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Articoli 11/04/2005

Quanto ti arrabbi quando sei alla guida? L’indagine dell’ASAPS sulla rabbia alla guida

 

Quanto ti arrabbi quando sei alla guida?
L’indagine dell’ASAPS sulla rabbia alla guida

di Francesco Albanese*

Introduzione
Già da qualche anno il fenomeno della rabbia alla guida e della guida aggressiva ha ricevuto grande attenzione, soprattutto da parte di altri stati europei e degli Stati Uniti. Ad esempio, un’indagine della American Automobile Association (1997) ha mostrato come, dal 1990 al 1996, gli atti di violenza e di aggressività alla guida siano incrementati del 7% ogni anno. Se questo fenomeno in un’ottica sociologica ci può lasciare per certi aspetti sorpresi ed impauriti, dal punto di vista psicologico ci induce a voler approfondire la sua conoscenza, a volerne esaminare le sfaccettature, a ricercare i segreti fili che legano l’effetto alla causa che li ha determinati.

La ricerca psicologica si è occupata, e tuttora si occupa, della rabbia alla guida, indagando quali fattori emotivi e di personalità influenzino i comportamenti alla guida. In linea del tutto generica, è stato trovato che la rabbia generalizzata, l’aggressività, l’impulsività, il sensation seeking (una caratteristica di personalità che spinge alla ricerca di sensazioni forti per il piacere che ne deriva) e l’anticonvenzionalità sono strettamente correlati con comportamenti a rischio, come pericolose violazioni di circolazione stradale e guida pericolosa (vedi ad esempio Arnett, Offer e Fine, 1997).

La rabbia che viene espressa da parte del conducente alla guida di un veicolo è un’emozione il cui effetto non rimane confinato all’ambiente psichico del guidatore stesso, né tanto meno all’interno dell’abitacolo. Infatti, alcune considerazioni ci portano ad affermare che la rabbia alla guida è un fattore che turba la sicurezza alla guida (Deffenbacher et al., 1994): innanzitutto, l’attivazione emotiva è in grado di influenzare la percezione e l’elaborazione delle informazioni; secondariamente, questa influenza è presumibilmente in grado di turbare a sufficienza l’efficacia del guidatore, così da incrementare il rischio di incidenti.

Questo perché la rabbia alla guida può interferire con l’attenzione, la percezione, con l’elaborazione dell’informazione e con la risposta muscolare, incrementando così, direttamente o indirettamente, la probabilità di incidente stradale, attraverso l’aumento di comportamenti a rischio. Infine, la rabbia elevata può portare a comportamenti aggressivi e ad altri comportamenti a rischio verso gli altri guidatori (come ad esempio una velocità eccessiva, l’uso improprio degli abbaglianti, manovre repentine e poco sicure, comportamenti aggressivi verbali o fisici).

L’intento di questo lavoro non è certamente quello di voler “tastare il polso” circa la rabbia alla guida in Italia, né tanto mento quello di voler risolvere il problema. Lo scopo della nostra indagine veste l’abito della sensibilizzazione, della riflessione, perché solo parlando delle cose se ne conosce l’esistenza e solo riflettendoci si può cambiare il proprio comportamento.

Lo strumento
Il questionario che abbiamo utilizzato per la nostra indagine è la traduzione italiana adattata della Driving Anger Scale (da ora DAS) forma breve (Deffenbacher et al., 1994), un questionario di 14 domande che rileva sei “aspetti”, dunque sei dimensioni della rabbia alla giuda. Le dimensioni, individuate dalle relative domande, sono le seguenti:
1. Gesti Ostili
- Qualcuno ti rivolge gesti offensivi riferendosi al tuo modo di guidare
- Qualcuno impreca verso di te circa il tuo modo di guidare
2. Guida Illegale
- Qualcuno sta guidando “a zig zag” nel traffico
- L’auto davanti a te aziona gli stop*
3. Presenza della Polizia
- Ti accorgi di essere appena passato davanti ad una postazione Autovelox
- Un operatore di polizia ti fa cenno di accostare
4. Lentezza alla Guida
- Qualcuno lento nel parcheggiare ha bloccato il traffico
- Un veicolo lento in una strada di montagna non vuole accostare per far passare le auto dietro di sé
5. Scortesia
- Qualcuno davanti a te si ferma senza motivo*
- Un ciclista sta guidando in mezzo alla corsia e sta rallentando il traffico
- Qualcuno accelera mentre tenti di sorpassarlo
6. Ostruzione del Traffico
- Sei imbottigliato nel traffico
- Un camion sta perdendo sabbia o renella sull’auto che stai guidando
- Stai guidando dietro un grosso camion che ti impedisce di vedere oltre
(*domanda radicalmente modificata per questa indagine rispetto alla versione originale)
Per ogni domanda, chi ha compilato il questionario poteva “quantificare” la propria rabbia circa l’evento proposto, indicando se questo provocasse in lui nessuna, un po’, abbastanza, molta o moltissima rabbia. La DAS è rimasta in linea sul sito dell’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, per i mesi di Novembre e Dicembre 2004.

Il Campione
Il campione dell’indagine è formato da 300 partecipanti, 41 di sesso femminile e 256 di sesso maschile. Di tutto il campione, 12 avevano 18 anni; 20 dai 19 ai 25 anni; 63 dai 26 ai 30 anni; 109 dai 31 ai 40 anni; 70 dai 41 ai 50 anni; 19 dai 51 ai 60 anni; 6 dai 61 ai 70 anni e 1 partecipante oltre i 70 anni. Le varie età del campione sono riportate nel grafico 1.

Per quanto riguarda il livello di studio dei partecipanti, la maggior parte, cioè 185 partecipanti, ha conseguito la licenza di scuola media superiore. Il resto del campione era così distribuito: 61 partecipanti hanno conseguito la licenza media inferiore; 51 la laurea; 3 hanno conseguito altri titoli di studio.
La maggior parte del campione (234 partecipanti) è titolare di patente di guida da oltre 10 anni. Dei rimanenti 66 partecipanti, 14 guidano da meno di un anno, mentre 52 hanno la patente da 1 a 10 anni. I diversi anni di guida del campione sono riportati nel grafico 2.
Riguardo ai tempi di guida, dei 300 partecipanti, 38 guidano per una media di più di 8 ore al giorno, mentre 91 per meno di un’ora. Dei rimanenti, 94 guidano da 1 a 3 ore al giorno e 77 da 4 a 8 ore al giorno. I diversi tempi di guida sono riportati nel grafico 3.

Risultati
Per ogni partecipante è stato calcolato il punteggio totale, sommando i valori riportati ad ogni risposta del questionario. I punteggi potevano variare tra 14 (rispondendo “nessuna” ad ogni domanda) e 70 (rispondendo “moltissima” a ciascuna domanda). I punteggi riportati dal nostro campione variano da 14 a 62. Premesso che la scala DAS ritiene “anormali” i punteggi maggiori di 53, nel nostro campione solo 6 partecipanti hanno mostrato “rabbia anormale”,

dunque eccessiva, riportando un punteggio totale superiore a 53.
Nei partecipanti del nostro campione non sono state riscontrate differenze nella rabbia tra uomini e donne. Il sottogruppo di sesso maschile ha riportato un punteggio medio circa pari a 35, ed il sottogruppo di sesso femminile di poco inferiore a 35. Il grafico 4 riporta la differenza di rabbia tra maschi e femmine.
Il tempo trascorso alla guida durante il giorno non sembra influenzare particolarmente la rabbia alla guida. Infatti la media dei punteggi nei vari sottogruppi non aumenta, né diminuisce sensibilmente con l’aumentare del tempo di guida. Il grafico 5 riporta la differenza di rabbia tra i tempi di guida diversi.
Troviamo invece un qualcosa di interessante riguardo all’età dei partecipanti. Il grafico 6 mostra come i partecipanti di 18 anni del nostro campione riportino una rabbia alla guida inferiore di otto punti rispetto a chi ha dai 18 ai 25 anni (28 contro 36), il che risulta particolarmente interessante se a questa osservazione associamo un’ulteriore osservazione circa gli anni di patente. Infatti, è da notare il punteggio più basso (27) di chi guida da meno di un anno, e quello decisamente più alto dei primi anni di patente

(la fascia “da 1 a 3 anni” riporta una media di 39). Il grafico 7 mostra le differenze di rabbia tra anni di patente diversi.

Discussione
La prima considerazione da fare riguarda il campione utilizzato per questa indagine, campione di comodo, che non può essere ritenuto rappresentativo della popolazione italiana. Pertanto i risultati ottenuti da questo studio non sono generalizzabili e le considerazioni ad esso relative devono dunque rimanere arginate al campione stesso. Ciò premesso, il risultato che emerge dalla nostra indagine, in poche parole è il seguente: durante il primo anno di patente la rabbia alla guida è minore degli anni successivi. Ma come possiamo spiegarci una differenza del genere? I diciottenni neopatentati provano realmente minor rabbia alla guida? La risposta è molto probabilmente sì. Ma com’è possibile?

Sia nella storia evolutiva dell’essere umano che nello sviluppo del singolo, le emozioni precedono di gran lunga le cognizioni, dunque il bambino è in grado di sperimentare emozioni ancor prima di sapere di cosa si tratti, ancor prima di essere in grado di potergli dare un nome.

All’età di 18 anni l’uomo è già ben strutturato, sia fisicamente che psicologicamente, pertanto non vi è la possibilità che a quell’età non si sia in grado di provare emozioni. La spiegazione è dunque da ricercare in altri luoghi, e cioè nel sistema “attacco/fuga” caratterizzato da due emozioni antagoniste: rabbia e paura.

È immaginabile che per il neopatentato la condizione di guida sia un contesto che promuove emozioni di tipo diverso dalla rabbia. Possiamo infatti pensare che la mancanza di sicurezza alla guida, dovuta all’ancora incompleta automatizzazione del repertorio di comportamenti di guida (l’occhiata automatica allo specchietto retrovisore, la capacità di riconoscere l”invito” del motore al cambio di marcia, il giusto dosaggio di pressione sui pedali di comando, ecc.), pongano il neopatentato in una condizione di allerta, dovuta alla percezione di una minaccia. La condizione di guida è un contesto nuovo, percepito come pericoloso, dove un errore può creare gravi problemi, se non la vita stessa. Ciò di cui c’è bisogno in un contesto del genere, un contesto caratterizzato dunque forse più dalla paura che dalla rabbia, è attenzione, efficienza, prontezza di riflessi, capacità di elaborazione veloce dell’informazione e, come ormai sappiamo, la rabbia va ad alterare proprio questi processi, processi che la paura contribuisce invece a mantenere attivi.


Dopo non molto tempo, il consolidamento dell’apprendimento dei comportamenti di guida conferisce una certa sicurezza in se stessi, l’immagine del “guidatore” va ad integrare l’immagine che si ha di sé, il “saper guidare” aumenta l’autostima e, come abbiamo già discusso in altra sede (Albanese, 2004), l’autovettura può arrivare a diventare un’estensione del proprio Io, se non addirittura un’arma per l’espressione della propria aggressività. In conclusione, dunque, durante il primo anno di patente, la rabbia provata alla guida è inferiore rispetto a quella provata negli anni successivi, anni nei quali si ha confidenza col veicolo e ci si sente quantomeno “all’altezza” degli altri guidatori. Ciò che limita la rabbia è la paura, che abbiamo visto essere un vero e proprio antidoto per la rabbia alla guida.
Peccato che duri solo un anno…

* Psicologo, operatore di Polizia Stradale


Bibliografia
Albanese, F. (2004). All’origine del contromano. Comportamenti aggressivi alla guida, imperizia e distrazione. Visionabile su https://www.asaps.it
American Automobile Association (1997). Aggressive driving: Three Studies. Washington, D.C.: American Automobile Association Foundation for Traffic Safety.
Arnett, J.J., Offer, D. e Fine, M.A. (1997). Reckless driving in adolescence: “State” and “trait” factors. Accident Analysis and Prevention, 29, 57-63.
Deffenbacher, J.L., Oetting, E., Lynch, R.S. (1994). Development of a driving anger scale. Psychological Reports, 74, 83-91
.

 


di Francesco Albanese

da "Il Centauro n. 94"
Lunedì, 11 Aprile 2005
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