|
Rassegna stampa del 20 Aprile 2004 |
Da
"Sanremo News" del 20 aprile 2004 La città di Bordighera è
in lutto per la prematura scomparsa di Marco Menarini, poliziotto in servizio
presso la Questura di Alessandria, ma originario della città delle
palme. Questa mattina Menarini stava raggiungendo la sede di servizio
ad Alessandria, quando nei pressi di Ovada la sua auto è sbandata,
andando a urtare il guard-rail. Il giovane poliziotto che all’inizio della
carriera era stato in servizio presso la Sezione imperiese della Polizia
stradale era stimato nell’ambiente di lavoro ed era conosciuto per la
passione per il calcio. Menarini, che da meno di un anno era in servizio
ad Alessandria, lascia una figlia di pochi mesi e la moglie Fabrizia.
Stamani tutti i colleghi di Marco si sono stretti con commozione attorno
alla famiglia colpita dal grave lutto.
RAPINATORI TRAVOLGONO E UCCIDONO POLIZIOTTO, ARRESTATI BOLOGNA
20:24:00 - Un agente della Polstrada di Modena nord di pattuglia al casello
dell’A/1 di Reggio Emilia, e’ stato investito e ucciso da una Porsche,
probabilmente rubata.
A quanto si e’ appreso, una pattuglia inseguiva la Porsche e una seconda, quella di Modena nord, attendeva l’auto sportiva al casello. A bordo della Porsche si trovavano due uomini, forse immigrati. Uno dei due e’ stato ferito. I due sono stati poi catturati nel parcheggio di una cooperativa di trasporti vicino al casello dell’ Autosole. L’uomo ferito e’ stato ricoverato all’ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia. Da "Ansa" del 20 aprile 2004 Poliziotto ucciso: aveva 28 anni BOLOGNA
- 22:26:00 - Un poliziotto e’ rimasto nei pressi del casello dell’A1 di
Reggio Emilia. Due uomini hanno rubato
una Porsche in Lombardia. Durante la fuga, hanno incontrato almeno una pattuglia della polstrada, quella di Modena nord, e hanno investito, uccidendolo, uno dei due sceso dall’auto. Dopo l’investimento, la Porsche si sarebbe schiantata e i due occupanti avrebbero proseguito la fuga a piedi, finendo nel parcheggio dove poi sono stati arrestati. La vittima e’ Stefano Biondi, 28 anni, residente a Cervia (Ravenna). Agente ucciso, è un giovane di 28 anni Il
poliziotto ucciso per esser stato travolto stasera da un’auto di rapinatori
al casello autostradale di Reggio Emilia, è Stefano Biondi, 28
anni, residente a Cervia (Ravenna). Era in servizio nella Polstrada di
Modena nord e, a quanto si è appreso, aveva chiesto il trasferimento
per avvicinarsi a casa: era già in graduatoria ed era atteso a
Ravenna per il mese di giugno.
CRapinatori
in fuga ucidono un agente REGGIO
EMILIA - Un agente della Polstrada di Modena, Stefano Biondi, 28
anni, di Cervia (Ravenna), è stato travolto ed ucciso dall’auto
di due rapinatori in fuga presso il casello autostradale di Reggio
Emilia sull’autostrada A1. Il fatto è successo intorno alle 19.
I banditi, un italiano e un albanese, sono stati invece arrestati dopo essere rimasti feriti nel corso di una sparatoria. Ricoverati in ospedale non versano però in gravi condizioni. Da quanto è stato possibile ricostruire tutto è cominciato con il furto di una Porsche. La pattuglia di Biondi, come altre due partite da Parma e Reggio Emilia, la inseguiva mentre fuggiva in direzione sud sull’A/1. La vettura sportiva era stata portata via in un’area di servizio lombarda, vicino Casalpusterlengo, con il metodo del tamponamento, usato come pretesto per far scendere il proprietario per poi, invece di fermarsi a discutere dell’incidente, salire sul mezzo pregiato e scappare. La Porsche è riuscita a sfuggire per un lungo tratto, ma dopo Parma un cantiere ha creato qualche rallentamento e i poliziotti l’hanno avvistata, ricominciando l’inseguimento da vicino. Poco prima di Reggio Emilia, per cause in corso di accertamento, l’agente è sceso dall’auto ed è stato investito e ucciso dalla Porsche, che ha proseguito la sua corsa, ma per poco: si è schiantata proprio sullo svincolo di uscita a Reggio Emilia. I due malviventi non si sono demoralizzati: hanno continuato a fuggire, a piedi, tagliando per i terreni adiacenti all’autostrada, finendo nel parcheggio di una cooperativa di trasporti che ha la sede vicino al casello, la Transcoop. Lì sono stati arrestati dai poliziotti che li inseguivano. Dove e perché siano stati esplosi i colpi di pistola è cosa in corso di accertamento. L’agente
è stato travolto ad un posto di blocco dai malviventi che non si
sono fermati all’alt REGGIO
EMILIA - Un agente della Polstrada, Stefano Biondi, 28 anni, originario
di Cervia, in servizio presso un posto di blocco al casello autostradale
di Reggio Emilia, sulla A1, è stato travolto ed ucciso dall’auto
di due rapinatori in fuga. A quanto si è appreso, una pattuglia
inseguiva la Porsche, con a bordo i malviventi, e una seconda vettura
attendeva l’auto sportiva al posto di blocco.
E’ ancora molto incerta la dinamica dell’evento. I banditi, un albanese e un italiano (ma forse c’è un altro complice) hanno rubato una Porsche tra Casalpusterlengo e Lodi. Non è ancora chiaro se in un autogrill o, secondo un’altra versione, addirittura speronandola. Presa l’auto è scattato l’allarme: i rapinatori sono fuggiti in direzione sud sull’Autosole e per un lungo tratto, tra Parma e Reggio Emilia, sono stati inseguiti dalla stradale di Parma che però la Porsche ha seminato correndo ad almeno 200 chilometri orari sulla corsia d’emergenza. All’inizio dello svincolo del casello di Reggio Emilia l’auto della stradale ha tamponato la Porsche per poi superarla nel tentativo di bloccare la fuga dei banditi. La macchina della Polstrada ha frenato di colpo: Biondi sarebbe sceso e impugnando la pistola avrebbe fatto fuoco. I due delinquenti allora lo hanno travolto, uccidendolo. Sarebbe seguita una sparatoria in cui i banditi avrebbero avuto la peggio: uno dei due infatti è stato raggiunto da un proiettile alla pancia e versa in gravissime condizioni. L’altro, che aveva cercato di fuggire a piedi, è stato poi arrestato dopo una vera e propria caccia all’uomo attraverso i campi. I
banditi, feriti nello scontro, raggiunti e catturati REGGIO
EMILIA- Tragico epilogo ad un posto di blocco della polizia nei pressi
del casello dell’A1 di Reggio Emilia. Due rapinatori hanno travolto
e ucciso, nei pressi del casello dell’Autosole un agente della Polstrada.
Secondo le prime ricostruzioni, i due rapinatori stavano fuggendo lungo
l’autostrada dopo un colpo messo a segno nel parmigiano. La macchina
su cui fuggivano i banditi, una Porsche rubata, avrebbe incontrato, all’uscita
del casello, una pattuglia della Polstrada, che avrebbe tentato di operare
il blocco. Dopo un finto stop, l’auto dei banditi avrebbe accelerato
e travolto l’agente di polizia, uccidendolo. La macchina sarebbe
poi andata a schiantarsi contro la struttura del casello. I due rapinatori,
entrambi feriti, fuggiti a piedi per le vicine campagne sarebbero stati
fermati, stando alle prime notizie, nei pressi di un stabilimento
vicino, di proprietà dell’azienda Trans Coop.
Il poliziotto ucciso è Stefano Biondi, 28 anni, residente a Cervia (Ravenna). Era in servizio nella Polstrada di Modena nord e, a quanto si è appreso, aveva chiesto il trasferimento per avvicinarsi a casa: era già in graduatoria ed era atteso a Ravenna per il mese di giugno. FERITI I RAPINATORI - Entrambi gli occupanti della Porsche, forse un italiano e un albanese, risultano feriti, ma non in pericolo di vita, e sono stati ricoverati in ospedale a Reggio. A quanto si è appreso, i poliziotti che li hanno bloccati hanno esploso qualche colpo di pistola, ma non è appurato se siano stati questi a ferirli. La Porsche sarebbe stata rubata in Lombardia, forse rapinata usando un tamponamento come pretesto per far scendere il proprietario, presumibilmente a Casalpusterlengo. Poi la fuga verso sud, fin quasi a Reggio Emilia, durante la quale i due hanno incontrato almeno una pattuglia della polstrada, quella di Modena nord, investendo e uccidendo uno dei due agenti che era sceso dall’ auto. Dopo l’ investimento, la Porsche si sarebbe schiantata e per questo i due occupanti avrebbero proseguito la fuga a piedi, finendo nel parcheggio dove poi sono stati arrestati. I
banditi, feriti nello scontro, raggiunti e catturati Roma-
Dalle jeep abbandonate dagli americani alla fine della Seconda Guerra
Mondiale fino alle Alfette degli anni di piombo, passando per la mitica
Giulia del boom economico degli anni Sessanta e per la leggendaria Ferrari
appartenuta alla Squadra Mobile della Questura di Roma: nella Capitale
nasce il Museo delle Auto della Polizia di Stato, che ospitera’ molte
delle gloriose vetture che hanno fatto la storia del Corpo e dell’Italia.
Le auto storiche della Polizia saranno esposte a Roma in una mostra permanente, che sara’ inaugurata il 20 aprile alle 11.00 in via dell’Arcadia 20, presso la Fiera di Roma. Dalle volanti, la cui nascita ufficiale risale al 1 settembre 1945, alla Ferrari 250 GTE 2+2 entrata in servizio il 24 novembre 1962, dalla storica Campagnola alla Subaru Legacy, quella delle auto della polizia, come l’esposizione dimostra, e’ sempre stata una presenza operativa all’avanguardia. Le vetture in dotazione, infatti, hanno tenuto il passo del progresso tecnologico adeguando progressivamente motori, carrozzeria ed equipaggiamenti alle esigenze di servizio, con l’obiettivo di mettere a punto le strategie di intervento piu’ efficaci nella lotta al crimine. Saranno esposti numerosi modelli che hanno trovato ’casa’ nella mostra allestita nella Capitale. Dalla prima uscita della Polizia italiana targata Stati Uniti, e cioe’ l’Autoblindo Staghound di fabbricazione americana e la cui casa madre, la Chevrolet, l’aveva progettata per un impiego nel deserto, fino ai mezzi speciali dei gatti delle nevi utilizzati dai poliziotti di montagna, ai fuoristrada Fiat HTL e agli autobus Fiat 329. Ma anche automobili "targate polizia" come l’Alfa Romeo 1900, la prima volante del Corpo di Polizia, una berlina originariamente destinata alla borghesia emergente della ripresa italiana degli anni ’50 che ne acquisto’ ben 19mila esemplari e che venne adottata dalla Polizia viste le sue doti tecniche di rango: 150 km orari di velocita’ massima, che gli valsero insieme al colore nero il soprannome di ’pantera’. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, compare la 1100, l’inseparabile compagna dei poliziotti della Stradale, che la utilizzeranno in tutti i suoi numerosissimi modelli e versioni dal 1937 al 1969, per poi sostituirla con la 128. A scrivere un’altra pagina di storia della Stradale e’ la Fiat 600, l’auto che motorizza gli italiani a partire dagli anni Cinquanta. Adottata nel 1959 prima in amaranto e poi in grigio verde, si rivela un utile veicolo di pattuglia su tratti limitati, considerata la cilindrata troppo bassa che non consente di percorrere tratti autostradali particolarmente lunghi. C’e’ anche una Ferrari nella storia della Polizia. E’ la 250 Gt/E, la celeberrima auto usata dal famoso maresciallo Armando Spatafora e sara’ l’unico esemplare in dotazione alla Polizia della prestigiosa Casa di Maranello, contraddistinto dal numero di telaio 3999 ed assegnato alla Questura di Roma dal 1963 al 1973. Infine, il pubblico potra’ ammirare la ’mitica’ Giulia, che dal 1973 sara’ sostituita dall’Alfetta, l’automobile piu’usata dalle pattuglie della Stradale. TRASPORTI: LUCCHESI, LIMITE A 150 KM/H FALSO PROBLEMA Riva
del Garda Quello del limite di velocita’ a 150 km/h ’’e’ un falso problema’’,
perche’ ’’saranno pochissime le occasioni per poter andare effettivamente
a quella velocita’’’. A gettare acqua sul fuoco sulla bagarre tra ministro
dei Trasporti e associazioni degli automobilisti per l’innalzamanto
dei limiti di velocita’ su alcuni tratti della rete autostradale (innalzamanto
annunciato ma non ancora attuato) e’ stato il presidente dell’Aci, Franco
Lucchesi, nel corso della conferenza stampa di apertura alla seconda
giornata del convegno su traffico e mobilita’. Lucchesi si e’ infatti
detto convinto che i tratti interessati dall’innalzamento dei limiti
di velocita’ saranno ’’molto limitati’’, cosi’ come ’’le condizioni
ottimali’’ per poter effettivamente raggiungere i 150 km/h. Ma nello
stesso tempo ha definito come intervento ’’positivo’’ quello di introdurre
’’limiti di velocita’ variabili a seconda delle condizioni della strada’’.
Questo tanto in autostrada quanto in citta’, dove ci sono tratte a percorrenza
veloce in cui sarebbe possibile innalzare il limite dai 50 km/h attualmente
in vigore a 70 km/h, e dove viceversa il limite andrebbe abbassato a
30 km/h, come in prossimita’ delle scuole.
Lucchesi ha poi espresso ’’grade preoccupazione’’ di fronte al’ipotesi di mantenere i 40 km/h di tolleranza in quelle tratte autostradali dove il limite verra’ innalzato a 150 km/h: in pratica, secondo Lucchesi, cosi’ facendo si autorizzerebbero gli automobilisti a viaggiare fino a 190 km/h, senza il rischio di ritiro della patente. ’’Questo sarebbe un gravissimo errore’’, ha detto il presidente dell’Aci, avanzando la proprosta di ridurre la ’’franchigia’’ a 170 Km/h, e non a 190, come invece previsto dalle norme attuali, ma solo in quei tratti specifici dove i limiti saranno aumentati. Ora
un bresciano 40enne, fermato dalla Polstrada, dovrà rinunciare
all’automobile per un anno DESENZANO
- Gli avevano già sospeso la patente di guida per eccesso di
velocità, ma un quarantenne bresciano non si è dato per
vinto. Ed ha continuato ad usare la sua auto. Non solo: l’ha fatto
senza curarsi troppo di rispettare i limiti nell’assunzione di
alcol. Così, stavolta, quando l’ha fermato la Polizia stradale
di Desenzano, ha pagato a caro prezzo la sua incoscienza. Il fatto è
accaduto nella scoprsa fine settimana, sul Basso Garda, dove il quarantenne
è stato «pizzicato» alla guida della propria auto
in stato di ebbrezza, durante il periodo di sospensione della patente.
Patente ch, come abbianmo scritto in apertura gli era stata ritirata
poche settimana fa per eccesso di velocità e che si trovava depositata
in Prefettura, fino al termine della sanzione. Data la gravità
delle 2 infrazioni rilevate, tra l’altro a poca distanza una dall’altra,
la patente di guida gli è stata ora definitivamente revocata
(in pratica annullata) e l’uomo dovrà stare adesso per un
intero anno senza patente. Tra 12 mesi, l’automobilista, se vorrà,
dovrà rifare, come principiante, l’esame teorico e di pratica
di guida. E, ammeso che lo superi, si vedrà applicare subito
sulla nuova patente un bel pacchetto di punti persi (quanti lo deciderà
la Prefettura). Ma non è stato questo l’unico caso curioso
nei controlli di questa fine settimana. La Stradale (che, con telelaser
ed etilometro, ha operato con 4 pattuglie, con la collaborazione di
una di Brescia) ha complessivamente ritirato 19 patenti: 18 per guida
in stato di ebbrezza e una per eccesso di velocità. A due automobilisti
trovati in stato di ebbrezza è stata contestata anche l’infrazione
del’eccesso di velocità, percui hanno perso 20 punti in
un sol colpo. Un automobilista, fuggito all’alt e bloccato dopo
un inseguimento, è stato trovato in stato di ebbrezza, per cui
gli è stata ritirata la patente e denunciato anche per fuga e
velocità. Altri 14 sono stati multati per velocità. Ritirate
4 carte di circolazione per omessa revisione dei veicoli.
Ieri
il convegno promosso dalla Provincia per fare il punto sulle strategie
messe in atto dalla scuola alle forze dell’ordine passando per
le istituzioni. La
sicurezza stradale è emergenza sociale di primo piano. Lo hanno
ribadito ieri i relatori del convegno «Sicurezza stradale: una
responsabilità condivisa» organizzato dall’Amministrazione
provinciale. Lo riprova purtroppo la tragica morte dei quattro giovani
di Remedello. Ma al centro del seminario, svoltosi nell’auditorium
di via Balestrieri, sono state soprattutto le strategie e gli interventi
che la Provincia e gli altri attori della sicurezza stradale hanno congiuntamente
messo in campo nel Bresciano per ridurre i rischi di incidentalità.
Un impegno, per dirla con l’assessore ai Lavori pubblici Mauro
Parolini, che esige «un forte coordinamento di tutti i soggetti
coinvolti». Un modello, quello bresciano, che negli anni è
stato operativamente applicato e valutato positivamente. Apprezzamento
per gli sforzi compiuti ha manifestato il prefetto, Maria Teresa Cortellessa
Dell’Orco, che agli studenti - in sala accanto a tecnici, rappresentanti
delle forze di polizia e insegnanti - ha ribadito come non basti l’impegno
delle istituzioni, ma si debbano anzitutto evitare i comportamenti di
guida scorretti. Segnali incoraggianti vengono dal quadro descritto
da Pietro Marturano, delegato del Direttore generale Motorizzazione
e sicurezza dei trasporti terrestri: «A otto mesi dall’entrata
in vigore della patente a punti il calo degli incidenti è del
16%, del 18% quello dei morti». Con un abbattimento dei costi
sanitari che in proiezione potrebbe sfiorare i 2 miliardi euro. Guido
Rossini, presidente della Commissione del Consiglio provinciale che
si occupa di lavori pubblici e viabilità, ha ripercorso le tappe
dell’impegno quadriennale dell’amministrazione, con il passaggio
alla Provincia di quasi tutte le Strade Statali locali, ingenti investimenti
(nel 2003, 187 milioni di euro), e una programmazione specifica di interventi
in tema di prevenzione. Spazio quindi alle associazioni. «Molto
è stato fatto» ha affermato Flavio Frera, segretario di
Stradamica. «Ma ci vuole il contributo di tutti. E un uso più
capillare del telecontrollo». Con lui Roberto Merli, dell’Associazione
italiana familiari e vittime incidenti della strada ha sollecitato un
impegno costante, «perché non vi siano più banchi
vuoti, né tristi telefonate nel cuore della notte». All’assessore
Mauro Parolini - e al presidente della Provincia, Alberto Cavalli -
è spettato il compito di ripercorrere quanto è stato fatto
dall’Amministrazione. Dai corsi di guida sicura per i giovani agli
studi del traffico e dei punti critici della viabilità locale,
fino alle campagne di sensibilizzazione e agli interventi infrastrutturali
per la messa in sicurezza delle ex Statali 572, 668 e 345. Un impegno
complessivo per il quale sono stati investiti circa 800 miliardi di
lire dal 1999 ad oggi. Sugli interventi di analisi preventiva delle
strade, volti a evidenziare i principali fattori di rischio, si è
invece soffermato Giulio Maternini dell’Università di Brescia.
Alle strategie di intervento adottate dalla Francia, all’avanguardia
in proposito, si è guardato con l’intervento di Lionel Patte
del Laboratoire Régional de l’Est Parisien. Sergio Basile,
dirigente della sezione bresciana della PolStrada, ha invece evidenziato
il calo apprezzabile di incidenti e vittime nella nostra provincia nel
2003. Proprio all’analisi e allo studio dei dati raccolti dal Comitato
e dall’Osservatorio per la sicurezza stradale mira l’opera
di informatizzazione messa in atto dalla facoltà bresciana di
Ingegneria, illustrata da Michela Tiboni. «Puntare sull’emozione».
È invece questa la scelta operata da Enrico Bonomini di Ddb Italia,
autore delle campagne di sensibilizzazione promosse dalla Provincia
dal 2002. Una scelta che, come ha evidenziato l’indagine svolta
su un campione di oltre 8mila studenti, ha colto nel segno. Fondamentale
anche il contributo della scuola bresciana. Diecimila gli studenti che
hanno già frequentato i corsi in vista del «patentino»
sui dodicimila che ne hanno fatto richiesta. «Ma l’obiettivo
- come ha ricordato Tiziana Pasini, insegnante del Tartaglia e responsabile
del progetto per il Csa - è soprattutto quello di diffondere
un’autentica cultura della sicurezza stradale».
Offre soldi agli agenti Patteggia otto mesi Viene
fermato da una pattuglia della Polstrada mentre è alla guida
del suo camion e, per evitare la multa, se non addirittura il sequestro
del mezzo che trasportava letame invece di ghiaia, tira fuori una banconota
da 50 euro che offre ai due agenti. Finisce così sotto inchiesta
per istigazione alla corruzione e ieri ha patteggiato otto mesi di reclusione
Paolo Mammarella, 40 anni originario del chietino.
CAMPAGNA
RADIOFONICA Prosegue
fino al 9 maggio la campagna di comunicazione pubblica promossa dalla
Provincia, d’intesa con l’Osservatorio provinciale per la sicurezza
stradale, per combattere il fenomeno degli incidenti stradali. E’
iniziata ieri la seconda parte con la messa in onda quotidiana, e più
volte nell’arco della giornata, dei tre messaggi di maggiore durata
e finalizzati a costituire un vero e proprio monito alla prudenza e
al rispetto delle principali norme di comportamento per la guida dei
veicoli.
I primi tre spot, più brevi e immediati, sono stati trasmessi per tre settimane fino a domenica. Restano immutati i soggetti prescelti: velocità, uso del telefonino in auto, bere alcolici prima di mettersi al volante. Quattro le emittenti radiofoniche locali coinvolte nel progetto: Multiradio di Tolentino, Radio Nuova di Macerata, Radio C1 di Camerino e Radio Linea di Civitanova. «Puntiamo su un’opera di prevenzione e sensibilizzazione dice l’assessore provinciale alla Viabilità, Dario Conti Ecco perché sono stati scelti i mezzi di comunicazioni come le radio private, ascoltate soprattutto - anche se non esclusivamente - dai giovani". Si
è aperta ieri a Riva del Garda la 60 Conferenza del Traffico
e della Circolazione RIVA
DEL GARDA - «Abbiamo ridotto gli incidenti mortali del 18%, le
persone ferite del 20%, e l´insieme di tutti gli incidenti del
17%. Solo le vite salvate dal 1° luglio 2003 al 12 aprile 2004 sono
634, e le persone ferite che abbiamo evitato sono 20.871. E tutto questo
grazie alle norme introdotte dal governo Berlusconi, grazie al nuovo
Codice della strada che abbiamo fortemente voluto».
Gongola il ministro all´Attuazione del programma Claudio Scajola, e come Silvio Berlusconi dai manifesti elettorali snocciola le sue cifre: riduzione degli incidenti di 24.211 unità, quelli ad esito mortale di 557 unità, quello degli invalidi eccetera eccetera. È venuto a Riva apposta, alla 60 Conferenza del Traffico e della Circolazione apertasi ufficialmente ieri, per sventolare le cifre del nuovo corso. «Prossimo obiettivo del governo sarà il nuovo Codice della strada semplificato, ispirato a criteri di snellezza, con un testo di immediata lettura, in modo che gli attuali oltre 600 articoli del codice siano ridotti a poche decine di articoli, al massimo 60-70». Per Scajola, però, questi risultati del governo Berlusconi non saranno messi in discussione elevando a 150 Km all´ora la velocità su alcuni tratti stradali, come deciso dal ministro Lunardi. «I tratti dove sarà ammessa questa velocità sono tratti sicuri, con tre corsie e nei quali le statistiche dicono che non ci sono pericoli di incidente », ha troncato ogni dubbio Scajola. «Sono altri i problemi della sicurezza, a cominciare da infrastrutture effettivamente efficienti in tutto il Paese e da una seria educazione stradale, che manca ancora, e che deve partire dalla scuola». Il ministro ha poi annunciato che «il traforo del Brennero resta un impegno fondamentale del governo». Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, al centro della Conferenza di Riva, il ministro ha ricordato che «è necessario completare la riforma avviata, guardando all´Europa, ma selezionando nel contempo ciò che ha funzionato da ciò che non ha funzionato». «Il sistema pubblico in alcuni Paesi europei è diventato molto efficiente - ha detto Scajola - , ma è diventato selettivo, con una politica tariffaria che attraverso la liberalizzazione ha portato ad aumenti molto alti e a trascurare alcune parti del servizio pubblico. Non basta avere infrastrutture per garantire la mobilità - ha aggiunto - . Ci vogliono anche mezzi pubblici effettivamente in grado di reggere i tempi». Parlando con i giornalisti, Scajola ha poi espresso alcuni giudizi su Forza Italia del Trentino. «Questa è una terra dove Forza Italia deve crescere, perché è in oggettiva difficoltà. C´è una tradizione indipendente che va rispettata, ma occorre costruire una classe dirigente azzurra. Mario Malossini è efficiente e radicherà il partito sul territorio». SICUREZZA STRADALE, STUDENTI PREMIATI CONCORSO FORLì-CESENA Forlì-
Quasi 500 alunni dai 3 ai 18 anni delle scuole di tutto il territorio
provinciale di Forlì-Cesena parteciperanno alla manifestazione
finale indetta dall’Osservatorio Provinciale della Sicurezza
Stradale nel quadro delle iniziative di sensibilizzazione per un uso
corretto dei mezzi di locomozione e fruizione della viabilità.
La manifestazione, realizzata con il particolare sostegno dell’ACI
di Forlì Cesena, si terrà giovedì 22 aprile dalle
ore 09.30 alle ore 12.00 presso la zona retrostante la Fiera di Forlì
in via Punta di Ferro. Ricca di contenuti, l’iniziativa non sarà
solo il momento ufficiale per la premiazione dei concorsi indetti
quest’anno dall’Osservatorio della sicurezza Stradale della
Provincia di Forlì-Cesena “Giornalista per un giorno”
e “Occhio alla strada: vivi la vita”, la cui premiazione
vedrà coinvolti tra le autorità, il Presidente della
Provincia Prof. Piero Gallina e il questore di Forlì Dott.
Antonio Buono, ma sarà anche un momento informativo e formativo
che spazierà dai temi del codice della strada, a dimostrazioni
di guida sicura e a “mini” lezioni dedicate alla prevenzione.
Insegnante d’eccezione sarà Andrea Dovizioso il pilota
forlivese di moto mondiale vincitore la scorsa domenica della prima
tappa del campionato motociclistico mondiale tenutosi in Sud Africa.
Altro ospite eccezionale della mattinata sarà l’Honda
Italia Moto che realizzerà per i ragazzi più grandi
dimostrazioni di guida sicura del gettonato motorino nonché
prove tecniche per gli alunni delle scuole superiori vincitrici il
concorso, per i quali sarà possibile effettuare gratuitamente,
grazie al contributo Honda Italia Moto e ACI Forlì-Cesena,
un corso pratico di guida sicura a tutti gli effetti. Lezioni pratiche
e teoriche sono previste anche per i più piccini. Partecipano
infatti alla mattinata, coordinati dall’Osservatorio provinciale
con il supporto di Radio Bruno, anche comandanti e referenti delle
Forze dell’Ordine del territorio provinciale che saranno a disposizione
dei bambini e dei ragazzi per domande sul tema dell’educazione
e per dimostrazioni e prove pratiche di guida sicura di tricicli e
biciclette. Approfondimenti tecnici sul mezzo “bici” saranno
invece forniti da referenti della sezione ciclismo della UISP di Forlì.
A tutti i 500 ragazzi presenti sarà distribuito un premio simbolico
per la partecipazione all’intero progetto e premi speciali saranno
riservati alle 6 classi vincitici i concorsi: II°sezione Scuola
materna di Santa Sofia, III°A Scuola elementare “Dante Alighieri”,
V°B Scuola elementare “Adone Zoli” di Predappio, II°L
Scuola media “Via Ribolle” plesso Croce, III°A scuola
media di Gambettola e IV° E Istituto superiore “G.Saffi”.
Anche quest’anno l’Osservatorio Sicurezza Stradale e l’ACI
hanno pensato alle famiglie dei ragazzi consegnando un premio simbolico
anche per i genitori, i primi veri educatori della sicurezza stradale.
Per informazioni: Osservatorio Sicurezza Stradale Provincia Forlì-Cesena,
referente Barbara Riva 320/4325281.
|