descrizione tradizionale, fatta con la
carta era spesso difficile da comprendere. In questo modo è possibile
vedere, anche con gli occhi dei conducenti e da diverse angolazioni, cosa è
accaduto. E questo è molto utile anche in autostrada, nei maxi tamponamenti,
dove a ogni veicolo è possibile attribuire il suo ruolo e le
responsabilità».
Da “Il Tempo” del 24
aprile 2004
La semplice, spontanea
eroicità
«La semplice,
spontanea eroicità» di tutti i giorni: quella, secondo le parole
dell’arcivescovo di Modena Benito Cocchi, che praticava Stefano Biondi,
l’agente della polizia stradale travolto e ucciso martedì da una Porsche
sulla quale due banditi trasportavano droga. Parole dette durante i funerali
solenni, presenti il ministro dell’Interno, i vertici di Polizia e
Carabinieri, le autorità locali a ricordare la presenza e la gratitudine
dello Stato; funerali commoventi per lo strazio dei familiari e la
partecipazione dei colleghi e della gente di Modena.
Almeno 3.000 persone hanno riempito il Duomo e il sagrato, mentre nel centro
storico i negozi tenevano le serrande abbassate per il lutto cittadino. La
bara è entrata nella chiesa avvolta dal tricolore e portata a spalla da
agenti della Polstrada che poi l’hanno riportata all’esterno dopo la messa,
durante la quale i momenti sono stati scanditi dal suono della tromba.
Da “La Padania” del
24 aprile 2004
Stefano, un eroe da
onorare
Migliaia di persone ai funerali del poliziotto ucciso dai banditi in fuga
MODENA. «La semplice,
spontanea eroicità» di tutti i giorni: quella, secondo le parole dell’
arcivescovo di Modena Benito Cocchi, che praticava Stefano Biondi, 28 anni,
l’agente scelto della polizia stradale travolto e ucciso martedì da una
Porsche sulla quale due banditi trasportavano droga.
Parole dette durante i funerali solenni, presenti il ministro dell’Interno,
i vertici di Polizia e Carabinieri, le autorità locali a ricordare la
presenza e la gratitudine dello Stato; funerali commoventi per lo strazio
dei familiari e la partecipazione dei colleghi e della gente di Modena.
Almeno 3.000 persone hanno riempito il Duomo e il sagrato, mentre nel centro
storico i negozi tenevano le serrande abbassate per il lutto cittadino. La
bara è entrata nella chiesa avvolta dal tricolore e portata a spalla da
agenti della Polstrada che poi l’hanno riportata all’esterno dopo la messa,
durante la quale i momenti sono stati scanditi dal suono della tromba.
Stefano è morto da eroe, ha detto l’arcivescovo, ma prima di questo è stato
un eroe nell’eroismo quotidiano, quello di chi fa il proprio dovere spesso
rischiando la vita.
E bisogna onorare quelli come lui, ha aggiunto ricordando quella semplice,
spontanea eroicità. Ma al di là del lavoro al servizio di tutti,
Stefano era un caro amico per tanti. «Ti ringraziamo per l’allegria e
l’amicizia che ci regalavi anche nei momenti più difficili», ha detto al
microfono un anonimo collega della Polstrada ricordando anche l’ultimo
compleanno che Biondi ha voluto passare nella caserma di Modena Nord a
festeggiare con i compagni in servizio. «Con te non pesava - ha detto -
l’avanti indietro di tutti giorni lungo quell’ autostrada di cui conosciamo
tutti i punti». Ma ha ricordato anche le pizze da asporto mangiate assieme
in servizio e le piadine fatte dalla madre, romagnola di Cervia. Quella
madre che ha angosciato tutti i presenti gridando «Stefano, Stefano» tante
volte con voce straziata nel silenzio della chiesa. Da dove la sorella di
Biondi è stata portata all’esterno perchè non ha retto allo strazio. Il
ministro Pisanu è entrato in chiesa assieme al capo della Polizia, prefetto
Gianni De Gennaro, al comandante generale dei Carabinieri, Guido Bellini, al
capo di Gabinetto del Viminale, prefetto Carlo Mosca. Poi si è avvicinato ai
familiari e a loro ha espresso il cordoglio anche a nome del presidente
della Repubblica e del Presidente del Consiglio. Oggi il corpo di Biondi,
dopo una cerimonia funebre privata voluta dalla famiglia, sarà tumulato a
Montaletto di Cervia, paese natale dell’agente.
Da “La Gazzetta di
Parma” del 24 aprile 2004
Agente ucciso, esequie
a Modena
L’arcivescovo parla di
«eroismo»
«La semplice,
spontanea eroicità» di tutti i giorni: quella, secondo le parole dell’
arcivescovo di Modena e già vescovo di Parma Benito Cocchi, che praticava
Stefano Biondi, l’agente della polizia stradale travolto e ucciso martedì da
una Porsche sulla quale due banditi trasportavano droga. Parole dette
durante i funerali solenni, presenti il ministro dell’Interno, i vertici di
Polizia e Carabinieri, le autorità locali a ricordare la presenza e la
gratitudine dello Stato; funerali commoventi per lo strazio dei familiari e
la partecipazione dei colleghi e della gente di Modena.
Almeno 3mila persone
hanno riempito il Duomo e il sagrato, mentre nel centro storico i negozi
tenevano le serrande abbassate per il lutto cittadino. Alle esequie era
presente il ministro Pisanu.
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