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Rassegna stampa 15/03/2004

Rassegna stampa del 14 Marzo 2004

Rassegna stampa del 14 Marzo 2004

 


Da "Il Messaggero" del 14 marzo 2004

SULLA VAL DI CHIENTI - Ubriaco alla guida, sbanda e scontra In tre all’ospedale, uno è grave
Gi.Sca.


Stavano facendo ritorno a casa, ad Assisi, quando la loro auto, una Fiat Croma, ha fatto il salto di corsia lungo la 77 Val di Chienti, nei pressi di Scopoli, scontrandosi con una Golf. Il conducente era in stato d ebbrezza, mentre il passeggero che viaggiava accanto al sedile di guida, era già in coma etilico. Un urto frontale tremendo. Erano le ore 3.20 di notte, quando, ancora una volta, le sirene delle ambulanze del 118 e poi quelle delle auto della polizia e dei vigili del fuoco squarciavano il silenzio della valle. Per estrarre il giovane già in coma etilico, pure lui di 28 anni come il conducente, i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per circa venti minuti. I due, provenienti da Colfiorito, hanno percorso circa 20 chilometri della statale zig-zagando, quando sul tornante di Scopoli, prima di imboccare la semicurva, la Croma ha è finita sulla corsia opposta. In quel momento stava sopraggiungendo la Golf e l’impatto è stato inevitabile. I tre feriti sono ricoverati presso l’ospedale di Foligno, ma il più grave è il passeggero della Croma. E’ stato ricoverato in terapia intensiva. Le sue condizioni sono gravissime. Dopo i rilievi da parte della polizia stradale di Foligno, la Fiat Croma veniva caricata sul carroattrezzi, ma percorsi tre o quattro chilometri, l’auto si sganciava, per cause ancora in corso di accertamenti, e scivolava nuovamente sulla carreggiata, abbattendo molti metri di guard rail laterale. La vettura, già in parte danneggiata dall’incidente, restava praticamente distrutta.


Da "Il Mattino" del 14 marzo 2004
   

Auto rubate, sette complici in fuga

LUCIANA MAURO

L’organizzazione criminale che riciclava vetture e le occultava in garage e parcheggi è molto più vasta. Ai tredici arresti già effettuati, su disposizione del gip di Forlì, nei prossimi giorni potrebbero aggiungersene altri. "Almeno sette", anticipano gli agenti della polizia stradale di Salerno, impegnati nelle indagini con la sezione speciale di Cesena. La gang, composta in prevalenza da persone residenti nell’Agro Nocerino Sarnese, avrebbe quindi ramificazioni nelle zone dell’hinterland napoletano. Passaggi "filtro", determinanti per l’occultamento delle fuoriserie rubate e poi sottoposte a una sapiente opera di "lifting", che consentiva di rimetterle sul mercato come nuove, ma a prezzi concorrenziali. Officine, garages e parcheggi i luoghi dove le duecento vetture, per un valore di circa tre milioni di euro, sono transitate. I gestori degli spazi, legati a doppio filo alla banda, capeggiata da Bonaventura Giordano, originario di Scafati, avevano un ruolo determinante nell’organizzazione. A loro, esperti della contraffazione e insospettabili all’esterno, spettava il compito di "trapiantare" carrozzerie, ricostruire numeri di telaio e motori, falsificare le relative documentazioni per intero. Sei veicoli e dieci motori di auto rubate, assegni e cambiali, sono stati infatti reperiti dai poliziotti nelle abitazioni di alcuni indagati. Le vetture, dopo il "maquillage", sarebbero state rimesse in vendita. Tra la merce rinvenuta anche una pistola "Smit & Wesson" calibro 38 con cinquanta cartucce e telefoni cellulari. Materiale che lascia supporre un più vasto giro di criminalità organizzata, non esclusi agganci con altre associazioni malavitose.
Nella prima parte delle investigazioni erano state recuperate 25 vetture. serratissime indagini, effettuate anche mediante intercettazioni telefoniche, hanno consentito agli agenti della polstrada di rinvenire altri duecento veicoli ed effettuare, in tre giorni di no-stop, la serie di arresti. Nella gang anche una donna, Rosamaria Nitto, nata a Nocera Inferiore e residente a Pagani. Era lei a ricevere le telefonate e mantenere i contatti con la rete di "collaboratori" esterni.
"Un vero e proprio sistema - spiega il vice questore della polizia stradale Pio Russo - dove furto e contraffazione seguivano schemi programmati al millesimo, dove nulla era affidato al caso". In pratica le auto, quasi tutte costose fuoriserie, dopo il furto entravano nel meccanismo della contraffazione con passaggi "obbligati". Ogni vettura era infatti destinata a un preciso luogo, dove veniva "trattata" nel giro di poche ore. Un sistema che consentiva di rubare fino a cinque veicoli per volta, raggiungendo uno smercio miliardario al di sopra di ogni sospetto. "Non a caso, per trovare il bandolo della matassa, abbiamo impiegato mesi - confessa il comandante Russo - e le indagini sono solo a metà strada. Nelle prossime ore ci saranno ulteriori risvolti". L’operazione denominata "Up & Down" riserva ancora sorprese. E forse qualche inatteso retroscena.

 
Lunedì, 15 Marzo 2004
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