Rassegna stampa del 20 Gennaio 2004 |
Da
"La Gazzetta del Mezzogiorno" del 20 gennaio 2004 Un
tifoso del Chieti è stato denunciato a conclusione della gara di domenica
scorsa allo stadio Iacovone col Taranto (serie C1, girone B) per guida
in stato di ebbrezza. Alla fine dell’incontro la polizia ha scortato sino
alla barriera autostradale di Massafra i tifosi del Chieti giunti in pullman
e quelli che erano arrivati a Taranto con mezzi propri. Fra questi anche
un tifoso che durante il tragitto ha guidato in maniera poco ortodossa
tanto da convincere i poliziotti a sottoporlo al test alcolico che è risultato
positivo. A quel punto il tifoso teatino è stato denunciato e l’auto a
bordo della quale viaggiava è stata affidata ad uno dei suoi amici perché
la guidasse per tutto il tragitto di ritorno sino in Abruzzo.
Da "Il Gazzettino" del 20 gennaio 2004 Talmente
ubriaco da non riuscire nemmeno a soffiare. L’agente della Polstrada
di Treviso, con quasi vent’anni di servizio alle spalle, una scena così
non l’aveva ancora vista. Una marocchino di 35 anni, Abdhallah Alnag,
era a tal punto sbronzo che nonostante i suoi ripetuti tentativi e la
buona volontà non è proprio riuscito ad azionare l’alcotest. Stare in
piedi con un equilibrio precario, prendere fiato e soffiare a pieni
polmoni erano evidentemente troppe azioni da compiere con tutto quell’alcol
in corpo. La Polstrada l’ha comunque sanzionato per guida in stato di
ebbrezza ma, visto l’impegno, non per il rifiuto di sottoporsi al test.
L’incidente era avvenuto a Fanzolo di Vedelago in pieno centro,
il 17 novembre scorso, quasi alle due di notte. L’uomo al volante di
una Renault 31 aveva perso il controllo del mezzo scardinando la ringhiera
di una abitazione e finendo la sua corsa addosso ad un palo della luce.
Già sanzionato per la perdita del controllo dell’auto e per i danneggiamenti
di opera pubblica, ieri è arrivata la condanna penale: 900 euro più
le spese processuali e la sospensione della patente per 50 giorni. Non è andata meglio ad un altro marocchino fermato in Borgo Padova il 12 giugno 2002 durante un normale controllo. L’immigrato si è beccato un mese di sospensione della patente e 1000 euro di multa più spese
ROMA IL BILANCIO DELLA POLSTRADA Guida in stato di ebbrezza ed eccesso di
velocità, le due infrazioni in aumento Alcol in corpo e piede a tavoletta Con la patente a punti meno incidenti, ma non si sconfigge
l’uso del cellulare alla guida Vicenza Da "Il Messaggero" del 20 gennaio 2004 Speronata
auto della Polizia Due agenti ricoverati in ospedale, arrestati
gli artefici ORVIETO
Si tratta di tre albanesi, due di 29 anni e uno di 31, due clandestini, uno dei quali colpito da provvedimento di espulsione del Questore di Milano, uno con regolare permesso di soggiorno e documento di riconoscimento. Poco dopo le tre della notte tra sabato e domenica, una pattuglia della Polstrada di Orvieto in servizio nell’area di servizio di Fabro, notava un Fiorino che stava entrando lentamente nell’area. Ma alla vista della pattuglia, il guidatore cambiava idea e decideva di proseguire oltre. E’ bastato questo atteggiamento e insospettire gli agenti che hanno raggiunto il Fiorino intimando l’alt. Per tutta risposta, il conducente del furgone ha accelerato scagliando il mezzo contro l’auto della polizia e cercando di fuggire in autosole. Nonostante con lauto danneggiata e qualche ferita, gli agenti hanno inseguito l’auto fino a che gli occupanti non si sono fermati, sono scesi e sono fuggiti a piedi. Inseguiti ai limiti dell’autosole, sono stati raggiunti e fermati. Condotti in caserma e controllati i documenti personali e del mezzo, questo non risultava rubato. Una telefonata al proprietario, come risultava dai documenti del mezzo, questi rispondeva dicendo che il suo Fiorino era parcheggiato nelle vicinanze dell’abitazione. Non si era ancora accorto del furto e non lo aveva, dunque, denunciato. I tre albanesi sono stati arrestati con l’accusa di furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale e ora sono rinchiusi nel carcere di via Roma, a disposizione del magistrato, il sostituto Anna Maria Grimaldi. Gli agenti, dopo le cure dei sanitari sono stati dimessi dall’Ospedale di Orvieto Da "L’ Arena" del 20 gennaio 2004 Convegno rivolto alle scuole organizzato dall’Aci per sensibilizzare i ragazzi ai problemi della sicurezza (e.c.) Morire
per una sbandata, uno scontro, un incidente causato da un conducente
ubriaco o sventato. Sono ancora troppi i giovani che pagano con la
vita la propria o l’altrui imprudenza: in Italia la prima causa di
morte per le persone al di sotto dei 40 anni è l’infortunio della
strada, una pesante ipoteca sul futuro della collettività. Al tema
delle "morti assurde" è dedicato il convegno organizzato dall’Aci,
con il patrocinio del giornale L’Arena e del Comune, assessorato alle
politiche giovanili, per il 18 febbraio, nella sala convegni di Unicredit.
L’iniziativa è alla sua seconda edizione e, come l’anno scorso, è
rivolta agli studenti delle scuole medie superiori. L’obiettivo è
di concentrare in una mattinata una serie di agili lezioni su diversi
argomenti ruotanti intorno ad un argomento fondamentale, la sicurezza
sulle strade. Relatori saranno il dirigente della polizia stradale
di Verona Vincenzo Diaferia con l’ispettore Andrea Scamperle dell’ufficio
Infortunistica, il comandante dei vigili del fuoco Guido Sommella,
il comandante della polizia municipale Antonella Manzione, Vanni Pasquali,
campione di rally. Inoltre i volontari di Fase Tre, l’associazione
che si occupa della riabilitazione e del reinserimento sociale delle
persone reduce da gravi traumi della strada, racconteranno le loro
esperienze, di quanto sia cambiata la loro vita di "sopravvissuti"
dopo un grave trauma della strada che li ha lasciati su una sedia
a rotelle o parzialmente disabili.
Nel corso della mattinata saranno proiettati filmati realizzati dalla polizia stradale in luoghi dove sono accaduti incidenti e altri contributi filmati relativi a prove di crash test o di guida sotto l’effetto dell’alcol. "Lo scopo di questo convegno è di offrire uno spunto di riflessione ai giovani sul comportamento da tenere quando si è alla guida di un motorino, di una moto o di un’auto - spiega il professor Arcaroli -. La sicurezza stradale è fondamentalmente un problema culturale, una questione educativa. La persona, meglio se giovane, che comprende l’importanza del rispetto delle norme della sicurezza stradale, come fattore protettivo per sé e per gli altri, rappresenta di per sé il primo fattore di sicurezza sulle strade. Famiglie, scuole e istituzioni pubbliche e private devono cercare di concentrare i loro sforzi in questa direzione, per evitare le troppe morti assurde che purtroppo riempiono le cronache di televisioni, radio e giornali". |