Rassegna stampa del 4 Febbraio 2004 |
|
Da "TGCom"
del 4 febbraio 2004 Nebbia
killer: 98 morti nel 2003 Sono
gli incidenti che si verificano con la nebbia a provocare il maggior
numero di morti sulle strade. Stando all’Aci, i 2683 incidenti con la
nebbia del 2003 hanno provocato il 38% in più di decessi rispetto alla
media. La nebbia più pericolosa è in città: il 54% dei sinistri si verificano
in ambito urbano e il 39% sulle strade statali, provinciali e comunali.
Sulle autostrade appena l’8% del totale. La Milano-Napoli è quella più
pericolosa. Con l’approssimarsi del 7 aprile, Giornata Mondiale della
Salute dedicata per la prima volta alla sicurezza stradale, l’Aci traccia
una mappa delle sette autostrade e strade statali piu’ pericolose in
condizioni di scarsa visibilita’. La regione piu’ colpita e’ la Lombardia,
dove si registrano il 26,6% del totale degli incidenti per nebbia, seguita
da Emilia Romagna (24%), Veneto (16%) e Piemonte (10%). Il fenomeno
pero’ e’ emergente anche in Toscana, nel Lazio e nelle Marche. Secondo
i dati resi noti dall’Aci, le autostrade più pericolose,
dove nell’ultimo triennio si sono registrati il 73 per cento del totale
dei decessi causati da nebbia, sottolinea l’Aci, sono: Da "Corriere Romagna" del 4 febbraio 2004 Sbornia
smaltita davanti al giudice Forlì Da "La Gazzetta di Parma" del 4 febbraio 2004 AUTOMOBILISTA
PATTEGGIA: NELL’INCIDENTE MORI’ UN 24ENNE Omicidio
colposo: la pena si paga a rate mensili Una
pena da scontare in comode rate mensili, come si usa ormai abitualmente
per i divani in sconto o la nuova utilitaria. E’ quello che ha deciso
il giudice dell’udienza preliminare davanti al quale ha patteggiato
un automobilista residente nella nostra città, accusato di omicidio
colposo per avere provocato un incidente, il 21 agosto del 2001, in
cui ha perso la vita un motociclista di 24 anni. L’imputato,
un uomo di 55 anni, ha patteggiato infatti quattro mesi di reclusione,
convertiti nel pagamento di 4.560 euro che potranno essere corrisposti
in venti rate mensili da 228 euro ciascuna. L’automobilista,
a cui sono state concesse le attenuanti generiche e quella relativa
al risarcimento integrale della cifra prevista, è stato ritenuto responsabile
di quanto avvenuto sulla strada che congiunge Parma a Langhirano, all’altezza
del ristorante "Ai tigli". Secondo
l’accusa, l’automobilista, alla guida della sua Fiat Punto, aveva svoltato
a sinistra per immettersi nel piazzale del locale senza avvedersi dell’arrivo,
in direzione opposta, di Francesco Bertoli, un ventiquatrenne di Pilastro
che viaggiava a bordo di una Suzuki. L’impatto tra l’auto e la moto
era stato molto violento e per il giovane non c’era stato nulla da fare:
poco dopo il ricovero, Bertoli aveva cessato di vivere. Sempre
secondo l’accusa, l’automobilista avrebbe causato "per colpa, per imprudenza,
imperizia e negligenza, e per la violazione del Codice stradale", la
morte del giovane centauro. La vicenda si è chiusa con il patteggiamento
e con la pena pecuniaria. Che potrà venire diluita nel tempo con piccole
somme mensili da dividere nell’arco di poco meno di due anni. Da
"L’Arena"
del 4 febbraio 2004 Alle "morti assurde", quelle sulla strada, è dedicato
l’incontro organizzato dall’Aci, in collaborazione con L’Arena , e con
il patrocinio del Comune, assessorato alle politiche giovanili, nella
sala convegni di Unicredit Banca d’Impresa Spa, per mercoledì 18 febbraio,
a partire dalle 10. L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole
medie superiori (sono 14 gli istituti invitati), in particolare a coloro
che sono neopatentati o in procinto di prendere la patente, per dibattere
di sicurezza stradale. Parteciperanno il dirigente della polstrada Vincenzo
Diaferia, il comandante dei vigili del fuoco Guido Sommella, il comandante
dei vigili urbani Nicoletta Manzione, il campione di rally Vanni Pasquali
e i volontari dell’associazione Fase Tre. Da
"L’Arena"
del 4 febbraio 2004 Per il dirigente della
polizia stradale Vincenzo Diaferia non si può "patteggiare" con la bottiglia:
"Se si vuol guidare non si deve bere" Velocità eccessiva e guida in stato d’ebbrezza. Sono
queste le due fondamentali insidie per chi guida, le principali cause
degli incidenti stradali. Secondo il dottor Vincenzo Diaferia, dirigente
della polizia stradale di Verona, il primo nemico da combattere sul
fronte dell’infortunistica è l’abuso di alcool. "Gli incidenti causati
dall’ebbrezza alcolica si concentrano soprattutto nei fine settimana
e coinvolgono alte percentuali di giovani. Il messaggio che va fatto
recepire è che chi guida non deve bere. è sbagliato cercare di far
calcoli sulle possibilità di tenuta in termini di consumo di bevande
alcoliche nel singolo individuo per restare nei limiti previsti dalla
legge. L’alcool è comunque un’insidia per chi deve guidare. Appanna
i riflessi, rende meno vigili, altera le percezioni. Per cui quando
si va fuori a cena, o si va in discoteca o a passare una serata tra
amici bisogna fare delle scelte: o qualcuno resta sobrio e accompagna
il resto della compagnia a casa, oppure chi sa di dover guidare rinuncia
a bere. Certo, è un bel salto di mentalità. Ma va fatto in nome della
sicurezza collettiva". Fa riflettere il fatto che circa un terzo degli
incidenti mortali accada in modo autonomo, senza il concorso di altri
veicoli: veicoli che "senza motivo" finiscono fuori strada, piombano
contro alberi o pali dell’illuminazione pubblica, si schiantano contro
muri e cancelli, si catapultano dentro a fossati e fiumi. Il motivo
invece c’è sempre e di rado si tratta di un problema "tecnico" o ambientale.
Sovente l’incidente è la conseguenza drammatica di un banale momento
di distrazione (spesso abbinato alla velocità eccessiva e al mancato
utilizzo delle cinture di sicurezza) che può essere causato dall’alcool,
dagli stupefacenti, dal sonno, dall’utilizzo del cellulare, o da circostanze
al limite dell’incredibile, come cambiare la frequenza dell’autoradio,
sgridare il bambino, litigare con il passeggero o tener buono il cane
che gira libero nell’abitacolo invece che essere sistemato dietro
al divisorio imposto dalla legge. Nella storia dell’infortunistica
non mancano le circostanze assurde, di conducenti morti in uno schianto
dopo aver perso il controllo dell’auto per scartarsi un panino o accendere
una sigaretta.
|