Da
"Libertà"
del 23 marzo 2004
Ogni
anno sulle strade più vittime delle guerre e della tubercolosi
E’ come se ogni anno venisse cancellata l’intera popolazione di una città
come Milano.
Piacenza - Questo il terribile impatto degli
incidenti stradali nel mondo. Con 1.300.000 morti le strade fanno più
vittime delle guerre e delle malattie polmonari. Da oggi al 2020, secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), scaleranno la graduatoria
"nera" delle principali cause di morte e malattia fino al
terzo posto, scavalcando AIDS, tubercolosi, malaria e malattie cerebrovascolari.
A pagare il prezzo più alto, che costa all’economia mondiale
518 miliardi di dollari l’anno, sono soprattutto i paesi in via di sviluppo,
che contribuiscono per il 90 per cento al numero totale dei decessi.
Ma anche quello dell’Unione Europea è un bollettino di guerra.
Sulle strade dei vecchio continente muoiono ogni anno oltre 50.000 persone,
mentre 150mila restano invalide; un problema di dimensioni spaventose,
che investe oltre duecentomila famiglie. In Italia, a fronte di oltre
230mila incidenti stradali, nel 2002 si sono contati 6.736 morti (una
media di 18,45 al giorno, uno ogni ora e 18 minuti) e oltre 330mila
feriti (uno ogni minuto e mezzo). Le cause principali: mancato rispetto
della distanza di sicurezza, guida distratta, eccesso di velocità.
Elevatissimo il costo sociale: 34 miliardi di euro l’anno, più
dei doppio dell’ultima Finanziaria. E’ proprio a causa di questi numeri
impressionanti che VOMS ha deciso di dedicare la giornata Mondiale della
Salute, il 7 aprile 2004, alla sicurezza stradale. Una scelta che l’Automobile
Club d’Italia condivide e rilancia. In questa occasione il presidente
dell’ACI, Franco Lucchesi, ha deciso di lanciare un appello a tutti
gli italiani: ’111 7 aprile né morti né feriti sulle nostre
strade. lo ci provo. Una sfida difficile ma non impossibile, ha sottolineato
Lucchesi. Per centrare questo obiettivo l’ACI mobiliterà i suoi
1.100.000 soci, facendo partire sul territorio una sensibiIizzazione
capillare, guidata dai 107 Automobile Club locali e provinciali, dalle
1.500 delegazioni, le 500 agenzie SARA e le 900 officine Aci-Global.
A questi si aggiungeranno i contatti con: associazioni di categoria,
sindacati, aziende pubbliche e private, istituti di credito, federazioni
sportive, associazioni di volontariato, scuole e università.Tutti
quanti saranno invitati a partecipare all’iniziativa, coinvolgendo dipendenti,
clienti, fornitori, associati, ecc.
Da "Il
Corriere della Sera" del 23 marzo 2004
Allarme
alla presentazione del rapporto sulle due ruote.
«Lontani dalla media europea»
«Patente a punti, l’effetto è finito»
Il presidente dell’Aci: «Vittime di nuovo in crescita sulle
strade»
Claudio
Lazzaro
ROMA
- «Gli incidenti stradali sono in aumento. La spinta propulsiva
della patente a punti si sta esaurendo». Il presidente dell’Aci,
Franco Lucchesi, rileva, dati alla mano, una tendenza preoccupante:
«La patente a punti è stata introdotta nel luglio scorso.
Nel primo mese gli incidenti su autostrade e strade statali, registrati
da polizia stradale e carabinieri, sono diminuiti del 30%. Ma già
da luglio a dicembre la percentuale media si era ridotta a un meno 18%.
Considerando anche le strade provinciali e i centri urbani, su cui abbiamo
dati parziali, il calo medio degli incidenti diventa meno 8, meno 10%.
Se non si interviene, tra un anno tutto ritornerà come prima».
Il presidente Lucchesi ha esposto le sue allarmanti valutazioni nel
corso della presentazione del «Rapporto Aci-Censis due ruote»,
che si è svolta ieri a Roma (all’ordine del giorno l’introduzione
a luglio del patentino per i motociclisti al di sotto dei 16 anni).
Le percentuali allarmanti fornite da Lucchesi sono basate su cifre parziali.
I dati sulle strade provinciali e sui centri abitati (dove mediamente
si registra il maggior numero di incidenti) non sono ancora ufficiali.
«Ma è significativo - avverte il presidente dell’Aci
- che l’Italia sia scesa al di sotto del meno 20%. In tutti i Paesi
dove la patente a punti è stata introdotta, Francia , Stati Uniti,
Germania, dopo un consistente calo degli incidenti, c’è
stata una tendenza di senso contrario, ma alla fine la percentuale si
è stabilizzata su un meno 20%. In Italia sta andando peggio».
Cosa produce questa tendenza? «Da una parte - risponde Lucchesi
- è possibile che gli italiani, dopo un primo momento di attenzione,
siano tornati alle vecchie abitudini di guida. Dall’altra, che
i controlli delle forze dell’ordine siano diventati meno puntuali
e diffusi rispetto ai primi mesi. I dati parlano chiaro».
Proprio sui dati però al ministero degli Interni c’è
qualche divergenza rispetto alle valutazioni del presidente dell’Aci.
La Polizia stradale esclude categoricamente di aver diminuito i controlli
e, considerando solo gli incidenti su autostrade e strade statali, dà
un quadro più incoraggiante di quello rappresentato dal meno
8%. Gli incidenti, dal primo luglio 2003 al 22 marzo 2004, sono diminuiti
del 16,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
«Una percentuale comunque preoccupante - nota Lucchesi - rispetto
a quel 20% su cui si sono stabilizzati gli altri Paesi in cui è
stata introdotta la patente a punti». Per contrastare la brutta
tendenza, il presidente dell’Aci ha lanciato una sfida. La giornata
mondiale della salute, il 7 aprile, quest’anno è stata dedicata
alla sicurezza stradale. L’Aci, con l’appoggio di 90 tra aziende
e istituzioni, ha organizzato una grande campagna di sensibilizzazione.
Lo slogan prescelto può suonare temerario: «Il 7 aprile
nessun morto sulle strade». Mediamente, ogni giorno, sulle strade
italiane, i morti sono 18. Dalla prossima domenica le televisioni pubbliche
e private manderanno in onda spot terrorizzanti, immagini di tragedie
sulle strade. Unico commento sonoro lo stridore dei pneumatici, la sirena
delle ambulanze, il pianto delle famiglie negli ospedali.
Da "Il
Gazzettino" del 24 marzo 2004
SI
ADDORMENTANO NELL’AUTO RUBATA
Egle Luca
Cocco
Rovigo
- Si sono addormentati nell’auto rubata, parcheggiata nella corsia
di emergenza dell’autostrada con le doppie frecce accese. La cosa
non è ovviamente passata inosservata, così, a dare il
risveglio a due giovanissimi romeni, sono stati gli agenti di una
pattuglia della A13 della Stradale i quali, appena hanno dato un’occhiata
all’interno dell’abitacolo, si sono subito accorti che c’era qualcosa
di poco chiaro visto che dal blocchetto dell’accensione pendevano
i cavetti elettrici. Il sospetto è diventato poco dopo una
certezza: la Ford Escort sulla quale i due immigrati si erano abbioccati,
era stata rubata il giorno precedente. Il maggiorenne, diciott’anni
appena compiuti, che era seduto al posto di guida, è stato
sottoposto a fermo di polizia giudiziaria mentre l’altro, diciassettenne,
è stato denunciato: per entrambi l’accusa è di ricettazione.
È l’una di lunedì notte quando la pattuglia della Stradale
nota la Escort parcheggiata sulla corsia di emergenza vicino al casello
di Rovigo, sulla carreggiata Padova-Bologna. Gli agenti pensano a
un malore o a un guasto meccanico ma quando si avvicinano si trovano
davanti ai due ragazzi stranieri che stanno dormendo. Nel blocchetto
dell’accensione non c’è la chiave mentre i cavi elettrici sono
collegati. Gli immigrati vengono svegliati e accompagnati al comando.
Non hanno i documenti, dalle loro facce si capisce che sono giovani,
perciò vengono trasferiti all’ospedale per la radiografia del
polso che precisa le età. Intanto gli agenti hanno scoperto
che la Escort era stata rubata nella notte tra domenica e lunedì
a una quarantottenne di Firenze. Così, Alin Pirvanescu finisce
in carcere e D.M. indagato.
Da "Il
Gazzettino" del 24 marzo 2004
Sorpresa
dalla polstrada all’«Autogrill» di Santa Caterina
Eroina, condanna a cinque anni
Campoformido
- Intercettata da una pattuglia della polstrada di Palmanova mentre
stava uscendo in autostrada al volante di una Opel Vectra dall’area
di sosta Santa Caterina, un’albanese di vent’anni era stata sorpresa
con quasi cinque chilogrammi di sostanza stupefacente. Arrestata,
accusata di aver fatto da «corriere» per il trasferimento
della droga, Majlinda Braho, residente a Varese, attualmente agli
arresti domiciliari presso una comunità, è stata condannata
a cinque anni di reclusione e a 20mila euro di multa. Che si trattasse
di una semplice pedina nel traffico di eroina, è apparso
evidente ma la circostanza non è servita ad attenuare la
pena, così come era stato chiesto dai suoi difensori gli
avvocati Catalano di Milano e Mario Occhialini.
L’episodio risale al 3 novembre dello scorso anno. I controlli erano
scattati sulla base di una fonte confidenziale. La ragazza non aveva
avuto difficoltà a raccontare di essere stata contattata
da un albanese che le aveva chiesto di compiere per suo conto il
viaggio da Varese a Udine dove avrebbe ritirato un pacco che avrebbe
poi trasferito in un hotel del capoluogo friulano. La polizia era
intervenuta subito dopo il «primo contatto» nel «Grill»
di Santa Caterina. Pare che a consegnare la merce sia stato un camionista
turco. Allettata dalla compensa (5mila euro) la giovane aveva accettato
il suo ruolo di «anello» nel traffico.
Aveva lasciato il pacco in bella vista sul sedile dell’auto confidando
probabilmente sul fatto che sarebbe passata inosservata. La sostanza
stupefacente era stata sottoposta a test e aveva dato esito positivo
all’eroina. Successive analisi hanno rilevato la modestia del principio
attivo comunque sufficiente per ricavare 600 dosi. Il pm Leonardo
Bianco ha chiesto la condanna a 5 anni di reclusione.
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